Amazon inizia le consegne con i droni,Pokemon Go
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Amazon inizia le consegne con i droni,Pokemon Go
Amazon inizia le consegne con i droni Seattle, 28 luglio 2016 – Amazon aveva annunciato che avrebbe iniziato ad usare droni per le consegne a domicilio entro il 2017, e così è stato. Il colosso dell’ecommerce, in Gran Bretagna, ha stretto una partnership con la Civil Aviation Authority (l’equivalente britannica dell’ENAC italiana). Questa partnership permetterà di usare, per la prima volta, dei droni nelle consegne, con voli fuori dalla portata visiva dei piloti a terra. Un passo in avanti importante nell’uso dei droni, che prima o poi consegneranno gli ordini davanti a casa del cliente, senza nemmeno bisogno di un pilota che li piloti da terra. Il servizio fa parte del programma Prime air, che punta a rivoluzionare e velocizzare la logistica con consegne di pacchi nel tempo utile di 30 minuti (tempo dettato dalla durata delle batterie del drone). Il primo caso di consegna reale con un drone Amazon si terrà a Cambridge, ma il cofondatore del programma Daniel Buchmueller ha assicurato: “Non lanceremo finchè non saremo in grado di dimostrare la completa sicurezza delle operazioni”. La stessa sperimentazione dovrebbe partire a breve anche nei Paesi Bassi. Amazon sta attualmente testando dispositivi che pesano meno di 55 libbre (25 kg). Queste macchine sono alimentate a batteria e possono volare sotto ai 400 piedi (120 metri circa) e viaggiare fino a 50 miglia orarie (80 Km/h). I droni includono ovviamente telecamere e trasmettitori per la guida a distanza e sensori in grado evitare, in modo automatico, eventuali ostacoli imprevisti. “Molti piccoli e leggeri, e siamo efficiente i pacchetti fino a meno con piccoli droni aerei”, prodotti che consegnamo sono in grado di spostare in modo 2 chili in tempi di 30 minuti o ha concluso Buchmueller. Se questo nuovo metodo di consegna avrà successo, si creerà una nuova problematica: ovvero gestire, in modo ordinato, una gran quantità di piccoli droni in volo. Droni che andrebbero a costituire un vero e proprio “traffico aereo” a bassissima quota e su zone urbane, con tutti i rischi connessi. di Emanuele Bazzichi https://www.youtube.com/watch?v=OLFfsntzQYU Pokemon Go: l’app per trovare i pokemon San Francisco, 21, luglio 2016 – Come sicuramente saprete negli ultimi giorni è scoppiata la nuova moda dell’estate per quanto riguarda le app per cellulare: si tratta ovviamente di Pokemon Go. Per chi non lo sapesse, si tratta di un applicazione con cui è possibile “andare a caccia” di pokemon, proprio come nel noto cartone animato, utilizzando la funzione di geolocalizzazione e la fotocamera presente sugli smartphone. E’ ancora presto per capire se questo grande successo sarà l’alba di un nuovo modo di giocare con lo smartphone o solo uno dei tanti fenomeni passeggeri. Intanto, sicuramente, la grande diffusione dell’app a livello globale sta sensibilmente incrementando l’utilizzo dei GPS dei nostri cellulari. Infatti, fino ad ora, il GPS era utilizzata solitamente in viaggio, per trovare il giusto percorso con la funzione di navigazione. Sempre in questi giorni, parallelamente alla diffusione di Pokemon Go, è uscita l’app complementare Poke Radar. Questa app è stata sviluppata per aiutare gli appassionati di Pokemon a progredire nel gioco, aiutandosi a vicenda. Uno degli obiettivi di chi gioca, infatti, è catturare quanti più Pokémon possibile; con Pokemon Radar si può cercare un tipo di Pokemon specifico sulla mappa, oppure vedere tutti quelli che sono stati segnalati nello stesso momento in un certo posto. Ogni segnalazione mostra il nome dell’utente che l’ha fatta e l’ora del giorno in cui è stato avvistato il Pokémon. Ogni altro utente può votare la segnalazione positivamente, se ha trovato il Pokémon segnalato in quel punto, o negativamente se invece non l’ha trovato. Poke Radar si può usare scaricando la app gratuita per i dispositivi iOS, oppure da browser. Secondo quanto annunciato dalla pagina Facebook della app a breve dovrebbe essere disponibile anche la versione per Android. L’applicazione però è ancora molto giovane ed ha alcuni difetti: in primo luogo può esaurire velocemente la batteria dello