`Avvelenamento delle falde`: la Corte condanna

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`Avvelenamento delle falde`: la Corte condanna
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Martedì 15 dicembre 2015
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Cronaca
‘Avvelenamento delle falde’: la Corte
condanna ma riconosce solo la colpa
IN AULA Tensione palpabile alla lettura
del dispositivo. Assoluzione per l’omessa
bonifica. Solvay: “Presenteremo appello”
n Lunedì, 14 dicembre. Alle no, condanna Salvatore France17.25 la Corte d’Assise di Alessan- sco Boncoraglio, Luigi Guarracidria entra in un’aula dove, dalle no, Giorgio Carimati e Giorgio
16, aleggia una tensione palpabi- Canti alla pena di due anni e sei
mesi di reclusione ciascuno, olle.
La presidente, Sandra Casacci, i- tre al pagamento delle spese pronizia a leggere il dispositivo, im- cessuali». La Corte riqualifica le
piega dieci minuti. Di fronte ha il condotte degli imputati, e li ritiepubblico ministero, Riccardo ne responsabili di avvelenamenGhio, decine di avvocati, alcuni to colposo (e non doloso) delle
degli spinettesi che si sono costi- acque di falda. Assolti per non atuiti parte civile, cronisti, foto- ver commesso il fatto Carlo Cografi e operatori Tv. Tutti in si- gliati, Bernard De Laguiche e
lenzio. È la chiusura, almeno per Pierre Jaques Joris. ‘Non doversi
quanto riguarda il primo grado, procedere’ nei confronti di Giulio Tommasi, unico
di uno dei processi più
sempre presente in aucomplessi in atto in
la.
questo momento in ItaPer il secondo punto del
lia. Che è costato quatcapo di imputazione,
tro anni di indagine fil’omessa bonifica, tutti
no alla prima udienza
del dibattimento, 17 ot- Gli anni per le assolti perché il fatto
tobre 2012.
indagini, fino non sussiste.
«La Corte d’Assise, in
alla prima Boncoraglio, Guarracinome del popolo italiaudienza no, Carimati e Canti, in
4
Il Pm, Riccardo Ghio, ascolta la sentenza
solido tra loro, gli ultimi tre anche col responsabile civile Solvay, devono risarcire i danni al
Ministero dell’Ambiente, e alle
parti civili. Cinquantamila euro
al Comune di Alessandria; 25 mila euro a Legambiente; 25 mila
euro al Wwf; 25 mila euro alla Cgil di Alessandria; 25 mila euro a
Medicina Democratica; dieci mila euro all’Associazione I due fiumi Erica - Pro Natura - Alessandria. La Corte ha poi disposto il
risarcimento nella misura di die-
cimila euro ciascuno, a diverse
parti civili, escludendone altre. I
giudici hanno disposto il risanamento ambientale.
È stata poi disposta la trasmissione alla Procura della Repubblica di Milano, per competenza,
di copia delle trascrizioni delle udienze di discussione (17-11-2014
e 29-6-2015) nonché delle memorie depositate in data 24 novembre 2014 e 10 luglio 2015 dall’avvocato Luca Santa Maria (per
Solvay, ndr).
Nella sentenza sono racchiuse le
lunghe udienze del processo al
polo chimico, tutte le testimonianze di chi si è seduto di fronte
alla Corte per raccontare la propria storia all’interno dello stabilimento, degli spinettesi che vivono giornalmente a contatto
con l’inquinamento, dei periti
(della difesa e dell’accusa) che
hanno duellato sul passato e sullo stato attuale delle acque di falda (quarta per importanza in
Piemonte) e dei terreni, le arringhe degli avvocati delle parti civili e della difesa. Ma soprattutto
c’è il lavoro instancabile, coraggioso, difficile, del pubblico mi-
nistero Riccardo Ghio, spesso solo di fronte al preparato e agguerrito gruppo composto dagli avvocati della difesa.
Nel tardo pomeriggio arriva la
nota stampa del gruppo Solvay:
«La Corte di Assise di Alessandria ha riconosciuto, accogliendo le tesi della difesa Solvay, la
totale insussistenza del reato di
avvelenamento doloso delle acque, e del reato di omessa bonifica, originariamente contestati.
La Corte ha escluso qualsiasi responsabilità degli amministratori delegati protempore di Solvay Specialty Polymers Italy Spa.
Per quanto riguarda la condanna
di alcuni suoi dipendenti per il
reato di disastro ambientale è
stato escluso il dolo e ritenuta
soltanto l’ipotesi colposa. Ciò
nondimeno Solvay ritiene ingiustificata tale condanna colposa, e
ribadisce la fiducia nell’operato
dei propri manager che assisterà
in appello per vedere riconosciuta la loro completa estraneità da
ogni forma di addebito e la correttezza della gestione del sito».
n Monica Gasparini
LE PRIME REAZIONI
‘La sentenza ha comunque accertato il verificarsi di un disastro ambientale’
n Quattro anni di indagini, tre
di processo. Otto manager di Ausimont e Solvay alla sbarra. Un
pubblico ministero che, con accanto Arpa e Noe, ha messo a
punto un lavoro colossale fatto di
migliaia di documenti, decine di
faldoni contenenti i risultati di analisi che attestavano come nelle
acque di falda sotto il polo chimico di Spinetta ci fossero cromo esavalente, e più di una ventina di
sostanze tossiche. È stato proprio
Riccardo Ghio ad attaccare il colosso della chimica mondiale che
ha sede a Spinetta, con un capo di
imputazione forte. Chiedendo
poi, al termine di una quarantina
di udienze, pesanti condanne
(complessivamente 127 anni di
carcere per gli 8 imputati). Ieri,
quattro degli imputati sono stati
condannati per disastro colposo.
L’impianto accusatorio, in parte
ha retto. Anche se l’accusa principale è stata derubricata da dolosa in colposa. «La parola soddisfazione è fuori luogo - commentano gli avvocati Giuseppe Lanzavecchia, Vittorio Spallasso e
Laura Pianezza che assistono una
settantina di spinettesi -, perché
la sentenza ha accertato il verificarsi di un disastro ambientale.
Colposo. Questo può essere un
primo punto fermo affinché venga realizzata una bonifica efficace. L’obbiettivo ultimo della Procura e delle parti civili, infatti, è
quello di tutelare il diritto all’ambiente e alla salute dei cittadini. Il
dato oggettivo dell’avvelenamento è stato appurato dalla Corte
d’Assise. Possiamo esprimere la
massima soddisfazione per l’ope-
rato della Procura in uno dei processi sicuramente più complessi
in atto in questo momenti in Italia».
L’avvocato Laura Mara per Medicina Democratica, Lino Balza, Sonia Alessandrini e altri parti civili
ha espresso «Soddisfazione per il
risultato raggiunto in quanto
l’impianto accusatorio del pubblico ministero ha retto anche se
non nella forma dolosa inizialmente contestata. Attendiamo le
motivazioni per capire perché
siano state escluse alcune parti
civili, mentre siamo soddisfatti
per il risarcimento alle altre».
Il pensiero di Alberto Maffiotti,
direttore Arpa di Alessandria, va
all’ambiente: «Anche sullo spunto del processo le attività di bonifica sono state avviate in maniera
importante. Ovvero con lo stanziamento di milioni di euro da
parte dell’azienda. L’attenzione
che ha focalizzato il processo deve continuare anche dopo la sentenza».
n M.Ga.
Gli avvocati Santa Maria (in
primo piano) e Dario Bolognesi
Giovedì alla Gambarina il libro di Michele Castagnone
Verrà presentato alle 18 di
giovedì, al Museo della
Gambarina, il libro di Michele Castagnone, ‘Portiere per trent’anni’. «Ho ripercorso la mia carriera spiega il numero uno - dalle giovanili con Alessan-
dria e Casale fino alle maglie di Casale, Alessandria,
Verbania, Carrarese, Pro
Vercelli, Acqui, Gozzano e
ancora Casale. Ricco di aneddoti, curiosità e foto, è
la storia di un ragazzo normale che per trent’anni ha
fatto della sua passione un
lavoro». E attenzione: il ricavato del libro sarà interamente devoluto a Vitas,
una onlus di Casale che si
occupa di assistenza ai
malati di mesotelioma.
(M.F.)
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Martedì 15 dicembre 2015
Alessandria
IN BREVE
Formiche, contatore
in tilt e il conguaglio
è stratosferico
IL CASO Associazioni dei consumatori:
attenzione alle letture corrette. Per la
conciliazione arriva la videoconferenza
n Il caso è sicuramente estremo,
per le modalità e l’originalità del
problema, ma nello stesso tempo
rappresenta tutto quello che un
cittadino non deve fare: essere disattento e superficiale. Il racconto arriva durante i lavori dell’incontro “La risoluzione alternativa delle controversie” organizzato da Federconsumatori, Adoc, Adiconsum e Associazione consumatori piemonte. Al tavolo, i responsabili provinciali - Bruno Pasero, Antonello Bronti, Ernesto
Pasquale e Paolo Graziano - che
spiegano le varie tipologie delle
conciliazioni e poi dispensano
consigli, suggerimenti e racconti
di tutto quello che il consumatore
non deve fare. L’esempio è decisamente un po’ estremo, ma aiuta
a capire: un alessandrino che abita in una zona collinare si è visto
arrivare una bolletta stratosferica di migliaia di euro per il conguaglio del consumo di energia elettrica. Dopo i primi momenti di
panico e arrabbiatura, decide di
rivolgersi a una delle associazioni di tutela dei consumatori. E, a
farla breve, ecco cosa scopre. Per
anni non aveva mai controllato il
consumo dell’energia e si è fidato
del rilevamento automatico del
contatore. Peccato che le formiche a un certo punto hanno deciso di risalire il basamento in cui è
montato e hanno progressivamente divorato alcune guarnizioni. Il danno ha mandato in tilt il
sistema di rilevazione. Lui non ha
mai controllato e solo a distanza
di quattro anni, quando ha rice-
vuto la bolletta maggiorata, ha
deciso di verificare. «Questo utente - è il commento che arriva
dalle quattro associazioni - ha
sbagliato perché è sempre necessario controllare, anche quando
le rilevazioni sono automatiche.
Comunicare i dati significa essere sempre nelle condizioni di stimare il consumo reale e qualora
si verifichi un problema, si è sempre nelle condizioni di tutela i
propri diritti». Se arriva una bolletta con un importo che si ritiene
errato, non bisogna fare l’errore
di non pagare. Si paga, invece, ma
«solo quanto dovuto: è a questo
punto che si è nella posizione di
PICCOLA GUIDA
E per i problemi c’è la soluzione alternativa
Federconsumatori, Adoc, Adiconsum, Associazione
Consumatori Piemonte parlano la stessa lingua e
lanciano l’identico appello: usare i metodi della conciliazione alternativa che consentono «la soluzione
delle problematiche senza doversi necessariamente
rivolgere a un tribunale e che, a volte, non richiedono neppure l’intervento di professionisti del settore».
Come fare? Le associazioni dei consumatori hanno
realizzato una piccola guida, grazie al contributo della Camera di Commercio di Alessandria, che si trova
in distribuzione delle sedi associative di Alessandria:
Federconsumatori, via Faà di Bruno 37; Adiconsum,
via Tripoli 14; Adoc, via Fiume 19; Associazione consumatori Piemonte, Corso Carlo Alberto 61. (E.So.)
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n Italia Nostra
Si parla di Re Artù
a Frugarolo
Oggi, alle 17,30, presso il
teatro Parvum di via Mazzini, nell’ambito del ciclo
di incontri di Italia Nostra,
Giuseppe Pasero terrà la
conferenza ‘Re Artù a Frugarolo: il Gotico fra Milano e Alessandria’.
n Domani
Ufficio Imu/Tasi,
orario prolungato
Leggere sempre i contatori e comunicare subito i dati
avviare, in modo pienamente legittimo, le procedure per la tutela». I nodi aumentano, è stato
sottolineato durante l’incontro,
quando si parla di forniture energetiche per le quali le controversie sono in crescita. «Con il libero
mercato c’è anche una netta differenza tra il fornitore e il distributore. Se i due profili si identificano, la lettura normalmente è
automatica, ma quando non
coincidono le letture possono avvenire in tempi diversi, o anche
essere affidate esclusivamente agli utenti. Così facendo aumenta
il rischio di differenze, anche profonde, fra il consumo reale, quanto viene pagato e i conguagli. Se
non si sta attenti - ammoniscono
le associazioni dei consumatori possono arrivare bollette con
conguagli da molte migliaia di
euro. E a Torino una pensionata
ne ha ricevuta una da sessantamila euro». Intanto arriva una
buona notizia per le conciliazioni
delle controversie legate alla telefonia e che sono gestite dal Corecom (Comitato regionale per le
comunicazioni del Piemonte, la
sede è a Torino) e che in regione
sono in netto aumento (sono circa cinquemila all’anno a livello
piemontese e l’ottanta per cento
finisce a buon fine). «Per agevolare i cittadini - annunciano le associazioni alessandrine dei consumatori - la conciliazione adesso può avvenire in videoconferenza nella sede dell’Urp della
Regione Piemonte, negli uffici di
via Guasco. Per il momento è una
forma sperimentale, ma nel 2016
diventerà definitiva».
n Enrico Sozzetti
[email protected]
Domani, mercoledì 16 dicembre, giorno di scadenza del saldo 2015 Imu e
Tasi, l’Ufficio Imu/Tasiin
piazza Giovanni XXIII 6
(Palazzo Cuttica) sarà aperto anche nel pomeriggio, dalle 14.30 alle 16.30.
n Incontro
Il libro di Brusasco
a Librinpista
L’Associazione Alessandria in Pista, in collaborazione con il Museo etnografico ‘C’era una volta’,
propone alle 17.30 di domani, al museo stesso
(piazza della Gambarina
1), un nuovo appuntamento della rassegna letteraria Librinpista con la presentazione del libro “I
Promessi sposi, la Passione e il gatto che non voleva stare solo”, di Massimo Brusasco.
IN CENTRO
Topi all’ora dell’aperitivo. E si riapre la polemica sulle responsabilità e i rimedi
n Senza volere, il capogruppo
dei 5 Stelle, Angelo Malerba, riapre la questione dei topi in centro città, denunciata in consiglio comunale dal consigliere leghista Roberto Sarti. Ci racconta infatti Malerba che due suoi
amici sabato scorso mentre
prendevano l’aperitivo in via
Piacenza sono usciti per fumare
e allontanatisi di pochi metri
dal locale hanno visto “sfilare”
(questo il termine usato per ren-
dere la sgradevole sensazione),
diversi topi di non piccola dimensione, in uscita da un cortile
e diretti verso un altro. Alla faccia di chi diceva che d’inverno i
topi se non vanno in letargo poco ci manca (e infatti l’interpellanza di Sarti era stata presentata in stagione decisamente
più calda). Inevitabile riaprire il
“libro” delle polemiche già ampiamente usato giovedì scorso a
Palazzo Rosso. Allora il consi-
gliere leghista Roberto Sarti lamentava la presenza dei topi in
alcune zone delle città: «Abbiamo ricevuto segnalazioni dalla
zona sotto il cavalcavia, ma anche da piazza Matteotti, e mi risulta anche che all’Urp diversi
cittadini abbiano segnalato le
sgradite presenze. Dall’assessore all’Ambiente, Claudio Lombardi una risposta che, tra l’altro punta il dito sulla decisione
della precedente amministra-
www.ristorantenuovacina.com
zione. Ma sarà proprio sempre
colpa di qualcun altro? Colpa
nostra? Non sarà il caso, visto il
costo, di cambiare sistema di
raccolta, di cercare di tenere, comunque, pulita la città e di potenziare la derattizzazione, al
tempo “nostro” la facevano. E adesso? È evidente che il problema c’è e bisogna affrontarlo. Noi
continueremo a segnalare la cosa, e credo che, per la pulizia della città sia fondamentale co-
munque pensare a ripristinare
una forma di controllo come
quella degli Ispettori ambientali. Lo abbiamo detto tante volte:
non si vuole ripristinare, il servizio com’era prima? Si trovi una nuova formula, ma accanto
al senso civico, noi crediamo sia
importante avere un potere sanzionatorio che induca al rispetto
delle norme igieniche». L’assessore Lombardi richiama gli interventi effettuati prima con
centinaia di scatole da parte di
una cooperativa specializzata,
poi con l’aggiunta dell’intervento di Amag quando si è visto, tra
luglio e agosto che il problema
permaneva. Amag si è indirizzata alla pulizia delle caditoie e ha
spostato anche alcuni cassonetti. E i topi in via Piacenza? «Si
può sempre fare meglio, cercheremo di farlo».
Cenone di Capodanno
•Antipasto misto
ai frutti di mare
•Antipasto misto
caldo della casa
•Antipasto misto
di carne con insalata
•Ravioli di gamberi al vapore
•Sorbetto al limone
•Spaghetti di soia
con frutti di mare
•Pasta fresca alla piastra
con frutti di mare
•Risotto speciale “chao la fan”
•Frutta-dolce
•Acqua-vino-caffè
liquori-spumante
•Branzino al vapore
con salsa cinese
•Gamberoni con pepe verde
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L’addio a Alemanni, campione di balon
Martedì 15 dicembre 2015
Acqui Terme
IN BREVE
n Giovedì
Scuole
per Telethon
Si terrà giovedì, presso il
Centro Congressi di zona
Bagni, l’evento “Le scuole
acquesi per Telethon
2015”. L’appuntamento,
organizzato dalla Bnl acquese e col patrocinio della Casa Comunale, impegnerà il “Palaruggine” dalle ore 8 alle 24 con spettacoli ed esibizioni per ragazzi volti a sostenere la
ricerca scientifica. (M.P.)
n Stamattina
Donazione
al Comune
Stamani, alle ore 12, presso l’ufficio del sindaco acquese, si terrà la cerimonia di donazione alla Casa
comunale di un quadro
del pittore Sommariva. Il
dipinto di grande valore,
ceduto dalla signora LaJolo, sarà esposto nei corridoi di Palazzo Levi. (M.P.)
n Piazza Duomo
Apertura porta
della Misericordia
Domenica scorsa, piazza
Duomo è stata affollata
da tantissimi devoti compostamente in fila per
varcare la porta della Misericordia giubilare della
Cattedrale Santa Maria
Assunta. (M.P.)
Str. Prov.le 40
Reg. San Pancrazio, 1
14040 VINCHIO (ASTI)
Tel. 0141 95.09.03
0141 95.06.08
Fax 0141 95.09.04
[email protected]
[email protected]
Lutto nel mondo della pallapugno: è scomparso Pietro
Alemanni, conosciuto dagli appassionati e dagli amici
del balon con il soprannome di ‘Vidùl’. Nato ad Acqui,
nel 1930, è stato campione d’Italia nel 1956 con Guido
e Piero Galliano e Giovanni Garbarino per la società
acquese, e prima, nel 1953 a bene Vagienna e nel 1954
a Mondovì. Il rosario sarà recitato oggi, alle 18.30, in
cattedrale dove domani, alle 15, sarà il funerale. (M.C.)
