9. Vallorani bozze

Transcript

9. Vallorani bozze
de genere
Rivista di studi letterari, postcoloniali e di genere
Journal of Literary, Postcolonial and Gender Studies
http://www.degenere-journal.it/
@ Edizioni Labrys -- all rights reserved
ISSN 2465-2415
Avventure condivise. DeGenere e de genere: la collana e la
rivista
Nicoletta Vallorani
[email protected]
Inauguriamo con questo contributo la sezione “In conversazione/In Conversation”,
che accoglie contributi da parte di istituzioni, gruppi di ricerca e altre realtà in rete con
la nostra rivista. Siamo felici di aprirla con l’intervento di Nicoletta Vallorani: un
fortuito caso di quasi omonimia tra questa rivista e la collana da lei diretta per Mimesis
testimonia infatti non solo la pregnanza di una riflessione sui generi sessuali e letterari
nella ricerca attuale, ma una corrispondenza di pensieri e pratiche di ricerca
testimoniata da molteplici occasioni di lavoro comune, in cui la sinergia tra queste due
imprese editoriali intende collocarsi.
Marta Cariello e Serena Guarracino
Nicoletta Vallorani insegna Letteratura inglese e studi culturali presso l’Università
degli Studi di Milano. I suoi ambiti di ricerca comprendono visual studies, gender
studies e queer studies. Tra i suoi volumi pubblicati, ricordiamo Utopia di mezzo.
Strategie compositive in When the Sleeper Wakes, di H.G.Wells (1996), Gli occhi e la voce. J.
Conrad, Heart of Darkness: dal romanzo allo schermo (2000), Geografie londinesi. Saggi sul
romanzo inglese contemporaneo (2003), Orbitals. Materiali e Script di London Orbital (2009).
È anche autrice dei recenti Anti/corpi. Body politics e resistenza in alcune narrazioni
contemporanee di lingua inglese (Libraccio Editore, 2012) e Millennium London. Of Other
Spaces and the Metropolis (Mimesis, 2012). Da 7 anni, coordina il progetto su geografie
urbane, arti visive e contemporaneità Docucity. Documentare la città,
(www.docucity.unimi.it), è vicedirettore della rivista online Altre Modernità
(http://riviste.unimi.it/index.php/AMonline) ed è recentemente stata inclusa nella
redazione della rivista Studi Culturali (Il Mulino).
NICOLETTA VALLORANI, AVVENTURE CONDIVISE. DEGENERE E DE GENERE: LA COLLANA E LA RIVISTA
Nel 1998, quando Harry Potter ha iniziato il rapido percorso verso il fenomeno di
culto che è poi diventato, i fan più agguerriti di Neil Gaiman – artista inglese creatore
del personaggio di Tim Hunter (The Books of Magic, 1990-1991) – notarono con
disappunto che il maghetto “inventato” da Rowling aveva consistenti similarità con il
protagonista del graphic novel di Gaiman. Io facevo parte di quel fandom, e rimasi
stupita e ammirata quando Gaiman rispose ai sostenitori dell’ipotetico plagio
miliardario di Rowling sostenendo che non vi era nulla di scandaloso e che
probabilmente l’autrice delle avventure di Harry Potter non aveva neanche letto il suo
libro. Semplicemente, aveva raccolto come lui sollecitazioni che erano nell’aria, dando a
esse una formulazione solo accidentalmente analoga, ma anche molto diversa, da quella
che appariva, appunto, in The Books of Magic (Gaiman 2008).
La cosa mi fece riflettere, e ne conclusi che Gaiman aveva ragione. Ci sono
coincidenze che hanno solo aspetti positivi, poiché rivelano molto sull’aria che si
respira nella cultura e nell’arte di un paese. E la proprietà intellettuale delle opere
d’ingegno ne esce solo rafforzata, poiché si edifica su una convergenza di intenti e una
comune volontà di concentrarsi su temi e ricerche che traggono vantaggio proprio dal
fatto di essere condivise.
