los roques 2000 1

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LOS ROQUES 2000
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SABATO 15 APRILE
Questa volta l’Andersen non c’entra ….. ma noi ci facciamo comunque un viaggio da
mille e una notte. L’ho vinto!!!1
Incredibile, io che non ho mai vinto nulla (fortunata in amore…), nemmeno un
peluche. Invece al Gala della Camera di commercio Americana (che non sapevamo
nemmeno esistesse) al Four Season, dopo una lussuosa cena, hanno detto: “ il primo
premio alla signora Va..Va…Vacirca”. Io non ci volevo credere. Mi sembrava
impossibile, quasi uno scherzo.
Dato che il viaggio era per due ho deciso di portare anche Fabio perché il posto è
proprio bello. Il biglietto diceva infatti: ’CROCIERA IN BARCA D’EPOCA A LOS
ROQUES’.
Avevamo un anno di tempo per andarci ma non abbiamo potuto aspettare oltre.
Quindi ho smesso di forza di allattare Silvia (ormai ha 5 mesi e mezzo; ultima
poppata giovedi’) e siamo partiti.
Fabio è stanco morto perché non fa un giorno di ferie dall’anno scorso a causa del
millenium bug. Io sono stanca morta perché, nonostante l’aiuto di Baby, le bimbe
sono molto impegnative.
Ovviamente prima di partire le ‘3’ si sono prese la bronchite: prima Paola poi
Claudia: aereosol, antibiotico, tachipirina. Un lazzaretto. Ieri sono arrivati i biglietti
quindi si parte per davvero!!!
Baci e baci a tutti….noi partiamo in LUNA DI MARMELLATA!!
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Usciamo di casa alle 6: abbiamo il Milano-Roma alle 7. Non riesco ancora a
realizzare: mi sembra di ‘scappare’ dai casini e lasciare tutte le responsabilità. Per
una settimana vogliamo pensare solo a noi due.
Alle 9.50 prendiamo il Roma Caracas……ma io non riesco ancora a rilassarmi
completamente…mi sembra ci sia qualcosa che non va.
Abbiamo 10 ore di volo: mangiamo e vediamo film (Fabio solo 3 io anche il cartone
animato). Che stanchezza….ora cominciamo a distenderci e ad avere l’aria dei
vacanzieri.
Arriviamo a Caracas in orario e scendendo dall’aereo sentiamo subito il caldo
tropicale: ci sono 29 gradi ….e a Milano pioveva: che goduria.
Con il nostro solo bagaglio a mano (a Fabio pareva impossibile che fossi riuscita a
farci stare tutto il necessario) passiamo la dogana e andiamo al chiosco ‘quo vadis’
dove ci stanno aspettando: a piedi ci accompagnano alle partenze nazionali. Dopo un
po’ di attesa trascorsa facendo i giochini sul palmare prendiamo l’aereo alle 17.30.
Alle 6 atterriamo finalmente a Grand Roche ed è subito una meraviglia.
La pista di atterraggio è lunga 500 mt ed è praticamente sulla spiaggia. L’aereoporto
è costituito da un chiosco sulla sabbia dove bisogna compilare il modulo d'entrata nel
parco. Anche le poche casette del paese sono sulla sabbia, non ci sono strade o
sentieri. Il tempo non è bellissimo ma….non importa.
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Rimaniamo subito colpiti dalla quantità
incredibile di gabbiani e pellicani che si
lanciano in acqua per prendere i pesci. Ma
sono tantissimi!!!
Ci viene a prendere il gommone guidato da
Jose’, il capitano della nostra barca: il
GUAICAMAR.
E’ un vecchio yacht degli anni ’30, tutto in
legno con 3 capine luxori nella zona di
poppa, a prua invece quelle per
l’equipaggio, un ‘patio’ con comodissime
poltrone di vimini, a prua tanto spazio per prendere il sole, sala da pranzo con cucina
a vista. Tutto ok quindi: mangiare, dormire e ‘poltrire’.