Ospedale Civile,
una diffida in attesa
della manifestazione
SANITÀ Inviti anche al presidente
della Repubblica e a papa Francesco.
L’ira dei 34 sindaci del territorio
n Sulla chiusura dei reparti dell’Ospedale “Galliano”, seppur
sembrerebbe tutto deciso, la questione appare tutt’altro che conclusa. Si odono “tamburi di guerra” da parte del territorio Acquese; 34 sindaci capeggiati da Enrico Bertero, primo cittadino della
città bollente, non si danno per
vinti ed in un atto formale, una
diffida, hanno intimato al direttore generale Asl, Gilberto Genti-
li e all’assessore alla Sanità, Antonino Saitta, di desistere dal disegno disgregativo dell’offerta sanitaria acquese.
«Unitamente a Marco Cazzuli,
presidente della Rappresentanza
dei sindaci dell’Acquese, diffido
ad intraprendere immediatamente ogni azione di ridimensionamento dell’Ospedale di Acqui,
compresi trasferimenti di personale e di macchinari che sono già
NIZZA
Fiera del bue grasso e del manzo
Successo ben oltre le previsioni quello che ha interessato la “Fiera del bue grasso e del manzo” di Nizza Monferrato, uno dei più importanti appuntamenti annuali
che si è tenuto nei giorni scorsi sotto la tensostruttura
montata in piazza Garibaldi. Circa 250 mila euro il valore degli 80 animali trasportati, per l'occasione, in città.
«Una Fiera questa del 2015 – dichiara soddisfatto l'assessore al Commercio Valter giroldi – con numeri insperati e molto probabilmente irripetibili. È stato un ritorno
all’antico che ha premiato tutto il nostro sforzo organizzativo». Alacre il lavoro dei tecnici veterinari dell’Asl di
Asti, con i loro prelievi appositamente finalizzati a garantire la qualità dei capi buoi, e della giuria chiamata a
valutare gli animali in esposizione. (E.C.)
stati disposti» ha scritto il primo
cittadino di Palazzo Levi.
L’istanza lancia la palla nel campo dei termini. A breve, il 17 dicembre, ci sarà l’attesa udienza
del Tar sul ricorso presentato dai
sindaci del territorio contro la delibera della Giunta regionale che
ha ridefinito gli assetti delle Asl
penalizzando pesantemente l’Ospedale di Acqui Terme. L’esito
della sentenza, che verrà pubblicata tra più di un mese, in caso di
accoglimento metterebbe in discussione tutta l’architettura sanitaria delle decisioni regionali e
così, attraverso la diffida, il sindaco Bertero ed i colleghi dell’Acquese cercano di “chiudere il cancello prima che siano scappati
tutti i buoi”.
Ma non è tutto. A parte il preannunciato ricorso al Consiglio di
Stato in caso di soccombenza, gli
amministratori locali hanno in
serbo altre strategie. «Il 29 dicembre ci sarà una grande manifestazione per l’Ospedale. Chiamiamo a raccolta i 41 mila cittadini dell’Acquese e li invitiamo a
scendere in piazza accanto ai propri sindaci – ha anticipato Bertero – Avremo la partecipazione di
tre televisioni, l’invito è stato presentato al vescovo della diocesi di
Acqui, Monsignor Micchiardi, ed
il 18 dicembre verrà inoltrato al
presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e a papa France-
Tanti i reparti cancellati nell’Ospedale Civile di Acqui
sco. Abbiamo fatto e faremo tutto
il possibile per rendere manifesto
lo scempio in atto in Piemonte».
Oltre ai tagli lineari messi nero su
bianco nella pianificazione sanitaria regionale, quello che irrita
di più gli alfieri dell’Acquese è la
scarsa considerazione ricevuta
dal dirigente Asl Gilberto Gentili
che non ha mai dato risposta alle
istanze di incontro presentate
dai 34 sindaci del territorio, ancorché “sponsorizzate” dal prefetto.
Ieri mattina, in occasione della
premiazione di un concorso per
ragazzi legato all’Acqui Ambiente, Bertero ha coinvolto nella
questione anche gli studenti, u-
sando una metafora per descrivere la spoliazione in fieri del nosocomio acquese, paragonandolo
ad un carciofo al quale, giorno
dopo giorno, la Regione sta portando via, in modo inesorabile e
silente, lacinie succulenti. «Prima hanno chiuso Urologia, poi
Pediatria, poi il laboratorio analisi, poi Oncologia, poi Cardiologia, poi Rianimazione, poi spostano il personale dei Reparti, poi
i macchinari di Oftalmologia – ha
elencato il primo acquese – Non
possiamo permettere che il nostro ospedale diventi una struttura vuota».
n Massimiliano Pettino
BOXE
Premiato Franco Musso
Stamani il Foro Italico di Roma ospiterà la cerimonia di
premiazione del Collare d’Oro allo Sport. Tra le glorie
chiamate sul palco a ritirare il premio ci sarà anche il
boxer acquese Franco Musso. Il riconoscimento del Coni rappresenta il più alto grado di onorificenza sportiva
italiana, concesso solo ai campioni mondiali o olimpici
a coronamento di una carriera fervida di successi. Alla
presenza del Presidente del Consiglio Matteo Renzi,
Musso verrà premiato per essere salito sul gradino più
alto dei Giochi di Roma del 1960 che lo hanno incoronato Campione Olimpico di Pugilato nella categoria pesi
leggeri. Lla cerimonia sarà trasmessa stamani, alle ore
11 e poi alle 0.30, su Raisport 1. (M.P.)
TERZO
CANELLI
Grillo: ‘Tutti d’accordo
ma c’è poco coraggio’
Concerto
del coro lirico
Monteverde
n Si è tenuta nei giorni scorsi a
Terzo l’assemblea dell’Associazione Nazionale Piccoli Comuni Italiani (Anpci), l’ente che
raggruppa le municipalità del
Belpaese con meno di 5mila abitanti. La riunione, presente il
presidente Franca Biglio, ha
trovato accoglienza nel paese
terzese proprio perché il Comune alle porte di Acqui si è sempre distinto, già in tempi non
sospetti, per le critiche mosse
alla razionalizzazione governativa delle piccole municipalità
obbligate, per legge, a confluire
in enti territoriali dai bacini demografici più ampi. «Perderemo rappresentatività senza
conseguire minori costi di gestione» aveva presagito, a mo’
di Cassandra, Vittorio Grillo, il
primo terzese. Oggi, dopo anni
di spinte aggregative, la farraginosità delle procedure di gestione e la falsità del mito del risparmio amministrativo, sono
davanti agli occhi di tutti. I piccoli Comuni lanciano un allarme ‘epurazione’. «Molti sindaci
delle valli Bormida, Erro e Belbo hanno risposto all’appello,
una quarantina contro gli ottanta invitati – ha lamentato
Grillo – Tante le dimostrazioni
di sostegno prima dell’assemblea, ma poi quando è il momento di metterci la faccia alcuni miei colleghi temono ripercussioni delle Istituzioni o di
partito. Purtroppo i rappresentanti dei nostri territori, quando sono nelle assemblee regionali o nazionali, dimenticano di
essere stati sindaci di paesi, anche piccoli, e si rendono complici di decisioni legislative che
impoveriscono l’Italia».
Dalla riunione terzese e dal
confronto con alcuni rappresentanti associativi che monitorizzano l’evoluzione governativa sull’argomento, è uscito un
quadro tutt’altro che rassicurante. «L’idea della politica romana è quella di spingere l’organizzazione territoriale verso
accorpamenti fino a 15mila abitanti in modo da individuare
Comuni capofila riconoscibili
in chiave partitocratica – ha denunciato il sindaco ospitante –
Le liste civiche, non schierate,
che hanno a cuore solo l’amministrazione del proprio paese e
senza bramosia di potere, saranno soppiantate da Istituzioni collocate politicamente e
quindi manovrabili dalle sedi
di partito. Per fare ciò daranno
prima un sostegno economico
ai Comuni che intendano costituire Unioni e dopo qualche anno, alzando il quorum degli abitanti, a quelli che vorranno operare delle Fusioni. Per salvare i
nostri paesi dobbiamo mobilitarci immediatamente».
n È la locandina dal titolo “Natale sotto il ‘Christmas Palace’” ad
inaugurare un dicembre denso di
iniziative e appuntamenti nella
città spumantiera di Canelli. Il Comune, infatti, ha presentato, nei
giorni scorsi durante una conferenza stampa nella sala consiliare
del Municipio, il nuovo calendario degli eventi natalizi. Oggi, alle
21, si terrà la performance del coro
lirico Claudio Monteverdi di Cosseria che proporrà lo spettacolo
“Atmosfere natalizie”. Giovedì 17,
la banda musicale Città di Canelli
si esibirà con il concerto degli auguri diretto dal maestro Cristiano
Tibaldi. Venerdì 18, a partire dalle
9, il “Leo4Job” incontrerà gli studenti delle scuole superiori sulle iniziative per il lavoro. Sabato 19,
alle 21, ci sarà il Concerto Gospel
del Gospel Coro By Faith diretto
da Claudio Paduraru con il pianista blues Gianluca Sambataro, il
pianista Claudio Ratti e la voce solista di Davide Tatriele, cui seguiranno cioccolata calda e panettone. Domenica 20, in mettinata, ci
si potrà immergere “Nel magico
mondo di Babbo Natale”, a cura
dell’associazione Colline 50°; alle
19.30, il coro della piccola Accademia della Voce si esibirà il The Gos
Paw, a cura della Caritas Canelli
Solidale.
Per
info:
Iat
0141/820280 e Comune Canelli
0141/820231.
n M.P.
n Emanuela Crosetti
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Il presepe d’autore di Greta Penacca
Martedì 15 dicembre 2015
"Bmôt: Alture" è il tema che l’artista Greta Penacca, di San
Sebastiano Curone, propone alla nuova edizione di "Presepe d’autore" che si inaugura mercoledì 16 dicembre alle
21,15 presso la Chiesa di San Rocco ad Alessandria. L’artista, formatasi presso l’Accademia di Belle Arti di Genova è
già stata presente in diverse mostre e vernissage nel corso
degli ultimi anni. IL tema delle montagne nelle vicende del
popolo d’Israele è una delle manifestazioni del sacro. (S.B.)
Tortona
IN BREVE
n Castelnuovo
Due corsi
di informatica
La biblioteca comunale
"Pier Angelo Soldini" di
Castelnuovo Scrivia propone il proseguimento dei
due corsi di informatica
per adulti in dieci lezioni
della durata di un'ora. Un
corso avrà come argomento l'uso del computer,
suddiviso per livello base
o intermedio. Un altro corso avrà come argomento
l'uso del tablet. (S.B.)
n Liceo Peano
Uno scatto al mese
degli studenti
“Uno scatto al mese” è il
titolo del calendario 2016
curato dagli studenti del
liceo Peano di Tortona.
Raffigura opere pittoriche di artisti tortonesi rielaborate in chiave contemporanea. L'acquisto,
con 10 euro, finanzierà
borse di studio per studenti che hanno sviluppato inclinazioni artistiche.
(S.B.)
n Bottega
Associazione
Libera
Sarà aperta fino alla vigilia di Natale la bottega
dell'associazione Libera!,
fondata da don Ciotti. Disponibili confezioni natalizie con i prodotti alimentari biologici provenienti
dalle terre confiscate alle
mafie, in via Pellizzari
6/A, tutti i mercoledì pomeriggio (dalle 16 alle 19)
e tutti i sabati e le domeniche (mattino dalle 10 alle 12) e pomeriggio (dalle
16 alle 19) fino alla vigilia
di Natale. (S.B.)
n Diocesi
Iniziative
di preghiera
Nel tempo di Avvento la
diocesi di Tortona propone iniziative di preghiera,
riflessione e spiritualità.
Giovedì 17 dicembre in
seminario, alle 9,30, ritiro
spirituale per sacerdoti e
diaconi; venerdì 18 dicembre in cattedrale, alle
ore 21, veglia di preghiera
con i giovani. (S.B.)
n Cinema
Selezione
artificiale
Al Megaplex Stardust
martedì 15 dicembre alle
22 il Circolo del Cinema di
Tortona presenterà il cast
di “Selezione artificiale:
In un mondo senza futuro
conta solo il presente”,
con gli attori protagonisti
Massimo Poggio e Daniela Tusa, il regista e produttore Fabio Fossati, il
produttore Daniele Lince.
Prima proiezione, backstage e trailer, seguirà
dibattito. (S.B.)
Ospedale Civile:
giovedì l’esame
del ricorso al Tar
SANITÀ Ultimi giorni di attesa
per le speranze tortonesi di evitare
il declassamento della struttura
n Sono gli ultimi giorni di attesa mento. A tale proposito venerdì
per le speranze di evitare il de- mattina è stato in città Paolo Scaclassamento dell'ospedale di parone, il legale torinese cui i riTortona, con la conseguente e correnti si sono rivolti per affidaparzialmente già attuata riduzio- re il patrocinio per il ricorso, imne di importanti servizi, tra cui pugnando così la delibera adotrianimazione, pediatria, neuro- tata dalla giunta della Regione
logia, cardiologia e pronto soc- Piemonte, ovvero quel discusso
corso notturno. L'ultimo baluar- piano sanitario che penalizza pedo difensivo è per il 17 dicembre, santemente la struttura ospedaquando verrà discusso il ricorso liera di Tortona. Il legale ha ribadito le principali motial Tar del Piemonte che
vazioni che sorreggono
38 comuni del Tortonel’azione legale, evidense e gli appositi comitati
civici hanno presentato.
In caso di ziando come «sostanLa sentenza tuttavia
sentenza zialmente ogni scelta
non sarà emessa già in
sfavorevole, programmatoria in maquella sede, questa setsi sta già teria sanitaria sia avvetimana, ma arriverà a pensando ad nuta precludendo la
metà gennaio. Ma inaltri tipi di partecipazione dei tertanto i giochi saranno
iniziative da ritori e di fatto evidenfatti, con la discussione
mettere ziando una indecifrabinel merito del provvediin atto le preferenza di Novi Li-
VOLONTARIATO
gure su Tortona». Il ricorso al
Tar si fonda su quattro vizi: lo
stato attuale di bozza non approvata del regolamento sull'intesa
Stato – regioni su cui si fonda il
piano sanitario; l'incompetenza
della giunta regionale ad adottare tale atto; il mancato coinvolgimento dei comuni nella redazione del piano sanitario; l'indecifrabilità, intesa come insufficienza di motivazioni nella decisione
di declassare il Dea, violando così
principi di trasparenza, imparzialità e ragionevolezza. I sindaci
non intendono comunque fermare le loro azioni alternative alla via giudiziale: in questi giorni
verrà indirizzata una lettera alla
direzione Asl di Alessandria e all’assessore alla Sanità della Regione Piemonte, chiedendo di sospendere immediatamente ogni
azione di trasferimento e dimensionamento dell’ospedale di Tortona, in attesa dell’esito della
pronuncia del Tar, di fatto sospendendo i trasferimenti di personale che parrebbero già disposti per la prossima settimana. Nel
Il pronto soccorso in via di declassamento
testo verrà poi sollecitata chiarezza per l'assetto dei reparti e
per le garanzie ai servizi sul territorio in entrambi i casi di esito
del ricorso. Così ha dichiarato il
sindaco Gianluca Bardone a
margine dell'incontro di venerdì
«A differenza di quanto hanno
fatto altri territori piemontesi,
che hanno ritirato l'impugnazione, noi porteremo certamente a
conclusione la via legale. Le argomentazioni dell’avvocato Scaparone ci danno più consapevolezza delle nostre ragioni che sotto-
porremo al giudizio del Tar: ci
siamo rivolti al tribunale in un
momento in cui il confronto politico e il rispetto delle esigenze
dei cittadini che rappresentiamo
ci è stato ripetutamente negato.
Qualunque sia la decisione che
verrà assunta dal Tar, l’azione dei
sindaci proseguirà: sono già al
vaglio le eventuali ulteriori strade percorribili per difendere fino
all'ultimo l'ospedale e i servizi ai
cittadini».
n Stefano Brocchetti
UN’AMICIZIA
Calendario condiviso
Matteo Renzi alla Leopolda ha voluto
per le iniziative culturali ricordare la figura di Guido Ghisolfi
n Un calendario comune tra le iniziative delle associazioni culturali, meno pastoie burocratiche e
un tema centrale attorno a cui allestire eventi. Il Comune di Tortona rilancia il rapporto con il volontariato culturale, che raggiunge la ragguardevole cifra di oltre
30 associazioni operative in città.
Obiettivo è riuscire finalmente a
creare l'auspicato calendario condiviso delle iniziative culturali in
città, evitando così quelle sovrapposizioni che puntualmente si verificano in assenza di programmazione. Il Tavolo, oltre a recepire le proposte delle associazioni,
proporrà un tema attorno a cui
coinvolgere per lavorare a progetti comuni: quest'anno in occasione dell'anniversario della Prima
Guerra Mondiale, è stato tangibile
il risultato in termini di quantità
di proposte e miglioramento reciproco delle stesse iniziative. Per
l'anno prossimo il tema sarà il
ventennio fascista, tra storia, cultura, arte, letteratura, musica, con
particolare attenzione alla valorizzazione dell'opera di Perosi,
che raggiunse la sua massima espressione in quegli anni. «Sento
molte energie positive da parte di
un'associazionismo vivo e che
continua a proporre iniziative di
qualità - sottolinea l'assessore alla
cultura Marcella Graziano - Compito dell'amministrazione è valorizzare queste risorse e credo che a
questo fine lo strumento del Tavolo fornisca dialogo, condivisione e
partecipazione».
n S.B.
n «Ci manca qualche compagno
di strada» ha sottolineato il presidente del consiglio Matteo Renzi nel corso del suo intervento
conclusivo alla kermesse politica
della stazione Leopolda a Firenze, domenica: «persone che purtroppo non rispondono più e di
cui sentiamo la grande mancanza». E la citazione è per Guido
Ghisolfi, l'imprenditore tortonese scomparso suicida quest'anno, titolare del gruppo multinazionale Mg, leader mondiale nei
settori della chimica e nelle energie rinnovabili. Il legame politico
tra Ghisolfi e Renzi risale al primo momento in cui l'allora neoeletto sindaco di Firenze appariva
all'orizzonte del Pd con un nuovo
progetto politico e l'imprenditore tortonese vi aveva visto una
proposta politica meritevole di
sostegno, in tempi non assolutamente sospettabili di interessi
particolari, e si fece uno dei principali sostenitori del percorso politico di Renzi, finanziandone
campagne e partecipando attivamente anche a varie edizioni della Leopolda, cogliendo l'occasione per sottolineare l'importanza
che la politica sostenesse innovazione e ricerca in ambito industriale. Il premier ha ricordato i
suoi trascorsi con Ghisolfi. citando alcuni loro incontri, il primo
dei quali a Palazzo Vecchio e altri
al ristorante, «quando cercava di
spiegarmi l'importanza dell'innovazione nella chimica e nelle energie rinnovabili. Fu uno dei nostri più disinteressati e coraggiosi finanziatori. E lo cito in questo
contesto, dal momento che oggi
ogni tipo di rapporto che si crea
diventa causa di scandalo. Guido
ha messo in campo con la sua famiglia una multinazionale e espressamente era venuto a cercarmi, diversi anni fa, per dirmi:
“Voglio dare mano anche economica, in maniera regolare, alla luce del sole”». E poi l'accenno al
suicidio, rendendo giustizia al rispetto di un dramma personale
che esula da ogni illazione o pettegolezzo: «Guido ha incontrato
il male di vivere. Ha deciso da solo di scrivere l'ultima pagina della sua vita. Dite alla famiglia che
sono fiero di averlo conosciuto:
vorrei che gli tributassimo sempre stima e amicizia».
