Distorsione
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Distorsione tibio-tarsica: una nuova forma di elettroterapia Horizontal® Therapy (HT) integrata alla terapia manuale Uno dei traumi più ricorrenti nella pratica sportiva, ma non solo, è certamente la distorsione dell’articolazione tibio-tarsica. Nella maggior parte dei casi il trauma è di tipo indiretto e avviene in inversione. Questo si verifica in quanto il malleolo peroneale è più lungo di quello tibiale, e l’articolazione è più stabilizzata medialmente per la presenza del forte legamento deltoideo. Una radiografia standard e la valutazione ortopedica chiariscono l’eventuale presenza di una frattura o di importanti lesioni ai tessuti molli, che possono richiedere un trattamento di immobilizzazione se non addirittura la chirurgia. In caso di esito più favorevole, cioè nella maggior parte dei casi, è possibile trattare l’articolazione in modo conservativo e sin da subito. Ovviamente il trauma provoca le modificazioni tissutali che ben si conoscono, e che si manifestano in modo pressoché costante: rubor, tumor, dolor, calor e functio lesa. La riabilitazione inizia prima possibile con obiettivi ben precisi: 1. Ridurre l’edema e in generale l’infiammazione ed il dolore nei tessuti interessati; 2. Riequilibrare il normale movimento articolare. Questi due obiettivi si influenzano reciprocamente. Il drenaggio di un tessuto edematoso, ad esempio, provoca già un aumento del range articolare. Viceversa una tecnica di riposizionamento articolare diminuisce l’edema associato. CASISTICA Sono stati trattati 24 pazienti, 18 maschi e 6 femmine, di età compresa tra i 16 e i 58 anni, con una media di 29.4 anni. Al primo trattamento è stata misurata la circonferenza della caviglia utilizzando un régolo computerizzato e facendo la media tra 2 misurazioni: una condotta 1 cm al di sopra dei malleoli e l’altra 1 cm. al di sotto. Inoltre è stata richiesto al paziente di quantificare il suo livello di dolore utilizzando la scala analogico-visiva di Scott-Huskinsson. MATERIALI E METODI Il primo trattamento somministrato ai pazienti è sempre iniziato con la terapia fisica, utilizzando una nuova forma di corrente prodotta da un’apparecchiatura denominata Horizontal® Therapy. Nella elettroterapia tradizionale possiamo suddividere le varie correnti in due grossi gruppi: Classe “stimolatoria”: correnti a bassa frequenza (1-1000 Hz) e intensità variabile che producono potenziali d’azione e quindi effetti bioelettrici; Classe “non stimolatoria”: correnti a media frequenza (1000 -100.000 Hz) e intensità costante che producono reazioni biochimiche, senza la produzione di potenziali d’azione. Ciò detto, risulta ovvio che è impossibile nell’elettroterapia tradizionale ottenere contemporaneamente nello stesso tessuto i due tipi di effetti. L’elettroterapia che più si è avvicinata a questo risultato è stata la corrente interferenziale, così chiamata per la presenza di 2 circuiti elettrici incrociati, il primo con frequenza 4000 Hz, il secondo con frequenza 4010 Hz. Nell’area di tessuto a contatto con gli elettrodi si producono effetti biochimici, tipici delle medie frequenze, mentre nella zona dell’incrocio si producono effetti bioelettrici dati dalla bassa frequenza (4010 - 4000 = 10 Hz). Effetti diversi, quindi, ma in zone differenti di tessuto. L’Horizontal® Therapy, invece, riesce a creare nel tessuto da trattare contemporaneamente sia effetti biochimici che bioelettrici, mantenedo costante l’intensità di corrente e modificando la frequenza continuamente come mostrato nel grafico sottostante. intensità soglia di stimulazione secondo Wyss frequenza F1 4400 Hz F2 12300 Hz Grafico che mette in relazione l’intensità con la frequenza Nel gruppo di pazienti trattati gli elettrodi sono stati posizionati sopra ai malleoli, nella porzione distale del tricipite surale e sul dorso della caviglia allo scopo di creare un circuito quadripolare 28 edema cm 26 24 Prima 27,5 Dopo 25,3 10 Fig. 1 dolore V.A.S. 5 0 Prima 8,4 Dopo 4,7 Fig. 2 TERAPIA MANUALE Circuito a 4 elettrodi HT Gli effetti ipotizzati (Janiszewski, 2001) sono: