2. Sant`Antonio da Padova

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2. Sant`Antonio da Padova
Ingrid Winkler
Sant’Antonio da Padova
SANT’ANTONIO DA PADOVA
Indice:
1. Prefazione
2. Sant’Antonio da Padova
2.1 La Sua Vita
2.2 I Miracoli e La Santificazione
2.3 La Leggenda
3. La Basilica
4. Padova
4.1 La Storia
5. Conclusione
6. Bibliografia
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Sant’Antonio da Padova
1. Prefazione
Sant’Antonio da Padova non era di Padova e il suo nome non era Antonio. E non è stato sempre
un santo. La sua storia è affascinante e comincia 800 anni fa in Portogallo, a Lisbona, e anche
oggi la sua storia non è finita.
Entrando in chiese antiche si vedono molte pitture con un uomo che veste un abito marrone scuro,
da monaco francescano. Antonio figura spesso con il Bambin Gesù.
È molto importante per la città di Padova e per la cristianità.
L’estate scorsa sono andata a Padova e mi sono innamorata di questa città. Da allora mi
interessano la storia di Padova, la Basilica e in particolare Sant’Antonio. Quindi sono molto felice
di avere la possibilità di scrivere questo lavoro.
Comincerò con la vita di Sant’Antonio, i miracoli, la santificazione e la leggenda. In seguito
tratterò della Basilica del Santo e della storia della città di Padova. Per concludere, aggiungerò la
bibliografia e le fonti.
2. Sant’Antonio da Padova
Ogni anno molte persone vanno a Padova per pregare sulla tomba di Sant’Antonio. Pregano
chiedendo la grazia al Santo. Nella Basilica si vedono molte fotografie di persone che sono
sparite. La famiglia e gli amici sperano che Sant’Antonio li aiuti.
E si trovano anche molti scritti di ringraziamento. Antonio ha fatto tanti miracoli e la gente lo ama.
Anche in vita Antonio era molto popolare e amato.
Si sa poco dell'infanzia del piccolo Antonio e, quindi, c’è molta speculazione.
2.1 La Sua Vita
Fernando di Buglione nasce in Portogallo a Lisbona il 15 agosto del 1195. Era il figlio di Martino
de’Buglioni e Maria Taveira. La loro casa si trovava a pochi metri dalla cattedrale.
A quindici anni Fernando entrò novizio nel monastero di San Vincenzo a Lisbona e poi si trasferì
nel monastero di Santa Croce di Coimbra, il maggior centro culturale del Portogallo. Qui studiò
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scienze e teologia con ottimi maestri. Fernando si preparò così all'ordinazione sacerdotale, che
ricevette a ventiquattro anni.
Dopo poco Fernando entrò nell'ordine Francescano e decise di cambiare il nome di battesimo: da
Fernando in Antonio, in onore del santo monaco orientale.
Verso la fine del 1220 si imbarcò su una nave. La meta era l’Africa, ma durante il viaggio Antonio
fu colpito da febbre malarica e fu costretto a letto. Il suo confratello lo convinse a tornare a
Coimbra per curarsi. I due frati si misero in rotta per la Spagna, ma la nave incorse in una
tempesta e terminò il viaggio con un naufragio in Sicilia, vicino a Messina. Soccorsi dai pescatori,
i due vennero portati in un vicino convento francescano e dopo due mesi Antonio guarì dalla
malaria.
Antonio fu fortunato. Durante la festa della Pentecoste incontrò Francesco di Assisi. Antonio
aveva sentito parlare molto di Francesco ma non aveva mai avuto la possibilità di conoscerlo
personalmente.
Nell'autunno del 1222 Antonio ricevette l'incarico di predicare in Emilia, in Lombardia e in Liguria.
A Rimini avvenne l’episodio della mula che è considerato uno dei miracoli più noti.
Il successo di Antonio in seguito alle sue predicazioni fu grande.