La nostra cabina è quella di poppa: dicono che sia la piu’ bella. Ha in effetti un
ingresso indipendente dallo specchio di poppa e dentro ….sembra di essere sul
Titanic. Tutto in legno, specchio grande, scrittoio con specchio sopra, cassetti e
cassettoni a non finire, ottoni, bagno con addirittura la vasca da bagno.
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Non guardiamo niente e nessuno: entriamo in cabina, ci mettiamo il costume e
facciamo un tuffo: che sollievo!! L’acqua e’ verdissima e calda. Adesso si’ che è
vacanza. Che fortuna!!
Ci rivestiamo e conosciamo i nostri compagni di viaggio. C’è una coppia di signori
sessantenni di Roma (Riccardo e Ornella) e una coppia di sposini di Milano (i
‘Tombola’).
Una bellissima venezuelana (Elusi) ci offre l’aperitivo. Che pacchia.
Cena tutti insieme con i primi discorsi conoscitivi (da dove venite, cosa fate ecc) ma
alle 9 siamo veramente stanchi e andiamo a dormire nella nostra stupenda cabina.
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DOMENICA 16 APRILE
Sveglia alle 8.00 e …. Tuffo. Uhauoo: è quello che sogniamo sempre. E poi fatto in
questo mare è una favola!!
Mega colazione e poi lunga fase di incrematura perché il sole qui è veramente forte e
le docce solari che ci siamo fatti prima di partire non hanno fatto alcun effetto.
Io e Fabio andiamo a nuoto fino a terra; prima pero’ mi tolgo ogni ‘oro’ per non
attirare i barracuda.
Questa è l’isola di Madrizqui (‘qui’ vuol dire isola) che si trova proprio accanto a
Gran Roque. La sabbia è talmente bianca che fanno male gli occhi. Facciamo due
passi e ci sediamo all’ombra dell’unico alberello a guardare lo spettacolo degli uccelli
‘tuffatori’. I pellicani si lanciano a becco aperto e mirano il pesce, quando riemergono
devono far filtrare l’acqua prima di inghiottire e in questo momento vengono attacati
dai gabbiani che cercano di prendere qualunque cosa che esce dal becco. Cosi’
all’infinito. E’ incredibile.
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Al ritorno facciamo un test di immersione con le bombole perché non abbiamo la
patente: è sempre bello andare sott’acqua e abbiamo deciso di prendere la tessera
open. Segue grande pranzo e poi pacchia totale.
Verso le 16 prendiamo il gommone e tutta l’attrezzatura e andiamo a fare
l’immersione seria (i nostri compagni di viaggio sono attrezzatissimi e ‘tecnici’; noi
andavamo sotto senza gav, senza erogatore di riserva e senza un sacco di altre cose).
Visto il raffreddore ereditato dalle bimbe mi fa pero’ molto male l’orecchio sinistro e
vedo le stelle. Arriviamo a 18 mt.: peccato ci sia l’acqua molto torbida e non si veda
molto bene la vegetazione. Tocchiamo una ‘tromba’ e vediamo pesci molto belli.
Anche in fase di risalita sento molto male all’orecchio che poi infatti rimane tappato.
Aperitivo, cena e poi gran partita a scopone con il RON PAMPERO.
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LUNEDI’ 17 APRILE
Sempre sveglia alle 8 e poi colazione. Siamo sempre affamati e la cuoca deve
continuare ad abbrustolire il pane.
Per il momento siamo riusciti a non scottarci (bhe’, ieri abbiamo messo la protezione
totale), speriamo che duri.
L’orecchio è sempre tappato e per oggi di immersione non se ne parla. Passiamo la
mattinata al sole e speriamo oggi di cambiare isola: c’è in effetti molto vento e il
capitano Jose’ ha detto che fuori il mare è mosso, anche se forse il vero motivo è altro
(aspettare i rifornimenti).
