La Circumetnea rischia di restare incompiuta il governo rivuole 90 mln

Transcript

La Circumetnea rischia di restare incompiuta il governo rivuole 90 mln
VENERDÌ 8 LUGLIO 2011
LA SICILIA
il FATTO
UN DISEGNO FOLLE
I DIECI CORRIDOI
Questa la lista preliminare proposta dal commissario europeo Barroso che
riguarda 10 «Corridoi» prioritari di trasporto, che avranno un fondo unico di
40 miliardi gestito dall’Ue e non dai singoli Stati.
CORRIDOIO 1 BALTICO-ADRIATICO. (Non più BerlinoPalermo). Il Baltico-Adriatico parte da Helsinki e poi tocca Riga, Kaunas,
Varsavia, Katowice, Ostrava, Brno, Vienna, Bratislava, Graz, Udine, Maribor,
Lubiana, Venezia, Trieste, Bologna, Ravenna.
CORRIDOIO 2 VARSAVIA-AMSTERDAM. Amsterdam,
Hannover, Berlino, Poznan, Varsavia.
CORRIDOIO 3. MEDITERRANEO. Algesiras, Madrid,
Barcellona, Valencia, Tarragona, Perpignano, Lione, Torino, Milano, Venezia,
Lubiana, Budapest.
CORRIDOIO 4 AMBURGO-SOFIA. Amburgo, Berlino,
Rostock, Praga, Brno, Bratislava, Budapest, Arad, Bucarest, Costanza,
Timisoara, Sofia, Tessalonica, Pireo.
CORRIDOIO 5 HELSINKI-MALTA. Helsinki-Malta. Helsinki,
Stoccolma, Malmoe, Amburgo, Hannover, Norimberga, Monaco, Bologna,
Roma, Napoli, Bari, Malta.
CORRIDOIO 6 GENOVA-ROTTERDAM. Genova, Milano,
Novara, Basilea, Mannheim, Dusseldorf, Rotterdam, Liegi, Bruxelles.
CORRIDOIO 7 ATLANTICO. Lisbona, Madrid, Valladolid,
Oporto, Vittoria, Bordeaux, Parigi.
CORRIDOIO 8 DUBLINO-BRUXELLES. Dublino,
Birmingham, Londra, Lille, Bruxelles. Parigi.
CORRIDOIO 9 ROTTERDAM-BASILEA. Rotterdam,
Bruxelles, Lussemburgo, Digione, Lione, Strasburgo, Basilea.
CORRIDOIO 10 SENNA-DANUBIO. Si tratta del corridoio
fluviale che interessa Le Havre, Parigi, Strasburgo, Stoccarda, Monaco, Vienna.
LA TORINO-LIONE
Tav, troppi ritardi
l’Ue taglia i fondi
BRUXELLES. I fondi comunitari assegnati
alla Torino-Lione subiranno un’ulteriore
sforbiciata a causa dei ritardi nei lavori. A
dirlo è il commissario europeo ai Trasporti, Siim Kallas, che conferma tuttavia
l’impegno di Bruxelles per la realizzazione dell’opera.
Il giorno dopo la riunione della conferenza intergovernativa tra Italia e Francia
in cui sono stati fatti passi avanti nel negoziato ma non è stata conclusa l’intesa
sulla ripartizione dei costi dell’opera, la
Commissione europea si dice tuttora
pronta sostenere i due Paesi per il completamento della linea ad alta velocità. È
uno dei principali corridoi di trasporto
europeo, considerato fondamentale spiega Bruxelles - per il collegamento tra
la penisola iberica e l’Europa centrale.
Ma il mancato rispetto dei tempi nell’esecuzione dei lavori farà salire, probabilmente anche in maniera sostanziosa,
l’entità del taglio ai fondi Ue, dopo la
sforbiciata di 9 milioni di euro già messa a segno con l’ultima revisione dell’andamento dei progetti transeuropei di
trasporto nell’ottobre 2010.
La Commissione europea, ha ricordato Kallas rispondendo alle domande dei
giornalisti, si era impegnata a concede-
re 671 milioni di euro di co-finanziamenti per la realizzazione della TorinoLione, ma l’accordo «prevedeva - ha precisato il commissario - che se i finanziamenti non fossero stati assorbiti entro il
2015 ci sarebbero stati dei tagli».
È chiaro che ora «ci sarà qualche difficoltà», ha messo in guardia Kallas, aggiungendo di ritenere «realistico che ci
saranno dei tagli». Quanto alla cifra, il
commissario e anche i suoi collaboratori, hanno più volte affermato di non poter indicare oggi l’entità, rinviando al
prossimo autunno quando sarà rivista la
decisione sul finanziamento, alla luce
dei ritardi accumulati e di come procedono i lavori.
