SCUOLASTORIA - I.C. Montegrotto Terme

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SCUOLASTORIA - I.C. Montegrotto Terme
Scuolastoria
Di:
Briano Chantal
Brugnaro Andrea
Munarini Giovanna Lisa Alessandra
Conardi Elia
Barcaro Simone Pietro
Marin Alessio
Artuso Gaia Francesca
Forestan Tommaso
Makaj Donato
Paccagnella Maide
1
Introduzione
Nei giorni del 12 e 13 febbraio, in occasione della realizzazione del Progetto Raccontiamo
la scuola, insieme ad una nostra insegnante, abbiamo fatto un viaggio nel passato della
scuola. Per affrontare il nostro viaggio, abbiamo fatto ricorso a fonti orali, scritte ed
audiovisive. È stato un viaggio interessante, al di là di ogni aspettativa iniziale. Dobbiamo
ammettere che l’idea di studiare la storia non fosse poi così esaltante inizialmente, ma
abbiamo scoperto che fare gli storici non è poi così noioso e soprattutto non è un lavoro
ripetitivo. Certo, ci sono momenti di studio arduo e apparentemente noioso, come la
tabulazione dei dati, ma i risultati valgono l’impegno profuso. Le nostre fonti orali sono stati
i nostri nonni e i nostri vicini di casa. Poi abbiamo dato un’occhiata alle vecchie foto, ai libri
scolastici del passato e infine, con grande sorpresa, abbiamo ricevuto dalla nostra
dirigente scolastica, degli autentici registri scolastici di molti anni fa.
La parola scuola deriva dal greco skolè, termine che significava svago, ozio. È
sorprendente pensare che qualcuno possa considerare la scuola una forma di svago e di
certo non lo è per noi. Ma questo ci fa capire come la cultura un tempo fosse appannaggio
di pochi eletti e non venisse garantita a tutti. Sfogliando i registri della scuola di Torreglia
del passato, abbiamo confermato che, persino nel secolo scorso, la scuola era spesso
appannaggio di pochi eletti, ma non era poi del tutto una forma di svago, in quanto
richiedeva forse più impegno dei giorni di oggi.
Nelle pagine del fascicolo abbiamo raccolto alcune immagini e alcune delle scoperte che
abbiamo fatto, oltre che i risultati delle nostre interviste. Buona lettura a tutti!
2
Capitolo I
Intervista ai nonni.
1) Con quale mezzo andavi a scuola?
Anni 30: si andava a scuola a piedi.
Anni 40: si andava a scuola a piedi.
Anni 50: si andava a scuola a piedi*.
Due ex alunni riferiscono che percorrevano da 1 a 3 km per raggiungere la scuola e che alle medie
vi si recavano in bicicletta.
2) Fino a quale classe hai frequentato?
Anni 30: metà anno della 1^ elementare.
Anni 40:fino alla 5^ elementare.
Anni 50: fino alla 3^ media.
3) Avresti voluto continuare gli studi?
Anni 30: sì, ma per problemi economici non si è potuto continuare.
Anni 40:sì, ma per problemi economici non si è potuto continuare.
Anni 50:sì.
4) Da quanti alunni era composta la tua classe?
Anni 30: circa 20 alunni
Anni 40: circa 35 alunni
Anni 50: circa 30 alunni
5) Com’era l’orario scolastico?*
Anni 30: si andava a scuola dalle 8:00 alle 12:00
Anni 40: si andava a scuola dalle 8:00 alle 12:30
Anni 50: si andava a scuola dalle 8:00 alle 13:00
* Qui un’ex alunna in pensione riferisce (fuori tema) che come merenda si portava una sottile fetta
di polenta con sopra un cucchiaino di zucchero.
6) Che caratteristiche aveva l’aula?*
Anni 30: le aule erano piccole, non avevano la lavagna e c’era una stufa a legna.
Anni 40: le aule erano abbastanza grandi e c’erano banchi doppi con un piccolo buco nel quale
veniva inserito il calamaio per scrivere e c’era una stufa a legna.
Anni 50: le aule erano grandi con alto soffitto e c’era la lavagna e c’era una stufa a legna in
terracotta.