Finalmente alle 12 ci muoviamo e andiamo verso ovest: Vediamo un’incredibile
lingua di sabbia che rende il mare bianco e verde prima di arrivare a Krasky.
C’è molto vento e facciamo un po’ fatica ad ormeggiare in questo paradiso. Il gruppo
va a fare l’immersione ma io non posso e Fabio mi tiene compagnia.
Andiamo a terra a nuoto e ci facciamo una lunga passeggiata sulla sabbia bianca
circondati solo da gabbiani e pellicani. Il sole è talmente forte che senza occhiali si fa
fatica a tenere aperti gli occhi.. E’ bellissimo!!
Abbiamo deciso che quando a Milano ci vorremo rilassare pensando a qualcosa di
bello, penseremo a questa camminata.
Raccogliamo un bel po’ di conchiglie rosa e ci facciamo il bagno nel posto piu’
solitario con l’acqua verdissima e caldissima.
Poi Fabio noleggia un surf nell’unico baracchino e si fa un’oretta di sport…anche se
non ha piu’ il fisico e gli fanno male gli avanbracci.
Comunque è sempre bello
vederlo ‘svolazzare’ sull’acqua.
Finiti tutti gli sport ci facciamo un bel piatto di pasta al pesto e poi prendiamo il
gommone e torniamo in spiaggia per una passeggiatina. E’ il tramonto e camminiamo
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su una lingua di sabbia dove le onde che arrivano da destra si scontrano con quelle
che arrivano da sinistra e che porta ad un microisolotto pieno di gabbiani. Facciamo il
giro dell’isolotto e poi risaliamo
sulla spiaggia dove incontriamo
dei cumuli giganteschi di grandi
conchiglie: sono i pescatori che
si mangiano il mollusco interno
e poi le accumulano qui.
Torniamo al tender avendo il
viso illuminato dal sole al
tramonto: molto romantico!!
In barca facciamo la doccia e ci
prendiamo il solito aperitivo
preparato da Elusi (panterita76),
una bellissima brasiliana che
continua a far ‘sbavare’
Riccardo. Tutti pronti andiamo
a terra dove sotto il portico della
casetta del pescatore troviamo
la tavola già apparecchiata
(anche se siamo quasi in un
tubo Venturi).
Mangiamo un buonissimo pesce
alla griglia con riso ed insalata.
Al termine non manca certo
l’ormai
mitico
Pampero.
Riccardo ne beve un po’ troppo
e manca il gommone mentre ci
sale finendo in acqua. Volevamo giocare a carte ma finiamo tutti subito a letto.
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MARTEDI’ 18 APRILE
Ormai abbiamo quasi un orologio interno e alle 8 ci svegliamo. Colazione e poi noi 4
giovani andiamo a terra a nuoto. Appena risaliti in barca, il Guaicamar riparte. C’è
molto vento. Navighiamo per circa 2 ore e passiamo a lato di isolotti incantevoli.
Faccio tante foto che so già che a casa sembreranno tutte uguali e non daranno le
stesse e emozioni che provo ora a vedere tutto questo. Arriviamo a DOS
MOSQUISES.
Ormeggiamo fra due isolotti: uno con alcune palafitte, una pista di atteraggio e un
centro per lo studio e la salvaguardia delle tartarughe marine, e l’altro con ben tre
palme e ….nient’altro.
Ci prepariamo per andare a fare l’immersione. Jose’ ci porta con il gommone su una
punta dell’isola. Io faccio snorkeling e foto mentre Fabio scende con gli altri. Io sto
lungo costa e vedo una quantità incredibile di corallo e pesce: branchi di pesciolini
blu, grossi pesci con la cresta blu quasi fosforescente, delle specie di siluri con una
riga orizzontale gialla….poi tanto tanto corallo e tanto altro pesce. Peccato che
l’acqua sia un po’ torbida e non si riesca a vedere molto bene. Fabio invece scende
fino a 26 metri e vede 2 aragoste e una murena ‘strana’ oltre a tanto altro pesce.