DIOCESI
Aperta la porta santa del Giubileo
n «Attraverso l'anno giubilare è
come se il papa avesse voluto
prendere il mondo intero per immergerlo nella misericordia di
Dio. Una parola che evoca il cuore aperto, evoca l'incontro, la Parola del Vangelo e una Chiesa che
deve andare verso le persone. Auspico che il giubileo nella nostra
diocesi possa essere vissuto come
forte e costante segno e impegno
di misericordia». Il vescovo Vittorio Viola nell'omelia ha riassunto il significato del giubileo,
che da domenica alle 16,49 è stato
solennemente avviato anche nella diocesi di Tortona, dopo la cerimonia di apertura della porta
santa, la Porta della Misericordia, quella a sinistra guardando il
portale principale della cattedrale. La celebrazione è iniziata poco
prima, alle 16, presso la chiesa di
Santa Maria Canale, da dove è
partita una breve processione del
vescovo e del clero fino al duomo:
una breve sosta sul sagrato, la vestizione con i paramenti e la mitra sugli scalini che antistanno il
duomo, le formule di preghiera e
benedizione e poi l'apertura della
porta. Ancora un momento in ginocchio sulla porta aperta, in
preghiera e raccoglimento, l'ingresso per primo in duomo, come
impone il rituale, seguito dai numerosi fedeli che hanno assistito
in piazza alla solennità. Dopo un'ulteriore breve passaggio presso il fonte battesimale, per la be-
nedizione dei fedeli, la messa con
una cattedrale gremita: «Mi dispiace che ci siano molte persone
costrette a stare in piedi, anzi, no,
meglio che ci sia così ampia partecipazione» ha sorriso aprendo
l'omelia. Il pellegrinaggio alla
porta santa è una delle prescrizioni per i fedeli, che potranno
comunque espletare il sacramento della penitenza presso alcune
chiese su tutto il territorio della
diocesi, tra cui il santuario della
Madonna della Guardia a Tortona, Santa Maria delle Grazie a Voghera, santuario della Madonna
di Caravaggio a Fumo di Corvino
San Quirico.
n S.B.
il vescovo Vittorio Viola apre la porta santa
n S.B.
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6 .Primo Piano
STAMPA
.LA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
Draghi: “Per le banche è finito
il tempo dei salvataggi pubblici”
I numeri
chiave
ll presidente della Bce: i prestiti incagliati mettono a rischio la ripresa
Bruxelles: ma una soluzione può arrivare dalle fusioni tra gli istituti
200
miliardi
È il valore
dei crediti
deteriorati
in Italia,
secondo
le stime
del Fondo
monetario
A chi pensava Mario Draghi
nelle ultime cinque righe del discorso per il quarantennale di
Prometeia? «Quando si tratta
di dare concretezza all’azione
riformatrice, sembra che in
molti Paesi dell’eurozona prevalga più l’esitazione della determinazione». I «cambiamenti necessari sono tali da non poter essere attuati senza un vasto consenso». Ma «il ritardo
nell’attuazione delle riforme
strutturali», quelle che «rendono un Paese più ricco e più capace di affrontare le sfide, può
avere talvolta spiegazioni politiche, mai economiche».
Scherza il padrone di casa, il
professor Paolo Onofri: «Difficile pensasse alla Slovenia. Più
facile fosse l’identikit dell’Italia. O della Francia».
Se in generale il numero uno
della Bce è un uomo prudente,
quando ci sono di mezzo le beghe italiane diventa prudentissimo. Al pranzo in piedi offerto
nella sede del museo Mast, periferia operaia di Bologna, Draghi si trattiene dieci minuti,
sorseggia un caffè e se ne va.
Restano le parole pronunciate
in pubblico, qui e là riferite all’attualità italiana. «Qualcuno
vorrebbe che la Banca d’Italia
tornasse a finanziare in deficit
anche i fallimenti bancari…»,
dice ricordando l’economista e
politico Nino Andreatta, «uno
dei miei maestri». Ovvero, se
c’è una ragione per rendere impuniti certi banchieri, è nello
scaricare sulla collettività i costi dei loro fallimenti. E se c’è
qualcosa che fa davvero male
all’economia, è il cattivo credito, quello agli amici e agli amici
degli amici.
«In alcuni Paesi lo stock di
crediti deteriorati comprime
l’offerta di credito», «assorbe
risorse e capacità operativa»,
«immobilizza il capitale bancario in impieghi improduttivi».
Il governo invece deve «creare
4
banche in crisi
Etruria,
CassaMarche,
CariFerrara
e CariChieti
sono gli istituti,
affossati
dai crediti
deteriorati
e salvati con
decreto
dal governo
371
i piccoli
È il numero
di banche
di credito
cooperativo
Molte di loro
hanno in pancia
prestiti
che non
vengono più
rimborsati
Inchiesta
GIANLUCA PAOLUCCI
INVIATO AD AREZZO
C
100
milioni
L’aumento
di capitale
della Popolare
Etruria varato
nel 2012
e considerato
insufficiente
dalla Banca
d’Italia
La riforma italiana
dei fallimenti è positiva
perché dimezzerà
la durata media
delle procedure
ALESSANDRO BARBERA
INVIATO A BOLOGNA
onflitti d’interesse, prestiti facili finiti in malora, operazioni spericolate per tappare i buchi in bilancio. La storia della Popolare
dell’Etruria fino al suo commissariamento è complessa
nella forma quanto scontata
nell’esito. E parte da lontano.
Intanto, la situazione dei
conti era fortemente deteriorata almeno dal 2012, quando la
banca vara un aumento di capitale da 100 milioni di euro insufficiente, secondo quanto
emergerà dalle successive
ispezioni Bankitalia, a coprire
le carenze patrimoniali causate dalla pessima qualità del
portafoglio crediti. Una situazione patrimoniale deteriorata,
alla base della contestazione
del reato di ostacolo alla vigilanza nel primo troncone di in-
Il governo deve
creare le condizioni
per un rapido
smaltimento
dei crediti deteriorati
Mario Draghi
Presidente
della Bce
MICHAEL PROBST/AP
Mario Draghi, presidente della Banca centrale europea
le condizioni per un loro rapido
smaltimento», ovvero ciò che
ha mandato al tappeto (anche
se lui non le cita mai) Etruria,
CassaMarche, CariFerrara e
CariChieti. In Italia poi «la lentezza» del sistema giudiziario
nel recuperare quel cattivo
credito «impedisce la ristrutturazione nel settore delle imprese, in cui alcune riducono il
loro debito e riprendono a investire mentre le altre escono dal
mercato». Ovvero: quella len-
Dopo il taglio del fido bancario
Giovane imprenditore si dà fuoco davanti alla villa di Berlusconi
1 «È nella crisi che sorge l’inventiva, le
scoperte e le grandi strategie. L’unica crisi
pericolosa è la tragedia di non voler lottare
per superarla». Sono le parole di Claudio
Usàla, il trentenne che ieri si è dato fuoco
davanti a casa di Silvio Berlusconi ad Arcore,
perché la banca da un giorno all’altro ha ristretto drasticamente il fido della sua azienda. Claudio, ricoverato nel reparto ustionati
dell’ospedale di Niguarda a Milano, non è in
pericolo di vita, ma è disperato. Le sue paro-
le, scritte sul profilo Facebook, risalgono a
qualche tempo fa. Erano quelle di un giovane che si è rimboccato le maniche per creare
un’azienda dal nulla. Sebbene ci stesse riuscendo, non ha retto il rischio di fallire perché rimasto improvvisamente senza liquidità. Trent’anni, di buona famiglia, Claudio
Usàla ha fondato la V-Connect di Cagliari
nel 2009, a 25 anni. La sua società di pubblicità promuove spot e messaggi promozionali attraverso tablet negli ascensori.
Twitter @alexbarbera
Conflitti d’interesse e prestiti facili
Indagati gli ex vertici di Etruria
L’aumento di capitale giudicato insufficiente da Bankitalia
La Popolare in crisi già dal 2012: tre i filoni dell’inchiesta
chiesta della Procura di Arezzo
nei confronti degli ex vertici dell’istituto bancario. Perché nel
frattempo l’indagine si è ampliata fino a comprendere tre distinti
fascicoli. Compreso uno, il più recente, sui conflitti d’interesse degli amministratori dell’istituto.
Il primo fascicolo, quello dell’ostacolo alla vigilanza, è chiuso e
dovrebbero arrivare a giorni le richieste di rinvio a giudizio. Non riguarda solo la rappresentazione
scorretta della reale situazione
dell’istituto. Ma anche l’operazione immobiliare fatta nel 2012 sugli immobili del gruppo. Ceduti al
consorzio Palazzo della Fonte nel
2012, con una importante plusvalenza per i conti di quell’anno. Solo che tra prestiti a soci di Palazzo
tezza mina anche una sana
concorrenza. E però la «riforma italiana dei fallimenti è positiva», perché «dimezzerà la
durata media delle procedure». Prima si fa chiarezza su un
cliente in difficoltà, più è facile
per la banca vendere ad un soggetto terzo i suoi debiti, il quale
si occuperà di riscuoterli.
Draghi se ne guarda bene
dal dispensare consigli non richiesti. Ma guarda il caso il tema dei crediti deteriorati è
quello che oggi affligge più di
ogni altro l’economia italiana.
Secondo le stime del Fondo
monetario nel Belpaese ce ne
sono per almeno 200 miliardi,
più di un quinto di tutta l’area
euro. Per mesi il governo ha
tentato di convincere l’Ue a dare il via libera ad una grande
“bad bank” che facesse quel
che altri partner hanno fatto
tempo fa: portare quei crediti
fuori dai bilanci delle banche.
Quel meccanismo oggi non è
più consentito dalle nuove regole europee sull’Unione bancaria: la finestra si è chiusa
l’anno scorso, e per tutti. Il ministro del Tesoro Padoan insiste nel dire che una soluzione si
troverà, ma non è ancora chiaro come. Gran parte di questi
“non performing loan” (così si
chiamano nel linguaggio tecnico) stanno nelle banche più piccole come quelle entrate in crisi o quelle di credito cooperativo: in Italia le sole Bcc sono ancora 371. Spiegano fonti europee: «La vera soluzione sta nel
chiudere alcune banche e nel
fonderne altre. Si è già fatto altrove, e di lì passa un bel pezzo
della questione sofferenze. Le
banche italiane più grandi
stanno risolvendo il problema
in autonomia». La sfida di Renzi per il 2016 è tutta qui: una
nuova riforma del credito, molto più incisiva di quella che all’inizio di quest’anno ha trasformato dieci banche popolari
in società per azioni.
della Fonte e garanzie alle banche
che finanziano il consorzio, alla fine il rischio resta in capo alla banca aretina. Che paga - la banca e
non il consorzio - anche le spese di
manutenzione e servizi. E’ la seconda contestazione fatta da
Bankitalia agli ex vertici (il presidente Giuseppe Fornasari e il direttore generale Luca Bronchi).
La banca ha finanziato indirettamente con 10,2 milioni alcuni dei
soci: 2,5 milioni sono finiti alla
Farmainvest, 3,9 milioni alla Mineco Real Estate di Matteo Minelli, produttore di birra amato
da Renzi. Altri 3 milioni finiscono
invece alla Findi Investimenti, altro socio del consorzio. Poi però
c’è anche un prestito da 49,3 milioni che il consorzio prende in
10,2
milioni
Con questi
soldi
la Popolare
Etruria
ha finanziato
in modo
indiretto
alcuni soci
dell’istituto
prestito da un pool di banche per
finanziare l’operazione. Secondo
quanto scoprirà Bankitalia, le
clausole del contratto sono tali
per cui il rischio di inadempienza
resta a Banca Etruria. Ricapitolando, su 75 milioni pagati dal
consorzio per il 90% del veicolo
degli immobili di Etruria, 10,2 milioni arrivano dalla stessa banca e
altri 49,3 sono dalla banca garantiti. Un bell’affare.
Il secondo fascicolo nasce da
una costola di questo procedimento e riguarda le false fatturazioni emesse per consulenze - secondo la procura inesistenti - pagate da Etruria. L’importo è minimo (appena 233 mila euro). Ma il
nome è interessante. Si tratta della Methorios Capital, altro socio
di Palazzo della Fonte, nonché legato ai fondi Optimum del finanziere Alberto Matta. Che compare anche nell’inchiesta sulla Popolare di Vicenza, legando così
per altri via i due istituti in procinto anni fa di fondersi tra loro e
adesso entrambi nella tempesta.
Il terzo filone è quello più recente riguarda i conflitti d’interesse dei consiglieri e coinvolge
anche membri dell’ultimo cda,
che avrebbero ricevuto fondi
per 140 milioni. Il consiglio è
quello commissariato da Bankitalia a sorpresa lo scorso 11 febbraio.
La relazione Bankitalia cita almeno due persone: l’ex presidente Lorenzo Rosi e l’ex consigliere Luciano Nataloni. Al primo, presidente della coop edile
La Castelnuovese, viene contestato il finanziamento poi incagliato concesso da Etruria alla
società Città di Sant’Angelo per
la costruzione di outlet alle porte di Pescara. A realizzarlo
avrebbe dovuto essere proprio
la coop di Rosi con un altro gruppo delle coop rosse, la Unieco di
Reggio Emilia. Al secondo viene
invece contestato un prestito da
5,4 milioni alla Td Group.
10 .Primo Piano
STAMPA
.LA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
Protesta
Le novità
1
L’ippica
a secco
1 L’ippica
rischia il fallimento. Il taglio
di 20 milioni di
euro nel finanziamento del
2016 deciso dal
governo, può
condannare al
default l’intero
settore. Un
taglio ritenuto
inaccettabile
dall’ippica italiana che si oppone, unita in un
fronte compatto. Un fuoco di
sbarramento
rappresentato
da tutte le categorie ippiche:
trotto, galoppo,
le organizzazioni sindacali dei
lavoratori ippici
e le società di
corse che, insieme, hanno
istituito il nuovo
Comitato Ippico
Nazionale (Cin)
chiedendo un
incontro urgente al presidente
del Consiglio
Matteo Renzi
2
3
Al ministero
della Salute
c’è parecchio
malumore per
il dietrofront
del governo
che non potrà
assumere
seimila tra
medici e
infermieri
Le assunzioni
Non sarà possibile
attuare il piano
straordinario di 6000
assunzioni per coprire
le carenze derivanti
dal blocco dei turni
Le pensioni
Un emendamento del
governo prevede
l’anticipo di un anno
dell’aumento della no
tax area per i
pensionati
Sicurezza
Confermate le spese
per sicurezza e cultura:
2,5 miliardi che
faranno lievitare il
rapporto deficit/Pil da
2,2% a 2,4%
ANDREA PAGLIARULO/BUENAVISTA
Salta l’assunzione di seimila medici
Dietrofront nella legge di Stabilità: la Corte dei Conti non consente di utilizzare
i risparmi derivanti dalla medicina difensiva. Aumenta la no tax area per i pensionati
FRANCESCO MAESANO
ROMA
Venticinque centimetri di faldoni corredati da nove fascicoli di subemendamenti. È la
legge di stabilità 2016. E negli
oltre mille commi, tra articoli
ed emendamenti, c’è di tutto.
Due novità importanti sulle
pensioni. Un emendamento
del governo prevede l’anticipo
di un anno dell’aumento della
«no tax area» per i pensionati,
che salirà così dal 2016. In particolare, per gli over 75, l’area
di esenzione fiscale sale a
8.000 euro, dagli attuali 7.750
euro. C’è poi un altro punto,
più controverso. Con l’inflazione negativa a meno 0,1 per
cento, il governo avrebbe dovuto chiedere indietro il corrispettivo ai pensionati.
Pochi euro pro capite, che
però messi uno sopra l’altro
fanno 300 milioni che verranno tolti dal fondo per l’occupazione.
Ma è il pacchetto sicurezza
e cultura, annunciato da Renzi all’indomani degli attacchi
terroristici di Parigi, ad avere
l’impatto più forte sul deficit,
8000
euro
Per
i pensionati
over 75,
la no tax
area
passa
da 7750 euro
a 8000 euro
che passa da una stima del 2,2
per cento nel rapporto col Pil,
al 2,4. Due miliardi e mezzo
con dentro di tutto: dagli interventi contro il cyberterrorismo alla card da 500 euro ai
neo-diciottenni, fino all’estensione del bonus 80 euro agli
agenti delle forze dell’ordine.
Per ottenerli niente sconto
Ires di tre punti, come annunciato il mese scorso.
Nervi tesi al ministero della
Salute. Dopo l’entrata in vigore della direttiva europea che
impone al personale sanitario
di non sforare il numero di ore
lavorative previsto dalla turnazione, ci si era impegnati in
un piano straordinario di assunzione da 6000 unità. Il finanziamento sarebbe dovuto
arrivare dall’abbattimento
delle spese per la «medicina
difensiva».
La Corte dei Conti ha fatto
sapere che no, quei risparmi
non sono quantificabili, e dunque non si possono utilizzare
per assumere nuovi medici e
infermieri. Tutto rimandato.
C’è anche l’esonero dalla
valutazione d’impatto am-
300
milioni
Fondi che
verranno tolti
dal fondo per
l’occupazione
per evitare di
chiedere ai
pensionati la
restituzione
degli aumenti
a causa dell’inflazione
negativa
bientale per gli aeroporti strategici che, secondo il M5S, favorisce l’aeroporto di Firenze.
Ci sono gli oneri di urbanizzazione, che potranno essere
messi in spesa corrente: parte
di un accordo con i Comuni.
C’è un fondo finanziato dal canone Rai che verrà utilizzato
anche per incentivare le emittenti locali. Ci sono novità anche sul Cipe, che avrà un controllo più diretto da parte del
Presidente del Consiglio.
Tutto il Transatlantico
scommette su un finale con la
fiducia, tra venerdì e sabato,
anche perché qualche dubbio
nel gruppo Pd permane, vista
la ridotta disponibilità da parte del governo a concedere
spazi di budget all’iniziativa di
deputati e senatori. Non solo.