«Diamo un breve tempo sia alla Commissione che alle autorità italiane e francesi per valutare la situazione per arrivare ad una decisione concreta in autunno», ha spiegato Kallas. «Noi vogliamo
che il progetto vada avanti», ha ripetuto.
Bruxelles sembra quindi disponibile a
concedere ancora qualche mese, ma
continua a mantenere alta la pressione:
c’è bisogno, si ripete a Bruxelles, di una
prospettiva chiara sul fatto che la linea
sarà pienamente funzionale nel prossimo decennio.
.3
GAETANO TAFURI. L’allarme del commissario governativo
«La Circumetnea rischia
di restare incompiuta
il governo rivuole 90 mln»
Ma Kallas
conosce
la geografia «Un finanziamento già approvato. Se ci tolgono
mediterranea? le risorse non arriveremo mai all’aeroporto»
Q
uello che fa rabbia è che
l’Unione europea, che si
esprime in inglese, in francese, in tedesco, quasi mai
anche in italiano, nel suo ampolloso periodare parla di «coesione, di
programma di trasporti coordinato
e innovativo» e altre bubbole del
genere, ma ignora che c’è un quarto del territorio italiano praticamente privo di infrastrutture. Così
fanno finta di ignorarne l’esistenza.
Il Ponte sullo Stretto? «Ma perché, si
fa? E quando cominciano i lavori?».
«Nei primi mesi del prossimo anno».
«Ah, veramente?». In questo modo
anche gli stessi uffici italiani guardano ai problemi del profondo Sud.
Si parla di fare il Ponte da mezzo secolo e loro neppure sanno che i lavori cominciano tra sei mesi.
E allora a che punto siamo? Informalmente ci rispondono: «Questa di
Kallas è soltanto una proposta preliminare che poi dovrà essere riesaminata dalla commissione europea
e passare al vaglio degli Stati membri. Pensiamo che il Corridoio Berlino-Palermo dovrà essere ripescato». Certo il passaggio di consegne
tra il vicepresidente europeo Antonio Tajani (passato all’Industria) e
l’estone Siim Kallas, nuovo commissario europeo ai Trasporti, è stato
deleterio, nel senso che Kallas non si
è per nulla preoccupato né del
profondo Sud dell’Italia e certamente ancora meno della Sicilia e del
Ponte sullo Stretto. Forse anche lui
come Cofferati considera Sicilia e
Calabria due deserti infrastrutturali, che tali sono e tali debbano rimanere. O molto più probabilmente Kallas non conosce nemmeno bene la geografia, altrimenti non
avrebbe suggerito di andare a Malta da Bari.
Da parte del nostro ministero dei
Trasporti c’è invito alla calma (Matteoli si è operato al piede e ne avrà
per una settimana). I suoi portavoce ci dicono che «non c’è nulla di
compromesso, né di scontato, che le
decisioni definitive saranno prese
a settembre. Certo c’è da stare attenti». Quanto al cofinanziamento
del Ponte sullo Stretto «sapevamo
da sempre che dobbiamo costruirlo
con i nostri mezzi, e lo faremo».
Questa è la situazione. Non c’è
nulla di compromesso, ma c’è da
lanciare l’allarme, augurandoci che
qualcuno riesca a far comprendere
al commissario estone che la Sicilia
è la più grande isola del Mediterraneo e che lui non può cancellare
con un colpo di spugna né il Corridoio 1 e nemmeno il Ponte. Ma chi
si crede di essere?
T. Z.
TONY ZERMO
CATANIA. «Sta per finire il sogno della
Circumetnea perché ci vogliono togliere 90 milioni già assegnati dal Cipe e ci chiedono inoltre un taglio delle spese del 10%. Che faccio, mando a
casa i lavoratori padri di famiglia? Noi
non abbiamo spese superflue da tagliare, non abbiamo consulenti, non
abbiamo sprechi, posto tagliare soltanto posti di lavoro», dice il commissario governativo alla Circum, Gaetano Tafuri.
