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Città di Piombino - Verbale Consiglio comunale del 12 Febbraio 2013 – Seduta unica -
INDICE verbale Consiglio Comunale del 12 Febbraio 2013
Aperta-
Punto 1): “Crisi industriale a Piombino. Valutazioni e Prospettive”
Da pag. 1
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-Seduta Tematica
Città di Piombino - Verbale Consiglio comunale del 12 Febbraio 2013 – Seduta unica -
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CITTA' DI PIOMBINO
VERBALE
CONSIGLIO COMUNALE
12 FEBBRAIO 2013
ORE 09.30
Il Segretario Generale - Maria Luisa Massai
Effettuato l'appello nominale dei consiglieri, i presenti risultano numero 28 pertanto la
seduta e’ valida.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
(…) Consiglio tematico, un Consiglio importante per la Citta' di Piombino ma non solo. Io
vorrei salutare tutti i presenti naturalmente e ringraziare coloro che porteranno il loro
contributo alla discussione che faremo questa mattina: l'Assessore Gianfranco Simoncini
delle Attivita' Produttive Formazione Lavoro della Regione Toscana, il Presidente della
Provincia di Livorno Giorgio Kutufa', i Sindaci della Val di Cornia che hanno dato la loro
adesione ma oltre alla Val di Cornia l'adesione l'abbiamo avuta anche dal Sindaco di
Follonica, un territorio molto piu' vasto del nostro ma interconnesso alla Val di Cornia con
vari aspetti economici interconnessi anche oltre. E quindi ecco questa adesione che noi
giudichiamo essenziale e importante.
Inoltre voglio sottolineare la (…) nel ringraziare la presenza di Piero Nardi, Commissario
Straordinario per la Lucchini, Leandro Nannipieri, Amministratore Delegato Arcelor/Mittal,
Gabriele Pezzola, Responsabile Tenaris; le associazioni di categoria del nostro territorio e
tutte le organizzazioni sindacali.
Quindi e' un nutrito gruppo di interventi che richiama al tema in discussione: “Crisi
industriale a Piombino, valutazioni e prospettive.”.
Permettetemi di dire che le valutazioni purtroppo risentono ancora del lungo periodo di
logoramento di una crisi lunghissima che forse non ci aspettavamo in questi termini e
forse dovremo soffrire ancora per il 2013, come dicono molto analisti e come ha
sottolineato il Presidente della Federacciai. Naturalmente ci sono degli elementi di
valutazione che io ravviso nelle novita' della gestione della crisi sulle quali stamani
appunto mediteremo e quello che ci interessa, quello che interessa un territorio, quello
che interessa le istituzioni, le famiglie, io penso tutta la societa', sono le prospettive, ed
infatti dopo le valutazioni ragioniamo anche sulle prospettive, prospettive che speriamo
che si aprano a breve per i lavoratori, per le famiglie che tengono duro ma che comunque
sono le prime che risentono in modo negativo di questo lungo periodo di crisi che apre
anche sacche di poverta' che non vorremmo che aprissero. Naturalmente le prospettive
sono importanti quindi anche per tutte le aziende, l'indotto che vive molto legato al nostro
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sistema industriale, prospettive che si devono aprire, poi, per tutto un territorio e
un'economia che, si', per un certo verso dipende anche dal fattore economico trainante
che e' la nostra industria.
Quindi ecco, augurando buon lavoro e una discussione attenta sui temi, vi illustro la
scaletta dei lavori della mattinata. Allora, parlera', salutera' naturalmente il Sindaco Gianni
Anselmi, Sindaco di Piombino, poi le aziende, ci interessa, come la scaletta che abbiamo
preparato, le Aziende Lucchini, Tenaris e Arcelor; sindacati e le associazioni di categoria,
quindi di nuovo le istituzioni: Presidente della Provincia, l'Assessore Regionale e i gruppi
del Consiglio Comunale e il Sindaco che conclude i lavori.
Naturalmente sono molti interventi, e' un argomento importante come dicevo all'inizio,
abbiamo fatto anche una scaletta per quanto riguarda l'intervento dei gruppi, io ricordo ai
gruppi 10 minuti di intervento ciascuno per ogni gruppo. E non volendo mettere limite a
cio' che ci diranno le aziende e la preoccupazione anche per l'associazione di categoria e
delle associazioni sindacali pero' raccomando siccome dobbiamo chiudere il Consiglio
entro le 14, mi sembra un'ora buona e utile per finire i nostri lavori, di contenere tutti noi
con un arco di tempo dove tutti possono avere uno spazio per esprimersi e sopratutto per
essere ascoltati. Grazie.
Sindaco Gianni Anselmi
Buongiorno a tutti, sono molto grato al Presidente e soprattutto agli invitati cui rivolgo il
saluto del Sindaco cosi' come ai consiglieri e a tutte le persone che sono presenti questa
mattina in questa occasione che ci consente di fare il punto rispetto alla quale io produrro'
le mie considerazioni, come e' stato chiesto dai capigruppo in calce al dibattito, in coda,
dibattito che ascoltero' con grande attenzione anche perche' interviene in una fase non
meno delicata ma diversa da un punto di vista degli assetti sopratutto per cio' che
concerne la Lucchini, e degli interlocutori.
Rinnovo gli auguri di buon lavoro al Dott. Nardi cosi' come ai rappresentanti delle aziende
siderurgiche che sono qui rappresentate - Mittal/Arcelor e Tenaris/Dalmine in particolar
modo - tutte le aziende attraverso i rappresentanti di categoria che sono qui e anche alle
aziende che sono intervenute attraverso i loro rappresentati diretti in aula. Dunque, ci
accingiamo ad un dibattito che mi auguro proporzionato dello spessore dei problemi che
naturalmente si arricchira' nelle prossime settimane di ulteriori passaggi. Del resto
l'interlocuzione con i capigruppo consiliari prevedeva un patto e cioe' che non appena
fossimo riusciti, a concorrere ed a fare insediare il Commissario straordinario in Lucchini
noi avremmo fatto un Consiglio Comunale.
In precedenza la situazione aveva assunto nel contesto Lucchini una difficolta' di
interlocuzione per una situazione di rappresentanza che ci creava alcune difficolta',
crediamo che il contesto che si e' venuto a cerare dopo la nomina del Commissario
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straordinario ci permetta una discussione piu' correttamente impostata rispetto agli
obiettivi di interesse generale che ci proponiamo.
Naturalmente e' un dibattito che continuera'. Do anche il benvenuto e il saluto al Prof.
Bellini e al Dott. Pirni della Scuola Superiore Sant'Anna, che sono in aula e che
ascolteranno il dibattito; come molti comuni della Val di Cornia contribuiscono ad uno
studio, ad un lavoro di approfondimento e di analisi, e ci auguriamo anche di
orientamento, sul modello di sviluppo su cui la Scuola Superiore Sant'Anna sta
conducendo con un'indagine partecipata sul territorio attraverso un progetto di lavoro che
hanno impostato secondo le linee che ispirano nell'analisi di sviluppo territoriale, quindi
presto anche con loro faremo un incontro pubblico su uno step di lavoro avanzato che ci
produrranno.
Io mi fermo qui, ringraziando Giorgio Kutufa' e Gianfranco Simoncini per avere di nuovo
assicurato la loro presenza, i sindacati con i quali ormai la consuetudine, ahime', e'
costante e continua sulle grandi questioni che ci riguardano.
Ci sentiamo piu' tardi, mi metto in ascolto, buon lavoro a tutti.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Come primo intervento, inviterei Piero Nardi, Commissario Straordinario Lucchini, se
vuole accomodarsi. Si', il primo microfono, grazie.
Piero Nardi - Commissario Straordinario Lucchini SpA
Sono sorpreso di dover parlare per primo, perche' sono qui presente sopratutto per
ascoltare, per ascoltare perche' la crisi dell'industria piombinese in generale e in
particolare quella della Lucchini, e' una crisi da cui si esce solo se c'e' un sistema di
supporto da parte di tutti, quindi delle istituzioni locali ai diversi livelli, del sindacato, delle
organizzazioni imprenditoriali e infine del Governo.
E' una crisi che va al di la' delle possibilita' di soluzione da parte delle aziende lasciate a
se stesse e da sole, non ci sono le risorse ne' le possibilita' all'interno dell'azienda per
superare una crisi di questa portata. E' una crisi doppia: una di carattere strutturale e cioe'
una crisi che nasce dal fatto che il mercato e' andato da una parte e noi siamo rimasti
fermi e non lo abbiamo seguito, in termini di tecnologie e di prodotto; dall'altra una crisi
congiunturale lunga e terribile che si pensa che possa diciamo aver toccato il fondo.
Qualche segnale debole a livello internazionale c'e' ma perche' questo si trasformi in un
andamento di mercato positivo per l'azienda occorre ancora tempo e la nostra
scommessa e' il tempo.
Devo pero' premettere un fatto e una precisazione che in tutti gli incontri ho sottolineato
inizialmente. L'Amministrazione straordinaria e' un fallimento, quindi l'azienda Lucchini in
Amministrazione straordinaria e' un'azienda che e' fallita, questo comporta una ricaduta
violenta sul territorio in termini di coloro che ci hanno dato servizi e prodotti e che non
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verranno pagati in quanto verranno pagati solo al momento della ripartizione dell'attivo
una volta realizzato, questo ovviamente so bene che comporta una ferita, un dolo forte sul
territorio.
Quindi il primo aspetto e': che cosa e' l'Amministrazione straordinaria, il primo pezzo e'
questo. Il secondo pezzo e' che il Commissario straordinario ha la responsabilita' di
mantenere in vita e di ristrutturare se possibile, l'azienda durante il suo mandato e quindi
e' nel bilanciamento di questi due interessi che si svolge il mio mandato e ogni volta
dobbiamo sottolinearlo e ricordarlo anche quando vengono prese e assunte delle
decisioni di carattere operativo che sembrano diciamo contro gli interessi anche del
territorio.
Mi riferisco ovviamente alle aziende subappaltatrici che sono rimaste nella tagliola
dell'Amministrazione straordinaria, mi riferisco anche al fatto che non e' possibile
assumere il personale in questa situazione, c'e' un vincolo e quindi mentre abbiamo la
necessita' di in qualche modo garantire l'attivita' di specialisti nella ripresa produttiva
dell'azienda.
Nel bilanciamento di questi due opposti diritti, abbiamo ripreso l'attivita' produttiva in
quanto un'azienda ha valore se oltre ai pezzi di ferro e ai terreni e ai fabbricati, agli
impianti ci sono anche un'azienda che lavora, che produce, che vende sul mercato.
Quindi la ragione per la quale l'Amministrazione straordinaria e' tenuta a proseguire nella
propria attivita' produttiva e' che preserva il valore dell'azienda come strumento di
produzione e di vendita, ovviamente l'aspetto positivo è che esso e' anche uno strumento
che consente diciamo l'attivita' dei lavoratori e ,dei dipendenti per tutto il periodo, finche'
riusciremo a farlo, dell'Amministrazione straordinaria. Il Commissario straordinario non e'
il rappresentante degli azionisti, il Commissario straordinario non e' il rappresentante delle
banche, e' il curatore degli interessi dei creditori da una parte ma sopratutto una figura di
delega da parte del Ministero per lo sviluppo economico cioe' del Governo.
Quindi, uno dei possibili diciamo, corto circuiti diciamo, rapidi tra il territorio e il Governo e'
proprio il Commissario straordinario. E' chiaro che sono stato nominato durante le feste di
Natale e sto svolgendo la mia attivita' nella campagna elettorale per un nuovo assetto di
carattere politico, non e' il massimo della vita, non e' il massimo che consente una
rapidita' di intervento, comunque abbiamo ripreso le attivita' produttive, abbiamo avuto
problemi seri nell'avvio dell'altoforno.
Qui mi congratulo e mi complimento con tutta la struttura industriale di Piombino, i tecnici
e i lavoratori tutti perche' e' stato fatto l'ennesimo miracolo, e' stata ripresa l'attivita'
dell'altoforno laddove gli esperti piu' importanti a livello mondiale che abbiamo chiamato al
capezzale i primi giorni – ovviamente sono notizie che non abbiamo divulgato, non ci
abbiamo dormito la notte ma abbiamo cercato di operare – hanno riconosciuto che cio'
che facevano qui a Piombino era intanto unico, non c'erano altri esempi nel mondo,
secondo nella giusta direzione.
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Ecco, possiamo dire che questa fase che avrebbe drasticamente diciamo cosi' smentito
ogni possibilita' di guadagnare quel tempo necessario per risolvere il problema sarebbe
stato drammatico; questo e' superato, superato nel senso che e' in via di superamento
pero' diciamo siamo ottimisti su questo aspetto, come siamo ottimisti sul fatto che
riorganizzata la direzione commerciale siamo riusciti nuovamente ad essere presenti sul
mercato.
Ecco, una cosa veramente importante da sottolineare e' che il mercato e cioe' i clienti poi,
delle aziende utilizzatrici, riconoscono nei prodotti di Piombino una qualita' che non si
trova da altri produttori e quindi siamo riusciti a cogliere questo aspetto fondamentale e
dare la possibilita' ad oggi di avere una profondita' di ordini di un paio di mesi, certo e'
niente rispetto alla media di un'azienda del nostro settore che dovrebbe viaggiare in
termini, specialmente con un altoforno, dei sei/otto mesi di profondita' di ordini, pero' e'
gia' qualcosa rispetto a quasi zero che avevamo prima. Inoltre uno dei nostri principali
clienti, il piu' importante dal punto di vista della qualita' del prodotto che noi formiamo e
cioe' le Ferrovie dello Stato con cui siamo stati – le chiamo ancora Ferrovie dello Stato
scusatemi questo statalismo – la Ferrovia Italiana si sono resi disponibili per vedere di
dare una mano – e vedremo poi come lo stiamo verificando in questi giorni – al fine di
ottenere il primo risultato che vi ho detto, abbiamo bisogno di tempo, e quindi gli abbiamo
chiesto la possibilita' di anticipare degli ordini, gli abbiamo chiesto alcuni aspetti di
carattere tecnico, gli abbiamo chiesto un aiuto di carattere finanziario. Non hanno detto di
si' ma ci aspettavamo un no e invece hanno detto: “Noi siamo dalla parte di Lucchini,
cerchiamo di dare una mano, di fare sistema” che e' la sottolineatura che vorrei ancora
una volta fare.
La dimensione del problema e' una dimensione che richiede in maniera unitaria l'apporto
di tutti e non basta, di tutti qui, questi qui riuniti qui intorno a questo Consiglio ma non
basta, cioe' ci vuole un sistema che si allarghi al sistema industriale italiano, ci vuole un
sistema che si allarghi al Governo probabilmente ci vuole che si allarghi all'Europa. Il
problema che , come dicevo abbiamo, e' quello di guadagnare tempo; tempo per che
cosa? Tempo perche' si maturi eventualmente una linea politica a livello europeo che
consenta di risolvere in maniera integrata il problema di settori sensibili come quello della
siderurgia.
Non vorrei parlare da politico eh, integrata significa che risolviamo Taranto ma anche
Piombino e integrata in questo senso; non so se questo verra' contemplato dalle linee
programmatiche europee ma questo e' l'auspicio di chi ha vissuto quasi tutta una vita
all'interno della siderurgia, ma al di la' di questo diciamo su cui possiamo... e' nostro
obiettivo di arrivare in salute, che significa arrivare producendo e vendendo sul mercato a
questo appuntamento.
E' chiaro che per far questo noi non abbiamo aiuti finanziari da nessuno, le banche in una
situazione come questa non – giustamente io dico, gli riconosco anche questo, visto che
hanno lasciato sul tappeto € 600 milioni, € 700 milioni - e' questo il momento e ne' hanno
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loro la possibilita' di finanziarci, dal Governo non puo' arrivare niente come aiuto di Stato
se non in un momento in cui venga espressa quella che ho detto prima, una linea di
intervento a livello europeo, quindi tutto cio' che c'e' e' quello che e' rimasto all'interno
della Lucchini, non e'... e quello che e' rimasto e' dovuto al fatto che anche si e' attivata la
procedura di Amministrazione straordinaria e quindi non si sono pagati per adesso alcuni
debiti e non sono stati soddisfatti molti creditori.
E quindi, diciamo stiamo viaggiando un po' a vista, giorno per giorno, cercando di
consumare il meno possibile le risorse che sono all'interno dell'azienda affnche' si arrivi
all'appuntamento doppio di una presenza di un Governo di una politica industriale da una
parte e dall'altra individuazione di un soggetto industriale siderurgico che possa
intervenire su Lucchini. Lucchini e' come un organismo vitale a cui sono state tagliate
prima le braccia perche' funzionavano, poi le gambe ed e' rimasto solo il grande cuore
che e' il cuore dell'altoforno, il cuore del nostro stabilimento qui piombinese, tutto il resto,
gli stabilimenti al Nord, i francesi sono andate via questo (…) gli aspetti carattere
finanziario e delle difficolta' del business. E per potergli dare nuovamente linfa c'e' bisogno
che lo stabilimento, che Lucchini, si integri nell'ambito di un sistema industriale piu' vasto
che consenta di cogliere le sinergie tra le nostre attivita' e le attivita' del nuovo industriale
che intervenga in Piombino.
Quindi, Piombino non e' un soggetto... Lucchini non e' un soggetto industriale che possa
essere acquistato da un fondo, deve essere acquistato da un industriale che integri le
attivita' nelle proprie, anche per sollecitare e per individuare tale soggetto c'e' bisogno di
tempo.
Quindi la corsa del Commissario e' da una parte individuare e sollecitare e magari
contribuire a formare questo soggetto industriale e dall'altra quello di tenere in vita
l'azienda e ben salda sul mercato, tenuto conto delle gravi difficolta' in questo momento
che il mercato esprime.
Non ho altri messaggi particolari o cose da dire, questo e' tutto cio'... vi posso raccontare
la mia vita giorno per giorno alla Lucchini che e' difficilissima, dove i problemi sono tanti
non solo industriali, pero' mi sembra che questo non interessi la platea, le cose che ho
detto credo siano sufficienti ad innescare un minimo di dibattito. Grazie.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Grazie al Commissario straordinario Lucchini Piero Nardi e invito Leandro Nannipieri
Amministratore Delegato Arcelor/Mittal.
Leandro Nannipieri - Amministratore Delegato Arcelor/Mittal
Buongiorno.
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Ringrazio il Sindaco per questo invito, per questa opportunita' di di rifare un attimino il
punto – mi sentite? - sulla situazione dello stabilimento Arcelor/Mittal Piombino, La
Magona d'Italia.
Le ragioni delle difficolta' in cui versa lo stabilimento sono ragioni che abbiamo esplicitato
piu' volte, sia quando e' venuto il Presidente lo scorso luglio, sia negli incontri che si sono
tenuti a Roma al Ministero dello Sviluppo Economico con gli interlocutori sindacali e le
rappresentanze politiche, nei quali incontri abbiamo analizzato le difficolta' legate
all'aspetto del mercato, all'aspetto della concorrenza internazionale su un particolare
prodotto, a quello della sovracapacita' produttiva per quanto riguarda i prodotti zincati e
quindi in generale a quello che e' l'andamento poi dell'economia nazionale.
Si e' detto che soprattutto anche alla fine dello scorso anno la situazione sembrava
addirittura per certi aspetti peggiore di quella che abbiamo vissuto all'inizio del 2009, un
po' forse anche la stanchezza di alcuni anni di crisi, un po' il fatto che gli stati per problemi
ovviamente di stabilita' finanziaria piu' di tanti interventi a sostegno dell'economia non
possono mettere in atto, quindi da un certo punto di vista per certi aspetti se vogliamo la
“crisi”, come la definiamo e' anche peggiore di quella che abbiamo vissuto in precedenza.
La difficolta' di Piombino, dell' Arcelor/Mittal di Piombino alla fine si esplicita in un
problema estremamente semplice che e' il problema dell'approfittabilita' della societa'. Noi
abbiamo chiuso il 2011 con un risultato economico di una perdita di € 28 milioni e
abbiamo chiuso il bilanci al 30.11.2012 – ora spiego perche' al 30.11.2012 – con una
perdita di € 38 milioni. Abbiamo chiuso il bilanci al 31.11 perche' a quella data e' emerso
evidente e conclamato il fatto che eravamo arrivati all'azzeramento del capitale sociale e
quindi il Consiglio di Amministrazione ha dato evidenza di questo, e' stata indetta
un'assemblea dei soci straordinaria e di fronte a questa prospettiva soprattutto nell'estate
passata si e' giocata da parte della proprieta' la valutazione di quello che sarebbe stato il
destino dello stabilimento.
