BRITISH SHORTHAIR: GRUPPI SANGUIGNI E MALATTIA
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BRITISH SHORTHAIR: GRUPPI SANGUIGNI E MALATTIA
BRITISH SHORTHAIR: GRUPPI SANGUIGNI E MALATTIA NEONATALE DR.SSA MAURIZIA PALLANTE, MEDICO VETERINARIO - Visite a Domicilio (Roma e Provincia) [email protected] - 349.6906583 - www.vet-in-time.it E' noto che gli allevamenti basano la loro attività sulla riproduzione dei propri animali, sebbene la passione e la preparazione di chi svolge questo lavoro non possa certo esaurirsi così. Oggi gli allevatori sono sempre più informati, conoscono i rischi che si corrono nell'inseguimento di accoppiamenti mal gestiti e, cosa ancor più importante, si interrogano in presenza di alcuni fallimenti particolari. Uno di questi è, senza dubbio, la mortalità neonatale. A tale fenomeno venne riconosciuta una causa ben precisa solo agli inizi degli anni '90, grazie agli studi compiuti in Pennsylvania, quando, per la prima volta, si parlò di incompatibilità fra gruppi sanguigni di cuccioli e fattrice. COSA SONO I GRUPPI SANGUIGNI I gruppi sanguigni sono determinati dalla presenza di antigeni sulla superficie dei globuli rossi di tutti gli animali, anche se con delle differenze di specie. Gli antigeni vengono individuati grazie a particolari test di laboratorio, le cosiddette prove di emo-agglutinazione, e non sono altro che molecole composte da glicoproteine e glicolipidi. Ad antigeni diversi corrispondono sempre gruppi sanguigni diversi. Per curiosità, riportiamo una tabella interspecifica, sottolineando che i gatti presentano i gruppi A, B ed AB, i quali variano con la razza ed il luogo di provenienza dell'animale e non sono minimamente riconducibili al sistema A,B,0 presente nell'uomo. ANIMALE N.° GRUPPI SANGUIGNI CANE GATTO BOVINO CAVALLO MAIALE 12 3 11 7 15 Nel gatto i gruppi sanguigni seguono una trasmissione genetica autosomiale dominante, laddove l'antigene B è dominato dall'A. Alla luce di questa dominanza, è semplice comprendere come gatti con antigene A possano essere sia omozigoti dominanti (A/A) che eterozigoti (A che porta B), mentre quelli con il B siano sempre e soltanto omozigoti recessivi (B/B). Il terzo gruppo sanguigno, sempre più raro e assai poco noto, è l'AB. Poiché si tratta di un tipo ereditato separatamente, viene espresso da un gene distinto ed è recessivo rispetto ad A ma dominante rispetto a B. Questo fenomeno si verifica a causa della presenza di un gene capace di reprimere la consueta dominanza dell'antigene A sul B: l'ipotesi è quella di una relazione di Epistasi-Ipostasi, così come riscontrato nei geni Agouti e Tabby. Ad ogni modo, per semplificare una materia tanto complessa, basti sapere che gli individui di gruppo A, essendo dominanti, producono anticorpi debolissimi verso gli antigeni B, mentre non è assolutamente vero il contrario. Gli individui di tipo B, infatti, producono un gran numero di potenti anticorpi verso il sangue di tipo A. Gli individui eterozigoti, invece, non producono anticorpi contro alcun tipo di sangue. Questo ragionamento pone le basi della dialettica ispirata alla corretta gestione degli accoppiamenti in un allevamento, gestione fondata sullo studio e la conoscenza dei gruppi sanguigni di tutti i riproduttori. Nei gatti di casa i gruppi sanguigni non rivestono particolare importanza, poiché la maggior parte di loro appartiene al gruppo A. Chi, invece, alleva British Shorthair per mestiere avrà il suo bel da fare con questo problema, dal momento che più del 59% dei gatti rappresentanti la razza appartengono al gruppo B. QUANDO NASCE IL PROBLEMA L'incompatibilità sanguigna può avere serie conseguenze. E' il caso di una trasfusione di sangue sbagliato, che ha spesso conseguenze fatali, o della mortalità neonatale da isoeritrolisi (MEN). L'isoeritrolisi è il processo che si verifica quando madri di gruppo B partoriscono gattini di gruppo A: gli anticorpi materni assunti col colostro reagiscono con i globuli rossi dei cuccioli, distruggendoli totalmente. In realtà, ciò non sempre accade, potendo variare la concentrazione anticorpale anti-A presente nel colostro. Alla MEN possono seguire anemie acute, complicate da quadri di ittero epatico, fino a fenomeni di necrosi localizzate o viscerali. I gattini possono sopravvivere con la necrosi della punta di coda ed orecchie o morire entro i primi 2 giorni di vita. Raramente, gattini apparentemente sani muoiono nelle prime settimane di vita. E' importante sottolineare che questo processo non avviene durante la gravidanza, poiché gli anticorpi materni non sono in grado di attraversare la placenta per raggiungere il sangue dei feti. Ad ogni modo, nel caso in cui una gatta di gruppo B sia stata coperta da un gatto di gruppo A, si possono salvare i gattini semplicemente allattandoli in modo artificiale per le prime 48-72 ore di vita. Successivamente, infatti, l'intestino dei nuovi nati diviene impermeabile agli anticorpi materni e si può quindi proseguire con l'allattamento naturale. CONSIGLI PRATICI Al fine di evitare cucciolate a rischio, si consiglia di testare sempre i propri riproduttori. E' sufficiente un prelievo di sangue. L'informazione più importante da reperire è, senza dubbio, il gruppo sanguigno delle fattrici. Infatti, se la madre è di gruppo A, non produrrà anticorpi anti-A, ma solo un piccolissimo numero di anti-B, per cui difficilmente ci saranno reazioni da isoeritrolisi nei cuccioli. Il problema sorge quando la femmina è di gruppo B. In questo caso, bisognerà scegliere sempre stalloni appartenenti esclusivamente al gruppo B, in modo da far nascere tutti gattini di gruppo B. 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