Egna, 15.3.2007 Signora Assessora Signora - ANP - SDV

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Egna, 15.3.2007 Signora Assessora Signora - ANP - SDV
Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola
Südtiroler Direktorenvereinigung
Lia di Diretëures ladins
Egna, 15.3.2007
Signora Assessora
Luisa Gnecchi
Signora Sovrintendente
Prof. Bruna Visintin Rauzi
Signor Assessore
Dr. Otto Saurer
Signor Intendente
Dr. Peter Höllrigl
Signor Assessore
Dr. Florian Mussner
Signor Intendente
Dr. Roland Verra
Invio, in allegato, il parere della sezione in lingua italiana dell’Associazione Nazionale Dirigenti e
Alte Professionalità relativo alle bozza della legge provinciale relativa al “Sistema educativo
provinciale di istruzione e di formazione”.
Cordialmente
IL PRESIDENTE DELLA SEZIONE ITALIANA
dr. Ivan Eccli
Associazione nazionale dei dirigenti e delle alte professionalità della scuola
Südtiroler Direktorenvereinigung
Lia di Diretëures ladins
PARERE DELL’ANP/SDV/LDL IN MERITO ALLA
BOZZA DELLA LEGGE RELATIVA A
“SISTEMA EDUCATIVO PROVINCIALE DI
ISTRUZIONE E FORMAZIONE”
12/3/2007
L’ANP/SDV/LDL esprime il seguente parere in merito alla bozza della legge provinciale relativa al
“Sistema educativo provinciale di istruzione e di formazione”.
Riforma: legge quadro e normativa correlata
Nella lettera di accompagnamento della bozza, a firma dei tre Assessori, si afferma che la legge
provinciale è “concepita come una legge quadro per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di
istruzione; alla legge quadro sarà correlata una normativa di natura secondaria”.
A noi sembra che la bozza non si limiti a presentare principi guida e orientamenti di massima, ma
entri troppo nello specifico e nel dettaglio, rischiando di vanificare la legge provinciale n.
12/2000 sull’autonomia scolastica.
Inoltre, per una piena valutazione della riforma, si ritiene necessario poter disporre,
contestualmente all’articolato, anche dei curricoli relativi agli ambiti ed alle discipline.
L’insieme dei documenti permetterebbe di apprezzare il disegno culturale-scolastico e la coerenza
didattico-organizzativa della riforma.
Si segnala inoltre che se si desidera delineare un “Sistema provinciale di istruzione e di formazione”
bisognerà tenere conto anche della scuola secondaria di secondo grado, comprendente sia gli
istituti a carattere statale sia la formazione professionale provinciale e che vada riservata attenzione
anche alla formazione permanente e ricorrente.
Unitarietà tra le scuole dei tre gruppi linguistici
La bozza delinea e motiva con precisione un’organizzazione scolastica unitaria quale scelta
importante ed unificante della scuola.
Una legge quadro potrebbe offrire l’occasione di mettere a contatto proficuamente le culture
pedagogiche presenti in questa provincia: quella di lingua italiana, di lingua tedesca e quella della
comunità ladina, ognuna delle quali ha elaborato vie pedagogiche originali.
Il dibattito sulla riforma può rappresentare un’occasione per riflettere insieme sulle esperienze più
positive che, nel corso degli anni, il lavoro di tanti docenti e dirigenti ha permesso di sviluppare.
A partire da un quadro comune le scuole dei tre gruppi linguistici potranno articolare anche
percorsi didattici specifici che tengano conto delle esperienze, delle esigenze territoriali e delle
diverse sensibilità.
Autonomia delle Istituzioni scolastiche, L.P n. 12/2000 e buone pratiche delle scuole
L’ANP ritiene che vadano salvaguardate le “buone pratiche” in vigore già da parecchi anni nelle
scuole quali la flessibilità del tempo scuola (il tempo pieno, il tempo prolungato), la didattica
laboratoriale, l’organizzazione temporale dinamica che prevede compensazioni tra discipline,
l’insegnamento disciplinare della seconda e terza lingua anche con approccio veicolare.
Le esperienze delle scuole negli ultimi anni ci portano a ribadire la centralitá dell’autonomia delle
istituzioni scolastiche. Il rispetto dei principi della L.P 12/2000 è, secondo noi, un punto fermo
per garantire una scuola di qualità, con il coinvolgimento di tutte le parti interessate.
Le scuole nelle loro pratiche quotidiane hanno spesso anticipato le proposte legislative, innovando
la didattica in modo da sintonizzarsi con il territorio e da aprirsi alle prospettive europee.
Ci pare invece che la bozza non valorizzi pienamente i principi sanciti dalla L.P 12/2000 con
particolare riguardo all’autonomia didattica di cui all’art. 6 e all’autonomia organizzativa di cui
all’art. 7.
Scuola dell´infanzia
L’ANP condivide il Capo III della bozza, relativo alla scuola dell’infanzia, al suo progetto
formativo e alla programmazione dell’attività educativa.