smartphone, soprattutto se viene usata in contemporanea a Pokémon Go. Inoltre c’è il problema delle false segnalazioni: gli sviluppatori dell’app hanno costruito il meccanismo di votazione delle segnalazioni per verificarne l’affidabilità, ma fin’ora sono ancora poche le persone che usano l’app e per questo la maggior parte delle segnalazioni ha solo 1 voto di conferma. Seguiremo sicuramente gli sviluppi di questo fenomeno in continuo mutamento. Continuate a seguirci e… buona caccia. di Emanuele Bazzichi Dilagano i servizi “truffa” non richiesti Roma, 14 luglio 2016 – Nuove grane per chi usa internet dallo smartphone; il rischio questa volta è di ritrovarsi col credito prosciugato da un momento all’altro. Ciò può accadere a causa dell’attivazione di servizi sms a pagamento o di abbonamenti a siti sconosciuti, ma dai costi esorbitanti. Per evitare di rimanere senza soldi sul cellulare, la polizia postale consiglia di richiedere al proprio operatore il “Barring Sms“: ovvero lo sbarramento totale degli sms a pagamento non richiesti. Ecco nel dettaglio cosa succede: si tratta spesso di un minimo di 5 euro a sms, o a settimana nel caso degli abbonamenti, per oroscopi, immagini, suonerie che vengono attivati a nostra insaputa, spiega la polizia; accade che il malcapitato si imbatta in una pubblicità mentre sta normalmente navigando su internet, clicchi su “leggi”, e subito gli arrivi la richiesta di abbonamento ad un servizio truffaldino, notificato dall’arrivo di un sms. Solitamente questi abbonamenti si chiamano sms o servizi a sovrapprezzo o sms premium e contengono loghi, wallpaper, suonerie e videosuonerie, screensaver, giochi, applicazioni, chat/community, news e servizi informativi, voting. L’unica cosa sicura è che non sono stati richiesti dall’utente. Basta un attimo e ci si ritrova abbonati a un servizio a pagamento senza averlo richiesto. In questi casi bisogna contattare il centro assistenza del proprio operatore per chiedere il blocco dell’attivazione di servizi in abbonamento da parte di terzi. Potete richiedere gratuitamente il Barring (sbarramento) o il blocco degli sms premium (è la stessa cosa) al vostro operatore; i numeri da chiamare del servizio clienti per il proprio operatore sono: Tim 119, Vodafone 190, Wind 155, Tre 133. di Emanuele Bazzichi La sonda Juno raggiunge Giove Cape Canaveral, 7 luglio 2016 – Juno è una missione della NASA con lo scopo di studiare il ppianeta Giove, attraverso una sonda che si manterra in orbita attorno al pianeta. La sonda è stata lanciata il 5 agosto 2011 a bordo di un razzo Atlas da Cape Canaveral, in Florida. Il 5 luglio 2016 è arrivata a destinazione ed è previsto che concluda la sua missione nel febbraio 2018. La sonda è letteralmente un “super sensore” volante, data la quantità di dispositivi di cui è fornita. Essa avrà infatti il compito di trasmettere agli scienziati i dati relativi all’emissione termica, l’atmosfera e il campo magnetico di Giove, oltre ovviamente alle foto della sua superficie. Oltre a questo set di strumenti scientifici all’avanguardia, la sonda porta con sé anche una placca dedicata a Galileo Galilei. Questa è una copia in alluminio dell’originale manoscritto in cui Galileo ha descritto per la prima volta le quattro lune di Giove. Oltre a questo porta anche tre “omini” della LEGO, che rappresentano Galileo, Giove e sua moglie Giunone (Juno). Secondo la leggenda infatti Giunone, dal Monte Olimpo, riuscì a guardare attraverso le nubi e capire la vera natura di suo marito; da qui il nome della sonda (Juno) che spera di riuscire a fare lo stesso con il grande gigante gassoso del Sistema Solare. I tre “omini” sono stati costruiti in alluminio, invece della solita plastica dei LEGO, per permettere loro di resistere alle alte temperature nella fase di lancio dalla Terra (razzo con i motori accesi). Juno è alimentata tramite pannelli solari. Questa scelta è stata resa possibile dal significativo miglioramento negli ultimi decenni della tecnologia delle celle solari, aumentandone l’efficienza e riducendo così le dimensioni dei pannelli necessari all’alimentazione della sonda. Infine, su Juno sono presenti anche due strumenti studiati e realizzati in Italia: si tratta dello spettrometro ad immagine infrarosso e lo