*Qui uno degli intervistati riferisce che ogni studente doveva portare dei pezzi di legno per
riscaldare la classe.
7) Dove sedeva la maestra?
Anni 30: la maestra sedeva in una cattedra di legno rialzata rispetto ai banchi degli alunni.
Anni 40: la maestra sedeva in una cattedra di legno rialzata rispetto ai banchi degli alunni.
Anni 50: la maestra sedeva in una cattedra di legno rialzata rispetto ai banchi degli alunni.
3
8) Quali materie si studiavano?
Anni 30: storia, italiano e matematica
Anni 40: italiano, calligrafia, matematica, storia, geografia e canto
Anni 50: si studiano tutte le materie standard eccetto inglese e tecnologia
9) Con cosa scrivevi?
Anni 30: con il calamaio
Anni 40: con il calamaio
Anni 50: con il calamaio alla scuola elementare e successivamente con la penna stilografica
10) C’ erano compiti da fare a casa?
Anni 30: no, non ce n’erano
Anni 40: si, ma non molti
Anni 50: si, abbastanza
11) Si facevano gite?
Anni 30: no, non c’ erano ne i soldi ne i mezzi.
Anni 40: no, si usciva in cortile
Anni 50: no, ma a volte si facevano passeggiate nei dintorni della scuola
12) Quante volte l’ anno venivano date le pagelle?
Anni 30: 2 volte l’anno.
Anni 40: 3 volte l’anno.
Anni 50: 3 volte l’anno.
13) Oltre alle punizioni c’erano premi per i più bravi?*
Anni 30: no, solo punizioni.
Anni 40: no, solo punizioni.
Anni 50: no, solo punizioni.
*qui un ex alunno degli anni ’50 riferisce che il suo maestro donava agli alunni più bravi alcune
penne o matite, ma si trattava dell’iniziativa di un singolo maestro motivato e gentile.
Inoltre quasi tutti raccontano della punizione che consisteva nello stare inginocchiati sui ceci o
sulle noci.
14) C’erano molti bocciati?
Anni 30: si, quasi tutti.
Anni 40: si, molti.
Anni 50: si, abbastanza.
15) Cosa si vorrebbe che ci fosse ancora nella scuola di oggi?
Anni 30: più severità da parte degli insegnanti.
Anni 40: più rispetto nei riguardi degli insegnanti
Anni 50: più serietà da parte degli alunni.
16) Quali cambiamenti positivi pensa che ci siano nella scuola di oggi?
Anni 30: ci sono più risorse
Anni 40: meno distanza tra alunni e professori.
4
Anni 50: l’introduzione dello studio delle lingue straniere.
Conclusioni
Grazie a queste preziose interviste siamo stati in grado di ricostruire alcune caratteristiche della
scuola del passato e i suoi cambiamenti nel tempo. Abbiamo riscontrato che negli anni passati a
scuola ci si arrivava a piedi sia negli anni ’30 che negli anni ‘50. Alcuni dovevano percorrere fino a
tre km per raggiungere la scuola. Molte persone non sapevano né leggere né scrivere, perché non
avevano avuto la possibilità di studiare. Altri invece che avevano avuto la possibilità di frequentare
anche fino alla 3^ elementare o addirittura fino alla 5^elementare, avrebbero voluto proseguire gli
studi, ma non ne hanno avuto la possibilità perché i genitori erano contadini e avevano bisogno di
aiuto nei campi.
Inoltre abbiamo scoperto che i professori erano molto più severi e davano punizioni molto rigide,
forse per questo i ragazzi rispettavano molto di più gli insegnanti. La bocciatura non era
considerata un’eccezione, come avverrà a partire dagli anni ’70, ma era normale e accettata da
tutti. L’eccezione era invece essere promossi. Le aule scolastiche non avevano molti comfort e
l’unico modo per riscaldarsi era portare dei pezzi di legno che venivano poi buttati dentro una
grande stufa di terracotta. I compiti per casa sono aumentati nel tempo, probabilmente perché le
famiglie sono diventate più consapevoli dell’importanza della scuola per la formazione dei propri
figli e più collaborative.