Come e' stato ricordato e detto in campo c'erano tre possibilita' concrete: una era quella
che l'azionista di riferimento che detiene il 99,9% della societa' decidesse di non
reimmettere il nuovo capitale supponendo che la societa' non avesse un futuro – e'
un'ipotesi concreta, eh, questa – una seconda e' stata una possibilita' che la societa' fosse
ceduta e quindi abbiamo letto sui giornali, ma insomma e' fatto risaputo, che a un certo
punto si e' anche creata una trattativa tra una societa' e un gruppo siderurgico nazionale e
la proprieta' Arcelor/Mittal per valutare la possibilita' di una cessione aziendale. La terza
era quella che la proprieta' scommettesse su questa societa' e decidesse di andare avanti
reimmettendo ovviamente un nuovo capitale. Sulla faccenda della vendita, per quello che
io posso dire e quello che io so non e' che c'e' un segreto particolare ma non e' che abbia
partecipato poi direttamente a questi aspetti, la valutazione della proprieta' e' stata quella
ad un certo punto di interrompere la trattativa, la discussione, ritenendo che fosse
opportuno mantenere all'interno della proprieta' gli assetti dello Stabilimento di Piombino,
quindi se questa e' la vera verita' della storia diciamo che la trattativa non si e' conclusa
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semplicemente per una volonta' da parte della famiglia Mittal di mantenere La Magona
d'Italia all'interno delle proprie proprieta'.
Mentre invece con il fatto, diciamo l'unico positivo che stamattina posso citare, e' stata la
decisione quella di operare una ricapitalizzazione della societa' che e' avvenuta proprio
ieri attraverso un assemblea dei soci straordinaria e una ricapitalizzazione della societa'
per un importo di € 50 milioni. Spesso si e' dibattuto e io non... posso anch'io essere
perfettamente d'accordo su quanto la nostra societa' di Piombino, sapete Piombino sia
oggettivamente ritenuto strategico all'interno del gruppo e da questo punto di vista occorre
oggettivamente dire che in termini di investimenti, in termini di attenzioni particolari
sicuramente la societa' avrebbe potuto in questi anni dimostrare maggiore vicinanza al
sito di Piombino.
Da quell'altro punto di vista pero' direi anche che sia la decisione non (…) quindi del
mantenimento degli assetti, sia la decisione della ricapitalizzazione con un importo
estremamente significativo (€ 50 milioni) per altra via, questo va colto comunque come un
segnale di interesse, di manifestazione di volonta' di rimanere. Ovviamente la
multinazionale come Gruppo Arcelor/Mittal che ha stabilimenti in tutto il mondo, la
valutazione e la considerazione dell'elemento del risultato economico del (…) di
un'azienda rimane uno degli elementi determinanti per quella che e' la prospettiva poi
della continuazione dell' attivita' produttiva. Questo e' inutile dovercelo sottacere o non
considerarlo.
A questo scopo insieme a queste decisioni e' stata presa una decisione che e'
sicuramente una decisione dolorosa, che e' quella di un assetto temporaneo industriale
decisamente contenuto e limitato; noi oggi lavoriamo con un'unica linea di zincatura con le
linee di verniciatura di Piombino e di Avellino e abbiamo arrestato il ciclo di laminazione a
freddo, quindi decapaggio e laminazione. Questo in virtu' del fatto che per migliorare, per
ottimizzare i conti di risultato, risultati economici della societa', riceviamo materiale dallo
stabilimento che in questo momento e' quello piu' performante all'interno del gruppo ad un
prezzo di cessione regolato dalle norme transfer price internazionali ma comunque un
prezzo di cessione al quale non saremo capaci di arrivare con i nostri impianti, e questo
diciamo ci consente di ottenere dei risultati economici allo stato attuale sostanzialmente in
equilibrio dal punto di vista del margine operativo lordo.
Quindi e' dimostrato che questo assetto frena l'emorragia economica che ho detto
precedentemente, perche' € 28 milioni di perdita dello scorso anno e 38 a novembre di
quest'anno e' evidente che non e' una situazione sostenibile anche per il futuro. L'assetto
attuale invece, perlomeno i risultati dell'ultimo trimestre, ci dimostrano che invece in
questa situazione lo stabilimento non rischia decisioni ultimative e quindi e' una
condizione ovviamente di sofferenza ma che ci consente di esserci nel momento in cui le
condizioni macroeconomiche ci daranno l'opportunita' di ricogliere migliori prospettive.
Questo dal punto di vista sociale, come tutti sapranno, e' stato reso possibile con
l'adozione dei contratti di solidarieta', contratti che avevamo gia' attivati dall'aprile del 2012
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ma che riguardavano solo circa 200 dipendenti per un equivalente di assenza di 49 unita',
mentre invece dal primo di ottobre con l'assetto industriale completamente rinnovato,
diverso, coinvolge tutto il personale dipendente per un equivalente di presenza di poco
piu' di 220 persone.
Vi e' da dire che oggi dal punto di vista ecco sociale, le misure per ora a livello
governativo sono state determinate, quella di portare dal 60% all'80% la retribuzione per
il personale che fosse al 100% in uno stato di solidarieta' e l'aiuto che arriva dalla Regione
Toscana con un'ulteriore integrazione del 10% questo diciamo quanto meno in questo
momento limita fortemente il disagio di riordine materiale. Non sappiamo se queste
misure diciamo potranno rimanere a lungo in questi termini, e' evidente che se cosi' non
fosse la perdita economica sarebbe decisamente piu' rilevante e il problema molto piu'
importante.
Sulle prospettive, e' stato detto anche nell'introduzione, diciamo un attimino quello che ci
puo' aspettare, cosa e' che dobbiamo immaginarci o augurarci in futuro. Noi abbiamo
messo in evidenza ecco che la societa' produce due tipi di prodotti abbastanza diversi e le
problematiche sono diverse: sul prodotto preverniciato nel settembre la Comunita'
Europea
ha messo delle misure di protezione contro l'importazione di acciaio
preverniciato cinese che rappresentavano il 60 – 70% di quello che si importa in Europa e
queste misure sono state confermate, quasi all'unanimita' di tutti i paesi membri, il 31 di
gennaio con misure significative, ho letto anche qualcuno dice: “Non produrra' effetto”, da
settembre non arriva 1 Km. Di acciaio cinese preverniciato in Europa, quindi l'effetto lo ha
drammaticamente prodotto. Quello che non ha prodotto e' scoraggiare tutto il resto del
mondo nel tentativo di prendere il posto della Cina. La Cina era l'importatore piu'
significativo ma in questo momento gli spazi lasciati aperti sono stati occupati in grossa
parte da fornitori indiani, fornitori coreani, fornitori dall'Arabia Saudita, dalla Tunisia, cioe'
da tutto il mondo, ovviamente si e' occupato questi spazi, e d'altronde questi tipi di misure
la Comunita' Europea non accettava o non avrebbe accettato in una prima fase una forma
di protezione indiscriminata nei confronti di chiunque, va dimostrato tramite una procedura
molto complicata la preponderanza di uno Stato rispetto: a) all'insieme di coloro che,
quindi evidentemente questo potra' essere un'opportunita' futura.
Quindi, quello che c'e' da dire e' che purtroppo quella che poteva essere un'opportunita' di
limitare quelle che erano massicci afflussi di acciaio cinese a basso costo che quindi
spaziava completamente i produttori europei, in questo momento data anche la
congiuntura di mercato, non sta generando quegli effetti che si poteva sperare.
Per il prodotto zincato invece noi osserviamo attentamente quello che succede a Taranto
tutti i giorni, cioe' il problema dello zincato e' un problema di sovracapacita' in Italia, i tre
grossi gruppi italiani hanno installato una quantita' di linee e di produzione offerte al
mercato probabilmente doppia di quella che e' la capacita' del mercato italiano di
assorbire questi prodotti, e diciamo che allo stato attuale tutta la situazione ha generato
qualche effetto positivo, l'abbiamo riscontrato sia in termini di domanda, sia in termini
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anche di leggeri aumenti di prezzi, pero' ancora oggi non tale, o non lo so se poi lo sara'
nel futuro, da determinare un'inversione di tendenza che e' la prima cosa che dobbiamo
attenderci, cioe' la prima cosa, il primo segnale che dovremo cogliere – e questo sara'
l'eventuale inversione di tendenza – e che tornando il prodotto zincato a una profittabilita'
positiva, dovra' offrirci l'opportunita' di far ripartire la seconda linea di zincatura e quindi
tornare a un assetto di 500.000 – 600.000 t l'anno che e' a mio avviso la condizione
indispensabile e necessaria per poter poi rimettere in discussione il riavvio del decapaggio
della laminazione.
Un altro punto spesso associato alle esigenze dello stabilimento e' quello dell'aspetto
energetico. In un minuto cerchero' un attimino di provare a far chiarezza su questo punto
e dare la giusta dimensione di quella che e' la natura della problematica. Lo stabilimento
nell'assetto che ha avuto fino al mese di settembre e quindi decapando, laminando e
lavorando con due linee di zincatura, ha dei costi energetici attorno ai 23 – 24 milioni
l'anno complessivi, gas ed energia elettrica. Il costo complessivo dell'energia elettrica per
lo stabilimento di Piombino e' doppio di quello che e' il costo per i principali gruppi italiani
o doppio di quello che e' il costo che pagano gli altri stabilimenti europei del gruppo.
Dopo per tutta una serie di ragioni ivi comprese tutta la quantita' di tasse e accise che
gravano sulla bolletta economica in virtu' del sostentamento alla produzione di fonti
rilevabili e per la configurazione del profilo di consumo alla societa', sono state fatte leggi
da parte del Parlamento Italiano che vanno incontro alle esigenze delle societa'
fortemente energivore, noi siamo una via di mezzo e siamo in quello stato di profilo dove
non ci sono sconti particolari e dove invece c'e' il ricarico massimo di tutte queste accise.
Il profilo oggi di consumo attuale e' un profilo molto piu' limitato fermando al decapaggio
laminazione, tanto per dare un riferimento, di energia elettrica si possono spendere 4
milioni l'anno, quindi 'e' evidente che ogni contributo che dovesse venire da questo fronte
genera' sicuramente un impatto positivo sulla societa', non c'e' da attenderci che noi
salviamo i bilanci solo grazie ad un potenziale sconto sull'aspetto energetico.
C'e' da dire che su questo aspetto sia da parte del Governo, sia da parte delle forze
politiche, di tutti quelli che hanno a cuore la nostra situazione, c'e' un aiuto affinche' lo
stabilimento rientri all'interno di quegli stabilimenti per i quali il Governo prepara un
decreto perchè e' evidente che un costo di questa proporzione spiazza fortemente le
aziende.
Quindi c'e' da augurarci che su questo fronte possa esserci un miglioramento, non ci
ristiliamo il bilancio dovendo andare a cercare tutte le opportunita' direi che questa e' una
delle prime da accogliere.
Direi che per quanto mi riguarda questa e' un po' la nostra situazione.
Torno a ripetere, i segnali che si osservano per quanto riguarda i prodotti zincati farebbero
pensare a una possibilita', a un'opportunita' di tornare in un regime di profittabilita' che e'
la condizione prima affinche' si possa rimettere in marcia la seconda linea di zincatura,
questo ovviamente girerebbe a catena tutta una serie di effetti positivi sull'aspetto
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occupazionale. Sull'aspetto della solidarieta' – ne ho parlato anche stamattina – devo dare
atto che per l'estrema responsabilita' di tutto il personale perche' uno delle grosse
scommesse era anche come far funzionare una societa' ruotando il personale che non
aveva, e tutto sommato dal punto di vista dei risultati, dobbiamo dire che i risultati che noi
stiamo ottenendo dal punto di vista industriale in questi mesi sono risultati di eccellenza,
quindi significa che il personale ha perfettamente compreso quella che e' la situazione
che sta dando un contributo importante.
Una cosa che dovremo fare, siccome l'applicazione della solidarieta' e' un'applicazione
che grava allo stato attuale piu' fortemente su coloro che hanno perso “posto di lavoro”
(penso agli operatori del decapaggio e della laminazione) e' quello di provvedere quanto
prima con corsi di formazione che consentono di ottenere un equilibrio maggiore fra
personale che oggi magari viene al 90% del suo tempo al lavoro e quelli che oggi offrono
una prestazione limitata che e' del 10 o del 20%. Quindi una delle cose a farsi e' spingere
su questo aspetto formativo per cercare anche di riequilibrare in maniera piu' omogenea
possibile la presenza ed evidentemente anche quello che e' il disagio di ordine
economico.
Questo e' quanto.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Ringraziamo l'Amministratore Delegato di Arcelor/Mittal e invitiamo Gabriele Pezzola per
la Tenaris, responsabile Tenaris. Grazie.
Gabriele Pezzola - Responsabile Tenaris/Dalmine
Buongiorno a tutti.
Io volevo iniziare dando un minimo un quadro di quella che e' l'azienda, la situazione del
Gruppo Tenaris, per poi scendere alla situazione europea e alla situazione di Piombino in
particolare. Allora, l'azienda Tenaris e' un'azienda solida sia finanziariamente che
industrialmente. E' un'azienda che ha il suo piu' grosso business legato al petrolio e
questo e' quello che ci sta garantendo questa sostenibilita' e questa diciamo forza sul
mercato.
Oggi la domanda mondiale dei prodotti tubolari per le perforazioni e' tornata quasi al
livello del 2008 pre-crisi, quindi diciamo questa situazione del mercato insieme a degli
investimenti fatti in questa direzione negli ultimi cinque anni oggi ci garantiscono questa
certa presenza e questa solidita' diciamo economica strutturale. Ecco, cosa dobbiamo
sottolineare? Dobbiamo sottolineare che in questi cinque anni e' cambiato il nostro mix
delle nostre vendite, siamo spostati molto piu' verso l'America, molto piu' sotto questi
prodotti particolari, ripeto, legati proprio alla perforazione o al trasporto di fluidi e
conseguentemente e' sceso in maniera importante il mercato in Europa ed e' sceso il
mercato legato a tutti quei prodotti che non sono strettamente legati al petrolio, quindi
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parliamo di prodotti industriali, parliamo di prodotti diciamo per l'automotive e parliamo di
prodotti di costruzione diciamo legati alle costruzioni che e' quello che e' il business di
Piombino. Il mercato delle costruzioni negli ultimi anni e' sceso di circa 25% e piu' o meno,
proprio perche' ho detto che Piombino e' interamente legato a questo mondo e' sceso di
una percentuale simile. Oggi qual e' la situazione di Piombino? Piombino diciamo che
questa discesa era prevista, noi nella Tenaris/Dalmine in particolare circa quattro anni fa
ha lanciato un piano di riorganizzazione e in questo piano di riorganizzazione su Piombino
ci attendevamo piu' o meno questo tipo diciamo di calo, diciamo di volume di produzione,
quindi oggi siamo allineati a questa situazione.
Ecco, questo e' il messaggio importante che vorrei dare, oggi siamo esattamente allineati
a questa che e' la prospettiva del mercato, e vediamo un 2013 che e' iniziato in un primo
semestre leggermente in calo anche rispetto a questi numeri ma, ripeto, e' un po' presto
forse per allarmarsi sicuramente.
Allora quali sono le prospettive dello Stabilimento di Piombino? Abbiamo detto quanto
tutto il business oggi di Tenaris e' legato al mondo del petrolio e quindi l'idea e la
prospettiva che poi sono i progetti che son gia' partiti e su cui abbiamo gia' discusso son
quelli di legare lo stabilimento di Piombino a questo business, magari continuando a
lavorare su quello che sappiamo far meglio che sono i rivestimenti e sfruttando invece il
polo logistico, il porto e tutto quello che abbiamo sempre discusso. Diciamo quindi
sintetizzando su Piombino; nel breve dobbiamo mantenere questa presenza e questa
organizzazione su questo mercato diciamo che e' il nostro mercato di riferimento che e' il
mercato del tubo per costruzioni edili sostanzialmente e quindi mantenere quella nicchia
di mercato e dargli quella sostenibilita' e poi continuare a riprendere quei progetti che
sono stati i progetti che poi tutti noi conosciamo che son quelli di un eventuale
investimento, un eventuale sviluppo dell'area logistica piombinese. Ecco, quindi questa e'
un po' la situazione e mi fermerei qui. Grazie a voi.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Grazie per l'intervento a Gabriele Pezzola Responsabile Tenaris. Ora le associazioni di
categoria e le organizzazioni sindacali. Allora, il primo intervento, Presidente C.N.A. Diego
Nocenti.
Diego Nocenti – Presidente C.N.A Provinciale
Allora, buongiorno a tutti e grazie per l'occasione che viene offerta oggi di parlare a nome
delle piccole e medie imprese della Val di Cornia. Intervengo anche in rappresentanza
non solo della C.N.A., che e' l'associazione che ho l'onore di presiedere, ma anche per
conto delle associazioni del commercio e del turismo, Confesercenti e Confcommercio.
“La situazione del nostro territorio risente della profonda crisi che investe l'intero paese in
tutti o quasi i settori produttivi, con una contrazione dei consumi che sta falcidiando le
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attivita' commerciali e di servizio, in un contesto ancora piu' grave per la vicenda della
grande fabbrica che ormai da anni si dibatte in un susseguirsi di dati negativi. La
siderurgia e' da sempre soggetta alle crisi cicliche dell'acciaio ma dal 2008 siamo
sprofondati in una situazione di gravita' tale che ha portato il 21 dicembre scorso al
commissariamento della Lucchini con le nefaste conseguenze del blocco dei pagamenti
dei crediti pregressi, la riduzione degli ordini e ad oggi anche se il Commissario Nardi ha
mandato messaggi rassicuranti, ancora numerosi ordini rimangono bloccati con lavori
eseguiti per la realizzazione dei manufatti richiesti che non vengono accettati e pertanto
non fatturabili. Le aziende dell'indotto stanno vivendo un momento di forte
preoccupazione con il rischio di perdere il fatturato pregresso che rappresenterebbe una
catastrofe della quale difficilmente si potranno trovare le risorse per ripartire. Le aziende
di loro dipendenti sono in attesa di comprendere quale sviluppo (…) per avere una
vicenda cosi' complessa che rischia di paralizzare l'intera economia della Val di Cornia.
