filarmonica laudamo

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filarmonica laudamo
PROGRAMMA
FILARMONICA
LAUDAMO
CLAUDE DEBUSSY
Sonata in sol minore for Violin and Piano, L 140
MESSINA
MAURICE RAVEL
Sonata n. 2 in sol maggiore for Violin and Piano
ente morale onlus
domenica 17 novembre 2013 ore 18
Teatro «Vittorio Emanuele»
GEORGE GERSHWIN/HEIFETZ
Three Preludes
STEFAN MILENKOVICH

violino
SREBRENKA POLJAK
PABLO DE SARASATE
Carmen Fantasy op. 25, sui temi dell’opera di Georges Bizet
pianoforte
PYOTR ILYICH TCHAIKOVSKI
Serenade Melancolique op. 26
CAMILLE SAINT-SAENS
Introduction and Rondo Capriccioso
MAURICE RAVEL
Tzigane - Rhapsodie de Concert
Ministero per i Beni e le Attività Culturali
Regione Siciliana - Assessorato Turismo, Sport e Spettacolo
Amministrazione Comunale di Messina
Provincia Regionale di Messina
E.A.R. Teatro di Messina
Fondazione Bonino Pulejo - Messina
www.eurekaoffice.it
domenica 25 novembre 2013 ore 18 • Teatro «Vittorio Emanuele»
LUCA AQUINO
tromba
CARMINE IOANNA
pianoforte
«aQustico»
www.filarmonicalaudamo.it
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93
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stagione concertistica 2013-2014
5º concerto • 2006º dalla fondazione
Stefan Milenkovich, nativo di Belgrado, ha iniziato lo studio del violino all’età di tre anni, dimostrando subito un raro talento che lo ha portato alla sua prima apparizione con l’orchestra, come
solista, all’età di sei anni e lo ha avviato a una carriera che lo ha visto esibirsi in ogni angolo del
pianeta.
Ancora decenne, è stato invitato a suonare per il presidente Ronald Reagan in un concerto natalizio a Washington. Ha festeggiato il suo millesimo concerto all’età di sedici anni a Monterey, in
Messico. Ha partecipato a diversi concorsi internazionali, risultando vincitore al Concorso di
Indianapolis (USA), al “Tibor Varga” in Svizzera, al “Queen Elizabeth” di Bruxelles, allo “Yehudi Menuhin”in Gran Bretagna, al “Lipizer”di Gorizia, al “Paganini” di Genova, al “Ludwig
Spohr e al Concorso di Hannover (Germania).
Riconosciuto a livello internazionale per le sue eccezionali doti artistiche, ha suonato come solista con l’Orchestra Sinfonica di Berlino, l’Orchestra di Stato di San Pietroburgo, l’Orchestra del
Teatro Bolshoj, la Helsinki Philharmonic, l’Orchestra di Radio-France, l’Orchestra Nazionale
del Belgio, le Orchestre di Melbourne e del Queensland in Australia, l’Indianapolis Symphony
Orchestra, la New York Chamber Symphony Orchestra, la Chicago Symphony Orchestra, collaborando con illustri direttori quali Lorin Maazel, Daniel Oren, Lu Jia, Lior Shambadal, Vladimir
Fedoseyev, Sir Neville Marriner. Nell’ ambito della musica da camera, è invitato regolarmente
alle Jupiter Chamber Music Series. E’ fondatore e membro del Corinthian Piano Trio e, più
recentemente, del Formosa Quartet. La sua discografia include le Sonate e le Partite di Bach
e l’integrale delle composizioni per violino solo di Paganini (Dynamic, 2003).
Stefan Milenkovich è profondamente impegnato anche in attività umanitarie. Nel 2003 gli è stato
attribuito a Belgrado il riconoscimento “Most Human Person”. Ha inoltre partecipato a numerosi concerti patrocinati dall’UNESCO a Parigi, esibendosi al fianco di Placido Domingo, Lorin
Maazel, Alexis Weissenberg e Sir Yehudi Menuhin. Dedito anche all’insegnamento, nel 2002 è
stato assistente di Itzhak Perlman alla Juilliard School di New York, prima di accettare l’attuale incarico di Professore di violino all’Università dell’Illinois Urbana - Champaign (USA).
Srebrenka Poljak, diplomatasi in pianoforte nel 1993, è stata la più giovane musicista ad aver
ottenuto il master all’Accademia Musicale di Zagabria (Croazia), dove ha studiato con Zvjezdana Bašić (allievo del leggendario Heinrich Neuhaus) e dove attualmente svolge principalmente
la sua attività.