strumento per la misurazione della gravità. Adesso non dobbiamo far altro che spettacolari immagini di Giove… attendere le prime Continuate a seguirci. di Emanuele Bazzichi Le 10 tecnologie che stanno per cambiare il mondo Davos, 3 luglio 2016 – Gli esperti del World Economic Forum hanno stilato una classifica, pubblicata in uno speciale del mensile Scientific American, sulle 10 tecnologie che cambieranno il mondo e i nostri stili di vita nei prossimi anni. Nano-tecnologie: Entro il 2020 saranno 30 miliardi i dispositivi connessi in rete e in grado di ‘parlarsi’. La vera svolta arriverà però con l’avvento dei nano-device, che potranno circolare nel corpo umano o essere incorporati nei materiali da costruzione; queste nuove micro-macchine potranno rivoluzionare molti settori, dalla medicina all’architettura, dall’agricoltura alla produzione di farmaci. Nuove batterie: Uno dei maggiori ostacoli alla diffusione delle energie rinnovabili è la loro imprevedibilità (soprattutto per quanto riguarda il solare, il microeolico e il microidroelettrico) che non sempre permette una corrispondenza tra domanda e offerta; i recenti progressi nelle tecnologie di accumulo dell’energie elettrica offriranno presto una soluzione, grazie ad una nuova generazione di batterie che si adatteranno alle piccole reti elettriche. La tecnologia Blockchain: Si tratta di un nuovo registro elettronico mondiale, sul quale si baseranno l’intera rete di pagamenti con la moneta elettronica Bitcoin. Solo ora sta emergendo l’incredibile impatto che potrà avere nel cambiare i mercati e la loro gestione. Materiali in 2D: Il più famoso è il grafene, formato da un solo strato di atomi di carbonio, ma oltre a questo se ne stanno sviluppando altri. I costi di produzione sempre più bassi permetteranno applicazioni in vari settori: dai filtri per l’acqua alle tecnologie indossabili. Auto senza pilota: La loro diffusione aumenterà gradualmente, di pari passo con i progressi nelle tecnologie per la sicurezza e con l’introduzione delle norme che ne regolano la circolazione su strada. Ridurranno gli incidenti e lo smog, risultando particolarmente utili per le popolazioni del mondo occidentale in progressivo invecchiamento. Organi su chip: Le riproduzioni in miniatura degli organi umani su microchip permetteranno di accelerare lo studio delle malattie e lo sviluppo di nuovi farmaci. Celle solari in perovskite: Rispetto alle tradizionali celle in silicio sono più facili da produrre (quindi meno costose), possono essere usate in ogni condizione e mantengono meglio la loro efficienza nel corso degli anni. Intelligenza artificiale: Si sta facendo strada una nuova generazione di assistenti virtuali per smartphone e tablet, pronti ai nostri comandi vocali per organizzarci l’agenda, controllare lo stato di salute o prenotarci il ristorante. Optogenetica: La tecnica che usa gli impulsi di luce per telecomandare i neuroni permetterà di aprire una finestra sul cervello, aprendo la strada a nuove terapie. Batteri come ‘fabbriche’: I nuovi sistemi di bioingegneria consentiranno di trasformare i batteri in vere e proprie fabbriche per produrre sostanze chimiche, farmaci e biocombustibili, in modo sostenibile e rispettoso dell’ambiente. di Emanuele Bazzichi Fonte: ANSA Inaugurato il Nuovo Canale di Panama Panama, 30 giugno 2016 – Nello stato di Panama è stato innaugurato il nuovo canale transoceanico di collegamento tra gli oceani Pacifico e Atlantico. Il primo progetto del Canale risale al XIX secolo, in seguito delle rivoluzioni industriali che stavano avvenendo in varie zone d’Europa e degli USA. Per la prima volta nella storia c’era l’esigenza di spostare grandi quantità di prodotti industriali e materie prime su scala planetaria e la circumnavigazione di Africa e Sud America allungava di molto le tratte dei cargo. I lavori per la costruzione del Canale iniziarono nel 1907, vennero eseguiti dal genio militare statunitense e si conclusero il 3 agosto 1914. Il Canale ha svolto efficacemente il suo ruolo fino alla fine XX secolo (anni 90). E’ in questo periodo infatti che vennero introdotte le nuove classi di “supernavi” petroliere e portacoiner, di dimensioni superiori. L’economia mondiale era profondamente cambiata in un secolo, ma l’esigenza di