Torniamo in barca e pranziamo (sono le 4) e poi ci riposiamo un po’ (sonnelino e
libro) mentre il compressore ricarica le bombole.
In realtà avrebbe dovuto esserci una barca di appoggio a completo servizio dei sub,
ma è rotta e questo porta qualche disagio (un solo gommone lascia inevitabilmente
qualcuno in attesa, il compressore) che i due romani incominciamo a mal sopportare.
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I due Fabi vanno con Jose’ a
pescare e tornano dopo poco tutti
esaltati con un secchio pieno di
pesce (circa 7 kg): solo con filo e
esche vive tiravano su un pesce
dopo l’altro scartando quelli
piccoli.
Come Robinson Crosue.
Aperitivo (anguria frullata) e poi
per cena mangiamo il pesce dei
nostri uomini (un po’ fatto a
carpasito). Buono buono buono,
anche se un po’ troppo elaborato (la
nostra cuoca del colorado ama
elaborare con salse, aceto ecc ogni
cosa).
Passiamo la serata a chiacchierare
bevendo il Pampero.
Uno degli argomenti piu’ gettonati e ‘l’Ilaria’: la donnina un po’ scema dell’agenzia
che ha promesso cose che non ci sono (si mangia sempre pesce, farete indigestione di
aragoste, puoi fare due immersioni al giorno, ecc).
MERCOLEDI’ 19 APRILE
Questa mattina mi sono svegliata pensando alle ‘bambine’. Incominciano a mancarmi
un po’.
Solita colazione e poi immersione mattutina. Il mio
orecchio non si vuole stappare e quindi non potro’
prendere il brevetto. Accompagno ancora
comunque la truppa e faccio snorkeling. Andiamo
vicino a dove ci siamo immersi ieri ma i ‘subbi’
vanno oggi verso il largo, mentre io proseguo da
dove mi sono fermata ieri. L’acqua è sempre molto
torbida e ci sono grandi onde: vedo pesci con la
pancia rossa e poi nuoto nel mezzo di un grande
gruppo di pesci tutti blu e poi .… di tutti i colori.
Fabio invece scende fino a 40 metri e vede tante
aragoste tra le quali una grossissima.
Torniamo fra 1000 schizzi al Guaicamar e poi
andiamo a terra a fare 4 passi e a vedere le
tartarughe.
Tutto è bellissimo qui e facciamo tante foto sulla
spiaggia. Andiamo poi al laboratorio: su quest’isola raccolgono le uova di tartaruga e
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le fanno schiudere, tengono poi le tartarughe in vasche per un anno (non bisogna
toccarle perche’ altrimenti si abituano alla presenza umana) e poi vengono messe in
un recinto in mare per un altro anno prima di essere lasciate andare libere. Studiano
poi altri pesci ma non abbiamo ben capito cosa facciano nel laboratorio. Torniamo in
barca per mettere le gambe sotto al avolo solo che oggi butta un po’ male: minestrone
con un po’ di pesce ed insalata. Inoltre c’è la storia tesa dei due anziani Riccardo ed
Antonella che ovviamente si rompono un po’ (vogliono fare snorkeling lungo la
spiaggia) e vorrebbero farsi portare in una posada….ma non c’è posto quindi ce li
teniamo con il muso e un po’ incazzosi.
Verso le 3 partiamo per SARKY. Abbiamo il mare agitato proprio sul muso. Io mi
ritiro in cabina per un riposino ascoltando i cd e non mi disturbano ne’ il motore ne’ il
compressore. Arriviamo all’isola verso le 17. C’è sempre tanto vento che incomincia
anche a dare un po’ di fastidio.