Forte preoccupazione desta anche l'allarme per la mancanza di risorse per la cassa
integrazione in deroga, strumento che ha aiutato fino ad oggi a superare i periodi
peggiori e al quale hanno ricorso molte imprese anche in questo territorio. Ci auguriamo
che il Commissario straordinario possa trovare interlocutori nei gruppi industriali italiano
capaci di prevedere un investimento su Piombino, ma siamo certi che senza un Governo
forte e presente questo risultato auspicabile rischia di non realizzarsi. Un appello
particolare agli enti pubblici e in modo particolare all'Assessore Simoncini affinche' si
faccia tutto il possibile per ottenere la massima disponibilita' da parte del sistema bancario
al fine di poter far fronte ai rientri dei crediti pregressi che per l'effetto del mancato
pagamento stanno diventando debiti nei confronti delle banche. Il quadro che si profila
quindi tra la riduzione del fatturato delle imprese, la cassa integrazione guadagni
dilagante e' di un territorio che si sta impoverendo giorno dopo giorno sempre di piu',
poiche' la sua economia e' ancora fortemente intrecciata direttamente e indirettamente
alla siderurgia. Non parlo pertanto soltanto delle imprese che operano per gli stabilimenti
siderurgici ma anche di quelle che appartengono a settori come il commercio e il terziario
in genere le quali non possono non risentire a cascata delle vicende di quello che da
sempre ha rappresentato l'asse portante dell'economia di questo territorio. In un contesto
cosi' allarmante sorge spontanea la domanda se il nostro paese debba ancora puntare
sul comparto manifatturiero e sulla produzione dell'acciaio. Noi riteniamo che la rinascita
di questo paese passi necessariamente attraverso un processo di rafforzamento e
rinnovamento di questi comparti, come la produzione dell'acciaio e la sua trasformazione,
tutto cio' nell'interesse del Paese Italia ed in funzione di quel prodotto interno lordo che
risentirebbe inevitabilmente in termini ancora piu' pesanti del loro declino. Occorre creare
prospettive di crescita, ridisegnare un futuro nel quale e' impensabile non possa esserci
spazio per la produzione siderurgica. A tal fine si ribadisce la necessita' di un tavolo sulla
crisi della siderurgia italiana dove insieme alle problematiche di Taranto anche la
situazione di Piombino venga affrontata in una visione unitaria. - gia' mi sembra... - Il
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nostro territorio offre opportunita' che interconnesse con il porto, le aree industriali, le
competenze specialistiche degli addetti e con una storia ultramillenaria nella lavorazione
del ferro, merita l'attenzione e l'impegno del futuro Governo affinche' questo patrimonio
economico sua traghettato in un modello innovativo di produzione. Rinnoviamo l'appello
affinche' l'operazione Concordia possa essere conclusa a Piombino; in questa situazione
di grave contrazione del lavoro sarebbe per le nostre aziende un'opportunita' da cogliere
ed una concreta possibilita' per il nostro porto di crescere e di organizzarsi in un nuovo
settore che potrebbe creare nuove interessanti occasioni di sviluppo anche nel settore
legato alle riparazioni navali. Dal giorno di quella gravissima disgrazia le aziende della
C.N.A. si sono offerte per svolgere un ruolo in questa vicenda ma fino ad oggi,
nonostante ci troviamo dal punto di vista logistico nel luogo piu' vicino, ci sono state ben
poche ricadute. Un altro campo necessario che deve vederci tutti impegnati, e' sulla
necessita' di coinvolgere il prossimo Governo in un piano di bonifiche che dall'altra parte
possa rispondere alle esigenze di dare una risposta occupazionale ma soprattutto liberi le
aree non utilizzate per futuri nuovi insediamenti produttivi. Di particolare interesse i
progetti per i porti turistici che possano diventare un ulteriore attrazione per il nostro
territorio cosi' appetibile per un turismo legato al mare e che possano dare nuovo impulso
alla filiera della nautica. Oltre al settore della nautica bisognera' cogliere le opportunita'
offerte dalla Green e White Economy e le nostre aziende sono pronte a svolgere un ruolo
attivo con i settori dell'edilizia, delle installazioni, della manutenzione e della produzione
dei servizi energetici. Altre priorita' per Piombino e la Val di Cornia e' la via di accesso al
porto, opera attesa da decenni la cui realizzazione e' improcrastinabile per qualsiasi
sviluppo del territorio sia industriale che turistico. Un invito alle istituzioni locali perche' si
rinnovi un patto con le imprese che favorisca gli investimenti e nuovi insediamenti
produttivi nel territorio facilitando le idee e la progettualita' dei privati in ogni campo con
utilizzo di strumenti e misure adeguate comprese quelle urbanistiche. Bisognera' avviare
infine un percorso forte e deciso di progettualita' pubblico/privato che consenta sia di dare
le risposte al pubblico ma anche comprenda le giuste ragioni di sano profitto che il privato
richiede. Piombino e la Val di Cornia devono ancora una volta giocare una partita difficile
ce si potra' vincere solo con grande impegno di tutti in una visione sinergica che
contempli una strategia di diversificazione insieme al mantenimento delle realta'
produttive attuali. Grazie.”
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Grazie anche al Presidente della C.N.A. E ora e' la volta dell'intervento, Luciano Gabrielli,
che intervera' per le organizzazioni sindacali confederali e di categoria.
Luciano Gabrielli – Organizzazioni Sindacali Confederali e di Categoria
Buongiorno a tutti.
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Intanto diciamo che vorrei ringraziare Fim e Uilm che (…) intervenire a questo dibattito
chiaramente a nome di Fim, Fiom e Uilm anche per fare un ragionamento rispetto alle
questioni su cui ci siamo battuti e cosa portiamo avanti come organizzazioni.
Ecco partirei dal fatto che questo Consiglio Comunale e questa citta' e' stata in grado di
portare il 19 novembre una grande manifestazione di 10.000 persone in questo territorio
che non si era mai visto e che credo sia un pezzo importante. Le ha portate per una
ragione semplice, lo diceva qui il Commissario, noi sapevamo che il Commissario non era
chiaramente la soluzione di tutti i guai pero' sapevamo che il Consiglio di Amministrazione
che c'era ci avrebbe portato al fallimento, a non avere nessun tipo di futuro. Il Consiglio di
Amministrazione che ha dichiarato lo stato di insolvenza dopo aver valutato e con enorme
ritardo il fatto che il fondo cash non era attendibile, ma l'ha fatto con enorme ritardo
portando dei danni allo stabilimento molto notevoli. Io pero' partirei dal fatto che questo
sindacato si e' battuto già quattro anni fa, da quando la Dalmine aveva annunciato che
comunque lo Stabilimento di Piombino poteva non avere un futuro, ce lo ricordiamo anche
qui in Consiglio Comunale, oggi siamo di fronte comunque uno stabilimento che ha in
questo momento 107 dipendenti diretti, in un piccolo stabilimento, ma che puo' avere una
prospettiva. La puo' avere perche' noi pensiamo che questo stabilimento attraverso la
logistica – ed e' questo che bisogna ragionare perche' qui abbiamo sentito molti interventi
tutti in maniera abbastanza negativi io proverei a dire cosa pensa il sindacato per il futuro
– e quindi partendo dalla Tenaris/Dalmine direi che comunque il fatto di poter sviluppare
la logistica ha comunque una condizione, se qui arrivano comunque tubi e partono tubi e'
chiaro che si possono anche lavorare, cioe' la sfida deve essere questa, quindi di
incrementare chiaramente il lavoro attraverso anche pezzi chiaramente di produzione. Se
parliamo poi della Lucchini, della Magona, noi abbiamo preso tempo, abbiamo mantenuto
i contratti di solidarieta', pensiamo di rinnovarli, abbiamo mantenuto l'occupazione dei
giovani, cosa importante, dei precari, penso unico, forse unico caso in Italia rispetto a
questo. Grazie anche agli interventi della Regione, della Provincia, all'aiuto del Sindaco e
di tutti da questo punto di vista, abbiamo fatto anche un incontro ieri, vediamo nei prossimi
giorni se riusciamo a mantenerli anche per il futuro nella legalita', come dice giustamente
il Commissario, ma nell'importanza di garantire un prospettiva e di avere fiducia nel futuro.
Noi abbiamo preso tempo; alla Magona c'e' un contratto di solidarieta' che e' il 60% cioe'
il massimo che puo' essere permesso con il contratto di solidarieta'; alla Lucchini e' un po'
piu' basso ma in tutto questo si gioca anche la parte delle imprese di appalto. Si ricordava
qui la cassa integrazione in deroga; la Fornero ci ha fatto l'ultimo regalo mi sembra, ha
bloccato anche quelle di gennaio non solo quelle di ottobre, novembre e dicembre, ci
sono i lavoratori che non riscuotono da ottobre la cassa integrazione in deroga nelle
piccole imprese, non riscuoteranno gennaio, febbraio e questo e' sicuramente un
problema perche' abbiamo preso tempo anche nelle imprese. E abbiamo anche il
problema degli esodati che non e' stato ancora risolto, ci metterei anche quello. Pero' dire
che c'e' anche tutto il pezzo delle imprese che oggi hanno fatto da banca alla Lucchini che
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hanno con enorme difficolta' mantenuto il lavoro. Devo dire ci sono anche imprese in cui
abbiamo fatto accordi per mantenere l'occupazione ed hanno tenuto comunque un peso
importante, ricordo l'operazione (…) a cui la Bertocci e' subentrata mantenendo tutta
l'occupazione. Quindi e' chiaro che c'e' stato un impegno di tutto un settore per mantenere
chiaramente l'occupazione e non provocare drammi sociali oltre al fatto che si e' perso
comunque a livello economico perche' e' un lavoro che in cassa integrazione o in
solidarieta' ha una perdita economica.
Allora, io credo che noi bisogna ragionare su un fatto: certo la Concordia e' un'opportunita'
sia per il lavoro delle imprese, sia per il fatto che comunque faremo fondali giusti per far
arrivare anche navi che possono servire chiaramente la siderurgia, pero' io credo che noi
da qui bisogna far partire un messaggio, non so se il Consiglio Comunale da ultimo fara'
un Ordine del Giorno su questo pero' e' chiaro che bisogna far partire un messaggio. Cioe'
Piombino si salva e quando dico Piombino intendo Lucchini e Magona perche' su questo
le battaglie che abbiamo fatto come Fim, Fiom e Uilm su questo nel tempo hanno sempre
avuto questo obiettivo di salvaguardare comunque gli stabilimenti anche per il futuro;
come?
E' chiaro ci vuole una regia di un nuovo Governo e di un piano industriale che preveda di
tenere insieme Piombino e Taranto, perche' 12 milioni di acciaio di produzione da ciclo
integrale non possono essere persi e bisogna provare a mantenerli, questa e' la sfida che
noi lanciamo e che abbiamo gia' lanciato ma che continuiamo a lanciare su questo,
perche' e' chiaro, solo un fatto di questo genere puo' mantenere chiaramente Piombino e
Taranto con le sue produzioni. Anzi, direi di piu'! Cioe', direi di piu'! Non basta dire salvare
il ciclo integrale a Piombino, io andrei oltre questo tipo di ragionamento! Ci vorranno gli
investimenti per potenziarlo, per fare piu' produzione! Per cercare di sanare i pezzi che
vengono a mancare, che sono venuti a mancare e quindi poterlo portare avanti, per poter
anche dare una risposta magari alla Magona con gli investimenti attraverso chiaramente
produzioni diverse che possono dare un respiro, con la Mittal o senza la Mittal, troveremo
un piano industriale che consente tutte queste necessita'. E io ci metto anche le imprese!
E' chiaro che ci deve essere un patto fra chi verra' e tutte queste imprese che oggi
avranno difficolta', perche' al 20.12.2012 tutti i crediti sono congelati da quel punto di vista
che vantano le imprese (…) altri, sono congelati e quindi ci saranno altri passaggi in
futuro rispetto a questo. Il Commissario qui l'ha chiarito bene, stiamo parlando di
un'azienda fallita e ci saranno quindi tutte le procedure che portano in quella direzione,
allora non sappiamo oggi quanto potranno recuperare le imprese rispetto a questo, ma
possiamo sapere che chiaramente queste imprese che hanno supportato fino ad oggi
l'azienda e si sono esposte, possono avere un ragionamento che tutti noi facciamo e in
cui queste imprese sono comunque le imprese che se andra' avanti tutto potranno avere
chiaramente contratti piu' lunghi e chiaramente un impegno maggiore nell'impresa
stessa? Ecco, io credo che questo deve essere il nostro obiettivo che lanciamo qui:
sinergia, ma non piu' solo una sinergia ma proprio un gruppo industriale che possa
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portare avanti Taranto e Piombino nelle sue concezioni, perche' oggi stiamo parlando di
una sinergia che rischia! Cioe', Genova senza le produzioni che gli arrivano da Taranto
rischia di chiudere anche Genova, cioe' quindi stiamo parlando: questo paese puo'
rinunciare al settore manifatturiero? Noi pensiamo di no. E' chiaro anche l'inserimento di
Piombino nell'area di crisi complessa puo' dare alcune risposte sulle bonifiche e
quant'altro, e' chiaro che anche creare un nuovo gruppo industriale bisogna anche sapere
quali garanzie si possono dare, cosa si puo' portare come opportunita', non credo ci sia
qualcuno che possa venire dicendogli che deve comunque prendersi dei pezzi magari da
fare di bonifica o quant'altro, questo andra' chiarito prima tutto questo tipo di
ragionamento. Quindi io credo che noi continuiamo a batterci come Fim, Fiom e Uilm su
questo territorio per portare avanti il lavoro chiaramente nel rispetto ambientale, ma un
lavoro che comunque ha nella sua industria un punto di riferimento. E' chiaro, Piombino
non vive solo di siderurgia, c'e' la nautica, c'e' il turismo, ci sono altre cose, e' chiaro che
possono andare avanti insieme e bene queste cose, in uno sviluppo chiaramente
sostenibile che possa andare avanti, ma noi pensiamo che oggi piu' che mai bisogna
lanciare la sfida anche per il futuro per mantenere e sviluppare l'industria siderurgica in
questo territori, ci sono le possibilita', ci sono le possibilita', le porremo al nuovo governo,
le poniamo oggi qui, le porremo in ogni assise perche' questo e' il nostro punto di
riferimento, avere chiaramente un futuro di sinergie fra gli stabilimenti sia di Piombino,
Lucchini e Magona ma anche a livello nazionale. Questa e' una prospettiva che vogliamo
portare avanti per dare futuro e prospettiva non solo a Piombino, direi all'interno paese,
quello e' quello su cui ci batteremo e ci battiamo, mantenendo l'occupazione. Oggi faremo
un nuovo contratto di solidarieta' e non impresa, perche' e' chiaro il nostro obiettivo
primario e' mantenere l'occupazione sempre e comunque, perche' oggi chi perde il lavoro
non lo ritrova, non e' che possiamo prenderci in giro sul fatto che si ritrovi il lavoro, non si
ritrova il lavoro! Pero' come facciamo a sostenere da una parte l'occupazione e da una
parte le imprese che soffrono ogni giorno rispetto a queste cose qui? Credo che su questo
la Regione sia gia' intervenuta ma e' chiaro che dovremo anche trovare delle formule che
consentano alle imprese di non esporsi nei confronti delle banche ma di avere anche un
aiuto economico e finanziario che possa portarle a superare questo momento di forte
difficolta', perche' altrimenti noi rischiamo di fare una catastrofe e siccome noi crediamo
che ci sono le condizioni per avere in un futuro una prospettiva, ci batteremo su questo e
le porteremo avanti e pensiamo che da questo Consiglio Comunale possa chiaramente
sortire un Ordine del Giorno che abbia queste caratteristiche, di pensare al futuro e alla
prospettiva e provare a gettare le basi per un futuro e una prospettiva, perche' quello che
ci siamo detti l'ultima volta al Ministero e' che prima che ci siano le elezioni politiche
dovremo provare a ritrovarci per gettare le basi, perche' chi verra' dopo non possa
dimenticarsi degli impegni che ha preso il Sottosegretario e il Governo per il futuro di
Piombino e dei suoi stabilimenti. Grazie.
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Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Grazie a Luciano Gabrielli dell'intervento a nome delle organizzazioni sindacali. Iniziamo
con gli interventi istituzionali, quindi Giorgio Kutufa' Presidente della Provincia di Livorno.
Giorgio Kutufa' – Presidente Provincia di Livorno
Ecco, io ho ascoltato con molta attenzione gli interventi che qui si sono fatti, come
riferimenti a una crisi che devo dire e' sempre stata affrontata con grande spirito unitario
dalle istituzioni, dai sindacati, dalle associazioni di categoria, gli imprenditori, i manager
delle aziende maggiormente interessate e su questo piano sicuramente devo dire che i
risultati difensivi – se cosi' mi si passa il termine – sono stati ottenuti, si e' salvaguardata
anche l'occupazione dei giovani, si e' cercato con contratti di solidarieta' di ridurre al
minimo un disagio che sicuramente e' forte per una crisi che continua nel tempo. Quindi
da questo punto di vista l'impegno di tutte le istituzioni e' stato concorde e anche ha avuto,
se cosi' posso affermare, dei risultati positivi, pero', come dicevo, una politica difensiva
che non e' sufficiente ad indicare l'uscita, una strada per uscire dalla crisi. Da questo
punto di vista io ritengo che sia necessaria una nuova politica a livello europeo, qui l'ha
detto il Commissario Nardi, probabilmente ci vuole l'Europa anche, secondo me ci vuole
senz'altro l'Europa. L'Europa e' diciamo la grande assente in una politica di rilancio e per
quello che ho potuto capire anche nell'approvazione dei nuovi bilanci dal 14 al 2020;
intanto come avete visto e' un bilancio ridotto nelle quantita' e che ha sacrificato tutte le
politiche di sviluppo, tutti gli investimenti; ha cercato, un po' come si fa in Italia, di tenere la
spesa corrente a certi livelli ma ha sacrificato le prospettive, se continuiamo cosi' da
questa crisi non ne usciamo! Quindi ci vuole un rovesciamento della politica europea. Io
vi do dei dati: in Europa e' la Germania che sta meglio di tutti, come e' noto a tutti, e' a
livello produttivo del 2006 cioe' e' arretrata al 2006; la Francia al 1997, la Spagna al 1994,
l'Italia al 1990, come hanno scritto i giornali. Quindi si parla di un Europa che va indietro!
O pochino, come la Germania o tantissimo come noi! Vi do un altro dato: nel 1990 in Italia
si costruivano 1,620 milioni di auto, nel 2012 396.000, noi si costruisce il 25% delle auto
che si facevano nel '90! E' li' la radice diciamo di tutte le difficolta' che noi attraversiamo,
se non si riprende a livello dell'Europa e al livello dell'Italia una politica industriale di
rilancio di questi elementi noi ci ribatteremo in una crisi che tamponiamo con tutti i
provvedimenti sociali diciamo al meglio utilizzati ma che non vede un rilancio di questo
nostro paese e in questo caso del territorio della Val di Cornia. Da questo punto di vista io
mi auguro che le elezioni politiche e i nuovi equilibri che queste elezioni determineranno
saranno forieri di una svolta in questa direzione. Francamente non vi posso sottacere la
mia preoccupazione per come si sta svolgendo questa campagna elettorale, una
campagna elettorale che sfugge ai problemi reali del paese, che sfugge ai problemi della
ripresa, dei rapporti con l'Europa, delle prospettive e va dietro tanti discorsi che, ripeto, li
portera' via il vento di cui nessuno avra' piu' traccia passata questa campagna elettorale.
Non si discute su come uscire da questa crisi, si fa una polemica continua
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sostanzialmente sul nulla o quasi sul nulla senza individuare questa via di uscita. Ecco, io
mi auguro che intanto un voto molto responsabile degli italiano che dia maggioranze certe
e la possibilita' di governi forti a questo paese, governi che siano in grado di riprendere la
strada dello sviluppo. Da questo punto di vista, cercando di essere molto sintetico, io
condivido le cose che qui sono state dette, per il problema specifico al di la' ovviamente
delle esigenze di una politica nazionale ci vuole quello che insistentemente le istituzioni
hanno chiesto, un tavolo della siderurgia. Il problema siderurgia e' uno dei problemi
fondamentali di questo impoverimento industriale dell'Europa e dell'Italia e va affrontato
con forza cercando una soluzione unitaria intorno a quel tavolo; intorno a quel tavolo noi
abbiamo anche da mettere in campo delle prospettive che non riguardano per questo
territorio la Val di Cornia soltanto la siderurgia; l'ottenimento che io do per scontato anche
se va conquistato in maniera certa, delle individuazioni della Val di Cornia come area di
crisi complessa, e con quello che determina queste opportunita', deve essere utilizzata al
meglio per dare un elemento di diversificazione e anche di soluzione (penso alle
bonifiche, alla viabilita', a dei problemi che qui si sono nel tempo incancreniti). Puo' essere
un elemento di sostegno in questo momento difficile l'ottenimento in via definitiva dello
smantellamento della nave Concordia in questa area, con il potenziamento che comporta
delle attivita' portuali e di riparazione navale, quindi delle prospettive in questo senso io le
intravedo. Ma rimanendo nel senso del mio intervento che e' diciamo accorato appello
perche' il paese recuperi la strada, rapidamente insieme all'Europa, la strada dello
sviluppo, e' una svolta in questo campo a livello nazionale. Spinta a questa esigenza e'
sicuramente anche una manifestazione, come quella del 19 Novembre “Piombino non
deve chiudere”, largamente partecipata per dire che c'e' una, come dire, convinzione
profonda in questo territorio che ha tanta storia industriale alle spalle perche' questa
svolta sia impressa, io la attendo e mi auguro che sia cosi' dalle elezioni che andremo a
fare tra due settimane.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Ringraziamo il Presidente della Provincia di Livorno Giorgio Kutufa' e un saluto dal
Comune di Follonica: Vermigli Stefano.