Quando Papa Onorio III chiese a Francesco di Assisi di inviare qualcuno dei suoi come
missionario nella Francia meridionale per convertire i catari e gli albigesi, lui inviò Antonio. Questi
giunse in Francia nel tardo autunno del 1224 e rimase lì per alcuni anni. Antonio ritornò in Italia in
occasione della morte di Francesco, celebrò la Pentecoste ad Assisi e poi tornò a Padova.
In quel tempo Antonio aveva 32 anni. I successivi quattro anni, gli ultimi della sua vita, furono i più
importanti per la sua eredità spirituale. Padova è la città a cui Antonio è molto legato. Contrasse
amicizie con altri ordini e divenne amico del Superiore dei Benedettini.
Durante il suo mandato di Superiore dell'Italia settentrionale, Antonio lasciò Padova soltanto in
due occasioni, nel 1228 e nel 1230. Le mete furono Roma e Assisi.
Il papa Gregorio IX fu entusiasta del giovane frate, per la sua intelligenza e la sua umile serenità.
A Roma ebbe l’opportunità di incontrarlo e lì Antonio ebbe anche la possibilità di predicare.
Avvenne il miracolo della gente che poteva capirsi, sebbene provenisse da paesi diversi e
parlasse lingue diverse.
Quando Antonio ritornò a Padova, riscoprì anche le sue origini. Conoscendo bene la provincia e
la sua gente, cominciò a predicare ai ricchi per salvare i poveri.
Le sue prediche furono sempre vicine alla realtà. La sua lingua era semplice, diretta e
comprensibile a tutti. La gente lo amò e molti vennero per sentire le sue parole
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In prossimità della sua morte, Antonio andò a Camposampiero per riposarsi. Qui vide un bel noce
e gli venne il desiderio di costruirsi un nido, come un uccello. Il suo amico Tiso esaudì la sua
richiesta. Ogni giorno Antonio sedeva sull’albero e scendeva solo per mangiare.
A mezzogiorno di venerdì 13 giugno 1231, Antonio non si sentì bene. Volle andare a Padova,
perché sentiva approssimarsi la sua fine. I suoi confratelli francescani lo portarono in un carro
verso Padova, secondo il suo desiderio di morire lì. Nel monastero di Arcella il gruppo si fermò ed
Antonio confessandosi l’ultima volta, ricevette l’assoluzione e mormorò: "Video Dominum
meum...", cioè "ecco, vedo il mio Signore", poi chiuse gli occhi e morì. Aveva soltanto 36 anni.
La sua vita finì fuori dalla sua città amata: Padova.
La notizia della morte di Antonio si diffuse rapidamente. I frati portarono il corpo di Antonio a
Padova e subito i pellegrini incominciarono a pregare sulla sua tomba. Nel 1263 Antonio trovò
l’ultima dimora nella sua Basilica.
Il suo carattere
Antonio era un uomo dotato di una immensa fede spirituale. Tutti i suoi movimenti furono
caratterizzati da un profondo desiderio di rinnovamento spirituale, da una visione del Cristo come
creatura più divina che umana, da un'aperta ostilità nei confronti di tutto ciò che è materiale e
terreno. Apprezzò la solitudine e pensò che la penitenza fosse molto importante. Qualche volta
passò giornate intere a confessarsi e a ricordare.
È il santo più amato perché si ha la sensazione che lui sia gentile e anche un po’ paterno. Dal suo
volto spira dolcezza.
2.2 I Miracoli e La Santificazione
In prossimità della sua morte, Antonio compie un miracolo che è menzionato nel processo di
santificazione.
Pietro, un uomo di Padova, fa un giro per la città. Porta in braccio sua figlia Paduana, che ha
quattro anni . Paduana non può camminare ed è malata di epilessia. Incontrano Antonio che
benedice la bambina.
Ritornando a casa il padre si accorge che Paduana può stare in piedi ed è in grado di camminare.
Anche l’epilessia è guarita.
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Dopo la morte di Antonio accadono molti miracoli. Una sua eventuale santificazione è caldeggiata
da tutti. Ma solo i cardinali esitano e vogliono procrastinare il processo di santificazione.
