Piano rbanistico enerale

Transcript

Piano rbanistico enerale
P
U
G
Regione
Puglia
iano
Provincia di
Città di
Foggia
San Severo
rbanistico
enerale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011, DGP n. 282/2011 e Conferenza di Servizi del 09.01.2014 e succ.
Data
Note
Gen‐Mar 2014
Rev.
‐
00
Oggetto
Relazione illustrativa
Cod. pratica
Cod. Elaborato
2012‐0062
RI
Il Sindaco
L'Assessore all'Urbanistica
Gianfranco SAVINO
Leonardo DI MONTE
UFFICIO DI PIANO
PROJECT MANAGER
SUPPORTO ESTERNO
Arch. Pasquale MININNO
Arch. Michele SGOBBA
Arch. Antonio DEMAIO
RESPONSABILE AREA URBANISTICA U.T.C.
Dott.sa Chiara MATTIA
Arch. Corrado BICCARI
Geologo Dott. Francesco BARBATO
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
Comune di SAN SEVERO
P.U.G.
RELAZIONE ILLUSTRATIVA
degli adempimenti assunti per il recepimento
della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
1
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
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INDICE
PREMESSA 5 1.
IL QUADRO CONOSCITIVO
9
INQUADRAMENTO TERRITORIALE 9 1.1. A1 – Ambiti territoriali estesi del PUTT
9
1.2. A2 – Piano di Assetto Idrogeologico
12
1.3. A3 – Vincoli paesistici e zone protette
13
1.4. A4 – Carta dei sistemi di terre
14
1.5. A5 – Uso del suolo urbano ed agricolo
15
1.6. A6 – Carta storica dell’uso del suolo 1962
15
1.7. A7 – Carta storica dell’uso del suolo 1999
15
1.8. A8 – Evoluzione dell’uso del suolo tra il 1962 e il 1999
15
1.9. A9 – Subsistemi del territorio rurale e aperto
15
1.10.
A10 – Segnalazioni archeologiche e architettoniche e sistema dei tratturi
16
1.11.
A11 – Vulnerabilità delle risorse idriche
16
1.12.
A12 – Aree esondabili
16
1.13.
Le reti infrastrutturali extraurbane
16
EDIFICATO URBANO 18 1.14.
Considerazioni generali sulla forma urbana
18
1.15.
A13 – Sistema della mobilità
20
1.16.
A14 – Espansione urbana e PRG vigente
21
1.17.
A19 – Confronto numero abitazioni
26
1.18.
Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione
26
1.19.
A15 – Morfologia edificato e numero piani
27
1.20.
A21/24 – Confronto numero stanze al 1971, 1981, 1991, 2001
27
1.21.
Abitazioni occupate da residenti per numero di stanze
28
1.22.
Abitazioni occupate per titolo di godimento
30
1.23.
Abitazioni non occupate
31
1.24.
A16 – Destinazione d’uso e stato di conservazione
31
1.25.
A18 – Centro storico. Tipologie edilizie/elementi morfologici/stato di alterazione
31
SERVIZI ED ATTREZZATURE 1.26.
A17 – Tipologie servizi ed attrezzature e stato di conservazione
POPOLAZIONE 1.27.
La dinamica insediativa nell’ultimo periodo
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32 32
42 42
2
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1.28.
A20 – Confronto popolazione residente
43
1.29.
Confronto popolazione residente per classe di età
43
1.30.
Indicatori relativi alla popolazione
45
1.31.
Popolazione residente per stato civile
45
1.32.
Popolazione residente in convivenza
46
1.33.
Residenti in famiglia per numero di componenti
46
1.34.
Nuclei familiari per tipo di nucleo familiare
47
1.35.
Popolazione residente con più di 6 anni per grado di istruzione
48
1.36.
Residenti stranieri per area geografica di cittadinanza
49
ATTIVITÀ PRODUTTIVE 50 1.37.
Indicatori di attività
50
1.38.
Imprese per numero di addetti
51
1.39.
Imprese per settore di attività economica
52
1.40.
Addetti alle unità locali delle imprese e delle istituzioni
53
1.41.
Imprese e istituzioni per numero di addetti
53
1.42.
Imprese e istituzioni per settore di attività economica
54
1.43.
Numero di addetti per settore di attività economica
55
1.44.
Numero di istituzioni pubbliche
55
1.45.
Numero degli addetti delle istituzioni pubbliche
55
1.46.
Occupati per settore di attività
56
1.47.
Aziende agricole per tipologia di utilizzazione dei terreni
57
1.48.
Uso della superficie agricola
58
1.49.
Aziende agricole: addetti per categoria di manodopera
59
1.50.
Strutture ricettive alberghiere
60
IL QUADRO INTERPRETATIVO
61
2.
2.1. B1 – Individuazione di contesti ed invarianti per il territorio extraurbano
61
2.2. B2 – Individuazione di contesti ed invarianti per l’area urbana
61
3.
LE PREVISIONI STRUTTURALI DEL P.U.G.
3.1. Il disegno strutturale del Piano Urbanistico Generale
CALCOLO DEL FABBISOGNO INSEDIATIVO 62
62
69 3.2. Popolazione – la dinamica nell’ultimo periodo
69
3.3. Popolazione – la proiezione al 2025
70
3.4. Settore residenziale – la dinamica nell’ultimo periodo
73
3.5. Settore residenziale – la proiezione al 2025
75
3.6. Settore produttivo – proiezione al 2025 della popolazione attiva
77
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INVARIANTI STRUTTURALI 78 3.7. C1 – Tutela per le invarianti e previsioni per i contesti territoriali: il territorio extra-urbano
78
3.8. C2 – Tutela per le invarianti e previsioni per i contesti territoriali: l’area urbana
78
3.9. C3.1 – Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.E. del P.U.T.T./p
79
3.10.
C3.2 – Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. del P.U.T.T./p. Sistema dell’assetto geologico,
geomorfologico e idrogeologico
3.11.
81
C3.3 – Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. del P.U.T.T./p. Sistema della copertura
botanico - vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica
3.12.
82
C4.1 – Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. del P.U.T.T./p. Sistema della stratificazione
storica dell’organizzazione insediativa
83
3.13.
C4.2 – Atlante degli A.T.D – Aspetti paesaggistici, e dei beni architettonici e archeologici
83
3.14.
C4.3 – Categorie d’intervento per complessi storico-architettonici – Nucleo Antico
84
3.15.
C5 - Adeguamento ai piani sovraordinati – Piano di Bacino Stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I.)84
4.
LE PREVISIONI PROGRAMMATICHE DEL P.U.G.
85
4.1. L’assetto programmatico del Piano Urbanistico Generale.
85
4.2. D1.1 Carta dei distretti perequativi e delle aree da assoggettare a PUE/Territorio extraurbano
85
4.3. D1.2 Carta dei distretti perequativi e delle aree da assoggettare a PUE/Territorio urbano
85
4.4. D2.1 Aree per attuazione diretta/Territorio extraurbano
85
4.5. D2.2 Aree per attuazione diretta/Territorio urbano
85
4.6. D3.1 Aree per standard/Territorio extraurbano
85
4.7. D3.2 Aree per standard/Territorio urbano
86
4.8. D4.1 Previsioni per la mobilità
86
4.9. D5.1 Categorie d’intervento
87
4.10.
D6.1 Zone omogenee ex D.M. 1444/68/Territorio extraurbano
87
4.11.
D6.2 Zone omogenee ex D.M. 1444/68/Territorio urbano
87
4.12.
D7.1 Carta sintetica di uso del suolo/Territorio extraurbano
87
4.13.
D7.2 Carta sintetica di uso del suolo/Territorio urbano
87
4.14.
D7.3 Carta sintetica di uso del suolo/Territorio urbano
87
5.
CALCOLO DELL’OFFERTA INSEDIATIVA E COMPUTO SPAZI PER SERVIZI E
ATTREZZATURE
6.
VARIAZIONI NORMATIVE
88
110
ALLEGATO 1 142 ALLEGATO 2 149 Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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PREMESSA
1.1.
Le leggi e la pianificazione regionale del settore
Configurano l’ordinamento regionale di riferimento per la formazione del Piano Urbanistico Generale (PUG) che è lo
strumento attraverso il quale si effettua la pianificazione urbanistica comunale, le Leggi Regionali n. 20 del 27.7.2001
“Norme generali di governo e uso del territorio”, n. 24 del 13.12.2004 “Principi, indirizzi e disposizioni per la formazione
del Documento Regionale di Assetto Generale, DRAG”, la n. 3 del 22.02.2005 “Disposizioni regionali in materia di
espropriazioni per pubblica utilità”, e la DGR n. 1328 del 03.08.2007 di approvazione del DRAG (da titolo Approvazione
definitiva del “Documento Regionale di Assetto Generale (DRAG) – Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione dei
piani urbanistici generali (PUG) – Legge regionale 27 luglio 2001, n. 20, art. 4, comma 3, lett. b) e art. 5, comma 10 bis,
adottato con Deliberazione di Giunta regionale 27 marzo 2007, n. 375”). Inoltre è norma di riferimento per i piani
attuativi anche il "Documento regionale di assetto Generale (DRAG) - Criteri per la formazione e la localizzazione dei
piani urbanistici esecutivi (PUE)" (Legge Regionale 27 luglio 2001, n. 20, art. 4, comma 3, lett. b e art. 5, comma 10 bis),
di cui alla DGR n. 2753 del 4 dicembre 2010, pubblicata sul BURP n. 7 del 14/01/2011
Alle predette si affianca lo strumento del Piano Urbanistico Territoriale Tematico / Paesaggio (PUTT/P) della Regione
Puglia, approvato dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 1748 del 15.12.2000 e pubblicata sul BURP n. 6 del
11.01.2001, che è il riferimento vigente per la pianificazione comunale in materia di tutela generale dei beni territoriali
costituenti i tre sistemi denominati il sistema dell'assetto geologico, geomorfologico, idrogeologico, il sistema della
copertura botanico - vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica, il sistema della stratificazione storica
dell'organizzazione insediativa, con l’obiettivo di disciplinare i processi di trasformazione fisica e l’uso del territorio allo
scopo di: tutelarne l’identità storica e culturale, rendere compatibili la qualità del paesaggio, delle sue componenti
strutturanti, e il suo uso sociale, promuovere la salvaguardia e valorizzazione delle risorse territoriali.
Dal 2 agosto 2013 inoltre costituisce riferimento in merito alla pianificazione territoriale paesaggistica anche il Piano
Paesaggistico Territoriale Regionale (PPTR) adottato con D.G.R. n. 1435 del 02/08/2013 e in seguito ri-adottato con
D.G.R. n. 2022 del 29/10/2013 di cui all’oggetto, ai sensi della L.R. 20/2009. Alla data odierna il PPTR non è ancora
approvato e vigono le norme di salvaguardia così come stabilite dalla DGR n. 2022/2013.
1.2.
