Termometri meccanici nell`industria di processo
Transcript
Termometri meccanici nell`industria di processo
redazionale tecnico No alle soluzioni standardizzate Termometri meccanici nell’industria di processo Nonostante i continui progressi dell’elettronica, i termometri meccanici rivestono ancora un ruolo significativo nel controllo dei processi industriali. Il motivo è semplice: lavorano in modo affidabile anche in assenza di alimentazione e consentono di visualizzare la temperatura localmente. Alla domanda di quali siano i termometri più efficienti per la rispettiva applicazione, si può rispondere solo con alcune precisazioni. Per quanto riguarda i fattori decisionali, è nei dettagli che si nascondono le differenze. L’equazione “Meccanico = soluzione semplice” non è applicabile. Uno sguardo alla odierna strumentazione di processo mostra che i principi prevalentemente utilizzati nella misura meccanica di temperatura sono due: bimetallico e ad espansione di gas. La parte principale di qualsiasi termometro bimetallico è una striscia di metallo che si muove su un tubo elicoidale o a spirale, anche chiamata elica. Essa è fatta di due fogli di metallo con differente coefficiente di espansione, arrotolate insieme in modo inseparabile. A seguito di una qualsiasi variazione di temperatura, le strisce deflettono in modo quasi proporzionale e per via della forma a molla, si genera un movimento rotatorio. Mentre la parte terminale del sistema di misura è fissata, l’altra fa ruotare lo stelo tramite un movimento di trasmissione verso la lancetta (v. figura 1). Il sistema di misura di un termometro ad espansione di gas è composto da uno stelo, un capillare e una molla Bourdon all’interno di una cassa. Questa unità sigillata è riempita con un gas inerte in pressione, solitamente elio. Al variare della temperatura, la pressione interna cambia e così la forma della molla, secondo l’effetto “Bourdon”. La deflessione è quindi trasferita alla lancetta tramite un movimento (v. figura 2). La temperatura di processo non è tutto Qual è il criterio da adottare per la scelta del principio di misura? Il primo parametro è ovviamente la temperatura di processo. I termometri bimetallici lavorano nel campo di -70°C … 600°C, mentre quelli ad espansione di gas coprono il campo di -200°C … 700°C. L’utilizzatore deve tuttavia tenere conto anche della temperatura ambiente. Questi strumenti possono essere utilizzati con temperature esterne fino a -50°C. Non è il caso dei termometri ad espansione di gas: minore è il volume del gas, più difficile diventa mantenere la classe 1 di accuratezza secondo EN 13190 che WIKA normalmente garantisce anche per ambienti con temperature nel campo 0 … 40°C. Ciò significa che, per una misura accurata, il diametro dello stelo dev’essere sufficientemente grande (≥ 8 mm) e la parte attiva del termometro (ad esempio il sensore di temperatura riempito di gas) sufficientemente lungo (≥ 100 mm). redazionale tecnico Questa regola ci porta quindi a considerare il fattore “lunghezza dell’inserto”. Per entrambi i tipi di termometro, la parte attiva (per gli strumenti bimetallici è formata dalla punta solida e dall’elica) dev’essere completamente immersa nel fluido, altrimenti potrebbero generarsi errori di misura. Tuttavia, per una misura ottimale della temperatura, la lunghezza dell’inserto e il diametro dello stelo dovrebbero essere i più grandi possibile. Diversi tempi di risposta Un altro parametro importante è la reazione o il tempo di risposta del termometro. I modelli ad espansione di gas sono rapidi: a seconda della costruzione del punto di misura, il valore può essere letto con sicurezza dopo uno o due minuti. I modelli bimetallici possono sembrare lenti, a confronto: richiedono molto più tempo per allinearsi alla temperatura del fluido di processo. A seconda del fluido e della sua temperatura, della pressione di lavoro e della velocità del fluido, gli strumenti di misura per processi specifici devono essere abbinati ai pozzetti termometrici (v. figura 3). Questi hanno un effetto significativo sul tempo di risposta del termometro. Laddove i pozzetti siano già presenti, le loro dimensioni dovrebbero essere realizzate in modo che i sensori del termometro possano essere costruiti in modo corretto. Per via della loro lunghezza, occorre osservare un limite significativo: la lunghezza massima per un inserto di un termometro bimetallico è di 1.000 mm, mentre per un modello ad espansione di gas è di 2.500 mm. Comportamento in presenza di vibrazioni Poichè i termometri si devono poter leggere anche sotto l’influenza delle vibrazioni, la scelta di strumenti di misura adatti si riduce sensibilmente. In questi casi, i costruttori come WIKA devono consentire la scelta di un termometro bimetallico privo di un movimento di trasmissione interno. Come risultato, i componenti che possono logorarsi sono ridotti al minimo. Ulteriori vantaggi si hanno