spostare merci da una parte all’altra del mondo era rimasta, anzi, era aumentata esponenzialmente. Fu così nel 2001 iniziò lo studio per un ampliamento del Canale. Il nuovo Canale di Panama, che si aggiunge alla via d’acqua costruita cento anni prima, è stato realizzato da consorzio di aziende guidate dalla azienza italiana Salini-Impregilo; rappresenta la maggiore e complessa opera d’ingegneria costruita negli ultimi decenni. Complessivamente la sua costruzione infatti ha richiesto 50 milioni di metri cubi di scavi, 290.000 tonnellate di ferro, 4,8 milioni di metri cubi di calcestruzzo, oltre 100 milioni di ore di lavoro, coinvolgendo direttamente e indirettamente circa 30mila lavoratori di vario ordine e grado. Le 16 enormi paratoie d’acciaio del canale (ognuna del peso di 4mila tonnellate), invece, sono state realizzate in Italia e trasportate via mare fino a Panama. Le paratie lavorano come un gigantesco ascensore che innalza le navi fino a 27 metri sulla superficie dell’oceano, per poi farle ridiscendere sulla sponda opposta, pronte per ripartire. Accanto ad ogni segmento del canale sono state costruiti anche degli enormi bacini per il riciclo dell’acqua; permettondo di risparmiare oltre il 60% di questa preziosa risolsa, evitando così di sottrarre inutilmente acqua agli oceani. di Emanuele Bazzichi Hello Jeans: i pantaloni che caricano lo smartphone Santa Monica, 23 giugno 2016 – Quante volte vi sarà capitato di avere il 2% di batteria dopo una giornata in cui non avete avuto modo di poter caricare il vostro smartphone? Il problema della batteria scarica affligge praticamente tutti gli utilizzatori di smartphone e tablet del mondo. In soccorso degli utenti sono arrivati una serie di caricabatterie portatili dalle forme più disparate. Il problema è che molto spesso questi caricabatterie portabili sono decisamente ingombranti e poco pratici. Il marchio specializzato in denim Joe’s Jeans ha tentato di risolvere il problema creando gli Hello Jeans: pantaloni capaci di ricaricare i vostri smartphone. Questi particolari jeans tecnologici non ricaricano direttamente il vostro iPhone, ma hanno due scompartimenti in cui inserire cellulare e batteria. All’Altezza della cintura è posizionata in orizzontale una tasca in cui inserire il caricatore. Subito sotto c’è una seconda tasca verticale in cui inserire lo smartphone. Smartphone e batteria vengono collegatitramite in piccolo cavo USB. Il marchio Joe’s Jeans ha da poco lanciato il modello feminile, che è in vendita sul sito del brand. Il costo non è propriamente economico, dato che parliamo di 238 dollari (218 euro). Nel costo però è compreso il caricabatterie e il cavo per collegarlo allo smartphone. Inoltre, a differenza di altri abiti hi-tech lanciati in passato, l’Hello Jeans è un capo decisamente trendy e alla moda; sono infatti disponibili jeans femminili sdruciti in differenti stili. La maggior parte dei modelli sono skinny e sono in vendita in differenti colori, dal nero, al grigio, all’azzurro, al classico denim scuro. di Emanuele Bazzichi Arktika, nucleare il rompighiaccio San Pietroburgo, 19 giugno 2016 – Nei grandi cantieri navali di San Pietroburgo è stata varato lo scafo di quello che sarà la più grande e potente nave rompighiaccio a propulsione nucleare del mondo: il suo nome è Arktika. I rompighiaccio a propulsione nucleare sono rompighiaccio con un’autonomia molto superiore rispetto a quelli convenzionali, poiché alimentati dall’energia nucleare. L’unico paese a possedere questo tipo di ibarcazioni è la Federazione Russa (prima Unione Sovietica), a causa della necessità di navigare attraverso i mari ghiacciati del mar Glaciale Artico. La Russia ha infatti l’esigenza di consentire il collegamento tra porti del nord anche nel periodo invernale, quando il mare ghiaccia. Grazie a queste navi è possibile navigare dai grandi porti della Russia europea (ad esempio, Murmansk e Arcangelo) fino allo Stretto di Bering, passando per altri importanti porti della Siberia Settentrionale (ad esempio, Dikson e Pevek). I rompighiaccio atomici russi sono stati inoltre utilizzati anche per parecchie spedizioni scientifiche nell’Artico. Il 17 agosto 1977, ad esempio, il rompighiaccio Arktika (omonimo) fu la prima unità di superficie al mondo a