Le leggi e la pianificazione provinciale del settore
La legge regionale 20/2001, ai sensi e per gli effetti dell’art. 11, commi 7 e 8, affida il controllo di compatibilità del PUG
al Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale.
La provincia di Foggia è dotata di Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP) approvato con delibera del
Consiglio provinciale n. 84 del 21/12/2009, dichiarato compatibile ai sensi dell’art. 7 L. 20/2001 con delibera di Giunta
regionale n. 2080 del 3/11/2009 e pubblicato ai sensi dell’art. 7 c.13 L. 20/2001 sul BURP n. 90 del 20/5/2010. Come
definito nell’art. I1 delle NTA del PTCP, “Il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Foggia è l’atto di
programmazione generale riferito alla totalità del territorio provinciale, che definisce gli indirizzi strategici e l’assetto fisico
e funzionale del territorio con riferimento agli interessi sovracomunali.”
Il PTCP definisce le strategie e gli indirizzi degli ambiti paesaggistici, da sviluppare negli strumenti urbanistici comunali e
contiene gli indirizzi per la pianificazione urbanistica comunale.
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Come descritto nella relazione generale del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (PTCP), nella legislazione
regionale pugliese l’assegnazione alle province di competenze di pianificazione territoriale interviene soltanto con la legge
regionale 15 dicembre 2000, n. 25 (conferimento di funzioni e compiti amministrativi in materia di urbanistica e
pianificazione territoriale e di edilizia residenziale pubblica), la quale, all’articolo 5, indica i contenuti fondamentali del
piano territoriale di coordinamento, rinviando a un successivo intervento legislativo la definizione dei procedimenti della
sua formazione. In particolare, in base a detta norma il piano territoriale di coordinamento è definito come atto di
programmazione generale che definisce gli indirizzi strategici di assetto del territorio a livello sovracomunale, con
riferimento al quadro delle infrastrutture, agli aspetti di salvaguardia paesistico-ambientale, all'assetto idrico,
idrogeologico e idraulico-forestale, previa intesa con le autorità competenti in tali materie.
Inoltre la Regione Puglia nella circolare dell’assessore del 18 ottobre 2005, n.1 (Linee interpretative per l'attuazione della
L.R. n. 20/2001 e della L.R. n. 24/2004) precisa che: “la competenza alla redazione del PTCP viene attribuita alla
Provincia da norma statale (da ultimo art. 20, D.Lgs. n. 267/2000)”.
1.3.
Impostazione del lavoro
La stesura di un nuovo strumento urbanistico generale, esteso a tutto il territorio comunale, secondo la nuova
architettura istituzionale introdotta dalla nuova legislazione regionale per l'uso e il governo del territorio (Legge 27 luglio
2001, n. 20 del 27.7.2001), consente di operare una riflessione finalmente completa sulle dinamiche di sviluppo
sostenibile della città e del suo territorio circostante, di individuare un modello possibile di trasformazione di questo
scenario e di stabilire una disciplina di uso del suolo che accompagni questa evoluzione da applicarsi secondo la moderna
strumentazione prevista dal nuovo ordinamento legislativo.
Tralasciando per un attimo i diversi quadri conoscitivi ed interpretativi che indagano il territorio comunale nella sua
integrità e sotto i diversi possibili profili, seguendo la nuova impostazione legislativa le indicazioni del Piano Urbanistico
Generale sono suddivise in due piani: previsioni strutturali, mirate alla difesa dell'identità territoriale delle sue diverse
parti e di quegli elementi significativi che emergono (invarianti) e previsioni programmatiche, concentrate principalmente
per l'area urbana e mirate a metter in atto i principi costitutivi della sezione strutturale.
Analogamente significativa è la transizione da un modello di strumento urbanistico generale in cui si riversano tutti gli
strumenti di pianificazione, speciali e settoriali, in una logica di interdipendenza e di sottomissione gerarchica ad un
nuovo modello che colloca il PUG al fianco di tanti altri strumenti collaterali, in una logica di sussidiarietà derivante dalla
riforma dei Titolo V della Costituzione Italiana avvenuta nel 2001.
Infine va sottolineato come il nuovo strumento, pur definito nei modi e nei tempi in modo sostanzialmente diverso dal
passato, punti a stabilire un contatto con gli atti di pianificazione precedente in una logica di continuità. Sotto questo
profilo va evidentemente ricercata la ragion d'essere del PUG; l'analisi territoriale e l'indagine sugli strumenti di
pianificazione intervenuti in passato consentono di capire come è andato strutturandosi il contesto urbano e territoriale di
San Severo, di capire i suoi tratti salienti, le sue criticità, le sue condizioni di equilibrio (o di squilibrio) e di ricavare da
queste valutazioni la traccia progettuale del nuovo strumento. Solo il PUG è in grado di risalire a queste valutazioni
ricavando per sé quello spazio adeguato in cui può collocarsi nella summenzionata nuova logica di sussidiarietà.
Esaminiamo dunque i momenti salienti che hanno portato alla definizione dell'attuale quadro pianificatorio, anche se
questi hanno riguardato per lo più la sola compagine edificata. In particolare si osserva come l'attuale morfologia urbana
complessiva sia stata fortemente influenzata da una serie di provvedimenti urbanistici succedutisi nel tempo:
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•
il piano regolatore redatto dall'ing. Greco sul finire del XIX secolo, che ha governato lo sviluppo urbano fino al
secondo dopoguerra;
•
il piano regolatore generale vigente adottato nel 1971;
•
i piani di sviluppo industriale: il Piano per gli Insediamenti Produttivi e il piano consortile dell'Area di Sviluppo
Industriale (A.S.I.);
•
i programmi e i piani esecutivi dipendenti dallo strumento urbanistico generale, spesso difformi e talvolta in
contrapposizione con questo, riguardanti sia le aree di espansione (Piani di Lottizzazione, Piani di Zona, ecc.) che le
aree già edificate (Piani di Coordinamento operativo, Piani di Recupero, ecc.);
•
una serie di interventi edilizi privati e pubblici di più recente formazione, totalmente sganciati da un quadro di
pianificazione generale: gli Accordi di Programma per le Attività Artigianali, Industriali,Turistiche ed Agricole, i Piani
Integrati, i Programmi di Recupero Urbano, gli interventi "ex-Art. 18" e sue varianti successive, la realizzazione del
nuovo Ospedale, la delocalizzazione degli uffici comunali, la localizzazione universitaria, ecc.
Si riscontrano in questa sequenza di atti pianificatori una marcata contrapposizione logica e un dimensionamento delle
previsioni edificatorie raramente basato su criteri oggettivi e dati di riferimenti certi.
Infatti fin dal primo piano post-unitario la crescita della città è stata accompagnata e governata da programmi urbanistici
largamente sovradimensionati rispetto alle reali esigenze: il piano ottocentesco dell’ing. Greco con i suoi aggiornamenti
successivi, per la generosità del suo disegno, ha potuto funzionare – bene o male – per oltre ottant'anni; il piano del '71
operativo per un periodo effettivo di trentacinque anni ha dato luogo ad un'edificazione frenetica che non lo ha
comunque esaurito completamente; i piani di sviluppo industriale anch'essi generosamente concepiti sono stati realizzati
solo in minima parte; i programmi urbanistici (di iniziativa privata, soprattutto) pur avendo avuto un'attuazione più
sollecita non sembrano essere andati incontro efficacemente alla domanda insediativa della città.
Il sistema urbanistico cosi prodotto non è molto incoraggiante. La città registra la presenza di diverse realtà in cui alla
regolarità del disegno urbanistico non ha fatto riscontro un'edificazione omogenea; si sono prodotte situazioni
disordinate e in contrapposizione tra loro.
Fino al piano del 1971 la crescita della città è avvenuta in mancanza di indicazioni cogenti circa la formazione di edifici e
attrezzature. La stessa dotazione quantitativa dei servizi non è stata mai verificata alla luce delle disposizioni ministeriali
del 1968 generando un pericoloso congestionamento delle aree più centrali, scarsamente servite di aree verdi e
parcheggi.
Con il PRG del 1971 e i suoi strumenti attuativi dipendenti o indipendenti è invece mancata una strategia comune dei
diversi atti pianificatori che si sono avvicendati nelle diverse fasi di crescita urbana; il modello di sviluppo del piano
ottocentesco, pur avendo regolato l'espansione della città per un lunghissimo periodo, è stato frettolosamente messo da
parte e sostituito da un nuovo sistema di costruzione urbana, basato su un concetto radicalmente diverso.
Il risultato è una città di identità urbanistica incerta in cui si avverte la mancanza di sistemi di riferimento omogenei e
coerenti soprattutto nelle frange periferiche più recenti. Il quadro urbanistico vigente, per evidenti motivi
d'invecchiamento, è da ritenersi assolutamente inadeguato a regolare la crescita ulteriore della città.
Il prossimo impegno, affidato al PUG, è di superare questa situazione, predisponendo un nuovo strumento urbanistico
basato su alcuni fondamentali requisiti:
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a)
che rappresenti un'effettiva sintesi di tutte le problematiche che hanno un riflesso sul territorio: ambiente,
mobilità, tutela del patrimonio storico, servizi, attività produttive, ecc., e non solo il consueto repertorio di nuove
quantità residenziali, produttive e terziarie da esaurire - bene o male - nel tempo;
b)
che ponga finalmente al centro dell'azione pubblica e privata l'esigenza di riorganizzazione e riqualificazione del
tessuto urbano esistente: obiettivo principale non sarà quello di offrire spazi per una crescita ulteriore della città
(cresciuta probabilmente già oltre le sue reali esigenze), ma quello di offrire migliori condizioni insediative per
tutto quanto è stato già realizzato: abitazioni, attività, istituzioni, servizi, ecc.
c)
che si assuma la responsabilità della pianificazione del territorio senza reticenze, riducendo nei limiti fisiologici il
rimando a forme di pianificazione che decidano l'utilizzazione delle aree successivamente al PRG. Il ricorso
all'istituto della pianificazione attuativa va riservata a quei pochi casi in cui è effettivamente necessaria, e
lasciando comunque trasparire già nel PRG le decisioni fondamentali e il loro assetto in generale;
d)
che offra un disegno chiaro e un insieme di regole certe e trasparenti per l’azione privata (verso cui è indirizzata
principalmente la normativa di attuazione) e l'azione pubblica (resa evidente attraverso la formazione di un vero
piano dei servizi).
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1.
IL QUADRO CONOSCITIVO
INQUADRAMENTO TERRITORIALE
1.1.
A1 – Ambiti territoriali estesi del PUTT
La pianificazione paesaggistica del territorio è disciplinata ai sensi dell'articolo 2 del D. Lgs. n. 63 del 2008 (ex art. 135
del D. Lgs. n. 42/2004 - ex art. 149 del D. Lgs. n. 490/ 1999).
Stato e regioni assicurano che tutto il territorio sia adeguatamente conosciuto, salvaguardato, pianificato e gestito in
ragione dei differenti valori espressi dai diversi contesti che lo costituiscono.