Frequentando festival e corsi di perfezionamento (Jerusalem Music Encounters, Firenze Masterclass Internazionale, Wien-Prag-Budapest Sommerakademie) Srebrenka ha incontrato grandi
ˇ Leon Fleisher,
artisti ed ensemble di livello internazionale (Isaac Stern, Mstislav Rostropovic,
Marian Lapšansky, Borodin Quartet, Emerson String Quartet, Julliard String Quartet) che hanno
contribuito a ben definire la sua identità musicale. Come solista ha suonato con le più importanti compagini della Croazia. Collabora stabilmente con importanti musicisti quali S. Arnold, M.
Bekavac, V. Despalj, B. Paradzik, S. Milenkovich. Come componente del rinnovato Zagreb
Piano Trio ha effettuato tournèe in Novergia, Olanda, Germania, Austria, Slovenia, Italia, Israele, anche a seguito di affermazioni in prestigiosi concorsi di musica da camera.
NOTE AL PROGRAMMA
Nel corso della sua carriera Stefan Milenkovich è stato spesso paragonato a Jasha Heifetz [Vilnius 1901 - Los Angeles 1987], il leggendario violinista ebreo lituano, poi naturalizzato statunintense, che ha segnato la storia dell’interpretazione. Il paragone si nutre di tratti biografici entrambi hanno iniziato lo studio del violino a tre anni sotto la guida del padre, hanno poi debuttato precocemente da solisti con l’orchestra (a sei anni Milenkovich, a sette anni Heifetz a San
Pietroburgo) e, dopo aver tenuto centinaia di concerti in Europa, si sono stabiliti in America
dedicandosi anche all’insegnamento (Milenkovich è docente all’Università dell’Illinois Urbana
- Champaign, Heifetz lo fu in quella di Los Angeles). Ma non è solo la biografia a unirli quanto il magistero violinistico, la tecnica sbalorditiva, il vastissimo repertorio e la capacità di avvincere il pubblico disegnando originali percorsi nella letteratura musicale. Ecco che il programma di Milenkovich alla Filarmonica Laudamo appare molto simile agli “storici” programmi di
Heifetz, che coniugavano ad arte capolavori di ogni tempo con pagine virtuosistiche e brillanti
rielaborazioni.
Di Claude Debussy [Saint-Germain-en-Laye 1862 - Parigi 1918] Heifetz eseguiva soprattutto proprie trascrizioni dei Préludes, di Children’s Corner e di altri pezzi per pianoforte. Ma suonò talvolta in concerto, e volle inciderla, la raffinata Sonata in Sol min., terza di una serie di sei Sonates pour divers instruments progettata da Debussy negli anni della prima guerra mondiale e mai
portata a compimento. Questo ciclo sonatistico s’ispirava a Bach ma non rinunciava ai giochi di
colore, alle nuances, alla raffinatezza dello stile nazionale francese da Couperin alle soglie del
’900. La Sonata per violino è l’ultima opera scritta da Debussy che ad essa affidò «il segreto della
grazia e dell’emozione». Pensata in forma ciclica, si apre con un Allegro vivo ma in tonalità minore, cui segue un Intermède. Fantasque et léger che l’autore intitolò originariamente Pierrot fâché
avec la lune. Virtuosistico e rapsodico è il Finale. Très animé in Sol magg., costruito su un tema
semplice e reiterato più volte come a voler rimandare il più possibile la chiusa della Sonata.
Portata a termine nel 1927, dieci anni dopo rispetto a quella di Debussy, la Sonata in Sol magg.
richiese a Maurice Ravel [Ciboure 1875 - Parigi 1937] un impegno particolare giacché, a suo
avviso, il violino e il pianoforte erano «strumenti fondamentalmente incompatibili». Lo sforzo si
tradusse in un’opera che «invece di equilibrare i loro contrasti, ne mette in evidenza proprio l’incompatibilità, dando l’impressione che ciascuno suoni per sé solo, se non addirittura contro l’altro». Ravel, come già Debussy, guardò alla tradizione, ma non solo. La Sonata ha infatti i tre tempi
classici ma uno di essi è un Blues, a dimostrazione di quanto fosse interessato ai linguaggi del suo
tempo. L’Allegretto comincia con un tema affidato al pianoforte, e oscilla poi continuamente tra
ritmo binario e ternario. Il terzo movimento è un Perpetuum mobile. Allegro molto virtuosistico,
in cui sono ricapitolati i tempi principali della Sonata. Ma come secondo tempo troviamo un
Blues, dove il violino inizia con un pizzicato e prosegue cantando un motivo nostalgico che sembra pensato da Gershwin. L’autore però precisò: «Anche se ho adottato stilemi jazzistici come
materiali costruttivi, la musica che ho scritto resta sempre francese, è sempre musica di Ravel».