Oggi c’è meno distanza fra alunni ed insegnanti, più dialogo e i professori cercano di andare
incontro agli studenti. Un altro aspetto positivo della scuola di oggi è lo studio di più discipline quali
lingue straniere e tecnologia. Lo studio dell’inglese, per esempio, è stato introdotto solo a partire
dagli anni ’80. Nel lontano passato, però, si studiava la calligrafia, e questo aiutava i ragazzi ad
imparare a scrivere in bella grafia. Adesso lo studio è molto semplificato dalla tecnologia che offre
molti ausili. Chi ha frequentato la scuola nel passato, però, lamenta meno disciplina e rispetto
verso gli insegnanti e gli adulti in generale.
5
Interviste realizzate a scuola, con particolare attenzione a dettagli sulla scuola a
Torreglia.
1 in quali anni hai frequentato la scuola media a Torreglia?
A Nel 1965
B nel 1973
C nel 1983
2 dove si trovava?
Anni 60: nell’ex biblioteca, sede delle associazioni.
Anni 70: presso la sede attuale.
Anni 80: presso la sede attuale.
3 In che anno è stata costruita la sede attuale?
Anni 60: negli anni 60.
Anni 70: non ricorda.
Anni 80: non ricorda.
4 Quanti insegnanti c’erano?
Anni 60: 6-7.
Anni 70: 6-7.
Anni 80: circa 6, mentre il cappellano si recava a scuola per insegnare religione.
5 Quanti alunni per classe?
Anni 60: 30.
Anni 70: circa 20.
Anni 80: circa 20.
6 C’erano tanti bocciati?
Anni 60: no.
Anni 70: no.
Anni 80: solo 3.
7 ti piaceva andare a scuola?
Anni 60: sì, molto. Ho frequentato fino alla terza media.
Anni 70: molto.
Anni 80: molto.
8 c’erano attività pomeridiane?
Anni 60: educazione tecnica (cucito, cucina etc.).
Anni 70: sport.
Anni 80: sì, facoltative come passeggiate, cucina, latino.
9 quante aule aveva la scuola?
Anni 60: 9.
Anni 70:
Anni 80: come oggi, ma non c’erano l’aula di informatica e quella di inglese.
10 che punizioni c’erano?
Anni 60: solo note disciplinari, mentre alle elementari c’erano punizioni corporali.
6
Anni 70:
Anni 80: note.
11 che materiali usavate?
Anni 60: alle medie penne e quaderni, mentre alle elementari calamaio con pennino e
matite. I libri erano molto grossi.
Anni 70: penne e quaderni.
Anni 80: penne e quaderni. C’erano poche verifiche ma tante interrogazioni.
12 i professori erano severi?
Anni 60: molto severi alle elementari, poco alle medie.
Anni 70: dipende.
Anni 80: dipende.
13 aveva l’uniforme?
Anni 60:
Anni 70: grembiule nero per le ragazze.
Anni 80: no.
14 il preside era presente in istituto?
Anni 60: sì.
Anni 70: sì.
Anni 80: sì, ed era molto severa.
Conclusioni
Dalle interviste agli ex alunni delle medie, di evince che i cambiamenti sono stati pochi. La
scuola media è stata introdotta il 31 dicembre 1962 e, a parte piccole differenze nelle
risorse e nella severità dei docenti, pare che tutto sia rimasto più o meno uguale.
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Capitolo III
Breve panoramica storica sulla scuola
Nel 1861, più della metà delle persone non erano in grado di leggere e scrivere, così
cercarono degli interventi per formare gli insegnanti. Nel 1877 la scuola diventa
obbligatoria dai 6 ai 10 anni, con una legge poco applicata però nelle campagne. Nel 1882
leggere diventa indispensabile per votare. Il 15 maggio 1893 tutti sanno almeno fare la
propria firma e nel 1911 la scuola diventa statale. Il 24 maggio 1915 l’Italia entra in guerra,
due giorni dopo le scuole vengono chiuse, i ragazzi che frequentano il liceo partono
volontari. Un insegnante (Augusto Monti) in una toccante intervista ha dichiarato che i suoi
studenti partivano e andavano a morire. Nel 1922 Mussolini prende il potere e decide di
rendere la scuola obbligatorio fino a 14 anni d’età. Nelle scuole inoltre si introducono
materie come musica e religione. Tutti i maestri si iscrivono al Partito nazionale fascista e
inseriscono un libro unico di testo. Una testimone, Michelina Ferrero, racconta che non si
poteva parlare male del fascismo perché c’erano delle spie tra gli insegnanti. Le bambine
dovevano vestirsi con le camicie bianche e la gonna nera e i maschi con giacca e cravatta.