A tale fine le regioni sottopongono a specifica normativa d'uso il territorio mediante piani paesaggistici, ovvero piani
urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesaggistici.
I piani paesaggistici, con riferimento al territorio considerato, ne riconoscono gli aspetti e i caratteri peculiari, nonché le
caratteristiche paesaggistiche, e ne delimitano i relativi ambiti.
In riferimento a ciascun ambito, i piani predispongono specifiche normative d'uso ed attribuiscono adeguati obiettivi di
qualità.
Per ciascun ambito, i piani paesaggistici definiscono apposite prescrizioni e previsioni ordinate in particolare alla:
a.
conservazione degli elementi costitutivi e delle morfologie dei beni paesaggistici sottoposti a tutela, tenuto
conto anche delle tipologie architettoniche, delle tecniche e dei materiali costruttivi, nonché delle esigenze di
ripristino dei valori paesaggistici;
b.
riqualificazione delle aree compromesse o degradate;
c.
salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche degli altri ambiti territoriali, assicurando, al contempo, il minor
consumo del territorio;
d.
individuazione delle linee di sviluppo urbanistico ed edilizio, in funzione della loro compatibilità con i diversi
valori paesaggistici riconosciuti e tutelati, con particolare attenzione alla salvaguardia dei paesaggi rurali.
I processi di trasformazione fisica e l’uso del territorio sono disciplinati dal P.U.T.T./P. allo scopo di:
¾
tutelare l'identità storica e culturale;
¾
rendere compatibili la qualità del paesaggio, delle sue componenti strutturanti, e il suo uso sociale;
¾
promuovere la salvaguardia e valorizzazione delle risorse territoriali.
In base a quanto previsto del PUTT/P, gli ambiti territoriali devono essere individuati, con riferimento ai valori
paesaggistici, come di seguito:
-
valore eccezionale "A", laddove sussistono condizioni di rappresentatività di almeno un bene costitutivo di
riconosciuta unicità e/o singolarità, con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
-
valore rilevante "B", laddove sussistono condizioni di compresenza di più beni costitutivi con o senza prescrizioni
vincolistiche preesistenti;
-
valore distinguibile "C", laddove sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni
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vincolistiche preesistenti;
-
valore relativo "D", laddove pur non sussistendo la presenza di un bene costitutivo, sussista la presenza di
vincoli (diffusi) che ne individui una significatività;
-
valore normale "E", laddove non è direttamente dichiarabile un significativo valore paesaggistico.
Sono sottoposti a tutela diretta dal P.U.T.T./P. e quindi soggetti alla presente disciplina paesaggistica, i terreni e gli
immobili compresi negli A.T.E. di valore:
-
“A” Eccezionale
-
“B” Rilevante
-
“C” Distinguibile
-
“D” Relativo
Gli indirizzi di tutela ad essi relativi sono:
ƒ
negli ambiti di valore eccezionale "A": conservazione e valorizzazione dell'assetto attuale; recupero delle
situazioni compromesse attraverso la eliminazione dei detrattori;
ƒ
negli ambiti di valore rilevante "B": conservazione e valorizzazione dell'assetto attuale; recupero delle situazioni
compromesse attraverso la eliminazione dei detrattori e/o la mitigazione degli effetti negativi; massima cautela
negli interventi di trasformazione del territorio;
ƒ
negli ambiti di valore distinguibile "C": salvaguardia e valorizzazione dell'assetto attuale se qualificato;
trasformazione dell'assetto attuale, se compromesso, per il ripristino e l'ulteriore qualificazione; trasformazione
dell'assetto attuale che sia compatibile con la qualificazione paesaggistica;
ƒ
negli ambiti di valore relativo "D": valorizzazione degli aspetti rilevanti con salvaguardia delle visuali
panoramiche;
ƒ
negli ambiti di valore normale "E": valorizzazione delle peculiarità del sito.
Per l’esecuzione di lavori comportanti modificazioni dello stato fisico o dell’aspetto esteriore di terreni e immobili ricadenti
in ambiti sottoposti a tutela diretta dal P.U.T.T./P., è necessario il rilascio dell'autorizzazione paesaggistica di cui
all'art.5.01 delle N.T.A. del P.U.T.T./P..
I terreni e gli immobili sottoposti a tutela diretta dal P.U.T.T./P. non possono essere oggetto degli effetti di pianificazione
di livello territoriale e di livello comunale (piani settoriali, strumenti urbanistici esecutivi di iniziativa pubblica e privata)
senza che per detti piani sia stato rilasciato il parere paesaggistico di cui all'art.5.03 delle N.T.A. del P.U.T.T./P..
I terreni e gli immobili sottoposti a tutela diretta dal P.U.T.T./P. non possono essere oggetto di interventi di rilevante
trasformazione, così come definiti nell'art.4.01, senza che per gli stessi sia stata rilasciata l’attestazione di compatibilità
paesaggistica di cui all'art.5.04 delle N.T.A. del P.U.T.T./P..
Le norme del PUTT/P, relative agli A.T.E. e agli A.T.D., non trovano applicazione all'interno dei "territori costruiti" (p.to 5,
art. 1.03 delle N.T.A. del P.U.T.T./P.).
I “territori costruiti” vengono, anche in applicazione dell'art.1 della legge 431/1985, così definiti (p.to 5, art. 1.03 delle
N.T.A. del P.U.T.T./P.):
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1.
aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone omogenee "A" e "B";
2.
aree tipizzate dagli strumenti urbanistici vigenti come zone omogenee "C" oppure come zone "turistiche"
"direzionali" "artigianali" "industriali" "miste" se, alla data del 6 giugno 1990, incluse in strumento urbanistico
esecutivo (piano particolareggiato o piano di lottizzazione) regolarmente presentato e, inoltre, le aree incluse,
anche se in percentuale, in Programmi Pluriennali di Attuazione approvati alla stessa data;
3.
aree che, ancorché non tipizzate come zone omogenee "B" dagli strumenti urbanistici vigenti:
-
o ne abbiamo di fatto le caratteristiche (ai sensi del DIM n.1444/1968), vengano riconosciute come
regolarmente edificate (o con edificato già "sanato" ai sensi della legge n.47/1985), e vengano perimetrate
su cartografia catastale con specifica deliberazione di Consiglio Comunale;
-
o siano intercluse nell'interno del perimetro definito dalla presenza di maglie regolarmente edificate, e
vengano perimetrate su cartografia catastale con specifica deliberazione di Consiglio Comunale.
Le norme non trovano applicazione, inoltre, all'interno dei territori disciplinati dai Piani delle Aree di Sviluppo Industriale
presenti nel territorio comunale (p.to 6, art. 1.03 delle N.T.A. del P.U.T.T./P.).
Rif. Art. 5.05 del P.U.T.T./P – Primi adempimento per l’attuazione del Piano
Lo strumento Urbanistico Territoriale demanda al Comune il compito di procedere ad una completa ricognizione del
proprio territorio, al fine di adeguare le perimetrazioni dei vari ambiti territoriali, effettuate a scala regionale, alla reale
situazione e sulla scorta di una più approfondita conoscenza del territorio medesimo e sulla base di cartografie più
aggiornate di quelle utilizzate nella redazione del P.U.T.T. [R.A.F.G. dell’I.G.M. in Scala l:25.000] (art. 5.05).
Con quest’ultimo articolo delle Norme Tecniche di Attuazione del P.U.T.T., è stata normata la cosiddetta fase dei “Primi
Adempimenti” per l’attuazione del Piano Regionale.
Infatti, al punto 1.1 del citato articolo 5.05 le N.T.A. del P.U.T.T./P. prevedono che:
1. Entrato in vigore il Piano, entro 180 giorni, il Sindaco provvede:
“1.1- a riportare sulla cartografia dello Strumento Urbanistico Generale vigente - le
perimetrazioni degli Ambiti
Territoriali Estesi così come definiti nel titolo II, e le perimetrazioni degli ambiti territoriali distinti così come definiti nel
titolo III, individuati nelle tavole del Piano e negli elenchi allegati alle presenti Norme, adeguandoli alle situazioni di fatto
documentate dalla cartografia comunale in scala maggiore più aggiornata;
1.2- a riportare sulla cartografia dello strumento urbanistico generale vigente le aree dei “territori costruiti” di cui al
punto 5.3 dell’art. 1.03 - se presenti - già rappresentate sulla cartografia catastale.
1.3- a trasmettere all’Assessorato Regionale all’Urbanistica le perimetrazioni dei due punti che precedono.
2. omissis..
3. omissis.....
4. omissis....
5. In sede di riporto sulla cartografia di cui al punto 1.1, il Sindaco deve tenere conto dell’avvenuto accoglimento totale o
parziale delle osservazioni.
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6. L’Assessorato Regionale all’Urbanistica, nel termine di 60 giorni dal ricevimento, attesta la coerenza al Piano delle
perimetrazioni di cui ai punti 1.1 e 7.2 del presente articolo; decorso tale termine, dette perimetrazioni si intendono
coerenti al piano.
La tavola A1bis del Quadro Conoscitivo evidenzia con colorazioni differenti gli ATE del PUTT/P caratterizzati da valore
paesaggistico, ovvero di “valore eccezionale – A”, di “valore rilevante – B”, di “valore distinguibile – C”, di “valore relativo
– D”, di “valore normale – E”. Gli ambiti rappresentati sono quelli del PUTT/p vigente e sono stati riportati senza cambio
di qualità ma solo adeguandoli alla CTR in scala 1:35.000, poiché le modifiche alle perimetrazioni ed al valore degli ATE
sono comprese nel Quadro Strutturale di PUG, e nello specifico all’elaborato denominato “Adeguamento ai piani
sovraordinati - A.T.E. del P.U.T.T./p” corrispondente alla tavola C3.1bis, di cui si definiscono i contenuti nel seguito.
1.2.
A2 – Piano di Assetto Idrogeologico
Il Piano di Bacino, di cui alla L. 183/89, si configura quale documento di carattere conoscitivo, normativo e tecnicooperativo attraverso il quale sono pianificate e programmate le azioni e le norme d’uso finalizzate alla conservazione,
difesa e valorizzazione del suolo ed alla corretta utilizzazione delle acque, sulla base delle caratteristiche fisiche ed
ambientali del territorio interessato.
Con deliberazione n° 39 del 30 novembre 2005 il Comitato Istituzionale per l’Autorità di Bacino della Puglia ha approvato
il Piano di Bacino stralcio “Assetto Idrogeologico” e le relative misure di salvaguardia.
Pubblicato sul sito internet dell’Autorità di Bacino il 30 dicembre 2005, sulla Gazzetta ufficiale l’11 gennaio 2006, e sul
BURP n. 15 del 2 febbraio 2006, il Piano Stralcio per L’Assetto Idrogeologico approvato in via definitiva è vigente,
tuttavia in costante aggiornamento, nonché soggetto a revisione periodica ogni tre anni.
