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Lunedì 11
ROMAGNA ARTE E STORIA
Luglio 2011
29
LAVOCE
Una mostra ideata da Fabio Bruschi sull’epoca delle imprese coloniali
Donne fatali tra Tripoli e Riccione
Romagna
Liberty
Gea della Garisenda e Amalia di Brunswick
RICCIONE - A Riccione si ricordano i
100 anni dalla guerra coloniale di Libia
con una manifestazione che prevede
due prestigiose conferenze con presentazioni di libri ( nella tradizionale rassegna estiva “Parole tra noi” del
Block6o, in collaborazione con il Comune) ed una singolare mostra- lampo: titolo generale ”Tripoli bel suol
d’amore. A cento anni dalla guerra di
Libia (1911-2011)”. Prendendo spunto
dal celebre primo verso dello hit coloniale “A Tripoli “, la mostra “Riccione,
bel suol d’amore”, incentrata su Gea
della Garisenda, regina dell’operetta
all’apice del successo nell’Italietta della Belle Epoque e del risveglio nazionalistico –dannunziano, nasce da un
progetto di Fabio Bruschi, sempre attento al rapporto tra personaggi legati a
vicende nazionali e internazionali e
una Perla Verde capace di accoglierli e’
interpretarli’, come ha dimostrato nella
bella rassegna di due anni fa, “Riccione
1939. Danzando sull’abisso”, dedicata
al Premio Riccione d’anteguerra e a
Vittorio Mussolini. Cura e fotografie sono di Andrea Speziali, grafica di Giovanni Tommaso Garattoni, disegno di
Maurizio Campidelli.
In questo articolo parleremo di due
donne, lontane nel tempo ma legate tra
loro , a Riccione e alla romagna: Gea
della Garisenda, la fascinosa e carismatica cantante che ha portato la canzone
“A Tripoli” alla ribalta non solo del teatro leggero ma dell’Italia intera, con
enorme successo e Amalia di Brunswick, l’ antesignana di tutte le turiste
straniere d’alto rango che arrivano in
Romagna con l’amante.
Nel settembre 1911, a poche settimane
dalla partenza delle truppe italiane verso ila Libia, la sensuale Gea Della Garisenda fece scandalo presentandosi
sul palco del teatro Balbo di Torino vestita solo della bandiera italiana (o almeno così narrò la leggenda – in realtà
indossava la divisa bianca della Marina
e la bandiera la fasciava strettamente,
esaltandone le forme), per cantare “A
Tripoli”, inno coloniale che , inserito
nell’operetta “Monopoleone”, ottenne
immediatamente un enorme successo,
anche grazie alla trovata scenica di
Gea. La star dell’operetta all’epoca era
considerata una delle donne più belle
d’Italia: oggi i canoni sono cambiati,
ma osservando le sue foto non possiamo fare a meno di restare colpiti dal
suo sguardo malizioso e invitante. La
Da non perdere
Gli eventi di “Bel suol d’amore”
Block60, in collaborazione con l’assessorato alla cultura del Comune di Riccione presenta “Tripoli bel suol d’amore. A cento anni dalla guerra di Libia
(1911-2011).” Un progetto della Associazione Identità Europea, con il patrocinio e il contributo dell’ Assessorato alla Cultura della Provincia di Rimini.
Presso il piazzale del Palazzo del Turismo, sabato 16 luglio alle ore 20 si terrà
l’inaugurazione della mostra – lampo “Riccione, bel suol d’amore. Gea della
Garisenda tra Tripoli, Riccione e Tenuta Amalia”; alle 21.15 lo storico Franco
Cardini e il giornalista Sergio Valzania presenteranno “Tripoli bel suol d’amore. Testimonianze sulla guerra italo-libica” , di Salvatore Bono, professore di
Storia dei paesi afroasiatici all’Università di Perugia. A introdurre la serata sarà
Fabio Bruschi. “ Riccione, bel suol d’amore. Gea della Garisenda, regina dell’operetta, tra Tripoli , Riccione e Tenuta Amalia” è un progetto di Fabio Bruschi, con cura e fotografie di Andrea Speziali, grafica di Giovanni Tommaso
Garattoni, disegno di Maurizio Campidelli. Giovedi’ 28 luglio, alle 21,15, al
Block60, presso il palazzo dei Congressi di Riccione sempre con l’introduzione di Fabio Bruschi, il giornalista Marco Cimmino presenterà il suo libro Da
Yalta all’11 settembre (Il Cerchio 2010).