Questa è l’isola adatta per lo snorkeling cosi’ i due vecchietti saranno contente (e
anche io). Andiamo a terra con il tender (non a nuoto perche’ abbiamo ormeggiato un
po’ troppo lontano) e facciamo due passi sulla sabbia bianca. L’interno di quest’isola
sembra abbastanza verde: ci sono addirittura degli alberelli. Jose’ lancia con maestria
una rete tonda a riva e recupera un po’ di pesciolini stili alicine per fare poi da esca.
Lasciamo i vecchi in barca e andiamo a pescare proprio al tramonto. Si pesca
ovviamente solo con il pesciolino con l’amo infilato nel naso e il filo. Jose’ pesca un
bel pescione mentre noi vediamo la cosa piu’ rara: uno stormo di fenicotteri rosa che
tutti in fila arrivano sull’isola. Bellissimi ma purtroppo non ho potuto fotografarli.
Torniamo in barca ma non c’è l’acqua per la doccia e quindi passiamo direttamente
alla fase aperitivo con carpasito di pesce e cocktail all’ananas e ron. Cena con il
nostro pesce e poi partitona a scopone: i Caretta sono imbattibili (anche perché gli
altri continuano a bere Pampero).
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GIOVEDI’ 20 APRILE
Questa mattina facciamo un po’ i pigroni e ci alziamo alle 9 passate (con Tombola
che salta sopra la nostra testa). Colazione. Il capitano porta poi i due vecchietti
incazzati a fare snorkeling mentre noi 4 ci spaparanziamo al sole a leggere.
Nonostante vari tentativi non
riesco ad animare la mattinata
(mi prendono per nevrastenica).
Verso le 12 andiamo anche noi
a fare snorkeling vicino alla
barca. C’è parecchio pesce ed
arriviamo fino alla spiaggia.
Troviamo un’insenatura che
forma una piscinetta dove
l’acqua è caldissima ed è
libidinoso starci sdraiati dentro
a chiacchierare. Dall’acqua alla
sabbia. Che pacchia. Con tutto il
sole che prendiamo non
riusciamo
ad
abbronzarci
veramente: diventiamo rossi, ci scottiamo un po’ e poi torniamo bianchi. I vengono
poi a prendere con il gommone e torniamo in barca per il pranzo che si rivela un po’
‘pesante’ (fagiolata) e quindi ci fa venire un sonno tale che alle 3 e mezza ci ritiriamo
in cabina per un pisolo.
Intanto il capitano ci porta a NORONKYS. Sono in realtà due isole quasi collegate
che formano un anello e si puo’ entrare solo da un’apertura: ovviamente il mare
all’interno è un vero paradiso. Anche qui ci sono tantissimi gabbiani e pellicani.
Come si vede dalle foto ho delle tettone enormi e un sacco di rotolini: ma ho appena
smesso di allattare (anzi, continuo a perdere latte) e ho ancora una decina di kg da
perdere. Ma non importa: è una tale soddisfazione riuscire ad entrare in un bikini.
Gli uomini vanno a pescare mentre io e Bobo ci ripariamo dall’implacabile vento
sullo specchio di poppa chiacchierando e ammirando un tramonto rosso rosso. I nostri
Fabi tornano con 3 pescioni e una testa perche’ mentre stavano tirando in barca il
quarto pescione è arrivato un barracuda che se l’è mangiato senza prendere l’amo.
Ovviamente doccia e aperitivo. Arriva poi finalmente la barca di appoggio per fare il
vero diving…un po’ tardi ma ha trovato brutto mare e ci ha messo un’eternita’.
Chiacchieriamo, mangiamo tanto e poi crolliamo dal sonno.
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VENERDI’ 21 APRILE
Che dormita ci facciamo!! Oggi è praticamente l’ultimo giorno intero e non voglio
perdermene nemmeno un secondo. Per oggi è organizzata una immersione in
mattinata e una nel pomeriggio (in questo modo anche Fabio arriva a % in totale e
puo’ ottenere il brevetto). Il mio orecchio sembra guarito (ovviamente: sta finendo la
vacanza) ma preferisco non scendere visto che domani devo volare.