L’opera balilla offriva corsi di economia domestica e assistenza all’igiene. Nel ’38 furono
emanate le leggi razziali e le discriminazioni degli ebrei. Infatti i bambini ebrei non
poterono più frequentare la scuola pubblica. Elena Ottonenghi, racconta che doveva
iniziare la quarta elementare, ma si sentì dire dalla mamma che non poteva più andare e
così per non perdere l’anno si iscrisse alla scuola ebraica. In seguito nel ’39 scoppia la II
guerra mondiale e nel 1944 la scuola viene interrotta, la Costituzione entra in vigore e
dall’America arrivano nuovi metodi d’insegnamento.
L’Italia meridionale è più arretrata rispetto all’Italia settentrionale. Le persone del sud
quindi decidono di emigrare, ma nella preparazione scolastica sono parecchio indietro. Più
tardi fa la sua comparsa la televisione, che affianca la scuola ed è ricchezza per tutti. La
scuola fu resa partecipe ai programmi televisivi, ci furono innovazioni come telescuola, e
scuola a distanza, dove la televisione prendeva il posto della cattedra. Molti riuscirono a
prendere la licenza grazie ai corsi di istruzione per gli analfabeti.
I bambini pur di andare a scuola fanno un percorso a piedi anche di 6 km, ma negli anni
60 molti abbandonano gli studi per andare a lavorare. L’ambiente delle scuole non è però
così tanto ospitale, i ragazzi non possono parlare né fra loro né con gli insegnanti.
Nessuno poteva commentare per esprimere la propria opinione, erano come dei piccoli
soldatini. Più tardi anche gli asili divennero statali e le maestre dovevano avere un diploma
per insegnare. La scuola doveva trasmettere insegnamento ma anche fantasia,
immaginazione e creatività.
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Capitolo IV
I libri
La prima cosa che viene in mente oggi quando si parla di scuola sono proprio loro: i
famigerati libri. Un tempo non era così. I libri erano rari e costosi. Col regime fascista verrà
istituito il libro di testo unico (in seguito chiamato sussidiario) e successivamente le
pubblicazioni usate a scuola aumenteranno sempre di più, soprattutto a partire dagli anni
60. Abbiamo dato un’occhiata a vecchi libri di scuola media degli anni 50 per effettuare un
confronto con i libri attuali. Riportiamo le nostre conclusioni.
Dall’analisi di vecchi libri degli anni 50, è emerso che una volta essi erano difficili, grigi e
molto ruvidi. Rispetto ai brani di oggi avevano parole più ricercate ed erano ricche di frasi
complesse. Il lessico era vario, c’erano molti esercizi e pochi esempi che ti facevano
capire come dovevi fare.
Erano organizzati con in alto un’introduzione e poi la spiegazione del testo, c’era un
esercizio per ogni pagina e le figure erano in bianco e nero con scritte di solito rosse.
I libri di oggi, invece, hanno molte meno parole e sono scritti in maniera più semplice.
Hanno molte più figure rispetto a quelli di una volta, più esempi e spiegazioni chiare.
Di fianco al testo nei libri d’oggi si trova un disegno rappresentativo mentre una volta
c’erano solo lunghi testi con poche figure che rappresentavano quanto spiegato.
Oggi si sta attenti a cosa si scrive nei libri mentre a quel tempo venivano usati termini o
frasi che adesso a noi possono sembrare di cattivo gusto. In basso riportiamo alcuni
esempi.