Una notte uno dei cardinali lo sogna. Il sogno lo allarma perché pensa che Antonio ne sia
responsabile. Riesce a convincere gli altri cardinali, i quali decidono per la sua santificazione, che
avviene il 28 maggio 1232 durante la Pentecoste nel duomo di Spoleto.
2.3 La Leggenda
Se si fa attenzione, girando per le chiese e i monasteri, dedicati ad Antonio, si vedono molti
quadri simili. Ma non tutti rappresentano la verità - la vita autentica di Antonio. La maggior parte
mostrano l’effetto, che Antonio ha creato. Questi quadri vogliono dare l’idea di salvezza e
guarigione e rappresentano le leggende, che circondano il Santo.
Di seguito voglio spiegare alcune leggende di Antonio da Padova.
Il bicchiere indistruttibile
La storia avviene nel 1231, dopo la morte di Antonio. Aleardino da Salvaterra non crede che
Antonio sia proprio un santo. Al cospetto della sua famiglia e di un gruppo di seguaci di Antonio,
dice: “Se questo bicchiere di vetro non si rompe, quando io lo butto in terra, allora credo che
Antonio sia un vero santo.” Poi getta il bicchiere in terra e non succede niente. Il bicchiere non si
rompe e Aleardino si converte.
L’uomo incredulo
Questa storia tratta del tentato suicidio di una donna di Monselice. Lei vuole che suo marito si
confessi e viva una vita religiosa. Il marito esaudisce il suo desiderio, si confessa e promette
come penitenza di andare in pellegrinaggio con sua moglie a Santiago de Compostela. La donna
è molto felice, ma l’uomo dopo un po’ è infastidito e non vuole continuare il loro viaggio. La donna,
delusa, minaccia di annegarsi. Suo marito mostra indifferenza e la donna si getta nel fiume,
pregando Sant’Antonio. Le onde forti la portano via. Alcune donne, che hanno visto l’accaduto, si
tuffano in acqua e la salvano. Ma la donna non è neppure bagnata.
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Il ragazzo affogato
Ci sono molte storie che parlano del risveglio di affogati. La più importante è la leggenda del
nipote di Antonio. Parisius gioca con altri ragazzi su una barca in mare. La barca si capovolge e
Parisius, che non sa nuotare, affoga. La madre di Parisius, sorella di Antonio, è fiduciosa e
promette che Parisius diventerà frate, se risusciterà.
E naturalmente questo è successo.
Il piede mozzato
Un giorno Leonardo, un cittadino di Padova, confessa ad Antonio di aver dato un calcio a sua
madre. Antonio risponde appassionato: “Il piede che colpisce la madre o il padre, deve essere
mozzato.” Leonardo va a casa e mozza il suo piede. La notizia di quanto accaduto raggiunge
Antonio. Ha paura e si rivolge a Dio. Poi corre da Leonardo e con l’aiuto di Dio rimette a posto il
piede.
La lingua compresa
Come un portoghese riesce a farsi capire da tutta la gente? Certo, parla un po’ la lingua del
popolo, il cosiddetto “volgare”, che è simile al latino. Ma che cosa succede se è in Francia? Si
capisce l’italiano o il latino? O ci sono interpreti?
Una volta Antonio è a Roma e ha l’opportunità di predicare. C’è gente proveniente dalla Francia,
Grecia, Germania e Inghilterra. Parlano lingue diverse ma ognuno capisce che cosa dice Antonio.
Questo è veramente un miracolo.
I pesci che sentono
A Rimini la gente è scettica. Non vogliono sentire parlare di Dio e quindi Antonio va al mare e
parla ai pesci. Il pesce è una creatura santa e pura per la gente di Rimini. I pesci si raccolgono e
ascoltano Antonio. Quando la gente vede questo, anche loro si raccolgono e si volgono a Dio.
Il cibo intossicato
Narra la leggenda che Antonio mangiasse con i peccatori. Questi gli danno un cibo intossicato.