L’ufficio parlamentare di bilancio potrebbe mandare un
messaggio al Parlamento o
chiedere un’audizione. Nel mirino c’è l’aumento del deficit
per una serie di spese che l’anno prossimo potrebbero mettere i nostri conti in un quadro
di scarsa sostenibilità.
mila
Sono
i medici che
lavorano
nel settore
pubblico
in Italia:
domani sarà
sciopero
20%
anestesisti
Secondo
i sindacati,
manca un
quinto degli
anestesisti:
questo
fa allungare
le liste
d’attesa
Domani la protesta
per chiedere il rinnovo
del contratto e per le
mancate assunzioni
PAOLO RUSSO
ROMA
Chi ha bisogno di farsi prescrivere farmaci e analisi non
bussi domani alla porta del
proprio medico di famiglia.
Stessa cosa per chi deve portare il proprio figlio dal pediatra o aveva preso appuntamento per una visita dallo
specialista. Inutile anche
presentarsi all’appuntamento per una lastra o un’analisi
del sangue, mentre chi era
entrato in ospedale per un ricovero programmato dovrà
attendere. Sono gli effetti
della serrata decisa dal fronte compatto delle sigle sinda-
cali rappresentative di oltre
duecentomila medici pubblici
d’Italia. «E altre due giornate
le proclameremo a gennaio»,
preannuncia Giacomo Milillo,
segretario nazionale del sindacato dei medici di famiglia, la
Fimmg.
I dottori protestano per contratto e convenzioni che attendono da sei anni di essere rinnovati. Il governo ha stanziato
ora 130 milioni per infermieri e
amministrativi compresi. A
spanne, calcolano i sindacati,
poco più di una trentina di euro
al mese di aumento. Per Costantino Troise, segretario del
principale sindacato degli
ospedalieri, l’Anaao «con quegli stanziamenti in finanziaria
ci sarà di fatto la proroga di un
altro anno del contratto».
Soldi che mancano ma non
solo. A far arrabbiare i medici
sono anche le assunzioni promesse e non mantenute dal governo per fronteggiare i vuoti
FOTOGRAMMA
Stop
Le sigle
sindacali che
hanno
proclamato
per domani
una giornata
di sciopero
minacciano di
replicare
anche a
gennaio
d’organico che rischiano di far
saltare prestazioni e servizi
dopo l’entrata in vigore, il mese
scorso, del nuovo orario di lavoro europeo che dice stop ai
turni massacranti in corsia.
«Manca il 20% degli anestesisti e se prima andavano avanti
con turni di 12 ore, ora stiamo
facendo meno interventi chirurgici, con il risultato che le liste d’attesa si allungano», de-
1 Sono in crescita i
casi di influenza e siamo arrivati dall’inizio
dell’arrivo del virus stagionale a circa 378.000
italiani colpiti, soprattutto bambini. Secondo Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di malattie infettive
dell’Istituto Superiore
di Sanità, il picco quest’anno potrebbe verificarsi in ritardo, comunque dopo le feste:
«Non c’è da fare gran
che per combatterla spiega -, se non attendere che faccia il suo
corso. Meglio il paracetamolo dell’aspirina,
che può dare effetti collaterali»
@unodelosBuendia
Camici bianchi in sciopero
A rischio 30 mila interventi
200
Il picco a gennaio
Crescono i casi
di influenza
nuncia Fabio Cricelli, vice presidente del sindacato di categoria, Aaroi.
E le cose non sembrano destinate a migliorare, visto che
«dalla legge di stabilità sono
sparite le norme contro le cause facili in sanità, che avrebbero dovuto arginare la medicina
difensiva, con risparmi da reinvestire appunto nelle assunzioni», rivela Milillo. Anche se il
governo in serata sembra essersi deciso a presentare
l’emendamento, però con assunzioni a fine 2016.
Intanto negli ospedali chi
aveva programmato un intervento dovrà attendere di essere richiamato, mentre in sala
operatoria andranno comunque in casi urgenti.
Stessa cosa per le visite dallo specialista, che interverrà a
domicilio solo per i casi non differibili.
I medici di famiglia non andranno allo studio domani, ed è
inutile rivolgersi alla guardia
medica, perché sciopera pure
quella. Ma per i casi indifferibili, telefonando allo studio del
medico di famiglia chi non può
attendere sarà visitato a casa.
Per prescrizioni e certificati di
malattia si prega di ripassare.
Incrociano le braccia anche
radiologi e veterinari, per cui
niente lastre e tac, ma anche
meno carne e pesce nei mercati in assenza degli obbligatori
controlli della Asl.
In tutto rischiano di saltare
due milioni di prestazioni sanitarie, tra cui circa 30 mila interventi chirurgici.
Se il governo non batterà un
colpo a gennaio si replica.
LA STAMPA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
Primo Piano .11
.
SANITÀ
il caso
NICOLA PINNA
CAGLIARI
12 e 50
ore
Il limite massimo di ore
consecutive
durante le
quali un
medico può
lavorare,
secondo la
normativa Ue
è di 12 ore e
50 minuti
48
ore
La normativa
prevede
anche un
limite massimo di ore
lavorative
settimanali,
che non può
essere superiore a 48
10.000
euro
I controlli
sono severissimi e per chi
trasgredisce
le sanzioni
vanno
da un minimo
di 100 euro
a un massimo
di 10 mila
euro
Finisce il turno in sala operatoria
E il trapianto di reni non si può fare
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
auro Frongia è il chirurgo che ha curato
la gran parte dei trapianti di rene eseguiti al
Brotzu, il più grande ospedale della Sardegna. Da ieri
mattina è chiuso in sala operatoria. A metà pomeriggio,
dopo l’ultimo espianto, ha
avuto solo una breve pausa:
giusto il tempo di un boccone
e di rispondere a qualche telefonata, ma poco dopo ha
iniziato una nuova operazione. Stamattina avrebbe altro
lavoro da fare ma non è certo
che venga autorizzato. «Da
novembre la Regione ci ha
imposto di applicare rigidamente le direttive comunitarie sugli straordinari e ci siamo subito trovati in difficoltà
– spiega Ugo Storelli – Tra un
turno e l’altro devono passare almeno undici ore e il lavoro non può proseguire oltre
le dodici ore e cinquanta minuti. La settimana scorsa è
successo proprio questo: tra
operazioni e reperibilità non
c’era più personale disponibile per trapiantare gli ultimi
due organi». È stato organizzato un piano di emergenza e
con un volo speciale i reni sono stati trasportati fino a Torino. «Gli organi ovviamente
non sono stati persi, ma se
tutte le volte dobbiamo trasferirli altrove non ha più
senso la gestione regionale
delle liste d’attesa».
La normativa europea che
vieta i turni «no stop», a dire
il vero, esiste già dai primi
anni Duemila, ma in Italia
M
Intervista
ALESSANDRO MONDO
l riposo deve essere
un diritto ma non
può diventare un obbligo: direttiva comunitaria o
meno, per me la priorità è
soltanto la salute del paziente». Il professor Mauro Salizzoni, direttore del Centro
trapianti di fegato dell’ospedale Molinette-Città della
Salute di Torino (pochi mesi
fa ha festeggiato i 25 anni di
attività), non ci pensa due
volte a dire come la pensa.
«I
Insomma: normativa o meno
lei intende andare avanti come prima?
«Io so soltanto che il fegato è
un organo salva-vita, la disponibilità di un donatore è
un’occasione troppo importante per essere sprecata: ci
sono casi in cui non si può
guardare l’orologio».
A Cagliari salta l’operazione per le nuove norme Ue: gli organi sono stati spediti
a Torino. Il chirurgo del Brotzu: “Così le liste regionali non hanno più senso”
Numeri negativi
Interventi in calo
in Piemonte
1 Nell’ultimo anno
il Piemonte ha fatto
registrare un calo nel
numero dei trapianti
d’organo, con una
punta negativa ad
agosto, recuperata
nei mesi successivi. La
media a fine anno è
prevista sui 21,8 trapianti per milione di
popolazione, contro il
26,7 dell’anno precedente, e a fronte di
una media italiana di
20 per milione. «Lanciamo un messaggio
forte di etica della vita», afferma il presidente della Regione
Sergio Chiamparino,
che ha dato alle Asl
l’obiettivo di migliorare la performance.
SILVANO DEL PUPPO/FOTOGRAMMA
multe sono salate e rischiano
di pagarle persino i medici e gli
infermieri che fanno un lavoro
così importante per salvare
tante vite – sottolinea il coordi-
natore dei trapianti del Brotzu
di Cagliari –. Le sanzioni scattano anche a carico dei dirigenti degli ospedali che autorizzano i turni straordinari.
“Il riposo non è un obbligo
Il paziente viene prima di tutto”
mai, si sente alla fine dell’intervento. Mi creda: durante un
trapianto la tensione è tale che
ti senti sveglio anche se non
dormi da tre giorni. Negli Anni
80, quando a Bruxelles collaboravo ai primi trapianti, tra
gli espianti e tutto il resto si
stava fuori anche per 32-36
ore: le assicuro che nessuno si
poneva il problema».
Allarme
Le norme
rischiano di
far saltare i
trapianti
non era mai stata applicata. Da
due mesi è arrivato l’ordine di
essere fiscali. E sono state stabilite anche le sanzioni per chi
sfora con gli straordinari. «Le
Salizzoni (Molinette): “Sono pronto a trasgredire”
Al vertice
Il professor
Mauro
Salizzoni
dirige
il Centro
trapianti
di fegato
dell’ospedale
Molinette-Città della Salute
di Torino,
che pochi
giorni fa
ha festeggiato i 25 anni
di attività
Durante il trapianto la
tensione è tale che ti
senti sveglio anche se
non dormi da tre giorni:
lo stress si avverte solo
alla fine, come i piloti
di Formula Uno
Mauro Salizzoni
direttore centro trapianti
di fegato delle Molinette
REPORTERS
Un esempio?
«La scorsa settimana diversi
dei miei collaboratori erano
impegnati e ho dovuto fare due
trapianti in un giorno: il primo
dalle cinque alle otto del mattino, il secondo la sera. Non è
stata la prima volta, se a mez-
zanotte ci fosse stato da ricominciare l’avrei fatto senza
problemi».
Non pensa che per un chirurgo
la stanchezza possa diventare
un fattore di rischio per il paziente?
«La stanchezza? Quella, sem-
Non esiste il rischio, sulla base
di una lunga esperienza, di procedere in modo automatico,
magari sottovalutando la prontezza di riflessi?
«Ma no. Un conto è la chirurgia ordinaria, gli interventi di
routine, ripetitivi, altra cosa i
trapianti complessi. Mi creda:
bisogna vivere quei momenti
in prima persona per rendersi
conto della situazione, di cosa
si vive».
Cosa si vive?
36
ore
«A Bruxelles
stavamo fuori
anche per
32-36 ore»
«Una tensione e un’attenzione
allo spasimo: sai che l’organo
di quel donatore è un’occasione unica per il paziente che si è
affidato a te».
E lo stress?
«Quello lo avverti soltanto alla
fine, come un pilota di Formula
uno al termine della corsa. Ha
Per questo è necessario che i
trapianti vengano al più presto
classificati come attività di
emergenza e che vengano
esclusi da questa regola. Chi è
che può permettersi di pagare
10 mila euro di multa o di essere processato solo per aver superato il limite delle ore di lavoro all’interno della sala operatoria? Io per questa causa
sarei pronto a presentarmi di
fronte al giudice».
I chirurghi dell’ospedale
Brotzu, ogni anno, restituiscono la speranza di vivere ad almeno 50 persone. Ma ora l’attività rischia di fermarsi bruscamente. «Certo, capita raramente di avere sei donatori nel
giro di pochi giorni, ma questa
dovrebbe essere una fortuna
da sfruttare, visto che le liste
d’attesa per i trapianti purtroppo sono molto lunghe – riflette Ugo Storelli –. Non vorremmo che dopo tanta esperienza ci ritrovassimo ad assistere a nuovi drammatici viaggi della speranza, quelli che i
sardi erano costretti a compiere quando nell’isola non si potevano eseguire i trapianti. Ora
speriamo che le assunzioni di
medici e infermieri annunciate
dal governo si facciano davvero e al più presto. Ma, in fondo,
temiamo di ritrovarci di fronte
a un altro problema: le sanzioni
per aver speso troppi soldi per
rimpolpare gli organici».
mai visto un pilota fermarsi a
metà del circuito? O un alpinista lasciare corde e piccozza a
metà di un’arrampicata, quando si trova ancora in parete?
Andiamo».
Intende dire che bisogna cogliere l’attimo?
«Certo che bisogna coglierlo.
Tanto più che sui trapianti
complessi i chirurghi non si
trovano dietro l’angolo: serve
esperienza, una preparazione
di anni e anni... Non puoi staccare, andartene a dormire e
delegare l’intervento al primo
che trovi».
Resta il fatto che le nuove regole, piaccia o meno, sono vincolanti.
«No, guardi: come premettevo, per me il paziente viene
prima di ogni altra cosa».
E se in ospedale la mettessero
in condizione di rimandare un
trapianto per osservare il turno
di riposo?
«In quel caso andrò avanti lo
stesso e sarà quello che sarà:
piuttosto pago la multa, qualunque sia la cifra, ma non intendo tradire chi ha riposto la
sua fiducia in me e nella mia
squadra».
LA STAMPA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
Cronache .21
.
CROMO NELLE FALDE
Colloquio
Alessandria
“Disastro
colposo”
4 condanne
ANDREA ROSSI
TORINO
L’accusa
Secondo
la sentenza
della Cassazione che lo
condanna,
Poletti non ha
informato
la coppia in
attesa di una
bambina nata
poi con gravi
problemi su
tutti gli esami
da eseguire
La difesa
Il dottor
Poletti racconta però di
aver chiesto
alla futura
madre di
sottoporsi
all’amniocentesi come altri
casi che aveva
in cura in quel
periodo, ma
che la donna
si sarebbe
rifiutata
La prova
Al rifiuto
della donna
di sottoporsi
all’esame,
Poletti sostiene di essersi
accontentato
di un accordo
verbale,
mentre avrebbe dovuto far
firmare una
liberatoria
che lo avrebbe salvato
anno ragione i colleghi
più giovani: sono un
becco». Alle sette di
sera il dottor Maurizio Poletti
risponde al telefono, affranto
ma quasi sarcastico: «Me lo
dicono da una vita: scrivi tutto, fai firmare, non fidarti. Ma
sa, io appartengo alla vecchia
guardia, da quest’anno potrei
andare in pensione, sono legato a un mondo in cui il paziente si fidava del suo medico e viceversa. Invece....».
Invece è la seconda volta
che il dottor Poletti finisce in
tribunale. «La prima causa
l’ho vinta. Anzi, la signora è
stata condannata a pagarmi
30 mila euro». La seconda sta
per perderla, e stavolta sarà
lui a dover risarcire: la Cassazione ha accolto il ricorso di
una coppia cui era nata una
bambina affetta dalla sindrome di Down e da altre malformazioni gravi. Secondo i giudici il dottor Poletti non ha
fatto bene il suo lavoro:
avrebbe dovuto mettere la
paziente al corrente di tutti
gli esami a sua disposizione
per accertare nel modo più
completo possibile le condizioni del feto. Non l’ha fatto e
le ha quindi impedito di esercitare un suo diritto: decidere
a quali accertamenti sottoporsi e, eventualmente, decidere se interrompere la gravidanza. La bambina è nata
con gravissime patologie, che
esami più approfonditi avrebbero intercettato; i genitori
non l’hanno riconosciuta.
Il dottor Poletti li dovrà
probabilmente risarcire: gli
atti tornano alla Corte d’Appello di Brescia - che aveva
dato ragione al medico così
come il Tribunale di Mantova
in primo grado - perché stabilisca l’eventuale indennizzo.
«Si figuri, nemmeno lo sapevo. E così i miei avvocati. Nessuno ci ha notificato il deposito della sentenza. Purtroppo
funziona così».
Ci sono tante cose che funzionano male, secondo il dottor Maurizio Poletti. «La verità è che ho fatto bene il mio
lavoro: alla paziente ho spiegato tutto, compreso che sarebbe stato meglio effettuare
una amniocentesi. È stata lei
a rifiutarsi, ma siccome non le
ho fatto firmare niente non
posso dimostrarlo». La donna
sostiene il contrario. «Si figuri, ci avrei pure guadagnato:
era un esame a pagamento,
H
SILVANA MOSSANO
ALESSANDRIA
GIN ANGRI/BUENAVISTA
Il ginecologo condannato
“Sbagliano, ho agito bene”
Bambina Down, Il dottor Poletti si difende: “Manca una firma
che certifichi come io avessi prescritto l’amniocentesi”
Esperto
Il dottor
Maurizio
Poletti
ha raccontato
di aver fatto
effettuare
nello stesso
periodo
incriminato
esami
completi
ad altre donne incinte
non c’era nessuna ragione per
non farglielo eseguire. Dirò di
più: ho portato in Tribunale le
cartelle di altre pazienti cui,
nello stesso periodo, ho prescritto l’amniocentesi. Avevano le sue stesse percentuali di
rischio».
PALERMO, UNA MAMMA RIMASE UCCISA IN OSPEDALE
Dose di chemio assassina
Cinque dure condanne
e due maxi risarcimenti
RICCARDO ARENA
Lo zero assassino, il numero
che non doveva esserci e invece ci fu, la cifra sbagliata e
sballata che uccise una giovane mamma palermitana. Il
giudice Claudia Rosini usa la
scure contro cinque dei sei
imputati del processo per la
morte di Valeria Lembo, spirata il 29 dicembre 2011 dopo
sofferenze atroci, provocate
da un potente farmaco chemioterapico che le devastò il
corpo: per una serie inspiegabile di errori, nell’unità
operativa di Oncologia medica del Policlinico del capoluo-
L’inquinamento delle falde sotto il polo chimico di Spinetta
Marengo, grosso sobborgo industriale di Alessandria, c’è
stato. E la Corte d’Assise ne ha
riconosciuto responsabili, non
per dolo (come contestato dalla procura), ma per colpa, alcuni dirigenti sia della gestione
Ausimont (gruppo Montedison) sia di quella Solvay Specialty Polymers, subentrata nel
2002. Sono stati condannati a
due anni e sei mesi ciascuno
Luigi Guarracino, già direttore
dello stabilimento a Spinetta
prima per conto di Ausimont
poi di Solvay, Giorgio Canti, responsabile settore ambiente in
entrambe le gestioni, Salvatore
Francesco Boncoraglio, con lo
stesso ruolo in epoca Ausimont, e Giorgio Carimati, con
uguali funzioni per conto di
Solvay. Assolti gli amministratori Carlo Cogliati, Bernard De
Laguiche e Pier Jacques Joris.
Le responsabilità dell’ottavo
imputato, Giulio Tommasi, 73,
go siciliano gliene somministrarono 90 unità anziché 9.
