Protezione dalla corrosione di circuiti ad acqua glicolata
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Protezione dalla corrosione di circuiti ad acqua glicolata
38_TER_nov_A&Dacquaflex.qxd:46-48_TER_mar_profilo 4-11-2010 12:29 Pagina 38 a&d 38 aziende & dintorni a di PaolaP.Mezzalira dicura M. Ferrari, Da Meda, Protezione dalla corrosione di circuiti ad acqua glicolata novembre 2010 LA TERMOTECNICA Interno di uno scambiatore a fascio tubiero interessato da corrosione In merito alla protezione dalla corrosione di sistemi che impiegano miscele acqua/glicole come fluido di scambio termico è di particolare interesse quanto effettuato in due circuiti di grandi dimensioni presenti presso il sito produttivo di Sermoneta (LT) di una importante società farmaceutica Gli impianti che utilizzano miscele acque/gli- Descrizione dei circuiti ad acqua glicolata trattati ti di tali corrosioni sono la foratura delle linee, Il sito produttivo presso il quale sono installati i circuiti ad acqua glicolata oggetto di questo articolo appartiene ad un gruppo multinazionale, presente in Italia con altri due stabilimenti; il sito di Sermoneta è attivo dal 1970, si estende su una superficie di 320.000 metri quadrati e produce ogni anno 700 tonnellate di antibiotici da cui si ottengono 150 milioni di confezioni di compresse, fiale, capsule, sospensioni orali e liofilizzate. I due circuiti sopracitati, identificati nel presente report come circuito A e B, sono costituiti ciascuno da 3 sottocircuiti operanti a -18, 0, +50 °C e vengono adibiti al riscaldamento/raffreddamento di fluidi di processo tramite scambiatori a fascio tubiero e a piastre. Come fluido di scambio termico è impiegata una miscela di glicole etilenico ed acqua con una concentrazione di glicole non inferiore al 30%. Nonostante l’esclusivo impiego di glicole inibito a fine 2006 entrambi i circuiti presentavano seri problemi di corrosione che comportavano elevati costi di manutenzione ed il rischio di fermi impianti improvvisi ed imprevisti. A confermare la gravità dei fenomeni corrosivi in atto la velocità media di corrosione nei due circuiti (determinata P. ind. Massimo Fer- mediante perdita di peso su provini di corrosione) era surari, Dr. Paolo Da Me- periore a 100 µm/anno (e quindi più che doppia rispetto da, responsabile mar- al valore massimo accettabile di 50 µm/anno a temperaketing, Acquaflex tura ambiente) con punte per entrambi i circuiti che raggiungevano i 300 µm/anno. Al fine di risolvere questi inACQUAFLEX SRL convenienti Acquaflex è stata incaricata di sviluppare un www.acquaflex.com trattamento chimico in grado di arrestare i processi corro- cole come fluido di scambio termico sono spesso soggetti a fenomeni corrosivi attribuibili ad un insufficiente condizionamento chimico (inibizione); le conseguenze più evidenil danneggiamento delle apparecchiature installate, la perdita della soluzione ricircolante, la formazione di enormi quantità di fanghi. Questi fanghi sono costituiti dagli ossidi metallici generatisi nei processi di corrosione che non possono essere eliminati essendo i circuiti ad acqua glicolata generalmente privi di sistemi di defangazione; il loro accumulo sulle superfici di scambio termico riduce drasticamente le rese e può determinare la necessità di fermare gli impianti per provvedere alle operazioni di pulizia. La presenza di solidi sospesi in elevate concentrazioni crea inoltre fenomeni di erosione che vanno a minare ulteriormente l’integrità degli impianti e ad aggravare i costi di manutenzione. Per prevenire o bloccare queste corrosioni è necessario effettuare un corretto trattamento di condizionamento chimico, progettato sulla base delle caratteristiche costruttive e di funzionamento degli impianti da proteggere, nonché monitorare analiticamente il fluido ricircolante per verificare la corretta applicazione del trattamento stesso. 38_TER_nov_A&Dacquaflex.qxd:46-48_TER_mar_profilo 4-11-2010 12:29 Pagina 39 a&d novembre 2010 LA TERMOTECNICA aziende & dintorni sivi in atto; l’azienda committente ha preventivamente manifestato la sua indisponibilità ad eseguire un lavaggio chimico dei circuiti incriminati viste le notevoli difficoltà logistiche connesse (grandi volumi di miscela da stoccare e bonificare) e alcune non positive precedenti esperienze. Sviluppo del trattamento anticorrosivo Sviluppare un programma di trattamento anticorrosivo significa non solo individuare una miscela di inibitori in grado di arrestare i processi corrosivi in atto ma anche garantirne un buon rapporto costo/prestazione, determinare le corrette modalità di additivazione, individuare i parametri chimici da impiegarsi per il monitoraggio del trattamento. Per queste ragioni l’azienda committente ed Acquaflex hanno previsto un periodo