Dicono anche che, se Antonio sopravvivesse, allora tutti crederebbero in Dio. Antonio fa il segno
della croce sopra il cibo e mangia. Non succede niente e gli uomini si convertono al cristianesimo.
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L'accertamento di paternità
Questo episodio accade a Ferrara. Un uomo è molto geloso. Crede che sua moglie non gli sia
fedele e lui non sia il padre di suo figlio. Antonio interviene e ingiunge al bambino di dire chi è il
padre. Il bambino, che in realtà non potrebbe parlare, dice chiaramente il nome di suo padre. Il
padre, fortunatamente, si libera dalla gelosia e dalla diffidenza.
La mula adorante
Bononillus non crede in Dio. Un giorno dice ad Antonio: “Parole, sono soltanto parole; lasciamo
parlare l’azione. Se tu puoi dimostrare, che nell’ostia della comunione vi è il corpo di Cristo, io
accetterò la fede cattolica.” Bononillus continua: “Ho una mula, che non ha mangiato da tre giorni.
La faccio vedere al popolo e le mostro un sacco di avena. Tu stai vicino con il corpo di Cristo in
mano. Se la mula si prostra davanti ai tuoi piedi, io crederò in Dio.”
Cosi avviene. La mula disprezza il fieno e si butta in ginocchio e Bononillus viene svergognato.
3. La Basilica
La Basilica di Sant'Antonio a Padova, conosciuta dai padovani semplicemente come il Santo, è la
più importante chiesa della città e una delle più grandi e visitate al mondo.
La Basilica fu costruita tra gli anni 1238 e 1310. Ai tempi di Sant’Antonio qui vi era la chiesetta di
Santa Maria Mater Domini.
Poi la chiesetta fu integrata nella Basilica e oggi è chiamata “Cappella della Madonna Mora”.
Accanto ad essa, nel 1229, fu costruito il convento dei frati, fondato probabilmente da
Sant'Antonio.
Il primo nucleo della Basilica, una chiesa francescana a una sola navata con abside corta, fu
iniziato nel 1238; vennero poi aggiunte le due navate laterali e alla fine si trasformò il tutto nella
stupenda costruzione che oggi si ammira.
L’interno della Basilica
Quando si entra nella Basilica si vede un interno in stile gotico, ma ci sono anche due parti
diverse: quella delle navate e quella dell’abside oltre il transetto. Non soltanto perché quest’ultima
è tutta affrescata, ma soprattutto per la diversa tipologia del gotico. Gli altri stili sono: la facciata
romanica, gli archi gotici, le cupole bizantine e i campanili che richiamano l’arte islamica.
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Tipiche di questo santuario sono le tombe. Alcune sono molto semplici, altre sono pompose.
La Madonna del Pilastro
Sulla prima colonna della navata sinistra si può vedere la Madonna del Pilastro. E’ di pochi anni
dopo la metà del‘300 ed è stata affrescata da Stefano da Ferrara.
La Cappella del Santissimo
È la prima cappella della navata destra. Vi si conserva l’Eucaristia. Nel passato era detta
Cappella dei Gattamelata. Vi si possono ammirare le tombe della famiglia del condottiero Erasmo
da Narni.
La Cappella di San Giacomo
L’elegante e arioso ambiente gotico è stato realizzato negli anni ’70 da uno dei maggiori architetti
e scultori veneziani d’allora, Andriolo de Santi.
La Cappella delle Benedizioni
In questa cappella i pellegrini fanno benedire oggetti personali, come ricordo della visita nella
Basilica. Alla sinistra si vede l’affresco della predica ai pesci.
La Cappella del Tesoro
Questa cappella fu iniziata nel 1691. Questo spazio è ben distinto dalla Basilica e non disturba la
coerenza gotica.
Qui giace il “tesoro” della Basilica – le ossa di Sant’Antonio.
In tre nicchie si trovano
l’intero scheletro, ad eccezione del mento, dell’avambraccio sinistro e di qualche
altra parte minore;
gli altri resti, in gran parte allo stato di polvere;
la tonaca, in tessuto di lana.