C’era stato un errore incredibile, nell’annotazione, e nessuno se ne accorse. Il processo è
stato una specie di gioco dello
scaricabarile, ogni imputato
accusava l’altro e questo non
ha avuto altro effetto che quello di far aumentare le pene rispetto alle richieste dei pm: le
condanne sono comprese fra 4
e 7 anni, per complessivi 26 anni, contro le richieste dei pm
Francesco Grassi e Emanuele
Ravaglioli, che non superavano i 20 anni. Una sola l’assoluzione, quella dello studente
Gioacchino Mancuso, che si li-
mitò a ricopiare fedelmente la
prescrizione killer, ma non
aveva competenze per capire
l’errore. Per il resto sette anni
vengono inflitti all’oncologa
del Policlinico Laura Di Noto, 6
anni e 6 mesi allo specializzando Alberto Bongiovanni, che
avrebbe materialmente commesso il primo errore, l’annotazione sbagliata. I due avrebbero poi cercato di rimediare
ex post, correggendo la cartella e accusandosi a vicenda: e
per questo, oltre che per omicidio colposo, sono stati condannati anche per falso. Il responsabile dell’unità operativa, Sergio Palmeri, ha avuto 4
anni e 6 mesi, le infermiere
professionali Clotilde Guarnaccia e Elena D’Emma 4 anni
a testa. Risarcimenti record
per le parti civili: un milione al
marito, Tiziano Fiordilino, rimasto solo con un bimbo che
quando la mamma morì aveva
8 mesi, 800 mila euro ai genitori della vittima.
Dice il dottor Poletti che non
ha sottovalutato il caso né che
ha agito per evitare di sottoporre una paziente a un esame
che appariva superfluo. Dice
anche, tuttavia, che ha ragione
il ministero della Salute: in Italia si fanno troppi esami, spesso per eccesso di zelo, per pigrizia o per paura. La Cassazione
sembra invocare un atteggiamento più scrupoloso da parte
dei dottori proprio mentre il
ministro Lorenzin intende sanzionare chi prescrive troppi
esami, soprattutto se inutili o
superflui. «Ha ragione», dice il
dottor Poletti. «Ci sono donne
che si sottopongono agli accertamenti tutti i mesi, quando sia
il ministero sia l’Organizzazione mondiale della sanità raccomandano tre esami durante
una gravidanza fisiologica. E
c’è chi glieli prescrive. Io no,
ma in questo caso ho agito da
bravo medico. Ma hanno ragione i colleghi: i pazienti ci trattano come nemici».
Così su La Stampa
La storia
I giudici
ANDREA ROSSI
l dovere di un medico non
si esaurisce nel valutare lo
stato di salute del suo paziente. Non basta, non è tutto:
un paziente deve sempre essere messo nelle condizioni di
poter decidere le terapie e gli
esami cui sottoporsi. Deve sapere quali sono le opzioni (tutte le opzioni) che ha di fronte a
sé; il dottore non può decidere
al posto suo, tacendogliele.
La Cassazione ha condannato un ginecologo di Mantova a risarcire una donna che
ha partorito una bambina affetta dalla sindrome di Down
e suo marito. Avevano deciso
di abortire se fosse stata affetta da gravi malformazioni.
I dottori lo sapevano. Eppure
il ginecologo non è andato oltre gli esami indispensabili,
come il bi-test, prelievo di
sangue che fornisce un indice
di rischio sulle patologie. Gli
esiti erano positivi, non sembrava necessario approfondire, anche perché la signora
Libuse S., originaria della Repubblica Ceca, all’epoca ventenne, era giovane e in buona
salute. Non le ha consigliato
l’amniocentesi né l’analisi dei
villi coriali (un campione di
tessuto della placenta). Ma,
soprattutto, non l’ha informata su tutte le indagini prenatali utili a rilevare eventuali
malformazioni del feto che i
genitori hanno poi deciso di
non riconoscere.
I
Il sanitario ha l’obbligo
di informare il paziente
circa accertamenti utili
o necessari e i rischi
ed i vantaggi connessi
La sentenza
Il ginecologo
di Mantova
dovrà risarcire
la donna e
suo marito
L’entità sarà
stabilita dalla
Corte d’Appello
a Brescia
La lesione del diritto
alle scelte diagnostiche
ha causato la lesione
di un altro diritto,
l’interruzione volontaria
della gravidanza
Nasce una bimba Down
condannato il ginecologo
La Cassazione: non ha messo i genitori in condizione di decidere gli esami
INSOLITA SFIDA IN DIRETTA
COMMODORE
T H E
-
A R T
SPORT
T O
B E
AND
ELEGANT
U N I Q U E
Dieci anni
Libuse S. e suo marito, Marco
C., hanno fatto causa al medico dieci anni fa (e ora il processo torna in Corte d’Appello
a Brescia, probabilmente per
fissare l’entità dell’indennizzo): persa. Hanno fatto ricorso in appello: perso. Il terzo
grado di giudizio ha invece riconosciuto la loro battaglia e
suona in apparente contraddizione con gli orientamenti
del ministero della Salute, impressi nel decreto sull’«appropriatezza prescrittiva»:
evitare gli esami inutili o ridondanti che si trasformano
in sprechi e gonfiano le liste
d’attesa. Chi non si adegua rischia sanzioni, e su questo
fronte i medici stanno dando
battaglia da mesi.
La Cassazione sembra
muoversi in direzione contraria: il ginecologo mantovano è
stato condannato proprio
perché, non avendo effettuato
esami approfonditi, non ha
diagnosticato la grave malformazione del feto. Non gli viene contestata una colpa medica - non aver intercettato per
tempo i gravi problemi della
bimba - ma una negligenza
più sottile: non ha impostato
un corretto rapporto con la
sua paziente. Che era preoccupata: «Il risultato del bitest suonava come un campanello d’allarme»; «il livello di
rischio era doppio rispetto alla norma»; «mi ha prescritto
l’ecografia morfologica oltre
la ventiquattresima settimana, quando non avrei più potuto interrompere la gravidanza». In questa situazione,
secondo i cinque giudici della
Cassazione, il ginecologo non
aveva l’obbligo di prescrivere
esami approfonditi, dato che
non esisteva un rischio specifico; il suo errore è stato decidere al posto della paziente non parlandogliene nemmeno
- che poteva bastare così, non
servivano altre analisi. Al
sposizione: esami specifici, magari da effettuare in un «centro
di più elevato livello di specializzazione». Ecco perché dovrà
pagare: un medico ha sempre il
dovere di fornire indicazioni
complete anche nel caso in cui
«esami, interventi alternativi o
complementari comportino costi o rischi maggiori, essendo
rimessa al paziente la valutazione dei costi e dei rischi».
Eni-Report
Botta e risposta
tra televisione
e Twitter
La sede centrale dell’Eni
FRANCESCO ZAFFARANO
TORINO
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È domenica sera e, come di
consueto, su Rai 3 va in onda
la puntata di Report. In tv
scorrono le immagini de «La
Trattativa», il servizio che
cerca di ricostruire l’affare
da un miliardo di dollari dell’Eni per l’acquisto della licenza per sondare i fondali
marini del blocco petrolifero
denominato Opl245 in Nigeria. Ma su un altro schermo,
quello dello smartphone, c’è
una contro-trasmissione
che va in onda: per la prima
volta un’azienda (l’Eni, per
l’appunto) risponde in diretta alla redazione di Milena
Gabanelli pubblicando documenti, infografiche e
smentite.
Il flusso di tweet tocca
molte delle questioni sollevate dalla trasmissione, dai
rapporti dell’azienda con realtà non governative ai pagamenti alla Malabu Oil and
Gas Ltd, con rimandi ad approfondimenti sull’attività
svolta dall’Eni in Nigeria.
A intervenire in prima
persona è anche il responsabile della comunicazione
dell’azienda, Marco Bardazzi, che su Twitter sminuisce
quella che a suo avviso è «solo una fiction». A prescindere dal giudizio su azienda e
programma, sicuramente
Nell’edizione di ieri la
notizia della sentenza della
Cassazione che stabiliva
come il medico andasse
condannato per non aver
messo in condizione i genitori di decidere.
1
CITTÀ DI TORINO
in qualità di Centrale di Committenza
in nome e per conto di INFRATRASPORTI.TO
AFC TORINO S.P.A. - ITER
PROCEDURA
APERTA
N.
114/2015
PER ESTRATTO “SERVIZIO DI PULIZIA
ORDINARIA PER UFFICI – ISTITUTO
SOCIO
ASSISTENZIALE
E
IMPIANTI
SPORTIVI DELLA CITTA’ DI TORINO E SEDI
DI INFRATRASPORTI.TO – AFC TORINO
S.P.A. - ITER”. Importo B5ase Presunto I.V.A. esclusa: euro 6.012.144,00 (suddiviso
in n. 6 lotti). Il bando integrale pubblicato sulla
Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del
14 dicembre 2015, trasmesso alla Gazzetta
Ufficiale delle Comunità Europee 11 dicembre
2015 è visibile su Internet al seguente
indirizzo: http://www.comune.torino.it/ appalti/.
Scadenza presentazione offerte: entro le
ore 9,30 del 26 GENNAIO 2016.
Torino, 9 dicembre 2015
IL DIRIGENTE AREA APPALTI ED ECONOMATO
Dott.ssa Monica SCIAJNO
L’impianto sotto accusa
referente ambiente sotto Ausimont, vengono spazzate via
dalla prescrizione. I quattro
condannati devono anche pagare i risarcimenti a enti (tra
25 e 50 mila ciascuno) e cittadini, malati o eredi dei deceduti
per tumore, a 10 mila euro
ognuno, e le spese di costituzione di tutte le parti civili.
La Corte d’Assise ha riqualificato il reato in disastro ambientale colposo che, in questo caso specifico, si è attuato
con l’avvelenamento delle falde sottostanti lo stabilimento.
Al processo è emerso il quadro drammatico di un inquinamento definito storico come sinonimo di incancrenito
nel tempo, partito negli anni
di gestione Montedison (poi
diventata Ausimont) e proseguito con la Solvay subentrata
nel 2002. Il bubbone scoppiò a
maggio 2008 quando si riscontrarono concentrazioni
di cromo esavalente alle stelle. Lo stesso veleno sgamato
nella cittadina californiana di
Hinkley da Erin Brokovich, la
cui storia vera divenne planetaria con la formidabile interpretazione di Julia Roberts.
È che a Spinetta non c’era
soltanto il cromo 6, ma anche
un intruglio di almeno altre
venti sostanze tossiche e nocive. I giudici, ora, hanno riconosciuto che l’avvelenamento c’è
stato, ma colposo: non c’era,
cioè, la volontà cosciente di
compiere questo disastro. La
società Solvay, in una nota diramata in serata, «ritiene comunque ingiustificata tale
condanna colposa e ribadisce
la fiducia nell’operato dei propri manager». Resta il fatto
che il sito è largamente contaminato. Per bonificarlo ci vogliono tanti soldi e tanto tempo. Qualcuno dovrà farsi carico di ripristinare la situazione
precedente l’inquinamento.
1
45
Calcio, Tim Cup in campo alle 19,15
Campione anni ’50
A Marassi 2000 tifosi grigi
Addio «Uidùl»
eroe del balon
Venti pullman in partenza da piazza Perosi alle
16, più carovane di auto e altra gente che raggiungerà Genova in treno. È il giorno della
grande sfide dei grigi al Grifone» in Tim Cup e
ci sarà un vero esodo di tifosi verso la città della Lanterna. Si gioca alle 19,15 e l’Alessandria
proverà a ripetere contro un’altra squadra di
seria A il miracolo riuscito a Palermo.
Di lui gli appassionati dicono
fosse «il più grande colpitore
al volo della storia della pallapugno». Di certo l’acquese
Pietro Allemanni, che se n’è
andato ieri a 85 anni, è stata
una delle stelle più luminose
di questo sport, il «balon».
Servizi A PAGINA 56 E 57
Daniele Prato A PAGINA 59
LA STAMPA Oggi Genoa-Alessandria
REDAZIONE PIAZZA LIBERTÀ 15
ALESSANDRIA 15121
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CUNEO, CORSO GIOLITTI 21 BIS
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FAX 0171 488249
ALESSANDRIA
Che
tempo
fa
Situazione
Si indebolisce
l’alta pressione
ma con scarsi
effetti e nel
complesso il
tempo rimarrà
stabile con
assenza di
precipitazioni e
temperature
miti almeno
fino a Natale.
E PROVINCIA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
ALESSANDRIA, DUE ANNI E MEZZO CIASCUNO IN PRIMO GRADO. ASSOLTI GLI AMMINISTRATORI DELEGATI
ALESSANDRIA
Cromo nelle falde a Spinetta
Condannati quattro dirigenti
L’ospedale
diventa
un istituto
di ricerca?
Processo Ausimont-Solvay, i giudici: “Fu disastro colposo”
Non solo cure, ma anche ricerca scientifica. Da tempo è
quanto avviene all’Azienda
ospedaliera di Alessandria,
ma ora si punta a vedere riconosciuto in modo formale
questo ruolo con il riconoscimento ad alcune sue strutture di eccellenza di Istituto di
ricovero e cura a carattere
scientifico. È emerso in occasione della Giornata
scientifica, svoltasi sotto la
regia dal dottor Antonio Maconi. Nel suo intervento il
giurista Renato Balduzzi, ex
ministro della Salute, ha sottolineato che «Irccs non si
diventa, si è. La sanità piemontese è una sanità di
buon livello che deve subire
la concorrenza di quella lombarda che conta ben 17 Irccs,
contro l’unico piemontese di
Candiolo. L’ospedale di Alessandria, per la sua storia e le
sue peculiarità, può procedere in questa direzione. Ma
a livello di sistema è necessario aver presente che per
competere abbiamo problemi di risorse».
Il direttore generale Giovanna Baraldi ha annunciato
un «piano strategico per la
ricerca», ma si è anche parlato di una struttura ad essa
dedicata, del coordinamento
con le aziende del territorio
in collaborazione con la Camera di commercio per la
creazione di start up innovative e di una più stretta collaborazione con le Università.
Lo scorso anno sono state le
63 le sperimentazioni attivate e 650 le pubblicazioni
scientifiche.
[M. FA.]
SILVANA MOSSANO
ALESSANDRIA
4° 8°
Oggi
Nuvoloso per
nubi basse con
limitate schiarite
nelle ore centrali
della giornata.
Temperature
stazionarie.
3° 10°
Domani
Nuvoloso tra la
notte e il mattino, schiarite nel
pomeriggio e
tendenza a
formazione di
nebbie sulle
pianure in
serata.
4° 8°
Giovedì
Nebbie fitte
sulle pianure, in
parziale diradamento nelle ore
più calde della
giornata. Soleggiato sui rilievi
con temperature
miti.
23
«La sentenza dopo le 16» aveva
detto ieri mattina la presidente
della Corte d’Assise Sandra Casacci prima di entrare in camera di consiglio, con il collega togato Gianluigi Zulian e i sei giudici popolari. Alle 17,15 i giudici
sono rientrati, alla 17,20 la presidente Casacci ha sentenziato
«in nome del popolo italiano».
Alle 17,30 era finito tutto. Per capire bene il significato della sentenza, che condanna 4 dirigenti
sia di Ausimont che di Solvay,
per uno applica la prescrizione,
e assolve tre amministratori delegati, bisogna attendere il deposito delle motivazioni.
Ognuno prova a dare una interpretazione a caldo, pur cauta, perché solo tra 90 giorni si
avranno argomenti per entrare
nel profondo del verdetto. Che,
per ora, di certo dice queste cose. Sì, c’è stato avvelenamento
delle falde, ma la Corte lo configura come disastro colposo e
non doloso, cioè non volontario
e cosciente.
Sì, sono colpevoli i dirigenti,
sia di Ausimont che di Solvay,
condannati a 2 anni e 6 mesi ciascuno (Luigi Guarracino, già direttore di stabilimento, e i responsabili del settore ambiente
Giorgio Canti, Salvatore Francesco Boncoraglio e Giorgio Carimati), no, non sono colpevoli
gli amministratori (assolti Carlo Cogliati, Bernard De Laguiche e Pier Jacques Joris «per
non aver commesso il fatto»).
ALBINO NERI
Per Giulio Tommasi, referente
ambiente sotto Ausimont, scatta
la prescrizione.
Tutti assolti dall’omessa bonifica per quanto riguarda le discariche nel sito.
I quattro condannati (e Guarracino, Carimati e Canti in solido
con il responsabile civile Solvay)
devono risarcire le parti civili: il
ministro dell’Ambiente, il Comune (50 mila euro), Medicina democratica, Legambiente, Wwf
Italia, Cgil Alessandria a 25 mila
ciascuno, I due fiumi Erica-Pro
Natura a 10 mila, più i cittadini a
10 mila euro ognuno. E devono
pagare le spese di costituzione di
tutte le parti civili.
I commenti
Solvay rileva che «la Corte d’Assise ha accolto la propria tesi difensiva» ovvero «la totale insussistenza dell’avvelenamento doloso delle acque e dell’omessa bonifica». Ritenendo comunque
«ingiustificata» anche la condanna colposa dei dirigenti, «ribadisce la fiducia nell’operato dei
propri manager che assisterà in
appello per vedere riconosciuta
la loro completa estraneità e la
correttezza della gestione del sito». Chiosa il direttore di Confindustria Fabrizio Riva: la sentenza «ha tenuto in considerazione
che Solvay opera con responsabilità e sforzi per assicurare la
La lettura
del verdetto
La presidente
Sandra Casacci, affiancata
dal giudice
Gianluigi
Zulian e da
due dei sei
giudici popolari, alle 17,20
ha pronunciato la sentenza
sostenibilità ambientale delle
sue produzioni».
Le parti civili, pur con la prudenza che precede il deposito delle motivazioni del verdetto, esprimono soddisfazione perché il riconoscimento dell’avvelenamento,
pur colposo e non doloso, c’è stato
eccome. Accanto al commento di
Lino Balza, di Medicina Democratica Alessandria, che definisce la
sentenza «preoccupante e deludente», fa una valutazione meno
negativa Laura Mara, legale della
stessa associazione: «C’è soddisfazione perché il verdetto dimostra che l’impianto dell’accusa non
era infondato» e «il pm Ghio - ribadiscono Giuseppe Lanzavecchia e
Vittorio Spallasso, che tutelano
decine di cittadini - ne ha tenuto la
linea in modo rigoroso per tutto il
processo». Nonostante, va detto, i
pesantissimi attacchi personali e
le violente accuse arrivate dalla difesa. Nelle ultime 4 righe, la Corte
«dispone la trasmissione alla procura di Milano» delle trascrizioni
di alcuni interventi dell’avvocato
Luca Santamaria, difensore Solvay, e di un paio di sue memorie.
Due, ora, le interpretazioni: chi sostiene che si chieda alla procura
lombarda di verificare se le accuse
mosse a Ghio da Santamaria non
fossero calunniose tanto da perseguire penalmente l’avvocato; chi lo stesso Santamaria, in particolare - afferma che quella procura, invece, dovrà verificare se le accuse
da lui mosse al pm non contengano delle verità da sanzionare. Che
cosa intenda la Corte tra 90 giorni
lo si potrà capire.
