Variazione morfologica nei dialetti dell`Italia settentrionale

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Variazione morfologica nei dialetti dell`Italia settentrionale
VARIAZIONE MORFOLOGICA NEI DIALETTI DELL’ITALIA SETTENTRIONALE:
TENDENZE SISTEMICHE E STRATIFICAZIONE SOCIOLINGUISTICA
Claire Meul & Dieter Vermandere
(KU Leuven / Universiteit Antwerpen)
1. Argomento della ricerca
In vari dialetti italiani e retoromanzi, la prima coniugazione (cioè, la coniugazione
che risale alla coniugazione latina in -ĀRE) contiene un sottogruppo di verbi che
realizzano il singolare e la terza persona plurale dell’indicativo presente e del
congiuntivo presente mediante l’inserimento del segmento (tonico) -e(i)- tra la radice
e la desinenza (personale) della forma verbale. Questo principio rassomiglia
all’inserimento dell’‘infisso’ -isc- nei verbi della quarta coniugazione (il paradigma
di finire) in italiano standard. A titolo illustrativo, si presenta nella tavola [1]
l’indicativo presente ‘infissato’ della prima coniugazione per la varietà peri-ladina
(agordina) di Val Pettorina (cfr. De Pian 1997:151) e per la varietà veneta
settentrionale (trevigiano-bellunese) di Revine (cfr. Tomasi 1992:20):
Agordino (Val Pettorina)
Trevigiano-Bellunese (Revine)
zapolè ‘schiacciare, scalpitare’
mañuzàr ‘rosicchiare’
Pres.ind.
Pres.subj.
Pres.ind.
Pres.subj.
1. zapol-é-e
zapol-é-e
mañuz-é-e
mañuz-é-e
2. zapol-é-e
zapol-é-e
mañuz-é-a
mañuz-é-e
3. zapol-é-a
zapol-é-e
mañuz-é-a
mañuz-é-e
4. zapolón
zapolóne
mañuzón
mañuzióne
5. zapolé
zapolede
mañuzé
mañuzéve
6. zapol-é-a
zapol-é-a
mañuz-é-a
mañuz-é-e
Tavola 1: Presente ‘infissato’ in agordino e in trevigiano-bellunese.
2. Scopo della presentazione
Proponiamo di analizzare l’uso e lo sviluppo del segmento verbale -e(i)- (< latino
-IDI-) nella zona ladina-veneta e friulana occidentale. In queste varietà, il modello
della coniugazione ‘infissata’ non si è generalizzato, cioè (1) una parte consistente del
repertorio di verbi della prima coniugazione resiste sistematicamente all’intrusione
dell’infisso; (2) il livello di variazione fra inserimento versus omissione (oppure
presenza versus assenza) di -e(i)- è talmente alto che pochi sono i verbi della prima
coniugazione per cui la forma ‘infissata’ è l’unica forma attestata: la stragrande
maggioranza dei verbi ha il doppio esito (forme infissate/aumentate vs. forme non
infissate/non aumentate). Si dimostrerà che l’interazione complessa fra una serie di
fattori intra- ed extra-linguistici è alla base della variazione fra la selezione vs. la
cancellazione del segmento in questione.
3. Impostazione e metodologia della ricerca
L’analisi è basata su un ampio corpus di materiali empirici raccolti attraverso
inchieste svolte nell’area ladina-veneta e friulana occidentale. Un questionario
parallelo con circa 140 verbi di prima coniugazione è stato sottoposto al giudizio di
153 parlanti nativi di varietà ladine centrali (badiotto, marebbano, gardenese,
fassano, fodom, ampezzano), peri-ladine (cadorino, agordino, zoldano, comelichese),
venete settentrionali (trevigiano-bellunese, liventino) e friulane occidentali (ertano,
tramontino, valcellinese). La rete dell’indagine comprende 27 punti d’inchiesta
1
(rappresentati a secondo la loro tipologia linguistica sulla carta [1], p. 3), scelti in
conformità con la rete d’inchiesta dell’ALD (Atlante linguistico del ladino dolomitico
e dei dialetti limitrofi, Goebl, Bauer & Haimerl 1998). Agli informatori è stato chiesto
di coniugare gli infiniti contenuti nel questionario alla terza persona dell’indicativo
presente, cioè, come si è detto (cfr. supra, § 1, tavola [1]), una forma suscettibile
dell’inserimento dell’infisso. In ogni punto d’inchiesta, sono state intervistate fra 4 e 7
persone, stratificate per 3 fasce di età (12-30 anni, 31-50 anni, +50 anni).