All’esterno della grande cassa nel loculo che la conteneva si è trovato:
una lapide con le date della morte del Santo, della sua canonizzazione e della
traslazione dei suoi resti dalla chiesetta di Santa Maria Mater Domini alla nuova
Basilica
parecchi anellini di collana o corona.
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La Cappella della Madonna Mora
La Cappella della Madonna Mora è l’antica chiesetta di Santa Maria Mater Domini. Qui Antonio
pregò e il suo desiderio fu di morire qui. Sopra l’altare vi è la statua della Madonna Mora.
“Madonna Mora” perché il suo volto è colorito.
Di fianco c’è la Cappella del beato Luca Belludi.
La tomba del beato Luca, compagno di Sant’Antonio, si trova qui.
Gli studenti di Padova, prima di un esame, vanno a questa tomba per pregare.
La Cappella della Tomba di Sant’Antonio
In questa cappella si vede ad altezza d’uomo la tomba di Sant’Antonio. La tomba del Santo è
stata chiamata anche “Arca”.
Il Complesso Coro-Presbiterio
La decorazione della parte absidale della Basilica è splendida. È stata realizzata dal bolognese
Achille Casanova tra il 1903 e il 1939.
L’intervento è stato molto criticato, perché mancano la semplicità e la discrezione. L’opera ha
qualcosa di grandioso ed è certo unica. Quando la Basilica è illuminata, si resta affascinati da una
viva e avvolgente emozione.
In questo complesso il grande genio Donatello ha dipinto vari miracoli di Sant’Antonio, per
esempio il miracolo della mula o il miracolo nel quale Sant’Antonio fa parlare un bambino.
Sacrestia
La sacrestia è luminosa e importanti sono gli affreschi di Pietro Liberi.
I Chiostri
Ci sono quattro chiostri.
Il Chiostro del Noviziato è chiamato così, perché qui si trovano le stanze dei novizi. Questi sono
giovani candidati alla vita religiosa che, presso la Comunità del Santo, vivono un anno
particolarmente intenso di vita religiosa, animando con la loro presenza sia la vita della comunità
che le celebrazioni liturgiche nella Basilica.
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Chiostro della Magnolia (o Chiostro del Capitolo)
Dalla porta sud della Basilica (o dal Chiostro del noviziato) si può accedere al Chiostro della
Magnolia, così chiamato per la superba "Magnolia grandiflora" che si innalza al centro, piantata
nel 1810.
Chiostro del Generale
Il Chiostro del Generale è realizzato in stile gotico ed è detto così perché su di esso si affacciano
in particolare le stanze del Generale dell'Ordine. Lì vicino vi è anche la prestigiosa Biblioteca
Antoniana.
Chiostro del beato Luca Belludi (o Chiostro del Museo)
Il Chiostro del beato Luca Belludi è un grandioso chiostro gotico del Quattrocento. Qui si trovano
vari organismi: l'Istituto di Scienze Religiose, il Centro Studi Antoniani, il Museo antoniano, che
contiene diverse opere d’arte di notevole valore e il Museo antoniano della devozione popolare.
4. Padova
È bella sia con la pioggia che con il sole: col favore dei porticati medievali, che fiancheggiano i
vicoli e le piazze, si può fare una passeggiata indisturbati. Si passa per i vari negozi, si vede il
flusso della gente del luogo e i giovani, di solito studenti della famosa università antica. A soli 30
km da Venezia, Padova è vicina a Verona, il secondo centro urbano nel Veneto.
Il Palazzo della Ragione mostra il suo passato di città della borghesia.
Da secoli Padova è la meta di pellegrinaggio: Sant’Antonio, morto nel 1231 a Padova, è il Santo
più amato perché fu molto vicino al popolo.
Anche grandi maestri lavorarono qui: Giotto dipinse il suo famoso ciclo degli affreschi nella
Cappella degli Scrovegni, Donatello creò il monumento equestre al Gattamelata.