La decorrenza delle Norme Tecniche di Attuazione del Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico coincide con la data di
pubblicazione del testo della delibera di approvazione del Piano da parte del Comitato Istituzionale sul sito istituzionale
dell’Autorità di Bacino.
Nel Piano sono definiti:
Š
le aree a rischio (R), inteso come il valore atteso delle perdite umane, dei feriti, dei danni alla proprietà e delle
perturbazioni alle attività economiche dovuti ad un particolare fenomeno naturale, valutabile in base alla equazione:
Rischio = E x V x Pt
Con:
E: entità, cioè valore economico del bene;
V: vulnerabilità, l'attitudine di un elemento a rischio a subire danni per effetto di un evento calamitoso;
Pt: è la probabilità di accadimento di un predefinito evento nell’intervallo temporale t.
In base al grado di rischio, sono definiti, in ordine crescente aree R1, R2, R3, R4.
Š
in base al grado di pericolosità idraulica sono classificate:
−
aree ad alta pericolosità idraulica - A.P. (gli interventi ivi consentiti sono descritti negli artt. 5-6-7), definite
come porzioni di territorio soggette ad essere allagate per eventi di piena con tempo di ritorno inferiore o pari a
30 anni;
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−
aree a media pericolosità idraulica - M.P. (gli interventi ivi consentiti sono descritti negli artt. 5-6-8) definite
come porzioni di territorio soggette ad essere allagate per eventi di piena con tempo di ritorno compreso tra 30
e 200 anni;
−
aree a bassa pericolosità idraulica - B.P. (gli interventi ivi consentiti sono descritti negli artt. 5-6-7) definite
come porzioni di territorio soggette ad essere allagate per eventi di piena con tempo di ritorno compreso tra
200 e 500 anni.
in base alla pericolosità geomorfologica sono classificate:
Š
−
aree a pericolosità geomorfologica molto elevata - P.G.3 (gli interventi ivi consentiti sono descritti negli artt. 1213) definite come porzioni di territorio interessate da fenomeni franosi attivi o quiescienti;
−
aree a pericolosità geomorfologica elevata - P.G.2 (gli interventi ivi consentiti sono descritti negli artt. 12-14)
definite come porzioni di territorio caratterizzate dalla presenza di due o più fattori geomorfologici predisponenti
l’occorrenza di instabilità di versante e/o sede di frana stabilizzata;
−
aree a pericolosità geomorfologica media e moderata - P.G.1 (gli interventi ivi consentiti sono descritti negli artt.
12-15) definite come porzioni di territorio caratterizzate da bassa suscettività geomorfologica all’instabilità;
La tavola A2bis delinea: le aree a rischio (R1, R2, R3, R4); le aree a pericolosità inondazione (AP, MP, BP); le aree a
pericolosità frane (PG1, PG2, PG3); il reticolo idrografico come da Carta Idrogeomorfologica della Puglia.
Con Del. C.C. n. 143 del 14 giugno 2013, l’amministrazione ha provveduto all’aggiornamento del piano di assetto
idrogeologico – assetto geomorfologico – art. 25 delle NTA del PAI. La cartografia riportata nella tavola A2bis del quadro
conoscitivo in scala 1:35.000 e 1:5.000 riporta le perimetrazioni aggiornate con Delibere del Comitato Istituzionale del 05
luglio e del 04 ottobre 2013. L’area del centro urbano evidenzia delle aree a pericolosità geomorfologica e a conseguenti
classi di rischio individuate a seguito dello studio geologico.
Si evidenzia una fascia a media pericolosità idraulica corrispondente ad un corso d’acqua nella parte meridionale del
territorio comunale e più aree ad alta pericolosità idraulica in corrispondenza dei confini comunali.
Si individua la pericolosità geomorfologica, individuata come pericolosità geomorfologica media e moderata, in
corrispondenza di alcune aree limitrofe ai confini comunali a nord-ovest e a sud-ovest del territorio comunale. Particolare
attenzione va posta alla perimetrazione delle aree a pericolosità geomorfologica PG3 e PG2 ricadente nel centro urbano a
seguito dell’aggiornamento effettuato.
1.3.
A3 – Vincoli paesistici e zone protette
La tavola A3bis evidenzia:
−
i vincoli di cui alla Legge 8 agosto 1985, n. 431 (Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 27 giugno
1985, n. 312, recante disposizioni urgenti per la tutela delle zone di particolare interesse ambientale. Integrazioni
dell'articolo 82 del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616), detta legge Galasso.
In particolare rientrano nel territorio comunale aree tutelate dalla legge Galasso che per lo più si attestano lungo i
corsi d’acqua esistenti nella parti più a nord ed a sud del territorio comunale.
−
le Aree protette parco del Gargano (rif. legge n. 394 del 6 dicembre 1991, Legge Quadro sulle Aree Protette);
Tali aree non rientrano nel territorio comunale di San Severo.
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−
le Aree protette come Siti di Importanza Comunitaria (SIC) Natura 2000 e le Aree protette come Zone di Protezione
Speciale (ZPS) Natura 2000.
La istituzione di tali aree rinviene dalla Direttiva 92/43/CEE “Conservazione degli habitat naturali e seminaturali e
della flora e della fauna selvatiche”, detta Direttiva "Habitat", e dalla Direttiva 79/409/CEE concernente la
“conservazione degli uccelli selvatici”, che costituiscono il cuore della politica comunitaria in materia di conservazione
della biodiversità e sono la base legale su cui si fonda le rete ecologica Natura 2000.
Scopo della Direttiva Habitat è "salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché
della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato" (art 2). Per il
raggiungimento di questo obiettivo la Direttiva stabilisce misure volte ad assicurare il mantenimento o il ripristino, in
uno stato di conservazione soddisfacente, degli habitat e delle specie di interesse comunitario.
Il recepimento della Direttiva Habitat è avvenuto in Italia nel 1997 attraverso il Regolamento D.P.R. 8 settembre
1997 n. 357 modificato ed integrato dal D.P.R. 120 del 12 marzo 2003.
La Direttiva Uccelli, invece, è stata riapprovata in nuova versione con la Direttiva 2009/147/CEE ed è stata recepita
dall’Italia con la Legge n. 157 dell'11 febbraio 1992.
Tali aree non rientrano nel territorio comunale di San Severo.
−
Aree interessate dall’oasi di protezione faunistica (ex D.M. del 15/10/71).
Le aree individuate nel territorio comunale come “oasi di protezione della fauna selvatica destinate al rifugio, alla
riproduzione ed alla sosta della fauna migratoria” sono riportate nel Piano faunistico venatorio regionale 2009-2014,
in quanto recepite dal Piano faunistico provinciale 2007-2011 di Foggia che ne ha la competenza. In esso è definita,
tra le oasi di protezione esistenti, la località “Torre dei Giunchi”, istituita con DM del 15/10/1971.
−
Vincoli legge 1497/39.
I vincoli derivanti dalla legge 29 giugno 1939, n. 1497 "Protezione delle bellezze naturali" riguardano a causa del loro
notevole interesse pubblico:
1) le cose immobili che hanno cospicui caratteri di bellezza naturale o di singolarità geologica;
2) le ville, i giardini e i parchi che, non contemplati dalle leggi per la tutela delle cose d'interesse artistico o
storico, si distinguono per la loro non comune bellezza;
3) i complessi di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale;
4) le bellezze panoramiche considerate come quadri naturali e così pure quei punti di vista o di belvedere,
accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze.
Tali aree non rientrano nel territorio comunale di San Severo.
1.4.
A4 – Carta dei sistemi di terre
La tavola A4bis è stata analizzata in riferimento alla “analisi delle risorse agroforestali e dei paesaggi rurali della provincia
di Foggia” effettuata del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.). L’individuazione dei Sistemi di Terre
considera le complesse interazioni tra caratteri geomorfologici, geologici, vegetazionali, climatici e idraulici al fine di
articolare il territorio in ambiti omogenei. In particolare il territorio inquadrato nella tavola individua: alto Tavoliere, basso
Tavoliere, colline calcaree del Gargano a bassa energia di rilievo, rilievi calcarei del Gargano con altopiani carsici,
fondovalli alluvionali dei corsi d’acqua minori. Sono individuati inoltre le aree di tutela dei caratteri paesaggistici
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individuati dal P.T.C.P. Il territorio comunale di San Severo appartiene al Basso Tavoliere, ed è attraversato da fondovalli
alluvionali corrispondenti agli ambiti dei corsi d’acqua..
1.5.
A5 – Uso del suolo urbano ed agricolo
La tavola A5bis distingue il differente uso del suolo urbano e agricolo del territorio di San Severo e della zona limitrofa.
Individua a partire dal tessuto urbano continuo (A3) del nucleo cittadino, oliveti (B5) a nord, seminativi (B1) e vigneti
(B3) inframmezzati a sistemi colturali e particellari complessi (B9) a sud. La campagna è invece perlopiù utilizzata a
seminativi (B1 in aree non irrigue e B2 in aree irrigue), con vigneti (B3) e sistemi colturali e particellari complessi (B9) in
minore quantità. Sono individuate inoltre le cave abbandonate, le cave riqualificate riutilizzate a scopi agricoli ricavate
dalla carta idrogeomorfologica aggiornata messa a disposizione dall’ Autorità di Bacino. Si distinguono sulla carta gli
alberi in filari che spesso delimitano le proprietà o segnano viali di accesso alle stesse. Sulla tavola dell’uso del suolo,
sono individuate le aree relative alla riforma agraria.
1.6.
A6 – Carta storica dell’uso del suolo 1962
La tavola A6bis distingue, a partire dal suolo urbanizzato (A), colture annuali associate a colture permanenti e colture
permanenti (B) intorno al nucleo urbano, a meno di due aree, una ad ovest a seminativi in aree non irrigue (B) ed una a
sud-est di sistemi colturali e particellari complessi (B). La campagna era invece perlopiù utilizzata a seminativi in aree
non irrigue (B), con ambiti a prati e pascoli (C) ed a colture permanenti (C).
1.7.
A7 – Carta storica dell’uso del suolo 1999
La tavola A7bis distingue, a partire dal suolo urbanizzato (A), colture permanenti (B) che nella parte a sud sono
inframmezzate a seminativi in aree non irrigue (B) e prati e pascoli (C). La campagna era invece perlopiù utilizzata a
seminativi in aree non irrigue (B), con ambiti a prati e pascoli (C) ed a colture permanenti (C).
1.8.
A8 – Evoluzione dell’uso del suolo tra il 1962 e il 1999
Il confronto dell’uso del suolo alle due date mostra nella tavola A8bis:
1.9.
Š
la diminuzione delle colture annuali associate a colture permanenti;
Š
la frammentazione ed aumento delle colture permanenti;
Š
la frammentazione e diminuzione di seminativi in aree non irrigue;
Š
l’aumento di sistemi colturali e particellari complessi;
Š
la diminuzione di prati e pascoli.