Ritiene in particolare positivo l’inserimento a pieno titolo della scuola dell’infanzia nel sistema
d’istruzione e che a quest’ordine di scuola vengano attribuite le competenze previste dalla
normativa sull’autonomia scolastica.
Esprime tuttavia delle riserve sulla possibilità di poter equiparare completamente personale
scolastico che riveste, nella situazione attuale, diverso stato giuridico.
Inoltre appare del tutto anacronistico dotare le scuole dell’infanzia degli stessi Organi Collegiali
che non corrispondono più alle esigenze di buona ed efficiente gestione degli Istituti.
Continuità educativa
Si sottolinea l’importanza del raccordo tra scuola dell’infanzia e scuola primaria e ci si esprime a
favore di un rapporto più stretto tra il quinto anno della scuola primaria ed il primo della scuola
secondaria di primo grado, ordini scolastici che ormai fanno parte quasi in tutto il territorio
provinciale degli stessi Istituti Comprensivi o Pluricomprensivi.
Gli otto anni previsti per il primo ciclo potrebbero essere così diversamente articolati:
- primo biennio (I – II), raccordato con scuola dell'infanzia e destinato all’avvio degli
apprendimenti di base;
- secondo biennio (III – IV), introduzione di apprendimenti per ambiti disciplinari;
- terzo biennio (V primaria – I secondaria), approfondimento degli ambiti e introduzione
delle discipline;
- quarto biennio (II – III secondaria), consolidamento delle discipline, orientamento e
raccordo con il secondo ciclo di istruzione.
All’interno dell’articolazione biennale proposta e al fine di favorire una reale continuità educativa,
vanno verificate la possibilità e l’opportunità di utilizzare in verticale degli insegnanti della
scuola primaria e secondaria di primo grado.
Tempo scuola e risorse
Si ritiene che il Legislatore debba precisare, ai sensi dell’articolo 5 della L.P. n. 12/2000 “l’orario
obbligatorio annuale complessivo dei curricoli, comprensivo della quota obbligatoria di base e della
quota obbligatoria riservata alle istituzioni scolastiche” e “i limiti di flessibilità temporale per
realizzare compensazioni fra discipline e attività della quota fondamentale del curricolo”.
Sarebbe opportuno ribadire, nella legge, che le scuole, nella loro autonomia, debbano garantire a
tutti gli alunni percorsi formativi articolati e rispettosi dei loro bisogni ed interessi, lasciando ad
esse il compito di dare forma e contenuto a questo principio, avvalendosi dell’organico a
disposizione.
Va inoltre regolamentato un tempo massimo antimeridiano di permanenza a scuola, tenendo
presente che il monte-ore settimanale non dovrà superare gli attuali orari del tempo pieno (40 ore).
Entrando nello specifico dell’articolo 20 della bozza, si segnala preliminarmente che l’orario
obbligatorio annuale delle lezioni, ivi indicato, non è divisibile perfettamente per il numero delle
settimane di scuola (34).
Si ritiene inoltre opportuno segnalare che:
- gli orari indicati per la scuola secondaria sono eccessivi;
- l’orario facoltativo può essere garantito in base all’organico di cui disponga la singola
Istituzione scolastica;
-
si condivide la necessità di definire il piano delle attivitá entro la fine dell´anno scolastico
precedente solo se la scuola può conoscere per tempo le risorse di cui disporrà (organico
funzionale)
Nel testo non si fa alcun cenno all´organico a disposizione delle scuole per l`attuazione della
riforma: affinché le attività possano essere realizzate è necessario un organico adeguato; non si
possono introdurre scelte didattiche innovative senza una corrispondente assegnazione di risorse e
senza aver verificato gli spazi effettivamente a disposizione per ogni edificio scolastico: le
innovazioni già implementate nelle scuole comportano lavori in piccoli gruppi e/o in laboratori.
Le necessità di spazi e di locali vanno quindi verificate assieme ai Dirigenti scolastici e ai
rappresentanti degli Enti Locali.
Tutor e portfolio
Anche per quanto inserito nella bozza in merito al portfolio ed alla consulenza educativa si chiede al
legislatore che non venga svilito ed annullato lo stile di lavoro improntato sulla
compartecipazione, la programmazione in team, la valutazione degli alunni e dei processi di
apprendimento, l’autovalutazione che ha da sempre contraddistinto il lavoro delle scuole, in
particolar modo con l’attribuzione dell’autonomia.
Non si capisce inoltre per quale motivo venga introdotto obbligatoriamente la figura del tutorconsulente, che nel restante territorio nazionale è stata demandata alla autonoma decisione del
Collegio Docenti.
L`ANP ritiene che il portfolio non debba essere imposto come modello compilativo-burocratico
obbligatorio, ma che debba essere rimesso alla decisione delle singole scuole autonome.
E’ auspicabile un coordinamento tra le scuole al fine di predisporre strumenti valutativi e
certificativi comuni, molto più agili e di competenza dei soli docenti: uno strumento unitario
appare utile anche nel caso di trasferimenti di alunni tra Istituti diversi.