Miglioramento dei processi di diffusione all’interno delle cellule, attraverso il cosiddetto effetto di scuotimento elettrochimico. . Accelerazione nel riassorbimenti degli edemi. . Azione biostimolante sugli enzimi e sui substrati con reazioni biochimiche: . Minor concentrazione dei trasmettitori locali del dolore e dello stato infiammatorio. Attivazione delle “gap junctions”. . Avvio dei fenomeni di risonanza nei cosiddetti “centri attivi”. . Reazioni depolarizzanti reversibili alle strutture stimolate che si manifestano con: a) blocco reversibile della conduzione nervosa; b) contrazione della fibra muscolare. RISULTATI Dopo il solo trattamento di terapia fisica, alla fine della prima seduta, abbiamo registrato nella totalità dei casi una significativa riduzione della tumefazione e del dolore soggettivo (vedi Fig.1 e 2). www.hakomed.it - [email protected] Oltre alla terapia fisica menzionata, che da sola riesce già a dare buoni risultati nella fase algico-acuta, è poi necessario trattare l’articolazione con la Terapia Manuale, che ci permette di valutare gli squilibri dell’articolazione in questione. B. Mulligan suggerisce che le eventuali lesioni legamentose, in particolare del legamento peroneo astragalico anteriore (LPAA), non siano la componente più importante in una distorsione della caviglia. Infatti tale legamento non è la causa del dolore (O’Brien, 1998; Kavanagh, 1999) ma è comunque biomeccanicamente responsabile dell’avanzamento del malleolo peroneale, il quale crea il dolore e la limitazione articolare. L’edema e lo spasmo muscolare lo mantengono poi in posizione disfunzionale (Mulligan, 1999. In Manual Terapy). Il trattamento proposto è una mobilizzazione in posteriorità (A-P) del malleolo peroneale, seguita da un tape di riposizionamento articolare. Seguendo questa ipotesi, che tra l’altro è attualmente validata da una serie di studi multicentrici in Nuova Zelanda, i bendaggi che comunemente vengono confezionati non farebbero altro che fissare rapporti articolari non corretti. In particolare, il tape classico in eversione inibirebbe il normale angolo di movimento tibio-peroneo-astragalico rallentando il processo di guarigione. Nella foto sotto è rappresentata la mobilizzazione in A-P per il malleolo peroneale, e in quella sottostante il succesivo tape di riposizionamento. tensioni legamentose”, che enfatizzavano il ruolo dei legamenti (e non dei muscoli) nella correzione degli squilibri articolari. Nel trattamento l’articolazione viene portata in direzione della lesione, tanto lontano quanto necessario a mettere in tensione gli elementi legamentosi indeboliti, fino ad eguagliare, o andare leggermente oltre, la tensione di quelli che non sono stati stirati (Cascianelli, 2002). Vengono utilizzate in osteopatia anche tecniche di “thrust”, caratterizzate da “forze ad alta velocità e minima ampiezza”. Esse sono definite “dirette” quando si posiziona l’articolazione verso la barriera restrittiva, quella verso cui il segmento interessato non è in grado di muoversi, per poi imprimere una forza correttiva. In una distorsione della caviglia si ricerca una eventuale restrizione di mobilità nelle seguenti articolazioni: Tibio-astragalica; Tibio-peroneale prossimale; Tibio-peroneale distale; Sottoastragalica (astragalo-calcaneare); Scafoide-cuboide. Correzione del perone Tra le scuole di pensiero della Terapia Manuale l’osteopatia è un altro modo di intendere i disturbi osteo-articolari, apprezzata ormai sempre di più per la dolcezza di molte sue tecniche, per la precisione da un punto di vista anatomico e biomeccanico e per la visione globale del paziente. Tali tecniche possono essere di tipo strutturale (in cui si “manipola” direttamente il blocco) o mio-fasciale (in cui si lavora sui tessuti muscolari e fasciali per rilasciarli). Tali articolazioni presenteranno degli scompensi quando un segmento osseo si muove in una direzione, anche più del normale, ma risulta bloccato in quella opposta. Le tecniche osteopatiche si pongono l’obiettivo di “normalizzare” quel segmento per consentirgli il movimento nella sua normale fisiologia. La descrizione di queste