12
48 .Alessandria città
STAMPA
.LA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
Le prime reazioni
Tra le famiglie e i malati di Spinetta
«Sconcertati, oggi c’è delusione»
Retroscena
SILVANA MOSSANO
ALESSANDRIA
1 Disorientati, fino a quando non hanno avuto spie-
Q
L’ultimo
atto
1 La Corte
d’Assise legge la
sentenza che
riqualifica il
reato di avvelenamento doloso
in disastro colposo: 4 dirigenti
condannati, 3
amministratori
assolti
uel che accadde, a maggio 2008, nel sobborgo
industriale alessandrino di Spinetta, fu definito, nell’immediatezza, con tre parole: «emergenza cromo esavalente». E altrettanto immediato fu il collegamento con il noto
film che racconta la storia vera
di Erin Brockovich interpretata sul grande
schermo da una
Julia Roberts da
Oscar. Il sobborgo
di Spinetta fu paragonato alla cittadina californiana di
Hinkley. Là, in
America, la vicenda si chiuse con un
accordo stragiudiziale per risarcimenti milionari alle persone
che si erano ammalate di tumore bevendo l’acqua contaminata. Qui, ad Alessandria,
l’emergenza cromo 6 è approdata a un’aula giudiziaria con
un capo d’accusa, nei confronti
di otto manager di alto rango,
che ci è voluta addirittura la
Corte d’Assise per giudicarli.
Le contestazioni: avvelenamento doloso delle falde acquifere sottostanti il
polo chimico e
mancata bonifica.
L’inchiesta
1 Il folto
stuolo dei difensori degli otto
imputati ieri,
alle 17,20, durante la lettura
della sentenza.
In fondo, il
pubblico e le
parti civili
Gli inquirenti, coordinati dal pubblico ministero Riccardo Ghio, lavorarono quattro anni
per cercare di raccapezzarsi tra consulenze, dati veri e dati fasulli,
dati interi e dati a metà, informazioni puntuali e informazioni ritardate o celate. Arpa e carabinieri del Noe furono il
braccio operativo dell’inchiesta coordinata dal pubblico
ministero Riccardo Ghio che
chiese, infine, il rinvio a giudizio. Il gup Stefano Moltrasio, a
gennaio 2012, mandò a processo in Corte d’Assise: di: Carlo
Cogliati, 76 anni, presidente e
amministratore prima Ausimont, poi Solvay; Bernard De
Laguiche, 55, azionista di maggioranza Solvay; Pierre Jacques Joris, 56, amministratore
delegato Solvay, dopo Cogliati;
Giorgio Carimati, 61, responsabile centro ambiente responsabile centro ambiente di
Atti
a Milano
La Corte ha
disposto che
vengano
inviati alla
procura lombarda per
valutare il
contenuto di
affermazioni
dell’avvocato
Santamaria
gazioni sul significato della sentenza (non era certo facile per i non addetti ai lavori) e poi rattristati. «Una grossa
delusione» l’ha definita Giuseppe Privitera: 30 anni al lavoro nel polo chimico, ha un cancro alla vescica, si è costituito parte civile ma il suo nome non risultata fra
quelli cui è stato riconosciuto un risarcimento danni
(«verificheremo meglio» dice il suo legale Mario Volante). «Siamo d’accordo con lui» commentano Maria Grazia Cittadini, malata di tumore al seno, il marito morto
di cancro, ma entrambi mai hanno messo piede in quella azienda, Giovanna Pesce, il cui marito Alessandro Gevesi, lì occupato per 34 anni e morto per un linfoma, Lucia Ippoliti, che ha perso il marito Angelo Agnello ucciso
da un tumore pleurico. Pure lui al polo chimico ha lavorato 34 anni. E non è certo soddisfatto Marcello Rizza, in
pensione dopo 33 anni fra Montedison, Ausimont e Solvay, che, afferma, ha grossi problemi di salute. «Ancora
oggi non so cosa ha provocato la malattia di mio marito» dice Giovanna Pesce. «L’ho perso, ma a cosa devo
attribuire il decesso?» dice Maria Grazia Cittadini. Tutti
hanno seguito pazientemente le oltre 50 udienze del
processo e in più le preliminari. «Davanti al gup Angelo
c’era ancora, è morto poco prima che iniziasse la Corte
d’Assise» svela Lucia Ippoliti. Escono mogi dal tribunale
mentre altri, fra il pubblico, si dicono «sconcertati» dell’esito del dibattimento, altri ancora fanno presente che
quattro «grossi capi sono stati, comunque, condannati
[E. C.]
e molti sono i risarcimenti che devono versare».
La sentenza attesa dal 2008
in un’aula piena di tensioni
L’epilogo dopo quattro anni di indagini e altri tre di processo
Solvay; Salvatore Francesco
Boncoraglio, 71, responsabile
centrale ambiente di Ausimont; Giorgio Canti, 63, analoga funzione prima Ausimont e
poi Solvay; Luigi Guarracino,
58, direttore di stabilimento a
Spinetta in epoca Solvay; Giulio Tomasi, 73, responsabile
ambiente Ausimont.
Il processo in Assise
Davanti alla Corte, presieduta
da Sandra Casacci, affiancata
dal collega togato Gianluigi
Zulian e da sei giudici popolari, il 17 ottobre 2012 è iniziato il
maxiprocesso che ha evocato
un pezzo di storia industriale e
sociale alessandrina, concentrato nel popoloso sobborgo di
Spinetta che, per molta parte
della popolazione, direttamen-
te o di riflesso, si è identificato
con l’azienda chimica. Che si
sia chiamata, nel corso della
storia passata e presente,
Montedison, o Edison, o Ausimont, o Solvay. Il processo si è
sviluppato in cinquantadue
udienze, distribuite in tre anni.
Sono state ascoltate decine di
testimoni, soprattutto persone che si sono ammalate o famigliari di chi è morto. La causa: tumore. Colpa del cromo 6?
Quella definizione «emergenza cromo esavalente» fu una
semplificazione, ma, fin dall’inizio, il pm Ghio, e così gli inquirenti che con lui collaborarono – in particolare Alberto
Maffiotti, direttore dell’Arpa, e
Francesco Ammirata, investigatore del Noe -, oltre ai consulenti, ribadirono ripetutamen-
te che la mistura trovata nelle
falde era un cocktail di oltre
una ventina di sostanze tossiche e nocive.
La pubblica accusa
Il pm, al termine della requisitoria, chiese, complessivamente, 127 anni e sette mesi di
reclusione, così diversificati:
18 anni per gli amministratori
Carlo Cogliati, De Laguiche e
Joris; 16 anni e 9 mesi per Carimati; 15 anni e 6 mesi per
Boncoraglio, Canti e Guarracino; 10 anni a Tomasi. Il pubblico ministero ha sostenuto
l’atteggiamento doloso degli
imputati che, a suo parere, per
anni, “agli enti hanno raccontato storie ad arte, celando e
mistificando i dati”; da questo
comportamento, secondo la
tesi d’accusa, è derivato un pericolo per la popolazione, in
termini di «potenziale effetto
nocivo per la salute» dal momento che la falda sottostante
lo stabilimento è stata «avvelenata» (partendo dalla definizione letterale di «dare veleno, rendere velenoso») con intrugli tossici che, anziché essere debitamente trattenuti in
un corretto ciclo di lavorazione, fuoriuscivano da un impianto-colabrodo. L’avvelenamento ha interessato e compromesso una falda acquifera
presente, tra l’altro, in un bacino idrico tra i più ricchi del
Piemonte, come la stessa Regione l’ha individuato e classificato; pertanto il rischio che
quell’acqua sia attingibile e
«potenzialmente utilizzabile
12
LA STAMPA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
Alessandria città .49
.
I VELENI DI SPINETTA MARENGO
CASI DI TUMORE
Sarà oggi
il verdetto
per 5 dirigenti
della Michelin
Il polo chimico nel sobborgo
Il verdetto per l’avvelenamento nell’area del polo chimico
(sopra) è stato letto in un’aula gremita. A fianco, pm e difensori
degli imputati (a sinistra) e delle parti civili. Unico imputato
presente, Giulio Tomasi: per lui applicata la prescrizione
per il consumo umano» non si
è circoscritta nel tempo passato e presente, ma si estende
anche nel futuro.
Le parti civili
Si sono costituiti i singoli cittadini, oltre che enti e associazioni. Il ministero dell’Ambiente ha chiesto una provvisionale di 100 milioni di euro
«non per un danno ripristinabile, perché il terreno contaminato qui non sarà mai bonificabile. Il risarcimento preteso dallo Stato è, invece, a compensazione di un valore (una
vasta area di terreno) che è
danneggiato per sempre»; la
Provincia di 100 mila euro per
danni all’immagine; il Comune di Alessandria di 160 mila
euro (20 mila per ogni impu-
tato) anche in questo caso per
danni all’immagine, oltre che
«patrimoniale per lo sviamento delle funzioni amministrative» (il personale dovette essere dirottato, nella fase di
emergenza, tra maggio 2008 e
novembre 2009, in 24 riunioni
straordinarie, 8 tavoli sanitari, 7 tavoli tecnici). Tra le associazioni, Medicina Democratica, che ha avuto grande
peso nella spinta alle indagini,
ha chiesto 100 mila euro di
provvisionale. Stessa richiesta per il Wwf e per Legambiente. La Cgil non ha esposto
una precisa quantificazione,
rimettendosi alla valutazione
della Corte. Per i cittadini,
malati o eredi di persone decedute, sono stati chiesti 10
mila euro ciascuno, ribaden-
do anche, per chi abita a Spinetta, il «danno da esposizione» e il «patema d’animo»,
cioè la paura di ammalarsi, vivendo in un luogo dove i manifesti funebri «raccontano»,
con una frequenza più elevata
che altrove, storie di tumore
di cui si sostiene il nesso causale con le sostanze tossiche
del polo chimico.
La difesa
La linea difensiva si è articolata, principalmente, in tre filoni, interpretati da ciascuno
con toni e modi diversi. Il primo, più generale: «Non è vero
niente», ossia l’acqua destinata al consumo umano non è
mai risultata non potabile,
qualche legale si è spinto a dire
che «è sempre stata buona»;
non potendo negare la presenza delle sostanze rilevate nei
pozzi esaminati, si è comunque
insistito sul fatto che l’acqua
contaminata e tossica (anche
migliaia di volte sopra i limiti;
un esempio a caso: il cloroformio 77mila volte superiore)
non è mai arrivata ai rubinetti.
Anzi sono stati ribaltati i dati
accusatori sostenendo, a più
riprese, che le acque destinate
all’alimentazione hanno sempre rispettato i dati di potabilità. Secondo filone: il palleggio
di responsabilità. Solvay, fin
dall’inizio, ha attaccato Montedison (poi Edison, poi Ausimont) cercando di riproporre,
ad Alessandria, lo stesso copione di Bussi (dove c’è un impianto analogo e dove, al processo che si è celebrato sem-
pre per inquinamento ambientale, Montedison era sul banco
d’accusa, Solvay era parte civile). In particolare, la tesi puntualmente rinnovata è stata la
seguente: quando Solvay, nel
2002, acquisì il polo chimico fu
ingannata da Ausimont che
mostrò un piano di caratterizzazione (cioè la fotografia dello
stato del sito) non veritiero,
nascondendo una situazione
gravissima e radicata da decenni di cui era unica responsabile. Insomma, un dato storico che tutti sapevano. Tutti
meno l’ingenua Solvay ignara
come «Cappuccetto Rosso ingannata dal lupo cattivo» chiosò la difesa Montedison. Il terzo e amato filone della linea difensiva: gli inquirenti sono
pazzi, visionari, bugiardi. Gli
attacchi più violenti sono stati
riservati al pm Ghio, senza però risparmiare i suoi collaboratori, fino a insinuare un complotto – addirittura a ipotizzare una «cricca affaristico-politica» che ha taciuto la verità contro Solvay. Unica la conclusione, se pur raggiunta attraverso vie e stili diversi: assoluzione di tutti gli imputati.
La sentenza
L’udienza per il pronunciamento del verdetto era stata
fissata al 30 novembre, data
che coincise con l’inizio di uno
sciopero nazionale degli avvocati. È, quindi, slittata a ieri, 14
dicembre. La Corte d’Assise è
entrata alle 10,30 in camera di
consiglio e ne è uscita alle
17,20. La lettura della sentenza
ha impegnato dieci minuti, in
un’aula gremitissima e carica
di tensione.
Il giudice Milena Catalano, alla prima udienza del processo
Michelin, in cui 5 ex dirigenti
rispondono di lesioni e omicidi colposi per la malattia e la
morte di ex operai (nel capo
d’imputazione sono indicati 12
morti e 20 malati) che si sono
ammalati di tumore, aveva
preannunciato che la sentenza non ci sarebbe stata prima
di due anni. Ne sono trascorsi
due e mezzo e oggi, salvo imprevisti, è atteso il verdetto.
Gli imputati sono: Gian
Carlo Borella, 87 anni, di origine casalese e abitante a Torino, Giovanni Alberti, 87, di
Torino, Emilio Toso, 78, di
Alessandria, Bartolomeo Berello 70, di Alessandria, e Jean
Michel Belleux, 62, nato a Parigi e abitante a Torino.
Il pm Marcella Bosco ha sostenuto che non hanno adottato tutte le misure di prevenzione e protezione per impedire che i lavoratori si ammalassero di tumore al polmone
o alla vescica. E al termine
della requisitoria, conclusa il
20 luglio, ha chiesto che vengano condannati Borella e Alberti a 5 anni, Toso a 4 anni,
Berello a 3 anni, mentre ha
proposto l’assoluzione piena
per Belleux che assunse un
ruolo dirigenziale quando i casi di malattia e morte, oggetto
del processo, si erano ormai
verificati. Le parti civili hanno
rimarcato la responsabilità
dei dirigenti sotto accusa.
I difensori Giovannandrea
Anfora, Luigi Stella, Alberto
Vercelli e Fulvio Simoni hanno chiesto, invece, l’assoluzione sostenendo la mancanza di
nesso di causalità tra l’attività
professionale nella fabbrica di
Spinetta e l’insorgenza di tumori. Caso mai sono da far risalire al fumo di sigaretta, secondo la linea difensiva.
Amianto all’Italsider
Anche il processo per l’amianto all’Italsider di Novi (tre lavoratori che si sono ammalati,
di cui uno già morto per mesotelioma) entra nella fase finale. Oggi sono attese la requisitoria del pm e le arringhe dei
legali delle parti civili; venerdì
[S. M.]
tocca ai difensori.
12
50 .Alessandria città
STAMPA
.LA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
In breve
L’ENNESIMO CASO DI CONTROLLI MANCATI NELLA FORTEZZA
Sgomberate le bancarelle
di street food in Cittadella
Nessun permesso. Ma l’organizzatore: “Revocato solo all’ultimo”
organizzatori hanno qualcosa
da dire: «L’autorizzazione per
la manifestazione sullo street
food ci è stata revocata all’ultimo momento - precisa Claudio
Rossi, presidente di Italy
Events -, quando la pubblicità
a vari livelli era già partita da
settimane. La presenza di alcuni banchi alimentari, in misura
molto ridotta rispetto a ciò che
era stato organizzato, è stata
pensata per offrire un servizio
ristoro a standisti e visitatori,
dal momento che la Cittadella
non offre tale possibilità. Non
comprendiamo queste prese di
posizioni da parte delle associazioni commercianti».
VALENTINA FREZZATO
ALESSANDRIA
Autorizzazioni e Cittadella
sono due parole che troppo
spesso fanno a pugni, se inserite nella stessa frase. Alla fine, i banchetti di street food
presenti nella piazza della
fortezza da sabato mattina
non avevano il permesso di
stare lì. Lo dice il Comune di
Alessandria, che domenica li
ha fatti sgomberare mandando i vigili urbani a occuparsi
dell’allontanamento.
Le ragioni dell’assessore
«Comprendiamo la delusione
dei sei operatori allontanati,
alcuni giunti anche da grande distanza - ha detto poi nel
pomeriggio l’assessore al
Commercio, Marica Barrera
-, tuttavia avevamo ribadito
più volte agli organizzatori di
“Casa dolce casa”, ai quali
l’amministrazione aveva anche concesso il patrocinio,
che non sarebbero stati autorizzati in nessun modo stand
di somministrazione di cibo.
Ci è molto spiaciuto dover allontanare gli espositori, ma
non era proprio possibile
permettere che continuasse-
Il fronte commercianti
ALBINO NERI
Una delle bancarelle presenti sabato in Cittadella
ro l’attività privi di qualsiasi
autorizzazione e controllo. Autorizzazioni e controlli che
vengono richiesti a tutela dei
visitatori e degli stessi espositori. Magari con un po’ più di
attenzione da parte degli organizzatori si sarebbero evitate
contromisure che non fanno
piacere a nessuno».
Autorizzazione revocata
Responsabilità, quindi, di chi
quei banchetti li ha voluti far
arrivare comunque in città, nonostante i divieti. Ma pure gli
Ascom e Confesercenti avevano protestato contro la presenza di questi banchetti in Cittadella durante un fine settimana legato allo shopping natalizio, al grido di «non ha senso
investire in centro se poi si organizzano altri eventi alle porte della città». A quel punto il
Comune aveva vietato lo street
food e dato l’ok per la fiera sull’arredamento, ma qualcosa
nella «filiera» della comunicazione non ha funzionato.
Sanità
Annunciati 34 esuberi
all Clinica Salus
1 Il
gruppo Policlinico di
Monza ha dichiarato l’esubero di 34 unità (su 180 dipendenti) del personale del settore pulizie alla clinica Salus.
La Fp Cgil annuncia la proclamazione dello stato di agitazione e mobilitazioni a sostegno della vertenza: un
presidio si terrà giovedì in
occasione dell’incontro fra
direzione e sindacato. [F. N.]
Dopo il caos multe
Stop alle sanzioni
per gli avvisi dei saldi
1 Nuovo
incontro tra il
sindaco e i responsabili di Ica
(la srl che si occupa dei tributi minori) sulle cartelle con
multe ad alcuni commercianti. È stato confermato l’annullamento della sanzione ai
cento che avevano già ricevuto la raccomandata ed è stato
confermato lo stop all’invio
delle altre 200. Rinviato al 29
gennaio il termine per la regolarizzazione di tutte le posizioni, non verrà applicata la
sanzione di omessa denuncia.
[V. F.]
Pm10 oltre i limiti
Le polveri risalgono
Allerta per lo smog
1 Tornano
a salire le polveri sottili. Venerdì il livello
era di 47 (il limite è 50), salito
a 70 sabato e ieri le Pm10 erano già alte. I Comuni sovrebbero cominciare ad attuare
limitazioni del traffico. [M. PU.]
COMPIE UN SECOLO
Rina, 100 anni
da “arzdora”
alessandrina
I romagnoli le chiamavano
«arzdore», cioè «reggitrici»:
in campagna erano le donne
che «reggevano» la casa e, per
estensione, l’azienda; impegnate anche nei lavori più duri, alla pari degli uomini.
Guerrina Robotti, per tutti solo Rina, lo è stata per quasi
tutti i suoi 100 anni di vita che
compie oggi. Il padre Giovan
Battista una dopo l’altra ebbe
due mogli
morte nel giro di pochi
anni, lei si
trovò a 15 anni capo della
casa, con tre
sorelle – Irma, Savina e
Vanda – da Guerrina «Rina»
«tirare su». Robotti in Piatti
Andò a nozze con, Terzo Piatti, contadino
poi impiegato al Consorzio
agrario, di 13 anni più anziano.