Vermigli Stefano – Consigliere (PD) del Comune di Follonica
Buongiorno a tutti. Intervengo a nome del Comune di Follonica e devo dire intervengo con
– passatemi il termine – piacere, perche' parlare di questi argomenti, parlare e' vero di
crisi, e' vero di questo momento difficile per Piombino, per il territorio e anche per i comuni
come Follonica che sono vicini non solo geograficamente ma anche per i tantissimi
lavoratori che sono presenti sia alla Lucchini sia nelle altre aziende del polo siderurgico di
Piombino e quindi essere presenti in un momento si' di difficolta' ma, come ha detto il
Commissario, con delle prospettive (registrazione interrotta) sono stati devo dire la verita',
quelli che sono stati i resoconti fino ad ora espressi non sono poi cosi' rosei pero'
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lavoriamo, diciamo diamoci da fare, il Dr. Nardi ha detto piu' volte: “Abbiamo bisogno di
tempo, abbiamo bisogno di una rete, di una solidarieta', di una condivisione”, mi sembra
che questa ci sia tutta, e lo diceva il Gabrielli, il Rappresentante Sindacale, lo hanno detto
i 10.000 che hanno partecipato, che abbiamo partecipato alla manifestazione del 19.11.
Ci sono tutti i presupposti perche' Piombino – parliamo di Piombino – possa avere un
rilancio, una ripresa, un recupero di quello che e' e che e' stata la sua storia e che e' stata
la sua realta', quello che manca a conclusione di tutta la discussione, a conclusione di tutti
appunto i ragionamenti, e' chiaramente, e non solo a Piombino, una politica industriale, un
progetto industriale che parte chiaramente da una volonta' che e' bene che insomma
venga chiaramente espressa dal Governo, dal nuovo Governo che andremo ad eleggere
a breve, fra pochi giorni, a fine mese. Questo Governo che nonostante io non voglio in
questa riunione in questo momento fare una critica a quello o a quell'altro Governo o a
quello o a quell'altro colore politico, diciamo cosi', che ha determinato questi governi,
queste maggioranze, pero' e' bene dirlo che da troppi anni Piombino e non solo, diciamo
tutto il nostro paese, tutta l'Italia non ha piu' una politica industriale, non ha piu' una
politica energetica, non ha piu' tutto quello che e' necessario per far ripartire il comparto
siderurgico anche di Piombino e non solo. E' su questo che dobbiamo davvero puntare,
davvero fare queste riunioni, queste condivisioni, queste presenze forti di quelle che sono
le associazioni di categoria, produttive, industriali, sindacali, istituzionali. Ripeto, tutto
questo c'e', tutto questo specialmente a Piombino, specialmente nel nostro territorio e'
presente, e' forte ed e' sentito! Ci deve essere questa risposta e deve essere una
risposta, come ha detto il Dott. Nardi, che deve venire a breve perche' non c'e' piu' il
tempo per poter in qualche modo tirare avanti, tirare a campare, si possono trovare, e
meno male che si trovano, qualche toppa, qualche... come si dice, soluzione effimera,
temporale, pero' deve essere chiaro che sono di questa natura queste soluzioni, la
soluzione di fondo sta tutta in quello che la politica, la buona politica, il nuovo Governo
che si insediera' deve mettere al centro il lavoro, la ripresa, sopratutto e io dico
indispensabile, industriale. Perche' e' vero, io vengo da Follonica e Follonica ha
chiaramente una volonta' di sviluppo turistico, commerciale, terziario pero' io sono uno di
quelli che penso che non si possono scindere perche' – e lo diceva Antonio Gozzi il
Presidente di Federacciai - non esiste un paese industriale moderno che puo' rinunciare
alla siderurgia perche' non e' possibile fare niente, progettare niente di infrastrutture, si
parlava di sviluppo di nautica, si parlava di sviluppo nel nostro territorio ma anche nella
Val di Cornia agroalimentare, non si puo' rinunciare alla siderurgia e allora appunto,
Piombino, Taranto, Genova, tutte quelle realta' che da sempre hanno garantito questo
presupposto sul quale costruire tutto lo sviluppo, tutto il rilancio, deve essere riportato a
produzione, deve essere riportato a quella che e' la missione fondamentale per la ripresa.
Dico questo anche perche' francamente negli ultimi anni, anche l'ultimo anno, e' stato un
anno a livello governativo, a livello politico, a livello di quello che e' stato il periodo, io dico
la verita', che non poteva e non mi sarei aspettato che avesse avuto questo rilancio
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perche' chiaramente un Governo che e' stato insediato per fare in modo che non ci fosse
un ulteriore crollo di quella che e' tutta l'economia, tutto l'andamento del paese non poteva
mettere al centro questo tipo di sviluppo o questo tipo di politiche ma da quello che
andremo ad eleggere lo dovremo pretendere questo, perche' dovra' essere questo
l'argomento centrale sul quale il nuovo Governo dovra' dare risposte al paese;
chiaramente ognuno di noi ha un'idea politica e quindi auspica la vittoria di quello o di
quell'altro, io dico semplicemente che e' necessario per il paese, per la ripresa che il
nuovo Governo ponga al centro queste cose. Finisco solo perche mi sembra giusto
insomma dare un certo rilievo anche a quelli che sono i dati, che sono le cifre. L'Italia
rispetto a tutti quelli che sono i partner europei e non solo rispetto a questo tipo di
sviluppo, rispetto a questo rilancio di questo investimento sul piano siderurgico e' agli
ultimi posti anche a livello europeo perche' e' agli ultimi posti su quella che e' la
percentuale di investimenti sulla siderurgia rispetto a tutto quello che e' il panorama
europeo. Concludo dicendo che ribadisco il concetto, e' necessario che ci sia questa
svolta. Grazie.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Ringraziamo Vermigli Stefano per il Comune di Follonica e invitiamo Rossana Soffritti per
un saluto, Sindaco di Campiglia.
Rossana Soffritti – Sindaco Comune di Campiglia Marittima
Allora buongiorno a tutti. E' chiaro che questa e' un'occasione importante come lo sono
state tante in questi mesi che hanno attirato l'attenzione io direi tardiva, diciamo cosi',
rispetto agli appelli che da questo territorio vengono da tempo, su un tema che spesso in
questi anni dai governi, dal Governo in carica e' stato considerato come un tema forse un
po' troppo locale e invece questo e' un tema che di locale non ha nulla che e' se non altro
nazionale ma io direi che, come e' stato ripetuto gia' stamani mattina, che di sicuro debba
avere l'attenzione anche al di la' del nostro paese, un'attenzione europea che l'Italia si
merita in generale ma si merita nelle politiche industriali che in questi anni hanno subito
uno schiacciamento verso il basso sia nell'interesse, sia negli investimenti, sia nella
capacita' di investire in prospettive e quindi questo ci ha trovato qualche tempo fa anche a
condividere gesti estremi e a condividere come istituzioni con il Sindaco di Piombino che
molto sta facendo per questa vicenda ma che chiaramente da solo senza a braccetto la
Regione che c'e' sempre stata ma lo Stato e l'Europa in una partita cosi' complessa e che
e' arrivata a una crisi cosi' profonda, credo che da soli difficilmente riusciremo a farcela e
quindi a questo servono anche le giornate come quella di oggi per attirare l'attenzione e
per cercare di condividere un tema che appunto ha un carattere diciamo cosi'
internazionale. E' chiaro che se avessimo, come dire, agito prima probabilmente forse
avremmo trovato una situazione grave perche' la crisi internazionale ci impone di
ripensarci comunque, ma una situazione meno drammatica dal punto di vista anche
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finanziario. Perche' questo comporta il fatto che gli interlocutori necessari che sono gli
interlocutori finanziari li troviamo diciamo in una posizione non proprio favorevole nei
nostri confronti essendo gia' l'esposizione molto elevata. E quindi questa tardivita' che
appunto diciamo ha portato a una manifestazione di 10.000 persone e un Sindaco a
cercare un'attenzione in una maniera estrema, va nella direzione appunto della
percezione molto condivisa da tutti, che non c'era piu' tempo davvero da perdere e meno
male, diciamo cosi', che la versione di tendenza in qualche modo forse diciamo ci
consentira' passo passo di affrontare questa situazione senza vedere l'opportunita'
industriale che questa zona, non solo la Val di Cornia ma insomma tutta la nostra zona
allargata, la Regione, cioe' l'economia di quest'area molto dipende da questo e quindi non
e' solo l'industria ma l'indotto e quindi la capacita' di produrre benessere che da tanti anni
accompagna questa zona alla presenza industriale non ci possiamo permettere che
questa in qualche modo venga meno, o comunque dobbiamo lottare fino in fondo perche
questa non solo si mantenga ma vada diciamo in una direzione crescente che permetta a
questo territorio di avere le opportunita' che si merita. Quindi io sono naturalmente
contenta del fatto che ci sia questa occasione, dell'invito e del fatto di rappresentare un
Comune che basa per molta parte della propria piccola e media impresa l'economia del
Comune di Campiglia come altra parte del territorio una piccola e media impresa dipende
molto dall'industria, perche' chiaramente l'indotto che soffre e che e' sempre stato un
indotto sano che ha retto diciamo la crisi proprio perche' sano, ma chiaramente le
difficolta' legate ai problemi di pagamenti, di finanziamenti da parte dell'industria si fa
davvero sentire in maniera pesante. Quindi io spero che questa sia una delle giornate
“costruttive” di un percorso che ci veda vincenti nel rilancio dell'economia del nostro
territorio in cui l'industria ha sempre fatto e noi vogliamo ancora che faccia parte, una
parte determinante del nostro futuro. Grazie.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Grazie al Sindaco di Campiglia. E ora la parola a Gianfranco Simoncini, Assessore alla
Regione Toscana.
Gianfranco Simoncini – Assessore Attività produttive-Lavoro- Formazione Regione
Toscana
Bene, grazie Presidente. Io credo che la discussione fin qui svolta ha sottolineato un dato,
che stiamo discutendo di una grande questione nazionale che da questo territorio passa
diciamo il futuro che nel nostro paese puo' avere e deve avere l'industria siderurgica. E
quindi la vicenda di Piombino non e' la vicenda di un territorio, seppur importante, ma e'
parte di una grande vicenda nazionale sulla quale noi abbiamo bisogno di avere risposte
da parte del Governo del paese, abbiamo bisogno di avere un Governo del paese che sia
in grado di dire la sua su quale futuro si intende l'Italia debba avere all'interno degli
scenari della siderurgia e allo stesso tempo, mi sembra lo dicesse anche il Commissario
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Nardi, capire come da questo punto di vista anche l'Europa intende giocare una partita in
un mondo che ha visto cambiare in maniera pesante e continua i propri equilibri
economici e che qui ha visto mettere in discussione quelli che erano gli elementi
consolidati: Nella nostra discussione, nella nostra impostazione noi abbiamo detto, e lo
ribadiamo, che riteniamo che il futuro di questo territorio debba essere anche in futuro
collegato a una presenza qualificata alta dell'industria siderurgica, perche' qui ci sono le
competenze, perche' qui ci sono le capacita', perche' qui ci sono anche una serie di
assetti che in altre realta' non ci sono, il rapporto stabilimenti/mare/porto, la possibilita'
quindi di fare di questa area un elemento importante non residuale, non diciamo a finire
ma un elemento che ha degli elementi che possono strategicamente legare il futuro
diciamo della siderurgia a Piombino. Da questo punto di vista allora credo che sia giusto
cio' che e' stato detto. Noi chiediamo al Governo futuro un impegno forte. Io credo sia
giusto dare anche atto che il Sottosegretario Claudio De Vincenti ha in questi mesi
manifestato con grande interesse una grande attenzione nei confronti di questo territorio e
credo non ci sia stato passaggio nel quale il Sindaco e le organizzazioni sindacali non
abbiano sentito, come dire, una vicinanza da parte del Governo. Ma appunto, come si
diceva, oggi la questione non e' solo un tema di vicinanza ma e' un tema di prospettiva, e'
un tema di scelte, e' un tema di accompagnamento rispetto a un futuro delle realta' piu'
importanti di questo territorio, lo si diceva. Noi abbiamo bisogno di trovare un imprenditore
disponibile a venire ad investire su questo territorio e abbiamo bisogno che questo
imprenditore presenti un piano industriale credibile, un piano industriale che dia
prospettive nel tempo, ma al tempo stesso abbiamo bisogno di trovare un imprenditore
che sappia che non soltanto il territorio e' accogliente ma che c'e' anche un quadro di
riferimento nazionale che aiuta in questa direzione, cioe' abbiamo bisogno di politiche
industriali e abbiamo bisogno di politiche industriali che partano dal tema della siderurgia,
che possano da questo punto di vista definire anche possibili integrazioni sul territorio ma
anche possibili integrazioni con le altre realta' nazionali che operano dal punto di vista
della siderurgia, e' questa la questione sulla quale noi dovremo lavorare nelle prossime
settimane e sulla quale dovremo chiedere coerenza a chi si insediera' quali che sia
diciamo dopo le elezioni. Ovviamente da questo punto di vista abbiamo bisogno anche di
cercare di arrivare a quella situazione mettendo in campo tutti gli strumenti anche dal
punto di vista del territorio. E qui io colgo, come dire, due temi che sono stati sollevati che
sono uno piu' immediato, o meglio due piu' immediati e uno piu' di prospettiva. Cioe', noi
dobbiamo avere strumenti che ci permettano la tenuta sociale e dobbiamo avere pero'
anche una proposta che ci permetta di attivare oltre che politiche industriali a sostegno
della siderurgia anche elementi di sostegno a una politica di diversificazione e di sviluppo
di Piombino. E allora qui ci sono due questioni che sono aperte in questo momento sulle
quali la Regione sta svolgendo un ruolo e vuol continuare a svolgerlo, che sono la
questione dell'indotto e la questione degli ammortizzatori sociali. Sulla questione degli
ammortizzatori sociali io ribadisco il fatto che nel bilancio regionale noi abbiamo messo le
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risorse per i contratti di solidarieta' e quindi, come dire, la parte regionale c'e' tutta e
continuera' ad esserci perche' riteniamo che questo sia un elemento fondamentale per
venire incontro a chi fa una scelta appunto di solidarieta', di divisione del poco lavoro fra di
tutti, ma anche, come dire, deve essere aiutata anche a non avere un abbattimento forte
del proprio reddito. E in secondo luogo ribadisco che noi stiamo lavorando, domani ci
sara' un nuovo incontro a Roma con le organizzazioni sindacali nazionali, il Presidente
Errani anche sulla base del ruolo che come Regione Toscana noi stiamo svolgendo,
come coordinamento delle regioni nel settore del lavoro sta svolgendo una pressione forte
nei confronti del Ministro Fornero perche' venga sbloccata intanto la vicenda fine 2012
che in Toscana sta riguardando 10.000 lavoratori, e sopratutto si dia il via alle
autorizzazioni per il 2013 per la cassa integrazione in deroga che solo nel mese di
gennaio riguarda 17.000 lavoratori. Noi anche qui, nuovamente, abbiamo fatto tutta la
nostra parte mettendoci risorse del fondo sociale europeo; abbiamo detto se c'e' bisogno
di chiudere la vicenda 2012 recuperando anche un po' di risorse da residui della 236
siamo disponibili a farlo, pero' la competenza della cassa integrazione in deroga e' dello
Stato e lo Stato non puo' bloccare in questo momento le autorizzazioni, tra l'altro
determinando anche una situazione nella quale c'e' un danno sociale fortissimo che
rischia poi di perpetuarsi nel tempo perche' immaginate voi quando domani sara'
sbloccato, le I.N.P.S. che si troveranno non le pratiche di un giorno ma le pratiche di 60 o
70 giorni, perche' poi c'e' anche questo problema che si riversera' sui cittadini. Quindi
prima questione e' quella degli ammortizzatori sociali. Noi abbiamo fatto la nostra parte
c'e' bisogno che si sblocchi la situazione. La seconda e' quella dell'indotto; io ho
apprezzato, e credo non essere assolutamente il solo, il fatto che da parte del
Commissario Nardi fin dal primo incontro che abbiamo avuto in Giunta Regionale e poi
anche negli incontri che ci sono stati al Ministero, ci sia stata la volonta' di mantenere un
pagamento in tempo quasi reale del lavoro che le aziende stanno facendo, questo e' un
elemento fondamentale perche' altrimenti si corrono rischi pesantissimi. Certo c'e' il
problema del pregresso. Anche in questi giorni anche qui e' stato chiesto alla Regione di
trovare una soluzione; io devo dire con grande franchezza che in questo momento non so
che soluzioni trovare se non quelle che sono gia' in atto e cioe' di emergenza economia,
forse anche su questo il nuovo Governo si dovra' porre il problema, perche' non c'e' solo
la Lucchini in questa situazione. Di aziende che sono in situazione di concordato, di
fallimento che lasciano, come dire, debiti forti nei confronti delle aziende dell'indotto ce ne
sono a centinaia nel nostro paese. Forse pensare a un fondo di solidarieta' nazionale, un
fondo rotativo puo' essere, come dire, un elemento sul quale si puo' cercare di costruire;
laddove venisse chiesto alla Regione di compartecipare noi possiamo anche farlo, non
siamo in condizioni ma proprio dal punto di vista del bilancio della Regione Toscana di
risolvere il problema di aziende che devono 3 milioni, 4 milioni, decine di milioni solo da
un soggetto. Quindi anche su questo noi siamo disponibili a lavorare ma si tratta anche di
trovare soluzioni. L'ultima cosa che voglio dire e' invece relativa alla prospettiva; noi
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abbiamo, come dire, anche qui un'esigenza di accompagnare l'iniziativa per la
salvaguardia della siderurgia nel nostro territorio con una prospettiva anche di
diversificazione. Da questo punto di vista allora come Regione noi abbiamo deliberato gia'
da tempo la richiesta del riconoscimento di Piombino come area di crisi complessa;
abbiamo anche qui partecipato come Regione al confronto con il Ministero dello Sviluppo
per quanto riguarda il decreto che e' passato nella penultima conferenza Stato/regioni,
che definisce i criteri per il riconoscimento di area di crisi complessa e, sostanzialmente,
ci sono tutte le possibilita' perche' Piombino possa avere questo riconoscimento che pero'
oggi avviene in maniera diversa rispetto al passato, non avviene con il riconoscimento e
poi si devono presentare i progetti ma viene al contrario: definizione di quelle che sono le
problematiche di ordine sociale/economico che portano al riconoscimento e definizione di
un piano di reindustrializzazione e di interventi sul territorio che dovra' essere approvato
dal Governo nel momento nel quale viene assegnata appunto la definizione di aree di crisi
complesse. E quindi noi stiamo lavorando per questo. Avevamo gia' approvato il progetto
Piombino che definiva su tutta una serie di questioni, interventi infrastrutturali, di sostegno
di recupero di messa in sicurezza del territorio, interventi vari connessi anche a presenze
industriali, un intervento sul territorio. Credo che dovremo, e ci stiamo gia' lavorando,
allargare questo piano anche ad altre questioni di cui credo parlera' meglio di me il
Sindaco, che sono anche quelle connesse all'ipotesi Concordia come elemento che possa
nuovamente anche qui rappresentare lavoro in tempi brevi, noi ci auguriamo, per il
territorio ma anche connessi a un'ipotesi di sviluppo del territorio. E quindi io concludo
dicendo che noi stiamo lavorando anche da questo punto di vista, per presentare appena
il decreto sara' pubblicato, perche' in questo momento e' nella fase istruttoria, per
presentare la richiesta di riconoscimento di aree di crisi complessa per Piombino, non
soltanto sulla base di un'analisi che, come dire, gia' qui oggi abbiamo fatto, e' scontata per
il riconoscimento, ma sulla base di un piano di reindustrializzazione – ovviamente
concordato con il Comune con il supporto della Provincia – che possa esser la base poi
per da un lato attrarre risorse e interventi connessi alla siderurgia ma anche a prospettive
nuove e diverse di sviluppo del territorio. Quindi da questo punto di vista concludo
dicendo che l'impegno del Presidente Rossi in primo luogo e della Giunta Regionale e'
essere presenti, vicini e fortemente impegnati per dare un contributo a risolvere i problemi
dell'immediato che vive Piombino e la Val di Cornia ma anche per delineare una
prospettiva di nuovo sviluppo e di nuovo lavoro su questo territorio.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Grazie all'Assessore Gianfranco Simoncini. Iniziamo gli interventi dei gruppi consiliari.
Quindi se i gruppi si vogliono prenotare ricordando che 10 minuti al massimo, saro' molto
rigida su questi 10 minuti perche' naturalmente i gruppi sono sette e quindi arriviamo gia'
a una buona ora, per far concludere il Sindaco in modo partecipato. Primo intervento,
Amerini, Futuro e Liberta'.
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Giampiero Amerini - Presidente Gruppo FLI
Grazie Presidente, buongiorno a tutti. Cerchero' di essere il piu' breve possibile.