Alle 9 quindi la barca diving porta i sub a fare una piccola immersione intorno ai 15
metri. Io intanto faccio snorkeling e vedo la solita quantità incredibile di pesce: oggi
l’acqua è limpida e riesco a fare un bel po’ di foto.
Fabio invece vede una
tartaruga e per poco non
mette le mani direttamente
dentro le fauci di una
murena. Ci ritroviamo tutti
in barca per il pranzo e poi
ci sdraiamo a leggere e a
prendere il sole. Poi i sub
riprendono la barca e
vanno
a
farsi
una
immersione profonda un
po’ lontano. Io rimango
sola e mi intristisco un po’:
vado a terra dove c’è l’acqua piu’ verde mai vista e piu’ calda e i pellicani si lanciano
a fianco di me, quasi fossi trasparente.
Me ne sto per un bel po’ sola soletta nell’acqua tiepida con i pellicani ad assoporare
questi
momenti
unici che mi devo
ricordare quando
saro’ a Milano.
Ritorno
al
Guaicamar
e
partiamo alla volta
dell’isola da cui è
iniziato il nostro
giro (mathersqui).
Noi arriviamo con
il
Guaicamar
arriviamo
ma
quelli della lancia
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diving non si vedono : infatti la guardia costiera li ha fermati e ha trovato che manca
un timbro di ingresso nel paese. La lancia e il capo Amedeo sono rimasti ‘sequestrati’
mentre i turisti-ostaggio vengono rilasciati.
Hanno fatto un’immersione molto prefonda girando intorno ad elica ad uno spunzone
di roccia e vedendo una quantità incredibile di pesce: forse la piu’ bella immersione.
Facciamo l’ultima cena in barca: anche questa sera niente aragosta, pero’. Scambio di
indirizzi e numeri di telefono.
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SABATO 22 APRILE
Uffi uffi: oggi è giornata di valigie!!
Ci svegliamo e io incomincio a ritirare qualcosa e poi cerchiamo di sfruttare al
massimo questi ultimi momenti: bagno e sole, tuffo e sole ecc.
I romani partono con noi e alle 9 sono gia’ vestiti da città sudando all’inverosimile (si
devono poi cambiare prima di partire davvero).
Siamo molto dispiaciuti perche’ è fenita ma tanto tanto felici perche’ abbiamo
passato dei bellissimi giorni e a casa ci aspettano le bambine.
Sbrighiamo le ultime pratiche (= pagare): sbagliano pero’ a fare i conti cosi’ che il
corso di sub di Fabio è costato veramente poco e per di piu’ ora ha anche il brevetto.
Finisco di pigiare tutto nelle nostre di due borse (che hanno un peso specifico
inverosimile) e dopo un sandwich saliamo sul gommone che ci porta a terra.
Salutiamo i Tombola…ma abbiamo per fortuna appuntamento venerdi’ al Basso per
guardare insieme le foto e ricordare.
Sigh sigh.
Il nostro aereo è un trabiccolo piccolo piccolo da 10 posti che fa veramente paura ma,
grazie alla bellissima giornata, riusciamo a vedere dall’alto lo spettacolo di questo
arcipelago pieno di acqua verde e di isolotti bianchi.
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All’aereoporto di Caracas mi accorgo di avere dimenticato di svuotare un cassetto
pieno di magliette : potevo lasciarle in barca per quando ci ritorneremo!!!
Comunque le hanno recuperate i Tombola e me le porteranno a Milano.
Al duty free facciamo equa scorta di RON PAMPERO.
Viaggio perfetto e riusciamo anche a dormire abbastanza bene: tutti in forma per
ritornare alla vita di tutti i giorni con le nostre bimbe.
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