A9 – Subsistemi del territorio rurale e aperto
Dalla tavola A9bis si deduce che oltre le “aree urbane” (UR), il territorio comunale è caratterizzato da “aree da
debolmente ondulate e pianeggianti del Basso Tavoliere e dei terrazzi alluvionali, a prevalente indirizzo agricolo” (T2), e
da “fondovalle alluvionali a prevalente indirizzo agricolo” (A1) in corrispondenza dell’idrografia superficiale (L1), che
derivano dal DGR N.774 del 23 marzo 2010 - Attuazione del DM n.131 del 16 giugno 2008. Sono inoltre individuati:
stagni, acquitrini e zone palustri (così come individuati nella CTR e nella Carta Idrogeomorfologica aggiornata della
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Puglia); vasche artificiali e canali artificiali (così come individuati nella CTR); reticolo idrografico; conche > 1ha
(individuate nella Carta Idrogeomorfologica della Puglia). Non sono presenti aree B, G1, G3, G4, G5, T3.
1.10.
A10 – Segnalazioni archeologiche e architettoniche e sistema dei tratturi
Nella tavola A10bis sono individuate segnalazioni archeologiche, segnalazioni architettoniche, V.A. (viabilità antica),
tratturello e tratturo che attraversano il territorio comunale, così come derivanti dalle cartografie del PUTT/P. Non sono
presenti nel territorio comunale dei vincoli archeologici e/o architettonici secondo le individuazioni del PUTT/P. Sono
individuati i beni riportati nel P.T.C.P. come “beni architettonici extraurbani e altri elementi testimoniali” comprendenti
beni del P.U.T.T./p, masserie, poste, casini, poderi, taverne, archeologia produttiva, complessi civili e religiosi, edifici
religiosi ed edicole e le ipotesi di viabilità romana di grande collegamento e secondaria. È inoltre individuata la l’ipotesi di
viabilità romana di grande collegamento e l’ipotesi di viabilità romana secondaria secondo le indicazioni del PTCP.
La tavola individua i beni diffusi nel territorio come gli edifici rurali e i beni segnalati dalla Carta dei Beni Culturali.
Attraverso lo studio di differenti fonti bibliografiche, nella tavola è individuata l’ipotesi di centuriazione Romana (fonte:
Jones, 1980, Il Tavoliere Romano) individuata nella parte a Est del territorio. Nell’approfondimento relativo al centro
abitato, si segnalano dei beni archeologici quali delle tracce di frequentazioni in età preistorica (fonte: Bonifica, n. 3-4,
1994) che individuano fossati, siti della necropoli e strutture di abitato e le tracce rinvenute nei siti neolitici di Guadone e
di S. Rocco (rif. Attualità Archeologica II, 1984).
1.11.
A11 – Vulnerabilità delle risorse idriche
La tavola A11bis individua diversi livelli di vulnerabilità: elevata (E2), elevata (E3), normale (N3), significativa (S1),
significativa (S2), significativa (S3). Buona parte del territorio comunale è a livello E3, una fascia da nord ad est è di
livello E2.
1.12.
A12 – Aree esondabili
La tavola A12bis individua le aree a pericolosità idraulica del PAI e le “Ulteriori aree soggette a potenziale rischio
idraulico” del PTCP. Oltre a quelle già individuate nella tavola A2bis, si individuano nella parte meridionale del territorio
comunale, in corrispondenza dei corsi d’acqua, ulteriori aree introdotte dal PTCP come nuovi tratti di rischio potenziale,
rimarcando zone già perimetrale dal PAI.
1.13.
Le reti infrastrutturali extraurbane
L’area di San Severo si configura come cerniera e porta di accesso al Gargano centrosettentrionale, polo di riferimento
per tutta l’area nord dei Monti Dauni e dell’area del Fortore e centro di interconnessione sulla fascia adriatica appulomolisana.
Le proiezioni territoriali del Documento strategico regionale 2007-2013 (DSR) riportano nella linea strategica denominata
“Città in rete e qualità urbana”,
alcuni obiettivi specifici che sono sintetizzati nel capitolo dedicato allo sviluppo
sostenibile, in “Consolidare, rafforzare, riqualificare, razionalizzare e, dove necessario, disegnare le reti funzionali e le
trame di relazione che […] connettono i luoghi abitati, di produzione e di consumo, quelli storici, quelli naturalistici e di
svago.”
Gli elementi strategici della rete sono costituiti dai capisaldi (aree-cerniera) presenti alle diverse scale territoriali, fra cui
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appunto quello di San Severo, considerato centro di riferimento dell’Alto Tavoliere (agricoltura, marmo di Apricena) porta
di accesso al Gargano centro-settentrionale e polo di riferimento per l’area nord dei Monti Dauni; e connessione con il
sistema economico di Termoli-Molise.
La valenza dell’area periurbana e della mobilità infrastrutturale della Città è riconosciuta dalla programmazione
Provinciale che su di essa si concentra con la progettazione in itinere relativa alla nuova tangenziale da realizzarsi nei
settori, nord, nord-est (prossimità casello autostrada A.14) e est/sud-est fino all’innesto della SS.16 sulla viabilità
congiungente Foggia - S. Severo (comunale nel tratto nord). La valenza periurbana è confermata anche dal nuovo
progetto ferroviario definito variante di Apricena. Il progetto in esame prevede, in sintesi, la realizzazione di una galleria,
l’avvicinamento della ferrovia al popoloso abitato di Apricena con la costruzione di una nuova stazione e l’adozione di un
nuovo tracciato fino a San Nicandro (variante di Apricena) che consentirà di ridurre di 4 km circa la lunghezza della linea
e di entrare nella stazione di San Severo da nord in modo da garantire i collegamenti da/per Foggia (Bari) senza
necessità di inversione di marcia, oltre che l'elettrificazione della tratta.
“La notevole estensione dell’area “influenzata” dalla Città, va oltre l’Alto Tavoliere, unitamente all’assenza di
interconnessioni dirette delle arterie stradali prioritarie (A.14, SS.89, SS.16, SS.272), determinano a fronte
dell’importanza dell’area, anche la strategicità di un suo potenziamento lungo la direttrice EST-OVEST, utilizzando il piano
di sedime della rete viaria esistente di strade provinciali e comunali”. In questo modo si potrebbe realizzare il
collegamento integrale del Casello A14 di S. Severo con le reti statali decongestionandolo dal traffico urbano.
Le componenti essenziali del sistema infrastrutturale extra-urbano risiedono nelle seguenti direttrici:
ƒ
Ferrovie dello Stato, tratto Otranto – Bologna
ƒ
Ferrovia Garganica, tratto San Severo-San Nicandro Garganico e tratto San Severo-Apricena
ƒ
Autostrada A.14
ƒ
Strada Statale n.16, tratto Foggia-Termoli
ƒ
Strada Statale n.272, tratto San Severo-San Marco in Lamis
ƒ
Strada Statale n.89, San Severo-Apricena
ƒ
Strada Statale n.160, San Severo-Lucera
ƒ
Strada Provinciale n.29
ƒ
Strada Provinciale n.35, San Severo-Lesina
ƒ
Strada Provinciale n.142, San Severo-San Paolo in Civitate
ƒ
Strada Provinciale n.30, San Severo-Torremaggiore
ƒ
Strada Provinciale n.16, San Severo-Castelnuovo della Daunia
ƒ
Via Foggia, in prosecuzione urbana della Strada Statale n.16, tratto Foggia-San Severo
Quelli evidenziati in grassetto individuano anche gli assi territoriali, strutturanti del sistema urbano.
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Piano Urbanistico Generale
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EDIFICATO URBANO
1.14.
Considerazioni generali sulla forma urbana
La prima forma pianificata della città risale ai primi Piani Regolatori redatti a seguito della costruzione della stazione
ferroviaria nel 1862.
Questi piani, come quello del 1885 improntato sulla base di numerose altre esperienze analoghe dell'epoca, offrono un
modello di sviluppo della città basato su un ridisegno del sistema stradale. La struttura radiocentrica convergente sul
sistema stradale del centro storico viene “camuffata” e in parte sostituita da un nuovo disegno stradale a maglia
ortogonale che consente percorsi diversi senza passare per il centro. La stazione ferroviaria con il fascio dei binari
diventa il limite occidentale di questo disegno e la misura della massima estensione del nuovo sistema anche sugli altri
tre lati.
Questa esigenza di un sistema stradale a maglia ortogonale, motivato anche da ragioni igienico-sanitarie, ha permesso la
formazione di un tessuto urbano abbastanza omogeneo e raccolto, con distanze ridotte tra un centro sempre più
caratterizzato dalla permanenza delle principali funzioni terziarie e di servizio e una periferia a vocazione e
specializzazione residenziale. Appartengono a questo periodo alcuni degli elementi urbani più caratteristici della città
come la diramazione a tridente del viale Matteotti o l'asilo inabili Marchesa di Grumo.
L'indubbia efficacia e semplicità del piano ottocentesco si manifesta e ripercuote per lungo tempo. Il disegno, pur
adeguato e corretto in certe situazioni, costituisce la base per la rapida crescita della città fino a tutta la prima metà del
secolo successivo. (È in questo periodo che la città subisce la sua crescita più significativa: la popolazione passa dai
17.500 abitanti dell'Unità d'Italia ai 28.500 del 1901 e ai 51.000 del 1961).
Fino a metà degli anni '60 la città infatti segue questo sviluppo logico, e continua a crescere confermando questa tipica
organizzazione del tessuto a piccoli blocchi ortogonali di forma approssimativamente quadrata e non superiori ai 40 metri
di lato, orientati diversamente nei diversi settori urbani; in questo periodo vengono segnalate le costruzioni dei primi
grandi edifici pubblici: gli istituti scolastici De Amicis e Pascoli, l'edificio in via Ergizio già sede del liceo classico Tondi,
l'ospedale Masselli, il Teatro Comunale, l'asilo infantile Trotta, il campo sportivo Ricciardelli, la Villa Comunale, ecc.
Questo disegno ha conferito un apparente ordine e compattezza all'organismo urbano, seppure la mancanza di un
sistema di regole più preciso circa l'edificazione e la riedificazione degli edifici all'interno dei blocchi ha permesso
operazioni di edificazione e sostituzione edilizia incongrue e contrastanti con il resto del tessuto. La mancanza di spazi
per attrezzature e servizi espressamente destinati a tale scopo dal piano (fatta eccezione per le piazze o gli " slarghi"),
ha fortemente ostacolato la formazione di un moderno sistema di servizi pubblici esteso all'intera città: al di là di alcuni
episodi isolati come gli edifici pubblici citati e i pochi aggiuntisi in tempi recenti, la città è connotata da una marcata
carenza di spazi connettivi e di servizio, soprattutto aree verdi e parcheggi.