4. Risultati
L’analisi statistica dei dati ha rivelato che il meccanismo dell’infissazione del
segmento -e(i)- è predeterminato da due fattori di tipo intra-linguistico /
grammaticale: lo schema prosodico della radice verbale e l’origine etimologica dei
verbi. La realizzazione ‘effettiva’ del paradigma infissato o non-infissato interagisce
con i vari ‘assi’ della variazione del repertorio linguistico (cfr. Berruto 1987:21,
1993:12):
4.1. Variazione diatopica
Ci sono notevoli differenze riguardanti l’inserimento vs. l’omissione dell’infisso fra i vari
(sottogruppi dei) dialetti esaminati. La variazione fra forme infissate/non infissate sembra
essere legata a (i) l’influenza variabile di due lingue di filiazione genetica diversa, cioè il
tedesco (per il badiotto, gardenese e il marebbano) e l’italiano (per tutte le altre varietà
esaminate), (ii) il diverso posizionamento geo-politico delle varietà dialettali esaminate e (iii)
l’effetto negativo della (con)fusione morfologica del presente infissato e l’indicativo
imperfetto in alcune varietà peri-ladine, venete settentrionali e friulane occidentali.
4.2. Variazione diastratica
L’alternanza fra inserimento/dileguo dell’infisso sembra riguardare l’età degli informatori,
nonché (i) la loro competenza linguistica/dialettale e (ii) l’uso più o meno estensivo di
prestiti. Altro parametro rilevante per l’alternazione fra assenza e presenza dell’infisso
verbale è la distinzione diastratica fra dialetto ‘urbano’ e dialetto ‘rurale’.
4.3. Variazione diafasica
L’alternanza formale (inserimento vs. omissione dell’infisso) dipende anche dal contesto
semantico-pragmatico della comunicazione, ed è legata soprattutto alla distinzione aspettuale
fra ‘puntualità’ e ‘abitualità’ o ‘genericità’ dell’azione.
Per l’analisi statistica è stato cruciale il concetto dell’ampiezza dell’effetto, che ci ha
permesso di stabilire una classificazione gerarchica dell’impatto delle variabili citate
sul meccanismo dell’infissazione verbale.
5. Prospettiva teorica
Il presente contributo mira ad evidenziare il modo e la misura in cui la variazione
morfologica interagisce con le variabili sociolinguistiche del repertorio (nella
fattispecie in diatopia, diastratia e diafasia). Facendo questo, si prova anche a
calibrare meglio (attraverso un’attenta disamina empirica) l’impatto delle varie cause
(organizzate “a catena” o “a ventaglio”) nei processi di ristrutturazione morfologica.
Riferimenti bibliografici
Berruto, G. 1987. Sociolinguistica dell’italiano contemporaneo. Roma: La Nuova Italia Scientifica.
Berruto, G. 1993. “Le varietà del repertorio”. In: Sobrero, A. A. (a cura di) Introduzione all’italiano
contemporaneo. La variazione degli usi. Bari: Laterza, pp. 4-37.
De Pian, I. 1997. Il ladino della Val Pettorina. Belluno/Rocca Pietore.
Goebl, H., Bauer, R. Haimerl, E. (ed). 1998. Atlante linguistico del ladino dolomitico e dei dialetti
limitrofi, 1° parte (7 vol.). Wiesbaden: L. Steiner.
Tomasi, G. 1992. Dizionario del dialetto di Revine. Belluno: Istituto di ricerche sociali e culturali.
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Mappa 1: Località e profilo linguistico della zona esplorata.
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