raggiungere il Polo Nord. Inoltre dal 1989, successivamente alla fine del regime comunista, alcuni rompighiaccio a propulsione nucleare sono utilizzati anche per “crociere artiche“; oggi si può fare questa particolarissima esperienza in 3 settimane di tempo, al modico costo di circa 25mila dollari a persona. di Emanuele Bazzichi Apple Store: cambiamenti importanti Cupertino, 16 giugno 2016 – Apple sta apportando alcuni rilevanti cambiamenti all’Apple Store, aggiungendo annunci a pagamento per le applicazioni ed un nuovo modello ad abbonamento. Phil Schiller, vice-presidente Apple per il marketing, ha spiegato che gli annunci a pagamento saranno scelti con aste, in modo simile a quanto fa Google con gli sviluppatori che devono pagare perché le loro app siano mostrate nei risultati di ricerca. Ogni settimana ci sono centinaia di milioni di ricerche sull’App Store, ed il 65% dei download di applicazioni dipende dalla funzione di ricerca. Schiller ritiene che questa novità sarà uno strumento molto prezioso per gli utenti e gli sviluppatori. Per questi ultimi, si tratterà di un’efficace forma di marketing – ha spiegato Schiller – secondo il quale le aree nelle quali gli sviluppatori spendono solitamente il loro budget per il marketing (social media e pubblicità online), si rivelano essere meno efficaci. La pubblicità che apparirà sopra i risultati organici sarà segnalata come inserzione ed avrà uno sfondo blu. La scelta dell’annuncio sarà fatta sulla base di un’asta e tramite una misurazione della rilevanza determinata da Apple. Un altro cambiamento per l’App Store sarà l’abbonamento per le applicazioni; gli sviluppatori potrebbero infatti riuscire a guadagnare più soldi riuscendo a mantenere i clienti per un tempo superiore ad un anno. In questo periodo potranno fare ogni cambiamento alle tariffe di abbonamento e alle loro applicazioni, ma gli abbonati dovranno rinnovarlo allo scadere dell’anno; se non dovessero farlo, la sottoscrizione scadrebbe. Alcuni sviluppatori però non sono soddisfatti. Secondo loro i risultati a pagamento nella ricerca sono una terribile idea per gli sviluppatori indipendenti, che andrà a beneficio solamente delle grandi società piuttosto che degli utenti. La funzione ricerca infatti dovrebbe restituire i risultati migliori e più rilevanti, non quelli con il budget per il marketing più grande. di Emanuele Bazzichi Google presenta Ara: il primo telefono montabile Montain View, 11 giugno 2016 – Google decide di seguire una strada fortemente innovativa per il suo ingresso nel mercato degli smartphone: parliamo infatti della creazione di un nuovo smartpone completamente modulare. Gli studi per questo telefono, denominato da Google “Project Ara“, sono iniziati alcuni anni fa. Il progetto mostrava uno smartphone rivoluzionario, assemblato con componenti che gli stessi proprietari potevano comodamente scollegare e sostituire. La struttura era formata da una base universale dotata di connettori magnetici e alloggiamenti per tutti i componenti essenziali del telefono: dallo schermo frontale, alla parte posteriore a cui si collegava la maggior parte dell’hardware. In questo modo, hanno spiegato gli sviluppatori, chiunque avrebbe potuto comporre il proprio smartphone personalizzato, a seconda delle proprie esigenze di budget e della preferenza su determinate caratteristiche: chi ad esempio preferisce uno schermo ampio, chi di una fotocamera ad alte prestazioni, chi una memoria di archiviazione particolarmente capiente. Lo sviluppo di questo particolare progetto ha incontrato però diversi ostacoli sul proprio percorso, costringendo Google a perdere terreno rispetto alla tabella di marcia. Quest’anno però, in occasione dell’evento Google più importante dell’anno: il Google I/O, a sorpresa si è tornato a parlare di Ara, annunciando addirittura come data di immissione nel mercato il 2017. Si tratterà del primo telefono che Google abbia mai costruito completamente in casa. Aimé, le prime dichiarazioni ufficiali purtroppo hanno ridimensionato le potenzialità del telefono: sembra infatti che, almeno nei primi modelli, la personalizzazione sarà possibile soltanto per quanto riguarda alcuni componenti, non sfruttando a pieno la modularità prevista inizialmente. di Emanuele Bazzichi