Dal piano del 1971 in avanti la città perde anche la sua compattezza. Le consistenti aree di espansione ipotizzate, tra le
quali il P.E.E.P. gioca un ruolo significativo, si ammassano casualmente lungo il perimetro della città edificata invadendo
il sistema di vigneti e uliveti limitrofo (che fino ad allora con la sua presenza aveva sostituito e in parte compensato la
carenza di spazi verdi e giardini), interrompendo per larghi tratti il rapporto privilegiato tra città e campagna conservatosi
fino ad allora. Si è tentato di recuperare attraverso tali aree di espansione il deficit di verde e servizi accumulato nella
città consolidata; per questo la logica dell'isolato è stata bruscamente accantonata: i nuovi quartieri si caratterizzano per
la presenza di edifici privi di un rapporto fronte-strada come quelli del resto della città, collocati secondo un disegno
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approssimativo e senza il beneficio derivante dalla contemporanea realizzazione degli standard urbanistici previsti (sia dal
PRG che dal piano attuativo, molto spesso rimasti sulla carta o attuati in modo deludente e difforme dalla previsione).
I problemi di congestione derivanti dal traffico extra-urbano venivano risolti con la creazione di una bretella di
circonvallazione della SS. 16 tracciata, come per altre realtà urbane (Foggia innanzitutto), a grandissima distanza
dall'abitato (probabilmente per non entrare in conflitto in futuro con il processo di accrescimento urbano) rendendola per
contro del tutto inutilizzabile ai fini della circolazione urbana.
Sul finire degli anni '70, sulla scia dei provvedimenti legislativi a livello nazionale, si pone l'esigenza di avviare reali
politiche di rivitalizzazione per il centro storico e i suoi borghi immediatamente esterni. Mancando indicazioni precise nel
PRG vigente, il compito viene affidato ad alcuni programmi e piani attuativi (Piani di coordinamento operativo e Piani di
recupero), apprezzabili nei contenuti teorici, ma incapaci di promuovere interventi concreti ed una reale riqualificazione.
(Questi piani, sottovalutando le difficoltà derivanti dall'estremo frazionamento della proprietà fondiaria, erano basati sulla
costituzione di comparti volontari, mai costituitisi per le grandi difficoltà a rintracciare una linea d'azione comune e
vantaggiosa per tutti e comunque mai incentivati e promossi da un'azione amministrativa pubblica).
La mancanza di aree per attività produttive nel piano del 1971 (le uniche allora previste erano quelle già esistenti
inglobate nel perimetro urbano: prevalentemente cantine e frantoi), costringe negli ultimi anni a prevedere un grande
comparto produttivo di espansione lungo la via Foggia. Questo comparto è frutto di tre provvedimenti distinti:
1. il principale, di iniziativa comunale più a ridosso della città, realizzato attraverso l'istituto del PIP (Piano per gli
Insediamenti Produttivi);
2. un secondo, di iniziativa regionale, più distante, con un’ipotesi di urbanizzazione attraverso la procedura dei Piani
consortili per l'Area di Sviluppo Industriale (piano A.S.I.), che oggi risulta largamente sovradimensionato e attuato solo in
minima parte (al 40% per la parte comunale e quasi per niente per la parte regionale), soprattutto per la difficoltà a
rintracciare una domanda locale di spazi produttivi svincolata dal settore produttivo trainante agro-alimentare;
3. un terzo, spontaneo, a ridosso del PIP lungo la ferrovia per Foggia rilasciando una serie di autorizzazioni ad edificare
in deroga.
Le aree che il PRG destinava allo scopo venivano invece fatte oggetto di una variante normativa che consentiva la
conversione dei manufatti esistenti in un tessuto misto produttivo, terziario e residenziale.
Infine occorre menzionare la straordinaria consistenza del territorio agricolo esterno alla città, luogo privilegiato della
principale attività economica cittadina, miracolosamente sfuggito alla disciplina del PRG vigente e nel tempo anche ad
episodi edilizi più o meno spontanei ed autorizzati, al contrario di quello che è avvenuto e sta accadendo in altre realtà
urbane vicine come Foggia (al censimento del 1991, su un totale di 19.178 abitazioni presenti, 18.423 risultano
concentrate nei 400 Ha. del perimetro urbano e solo 755 risultano dislocate nei restanti 32.900 Ha del territorio
agricolo).
La sua integrità deriva da una tradizione storica che ha abituato a considerare il territorio agricolo come luogo di lavoro e
non di residenza, è imputabile al buono stato di salute del settore produttivo agricolo, che ha fin qui dissuaso da
iniziative edilizie che ne sottraggano spazi e funzionalità e ha potuto sempre contare sulle "generose" previsioni
edificatorie nei piani urbanistici che hanno tenuto alto il ritmo di produzione edilizia all'interno del nucleo urbano
disincentivando una ricerca di soluzioni abitative alternative all'esterno.
Questa condizione inedificabile va salvaguardata ad ogni costo, con una disciplina urbanistica in grado di rilanciare e
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promuovere i tradizionali prodotti del settore agro-alimentare.
L'elemento più rilevante di questa lettura della forma urbana (conseguenza probabile dell’infelice struttura del PRG
vigente) resta ad ogni modo la scarsità di aree e attrezzature di servizio. Si pensi che la metà della dotazione media
nazionale e circa 1/3 della dotazione minima prescritta per legge dalla vigente legislazione (18 mq./abitante).
In una fase di sviluppo urbano come quella che stiamo vivendo, in cui sono stati definitivamente soddisfatti i bisogni
quantitativi e in cui gli stili di vita e le aspirazioni della popolazione evolvono rapidamente alla ricerca di sempre migliori
condizioni del vivere, dell'abitare o del lavorare, occorre un Piano che si misuri realmente con queste problematiche,
fornendo soluzioni praticabili per recuperare rapidamente la situazione di deficit andata accumulandosi fin qui.
1.15.
A13 – Sistema della mobilità
Ad un primo esame, nella dimensione territoriale l'attuale sistema non presenta particolari anomalie o problemi; l'attuale
domanda di trasporto a scala extraurbana viene smaltita abbastanza efficacemente dall'attuale rete stradale e ferroviaria,
secondo le distinzioni di cui al precedente paragrafo 1.13.
La mobilità interna al tessuto urbano invece presenta diversi problemi e contraddizioni e, perciò occorre pensare ad una
significativa strategia di riqualificazione e riorganizzazione.
La tavola A13bis del Quadro Conoscitivo in particolare, evidenzia: l’autostrada A.14 che attraversa il territorio comunale
ad est del nucleo urbano; le statali SS.16, SS.89, SS.272, SS.160; le strade provinciali e le strade secondarie urbane ed
extraurbane. Evidenzia inoltre la viabilità di previsione riguardante la tangenziale est riportando il tracciato provvisorio
del progetto preliminare di competenza della Provincia di Foggia. Nella tavola è riportato il tracciato della ferrovia, nei
suoi due tracciati (RFI e Garganiche) e il tracciato in fase di realizzazione della variante di Apricena.
Per quanto attiene alle previsioni per la tangenziale est la stessa è stata inserita come elemento del quadro conoscitivo e
non anche quale invariante delle previsioni strutturali in quanto, pur esistendo alla data di redazione della presente una
progettazione preliminare in stato avanzato di definizione, si specifica che l’approvazione del tracciato è soggetto a taluni
pareri di Enti regionali. In particolar modo risulta in essere una Conferenza di Servizi per l’acquisizione del Parere della
Soprintendenza per i Beni Archeologici e dell’Ufficio Regionale Paesaggio. L’attuazione della progettazione e realizzazione
della stessa, per la parte già oggetto di finanziamento regionale (tratto nord), è prevista a mezzo di appalto integrato
con progettazione definitiva ed esecutiva a carico del soggetto aggiudicatario dei lavori di realizzazione.
Si precisa che il tratto più a nord che coincide con una parte del percorso tratturale denominato “BRACCIO 10 –
NUNZIATELLA – STIGNANO” ha determinato una Variante al Piano Comunale dei Tratturi (PCT), redatto ai sensi dell’art.
2 comma 3 della Legge Regionale n. 29 del 23 Dicembre 2003, ed approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 55
dell’11.10.2010. Tale variante si è resa necessaria a seguito della richiesta di parere, da esprimere in Conferenza di
Servizi Preliminare, promossa dall’Amministrazione Provinciale di Foggia, sul “Progetto Preliminare Tangenziale est di san
severo – lotto 1 – Tratto di collegamento tra Km 639 + 075 della S.S. 16 Adriatica ed il casello autostradale”.
Essendo in essere la definizione del tracciato definitivo (nella sua porzione est), che potrebbe divergere da quello
preliminare, in quanto lo stesso dipende dall’esito negativo di eventuali saggi di scavo preventivo nelle zone in cui il
tracciati intercetta aree interessate da segnalazioni archeologiche, lo stesso determinerà un’invariante strutturale solo a
definitiva approvazione.
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1.16.
A14 – Espansione urbana e PRG vigente
La tavola A14bis del Quadro Conoscitivo contiene la cartografia generale del PRG e del Piano Comunale dei Tratturi,
l’individuazione dei piani attuativi in genere, gli ambiti dei programmi complessi e le varianti puntuali.
Il PRG distingue le zone omogenee in:
A – Centro storico; B – Residenziale esistente; C – Residenziale in espansione; D – Zona attività produttiva; Ex zona
attività produttiva; E – Zone agricole; G – Zone a carattere commerciale e direzionale; Piano per l’edilizia economica e
popolare (PEEP); Accordo di programma; Zone per attrezzature non costituenti standard; Aree per spazi pubblici
attrezzati a parco e per il gioco e lo sport; Aree per attrezzature di interesse comune; Verde privato vincolato; Aree di
rispetto cimitero; Area di rispetto stradale; Linea ferroviaria; Area di rispetto linea ferroviaria; Piano esecutivo “Città
Giardino”; Programma integrato ex legge 203/91; Piano delle aree per Insediamenti Porduttivi (P.I.P.) di via Foggia
approvato con D.P.G.R. n. 1596 – 20/06/77; Ex macello; Aree ex L. n. 47/1985 e ex L. n. 724/1994 e ex D.L. n.
269/2003; Aree per parcheggi; Aree per l’istruzione; Zone F – aree per le attrezzature pubbliche di interesse generale.
Il Piano Comunale dei Tratturi (P.C.T.), licenziato favorevolmente dalla Conferenza di Servizi del 1.07.2009 e adeguato in
seguito con una variante approvata con D.C.C. n.55 del 11.10.2010, distingue le zone di competenza del piano in:
E1, agricola salvaguardia culturale; TS, terre salde; ACQ, canali ed acque pubbliche; PV, pista verde; SS16, viabilità
speciale, STR, viabilità ordinaria; F, area per attrezzature e servizi collettivi; Area tratturale, RF, rispetto ferroviario; FS,
ferrovia; RS, rispetto stradale, DE, attività produttive future; E2, agricola rispetto culturale; FP, parco pubblico
attrezzato; VP, verde pubblico.