Giustamente la Presidente ci ha ricordato che – e lo abbiamo deciso noi nella Conferenza
Capigruppo - di non prendere piu' di 10 minuti. Io credo che forse dovremo anche limitarci
per dare piu' spazio all'intervento finale del Sindaco. Poi del resto la posizione di questo
Consiglio Comunale all'unanimita' – e questo e' un fatto sicuramente positivo – e' ben
nota a tutta la citta', alle organizzazioni sindacali e a tutti. Quando noi abbiamo approvato
quel documento con il quale si chiedeva con forza che fosse nominato un Commissario
per la Lucchini e in questo momento credo di poter dire che e' stata una scelta in una
posizione giusta. Quel breve intervento ma molto preciso e direi anche attento e
consapevole del Commissario Nardi, ha dimostrato chiaramente che la nostra e' una
scelta giusta; infatti i contatti che ha gia' cominciato a prendere, che ha annunciato, il fatto
stesso dei contatti con Trenitalia dal quale forse in altre occasioni ci sarebbe stato
sicuramente un no e che invece non vi e' stato questo no ed e' un fatto positivo. E'
evidente che forse si e' perso troppo tempo, e' evidente che se fosse stato nominato
prima, se fosse arrivato prima qualcosa di piu' positivo sarebbe stato sicuramente fatto.
Ecco, io potrei anche concludere e finire qui perche' la nostra e' una posizione che tutti
conoscono. Vorrei pero' dire due pale brevemente cercando di stare nei limiti su quella
che e' anche la mia, ma credo l'opinione di tutti, su questo grave problema che non e' la
prima volta che affrontiamo in questo Consiglio Comunale, e' la prima volta che lo
affrontiamo con una situazione come questa che non si limita solo alla crisi della
siderurgia ma comporta anche una crisi generale. Qualcuno ha detto che il Commissario
ha dei poteri abbastanza limitati, lo sapevamo, sapevamo che non aveva la bacchetta
magica, sapevamo che la situazione della Lucchini e' una situazione drammatica e che
commissariamento vuol dire fallimento. E' evidente che sicuramente verranno prese in
considerazione prioritaria i problemi e gli interessi dei lavoratori. Io credo pero' che
pensare di risolvere la crisi che sta attraversando in questo momento l'industria locale se
prima non risolviamo la crisi che sta attraversando il paese intero sarebbe pura utopia
pensarlo. E' evidente che la crisi della siderurgia e' dovuta da due problemi fondamentali:
uno e' l'immissione sul mercato di prodotti magari di qualita' inferiore ma a prezzi
notevolmente inferiori; secondo, ed e' la piu' grave, e' il crollo dei consumi dell'acciaio. E
quindi se non riprendono i consumi pensare di risolvere la siderurgia non si puo' risolvere
certamente con gli ammortizzatori sociali che sono si' molto importanti ma che non
possono continuare all'infinito, si puo' risolvere solo rilanciando i consumi. Ed e' evidente
che per rilanciare i consumi – e qui si va nel discorso politico – vi porterebbe troppo
lontano pero' in due parole credo che per rilanciare i consumi bisogna cambiare sistema
politico, bisogna cambiare il modo che si e' verificato in questi ultimi anni e non si puo'
parlare per esempio di rilanciare la vendita delle auto se aumentiamo le tasse
automobilistiche. Ecco, con questo credo di avere dato l'idea di quello che deve avvenire
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se vogliamo veramente avere il rilancio. Allo stesso tempo, l'ho gia' detto in questo
Consiglio Comunale, e' moto importante che si vada veramente – mi sembra che ora ci si
stia muovendo in questo senso – verso anche delle soluzioni alternative; il nostro territorio
puo' offrire soluzioni alternative, non certamente di soppiantare l'industria ma perlomeno
di dare un aiuto in situazioni come queste e in situazioni che ci sono stati degli anni che si
possono riverificare di crisi che questo settore puo' avere. Quindi la creazione di
alternative, ma alternative stabili e durature che possano dare una mano sull'occupazione;
e poi credo che il problema principale e fondamentale deve esser quello sopratutto di
salvare l'occupazione. Salvare le industrie e' una tradizione che si trascina da anni, una
realta' con la quale abbiamo sempre vissuto che in questi ultimi anni credo abbia anche
avuto un miglioramento come qualita' e sopratutto come salvaguardia dell'ambiente e'
molto importante, ma io credo che prioritario sia salvare i posti di lavoro. Ecco, quindi
secondo me si deve esser pronti a qualunque evenienza perche' non si puo' continuare a
produrre acciaio se l'acciaio non c'e' e quindi qui concordo con quanto hanno detto che e'
necessario un piano industriale che noi non abbiamo mai avuto e in base a questo
regolare quella che e' l'attivita' che vogliamo impiantare in questo territorio. Sappiamo che
lo Stato per normativa europea non puo' intervenire e quindi anche qui credo che chi lo ha
detto, sono perfettamente d'accordo anche io, si debba risolvere a livello europeo. A
livello europeo il piano industriale la quantita' necessaria nella Comunita' Europea e' molto
importante, se non arriviamo a questo non arriviamo a risolvere la situazione. Io mi fermo
qui; ho cercato di essere limitato al massimo perche' credo che interessanti sono stati gli
interventi che poi noi siamo qui per ascoltare, questo era il mio compito, ma credo che poi
il nostro Sindaco debba avere la possibilita' di avere tutto lo spazio necessario per
informarci e per dire le sue opinioni che poi sono le nostre opinioni. Grazie.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Trotta Angelo Gruppo Misto, il Gruppo Misto parlera', sono due componenti, ogni
componente per 5 minuti, abbiamo accordato... per fare 10 minuti complessivo. Quindi,
Trotta.
Angelo Trotta - Consigliere Gruppo Misto
Sì prometto di fare quanto abbiamo convenuto Signor Presidente. Ringrazio le istituzioni
qua convenute, le aziende e il pubblico e inizio con il dire che la crisi industriale che
continua ormai da anni e' sopratutto crisi di sistemi andati in tilt e questa mattina in questo
consesso, sopratutto i rappresentanti di Lucchini e Arcelor/Mittal hanno detto che e' una
diagnosi infausta e la prognosi altrettanto infausta, a differenza del Gruppo Dalmine il
quale ci ha dato una prospettiva di lungo riposo dicendo che e' una prognosi non quoad
valetudinem ma quoad vitam. Questa e' la situazione, spero che comunque si
ripercuotano e si rovescino entrambi queste due prospettive. La globalizzazione dei
mercati delle merci non ha piu' un suo equivalente nella globalizzazione delle leggi
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nazionali, ed e' stato detto anche in questo consesso, delle regolamentazioni dei costi e
della trasformazione del potere di acquisto che rimangono prettamente localistici. Questo
viene a pesare sopratutto in campo siderurgico dove la filiera produttiva paga dal suo
inizio lo scotto maggiore di queste diversita', basti pensare all'attivita' estrattiva e alla
successiva fase fusoria, quindi durante l'acquisizione e la lavorazione grezza del
materiale delle materie prime. Mentre in epoche precedenti la ricchezza era concentrata
in poche nazioni, oggi la globalizzazione ha permesso una diffusione mondiale delle
attivita' e questa mattina vedi esempio della zincatura con lo stop a livello europeo. Non e'
piu' lo spostamento delle materie prime verso i grandi stabilimenti a guidare le strategie
ma l'inverso, cioe' che costituiscono stabilimenti vicino a materie prime, cio' che accade
spesso anche in concomitanza con una minore spesa di manodopera e di minori controlli.
Ne consegue che laddove e' possibile diminuire le spese di trasformazione primaria, c'e'
la maggior concentrazione di attivita' e tipologia di lavorazione, questo favorisce anche
occupazione e cambiamento dei baricentri di interessi finanziari. Chiaro pero' che si tende
ancora ad essere piu' vicini al cliente se parliamo di prodotto finito, cosi' come si intende
andare verso l'origine dei prodotti quando siamo all'inizio della trasformazione, come
abbiamo visto e sentito quest'oggi. Dentro a questo scenario a spezzarsi con cicli integrali
o comunque al loro netto un ridimensionamento, si inseriscono altri fattori che
determinano la competitivita', il costo, l'energia, come abbiamo sentito anche quest'oggi.
Verso tutto questo si inserisce il contesto Piombino che non e' assolutamente e non
prescinde da una crisi globalizzata, parliamo di attivita' siderurgiche legate a quanto detto
prima e abbiamo sentito, e non di una produzione autoctona ne' (…) legata al territorio
della Val di Cornia. Quindi al di la' dell'impegno encomiabile e positivo che hanno svolto e
svolgono le forze sociali (sindacali e istituzioni pubbliche), c'e' una capacita' a determinare
il futuro che non possa passare solo dalle volonta' locali ma che e' indissolubilmente
legata a decisioni che si prendono anche lontano da noi e abbiamo gia' parlato di Europa.
Se in questo scenario il Governo Nazionale non fa la sua parte non favorisce un
riaffermarsi delle politiche industriali per il nostro paese che ricordiamoci sono il fulcro
della nostra nazione; ovvio che si tende a mantenere il piu' possibile a garantire una forte
occupazione e stabilita' delle produzioni, ma in primis viene la capacita' di fare lavoro,
cioe' senza la quale non ci sono lavoratori e non c'e', come abbiamo detto, investimenti e
trazione di una nazione, forti di una tradizione che abbiamo e con una risorsa secondaria,
dobbiamo mantenere qui a Piombino e non solo il nostro polo industriale per tenere ampia
una filiera produttiva. Grazie.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Italia dei Valori, Mosci Marco.
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Marco Mosci - Presidente Gruppo IDV
Sfruttero' l'intervento per leggere un documento fatto dal partito e parte del tempo per un
ragionamento un po' piu' personale. “Innanzitutto grazie a tutti di aver colto questa
opportunita' per partecipare a questo Consiglio Comunale nel quale sono stati tutti e
saranno affrontati temi di grande interesse per la nostra comunita'. L'Italia dei Valori
ritiene che tutte le forze politiche si debbano adoperare affinche' il caso Piombino non
rimanga confinato entro gli angusti spazi del nostro comprensorio. Posto che le politiche
commerciali organizzative cosi' come le questioni tecniche sono ad appannaggio delle
aziende presenti sul territorio, la politica ha il necessario compito di creare le condizioni
affinche' queste attivita' siano massimamente utili per la collettivita' in termini di benessere
e di ricadute occupazionali nonche' di servizi. Attualmente nella fase di stallo in cui sta
versando il nostro paese e' difficile ipotizzare che i problemi della siderurgia e
dell'industria manifatturiera in genere possano essere risolti soltanto a livello locale;
occorre pertanto una forte mobilizzazione per tutelare un settore che per decenni ha
creato ricchezza e garantito prosperita'. Per questo motivo la nostra voce deve farsi
sentire forte e decisa a livello nazionale, occorre necessariamente mettere le aziende in
condizioni di produrre con costi energetici sostenibili – cosi' come ha accennato anche il
rappresentante della Mittal – dotare il territorio di infrastrutture efficaci, ridurre il cosiddetto
cuneo fiscale per ottenere un abbassamento del costo del lavoro. Per quanto riguarda
Lucchini Severstal e Arcelor/Mittal, l'Italia dei Valori auspica un passaggio di mano e
l'acquisto da parte di nuovi imprenditori che riescano nei limiti del possibile a creare una
sinergia delle economie di scala tali da rendere i due stabilimenti finalmente
complementari. Un cenno doveroso va a tutte le aziende dell'indotto che hanno pagato e
stanno pagando in modo drammatico il prezzo di questa crisi con evidenti conseguenze
negative in termini di occupazione e quindi di benessere. Non possiamo noi arrenderci a
una deindustrializzazione che priverebbe il paese del secondo polo siderurgico. Per
questo motivo l'Italia dei Valori esprime il proprio incoraggiamento ai due gruppi dirigenti,
la propria vicinanza ai lavoratori e tutto il fattivo appoggio a questo Sindaco nelle azioni
che vorra' intraprendere per la tutela di questi lavoratori.”Ora, mi spiace che qui sia
assente, sia momentaneamente assente il Commissario Nardi; io credo che lui abbia
avuto molta ragione, anzi lui avesse freddamente ragione nel dire che lui non doveva
parlare per primo, perche' effettivamente io porro' delle questioni e avrei la voglia che
queste questioni abbiano una risposta, quindi e' chiaro. Io chiedero' al Presidente se
potremo avere un minimo di replica da parte del Commissario, non tanto sul mio
intervento ma un po' sull'intervento di tutti. Faccio un esempio; nel 2001 la Lucchini ha
realizzato due centrali elettriche: una a Trieste e una a Piombino e questo l'hanno fatto
con lo scopo di bruciare il gas incombusto che esce dall'altoforno. Ora che succede? Quel
famoso gas che quando avanza viene visto sfiaccolare dalla ciminiera; e sembrerebbe
che questa azienda che e' stata creata poi dopo la Lucchini l'abbia venduta, l'abbia
venduta a un privato e ha con Lucchini un contratto in scadenza quinquennale da oggi,
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cioe' ancora cinque anni di scadenza. Il Commissario governativo pare che abbia la
facolta' di stracciare ogni contratto in essere delle aziende, cioe' noi vorremo sapere se il
Commissario ha l'intenzione di stracciare il contratto con Elettra, perche' Elettra, cosi'
come le altre aziende del territorio, hanno delle persone che lavorano e delle famiglie che
ci sono dietro. Quindi noi vorremmo avere la possibilita' di avere una risposta su quelle
che sono le intenzioni sul futuro dell'indotto; faccio l'esempio di Elettra perche' e' un
esempio calzante. C'e' un contratto in essere, chiaramente la volonta' di non bruciare i
gas incombusti, di non bruciare in atmosfera e quindi farli bruciare in un'azienda che
produce corrente elettrica e contemporaneamente riduce la CO2 in quanto ha
chiaramente dei filtri che se noi bruciamo alla fine della ciminiera chiaramente non ci
sono, sarebbe una cosa interessante anche per il futuro di questi ragazzi perche'
sembrerebbe che oggi a febbraio una decisione presa a maggio li spiazzerebbe anche e
magari avrebbero anche il tempo, se Dio volesse, di cercare un'altra alternativa visto che
l'eventuale chiusura del contratto porterebbe alla chiusura della fabbrica stessa. Dicevo,
secondo me Nardi ha freddamente ragione nel dire che lui non puo' rappresentare ne' le
banche ne' i sindacati: effettivamente lui rappresenta chiaramente in parte il tribunale e in
parte il Governo, un Governo che lo ha nominato. Io credo freddamente che, vista la
situazione non soltanto locale ma anche quella internazionale, vista la situazione
economica di questa fabbrica sia quasi impossibile trovare un acquirente privato; noi
possiamo augurarcelo, possiamo fare quello che vogliamo, qui la domanda da farsi e' una
sola: lo Stato Italiano ha deciso che la siderurgia e' strategica si' o no? Se la risposta e' no
tutto quello che facciamo e' tempo perso; se la risposta e' si' dobbiamo trovare una
soluzione, perche' perdere gli stabilimenti di Piombino e di Taranto ci mette nel III Mondo
del futuro, perche' la siderurgia abbandonarla significa non riprenderla piu'! Quindi, quello
che io chiedo al Commissario, perche' il Commissario non soltanto rappresenta il tribunale
ma rappresenta anche me e rappresenta anche le famiglie di questo territorio, e' che si
faccia carico di parlare con il Governo e di fargli capire non soltanto l'importanza
economica e fredda del conto mensile, ma l'importanza nel futuro dell'esistenza di una
siderurgica, perche' – ora mi scoccia fare un esempio che puo' esser pensato come
campagna elettorale – se il Governo e' riuscito diciamo a bypassare l'impossibilita' di
prestare soldi al Monte dei Paschi. Puo' anche bypassare l'impossibilita' di prestare soldi
alla Lucchini! Cioe' non sono due situazioni diverse sulla carta pero' diversa e' la
soluzione, si e' trovato il modo di fare un prestito al Monte dei Paschi con interessi molto
alti che molti pensano debbano essere restituiti. Il Governo puo' fare la stessa cosa con la
Lucchini! Puo' fare un prestito con interessi molto alti sperando che vengano restituiti ma
che permette di ripartire a questa fabbrica. Quindi, noi vogliamo che la siderurgia sia
considerata un settore strategico per lo Stato Italiano! Quindi, se lo Stato Italiano e'
impossibilitato a farlo perche' glielo impedisce l'Europa, vogliamo che lo Stato Italiano si
faccia carico di andare in Europa e far si' che la siderurgia rimanga un settore strategico,
un settore che non puo' essere in alcun modo abbandonato. Grazie.
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Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Prima di dare la parola a Pazzaglia, rappresentante del Popolo della Liberta', Presidente
di gruppo, vorrei ricordare che la gestione dei lavori di questa mattina e' stata fatta in
accordo con i presidenti dei gruppi, quindi anche la scaletta degli interventi e anche il
momento di intervenire, mi dispiace ma non accolgo l'indicazione, la richiesta fatta dal
Capogruppo dell'Italia dei Valori. Quindi la parola a Pazzaglia per il Popolo della Liberta'.
Federico Pazzaglia - Presidente Gruppo PDL
Buongiorno a tutti, buongiorno a i rappresentanti delle istituzioni, buongiorno ai
rappresentanti delle aziende che sono intervenuti, ai rappresentanti dei sindacati e delle
associazioni di categoria e buongiorno anche a tutti gli spettatori, cittadini di Piombino,
che hanno sentito l'esigenza di essere presenti a questo Consiglio. Io vorrei partire dalla
storia di questo Consiglio. Un Consiglio che e' stato voluto fortemente dalle minoranze di
questo Consiglio che aveva richiesto con uno scopo ben preciso, cioe' quello di portare
all'interno dell'istituzione cittadina la problematica principale, purtroppo allo stato attuale di
questa citta', e cioe' il problema della crisi del settore siderurgico. E questo e' stato fatto
ben prima che ci fosse poi lo sviluppo e la nomina del Commissario straordinario alla
Lucchini. Perche' riteniamo che pur nella consapevolezza che questo Consiglio purtroppo
oggi non possa risolvere nessuno dei problemi che affliggono la siderurgia a Piombino,
pero' ora in questa consapevolezza, riteniamo che questo problema debba essere portato
all'interno delle istituzioni cittadine. Questo non vuol togliere niente all'attivita' della quale
abbiamo piu' volte riconosciuto l'importanza svolta dal Sindaco, ma essendo il Consiglio
Comunale l'Istituzione rappresentativa della citta', riteniamo che questo problema debba
sempre rimanere all'interno di questo contesto. E alla base di questo ragionamento quindi
abbiamo ritenuto che – e anche di questo ringraziamo – i rappresentanti delle aziende
sono intervenuti in modo assolutamente importante per esporre la situazione e quindi
mettere a conoscenza la citta' di quelle che sono le problematiche che affliggono il
comparto siderurgico. Credo che questo sia coerente e vada nella direzione di quello che
ha detto il Commissario Dott. Nardi quando ha parlato che da qui... quando nel suo
intervento ha messo in evidenza che da questa crisi si puo' uscire soltanto con l'apporto di
tutti. Beh, noi coerentemente con questo vogliamo dare il nostro, per quello che possiamo
fare, contributo e quindi credo che questo Consiglio vada in questa direzione. Ma credo
che la soluzione sia ben piu' difficile, ben piu' complessa perche' sempre l'intervento del
Dott. Nardi che ho seguito con estrema attenzione, ha messo in evidenza che la crisi e'
duplice, e' una crisi strutturale legata al mercato, una crisi congiunturale. Be', io sono
senz'altro d'accordo con questa lettura ma credo che oggi questi due aspetti possano
essere sostanzialmente unificati, cioe' una grande crisi che va a rappresentare sia gli
elementi della crisi strutturale, sia gli elementi della crisi congiunturale. E purtroppo questa
crisi non e' una crisi ne' del settore di Piombino ne' del settore italiano ma e' una crisi a
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livello mondiale, purtroppo una crisi per la soluzione della quale non si e' ancora
individuata una ricetta, una ricetta dolorosa, una ricetta difficile pero' credo che siamo
ancora allo studio di quelle che sono le possibili soluzioni. Credo che si sia parlato di un
problema che, come ha detto anche il Presidente della Provincia Dott. Kutufa', quando
parla che per la soluzione di questo problema ci vuole l'Europa. Pero' io mi pongo una
domanda: ma quale Europa? Quale Europa? Cioe', un'Europa che in qualche maniera
tenga conto di quelle che sono le problematiche di tutti i settori e intervenga in questo
senso, oppure un Europa che oggi e' abbastanza distante da quelli che sono i problemi
degli stati e poi dei cittadini, quindi un Europa che forse va anche un pochino ripensata in
quella che e' la sua attivita', perche' ad oggi questa istituzione e' un'istituzione abbastanza
lontana da quelle che sono le problematiche degli stati che la compongono. Io credo che
oggi si debba anche riflettere su quelli che sono i problemi di un mercato mondiale che va
a velocita' molto diverse, mercato mondiale dove in una parte del mondo si produce a
costi estremamente piu' bassi ma non perche' si e' piu' bravi, ma non perche' si e' piu'
tecnologicamente piu' avanzati ma perche' non si garantisce l'ambiente, non si garantisce
il lavoro, non si garantisce i singoli lavoratori, mentre qua noi giustamente siamo attenti a
questi aspetti, ripeto, giustamente alla tutela dei lavoratori, alla tutela dell'ambiente e
quindi a produrre in un certo modo e chiaramente questo ha dei costi e che mettono fuori
concorrenza rispetto a parti del mondo dove non si tiene assolutamente conto di questo e
quindi si produce a costi estremamente inferiori, non e' che sono piu' bravi! Non e' che
sono piu' bravi, chiaramente hanno un costo estremamente piu' basso per questo
problema, ecco allora dove forse l'Europa potrebbe e – scusatemi – dovrebbe intervenire;
dovrebbe intervenire in modo tale che i prodotti per poter essere sullo stesso mercato
dovrebbero far vedere che sono stati prodotti che le stesse garanzie, perche' altrimenti e'
come una partita di calcio che si gioca con una squadra che puo' utilizzare solo i piedi e
quell'altra puo' utilizzare i piedi, le mani e magari sono anche il doppio in campo, non e'
che son piu' bravi se vincono, combattono e giocano con regole diverse . Quindi, l'Europa
dovrebbe intervenire in questo senso a mio avviso, e siccome dell'Europa fa parte il
nostro Stato, credo che chi si assumera' la responsabilita' di governare prossimamente il
nostro paese, dovrebbe valutare quella che e' la situazione che viviamo oggi nel nostro
paese in Italia e portare queste istanze a livello superiore, allora su questo sono d'accordo
che ci vuole l'Europa, pero' credo che l'Europa dovrebbe fare questo tipo di ragionamento.