Padova è una città splendida con un fascino particolare.
Goethe disse che Padova è quasi una città “tedesca”, Garibaldi e Galileo Galilei furono ispirati
dalla città e anche altri personaggi famosi ne rimasero affascinati.
Padova, che è anche conosciuta come “Città di Sant’Antonio, è il capoluogo dell'omonima
provincia, situata nella regione Veneto.
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Sotto elencati alcuni dati importanti:
Superficie: 92 km²
Abitanti: 210.938
Densità: 2267 ab./km²
Frazioni: Altichiero, Arcella, Bassanello, Brusegana, Camin, Chiesanuova, Forcellini, Guizza,
Madonna Pellegrina, Mandria, Montà, Mortise, Paltana, Ponte di Brenta, Ponterotto,
Pontevigodarzere, Sacra Famiglia, Salboro, Santa Croce-Città Giardino, Stanga, Torre,
Terranegra, Voltabarozzo, Voltabrusegana
Santo patrono: Sant'Antonio da Padova, San Prosdocimo, Santa Giustina di Padova, San Daniele
diacono.
Giorno festivo: 13 giugno
Sindaco: Flavio Zanonato, dal giugno 2004
4.1 La Storia
Seconda la leggenda, Padova fu fondata da Antenore, un uomo di Troia,all’incirca nel 1184 a.C.
È una delle più antiche città d’Italia.
Nel quattrocento a.C. un paese di pescatori sorse sulle sponde del fiume Brenta. Rapidamente la
regione diventò uno dei principali centri. In seguito alcune guerre disturbarono la bella città. Fu
sottoposta al regno dei Romani, Franchi e Longobardi.
Dopo l'anno 1000 Padova iniziò a riprendersi, affermandosi come comune indipendente.
Nel 1164 partecipò alla Lega Veronese contro Federico Barbarossa e poi Padova divenne
membro anche della Lega Lombarda.
Nel 1222 venne fondata l'Università, la seconda più antica d'Italia ed una tra le prime e più
prestigiose d'Europa. Nel 1797 Venezia cadde sotto il regno di Napoleone e Padova venne
ceduta all'Austria. Nel 1866 Vittorio Emanuele II entrò a Padova e la città fu annessa al Regno
d'Italia.
Durante la Prima Guerra Mondiale Padova fu sede di vari comandi e subì bombardamenti aerei.
Nel 1918 a Villa Giusti nei pressi di Padova, a Mandria, venne firmato l'armistizio che pose fine
alla guerra tra l’Italia e gli Imperi Centrali.
Anche la Seconda Guerra Mondiale fu segnata da morte e devastazione. Gli anni dal dopoguerra
ad oggi furono per Padova di continuo sviluppo economico, grazie alla favorevole collocazione
geografica, al centro di importanti vie di comunicazioni favorevoli ad industrie e servizi.
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La città oggi sta vivendo importanti cambiamenti urbanistici con la costruzione di nuovi moderni
edifici direzionali e residenziali. Tra questi, uno dei più importanti è sicuramente il Net Center, una
torre di 84 metri di altezza.
A Padova si possono comprare due giornali che si occupano della cronaca della città: Il
Gazzettino e il Mattino di Padova.
Dal 12 novembre 2002 viene venduto in abbinamento al Corriere della Sera anche il Corriere del
Veneto, che ha sede a Padova e che dedica alla città due pagine al giorno di cronaca locale.
Dalla Chiesa cattolica viene festeggiato il 13 giugno. In quest’occasione c'è la Fiera di
Sant'Antonio. Dopo una messa celebrata dal Vescovo nella Basilica, l'arca con le reliquie del
Santo è portata in processione per le vie del centro della città.
Una curiosità: Padova è nota come la città dei "tre senza".
C'è il Santo senza nome, perché Sant'Antonio è molto popolare e si parla sempre del Santo.
Caffè senza porte, perché il monumentale Caffè Pedrocchi, storico locale cittadino, anticamente
era aperto ad ogni ora del giorno.