La tavola in esame identifica inoltre i piani attuativi di seguito elencati:
-
ZONA 1 - Piano di Zona di cui alla legge 167/1962 (con delibera di Consiglio Comunale n. 216 del 4 maggio 1976 è
stato approvato il 1° piano Pluriennale di Attuazione comprendente la zona A del PEEP, con delibera di consiglio
comunale n. 168 del 22 aprile 1977 è stato approvato il 2° piano Pluriennale di Attuazione comprendente il
comparto B del Piano di Zona);
-
ZONA 2 - Piano di Zona di cui alla legge 67/1962 (con delibera di Consiglio Comunale n. 454 del 20 settembre 1963
è stato adottato il comparto C del PEEP);
-
ZONA 3 - Piano di Lottizzazione zona G;
-
ZONA 4 - Piano di lottizzazione zona C1 denominato Lottizzazione Città Giardino (adottato con delibera di Consiglio
Comunale n. 93 del 17 giugno 1996).
Si individuano per conoscenza i Territori Costruiti individuati dal Comune di San Severo a seguito della D.C.C. . n. 16 del
14 Marzo 2011 che non hanno terminato l’iter di approvazione (art. 1.03 p.to 5 delle N.T.A. del P.U.T.T./p - D.C.C. n. 16
del 14 Marzo 2011).
Oltre alla individuazione dei perimetri dei Piani attuativi comunque denominati, si riporta il perimetro dell’ambito del
Programma Integrato di Riqualificazione delle Periferie (P.I.R.P. “Quartiere San Bernardino”) e dell’ambito di
Rigenerazione Urbana definito dal D.P.R.U. (che ricomprende il nucleo antico ed il tessuto urbano consolidato a nord-est
fino al quartiere San Bernardino, ai sensi della L.R. 21/2008), delle varianti urbanistiche puntuali anche a seguito di
sanatorie edilizie e i perimetri degli Accordi di Programma.
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Le ulteriori previsioni di PRG individuate in ambito extraurbano e le varianti puntuali al Piano sono meglio individuate in
una rappresentazione specifica che ricomprende un più ampio inquadramento. In particole le varianti puntuali (Variante
urbanistica ex art. 5 DPR 447/98) sono individuate con delle sigle numerate. Sono anche individuate alcune industrie
fuori zona non ricomprese nell’ambito urbano individuate dagli elenchi del D.P.G.R. n. 4629/75.
VARIANTE URBANISTICA EX ART. 5 DPR 447/98
Cod_V
ditta
note
varie
V1
IRRIAGRO SRL
Adottata nella Conferenza di Servizi del 27/06/2005 approvata dal Consiglio Comunale con la Delibera n.
98 del 10/10/2005
Approvazione di variante urbanistica da Zona "E" a "Zona D area per impianti commerciali connesse all'attività agricola" per
la realizzazione di struttura per il deposito e la vendita di
attrezzature e prodotti per l'agricoltura e giardinaggio.
V2
MENNELLA
Adottata in Cds - Approvata in Consiglio Comunale
con Delibera n. 35 del 27/6/2012
Variante allo strumento urbanistico, per la realizzazione di un
impianto produttivo a servizio dell'azienda di trasporti,
V3
IMMOBILIARE CEEM 2
S.R.L.
Approvata in Consiglio Comunale con Delibera n. 39
del 3/6/2010 - Rilasciata autorizzazione unica n.
240/Suap del 6/6/2011
Variante al PRG sul terreno sito in agro di San Severo, S.P. via
Fortore (ex S.S. 16),
V4
ROMANO ANTONIO
Approvata in Consiglio Comunale con delibera n. 56
del 21 Ottobre 2011
Variante urbanistica per riconversione attività produttiva su S.P.
per Torremaggiore
V5
LA MARRA ANTONIO
Approvato in Consiglio Comunale con Delibera n. 75
del 20/12/2010
Variante urbanistica da Verde Agricolo "Zona E" del vigente PRG,
a zona D - attività commerciale a basso impatto urbanistico
V6
ORLANDO S.r.l.
Approvata in Cds - in attesa di approvazione in
Consiglio Comunale
Variante urbanistica per la costruzione di strutture destinate alla
vendita di macchine del settore agricolo
V7
F.LLI TENACE ANR E
TENACE RAFFAELE
Adottata in Cds - Approvata in Consiglio Comunale
con Delibera n. 36 del 27/6/2012
Variante urbanistica per l'ampliamento dell'attività produttiva
destinata ad attività di assemblaggio e vendita di pezzi di
ricambio di autoveicoli
V8
IMMOBILIARE DI
CARLO SNC
Approvata in Consiglio Comunale con delibera n . 57
del 21/10/2011
Variante urbanistica per l'ampliamento dell'attività esistente per
attività produttiva commerciale/artigianale,
V9
NIRO DEI F.LLI
VALDEMIRO &
EDGARDO NIRO SNC
Adottato in Conferenza di Servizi del 2/7/2007 approvato dal Consiglio Comunale con Delibera n. 53
del 5 agosto 2008
Variante urbanistica per la realizzazione di un complesso per la
vendita e il deposito di materiale edile lungo la Strada Statale n.
89 Garganica - foglio 33 - p.lla 213
V10
VILLANI LEONARDO
Variante adottata nella Conferenza di Servizi del
31/1/2007 - Approvata con la Delibera di Consiglio
Comunale n. 85 del 5/7/2007
Variante urbanistica per la realizzazione di una struttura
turistico-ricettiva sui terreni siti in agro San Severo, lungo la
Strada Provinciale per Sannicandro G.co
V11
DE VIVO LUIGI - BIOS
IMMOBILIARE
Adotta in Cds il 16/10/2007 e approvata in Consiglio
Comunale con la Delibera n. 33 del 29/5/2005
Variante urbanistica per la realizzazione di una struttura
destinata ad Albergo/Sala Ricevimenti
V12
RAMUNNO GRAZIA
Approvata in Consiglio Comunale con Delibera n. 44
del 22/06/2010.
Variante urbanistica sul terreno localizzato in contrada "Demanio
San Ricciardi", foglio 61, p.lla 18, da Verde Agricolo "Zona E" del
vigente P.R.G.
V14
LUFA SERVICE S.R.L.
- amm
Rilasciata autorizzazione unica n. 735 del 29/01/2008
Variante urbanistica per la trasformazione di un insediamento
agricolo ad attività produttiva di compostaggio
V13
MAZZEO S.R.L.
Approvata in Consiglio Comunale con delibera n. 104
del 2007 - Autorizzazione Unica n. 3/2008
Variante urbanistica da Verde Pubblico a Zona per l'ampliamento
dell'impianto produttivo destinato all'assemblaggio di materie
plastiche
Per maggiore chiarezza sullo stato giuridico, sono individuati sulla tavola le aree a pericolosità idraulica e geomorfologica
del PAI.
Un ulteriore rappresentazione specifica evidenzia lo sviluppo urbano edificato della città a diverse epoche significative
(antica, 1885, successiva al PRG 1885, successiva al 1948).
Piani di Settore, Integrati e Complessi
-
Piano per gli Insediamenti Produttivi (PIP)
Il PRG vigente prevede un Piano delle aree per Insediamenti Produttivi (P.I.P.), non ancora esaurito. Il Piano in
parola, situato su via Foggia, è stato infatti approvato con D.P.G.R. n. 1596 del 24.06.77 ed ha subito tre varianti:
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•
1^ variante per la dismissione del 1° tratto della S.S. n. 16 per Foggia (approvato con D.C.C. n. 14 del 26.01.81 e
n. 202 del 20.01.83);
•
2^ variante per salvaguardia dell’elettrodotto esistente e previsione del centro ingrosso Capitanata srl (approvata
con D.C.C. n. 201 del 29.09.90 e n. 270 del 18.12.90);
•
3^ variante per la destinazione ad attività produttive del parcheggio pubblico già previsto fra le strade vicinali
“Schiavetta” e “Croce Santa Schiavetta” approvata con D.C.C. n.26 del 08.02.92 e n. 19 del 20.02.93.
Tale piano è attuato solamente nella parte a nord prossima alla città, mentre resta da attuare la parte a sud.
-
Piano Comunale dei Tratturi
Il Piano Comunale dei Tratturi per il comune di San Severo, licenziato favorevolmente nella Conferenza di Servizi del
1.07.2009, è stato redatto ai sensi della legge regionale 23 dicembre 2003, n. 29 “Disciplina delle funzioni
amministrative in materia di tratturi”. Il piano si è adeguato in seguito con una variante approvata con D.C.C. n.55
del 11.10.2010 per l’adeguamento all’area di sedime della tangenziale est. Il piano contiene al suo interno l’analisi dei
Tronchi Armentizi riguardante la proprietà del suolo demaniale, l’accessibilità e lo stato di fatto del tratturo regio
Aquila-Foggia, del tratturo regio Celano-Foggia, del braccio regio Nunziatella-Stignano, del braccio regio Pozzo delle
capre-fiume Triolo. Nella parte progettuale, il PCT effettua l’alienazione e la pianificazione delle aree armentizie.
Effettua anche dei progetti di riqualificazione e valorizzazione dei tratturi. A livello urbanistico il piano comunale dei
tratturi individua delle aree agricole differentemente tipizzate, delle aree produttive esistenti e di previsione e alcune
aree per attrezzature e servizi collettivi, a parco attrezzato e a verde pubblico.
-
Piano Generale del Traffico Urbano (P.G.T.U.)
Il Piano Generale del Traffico Urbano, adottato con Delibera della Giunta Comunale n.138 del 25 marzo 2008,
effettua nella sua prima parte una analisi generale sullo stato di fatto della città. Regolamenta la mobilità lenta, sia
essa pedonale che ciclabile, la circolazione veicolare e i principali incroci cittadini.
-
Piano acustico
Il Comune di San Severo è dotato di un piano di zonizzazione acustica risalente al 1998 redatto secondo la normativa
all’epoca vigente. A seguito dell’ “Intervento finanziato dall’U.E. sul P.O.R. PUGLIA 2000-2006, MISURA 5.2 Azione
4°” è stato redatto un “Monitoraggio Acustico e Piano delle Priorità degli interventi”. Tale documento è suddiviso in
tre fasi: La Prima fase analizza la Situazione Territoriale Esistente, la seconda fase effettua il monitoraggio Acustico,
la terza fase comprende la zonizzazione acustica, il Piano di Risanamento e la revisione e l’integrazione delle “Norme
Tecniche di Attuazione dei regolamenti Edilizio e di Igiene per la componente Rumore”.
-
Piano delle Vibrazioni
Il Comune di
San Severo ha effettuato un Censimento dei ricettori sensibili alle vibrazioni, monitoraggio delle
sorgenti, aggiornamento e integrazione normativa per la componente vibrazioni elaborando delle Norme tecniche di
Attuazione Integrative dei Regolamenti Edilizio e di Igiene per le componenti rumore e vibrazione. Effettua una
zonizzazione e regolamenta le attività.