L'immagine che mi ha fatto piu' impressione, quella sempre evocata dal Dott. Nardi e cioe'
che Piombino oggi e' un soggetto vitale al quale sono state tagliate prima le braccia, poi le
gambe e che e' rimasto solo il cuore; beh, credo che questa sia un'immagine
estremamente significativa e estremamente grave, anche perche' in questo soggetto – e
vado a concludere Presidente – cosi' vitale noi riconosciamo e vediamo un'intera citta':
cittadini, industrie e piccole imprese. E allora io cerco di dare un segnale positivo e cioe'
raccogliendo l'invito che ha fatto il Dott. Nardi e cioe' che ci deve essere l'apporto di tutti e
noi diamo questo apporto, io credo che l'obiettivo deve essere quello di identificare
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Piombino con l'acciaio, con il comparto siderurgico, e quindi cercare di salvare e di
rilanciare l'acciaio e il comparto siderurgico a Piombino equivale proprio nel voler salvare
Piombino. Quindi diamoci da fare e cerchiamo tutti, tutte le istituzioni che sono qua
presenti, di fissarci questo obiettivo e di lavorare per raggiungerlo. Grazie.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Per Rifondazione Comunista, Checcoli.
Torrino Checcoli - Presidente Gruppo PRC
Un saluto a tutti i presenti come è di pragmatica. “Sono qui per ascoltare”, ha esordito il
Dott. Nardi, segno di grande disponibilita', fonte di profonda preoccupazione, “Sono qui
per ascoltare”. Io sono venuto qui per ascoltare, i cittadini sono venuti qui per ascoltare, i
lavoratori sono venuti qui per ascoltare coloro che sono in grado di capire, di sapere, di
vedere cosa c'e' dietro a tutta questa situazione e quali sono le possibilita'. Io ho poco da
dire, credo poco abbiano da dire i lavoratori se non che probabilmente qualche interesse
al di sopra di tutto ormai evidentemente, se ci fosse stato bisogno – e gli ultimi
avvenimenti lo hanno dimostrato – c'e' un disegno, un modo di vedere l'economia che
ormai ha superato ogni tipo di concezione del lavoro al centro della realta' e della vita
sociale degli esseri umani, ma ha trasformato tutto in una questione finanziaria ed
economica, questo e' il concetto centrale. Qualcuno che ha pagato con la vita soleva dire:
“Restiamo umani”, solo i lavoratori sono restati umani, i mercati, la finanza da molto non e'
piu' umana. Allora tutti questi discorsi che stiamo facendo e che abbiamo fatto qui
stamattina, l'impegno dell'Europa, tutti impegnati, dichiarazione della nostra zona come
crisi complessa, cioe' tutti questi artifici che servono, servono certo perche' poi nelle
istituzioni si vive di questo, si vive di progetti, di leggi, di sistemi. Ma alla fine di tutto e'
necessario riconoscere il fallimento totale di quella che e' la politica direi mondiale rispetto
al mondo del lavoro, che e' quella del mercato libero, selvaggio e indipendente e
intoccabile; c'e' un'accettazione totale da parte di tutti, e soprattutto dell'Istituzione, di
questa realta' ineluttabile, c'e' il mercato! Il mercato punisce o premia a seconda
semplicemente di quanto il denaro rende. Questo e' drammatico! Cioe' vuol dire che non
esiste piu' nessun tipo di concetto umano rispetto al lavoro. E allora chi parla poi di lavoro
al centro si sta semplicemente sciacquando la bocca! Cosi' come quando si continua a
dire che l'unica soluzione e' trovare un acquirente. Ora siamo passati a una qualificazione
migliore di questa cosa, non e' piu' chiunque sia i fondi ecc. ma timidamente cominciamo
a dire che forse deve esse' qualcuno che di quel mestiere si intende, che quel mestiere fa,
ma siamo sempre li'! Cioe', ci deve esse' qualcuno che compra indipendentemente ogni
tipo di controllo e che deve dare garanzie. Cosa vuol dire che deve dare garanzie? Viene
qui e fa come ha fatto Lucchini a suo tempo: “Do le garanzie di prendere tutto quello che
posso prendere e poi sputo – come si dice noi – le bucce come i polpi”, questo e' stato
fatto da tempo. Allora non e' nemmeno sufficiente dire se lo Stato Italiano ha deciso che la
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siderurgia e' importante o no per la nostra economia, ma e' importante dire se vogliamo e
come vogliamo che il nostro paese non si trasformi semplicemente in un paese dove
magari la siderurgia lo Stato ha deciso che e' importante, ma come? Come Taranto, dove
ci siamo accorti dopo tutti questi anni e mettiamo i lavoratori di fronte al dilemma di far
morire i figli di fame o di cancro. E' questa la siderurgia? Cioe' lo Stato deve decidere la
siderurgia fatta in questo modo? Oppure decide che non e' fatta in questo modo e quindi
la siderurgia no e il nostro diventa un paese pizza, spaghetti e mandolini? Quindi paese o
di servilismo nei confronti del turismo straniero oppure terra di migrazione come una
volta? Non puo' essere cosi', deve essere semplicemente una cosa diversa! Cominciamo
a farle le proposte vere, assumiamoci la responsabilita' di queste cose! Perche' tutte le
altre proposte sono sempre e soltanto in nome dell'ossequio del mercato! Ce lo ha
dimostrato il Monte dei Paschi di Siena al quale facciamo un prestito oneroso,
tremendamente oneroso, come se questo ci tranquillizzasse! Tremendamente oneroso
vorra' dire che quando sara' risolto il problema del Monte dei Paschi sperando che chi
deve pagare paghi, gli unici che pagheranno davvero saranno i lavoratori che
chiederanno i mutui, perche' si vedranno poi sicuramente caricati di questi prezzi, e quindi
non sara' una soluzione. Quando avremo risolto lo scandalo di stamani rispetto alla piu'
nostra grossa industria, arresti dei vertici per corruzione ecc.,; ecco, allora rispetto a
questo dobbiamo prendere una decisione precisa e assumerci la responsabilita'! Lo Stato
non puo' piu' permettere che il destino dei propri cittadini, del proprio popolo dipende
esclusivamente dai quattro/cinque finanzieri a livello mondiale che decidono tutto questo.
L'Europa? Siamo tutti europeisti, ma l'Europa deve essere l'Europa, quando sara'
l'Europa, ma non si puo' continuare a prendere in giro la gente dicendo: “L'Europa non ce
lo permette”. Altri paesi in Europa se l'Europa non glielo permette, non sacrificano la
propria popolazione ma assumono un minimo di dignita' nazionale, e allora anche noi
dovremo far questo, l'Europa se e' l'Europa! Ma se l'Europa e' qualcosa che non si
capisce cosa sia e i singoli paesi, in particolare l'Italia, devono pagare per l'Europa, forse
davvero va rivista la cosa, ma rivista davvero non soltanto quando se ne parla in queste
basi e in queste situazioni. Allora io credo sia indispensabile non il fatto che si trovi un
compratore, non il fatto che si trovi il sistema di dare i soldi alla Lucchini perche' possa
ripartire, perche' questo e' un discorso vecchio! Soldi regalati a imprenditori che poi alla
fine decideranno di fare cosa gli pare e spostare, come abbiamo visto nelle nostre
industrie che sono sempre state il fiore all'occhiello nazionale. La Magona io ricordo che
prima di caricare una nave pretendeva che avesse gia' in banca il bonifico fatto prima di
caricarla, oggi probabilmente, mah, prima carica, poi la manda la roba e poi si vede, e'
cambiata una situazione. Il Dott. Nardi ha detto fra le altre cose che a Piombino, a detta
degli esperti, siamo riconosciuti come andare nell'indirizzo giusto, di avere una
produzione qualitativamente importante, e allora qual e' il problema? Siamo di fronte a
un'azienda che produce bene, produce di qualita', ha le possibilita', ha una situazione
anche morfologica diciamo per il porto ecc., ottima, pero' e' fallita! C'e' qualcosa che non
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funziona. Cioe', io lavoro bene, produco bene, faccio un prodotto di qualita' ma fallisco, e'
evidente che c'e' qualcosa che non funziona, c'e' che non e' piu' legata l'economia alla
manifatturieta' ma semplicemente alla finanza, e allora e' qui che deve tenervi il pubblico,
ma non per regalare i soldi dei lavoratori al primo industriale che dice: “Ti do le garanzie
di prendere i soldi” e poi anda' dove mi pare a me, ma deve3 intervenire in prima persona!
Non c'e' niente di strano o di sconvolgente nel fatto che i soldi che ti do devono
corrispondere a un mio interesse preciso come Stato in quella azienda in cui io metto dei
soldi; non si capisce perche'' un privato che lo fa per il solo proprio interesse, come si
vede nelle bollette dell'acqua che anche quelle non riusciamo a risolvere, ci debba
mettere il profitto per forza per legge e che tutti diciamo e' giusto ci mette i soldi. Perche'
lo Stato no? Perche' lo Stato non deve condizionare con il denaro di tutti – perche' di
questo si tratta – anche lo svolgimento economico poi di quell'azione? La sicurezza del
radicamento sul territorio? Allora e' questa la soluzione, semplicemente; capire che uno
Stato deve tutelare i propri cittadini! Questo non vuol dire di essere statalizzanti, ne' fare
piani quinquennali, ne' essere bolscevichi, vuol dire tutelare i cittadini! Vuol dire rimanere
umani! Vuol dire legare l'esistenza e i destini dei lavoratori a quello che fanno e non allo
spostamento di denaro che qualche bel cervello a livello internazionale decide, senno'
saremmo in questa assurdita', che un'azienda che produce e produce bene deve trovare
la possibilita' forse, forse, di fornire le rotaie a un'azienda come Le Ferrovie. – ora S.p.A.,
va be' d'accordo – cioe', deve trovare la possibilita', ci diranno di no! Forse non ci hanno
detto ancora di no! Produco rotaie buone, fatte bene non so se le posso dare all'azienda
che in Italia fa le ferrovie ecc.; e' un'assurdita' totale! E mi sembra incredibile che si
continui a ragionare in questo senso sperando soltanto che venga il salvatore che
prendera' ancora una volta i nostri soldi fregandosene allegramente dei lavoratori e dei
loro destini.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Allora, ancora per il Gruppo Misto, Gelichi, 5 minuti.
Riccardo Gelichi – Consigliere Gruppo Misto
Buongiorno. Io ho apprezzato molto gli interventi del Commissario Nardi e di Nannipieri, in
quanto sono stati interventi estremamente privi di retorica, molto chiari, estremamente
chiari, questo e' un momento in cui e' molto importante avere la chiarezza della
situazione. La fotografia ce l'abbiamo credo stamani, ma ce l'avevamo anche prima di
stamani; e' una fotografia drammatica ma molto chiara rispetto anche a come possiamo
giocare le partite nel futuro e quali sono i ruoli che ci possiamo inserire all'interno di
queste partite. E' stata evocata l'Europa rispetto alla crisi siderurgica quindi questo mi
connota tutta la complessita' e' la vastita' del problema. Ricordo che la crisi comunque e'
una crisi che parte dal 2008 e ha avuto una sua graduale ma inesorabile ascesa ed e' una
crisi che ha delle prospettive molto incerte di sviluppo che io ritengo saranno piu' chiare
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soltanto quando ci saranno dei piani industriali e quando ci saranno dei piani tecnici
industriali, a quel punto avremo una situazione piu' chiara per quanto riguarda la
siderurgia. Qui e' stato anche accennato molto spesso e in maniera insistente anche
rispetto agli aiuti statali e su questo aspetto qualche dubbio bisogna porlo, perche' noi
abbiamo parlato dell'accelerazione delle bonifiche, io ricordo che sono circa 150 milioni –
vado un po' a spanna ma insomma si parla di queste cifre. Abbiamo parlato della
necessita' di accelerare la 398 fino al porto, si parla ancora di 150 milioni; parliamo di
ammortizzatori sociali che gia' sono in atto, sia per quanto riguarda il comparto
siderurgico, c'e' la richiesta appunto per l'indotto anche di questi ammortizzatori sociali, si
parla di sostenere i costi anche per l'energia per quanto riguarda appunto il problema
della Magona. Io credo che anche su questa partita dovremo individuare delle priorita'. Io
non so quanto il Governo, il prossimo Governo, riuscira' a dare risposte continuative
rispetto a tutte queste richieste che vengono dai territori, questo e' l'altro punto focale di
cui la politica si dovrebbe occupare, perche' comunque la politica su questo aspetto deve
svolgere un ruolo importante, perche' deve essere il pungolo e lo stimolo che pone
sempre alta l'attenzione alla soluzione eventuale di questi problemi cui ci veniamo a
trovare oggi. Si e' parlato di diversificazione e questo e' un tema molto importante; questo
territorio ha in questo momento la necessita' di correre, perche' se abbiamo delle
prospettive di lungo respiro dove appunto si cerca di prendere tempo, cioe' quello che
abbiamo sentito stamani e' la necessita' di prendere tempo e quindi si parla di una
prospettiva di lungo respiro ma questo territorio non puo' aspettare perche' e' un territorio
che vede gia' oggi delle problematiche occupazionali ma anche di un degrado socioculturale evidente, e anche questo e' in continua progressione, che ha la necessita' di
risposte immediate. Questo lo si puo' fare con dei progetti chiari; cioe', ben venga
l'insediamento dentro le aree di crisi complessa di questo territorio, ma io penso, come ha
detto anche lo stesso Simoncini, che questi debbono essere accompagnati da dei progetti
ben precisi, questo progetti ben precisi ad oggi non li conosciamo. Cioe', non si sa quali
sono gli orientamenti di diversificazione che questo territorio puo' intraprendere e quali
sono quelli che puo' intraprendere nel breve e brevissimo periodo, questo credo sia il
punto nodale su cui ci dobbiamo confrontare e credo che la politica qui debba dare un
contributo unanime rispetto alla soluzione di questi problemi. I problemi sono di natura
sicuramente sovra comunale, questo e' ovvio, ripeto si parlava di Europa ma chiaramente
la politica in questo caso deve dire la sua e la deve dire con forza cercando pero' di
essere molto pragmatica e non retorica, cioe' questo e' fondamentale, cioe'
abbandoniamo la politicizzazione dell'argomento in forma puramente retorica e
propagandistica e cerchiamo di affrontare i problemi in maniera seria, razionale e
pragmatica come questo territorio necessita in maniera veramente urgente. Grazie.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Coppola Unione di Centro.