tecniche non può essere riassunta in poche righe ed esula dallo scopo di questo lavoro. Agli albori dell’osteopatia Still e Sutherland praticavano manovre molto dolci di “bilanciamento delle Possiamo comunque dire che nel trauma distorsivo in inversione una delle lesioni più comuni è l’astragalo Tape di riposizionamento secondo Mulligan Correzione di astragalo in anteriorità in anteriorità rispetto alla tibia. Nella foto precedente è mostrata una tecnica di tipo diretto, che ha come scopo riportare l’astragalo nella posizione di lavoro più corretta. L’escursione articolare passiva e attiva è il metodo più semplice per valutare gli effetti di un trattamento. PROPRIOCEZIONE Non si può parlare di distorsione alla caviglia senza fare un breve accenno alla rieducazione propriocettiva e alla gestione dell’equilibrio e del controllo posturale, che inizia non appena i sintomi lo permettono e soprattutto quando l’articolazione già si trova in una buona posizione biomeccanica (se una caviglia ha un deficit di 20° in flessione dorsale è inutile forzarla su una tavoletta!). Quando invece i parametri più importanti sono a posto si può iniziare cautamente la rieducazione dei riflessi propriocettivi. Dal momento che ciò su cui lavoriamo a tale livello non è tanto il muscolo o l’articolazione in sé, quanto invece la modalità di controllo attraverso circuiti complessi che fanno capo al sistema nervoso, ne deriva che dobbiamo cercare di inviare e ricevere dalla periferia al centro segnali il più possibile “puliti”. Appoggio plantare asimmetrico Il sistema podalico, con tutte le alterazioni dell’appoggio (vedi foto sopra); . La pelle, in particolar modo attraverso le cicatrici patologiche, con le tensioni che esse comportano, ed il loro rapporto con i meridiani d’agopuntura che le attraversano. CONCLUSIONI Nel trauma distorsivo della caviglia l’Horizontal® Therapy si è rivelata molto efficace nelle prime fasi riabilitative come terapia antalgica e antiedemigena. Ciònonostante, un corretto approccio manuale e una rieducazione che tenga conto dei complessi rapporti “recettori - catene muscolari - controllo posturale” sono tappe imprescindibili per una completa restituito ad integrum e nella prevenzione delle recidive. Bibliografia essenziale: Altri recettori possono disturbare il sistema tonicoposturale nel controllo della funzione statica, e conseguentemente in quella dinamica (Bourdiol, Bricot): HANSJÜRGENS A. „EDT-Electric Differential Therapy“, Karlsruhe, Hako-Med, 1992 MARCHINI C. „Horizontal Therapy nel trattamento della patologia dolorosa del piede nell‘atleta“, Pisa, 2002 WYSS O.A.M. „Principi della stimolazione elettrica”, Zurigo, 1976 AUDOUARD M. „Osteopatia: l‘arto inferiore“, Marrapese, Roma, 1989 BRICOT B. „La Riprogrammazione Posturale Globale“, Statipro, Marsiglia, 1998 MULLIGAN B. „Manual Therapy Nags, Snags, PRP etc. Plane View Sevice Wellington, New Zeeland, 3rd ed. 1995 Il sistema oculare, con probemi quali eteroforìe, difetti di convergenza, astigmatismi non corretti; Il sistema stomatognatico, e quindi le malocclusioni, i disturbi dell’ATM, i problemi di disfunzione linguale; Matteo Benedini, Fisioterapista, libero professionista Bagnolo S.Vito (Mantova) Pubblicato: Nel numero 5/2003, della rivista „Il Fisioterapista“ Edizioni Edi Ermes. I fusi neuro-muscolari, i corpi tendinei di Golgi, i corpi di Pacini e le terminazioni nervose libere raccolgono le informazioni diligentemente, passandole a centri nervosi superiori quali i nuclei vestibolari e il cervelletto. L’analisi direzionale della posizione della testa nello spazio effettuata a livello periferico rappresenta la base per la programmazione motoria riflessa nella gestione dell’equilibrio (Guidetti, 2002). www.hakomed.it - [email protected] 07-2003 Risulta in alcuni casi molto utile la “dimostrazione funzionale”, come suggerito ad esempio da Maitland, quando il problema si manifesta in situazioni complesse ed è utile cercare di riprodurre il sintomo (si pensi alla complessità di taluni gesti atletici). Il gesto atletico stesso, quando riproducibile, può essere utilizzato per la ri-valutazione.