Una lunghissima vita assieme
– lui è morto a 99 anni – e Rina
sempre a reggere la casa, con
frugalità e sacrifici per costruire un futuro all’unica figlia, Natalina. Ci sono riusciti
fin oltre le attese e la casetta
acquistata al rione Orti s’è ingrandita, grazie anche all’apporto del genero Osvaldo, imprenditore di successo. Lì oggi Rina sarà festeggiata senza
clamori: da vera arzdora non
ha mai tollerato sprechi. [R. AL.]
Porte Sante
aperte a tutti
Mai così
gremito
Il Duomo
di Alessandria
affollato
dai fedeli
La cerimonia
è stata
presieduta
dal vescovo
Guido Gallese
A Casale (in
basso) ha
aperto la
Porta Alceste
Catella
Migliaia di fedeli alle cerimonie
per il Giubileo della Misericordia
nelle cattedrali di Alessandria
Casale Tortona e Acqui Terme
Domenica invece toccherà a Crea
Processione
e ingresso
Ad Acqui
(nelle foto
sopra e a
sinistra)
celebrazione
guidata
dal vescovo
Pier Giorgio
Micchiardi
A Tortona
(sotto)
dal vescovo
padre Vittorio
Viola
12
LA STAMPA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
.
Novi e Tortona .51
In breve
OPERAZIONE DELLA GUARDIA DI FINANZA DI NOVI
Griffe e addobbi taroccati
Sequestrati 114 mila pezzi
Nei guai due bazar gestiti da cinesi, sotto inchiesta anche i produttori
I controlli
GINO FORTUNATO
NOVI LIGURE
Giro di vite della Guardia di
Finanza, sui prodotti con
marchio contraffatto o pericolosi, non rispondenti ai requisiti di sicurezza. Le operazioni hanno avuto una risonanza nazionale, ma tutto è
partito dalla Compagnia di
Novi Ligure, diretta dal capitano Carla D’Angelo, che proprio in città ha eseguito una
serie di controlli cominciati
nel market di via Garibaldi.
Qui i finanzieri hanno sequestrato oltre 93 mila accessori
di abbigliamento (orecchini,
medaglioni, braccialetti, e altro) e anche T–shirt contraffatte con il marchio Jack Daniel’s.
Il titolare, un cinese, è stato
così segnalato alla Camera di
commercio e alla procura per
violazioni per introduzione in
Italia di prodotti con marchi
falsi o non regolari. «Questo
episodio penalizza noi venditori che acquistiamo i prodotti da ditte che riteniamo serie,
con regolare fattura – si giustifica “Gianni”, il titolare del
market “Happy shopping” –
ma siamo impossibilitati a
controllare la veridicità delle
etichette. Al massimo verifichiamo che i prodotti non contengano sostanze nocive come il nichel e ci atteniamo all’etichetta applicata. Sarebbe
quindi giusto che le indagini si
spostassero sui fornitori».
I finanzieri hanno «visitato» altri market nel Novese.
Uno, sempre gestito da cinesi,
vendeva prodotti analogamente non leciti, circa 11 mila,
fra addobbi natalizi e luci colorate. Poi è stata identificata
l’azienda fornitrice in tutta
Italia di molti dei prodotti sequestrati. Sono così stati interessati gli altri comandi sul
territorio nazionale, a cominciare da Roma. Solo il valore
complessivo dei sequestri novesi, è quantificato in circa
150 mila euro.
Due
finanzieri
della
compagnia
di Novi
mentre
eseguono
alcuni
accertamenti
in uno
dei market
gestiti
da cinesi
in città e nel
Novese
Vicino all’ufficio postale
Trova un borsellino con 2 mila euro e lo riconsegna
1 Trova e riconsegna il borsellino di una
pensionata che aveva appena fatto un prelievo all’Ufficio postale e lo aveva dimenticato su un tavolino. L’episodio è avvenuto
ieri mattina alle Poste centrali di Novi in
piazza De Negri. Protagonista Mario Ceniviva, di Novi, titolare di un’impresa di decorazioni. «Dentro gli uffici – racconta Ceniviva –
accanto a me c’era un’anziana. Ho notato
che aveva estratto dalla borsetta diversi oggetti appoggiandoli su un tavolino, credo
per cercare qualcosa. Quando se n’è andata, mi sono accorto che aveva lasciato un
borsellino pieno di denaro. Non poteva che
essere suo. Allora, senza esitare, l’ho raccolto e sono uscito sperando di trovarla ancora. Fortunatamente l’ho intravista verso la
piazza del collegio. Di corsa l’ho raggiunta
mostrandole il borsellino che ha subito riconosciuto. Ho naturalmente verificato i documenti, giusto per avere la garanzia che
fosse suo e gliel’ho riconsegnato». La pen-
CI SONO ANCHE I MEMBRI DEI CONSIGLI DIRETTIVI
Eletti i presidenti dei parchi
Po e Capanne di Marcarolo
Novi Ligure
Scontro fra due auto
Una bimba in ospedale
Scontro frontale ieri
pomeriggio a Novi in via Romita, in prossimità del quartiere G3, fra due auto con alla guida da due donne, entrambe novesi, ferite. e ricoverate all’ospedale di Novi,
fortunatamente non in gravi
condizioni. Nello scontro è
rimasta leggermente contusa anche una bimba disabile
la quale, precauzionalmente, è stata trasportata all’ospedale infantile di Ales[G. FO.]
sandria.
1
Serravalle
Ruba l’energia elettrica
alla vicina di casa
Una nigeriana di 38 anni, E. C. è stata denunciata
ieri mattina dalla polizia municipale di Serravalle per
furto aggravato di energia
elettrica. L’Enel le aveva
staccato la corrente per morosità già da diversi mesi.
Così la donna si era allacciata abusivamente, costruendo un collegamento al contatore del vicino di casa. Questi, negli ultimi tempi, si era
insospettito sia perché la luce si interrompeva frequentemente, sia perché le sue
bollette erano diventate inspiegabilmente più salate. Il
vicino ha così verificato l’allaccio, constatando che il cavallotto del contatore era
stato manipolato. È intervenuta la polizia municipale
che in breve ha individuato
l’autrice del furto, facendo
rimuovere l’allaccio abusivo,
consentendo al titolare del
regolare contratto di poter
pagare solo quanto aveva
consumato.
[G. FO.]
1
Imprenditore in crisi
tenta suicidio: salvato
1 I guai che hanno travol-
sionata, esterrefatta, non si era ancora accorta di averlo perso. «Ho capito dal volume
del borsellino che era pieno di soldi – prosegue Ceniviva –. Mi ha detto che c’erano circa
2 mila euro, ma non ho avuto esitazioni a
riconsegnarlo. Lei mi ha ringraziato quasi in
lacrime».
[G. FO.]
OGGI UN PRESIDIO CONTRO I TAGLI
Tortona lotta per l’ospedale
Volantinaggio dei sindacati
Spinetta Marengo
Si finge un tecnico Enel
per truffare gli anziani
1 Smascherato e denuncia-
to, dai carabinieri, un astigiano di 32 anni che si spacciava
come dipendente dell’Enel
per truffare le sue vittime. In
un caso ha detto a un’anziana
di 74 anni di dover leggere il
contatore dell’acqua per vedere se c’erano tracce di cromo. Quindi ha raccontato alla
donna che i suoi ori e gioielli
interferivano con la lettura
per via della presenza di metalli e le ha chiesto di metterli
in frigo. L’anziana si è accorta
che erano spariti soltanto
quando il truffatore se n’è andato. In un altra occasione ha
spaventato una signora di 75
anni facendole credere che i
suoi ori causavano corto circuito. Glieli ha fatti togliere e
poi se li è portati via. È stato
riconosciuto dalle fotografie
delle persone schedate. [M.M.]
Voltaggio
Lavori in due torrenti
servono 20 mila euro
Servono 20 mila euro per
eseguire una serie di lavori di
manutenzione idraulica del
torrenti Morsone e Carbonasca, a Voltaggio. La giunta comunale ha approvato nell’ultima seduta il progetto definitivo. I fondi derivano dallo stanziamento del governo per i
danni causati dall'alluvione
del 2014.
[G. C.]
1
Pozzolo
Quattordio
Mario Ceniviva
marmitta, ha avvisato i carabinieri in transito proprio in
quel momento. Sono stati poi
loro a rintracciare l’imprenditore e salvarlo prima che l’auto si saturasse di gas. È stato
affidato ai famigliari.
[M.M.]
to la sua azienda sarebbero
il detonatore che ha mandato in tilt un imprenditore di
Quattordio alle soglie dei 60
anni. L’uomo l’altra mattina
ha raggiunto il piazzale vicino al cimitero del paese e ha
provato a togliersi la vita con
il gas di scarico dell’auto. Ma
prima di raggiungere il luogo era stato notato da un suo
compaesano che, insospettito dal tubo collegato alla
I «no Terzo valico» riuniti
in assemblea giovedì
È in programma un’assemblea pubblica per discutere sul Terzo valico giovedì, alle 21, nelle cantine del castello
di Pozzolo Formigaro. I comitati che sono contrari all'opera faranno il punto della situazione sulle cave e la questione,
già ampiamente dibattuta,
dell’amianto. Interverranno
come relatori della serata, il
dottor Giancarlo Faragli, medico dell'Asl; il geologo Davide
Fossati e l'ingegner Francesco De Milato.
[G. C.]
1
TRIBUNALE DI ALESSANDRIA
EX TRIBUNALE DI ACQUI TERME
ACQUI TERME
ESEC. IMM. 81/2010 RGE
Lotto 1: Box auto, F. 41 NM 98, Sub. 7, Cat. C/6, Cl. 4, Cons. 14 mq, Rendita
48,40, Fraz. Lussito Borgo Superiore 1, Acqui Terme. Prezzo base: 4.000
Dal primo gennaio saranno in
carica i nuovi presidenti dei
parchi regionali della provincia. Sabato, l’assessore regionale Alberto Valmaggia ha
partecipato alle sedute della
Comunità delle aree protette
sia del Parco del Po e dell’Orba sia del Parco Capanne di
Marcarolo. I sindaci e i rappresentanti degli altri enti
hanno condiviso l’indicazione della Regione, che ha selezionato le candidature pervenute nei mesi scorsi, anche
per i componenti dei consigli
direttivi.
Per il Parco Capanne, unanimità per Dino Bianchi, vicesindaco di Bosio. Nel Consiglio direttivo Danilo Repetto,
primo cittadino di Casaleggio
Boiro; Marco Gaglione, consigliere comunale a Tagliolo
Monferrato; Mari Bavastro, di
Voltaggio, rappresentante
delle associazioni ambientali-
ste; Giacomo Mazzarello, di
Mornese, per le associazioni
agricole.
Bocciate dalla Regione altre
candidature, tra cui quella dell’attuale commissario ed ex
presidente Luisella Arnoldi,
eletta nel 2010 in quota Lega
Nord.
Alla guida del Parco del Po
ci sarà Francesco Bove, ex assessore all’ambiente a Valenza.
Nel Consiglio, per i Comuni,
Giorgio Rondano, sindaco di
Camino; Elena Sassone (Casale Monferrato); Vanessa Pigino
(Palazzolo Vercellese), Carlo
Giraudi (Trino Vercellese);
Piero Mandarino, di Bosco Marengo, rappresenterà le associazioni ambientaliste, Gabriele Carenini quelle agricole. La
nomina ufficiale avverrà con
un decreto del presidente della
Regione, Sergio Chiamparino,
che a breve prenderà atto del
voto dei territori.
[G. C.]
Presidio con volantinaggio di
Cgil, Cisl e Uil questa mattina dalle 8 alle 12, davanti all’ospedale, contro il declassamento del Dea e chiusura dei
reparti di Pediatria, Neurologia e Cardiologia. «Non si sa
che fine faranno i locali messi
a nuovo e che ora verranno
chiusi con notevole spreco di
soldi pubblici - dice il segretario provinciale Cisl Funzione pubblica, Fabrizio Sala -,
ma ci sono anche problemi di
organico. Manca almeno il
10-15% del personale in tutto
l’ospedale e in alcuni reparti
di pronto intervento come la
Radiologia anche di più. Se
non si assume diventa impossibile osservare le 11 ore
di riposo prescritte dalla
nuova legge».
Intanto dal 7 dicembre, al
pronto soccorso, il turno ora
viene coperto da un solo medico, più uno reperibile. I tur-
ni di giorno invece restano con
due medici. Entro il 21 dicembre, poi, anche la Pediatria sarà trasferita a Novi e dal 23 dicembre sarà chiusa Neurologia che rimarrà come attività
ambulatoriale.
Infine Cardiologia sarà trasferita dal 28 dicembre e a
Tortona resterà come attività
di supporto alla Medicina
diurna e reperibilità notturna.
«Mi associo all’iniziativa dei
sindacati - dice il sindaco
Gianluca Bardone -. Ho chiesto all’assessore regionale
Saitta e al direttore generale
dell’Asl Al Gentili, di sospendere le chiusure di reparti e trasferimento del personale fino
alla sentenza, prevista dopodomani. Grave l’aver trasmesso ai dipendenti della Pediatria
lettera di trasferimento con
decorrenza dal giorno successivo l’udienza, dando gli esiti
per scontati».
[M. T. M.]
Euro. Offerta minima: 150 Euro. Lotto 2: Terreni, F. 7 NM 198 Incolto
prod., 199 Vign., 200 Sem., Cavatore. Prezzo base: 3.500 Euro. Offerta
Minima: 150 Euro. Vendita senza incanto: 01.04.2016 ore 09,00 innanzi
al GE Dott. G. Gabutto, presso il Tribunale di Alessandria, C.so Crimea
81. Deposito offerte entro le ore 13 del giorno precedente la vendita in
Cancelleria EE.II. Maggiori info in Cancelleria EE.II e su www.tribunale.
alessandria.it – www. giustizia-piemonte.it e www.astegiudiziarie.it
TRIBUNALE DI ALESSANDRIA
EX TRIBUNALE DI ACQUI TERME
COMUNE DI SAN GIORGIO SCARAMPI
TERRENI AGRICOLI - ESEC. IMM. 61/2010 RGE
Lotto B1: F. 2 NM 204 Sem., 271 BC, 401 Sem., 401 Prato, 402 Nocc., 478
Sem. Lotto B2: F. 2 NM 103 Vign., 104 Vign., 108 Vign., 256 Vign., 390
Vign., 391 Vign., 392 Vign., 393 BC, 394 Vign. Lotto B3: F. 2 NM 240 Vign.,
242 Vign., 273 Sem., 394 Vign. Prezzo base: Lotto B1: 14.000, Lotto B2:
16.000, Lotto B3: 7.000. Offerta minima: 150 euro per i Lotti B1 e B3; 250
euro per il Lotto B2. Vendita senza incanto: 01.04.2016 ore 09,00 innanzi al GE Dott. G. Gabutto, presso il Tribunale di Alessandria, C.so Crimea
81. Deposito offerte entro le ore 13 del giorno precedente la vendita in
Cancelleria EE.II. Maggiori info in Cancelleria EE.II e su www.tribunale.
alessandria.it – www. giustizia-piemonte.it e www.astegiudiziarie.it
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60 .Nord-Ovest
STAMPA
.LA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
E CONOMIA
POTETE INVIARE LE VOSTRE SEGNALAZIONI A
ECONORDOVEST- LA STAMPA, VIA LUGARO 15
10126 TORINO
[email protected]
[email protected]
[email protected]
La Regione stanzia
i primi soldi europei
per le Pmi e le start up
Previsioni Api
Tra i piccoli
resta la fiducia
1 Per il secondo se-
mestre il grado di fiducia degli imprenditori
torinesi si mantiene positivo, anche se per l’inizio del prossimo anno
si prevede un calo degli
ordini e del fatturato.
Più incoraggianti le
previsioni del comparto manifatturiero e di
chi lavora sul mercato
europeo, con il 30% dei
piccoli imprenditori
che aspetta un rimbalzo positivo. «Abbiamo
toccato il fondo, non si
può che risalire - commenta il presidente di
Api Corrado Alberto -.
Continuiamo a investire in Italia, ma ci aspettiamo politiche industriali più incisive».
Fondo di 60 milioni per innovare la produzione
Via al bando per finanziare anche i poli tecnologici
F
MAURIZIO TROPEANO
inalmente si parte. La Regione
ha approvato le prime misure
che utilizzano i nuovi fondi europei per sostenere e rilanciare il sistema produttivo piemontese. Si tratta di interventi
di programmazione chiesti a
gran voce da Confindustria
Piemonte e che adesso ricevono una prima risposta con un
finanziamento complessivo di
72,5 milioni e l’introduzione di
nuovi criteri che dovrebbero
permettere di rispondere meglio alle esigenze di competitività. Sessanta servono per sostenere programmi di investimento delle micro, piccole e
medie imprese, finalizzati a introdurre innovazioni nel processo produttivo. Altri 8,5 milioni, due disponibili per il biennio 2015/2016, per i servizi a
sostegno delle start up innovative e spin off della ricerca pubblica. Infine sono stati stanzia-
La giunta ha approvato un piano
da 8,5 milioni per gli incubatori
universitari che si impegnano
a costruire 132 imprese
ti 5 milioni per i soggetti gestori dei poli.
Nelle intenzioni della Giunta
il «fondo Pmi» è uno strumento per «rilanciare la propensione agli investimenti, promuovendoli in modo selettivo e
consentendo, tra le altre cose,
una migliore qualità dell’inno-
vazione, nonché la possibilità
di raggiungere nuovi mercati e
di conseguire un miglioramento dell’efficienza energetica nel
ciclo produttivo», spiega Giuseppina De Santis, l’assessore
alle Attività produttive.
La Regione farà un bando a
sportello e le imprese che beneficeranno del sostegno potranno usarlo per l’acquisto di
impianti, macchinari e attrezzature nuovi di fabbrica (inclusi eventuali software strumentali al progetto di innovazione)
ed entro certi limiti anche servizi di consulenza, licenze, brevetti, know-how o di conoscenze tecniche non brevettate
strettamente afferenti la realizzazione del progetto.
L’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero, ha rilanciato,
modificandola, la misura a favore dei servizi per le start up
innovative. Rispetto agli anni
scorsi cambiano le tipologie e
si punta alla creazione di imprese nei settori ad alta intensità di ricerca e conoscenza,
connotati da un elevato contenuto tecnologico e di conoscenza anche nel settore manifatturiero; nel settore digitale;
nel settore della cultura e del
turismo. «Con il nuovo progetto, gli incubatori universitari
pubblici - spiega Pentenero - si
sono dati l’obiettivo di validare
174 business plan e costituire
132 imprese». Possono presentare un progetto, non sono solo
più ricercatori universitari,
ma anche soggetti con età inferiore ai 40 anni, con diploma di
scuola superiore e disoccupati
o inoccupati.