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Luigi Coppola - Presidente Gruppo UDC
Buongiorno a tutti. Oggi siamo riuniti in questo Consiglio per tentare di capire quale sara' il
futuro dell'industria di questo territorio; non siamo qui per fare demagogia spicciola oppure
perche' siamo in periodo elettorale e si vuole dare un orientamento, non e' questo il modo
di porre le questioni, e credo che se qualcuno ha tentato di farlo in questo consesso, ha
sbagliato, perche' qui si sta parlando di un territorio che ha delle problematiche serie, un
territorio che sta rischiando la propria sopravvivenza. L'industria e' parte integrante della
nostra storia e della nostra cultura, pero', diciamolo, dalle partecipazioni statali in poi
quando i soldi arrivavano in modo anche abbastanza imponente e venivano spesi male,
non abbiamo piu' avuto la forza di ricostruire un percorso virtuoso della siderurgia locale,
e questo ci ha portato alla situazione attuale. Abbiamo vissuto la difficolta' del 1993, quindi
l'ingresso del privato, che e' stato un privato a tutti gli effetti, ha sostenuto politiche da
privato, legittime, con il contributo dello Stato, un oneroso contributo dello Stato! Un
contributo che ha pesato su tutti i cittadini e da quel momento in poi si e' continuato a far
pesare le scelte industriali di questo paese sui cittadini ma non in modo produttivo
perche' si permetteva che ci fosse l'intervento del privato, a suo immagine o somiglianza,
con la garanzia che lo Stato interveniva, perche' le casse integrazioni sono soldi pubblici e
sono soldi che vanno si' ai lavoratori ma spesso e volentieri tutelano anche gli
imprenditori, soprattutto quando si tratta di grandi imprenditori, si tratta di multinazionali,
oppure si tratta di imprenditori italiani che di fatto in certi frangenti si sono comportati
peggio degli imprenditori che vengono dall'estero, quelli che vengono da paesi a noi poco
conosciuti. Quindi che saremmo arrivati a questo punto era inevitabile; oggi abbiamo il
Commissario ma il Commissario e' stato chiaro, non e' che ci siano soluzioni a breve
termine. Di fatto l'Amministrazione straordinaria e' l'anticamera del fallimento di un
processo politico e sopratutto un processo industriale, questa e' la verita', pero' crediamo
che forse sia stato il momento migliore perche' se fosse continuata quella strategia voluta
dal precedente Consiglio di Amministrazione forse credo che oggi saremmo allo stesso
punto ma mancherebbe quella fiammella di speranza che credo non vada assolutamente
spenta. Pero' una cosa dobbiamo dircela, serve un patto per questo territorio, un patto
chiaro. Se noi pensiamo di poter ricostruire un percorso economico/industriale/virtuoso
mantenendo allo stato attuale tutta la produzione cosi' come e' da quarant'anni a questa
parte, credo che andremo poco lontano. Dobbiamo metterci a tavolino e discutere in
modo serio quali possono essere le prospettive per mantenere la sinergia su questo
territorio; se vogliamo mantenerla! Perche' nel caso in cui si decida che ci sia una
soluzione diversa, bene, tentiamo di trovare quegli strumenti che a mio avviso non ci
sono, ma in certi momenti sperare e tentare l'impossibile e' una battaglia difficile ma
sempre plausibile se si fa con l'onesta' delle persone che ci credono veramente. Io credo
che dobbiamo fare questa riflessione in modo serio, importante e definitivo, metterci a un
tavolino e chiarire quello che e' possibile fare. C'e' molto poco tempo e pochissime cose
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da poter fare, perche' l'anticamera di una soluzione drammatica, che pero' manterrebbe la
produzione industriale su questo territorio, e' la fine della siderurgia su questo territorio,
quindi dobbiamo viaggiare con questa ottica che ci accompagna per tutti i percorsi che
intraprenderemo. So che e' difficile mettere in dubbio anche l'attuale sistema produttivo
del territorio che e' impostato su certe rigide tradizioni, pero' sappiamo anche bene quali
sono i costi per il mantenimento, qual e' il processo industriale che ci porta al
mantenimento di questo tipo di produzione, se avessimo al momento qualcuno disponibile
a intervenire economicamente che dicesse: “Vengo, investo i soldi, “Cerco anche di
trovare una soluzione a quelle che sono le difficolta' finanziarie e i debiti pregressi”” io
credo che tutti saremmo contenti, lo abbracceremmo e credo che gli potremmo fare un
monumento nella piazza principale della citta'. Purtroppo non e' cosi' e credo sia difficile
questo accada, perche' se ci giriamo intorno vediamo che in tanti continenti purtroppo
aziende simili alla nostra chiudono! Non c'e' una riconversione, non c'e' una
ristrutturazione bensi' la chiusura. Io capisco chi crede nella nazionalizzazione, di fatto e'
una nostra cultura perche' diciamocelo, abbiamo vissuto noi con le aziende pubbliche,
abbiamo creato il boom economico in questo paese ma il mondo e' cambiato, oggi i
giornali cartacei li leggiamo per comodita' ma di fatto e' piu' semplice avere i giornali on
line con la password e quindi qualcosa e' avvenuto, non c'e' piu' la figura tradizionale
dell'imprenditore come era un tempo e del lavoratore, prima c'era la produzione, il
profitto, c'era una divisione netta fra quello che andava nei costi di produzione, quello che
andava al lavoratore, oggi invece purtroppo questo meccanismo si e' interrotto perche' c'e'
la finanza e la finanza e' un qualcosa di diverso che e' difficile anche da poter
contestualizzare rispetto a quello che e' il sistema economico di un'azienda quotata in
borsa, un'azienda che si pone come antagonista di realta' produttive simili in altre parti del
mondo, e' tutto piu' difficile. Un tempo ricordo quando c'era la crisi - ricordo la Magona per
fare un esempio – momenti di crisi, c'era all'epoca l'Amministratore Delegato che aveva la
capacita' di avere riferimenti, amicizie ecc., aumentava la produzione, trovava acquirenti
nel nostro paese che gli permettevano di poter mantenere il mercato, oggi non e' piu'
cosi', ormai avviene tutto con un click, una mail, un messaggio ecc., i costi sono troppo
elevati quindi non si vende; perche'? Perche' nell'arco di u decimo di secondo qualcuno
ha fatto un'offerta migliore della nostra. Se non comprendiamo che questo e' il nuovo
sistema, difficilmente potremo mantenere l'acciaio su questo territorio. Quindi credo che
debba essere fatto uno sforzo collettivo da dei lavoratori, da parte dell'azienda, da parte
delle organizzazioni di categoria, da parte di tutta la societa' civile locale, per capire quali
possono essere le proposte per mantenere in vita la siderurgia sul territorio. Abbiamo
parlato di logistica tempo fa per salvare le problematiche che in quel momento colpivano
direttamente la Dalmine, una logistica morta e sepolta, tale fu la discussione, tale fu la
proposta, tale e' rimasta la soluzione, ma di fatto pero' non siamo arrivati ad una
conclusione rispetto a quel piano che vedeva protagonista un settore, pur se piccolo, ma
importante del nostro territorio quale la Tenaris/Dalmine che poteva essere un volano per
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lo sviluppo anche delle altre realta' industriali. C'e' la situazione della centrale E.N.E.L. E
quindi abbiamo anche problematiche diverse che non troviamo soluzione e che ancora di
piu' pesano su questo territorio, e poi c'e' un dato assoluto: non c'e' una lira, le casse dello
Stato sono pressoche' vuote. Ci sono centinaia di vertenze simili alla nostra su questo
territorio; la cassa integrazione ormai ha la coperta corta perche' i cassaintegrati in Italia
sono ormai diventati una cifra allucinante e quindi i nostri cassintegrati che noi vorremmo
tutelare, perche' sono parte integrante nel nostro territorio, purtroppo fanno parte di quella
macro area di cassintegrati a livello nazionale che difficilmente possono essere garantiti
come noi vorremmo, questa e' la realta' dei fatti. Quindi credo che da oggi debba partire
una soluzione precisa, quella non soluzione per l'azienda, soluzione per quelli che sono i
rapporti che dovremo creare su questo territorio per avere un obiettivo a breve termine,
perche' fra sei mesi – anzi meno, cinque/sei mesi – qualche risposta dovra' venire senno'
credo che poi fisiologicamente anche se non in tempi brevi pero' sapete bene qual e' il
passo successivo che un Commissario di fatto deve portare a termine. Quindi credo che
per evitare che il Dott. Nardi non per sua responsabilita' ovviamente ma che debba
intraprendere quell'atto definitivo, noi abbiamo alcuni mesi per poter decidere il futuro di
questo territorio, lasciamo perdere le elezioni ed i governi che verranno, son passati tanti
di governi in questo paese, di colori diversi, ma se siamo arrivati ad oggi credo che la
responsabilita' sia piu' generale, ed e' difficile pensare che un certo tipo di9 impostazione
possa trovare una soluzione. Io credo che questo territorio ha la forza per dare
prospettiva! E' ovvio che poi ci dovra' essere la componente del Governo che dovra'
garantire alcuni passaggi, fino all'Europa! Ma se noi non siamo capaci di decidere e di
capire quali possono essere le soluzioni cercando di continuare a garantire tutto e tutti
difficilmente troveremo la possibilita' di uscire da questa crisi. Pertanto, finisco. Il mio e' un
appello: facciamo un esame di coscienza, vediamo cosa si puo' salvare, e' chiaro che in
questa situazione non si puo' salvare tutto altrimenti il rischio e' che si perda tutto. Grazie.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Fabiani per il Partito Democratico.
Valerio Fabiani – Consigliere PD
Buongiorno a tutti. Anch'io mi unisco ai saluti e ai ringraziamenti che sono gia' stati fatti
qui, alle organizzazioni sindacali presenti, alle associazioni di categoria, ai rappresentanti
delle istituzioni. Faccio anch'io gli auguri al Commissario Nardi per il duro lavoro che lo
attende ma anche al nuovo responsabile per Piombino di Tenaris/Dalmine che stamani
abbiamo avuto piacere di ascoltare per la prima volta, avremo modo di conoscerci meglio
sicuramente nelle prossime settimane, nei prossimi mesi. Io sono parzialmente d'accordo
con le ultime cose che diceva il Consigliere Coppola, nel senso che a me pare invece
piuttosto evidente che questa mattina sia emersa una maggiore attenzione, siano emerse
maggiori aspettative piu' legate all'esito delle elezioni politiche che non al tentativo di
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individuare l'acquirente o il nuovo soggetto industriale. Questo lo dico perche'? Perche'
forse – e questo credo sia un fatto positivo diciamo – e' piu' diffusa di quanto pensassimo
la consapevolezza della gravita' della situazione che stiamo attraversando. E penso che
diciamo io sono d'accordissimo invece anche con lui nel tenere fuori da queste porte la
campagna elettorale, ma credo che queste aspettative siano del tutto fondate! In fondo
penso che ciascuno di noi al di la' della collocazione politica appunto di ciascuno, sappia
bene invece che questo paese e l'Europa hanno davvero bisogno di un'inversione di
tendenza, di un segnale di discontinuita' rispetto almeno un decennio di politiche
economiche industriali – se vogliamo definirle cosi' – fallimentare. Ecco, parto da qui
perche' io ho l'impressione che i problemi che noi stiamo vivendo anche su questo
territorio, in questa realta', prima di tutto ci costringono a fare i conti con due problemi di
natura generale che evidentemente pesano anche sul nostro territorio e sulla nostra
vicenda locale. Il primo, lo hanno detto in molti quindi non mi ci voglio soffermare piu' di
tanto anche perche' e' tardi, e' la assoluta assenza di un quadro certo e adeguato di
politiche industriali, perche', se ci si vogliono dire le cose come stanno, un questo paese
salvo il forte ma purtroppo fallito tentativo di Pierluigi Bersani, Ministro dello Sviluppo
Economico Industria 2015 che pero' fu svuotato di copertura finanziaria dal Governo
immediatamente successivo e che noi riproponiamo come industria 2020, e' dai tempi
delle politiche legate alle partecipazioni statali che questo paese non ha un'adeguata
politica industriale. E poi il secondo problema, anche qui di natura generale ma che noi
abbiamo pagato molto, molto; negli anni in cui il mercato tirava e cioe' fino al diciamo il
periodo immediatamente precedente all'esplodere della crisi diciamo nella sua versione
finanziaria con il crollo della Lehman ecc., ecc., qua, anche qua si sono prodotti flussi di
cassa importanti che in tutta evidenza purtroppo non si sono trasformati, tradotti in
investimenti produttivi, in investimenti nella produzione del ciclo produttivo in termini di
innovazione tecnologica, di modernizzazione e di maggiore competitivita' dei prodotti,
tanto meno diciamo in investimenti nel lavoro, nel personale in termini di formazione, di
salato ecc., ecc. E cioe' qui noi siamo stati messi di fronte a proprieta' che salvo diciamo
l'eccezione di quel tentativo mi pare del 2007 con quel piano industriale che fu il frutto di
uno estenuante confronto con le istituzioni locali, con le organizzazioni sindacali che
riusciva a tenere insieme le due esigenze che avevamo: quello diciamo di un
consolidamento della produzione locale alzando i livelli di qualita' verticalizzando ma
anche quello di alzare le prestazioni ambientali delle nostre produzioni, salvo quel
tentativo, quel piano industriale che la crisi spazzo' via qualche mese dopo, quello che e'
successo e' sotto gli occhi di tutti. Allora, se, come dire, questo e' vero, io vorrei diciamo
fare una sottolineatura. Io sono contento della discussione che abbiamo fatto anche
stamani qui, cosi' come – lo ricordava anche Amerini all'inizio – le diverse discussioni che
qui ci sono state, la gestione anche unitaria da parte delle forze politiche di questa
vicenda e di questa discussione pero', come dire, la siderurgia si difende tutti i giorni a
tutte le ore del giorno e io mi ricordo bene che di fronte a quel piano industriale che
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prevedeva davvero in quel caso un consolidamento della presenza di uno stabilimento a
ciclo integrale come il nostro attraverso una maggiore verticalizzazione dei prodotti,
attraverso un nuovo laminatoio che era il minimill, come le forse politiche si comportarono
allora. Perche' di fronte a quella scelta che richiedeva un adeguamento degli strumenti
urbanistici di questo Comune, questo partito, il mio partito rimase solo a sostenere la
modifica di questi strumenti. E penso che siccome poi la storia fa il suo percorso e
distribuisce anche responsabilita' e corse, che noi avessimo ragione in quel momento a
sostenere quella scelta e forse se quella scelta fosse stata fatta noi oggi non ci saremmo
trovati in questa situazione con le cose che sono state dette: la fuga della proprieta' russa,
Lucchini con questi due giganteschi problemi, uno di natura appunto strutturale legata
anche alle condizioni dei propri impianti, alla propria competitivita' e l'altro la enorme
esposizione debitoria nei confronti delle banche. Anche qui per inciso e' vero – mi pare lo
dicesse Gabrielli nel suo intervento – diciamo qui se fosse una situazione normale gli
azionisti di maggioranza di questa azienda sarebbero le imprese dell'indotto che hanno
fatto da banca in tutti questi anni e che si sono prodigate anche in queste ultime settimane
per far ripartire l'altoforno insieme ai lavoratori e a quelle straordinarie maestranze e ai
tecnici che lo stesso Commissario ringraziava e riconosceva nel suo intervento. C'e' stato
poi un tentativo di gestione di fatto delle banche, fallito, forse troppo lungo. E' stato detto
anche in questo Consiglio Comunale noi abbiamo preso delle posizioni piuttosto chiare e
nette, chiare e nette! Chiedendo una svolta; finalmente e' stata chiesta l'Amministrazione
straordinaria, tuttavia oggi fai i conti anche con questo periodo eccessivamente lungo di
incertezza cui e' stata esposta l'azienda; le fermate produttive che hanno logorato il cuore
degli impianti dello stabilimento legate a un'insufficienza di risorse finanziarie che
pesavano sull'acquisto delle materie prime, il dato purtroppo era questo. E oggi il
Commissario, il Governo si trova diciamo a lavorare su un nuovo piano industriale che
sostanzialmente faccia i conti con questi punti: dare continuita' produttiva all'azienda,
mantenere l'integrita' del gruppo, e poi diciamo nella ricerca di un soggetto industriale
affidabile. Anche qui ha ragione Checcoli c'e' stata una discussione variegata; noi
coerentemente abbiamo sempre pensato a un soggetto industriale, ad un siderurgico.
Qualche altro ha sostenuto anche in maniera molto disinvolta ipotesi piu' fantasiose e
tuttavia credo che il punto che sollevavano le organizzazioni sindacali e per la verita' su
cui anche il Commissario Nardi nei recenti incontri istituzionali che ci sono stati ha
assunto degli impegni, e' appunto anche la tutela dell'occupazione da un lato e il
pagamento delle imprese dall'altro al netto del congelamento dei debiti al 21.12.2012.
Tutela dell'occupazione su cui io voglio davvero ringraziare il lavoro straordinario che ha
fatto il sindacato unitariamente e responsabilmente. Concludo dicendo questo: ha ragione
chi lo ha detto prima; noi abbiamo atteso per molti mesi e per molti anni che si
rispondesse alla domanda: e' o no strategica la siderurgia per l'Italia? Finalmente c'e'
voluto un cambio di Governo, c'e' voluto l'arrivo del Sottosegretario Claudio De Vincenti
che anche io voglio ringraziare da qui per riconoscerlo questo e per dirlo; i primi segnali
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sono arrivati, c'e' il lavoro sull'inserimento di Piombino nelle aree a crisi complessa, io
credo che ci voglia davvero questo tavolo nazionale sulla siderurgia e a quel tavolo che
devono essere i siderurgici ma anche gli istituti di credito, le banche e ci deve essere il
Governo diciamo che assuma una cabina di regia vera. Grazie.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Per l'intervento conclusivo il Sindaco di Piombino Gianni Anselmi.
Sindaco Gianni Anselmi
Vi ringrazio; ringrazio i consiglieri e gli invitati per i contributi che ci consentono
ulteriormente di constatare, non senza smarrire, la preoccupazione che e' anche un
elemento di profonda motivazione per noi rispetto allo spessore delle questioni che stiamo
affrontando, come non solo il livello di attenzione ma l'adeguatezza degli interlocutori, sia
giustamente tesa e proporzionata alle questioni stesse. Del resto la serieta' di questo
territorio piu' volte e' stata dimostrata nel corso di questi lunghi e difficili, durissimi anni,
che non sono stati sempre anni duri, vale la pena ricordarlo qui, perche' se oggi noi
celebriamo un Consiglio Comunale denso della preoccupazione che e' quella di una citta'
che ha una storia di responsabilita' costruita intorno alla civilta' del lavoro, bisogna anche
non dimenticare che nel 2007 e per la prima parte del 2008, il comparto siderurgico
italiano godeva di eccellente salute e i bilanci delle imprese siderurgiche italiane celebrati
nell'assemblea che le riunisce, che le federa, la Federacciai, erano fonte all'epoca di
prospettive immaginate di sviluppo. Arrivo' la crisi, come e' stato ricordato, nell'autunno
del 2008, che colse il nostro territorio proprio nel punto nel quale gli strumenti urbanistici
dopo la discussione che veniva citata dal Segretario del Partito Democratico nel suo
intervento, giunsero in quest'aula a un esito decisivo. Il 3 di ottobre del 2008 il Consiglio
Comunale approva l'Accordo di Pianificazione che dota il comparto industriale e portuale
oltre alla gamba della nautica e della cantieristica, degli strumenti per poter procedere, il
giorno dopo o due giorni dopo l'azienda Lucchini convoca rappresentanti dei lavoratori e
comunica l'apertura di un tavolo di crisi. Ricordo questo prima di tutto a me stesso,
perche' quando si parla di un declino lungo bisogna non dimenticare che c'e' stato il 2003
e c'e' il post 2008 ma ci sono stati nel mezzo il 2004, il 2005 e c'e' stato anche il 2007, e
la prima meta' del 2008 che sono stati anni gloriosi per il settore siderurgico italiano, e non
solo italiano naturalmente. Per cui, suggerirei una certa cautela – lo faccio in modo
complice e non sardonico o sarcastico - nell'usare l'argomento noi ci siamo fatti trovare
impreparati di fronte a tutto cio', perche' il piano industriale che con il novero istituzionale
pienamente schierato, allora c'era un Governo nel 2008, cui quel piano industriale e' stato
illustrato, che era un Governo che aveva tentato di parlare di politiche industriali – e lo cito
volentieri perche' ce ne sono stati quattro di governi durante questi nove anni del mandato
di chi vi parla e si accinge al quinto - con cio' anche plasticamente dimostrando come
questi temi sia difficili dominarlo da Via Ferruccio 4 in un contesto istituzionale cosi'
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mutante, almeno cosi' velocemente come le dinamiche globali che governano questi
settori. Ma come diavolo facciamo noi a discutere se non a livello culturale di noi, quando
abbiamo scelto alcuni decenni fa – e io dico con grande lungimiranza e capacita'
costruttiva e partecipazione politica, emotiva, sociale, senso di appartenenza, di stare
dalla parte di quelli che volevano collocare questo paese nel novero dei paesi piu' forti
industrialmente di questo continente e del mondo intero. Cito questo volentieri perche'
parlare di noi senza smarrire questa volonta' di stare in questa dimensione nazionale,
europea – e poi torno sull'Europa – e planetaria, significa rinunciare prima di tutto a noi
stessi! Se noi non collochiamo con la pochezza degli strumenti amministrativi di cui
dispone l'Amministrazione Comunale, il Consiglio Comunale stesso salvo il poter
dominare gli strumenti urbanistici, ma se noi non rinunciamo a collegare questa nostra
capacita' che e' capacita' e sensibilita' politiche. Io ho avvertito una tensione ampia in
questo Consiglio Comunale; sono d'accordo con chi dice: “Non parliamo genericamente di
lavoro” le invocazioni generiche al lavoro, come dire, sono l'ingrediente minimo di
qualunque battaglia politica che ciascuno puo' mettere in campo specialmente in questa
fase dove il lavoro quando c'e' e' talmente precario anche per i lavoratori a tempo
indeterminato, in modo tale da dover indurre chiunque si occupa di interesse generale ad
affrontare... a cercare le soluzioni praticabili per affrontare tutto cio'. Ma se noi evitiamo di
disgiungere la visione locale e questo senso che ha sempre guidato questo territorio,
questa regione, questa parte del nostro paese cosi' densa di industrie di una certa
dimensione (giustamente e' stata citata anche l' E.N.E.L.) se noi non abbandoniamo
questo che e' non solo occuparsi di politiche industriali da locale, ma se lo facciamo senza
rinunciare a quella spinta genetica e storica che ci ha connotato nei decenni, noi
possiamo pensare che non siamo cosi' piccoli e cosi' limitati quali gli strumenti
amministrativi di cui disponiamo ci potrebbero indurre a pensare di essere. E' evidente
che rispetto a questo noi abbiamo di fronte delle scale di dominio di questi problemi
rispetto alle quali queste connessioni debbono essere possibilmente attivate ed
alimentate, e sono il rango europeo e il rango nazionale. Si e' giustamente fatto
riferimento in modo ripetuto al rango europeo sulle questioni di cui parliamo, perche' il
settore siderurgico non e' mica il settore siderurgico che ha messo su la CECA negli anni
50/60 e non e' nemmeno piu' il settore siderurgico dell'Ilva di stato della quale il Dr. Nardi
e' stato un protagonista. Brasile, India, Cina, sono dei prepotenti protagonisti nel nuovo
contesto e sono anche i paesi insieme agli Stati Uniti che hanno l'appannaggio pressoche'
esclusivo del dominio delle materie prime che sono nel tipo di siderurgia di cui ci stiamo
occupando, un elemento determinante nella qualificazione dell'emarginalita' dei singoli siti
produttivi, come il signor Bricco sul Sole 24h di domenica scorsa ci faceva notare l'analisi
di bilancio la insegnano in tutte le universita' che si occupano di economia e commercio.