Così è accaduto, a mio parere, all’etichetta DeGenere. La collana che, con Nicoletta
di Ciolla, dirigo per l’editore Mimesis dal 2012, è nata a suo tempo dalla convinzione
che non vi fosse, nel panorama editoriale italiano, uno strumento critico di riferimento
per i generi popolari e che avesse caratteristiche capaci di assorbire anche la vocazione
transmediale che essi hanno acquisito negli ultimi vent’anni. L’idea di base, la nostra,
era quella di adottare una prospettiva in grado di mettere in luce la vocazione
transnazionale di queste forme narrative. Volevamo anche giocare un po’
sull’ambiguità tutta italiana del termine “genere”, che definisce appunto una tipologia
di testo, ma che può assorbire il senso della parola inglese “gender” e dunque tenere
aperta una porta che potevamo decidere di aprire o di lasciar serrata.
Negli anni, DeGenere ha accolto testi molto differenti: saggi critici sul poliziesco
(Orsini 2014 e Bergman 2014) e sulla fantascienza (Pagetti 2013); interviste ad autori
(Durante 2014) e raccolte di recensioni (Oliva 2013). Di recente, e solo in formato
ebook, è uscito il bel volume curato da Emanuela Patti e Clodagh Brook sulla
transmedialità (2015), mentre ora è in preparazione un volumetto dedicato a P.D.
James.
Nell’ultima fase di questo percorso, è stata ideata, in modo del tutto autonomo, de
genere. Rivista di studi letterari, postcoloniali e di genere. L’etichetta era la medesima, il
progetto interessantissimo e le possibilità di collaborazione molteplici. In realtà, il
fatto che vi fosse questa coincidenza, questa intrigante quasi-omonimia del titolo, e che
essa arrivasse come un’idea concepita da ricercatrici giovani, brillanti e amiche, era, a
nostro modo di vedere, solo un bel segnale. È molto raro, nel contesto della ricerca
umanistica italiana, riuscire a costruire percorsi di collaborazione. Il team working non
è proprio una delle vie maestre del mondo intellettuale di questo nostro sconclusionato
paese. Eppure esso è una strada da percorrere, perché, come amava ripetere Chesterton,
“si può concedere ai matematici che quattro è due volte due; ma due non è due volte
uno: due è duemila volte uno” (2014, 58). A DeGenere mancano ancora, nei fatti, un
approfondimento sul gender – pur presente idealmente nella concettualizzazione del
progetto editoriale – e un orientamento postcoloniale. E a de genere è forse utile un
116
DE GENERE 1.1 (2015): 115-117
ragionamento sui generi narrativi e sulla transmedialità, così come la collana già
prevede. Dai saperi condivisi crediamo – noi e loro – che si possa ricavare mutuo
vantaggio.
In ragione di tutto questo, e nella convinzione che la ricerca sia e debba essere
condivisa, rivista e collana andranno avanti insieme, perché è un modo per far meglio
cose. E perché, come scriveva Valéry, “i pensieri che uno serba per sé, si perdono”
(2006, 150) e noi non vogliamo che tutto questo vada perduto.
Titoli della collana Mimesis DeGenere
Bergman, Kerstin. 2014. Swedish Crime Fiction. The Making of Nordic Noir. Sesto San
Giovanni: Mimesis.
Durante, Brunamaria. 2014. Specchio delle mie brame. La vita secondo dieci scrittori italiani.
Sesto San Giovanni: Mimesis.
Oliva, Carlo. 2013. Giallo popolare. Il poliziesco alla radio. Sesto San Giovanni: Mimesis
Orsini, Ilaria Marzia. 2014. Donne in giallo. La detective story fra genere e gender. Sesto
San Giovanni: Mimesis.
Pagetti, Carlo. 2013. Il senso del futuro. La fantascienza nella letteratura americana. Sesto
San Giovanni: Mimesis.
Patti, Emanuela e Clodagh Brook. 2015. Transmedia. Storia, memoria e narrazioni
attraverso i media. Sesto San Giovanni: Mimesis.
Bibliografia
Chesterton, G.K. 2014 [1904] L’uomo che fu giovedì . Torino: Lindau.
Valéry, Paul. 2006 [1947]. Cattivi pensieri. Milano: Adelphi.
Sitografia
Collana
DeGenere,
Mimesis.
Ultimo
accesso
4
dicembre
2015.
http://mimesisedizioni.it/libri/narrativa-linguistica-studi-letterari/degenere.html.
Gaiman Neil. “Fair Use and Other Things.” Journal. Ultimo accesso aprile 2008.
http://journal.neilgaiman.com/2008/04/fair-use-and-other-things.html.
117