Heifetz eseguiva questa Sonata ma ancor più di frequente Tzigane. Rhapsodie de concert, scrit-
ta da Ravel nel 1924 per violino e cymbalom (poi trascritta per orchestra) e dedicata alla celebre
violinista Jelly d’Aranyi che ne fu anche la prima interprete. Tzigane inizia con un malinconico
assolo in Re min. del violino per poi dar corso a uno spregiudicato virtuosismo giocato su colpi
d’arco, pizzicati, effetti di armonici, ritmi indiavolati e colori finto-balcanici. Stefan Milenkovich
l’ha scelta per concludere il suo recital a Messina.
Negli anni della seconda guerra mondiale Heifetz fece una cosa insolita per un musicista classico: tenne molti concerti per le truppe americane, esibendosi davanti a migliaia di soldati. Suonava per loro di tutto, inclusi suoi arrangiamenti di alcune Songs tratte da Porgy and Bess di
George Gershwin [Brooklyn 1898 - Beverly Hills 1937]. Risale a quel tempo anche la sua trascrizione dei Three Preludes pubblicati da Gershwin nel 1926, che egli era solito eseguire come
Bis e che incise per ben due volte, nel 1945 e nel 1965. I Preludi sono tanto brevi quanto suggestivi nella rielaborazione violinistica, veri aforismi di musica “classica” americana venata di
jazz; il primo è un Allegro ben ritmato e deciso, il secondo un Andante con moto e poco rubato,
il terzo un Agitato che inizia con un pizzicato.
La seconda parte del concerto impagina i capisaldi del repertorio brillante violinistico tra fine
’800 e primo ’900, cioè i cavalli di battaglia dei più grandi interpreti.
La Fantasia da concerto sulla Carmen di Bizet op. 25 dello spagnolo Pablo de Sarasate [Pamplona 1844 - Biarritz 1908], composta verso il 1883, testimonia la pratica della parafrasi pianistica di lisztiana invenzione applicata a fini virtuosistici sul violino. Scintillante d’inventiva e
trascinante nell’incalzare motivico e ritmico, è costituita da cinque sezioni. L’introduzione Allegro moderato riprende l’Entr’acte tra il III e IV atto dell’opera. Il Moderato (Habanera) rielabora la celebre aria con coro che Carmen canta nell’Atto I. Quindi un Lento assai, un Allegro
moderato e di nuovo un Moderato che si anima sempre più sino al travolgente finale sulle note
della Seguidilla, dell’Habanera e della Chanson Bohème.
ˇ
La Sérénade mélancolique op. 26 di Pëtr Il’icˇ Cajkovskij,
composta nel 1875 originariamente per
violino e orchestra, è stata scritta per il celebre violinista russo Leopold Auer (che ne fu anche il
committente e il dedicatario), poi divenuto maestro di Heifetz al Conservatorio di San Pietroburgo. Si tratta di un Andante in Si bem. min., sentimentale e di facile presa sul pubblico, ma non
privo d’importanza. Il tema della Serenata fu infatti utilizzato da ajkovskij nella prima versione del suo Concerto per violino e orchestra op. 75.
Camille Saint-Saëns [Parigi 1835 - Algiers 1921] compose nel 1863 l’Introduction et Rondo
capriccioso op. 28 in La min., anch’esso originariamente per violino e orchestra, per Pablo de
Sarasate, il quale aveva allora diciannove anni e la portò al successo eseguendola in tutta Europa e in America prima ancora che fosse stampata. In omaggio alla nazionalità dedicatario e nel
solco della moda “spagnoleggiante” della Parigi del tempo, Saint-Saëns apre il brano con un
Andante malinconico, che via via si anima fino a una piccola cadenza cui segue l’Allegro ma non
troppo il cui tema ciclico e sincopato, enunciato dal violino, avvia un vortice di arpeggi, di salti,
di passaggi brillanti, di effetti virtuosistici che ricreano suoni e colori di una Spagna idealizzata
ma reinterpretata nel gusto francese.
Alba Crea