Immagini di Gea della Garisenda e della sua abitazione di Via Ponchielli, Villa Sandrina
cantante di umili origini ( nata a Cotignola, cuore della Romagna, in famiglia
numerosissima, ventisei figli !) riuscì a
farsi strada non solo grazie alle indiscutibili doti vocali, ma probabilmente anche per l’intelligenza e il savoir faire.
Alessandr a (in famiglia Sandra o Sandrina) Drudi fu educata dalle suore poi
dei benefattori del luogo le pagarono la
retta al Liceo Musicale di Bologna.
Debuttò nel teatro locale, interpretando
la Mimì pucciniana, ma divenne ricca
e famosa quando passò all’operetta, assumendo il nome d’arte Gea della Garisenda, suggeritole da Gabriele D’An-
nunzio. Alessandra, infatti, era diventata amica dei personaggi più in vista dell’epoca, molti dei quali la corteggiavano. Dapprima sposò Pier Giovanni
Dragoni, poi si innamorò di Teresio
Borsalino, senatore e imprenditore
passato alla storia per i suoi cappelli;
Gea e Teresio amavano trascorrere le
vacanze a Riccione, come molti vip dell’epoca; la cantante decise di acquistare dapprima un villino al mare, in via
Ponchielli, di cui oggi non resta traccia,
poi una vasta tenuta in campagna a Verucchio, appartenuta a Carolina Amalia di Brunswick - di cui parleremo
più avanti - dove trascorse piacevolmente gli anni della maturità. La sala
principale della villa fu affrescata dal
pittore Marcello Dudovich, suo grande
amico. Alla Tenuta Amalia si possono
ammirare il capo della diva scolpito
sull’arco di ingresso, con acconciatura
dei capelli che ricorda la sua pettinatura di scena e un busto nel cortile interno che la ritrae in
età più matura e in
un’attitudine più domestica.
Carolina Amalia di
Brunswick nel 1795
sposò Giorgio di Galles,principe reggente
di Gran Bretagna che
anni dopo sarebbe stato incoronato come
Giorgio IV. Il matrimonio era, ovviamente, combinato. i coniugi conducevano vite
separate; Amalia, in
particolare,aveva preferito trasferirsi in Italia, dove aveva acquistato una splendida tenuta sulle colline riminesi; in Italia, a Milano, all’inizio del suo fatale ultimo viaggio nel bel paese del Grand
Tour, la principessa aveva conosciuto il
prestante Bartolomeo Pergami, che ne
era diventato il sovrintendente ed era
andato a vivere con lei more uxorio (nonostante fosse sposato e padre di due fi-
glie). La storia italiana di Amalia divenne uno dei principali gossip dell’epoca
in Inghilterra, come testimoniano numerose vignette satirico-politiche della
stampa londinese; inoltre la futura regina, per la sua condotta ”immorale” fu
sottoposta ad una commissione d’inchiesta, mentre il Reggente, suo marito,
conduceva indisturbato una vita ben
più dissipata. Alla
morte di Giorgio
III nel 1821 , arrivò il momento,
tanto atteso dal
Reggente, di indossare la corona. Saputa la notizia,
Amalia, che come
al solito era in Italia, si precipitò a
Londra per essere
incoronata regina a
Westminster, lasciando la tenuta
all’amante italiano.
Giunta alla cattedrale, però, trovò
le porte sbarrate per ordine del re suo
consorte.
Nonostante l’opinione pubblica democratica e popolare fosse dalla sua parte,
la corte l’aveva esclusa dalla cerimonia
d’incoronazione. Poche settimane dopo, consumata dal dolore e dal dispetto, fu trovata morta.
Arianna Mamini
Gea e Borsalino
amavano trascorrere
le vacanze a Riccione
la cantante acquistò
un villino al mare
poi una tenuta a Verucchio