Prato senza erba, perché il Prato della Valle, una delle più grandi e spettacolari piazze, è stato
per lungo tempo privo di tappeto erboso.
Per me, come studentessa, sono molto interessanti anche altre università e quindi ho
deciso che anche l’università di Padova deve avere uno spazio nel mio lavoro:
L’Università degli Studi di Padova:
L'Università degli Studi di Padova è fra le più note università in Italia, e fra le più antiche al mondo.
L'università venne fondata nel 1222 da un gruppo di studenti e professori dell'Università di
Bologna. All'inizio aveva soltanto una facoltà di legge, che comprendeva legge civile, legge della
chiesa, e teologia. Nel 1399 ebbe inizio la scuola delle arti e delle scienze, che includeva
l'astronomia, la dialettica, la filosofia, la grammatica, la medicina, e la retorica. Dal Quattrocento al
Settecento, l'università fu nota per la ricerca, soprattutto nelle materie di medicina, astronomia,
filosofia e legge, grazie in parte alla libertà e l'indipendenza garantita dalla protezione della
Repubblica di Venezia, della quale Padova faceva parte, contro l'influenza della chiesa cattolica.
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Padova fu la prima università a dare un titolo accademico ad una donna, Elena Lucrezia Cornaro
Piscopia, che conseguì la laurea in filosofia il 25 giugno 1678.
Uno tra i suoi più famosi professori fu Galileo Galilei. Vi insegnò fisica tra il 1592 e il 1610.
Oggi l'università offre una vasta gamma di lauree in tredici facoltà: Agraria, Economia, Farmacia,
Giurisprudenza, Ingegneria, Lettere e Filosofia, Medicina e Chirurgia, Medicina Veterinaria,
Psicologia, Scienze della Formazione, Scienze Matematiche Fisiche e Naturali, Scienze Politiche
e Scienze Statistiche.
5. Conclusione
Sant’Antonio ha operato molto. Quando si menziona il suo nome la gente risponde con un sorriso
speciale, dovuto ovviamente alla devozione, ma c’è anche qualcosa di misterioso.
Vari cristiani e anche le persone non religiose o di altre religioni, credono in Sant’Antonio.
A Padova si nota bene che questo Santo è qualcosa di speciale. Ha un posto nel cuore della
gente.
Mentre scrivevo questo lavoro sono riuscita ad apprendere molto di Sant’Antonio.
Esistono altre storie di questo Uomo, ma spero di aver scelto le più interessanti.
È con grande gioia che ho redatto questo lavoro.
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6. La Bibliografia
i Antonius von Padua
Anton Rotzetter
Dietrich-Coelde-Verlag / Antonius Verlag
i Antonius von Padua: Franziskaner auf Umwegen
Andreas-Pazifikus Alkofer
Würzburg
i St Anthony of Padua – Friend of all the world
Sheilah Ward Ling
St Pauls
i Saint Anthony of Padua – A Voice from Heaven
Anton Rotzetter
St. Anthony Messenger Press
i La Basilica del Santo: storia e arte
Claudio Bellinati
i Marco Polo Reiseführer
Venetien, Friaul, Verona, Padua, Triest
i http://it.wikipedia.org/wiki/Padova [07.02.07]
i http://it.wikipedia.org/wiki/Basilica_di_Sant%27Antonio_di_Padova [07.02.07]
i http://it.wikipedia.org/wiki/Sant%27Antonio_da_Padova [07.02.07]
i http://it.wikipedia.org/wiki/Universit%C3%A0_di_Padova [07.02.07]
i http://www.padovanet.it/ [07.02.07]
i http://www.basilicadelsanto.org/ [07.02.07]
i http://www.santantonio.org/portale/santantonio/sa.asp [07.02.07]
i http://worldfacts.us/Italy-Padua.htm [07.02.07]
i http://www.pd.cnr.it/tourist/padova.html [07.02.07]
i http://www.hotel-padova.com/de/Geschichte_Padua/antike.php [07.02.07]
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