E’ un manager appassionato, in tre
anni ha realizzato stazioni nei paesi
della provincia catanese come Adrano
e Santa Maria di Licodia, ha portato
avanti il progetto per fare arrivare i
treni a Fontanarossa (attualmente è in
esercizio la tratta Borgo-Porto con sette stazioni), ha fatto scavare in tre anni più di quanto avevano scavato in
venti anni e ora vede compromesso
tutto il lavoro fatto finora. Attenzione:
non è un burocrate, è uno che lavora
per passione, prende come indennità
10 mila euro l’anno, vive della propria
professione di avvocato. «Da piazza
Stesicoro all’aeroporto ci sono 7 chilometri- precisa -, per coprire il percorso occorrono 450 milioni complessivamente. Ce ne avevano dati 90 e ora
con il decreto legge firmato l’altra notte rischiano di essere risucchiati nel
calderone generale. Intanto con quei
90 milioni già assegnati e adesso in
pericolo si potevano aprire i cantieri e
nel corso dei lavori preventivati in circa una decina di anni si poteva e si doveva reperire il resto della somma. E
dire che il progetto è cantierabile in
quanto approvato dagli organi nazionali e della comunità europea e avevamo pubblicato anche l’avviso di
pre-informazione ai fini della procedura di gara».
Perché è importante il collegamento
della Circum con Fontanarossa, visto che ci arriva anche la ferrovia?
«Intanto perché la ferrovia si ferma attualmente a 800 metri dall’aerostazione. In secondo luogo, ed è il dato
più importante, perché la ferrovia risponde ad altra domanda di trasporto rispetto alla metropolitana camminando lungo la fascia costiera con
fermate lunghe che collegano città e
paesi, mentre la metropolitana penetra nel territorio catanese, collega il
centro con la periferia, ad esempio
Librino, e quindi svolge una funzione
sociale di cucitura. In sostanza come
sbocco naturale arriva all’aeroporto
dall’ultima fermata di Librino che dista appena qualche centinaio di metri.
L’azienda è in attivo, non ha perdite di
nessun tipo, i passeggeri rispetto allo
scorso anno sono aumentati del 60%,
insomma stiamo andando come un
treno, è proprio il caso di dirlo, solo
I fondi. «Erano stati
già assegnati dal Cipe,
ora il governo fa
marcia indietro e
rivuole i soldi»
I tagli. «Come se
non bastasse ci
chiedono tagli del
10%. E io dovrei
licenziare?»
GAETANO TAFURI
commissario governativo alla
Circumetnea
In alto, la stazione di Adrano
che così ci azzoppano. Secondo le stime dell’Unione europea, la Circum ha
una potenzialità di 60 milioni di passeggeri l’anno».
Ma perché stanno mettendo a rischio un finanziamento già assegnato?
«Ritengo che questo taglio di risorse
risponda ad un progetto, mi sia con-
sentito, cinico, ovvero quello di destrutturare la Sicilia che per collocazione naturale è il primo punto di arrivo dai Paesi del Mediterraneo e
quindi per disincentivare gli scambi
con questi Paesi a favore di altri altri
territori del Nord. La Sicilia è una piattaforma naturale al centro del Mediterraneo, un hub che potrebbe avere
un grande sviluppo, specie a Catania
che ha un grande aeroporto, la ferrovia, le autostrade, il porto. Ma se non
ci fanno realizzare le infrastrutture
tutto questo non servirà a nulla. E poi
non si era mai sentito che uno stanziamento approvato nel pre-Cipe e
successivamente approvato dal Cipe
venga ritirato, con la speciosa motivazione che non è stato ancora indetto il
bando di gara. Ma come, lo stanziamento è di pochi mesi fa, stavamo
preparando il bando di gara e arrivata questa mazzata? Sia chiaro che se ci
tolgono questi soldi la Circum potrà
mai essere completata per arrivare a
Fontanarossa».
Ma è possibile che piova sempre
sul bagnato, che si mettano in discussione progetti già definiti e in via di
appalto? C’è un disegno politico per
affossare questa terra, oppure abbiamo un destino da area depressa, buona solo come bacino elettorale e bacino di consumo?
Anche le ferrovie dello Stato risentono di questo tipo di depressione. Se
ci fosse un manager delle Ferrovie che
si potesse dedicare al miglioramento
delle tratte come sta facendo Tafuri
per la Circum tante cose si potrebbero realizzare. Ad esempio rafforzare la
tratta ferroviaria da Giarre a Catania
arrivando anche ad Augusta, passando per centri popolosi come Acireale,
Acicastello, Cannizzaro, Ognina consentirebbe a migliaia di persone di
arrivare in città senza prendere l’auto.
Il che sarebbe anche un sollievo per il
traffico veicolare a Catania, ancora
priva di parcheggi. Non ci vogliono
molti lavori, tra un anno potrebbe essere pronto. Ma purtroppo le ferrovie
continuano a non prestare attenzione
alla Sicilia.