Insomma, chi ha letto quell'articolo non fa fatica a scorgere la volonta' non di illustrare il
bilancio della Lucchini ma di concorrere all'uccisione del polo siderurgico di Piombino che
non e' escluso che alberghi in qualche imprenditore europeo o perfino nazionale, ma se
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questo e' vero – e io credo che sia vero – a maggior ragione questo territorio, le istituzioni
che qui sono rappresentate e il Governo di questo paese, devono mobilitarsi perche'
accada il contrario e cioe' perche' il pezzo delle politiche industriali che si occupa della
grande industria ci aiuti sa capire quali forme, con quale dispiegamento territoriale in
questo paese quell'industria affronta gli anni che vengono, quello che provava dalla sua
angolazione a descrivere Gabrielli parlando per il sindacato. Io ringrazio il sindacato non
solo per la responsabilita' che insieme a chi guida alle aziende sul territorio ha dimostrato
nella gestione di queste crisi perche' il ricorso ai contratti di solidarieta' a tutte le soluzioni
che sono state trovate insieme alla Regione e alla Provincia in questi anni, come e' stato
detto, io mi aggiungo testimoniano quella volonta' di non rinunciare alla responsabilita'
sopratutto in un periodo politicamente cosi' delicato dove l'induzione alla banalizzazione,
alla demagogia, alla semplificazione e anche al fare un po' di casino, passatemi la
licenza, sono cosi' facili da cogliere che avrebbero potuto indurre qualcuno ad
atteggiamenti ben diversi e invece siamo stati tutti e siamo tutti su questo pezzo che
significa costruire giorno dopo giorno facendo leva su cio' che c'e' e sulle capacita'
professionali e la dotazione industriale, commerciale della quale questo territorio
fortunatamente ancora dispone, pur in uno scenario drammatico da un punto di vista
commerciale. E' stato detto: costruzioni, automotive sono i due settori che piu' stanno
mostrando la corda nel mondo e fatalmente in Europa; sono state dette cose corrette sulla
competitivita'
delle aziende europee rispetto ai competitor extra europei, come
giustamente il Dr. Nardi mi faceva notare e come ho potuto constatare personalmente a
Trieste la scorsa settimana, c'e' un movimento in Europa diverso e recente, ahime',
rispetto ai temi di cui parliamo. C'e' una grande attesa su un documento che una
Commissione sulla siderurgia ha predisposto, presieduta dall'Onorevole Tajani, ha
predisposto e sta per presentare al Parlamento; e' stata approvata nel mese di dicembre
un'importante risoluzione che mette al centro il tema siderurgico con tutta una serie di
premesse, di considerato e anche il dispositivo che pone l'accento sulle necessita' di
riorganizzare e riqualificare e rilanciare questo settore anche mettendo in campo politiche
antidumping rispetto alla concorrenza impropria che i paesi, come ci raccontava l'Ingegner
Nannipieri, ex europei, hanno saputo mettere in campo in questi anni, la vicenda del
verniciato, dell'importazione sopratutto di Marcegaglia, si puo' dire? Importantissime
importazioni sul preverniciato a condizioni diciamo vantaggiose, ha meritato, insieme ad
altre questioni, un intervento di rango europeo per contenere questo tipo di intrusione. Io
credo che si debba andare a vanti da questo punto di vista da parte dell'Europa; perche'?
Perche' anche introducendo delle forme di barriere , come dire, correttamente impostate e
selettivamente concepite, si puo' indurre quei grandi gruppi dell'India, del Brasile o della
Cina che dispongono di potenza di fuoco finanziaria e di progettualita' industriali molto
importante e sopratutto del controllo delle materie prime, ad accettare la sfida
dell'investimento diretto nel continente europeo, perche' quello che rischia di verificarsi e'
esattamente una competizione intraeuropea che in un periodo di ristrutturazioni
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probabilmente necessarie, perche' c'e' un problema di consumo apparente molto basso
rispetto alla capacita' produttiva installata, rischia di generare se non c'e' un investimento
esogeno rispetto al continente, una concorrenza fra gruppi europei che rischia davvero di
chiudere o di ridimensionare fortemente dei poli produttivi, e questo bisognerebbe tentare
di evitarlo e l'Europa preoccuparsi ad evitarlo. Allora, anche questa idea di fondi destinati
al settore che potrebbe eccepire rispetto alla tendenza sugli aiuti di Stato, della quale si
sta discutendo a Bruxelles, puo' essere un'occasione. Fra le altre ma, e chiudo questa
parte, il punto che io vedo e anche ascoltando voi vedo, e' il seguente: in un momento nel
quale quella siderurgia che abbiamo conosciuto, la siderurgia della ricostruzione, la
siderurgia dell'Italia che si aggiungeva agli altri paesi per dotare i paesi che volevano
crescere delle infrastrutture necessarie, nel nostro caso le rotaie prima di tutto, in una
siderurgia che e' cosi' cambiata, che si e' cosi' globalizzata con questi nuovi players che
stanno in campo e mordono, perche' poi le condizioni la' son diverse, vivaddio, di quelle
che la civilta' del lavoro europeo e' riuscita ad incardinare nei paesi occidentali. In un
contesto di questo tipo cosi' globalizzato si e' registrato – e' stato detto piu' volte – un
arretramenti del perimetro pubblico che non necessariamente avrebbe dovuto perpetuarsi
nella proprieta' degli assetti produttivi - e qui provero' a tornare dopo sulle soluzioni – ma
che e' arretrato troppo rispetto anche a un tentativo di dominazione delle politiche
industriali. Cioe' i due fenomeni sono andati di pari passo! La globalizzazione del settore,
l'arrivo della competizione di paesi e dall'altro lato l'Europa che non ha piu' detto nulla e
l'Italia che nel silenzio si e' erta per un protagonismo contrassegnato da un'assenza di
ambizione industriale, ci hanno condotto qui a registrare in uno dei luoghi simbolo della
storia dell'industria italiana, costruito con politiche pubbliche, una situazione che
localmente sarebbe impossibile padroneggiare ed e' esattamente questo il motivo per cui
ci siamo battuti, perche' in Lucchini si registrasse una vicenda di ordine istituzionale,
anche con i gesti che qualcuno ha immaginato come... ha interpretato come gesti
strumentali. Ma dal 2009 in poi, cioe' dall'agosto del 2009 Mordashov arriva in quest'aula
e annuncia il suo disimpegno; noi abbiamo passato e seguito giorno per giorno queste
cose qui! Cioe' noi non ne parliamo da ieri mattina o dal tavolo del 22 gennaio, noi
seguiamo da anni queste vicende con continuita' e abbiamo avvertito, sopratutto dopo che
il Consiglio di Amministrazione della Lucchini che avrebbe dovuto deliberare il
commissariamento, decise invece di non chiederlo per una mail arrivata dal gruppo
Klesch, dal fondo Klesch che fece retrocedere il CdA dalla richiesta dell'Amministrazione
straordinaria, noi a quel punto decidemmo di rompere gli indugi cercando di giocare una
partita piu' frontale da un lato con le istituzione governative e dall'altro con il Consiglio di
Amministrazione in carica e sopratutto con il pool di banche che non per una questione
ideologica contro gli istituti di credito, chi vi parla e' convinto che la finanza abbia una sua
ragione fondamentale nella sua funzionalita' allo sviluppo. Il problema e' che qui, come e'
di tutta evidenza, il rapporto fra finanza ed economia ha preso una deriva che somiglia a
una degenerazione e anche questo e' un tema tutto politico che i governi devono cercare
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di affrontare. Quindi il Commissario per noi, al di la' delle qualita' personali del profilo che
abbiamo potuto toccare anche questa mattina, e' stato un punto – e siamo grati alla
Regione e sopratutto al Sottosegretario De Vincenti, al Ministro Passera che ha firmato il
decreto con grande tempestivita' perche' in pochissime ore tutto cio' si e' verificato – il
Commissario per noi rappresenta un salto di qualita' nell'approccio al tema, perche'
significa avere un uomo nominati dal Ministro dello Sviluppo Economico della Repubblica
Italiana anziche' un advisor che gestisce le vicende per conto di un pool di banche, non
credo ci sia bisogno di spendere altre parole su questo, salvo il fatto che il Dr. Nardi e' gia'
oggi un alleato delle istituzioni locali rispetto alle necessita' competitive del sito siderurgico
di Piombino. La vicenda Concordia e' uno di questi passaggi molto delicati perche' - e
anticipo cosa dovremmo chiedere sul decreto sviluppo – approfondire il Porto di Piombino
a 20 mt; accelerare il molo di sotto flutto che il Piano Regolatore Portuale prevede, il
relativo bacino di accoglimento dello scafo e i piazzali retrostanti, aggiungo io almeno il
primo lotto della 398, proprio per non chiedere € 300 milioni tutti in un colpo perche', come
e' stato fatto notare, non e' che il Governo Italiano abbia le tasche cosi' piene in questo
momento. Ma se ci viene chiesto un progetto stralcio sull'art. 27 del decreto sviluppo io
sono per dire: piano dell'Autorita' Portuale, progetto dell'Autorita' Portuale per la
Concordia ma dopo per la competitivita' del nostro porto non solo per la Lucchini
naturalmente ma per le navi che possono entrare e portar su 250.000 t di carico e non
solo 60.000 come possono arrivare adesso; la via di accesso a Nord, quindi e'
esattamente a quell'ambito del nostro porto, l'importo di tutto cio' consta circa € 150
milioni. Non mi sembra chiedere troppo da parte di un territorio che da anni chiede e che
molto ha progettato e che e' stato sempre cosi' responsabile e cosi' serio si tutte queste
questioni. Noi abbiamo avuto grande ascolto dalla Regione Toscana ma il Governo
Italiano ha fatto firmare a questa gente cosi' seria e cosi' responsabile molti accordi ed e'
necessario che cominci ad essere conseguente con questi accordi anche in un nuovo
contesto istituzionale/amministrativo delineato dalle norme in essere come il decreto
sviluppo, il decreto sulle aree complesse ecc., ecc. Quindi, Commissario di Governo come
interlocutore mediano rispetto al Governo nazionale; art. 27 area di crisi complessa in una
visione di competitivizzazione dell'ambito industriale e portuale, terzo punto la Concordia,
come detonatore di tutto cio' e anche come elemento di breve termine per creare del
movimento economico sul territorio in una situazione di morta gora che ci abbiamo
davanti. Detto questo, su Magona stiamo seguendo passo passo le questioni; certamente
la questione e' legata anche qui in pochi anni dieci nuove linee sullo zincato. E dove e' il
paese? Cioe', chiunque conosce il comparto industriale italiano, in particolar modo un
comparto siderurgico, non puo' che allibire di fronte al fatto che oggi abbiamo 3,5 milioni di
sovracapacita' in Italia sullo zincato e negli ultimi anni sono state autorizzate non dal
Governo Birmano che purtroppo se la passa malissimo ma dal Governo Italiano, dieci
nuove linee di zincatura. Ma dove e' la politica industriale? Cioe' ve lo dice uno che in
economia e' abbastanza liberale non credo di essere figlio di un'impostazione
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pianificatoria e pero' questi settori qui si devono governare non ci si puo' girare da un'altra
parte, non si sta parlando di commercio al dettaglio anche se anche in quel settore le
liberalizzazioni hanno prodotto qualche danno. Dunque, Magona, energia, interventi
anche li' credo europei, perche' Mittal/Arcelor e' un'azienda che ha il piu' grande player
mondiale della siderurgia che in Europa non e' presente solo a Piombino, le vicende di
Florange di Madrid sono davanti a tutti. E poi la vicenda Dalmine. Devo correggere
Coppola; sulla vicenda Dalmine le istituzioni locali sono intervenute, i lavori sulla strada
Dalmine/Porto stanno per partire e la Dalmine ha gia' portato qui dei traffici proprio per
effetto delle scelte che sono state concordate. Non lo faccio polemicamente ma solo per
dire che Dalmine a quest'ora se ne sarebbe gia' andata se non avessimo fatto l'accordo
con Simoncini, Kutufa' e i sindacati sulla polarizzazione su Piombino di certe attivita'
logistiche e sulla strutturazione competitiva del nostro porto come possibilita', perche'
appunto e' far dire ai nostri manager locali presso i loro referenti internazionali che a
Piombino c'e' la possibilita' di avere un contesto amichevole per gli investimenti, questo e'
banalmente quello che dovremmo tentare di fare con il Governo Nazionale, e non solo
essere un luogo periodico della disperazione per le autorira' pubbliche di questo paese,
questo territorio ha bisogno di risposte! Ve lo dico alla fine del mio lavoro: questo territorio
ha bisogno di risposte e noi ci siamo dannati perche' le avesse! Il Governo che arriva,
qualunque esso sia, naturalmente io ho un'opinione in merito, dovra' dire parole chiave e
chiare su cosa vuole fare del modello di sviluppo di questo paese, della manifattura di
questo paese e dei luoghi simbolo che si sono connotati per avere dato tanto all'industria
e all'occupazione italiana, Piombino e' uno di questi, quindi bisogna essere conseguenti e
non solo limitarsi a dire che e' un luogo simbolo, i simboli o si venerano quando non
contano piu' nulla oppure gli si fanno vivere. Come? - e finisco, che sono stato come al
solito molto lungo – Noi abbiamo delle responsabilita' in campo, le eserciteremo; c'e' un
Commissario cui la legge da' un mandato: redigere un piano industriale. Naturalmente il
Dott. Nardi si misurera' con la realta' siderurgica, con il Governo, con la realta' locale che
non e' solo Piombino ma e' il territorio ampio che la circonda, le altre realta' siderurgiche.
Con il Sindaco di Terni abbiamo fatto questa proposta di istituire il gruppo dei sindaci delle
citta' siderurgiche in Anci e con i parlamentari europei, con chi abbiamo parlato,
cercheremo di stabilire dei link continentali per discutere di questa roba a quel livello, ma
qui delle due l'una e non c'e'... e entrambe, la terza e' meglio non dirla perche'
significherebbe disimpegno del Governo nei confronti di questo territorio, delle due e'
l'una! O stiamo sul ciclo integrale, come noi consideriamo opzione prioritaria e pero'
bisogna dimostrare la sostenibilita' economica di questo, non basta anche qui limitarsi a
un pronunciamento ideologico, bisogna dimostrabilmente dire che il ciclo integrale
adeguato, aggiornato, corroborato degli investimenti necessari ha una ragione di essere
in questo paese, vedremo in quale contesto di gruppo, perche' noi abbiamo anche
imparato che uno stesso stabilimento puo' cambiare valore a seconda del gruppo nel
quale si colloca, per le convenienze logistiche. Ho il sospetto da questo punto di vista che
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se si va a -20 (meno venti) nel porto uno dei problemi – e cioe' il peso del costo del
trasporto sulle materie prime, dovrebbe trovare una sua soluzione, poi ce ne sono altri
che conosciamo. Pero' se il ciclo integrale viene considerata un'opzione strategica dal
Commissario e poi dal Governo perche' il piano del Commissario sara' il piano del
Governo su Piombino, il Governo in quel caso dovra' essere conseguente e noi sappiamo
che ci sono degli strumenti – uno di questi e' il fondo strategico della Cassa Depositi e
Prestiti, che a fronte di opzioni industriali che dimostrino una marginalita' dell'intervento,
consentono un intervento pubblico. Qui bisognera' sciogliere un nodo oltre alla redditivita'
dell'operazione, e cioe' se l'altoforno e' un impianto siderurgico o un'infrastruttura per la
produzione dell'acciaio. Perdonatemi se apparentemente ho detto la stessa cosa che si
potrebbe... ma se fa parte di un complesso siderurgico e cioe' di un complesso di fattori
produttivi destinati... e' un conto, se invece, interpretando una visione che e' legittima, noi
decidiamo come istituzioni repubblicane che gli altoforni da ciclo integrale sono
un'infrastruttura di interesse generale, allora un Governo dovrebbe essere conseguente
rispetti agli investimenti che decide di fare. Qui si trattera' di capire se il ciclo integrale e'
assorbito da Taranto o se rimane a Piombino, non si puo' essere ipocriti, non si puo'
essere ipocriti! Perche' altrimenti ci raccontiamo... io non sono disponibile a ipocrisie ne' a
manierismi di sorte, bisogna capire se il Italia il ciclo integrale si articola ancora su questi
due poli o meno, perche' se si dice di essere italiani bisogna essere italiani dal lunedi' fino
alle 24.00 della domenica, non finche' si parla di altri. Io penso che Piombino puo' dare
una mano alla produzione di ghisa ancora, pero' occorre una dimostrabilita' di tutto
questo. L'altra opzione e' l'opzione che fa meno dell'area a calo e che mette in campo uno
scenario completamente diverso; anche in quello scenario necessita' un protagonismo del
Governo, a maggior ragione, perche' si aprirebbe tutta una partita di bonifiche di riuso – e
qui contiamo molto noi perche' l'urbanistica ce la mettiamo noi che stiamo qua, non so se
noi persone fisiche – pero' anche in questa seconda opzione necessariamente serviranno
ingenti risorse politiche pubbliche, magari un quid surplus di visione locale. Io finisco
dicendo che constato che anche i paesi che hanno terziarizzato di piu', in Europa hanno
tutti ancora almeno un altoforno... una produzione di ciclo integrale, questa e' cronaca non
e' una pulsione emotiva. In Inghilterra c'e' un'area a caldo, in Francia c'e' un'area a caldo
– piu' di una – non parliamo degli altri paesi che hanno fondato l'Unione Europea con la
cieca ecc., ecc.; in Germania ne vogliamo parlare, in Austria, in Spagna. Allora c'e' da
chiedersi per quale ragione questo paese dovrebbe essere il primo che si sfila da una
produzione di questo tipo, o per ragioni ambientali o per ragioni economiche. Dunque,
concludo davvero e l'occasione era grata anche per scambiare un po' di visioni e di
aggiornasi su queste cose, serve davvero un Governo che dica alcune cose; cioe', noi
abbiamo bisogno come il pane di interlocutori che, come e' successo per un periodo, ci
chiamino, discutano con noi, e in questo caso con i protagonisti perche' la partita delle
bonifiche esiste anche ad aziende in moto non solo ad aziende dismesse, con i
protagonisti, compreso il sistema delle piccole imprese ce non e' solo un problema
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rispetto ai crediti che vantano ma e' anche una grande risorsa che lo sviluppo del territorio
puo' avere in futuro. Certo, noi abbiamo comprato aree dalla Fintecna e son li', chi le
vuole mettiamo anche il fiocco e in buona parte sono anche aree non da bonificare, sono
libere, quindi se qualcuno vuole lottizzare a fini produttivi le aree oltre il Capezzolo,
facciamo il contratto domani mattina previa delibera del Consiglio Comunale naturalmente
perche' dobbiamo venderle e tocca al Consiglio. Quindi, tutto questo rango di problemi
merita una adeguatezza e una capacita' di misurarsi con il contesto nazionale. Dalla
tensione e dalla serieta' che ho avvertito questa mattina noi siamo pronti e siamo anche
pronti ad evitare che la serieta' e la profondita' di queste cose sia sottratta alle dinamiche
della propaganda, perche' il 25 e il 24 ci sono le elezioni politiche e dopo si apre un altro
percorso. Io vorrei condividere – l'ho gia' fatto in passato – con tutti voi la complicita' per il
tempo che resta a me, per le responsabilita' che mi riguardano ma anche per chi lavora in
questo territorio politicamente e per chi si candida a governarlo in futuro, invoco davvero
un approccio serio e profondo, perche' stiamo parlando davvero – come diceva Coppola,
Fabiani poi ma anche alcuni prima – di questioni cruciali e stiamo parlando di un territorio
in bilico, in bilico. Dunque le istituzioni si rinnovano, e' giusto che abbiano aspirazioni, idee
ma evitiamo che questo materiale di discussione sia sottoposto a quella cattiva abitudine
che esiste in questo paese della propaganda e della demagogia che purtroppo si
allargano e se c'e' una buona occasione invece per discutere del merito dei problemi
dovrebbero essere proprio le campagne elettorali e anzi discutere di noi ci aiuta ad essere
responsabile anche nei giorni che arrivano, ritengo. Grazie davvero.
Presidente del Consiglio Comunale Maida Mataloni
Grazie a tutti e sicuramente ci rivedremo nei mesi successivi sperando di portare delle
cose piu' positive di questa mattina.
(La seduta termina alle ore 19.05)
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