di studio degli impianti della durata di tre mesi durante il quale determinare con esattezza i volumi dei circuiti, stimare la portata di reintegro, monitorare i principali parametri chimici del fluido ricircolante, individuare la miscela di inibitori da impiegarsi testandone l’efficacia in impianto pilota. La determinazione del volume e del reintegro dei circuiti è stata effettuata utilizzando un tracciante inorganico compatibile con la metallurgia dell’impianto anche nel caso di lunga permanenza all’interno dello stesso; il volume complessivo dei circuiti è risultato essere di 565 m3. Il monitoraggio dei parametri chimici della soluzione ricircolante ha consentito di individuare due parametri di particolare criticità: la concentrazione di ferro solubile, che è risultata sempre compresa tra 8 e 20 ppm, ed il contenuto in solidi sospesi (costituiti quasi esclusivamente da ossidi di ferro) che variava da 0,5 a 1 g/litro. Si è quindi deciso di utilizzare questi due parametri per verificare analiticamente l’efficacia del trattamento anticorrosivo. Per il controllo della corrosione si è sviluppata una formulazione denominata POLYFLEX 175 basata su sali di molibdeno, fosfonati e toliltriazolo; l’efficacia di questo mix di inibitori anodici, catodici e per adsorbimento è stata valutata in impianto pilota, utilizzando come fluido ricircolante la soluzione realmente presente negli impianti BMS. La velocità di corrosione della soluzione additivata di POLYFLEX 175 è risultata essere inferiore del 90% rispetto a quella della soluzione non additivata, confermando l’ottima azione anticorrosiva svolta da POLYFLEX 175. Al fine di completare la protezione dalla corrosione si è poi deciso di mantenere il pH nei circuiti compreso tra 8,3 e 9,5 utilizzando alcali fissi per compensare la naturale tendenza all’acidificazione della soluzione dovuta alla degradazione del glicole. GRAFICO 3 - Variazione della concentrazione di ferro nei primi 9 mesi di trattamento GRAFICO 1 - Variazione di pH nei circuiti trattati GRAFICO 2 - Variazione della concentrazione di Polyflex 175 nei circuiti trattati 39 38_TER_nov_A&Dacquaflex.qxd:46-48_TER_mar_profilo 4-11-2010 12:29 Pagina 40 a&d 40 aziende & dintorni novembre 2010 LA TERMOTECNICA Andamento del trattamento anticorrosivo Polyflex 175 è stato aggiunto nel circuito a febbraio 2007; dalla data di aggiunta le miscela acqua/glicole sono state analizzate mensilmente, ponendo particolare attenzione ai valori di pH, concentrazione di inibitore, concentrazione di ferro, solidi sospesi. Variazioni di pH e concentrazione di inibitore GRAFICO 4 - Variazione della concentrazione di solidi sospesi nei primi 9 mesi di trattamento PH e concentrazione di inibitore sono stati impiegati per gestire le aggiunte di prodotti successive a quelle di febbraio 2007; il protocollo di trattamento prevede il mantenimento del pH entro l’intervallo 8,3-9,5 ed una concentrazione di POLYFLEX 175 non inferiore allo 0,4 %. L’andamento di questi due parametri è riportato nei grafici 1 e 2. Tranne sporadiche eccezioni i valori si sono mantenuti entro i range previsti dal protocollo di trattamento che quindi, nell’intervallo di tempo preso in esame, può considerarsi rispettato. Variazioni concentrazione ferro solubile e solidi sospesi GRAFICO 5 - Variazione della concentrazione Nei mesi immediatamente seguenti all’additivazione di POLYFLEX 175 i valori di ferro solubile e solidi sospesi sono calati drasticamente, come appare evidente nei grafici 3 e 4. Successivamente, fatto salvo nel periodo aprile-agosto 08 quando un inquinamento del circuito A ha comportato il momentaneo peggioramento della qualità del fluido ricircolante, il calo della concentrazione di ferro solubile e solidi sospesi è continuato in modo costante (anche se ovviamente meno repentino) confermando l’efficacia del protocollo di trattamento impiegato nel prevenire e bloccare la corrosione (vedi grafici 5 e 6). di ferro nei circuiti trattati Conclusioni A due anni circa dall’inizio del trattamento Acquaflex i responsabili della manutenzione del sito produttivo Sermoneta si dichiarano pienamente soddisfatti dei risultati raggiunti in merito all’arresto dei fenomeni corrosivi a carico dei circuiti trattati (arresto confermato dalla velocità di corrosione media dei circuiti scesa sotto i 35 µm/anno). È quindi possibile concludere che il controllo della corrosione in circuiti che impiegano miscele acqua/glicole come fluido di scambio termico è ottenibile grazie all’impiego di miscele di inibitori di corrosione scelti in base alle caratteristiche del circuito nonché grazie all’attento monitoraggio dei parametri chimici del fluido di scambio termico impiegato. GRAFICO 6 - Variazione della concentrazione di solidi sospesi nei circuiti trattati