Poesie di Maria Laura Favetti
Transcript
Poesie di Maria Laura Favetti
“ Piccolo passero “ Piccolo passero finito è il tuo errare. L’ali spiegate richiuse oramai. La testolina sul lato lasciata dorme serena tra foglie e terreno. Pegno alla terra le ossa e le piume! Soffio di vento filo di luce al cielo torna! (M.L.Favetti, 13 giugno 2011) “ Tenta! ” In cortecce d’albero mutare, resistendo al polveroso vento elastici per non rompersi. L’alba porterà doni. Svanirà il dolore come la nebbia. Fa la tua strada! Anche se ti devieranno derideranno parlandoti senz’affetto… Vale solo la strada storia d’una persona caduta rialzata. Massi macigni pietruzze… lungo la via. Lungo la via scoppiano mente e cuore. La notte buia cade nella luce e un nuovo giorno nasce e l’erba cresce qualcosa rifiorisce. (M.L.Favetti, 8 genn.2011) “ Il mio sogno” Mura di bianca nuda pietra desidero. Lo sguardo volgere intorno a veder terra di zolle nere fili d’erba fiori sbrigliati ortica aneto rucola menta… Il glicine che sale alla finestra. e vite sulla la pergola rinfresca. Le assi mangiucchiate verdastre consumate nei pranzi dell’estate fuori al sole… Vederti io vorrei qui mentre raccogli mele, mi guardi mentre raccolgo fiori basilico ed odori… E mi sorridi e risorrido cadendo nel tuo iride lucente di gioia sassi e mani laboriose. Questa, la mia felice vita. Adesso onirico pensiero. Sei Sono ADESSO. . (M.L.Favetti, 6 genn.2011) “ Il filo “ Certe volte un piccolo muro diviene montagna e la montagna invalicabile. Stanco e pesante è il cammino d’ogni giorno, ma ogni mattina diviene qualcosa di nuovo, d’imprevedibile. Io nel mio cuore ho te, mi porto te ovunque vada. E guardo, adesso, le montagne da questi grandi vetri che racchiudono speranza e sofferenza e penso che anche la montagna ha una cima e oltre ci può essere sorpresa e meraviglia. Ed io imparo, imparo ogni minuto ora giorno che non si può allentare il filo che si tende tra noi e il sole. (M. L. Favetti, Pozzilli (IS), 22 sett.2010) “ Un ramo al cielo” La bouganvillea ha alzato un ramo al cielo che il vento muove ed accarezza poi si ferma immobile alla brezza che dal mare spira. La pianta è ben fiorita e quando il vento è forte lascia i suoi fiori come piccoli spiriti di vita volteggiare raminghi nel cortile. Un uomo un tempo l’ha sfiorata, dandole forme e nuove anime. Ora i suoi rami danzano al vento .e lei si tende forse grata ad afferrare le sue dita o …forse… la libertà! (Maria Laura Favetti, 21 luglio 2010) “ La mia famiglia” Giovanni. Calore familiare camino favillante divano primavera thè scalda fredde mani neve di zucchero casa dolce campagna viale cesto di erbe colte or ora fresche fresche sasso di fiume liscio grezzo specchiante nell’ attimo che il filo del mio sguardo s’è avvolto al tuo. (M.L.Favetti, 27 dic.2010) “ Cielo” (a Beppino Englaro) Le parole suono non hanno quando voce non hanno. Ed ora tutto tace mentre si assopisce l’ultimo filo di luce e tutto nel silenzio cade. Il silenzio che irrompe che rompe e fa a pezzi come bomba ch’esplode! Ma ora niente più si sente e la pace tanto anelata arriva per chi l’attende per chi con dolore ha dovuto scegliere per chi si dimena nella sua immaginaria catena e cerca spiegazione. Qual è la vita? Io mi rimetto al cielo unico luogo ove guardare senza folla senza rumore senza paura senza errore. Il cielo su tutti noi, esseri fragili. Il cielo uguale per tutti Ed io alzo gli occhi e non giudico più. Nessuno. (M.L.Favetti, 10 febbraio 2009) “ Il depresso “ All’improvviso s’è accasciato così immoto senza spiragli di vita ha piegato la sua spina dorsale le scritte addosso a dire chi è non gli servono più! È spompato spolpato risucchiato sgonfio e pende come ad un balcone pronto a lanciarsi in un volo suicida… sul pavimento bello lucido bagnato. Io ci ho provato a risollevarlo ma lui niente non ce la fa non si regge. Nel mio bagno piange…depresso… …il dentifricio!!!! (M.L.Favetti, 11 genn.2009) “ I gatti “ I gatti giocano nel cortile. Son gai e felici! Anche una pietra è un topolino ed una piuma un uccellino… Tra legno stracci mollette ferri… danno battaglia alle foglie croccanti. Sul muro passano i giorni di nebbia di goccioline e fili di luce. Non si domandano cosa accade oltre quel regno di zampe e leccate. E il pelo liscio arruffato bagnato rosso tigrato bianco macchiato specchia la luce d’un giorno… autunnato! (M.L.Favetti, 18 ottobre 2008) “ Imparerò” Imparerò a parlare perché talvolta il silenzio può esser devastante. Il silenzio che imbavaglia i cuori e non fa respirare d’una tenera giornata di sole. Il silenzio che confonde e fraintende che annulla ed offende che fa andare quando vorresti stare stare lì dove ti trovi e parlare vuotare il sacco non avere più angoli ove rifugiare. I tuoi occhi sono il rifugio più sincero sono l’angolo più vero ove posso tremare ed è lì in te che trovo un sorriso, il sorriso della vita. Imparerò a parlare. Imparerò a volare. Imparerò ad amare ciò che in te mi fa paura imparerò a gridare la mia ansia il mio pensiero e guarderò a un domani che sia… vero! (M.L.Favetti, 1998)