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Esempio 1
Si utilizzano le parole negro e razza per riferirsi alle persone, termini ormai ampiamente in
disuso. Inoltre le frasi non sono sempre rispettose dell’identità culturale dei popoli. I
riferimenti al mondo contengono però nello stesso tempo meno informazioni legate alle
problematiche mondiali e ai dati statistici, mentre pongono più attenzioni agli aspetti
interessanti e curiosi dei paesi stranieri.
10
Esempio 2
Non ci sono varie tipologie di esercizi, ma solo domande aperte alla fine di ogni lezione.
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Capitolo V
I registri.
In questo capitolo vengono messi a confronto quattro registri scolastici di diversi anni
scolastici. Un registro di una classe I elementare dell’anno scolastico ’12-’13, un registro di
classe V dell’anno scolastico ’31-’32, un registro di classe IV anno scolastico ’50-’51 ed un
registro di classe III anno scolastico ’53-’54.
Registro 1912-1913, classe I
Solo classe I
iscritti
frequentanti
disertarono
Non ammessi
Promossi con
dispensa
Esaminati I
sessione
promossi
Da 6 a 9 anni
54-28
Da 9 a 10
4-2
Da 10 a 12
1-1
tot
59-31
40-20
19-11
17-10
7-2
ripetenti
36-13
16-9
15-9
Registro 1931-1932, classe V
Classe V
9-11 anni
maschi
12
9-11 f
11-14 m
11-14 f
tot
iscritti
9
8
2
31
Ammessi agli
19
esami
Rimandati a
12
ottobre
La classe faceva orario ridotto, in quanto il maestro si alternava tra la classe IV e la classe V.
Registro maestra Mangione Vincenza. Anno scolastico 1950-51. Classe IV.
Alunni iscritti
10 M – 12 F
Ripetenti
2M-5F
Frequentanti
7 M -10 F
Presenti agli esami
7 M – 10 F
Registro maestro Craighero Guido, classe III; anno scolastico 53-54.
Iscritti
18 M – 16 F
ripetenti
4M–2F
frequentanti
18 M – 16 F
Promossi
18 M – 12 F
Dall’analisi delle tabelle, emerge che le classi già a partire dagli anni ’30 si sono ridotte di
numero. Inoltre nel 1912 c’erano alunni di età molto diverse nella classe prima e molti di
loro erano ripetenti. Molti bambini disertavano la scuola, smettendo di frequentare già a
ottobre. Le assenze spesso erano dovute al fatto che i bambini lavoravano i campi con i
genitori. Nel caso di un alunno, è degno di nota che avesse 10 a ottobre e che abbia
smesso di frequentare. Forse avrebbe tanto desiderato continuare, visti i buoni voti.
12
Ben tre bambini della classe erano fratelli ed avevano solo un anno o meno di differenza;
ciò vuol dire che a quei tempi le famiglie erano molto numerose. Erano presenti infatti altre
due coppie di fratelli.
Anche gli alunni della classe V degli anni 30 hanno età molto diverse, ma il fenomeno
della bocciatura si è in parte ridimensionato.
Negli anni 50 non occorre più specificare l’età dei ragazzi, forse perché il fenomeno delle
ripetenze e dell’abbandono scolastico si è ridimensionato di molto. Ci sono comunque
ancora molti ripetenti e ragazzi che abbandonano la scuola, ma rispetto al 1912 è stato
fatto un grande passo avanti. Solo a partire dagli anni 70, come sappiamo, la bocciatura
diventerà un’eccezione e non più una normale routine.
I mestieri dei genitori
‘12-‘13
Oste
‘31-‘32
‘50-‘51
‘53-‘54
1
Manovale
1
4
Agricoltore
3
11
Muratore
4
Barbiere
1
Calzolaio
2
1
Meccanico
2
guardia nott
1
Falegname
1
1
fruttivendolo
2
Zoccolaio
1
Autista
1
2
Impiegato
2
carpentiere
1
Fornaciaio
Cavatore
1
1
scalpellino
1
contadino
Operaio
83
5
4
13
Carrettiere
1
2
Cantiniere
1
insegnante
2
Facchino
1
Segretario
1
Inabile al lavoro
No padre
1
3
1
Purtroppo i dati sui mestieri delle famiglie d’origine non sono presenti nel registro del ’31.