utilizzando un olio siliconico introdotto direttamente nella cassa del termometro e da una minore dimensione nominale della cassa. Nella prima fase di progetto di progetto di un nuovo impianto, non si è sicuri della posizione finale di installazione del termometro: assiale o posteriore, radiale o anche sottosopra. In questi casi è necessario utilizzare un termometro con stelo e quadrante regolabili, che consente di variare la posizione di lettura in funzione dell’angolo desiderato (v. figura 4). “Trasmissione remota” dei valori letti I termometri ad espansione di gas offrono l’opportunità di utilizzare i capillari per accedere ai posizionamenti difficili da raggiungere o per unire grandi distanze. Tramite un capillare molto sottile, con un diametro interno di soli 0,2 mm, i valori letti possono essere trasmessi in modo remoto fino a 60 metri dal display. Grazie all’aiuto di un bulbo a contatto, le letture della temperatura possono essere effettuate anche all’esterno di una tubazione con diametri piccoli, senza alcun contatto diretto con il fluido. I termometri con capillare rappresentano anche un’eccellente soluzione per l’installazione in un rack portastrumenti o su un pannello di controllo. redazionale tecnico Una volta identificato uno degli strumenti più efficienti per il requisito specifico, bisogna però chiarire come esso debba essere collegato al processo. Ecco perché sono possibili costruzioni di tipo diverso. Da un lato, in alcuni casi i filetti sono realizzati direttamente sulla cassa in modo da assorbire le vibrazioni, e i filetti maschi o femmina possono essere ruotati in modo da collegare lo strumento al pozzetto. Dall’altro, un collegamento del tipo “raccordo a compressione” permette di impostare la lunghezza dell’inserto sulla base dei requisiti dell’impianto, sia per i termometri con uno stelo rigido sia per gli strumenti a capillare. Esistono, inoltre, anche attacchi asettici per processi sensibili in ambito alimentare, farmaceutico e biotecnologico. Termometri con segnali elettrici Il controllo del processo tramite sistemi informatici ha dato un vero e proprio slancio all’uso di termometri meccanici combinati con componenti elettronici. Questi strumenti meccatronici sono dotati di contatti elettrici che aprono o chiudono un circuito elettrico in funzione della posizione della lancetta. Essi possono essere utilizzati per diverse funzioni di monitoraggio, come il controllo e la supervisione dei processi o per attivare allarmi quando un valore letto diminuisce o eccede un valore prefissato (v. figura 5). La lancetta dello strumento (che indica il valore letto) si muove liberamente lungo l’intero campo scala, indipendentemente dall’impostazione. I contatti possono essere regolati liberamente, tramite una chiave removibile, attraverso il quadrante. Come risultato, la necessità di installazione in spazi ristretti e i corrispondenti aumenti dei costi, hanno aumentato la richiesta per strumenti del tipo “due in uno”. Ciò unisce tutti i vantaggi di una lettura diretta sul campo, priva di alimentazione esterna, con la necessità di una trasmissione elettrica da inviare al più recente sistema di acquisizione dati (v. figura 6). Ampia offerta di soluzioni individuali I criteri finora indicati per la scelta di un termometro rendono chiaro che le soluzioni standardizzate non portano a risultati soddisfacenti. Quasi ogni tipo di applicazione ha bisogno di una strumentazione appositamente progettata. WIKA è in grado di produrre oltre 600 differenti eliche bimetalliche per le diverse applicazioni. Per i modelli ad espansione di gas sono disponibili un’ampia gamma di componenti standard, ma il loro “cuore” dev’essere “tarato appositamente” per ogni condizione operativa. Tutti i parametri (ad esempio la pressione di riempimento, l’espansione del gas, la compensazione bimetallica o il quadrante) sono calcolati in modo armonico uno con l’altro tramite un apposito software. redazionale tecnico Per un produttore come WIKA, è essenziale disporre della più ampia varietà di prodotti per poter soddisfare i diversi requisiti del mercato. Per conciliare tutto ciò con la più alta qualità e tempi di consegna affidabili, abbiamo ottimizzato e reso più flessibile il sistema di produzione. Caratteri: 8971 Foto WIKA: No alle soluzioni standardizzate Per noi conta la personalizzazione... Fig. 1: Modello 3D di un termometro bimetallico redazionale tecnico Fig. 2: Modello 3D di un termometro ad espansione di gas Fig. 3: Pozzetto termometrico TW40 Fig. 4: Termometro ad espansione di gas modello 73 redazionale tecnico Fig. 5: Termometro ad espansione di gas con capillare, modello 73, diametro nominale 160 Fig. 6 IntelliTHERM TGT73 Redatto da: WIKA Italia Srl & C. Sas Domenico Palumbo Product Manager Temperatura Elettrica Via G. Marconi, 8 20020 Arese (MI) Tel +39 · 02 · 9386148 Fax +39 · 02 · 9386174 E-Mail [email protected] Internet www.wika.it