ANSA
Investimento
Energia a zero impatto ambientale
A Rivoli nasce il centro di stoccaggio
C
on un investimento di
un milione di euro,
Electro Power Systems
ha inaugurato ieri il nuovo polo produttivo di Rivoli dove
verrà avviata la produzione di
HyESS, innovativo sistema
dedicato allo stoccaggio dell’energia a zero impatto ambientale. «Al mondo non esiste nessuna tecnologia che
può competere con la nostra,
sia per costi che per efficienza», commenta l’amministratore delegato Carlalberto Guglielminotti, 32 anni, torinese,
enfant prodige dell’innovazione. L’azienda nata nel 2005 come spin off del Politecnico e
ora quotata sul mercato regolamentato francese Euronext,
Carlalberto Guglielminotti
ha annunciato l’acquisizione di
Elvi Energia, leader italiano
nell’integrazione di sistemi che
può contare sul 2 per cento del
mercato mondiale. «A inizio anno eravamo in 24, ora siamo a 61
dipendenti, esclusa l’acquisizione di Elvi - continua -, abbiamo
in programma quattordici assunzioni di alto profilo: indispensabile la laurea con i massimi voti e almeno due lingue».
Oggi l’azienda vanta 579 sistemi installati - di cui 320 in Italia
- in diciotto Paesi nel mondo tra
Stati Uniti, Australia, Cina, India e Sud Africa, con due sedi
negli Stati Uniti, mentre ricerca e sviluppo restano in Italia.
«Abbiamo già ricevute diverse
proposte dalla Francia, ogni
giorno ci troviamo a combattere con mille difficoltà - conclude
Guglielminotti -. Non è semplice, ma è il nostro Paese: è qui
che siamo nati e non abbiamo
intenzione di arrenderci».
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LA STAMPA
MARTEDÌ 15 DICEMBRE 2015
In breve
ramente finanziato dalla banca. A seguire, al Teatro Regio,
la cerimonia proseguirà con una premiazione alla presenza dell’assessore regionale Monica Cerutti. «Da sempre
Banca d’Alba investe nella formazione delle proprie risorse come leva imprescindibile per garantire il miglior servizio ai nostri 48mila soci e 130mila clienti - dice il direttore
dell’istituto albese, Riccardo Corino -. Nell’ultimo anno
abbiamo erogato 2.392 giornate/uomo di formazione, dato
significativo se si considera che Banca d’Alba conta 460
risorse».
(Roberto Fiori)
Venerdì a Torino
Premi dalla Banca d’Alba
B
anca d’Alba investe in formazione. Venerdì alle 15,
nell’Aula Magna dell’Università di Torino, 31 dipendenti dell’istituto di credito cooperativo riceveranno
il diploma dopo aver concluso con successo un master
biennale in «Gestione dei servizi bancari e finanziari» inte-
Agenda
Bond subordinati
Nord-Ovest .61
.
Nel Cuneese
“Le nostre banche sono sane
Gestioni nel segno del rigore”
Acqua Sant’Anna investe
su Giappone e Stati Uniti
Dopo l’allarme la replica di Cr Asti e Gruppo Sella
cqua Sant’Anna investe sempre più sull’export, aspirando a
primati che in Paesi come
Svizzera, Estonia, Lituania,
Francia e Belgio, oltre a Medio Oriente, Sud Africa,
Hong Kong e, ultime conquiste, Giappone e Usa. In ascesa anche la vendita del tè
freddo ai cinesi.
Dal 2016 entreranno progressivamente in funzione
alla «Fonti di Vinadio Spa»,
nel paese della valle Stura
(provincia di Cuneo), cinque
nuove linee di imbottigliamento. Insieme alle attuali
11, porteranno a una capacità produttiva di circa 3 miliardi di bottiglie l’anno. L’investimento, di 50 milioni di
euro, si aggiunge agli oltre
20 che l’azienda di Vinadio
ha investito nel biennio
2012/2014 per la produzione
dei tè freddi SanThé e dei
FRANCO BINELLO
PAOLA GUABELLO
Novara
L’
allarme - dopo lo scandalo sui «bond subordinati»
con migliaia di risparmiatori beffati - è stato rilanciato da
una nota che ha parlato di quasi
16 miliardi di euro di azioni di
banche medie e piccole) non
quotate sui mercati regolamentari e difficilmente scambiabili.
Senza scendere troppo nei dettagli tecnici, alla fine di questa
analisi, emergevano, tra i nomi
degli istituti di credito con più
titoli a rischio anche due banche piemontesi, Gruppo Cr
Asti e Gruppo Banca Sella. Ed è
stato subito allarme
Banca di Asti
«Ma le banche non sono tutte
uguali e noi non siamo a rischio.
Anzi i dati dicono che siamo tra
le più solide e sane dell’intero
mercato del credito. Certe statistiche ingenerano solo confusione» dicono alla Cassa di risparmio Asti. «Il gruppo - fanno notare a Cr Asti - è cresciuto
durante il lungo periodo di crisi
economica dal 2008 per numero di sportelli e di persone a cui
dà lavoro, nel supporto che ha
fornito alle famiglie e alle piccole medie imprese del territorio.
Nel 2012 ha messo a segno l’acquisizione della maggioranza di
Biver Banca da Monte dei Paschi di Siena e per ultima l’acquisizione del 70% di Pitagora,
nel 2015, società specializzata
nella cessione del quinto dello
stipendio e della pensione. Scelte strategiche a medio lungo
termine ben ponderate e portate avanti con rigore e determinazione, e con un’attenta politica di gestione dei rischi grazie
all’impegno di 1.867 persone
che ogni giorno lavorano per il
gruppo. Ed ecco i numeri: Cet1
A
I rubinetti Stella
fra i big italiani
R
Biella e Asti sono finite nel mirino di un’indagine sui bond bancari
e Tier1 rappresentano il rapporto tra il capitale primario di un
gruppo bancario e le sue attività
ponderate per il rischio. Cr Asti
ha ricevuto il provvedimento della Banca d’Italia con il quale sono
stati determinati i requisiti patrimoniali senza alcuna richiesta
addizionale. L’amministratore
delegato Carlo Demartini afferma con orgoglio: «E’ compito della banca fornire una corretta informazione: è importante per
tutti conoscere questi dati, benché un po’ complessi, perché più
che mai è fondamentale scegliere
consapevolmente la banca a cui
affidare con fiducia il proprio patrimonio. I nostri Cet1 e Tier 1 sono sopra il 13%, numeri che non
sono solo rassicuranti: sono certezze. Ripeto: le nostre banche
sono sane e ben gestite»..
Banca Sella
Ed è stato un grave errore concettuale, anche quello in cui è rimasta impigliata Banca Sella,
non una banca popolare ma di famiglia, gestita da oltre un secolo
con attenzione e in continua
espansione. Le azioni erronea-
mente «incriminate», infatti, non
sono in circolazione tra i clienti
ma in capo alla famiglia: «Banca
Sella è sana e ben gestita e i suoi
clienti non corrono alcun rischio.
Oltre alla tradizione di prudente
gestione che la contraddistingue
da 129 anni, la sua solidità emerge anche dai buoni coefficienti
patrimoniali: il Cet1 al 30 giugno
2015 era pari all¹11,13%, ulteriormente cresciuto rispetto al 10,81
di fine 2014, ampiamente in linea
con i livelli richiesti. Inoltre la
banca ha un grado di copertura
dei rischi e una liquidità superiore alla media del settore bancario
e una incidenza di crediti non
performing più bassa». Così rispondono gli uffici del Gruppo
biellese aggiungendo: «In relazione ai 617 milioni di azioni non
quotate il dato è riferito al patrimonio netto di Banca Sella al
31.12.2014 integralmente detenuto da Banca Sella Holding (che fa
capo alla famiglia Sella e da alcuni altri soci di controllo), e non
collocato fra la clientela. Nessun
rischio, quindi, in mano a risparmiatori, come invece l’analisi fa
intendere».
ubinetterie Stella è tra le
«100 eccellenze italiane». L’azienda borgomanerese fondata nel 1882 è stata
riconosciuta come una delle
realtà rappresentative del
«made in Italy» e per questo inserita nel volume le «100 eccellenze italiane», presentata il 3
dicembre a Montecitorio. [C.FA.]
L’ad Alberto Bertone
nettari di frutta SanFruit.
Alberto Bertone, presidente e amministratore delegato
delle Fonti di V-+inadio:
«Esportiamo in Paesi ricchi
d’acqua per la qualità della nostra minerale. In Usa, per
esempio, o in Giappone i consumatori sono abituati e disposti a pagare la bottiglietta
più di una bibita, perché la
qualità dell’acqua che hanno
sul posto è scadente e molto
pesante. In questo modo ammortizziamo i costi di trasporto che sono, in proporzione,
molto bassi».
[B.M.]
Regione-parti sociali
Competitività
Accordo Mise
Unioncamere
È
stato firmato oggi il protocollo d’intesa tra il Ministero dello Sviluppo
Economico e sistema camerale
piemontese. L’accordo nasce
dalla consapevolezza che una
maggiore conoscenza da parte
delle Pmi piemontesi delle misure agevolative a loro favore
sia prioritaria per l’aumento
della competitività.
Mobilità in deroga
l’età s’abbassa a 50 anni
U
na modifica ai requisiti
concordata fra le parti
sociali piemontesi e la
Regione per concedere le nuove indennità di mobilità in deroga nell’anno 2015, stabilendo che la soglia minima di età
per presentare domanda
scenda da 57 a 50 anni. L’intervento si è reso necessario
per favorire il pieno utilizzo
delle risorse disponibili, in
considerazione del numero
inferiore al previsto di domande pervenute. «L’intervento spiega l’assessore al Lavoro, Gianna Pentenero - è
vincolata alla sussistenza delle
risorse disponibili e sarà oggetto di un monitoraggio puntuale.
Le autorizzazioni regionali saranno sospese all’eventuale approssimarsi del plafond finanziario stanziato». Le ulteriori
concessioni saranno effettuate
in base all’ordine cronologico di
presentazione delle istanze,
con priorità, in caso di coincidenza della data di presentazione, ai lavoratori più anziani. Per
informazioni, rivolgersi al call
center regionale, 800.333.444
(da lunedì a venerdì, 8.3017,30).
La settimana di Telethon: anche un tributo a De André per sostenere la ricerca
È la settimana di Telethon, quella utile per sostenere la ricerca scientifica. La provincia di Alessandria è mobilitata, grazie al lavoro del coordinatore Vincenzo Fasanella. Nel 2014,
in tutto l’Alessandrino furono raccolti circa 182.000 euro. Una cifra considerevole, raggiunta grazie ai molti ciddini, ma
anche a Pro loco, orchestre, dopolavori, Coni (con federazioni e associazioni sportive), compagnie teatrali che, nella settimana dedicata a Telethon, hanno animato i punti di raccol-
ta e promosso le donazioni. Anche in questa settimana da
Acqui ad Alessandria, da Fubine a Solero, da Vignale a Frassineto, da Sezzadio a Castelletto Monferrato, anche le farmacie stanno dando supporto logistico come punti di raccolta, ricordando che la ricerca scientifica è fondamentale per
riuscire a curare malattie. Tra i molti partner di Telethon anche la Bnl: sabato 19, alle 15.30, nella filiale alessandrina
della banca (piazza della Libertà), tributo a De André. (M.B.)
Martedì 15 dicembre 2015
.
3
In Primo Piano
Sono ‘pronti’ in ottanta
a lasciare Palazzo Ghilini
PROVINCIA Il dato globale e i profili
I dipendenti “di troppo”
sono stati inseriti sul portale nazionale
6 Mobilità generale
della pubblica amministrazione
n Provincia, i numeri appaio- pertura economica che viene
no quasi definitivi: al momento assicurata con un cambio di casono 82 i dipendenti in sopran- sacca rispetto alla competenza,
numero a Palazzo Ghilini. La però mantenendo nello stesso
mappa dei trasferimenti è stata tempo la sede attuale di lavoro;
pubblicata ieri da ‘Il Sole 24 O- la seconda è invece rappresenre’ e per Alessandria si traduce tata da uno sbocco certo per
così: il personale interessato servizi come quello per il lavodalle procedure di mobilità in- ro. Il sistema degli sportelli dei
serito
dall’amministrazione Centri per l’impiego entrerà,
provinciale sul portale naziona- nel 2016, a fare parte dell’Agenle della mobilità è di sei persone zia Piemonte Lavoro, mentre il
per la mobilità generale, uno è governo in questa fase «riconogià in comando in altri enti, due sce i due terzi del costo del percon il bando del ministero di sonale e la quota rimanente saGiustizia dovrebbero passare al rà a carico della Regione». Una
tribunale, 49 sono dei centri soluzione definita, dallo stesso
per l’impiego, tre della polizia Reschigna, di natura «tampoprovinciale, 21 i pensionamenti ne» per consentire, entro la fine
(con i requisiti pre-Fornero). del prossimo anno, di arrivare a
Sul fronte sindacale questi nu- regime. Così come avverrà per i
meri, al momento, non destano servizi dell’agricoltura (circa
una particolare preoccupazio- duecentocinquanta persone) e
ne. Non tanto perché il vicepre- della formazione professionale
sidente della Regione, Aldo Re- che manterranno gli uffici deschigna, durante un incontro centrati benché siano destinati
ad Alessandria ha assicurato a cambiare gli enti che gestiranno le competenze. Proche «nessun dipenprio per i Centri per
dente andrà in mobilil’impiego è in protà», quanto perché è
stata la stessa amminiIl 22 dicembre gramma il 22 dicembre
strazione regionale a è in programma «un nuovo incontro in
precisare che per una
il nuovo Regione per definire i
parte del personale “di
incontro per particolari dell’operatroppo” si aprono due
il passaggio zione di passaggio del
strade: la prima è queldei Centri personale» annuncia
la della differente coper l’impiego Stefano Cavanna della
49
3
21
2
Centri per l’impiego
Polizia provinciale
Pensionamenti
Bando ministero di Giustizia
Provincia, movimenti in vista
Funzione pubblica Cgil. «Ci
vorrà tempo e impegno per attuare la legge e la gestione sarà
complicata». Le parole di Aldo
Reschigna, pronunciate sempre ad Alessandria, fotografano
una situazione paradossale.
Dei circa cinquantamila dipendenti di Province e Città metropolitane, sono oltre 16.200
quelli inseriti nel portale della
mobilità al cui interno, nelle in-
tenzioni iniziali della Funzione
pubblica, doveva essere incrociata la domanda di lavoro con
l’offerta degli enti. In realtà, invece, il portale è diventato una
sorta di censimento del personale in esubero e basta. I lavoratori che dipendono da Palazzo Ghilini sono circa seicento,
destinati a scendere e quasi a
dimezzarsi. Quasi. Però il dato
più stridente appare un altro:
invece di diventare un ente di
secondo livello, ridefinito per
gestire servizi come le strade,
gli edifici scolastici superiori, in
realtà le Province sono diventate «stipendifici inefficienti». La
definizione la prendiamo in
prestito non da qualche dibattito politico di non elevato livello, bensì da Gianni Trovati de ‘Il
Sole 24 Ore’ che nella pagina
pubblicata ieri analizza per
l’ennesima volta, con lucidità e
competenza, «l’ennesima riforma rimasta sulla carta».
n Enrico Sozzetti
[email protected]
DOMANI, MERCOLEDÌ
l’attenzione, dettando
l’agenda ai fedeli: prima
la porta santa, poi la
messa in Cattedrale,
quindi «già che siamo lì»
la passeggiata tra le vetrine illuminate. L’effetto
è stato un felice intasamento di corso Roma e
dintorni, come da tempo
non si vedeva. Insomma,
non è andata male. Però, attenzione, chè il
Giubileo è un evento rarissimo... (M.B.)
Arriva il giorno del fermo totale di tutti i camici bianchi
n Sono due milioni le prestazioni sanitarie che potrebbero saltare in Italia per lo sciopero dei medici in programma domani, mercoledì. A rischio sono infatti tutti
i servizi. La protesta e l’astensione dal lavoro è stata proclamata
da tutte le sigle sindacali: Anaao
Assomed, Cimo, Aaroi - Emac,
Fesmed, Anpo - Nuova Ascoti
Fials Medici, Fassid, Fp Cgil Medici, Cisl Medici, Uil Medici, Fvm, Fimmg, Sumai, Snami, Smi,
Fimp, Andi, Fespa, Simet. «Uno
sciopero di tale portata ricorda
solo quello del 1986, con la marcia dei 40.000 camici bianchi a
Roma, al quale seguì la caduta
del Governo, ed è sicuramente un
evento rilevante nella storia del
Paese» commenta Mauro Cappelletti, presidente dell’Ordine
provinciale dei medici, che spiega così le ragioni della mobilitazione, proclamata a ottobre, e
dello sciopero di domani. I cami-
ci bianchi chiedono «attenzione
a Governo e Regioni per la salute
dei cittadini e consapevolezza
delle pesanti e negative ripercussioni su liste di attesa, integrazione ospedale territorio, condizioni di lavoro, qualità e sicurezza
delle cure, sperequazione esistente nell’esigibilità del diritto
alla salute e nei livelli di tassazione. E di mettere fine alla intollerabile ‘caccia alle streghe’ che
prevede solo sanzioni e multe a
2015
ANTIPASTI
Insalata russa
Capricciosa
Torte salate (erbette-trevigiana)
Vitello tonnato
Patè di tonno
Patè di fegatini di pollo
Flan
(topinambur-zucca-erbette-parmigiano
e tartufo nero)
Cocktail di gamberi
Mousse
PRIMI
Cannelloni con topinambur
Crespelle
(prosciutto e formaggio-vegetariane)
Lasagne
(radicchio-funghi-bolognese)
Rabaton
Agnolotti di stufato
Agnolotti di coniglio
Ragù d’arrosto
(prosciutto-pistacchi-salmone)
Sformato broccoletti e zucca
Crema di baccalà
BOANO
Via San Lorenzo, 73 - Alessandria - Tel. 0131 254797 - [email protected]
SECONDI
Rollata di cappone con mostarda
Rollata di faraona con verdure
Rollata di tacchino con castagne
Rollata di coniglio
Galantina di cappone
Cappone ripieno
Faraona ripiena
(carne-carne e verdure)
Pollo ripieno (carne-carne e verdure)
Tacchino ripieno
(carne-carne e verdure-castagne)
Cotechino
Arrosto di vitello
Roast-beef
Terrina natalizia
di tacchino
CONTORNI
Carciofi-Carote-Erbette
Patate arrosto
Cardi in bagna cauda
Peperoni con acciughe
Lenticchie
Contorno natalizio di castagne
e prugne
Contorno mediterraneo
Salsa verde
carico dei medici, capri espiatori
delle colpe di politici e amministratori miopi e inadeguati». E
Cappelletti aggiunge: «Il nostro
dovere è lottare e così facendo
non andremo contro il nostro
modo di pensare, bensì questa
lotta è invece coerente con la nostra etica. È soprattutto per il bene dei malati e della collettività
che ci mobiliteremo».
n E.So.