Si nota comunque una significativa differenza tra la classe del ’12 e quelle degli anni 50.
Le famiglie della classe del ’12 sono per 83 bambini su 91 contadine e quasi tutti gli altri
mestieri sono anch’essi molto umili. Nei registri degli anni 50 i mestieri sono molto più
diversificati e ne compaiono di nuovi e moderni come l’autista e il meccanico. Compare la
distinzione tra contadino e agricoltore, dove il termine agricoltore viene inteso come
mestiere di contadino specializzato e tecnicamente preparato. Il numero dei contadini si è
decisamente ridotto, fin quasi a sparire.
CURIOSITA
Nel registro del ’31 è presente una voce che non appariva in quello del 1912 e cioè quella
degli aiuti alle famiglie. Questo dimostra che il governo italiano investiva per formare i
ragazzi. L’aiuto fornito era quasi sempre costituito da quaderni e libri. Il libro era unico.
Secondo il registro del ’12, la scuola iniziava a ottobre e si concludeva a fine luglio.
A conclusione del ciclo delle elementari c’erano gli esami che si tenevano in agosto ed
erano composti da esami scritti ed orali.
Tutti gli alunni erano vaccinati già a partire dagli anni 1912-1913.
Sarebbe stato molto interessante analizzare anche la cronaca del maestro, dove abbiamo
trovato molte informazioni interessante, per esempio sul fatto che ancora negli anni 50 i
ragazzi in classe parlavano solo dialetto e la biblioteca di scuola aveva solo 30 volumi. Il
tempo non è stato sufficiente alla tabulazione e all’analisi dei dati che avremmo potuto
ricavarne, ma è sicuramente un’idea da tenere in considerazione per il futuro. Vi riportiamo
solo due esempi.
Registro del 1931
28 ottobre 1931
Celebrazione della marcia su Roma. Parlo della Rivoluzione Fascista, del Duce e dalla
redenzione morale ed economica d’Italia per opera di quello genio che Dio volle a Capo
della Nazione.
14
Questa ed altre annotazioni dal registro del ’31 contengono espressioni retoriche di
esaltazione della patria e della guerra come mezzo per raggiungere la libertà e la
redenzione dell’Italia. Esprimono i sentimenti e l’aria che si respirava nell’Italia del regime
di Mussolini.
Registro del 1950
Per la disciplina ho ottenuto ottimi risultati. Ho saputo affezionarli a me, ottenendo, quindi,
tutto ciò che desideravo. I ragazzi per natura rozzi e scontrosi, si sono ammansiti,
diventando gentili, educati e rispettosi.
La biblioteca esiste, però è molto povera, mancando i mezzi per acquistare i libri adatti.
I sussidi didattici sono scarsi.
Il registro del ’50 contiene delle annotazioni interessanti sugli alunni e sul loro
comportamento. Anche i ragazzi che inizialmente erano rozzi e scontrosi hanno maturato
un atteggiamento rispettoso e gentile e si sono impegnati nel lavoro a casa. Lo stesso
registro però parla di sussidi scarsi e pochi libri per la biblioteca. Questo ci fa capire che i
progressi dei ragazzi non erano tanto dovuti alla ricchezza delle risorse ma all’iniziativa e
all’impegno di una maestra volenterosa e preparata. La scuola è fatta prima di tutto di
persone e di tanta forza di volontà.
15
Conclusioni
Questo fascicolo potrebbe sembrare un po’ disordinato, in quanto si fa voce di diversi
spunti e direzioni di ricerca senza andare mai troppo in fondo nell’analisi. In realtà è
proprio questo il suo scopo: dare un assaggio dei vari ambiti in cui può muoversi la ricerca
storica e offrire degli spunti di lavoro interessanti. Intervistare gli alunni di una volta e
sfogliare registri del passato ci ha permesso di comprendere meglio come sia cambiata la
scuola e cosa può ancora cambiare. Oggi la scuola è decisamente più avanzata in fatto di
risorse e di legislazione, ma chi fa la vera scuola restano sempre le persone che la
abitano, con la loro unicità e le loro storie di vita.
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