-
Piano Elettromagnetico
Il Comune di San Severo, ha elaborato in data 15/09/2009 lo “Stato Elettromagnetico del Territorio”. Lo studio è
stato suddiviso in tre pari: raccolta dei materiali inerente le sorgenti, censimento delle sorgenti sull’intero territorio
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comunale, analisi delle informazioni raccolte ed aggiornamento del catasto. Lo studio consta di una relazione tecnica
con allegati e di elaborati grafici per l’individuazione delle sorgenti.
-
Piano dell’Inquinamento Atmosferico
Nell’ambito della programmazione regionale 2000-2006, il Comune di San Severo ha concorso ai bandi POR con
particolare riferimento ai “Servizi per il miglioramento della qualità dell’ambiente nelle aree urbane” ed ha approvato
il progetto “Monitoraggio dell’aria” realizzato con finanziamento a carico della Regione Puglia. A seguito di tre
campagne di monitoraggio, sono stati forniti i risultati in un apposita relazione conclusiva.
-
Piano Integrato di Riqualificazione delle Periferie (P.I.R.P.)
Il Piano Integrato di Riqualificazione delle Periferie è stato redatto per l’area denominata “San Bernardino” ed
approvato con delibera di Consiglio Comunale n. 55 del 14 maggio 2007. L'area presenta una situazione confusa e
priva di alcuna regola, all'interno della quale convivono residenze, attività artigianali e insediamenti produttivi,
attrezzature pubbliche e grande distribuzione commerciale. Non ci sono aree verdi, non esistono spazi pubblici di
aggregazione e non ci sono spazi aperti attrezzati. Il Piano mira a migliorare questi aspetti attraverso una serie di
interventi da effettuare nell’area. La giunta comunale ha deliberato di avviare una variante al PIRP.
-
Programma Integrato di Rigenerazione Urbana (D.P.R.U.)
Il Comune di San Severo ha adottato il Documento Programmatico per la Rigenerazione Urbana “Oltre i luoghi
comuni” con delibera del consiglio comunale n. 40 del 4 luglio 2011.
Si prevedono 14 ambiti di intervento localizzati all’interno del centro urbano.
-
P.E.A.S.- Patto dei Sindaci
Il Piano si propone come strumento strategico che vede operare in modo sinergico e interconnesso l’Agenda 21
Locale con il Piano di Azione per l’Energia avendo come obiettivo la riduzione del 20% delle emissioni di CO2 entro il
2020. Per raggiungere tali obiettivi, il comune utilizza il Piano d’Azione per l’Energia Sostenibile (SEAP).
-
Piano Faunistico Provinciale – Provincia di Foggia
Il Piano faunistico provinciale per la provincia di Foggia, modificato ed integrato con l’istituzione del parco regionale
Fiume Ofanto approvato con delibera n. 49 del Consiglio Provinciale del 7 maggio 2009, interessa anche l’aera di San
Severo. La località di interesse è quella denominata Torre dei Giunchi con un estensione dell’oasi di protezione di
3400 Ha. Il piano faunistico, nel suo complesso, mira ad essere un punto di riferimento importante per tutti i soggetti
che a vario titolo intervengono nella conservazione e gestione delle risorse naturali e faunistiche.
-
la tutela delle risorse territoriali (il suolo, l’acqua, la vegetazione, la fauna, il paesaggio, la storia dei beni
culturali e quelli artistici), la prevenzione dei rischi derivanti da un loro uso improprio o eccessivo rispetto alla
sua capacità di sopportazione, la valorizzazione delle loro qualità suscettibili di fruizione collettiva;
-
la corretta localizzazione degli elementi del sistema insediativo (residenze, produzione di beni e di servizi,
infrastrutture per la comunicazione di persone, merci, informazioni ed energia) che hanno rilevanza
sovracomunale;
-
le scelte d’uso del territorio le quali, pur non essendo di per sé di livello provinciale, richiedono ugualmente un
inquadramento per evitare che la sommatoria delle scelte comunali contraddica la strategia complessiva
delineata per l’intero territorio provinciale.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
24
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
-
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.)
Il piano redatto come prima bozza nel 2003, è stato aggiornato al Codice dei beni culturali e del paesaggio del 2004
ed è stato approvato in via definitiva con deliberazione del Consiglio Provinciale n. 84 del 21.12. Esso ha permesso
una regolamentazione del territorio foggiano. Il piano evidenzia per l’area di San Severo, i principali caratteri legati ai
beni storici e paesaggistici. Le competenze del PTCP si esplicano in tre grandi aree:
-
Piano urbanistico Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTTP/p)
Il Comune di San Severo, con delibera del consiglio Comunale n. 16 del 14 Marzo 2011,
ha approvato la
“Perimetrazione dei Territori Costruiti come definiti dal punto 5 dell’art. 1.03 delle NTA del PUTTP/p” esplicitata
attraverso una relazione tecnica e delle tavole di progetto. Nella sua maggiore accezione il Piano Urbanistico
Territoriale Tematico per il Paesaggio (PUTT/P), in adempimento a quanto disposto dalla legge 08.08.85 n.431 e
dalla legge regionale 31.05.80 n.56, disciplina i processi di trasformazione fisica e l'uso del territorio allo scopo di:
tutelare l’identità storica e culturale dello stesso, rendere compatibile la qualità del paesaggio, delle sue componenti
strutturanti con il suo uso sociale, promuovere la tutela e la valorizzazione delle risorse disponibili. Il PUTT/P sotto
l'aspetto normativo si configura come un piano urbanistico territoriale con specifica considerazione dei valori
paesistici.
-
Piano Stralcio per L’Assetto Idro-geologico - Perimetrazioni dell’autorità di Bacino
L’autorità di Bacino della regione Puglia, con delibera del Comitato Istituzionale n. 55 del 2009, ha modificato la
perimetrazione dell’area a pericolosità idraulica per i siti ricadenti nel comune di San Severo, ridefinendola e
classificandola ad Alta, Media e Bassa Pericolosità idraulica. Inoltre con Del. C.C. n. 143 del 14 giugno 2013,
l’amministrazione ha provveduto all’aggiornamento del piano di assetto idrogeologico – assetto geomorfologico – art.
25 delle NTA del PAI. Le perimetrazioni considerate sono quelle aggiornate con Delibere del Comitato Istituzionale
del 05 luglio e del 04 ottobre 2013.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
25
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.17.
A19 – Confronto numero abitazioni
L’elaborato A19bis del Quadro Conoscitivo confronta il numero di abitazioni rispetto ai Comuni limitrofi alle date 1971,
1981, 1991, 2001. La classificazione è effettuata per fasce numeriche individuate da colori diversi. Rispetto alla
classificazione fatta, all’ultima data il numero di abitazioni risulta aumentato rispetto agli anni precedenti.
1.18.
Edifici ad uso abitativo per epoca di costruzione
Abitazioni per epoca di costruzione
epoca
<1919
1919‐1945
1946‐1961
1946‐1961
1961‐1971
1972‐1981
1982‐1991
>1991
ignota
Totale
abitaz. 2.425
2.744
4.051
3.707
1971
stanze
4.983
5.608
11.037
13.044
806
13.733
1.693
36.365
%st.
abitaz. 13,70
2.021
15,42
1.961
30,35
3.293
35,87
3.507
3.772
4,66
100,00
14.554
1981
stanze
5.035
4.696
10.857
13.705
15.279
49.572
%st.
abitaz. 10,16
1.877
9,47
1.382
21,90
3.186
27,65
3.744
30,82
4.394
2.040
100,00
16.623
1991
stanze
5.312
4.288
10.948
14.607
18.125
8.185
61.465
2001
%st.
abitaz. stanze
8,64
2.466
6.950
6,98
1.783
5.370
17,81
3.151
10.086
23,76
4.060
14.801
29,49
4.402
16.602
13,32
3.323
12.280
2.963
10.674
%st.
9,05
7,00
13,14
19,28
21,63
16,00
13,91
100,00
100,00
22.148
76.763
numero di stanze per epoca di costruzione ai vari censimenti
ignota
>1991
1982‐1991
1972‐1981
2001
1991
1961‐1971
1981
1971
1946‐1961
1946‐1961
1919‐1945
<1919
0
2.000
4.000
6.000
8.000
10.000
12.000
14.000
16.000
18.000
20.000
Fonte: dati ISTAT.
Dall’analisi effettuata si evince che la gran parte degli edifici residenziali sono stati costruiti tra gli anni ’50 e gli anni ’80,
con un picco rilevabile negli anni 1972-1981.
Tali dati, intersecati con il numero medio di stanze per abitazione, mostrano la compresenza di stanze costruite in
epoche differenti negli stessi edifici fino agli anni ’60, invece per gli edifici di più recente costruzione tale compresenza
viene ad annullarsi, essendo gli edifici costruiti dagli anni ’90 in poi non oggetto di ristrutturazioni rilevanti né
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
superfetazioni.
1.19.
A15 – Morfologia edificato e numero piani (Edifici ad uso abitativo per n. piani fuori terra)
La tavola A15bis del Quadro Conoscitivo evidenzia, al di là del centro storico, il numero di piani degli edifici residenziali
(da 1 a 6 piani fuori terra), ed in parallelo rappresenta gli edifici residenziali allineati nei blocchi e gli edifici residenziali
non allineati nei blocchi. La gran parte degli edifici risulta essere a 2 piani fuori terra, ed in misura minore a 3 piani fuori
terra, come risulta evidente anche dal grafico sottostante.
Edifici ad uso abitativo per numero di piani fuori terra ‐ anno 2001
piani
1 piano
2 piani
3 piani
n. edifici
830
4803
1578
7%
più 544
Totale
7.755
11%
20%
1 piano
2 piani
62%
3 piani
più Fonte: dati ISTAT.
1.20.
A21/24 – Confronto numero stanze al 1971, 1981, 1991, 2001
Le tavole dalla A21bis alla A24bis del Quadro Conoscitivo classificano i Comuni in base al numero di stanze per
abitazione alle date 1971, 1981, 1991, 2001, considerando un intorno di San Severo con raggio di 100 Km. Si evidenzia
una progressiva diminuzione del numero di abitazioni ad una stanza dal 1971 al 1981 al 1991 e, di contro, un aumento
delle abitazioni a 4 stanze (dal 1981 al 1991) e soprattutto di quelle a 5 stanze che ha conosciuto incremento notevole
dal 1971 al 1981. Le abitazioni a 6 e più stanze sono diminuite nell’ultimo decennio censito (1991-2001) invertendo il
trend dei decenni precedenti.
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27
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.21.
Abitazioni occupate da residenti per numero di stanze
Settore residenziale ‐ la dinamica nell'ultimo periodo e la proiezione al 2017
Abitazioni occupate e non occupate
ABITAZIONI OCCUPATE
n. stanze totale
n. medio stanze abitazione
superficie complessiva (mq)
sup. media per abitazione
n. famiglie occupanti
n. componenti
n. medio occ./abitaz.
n. medio occ./stanza
ABITAZIONI NON OCCUPATE
n. stanze totale
n. medio stanze abitazione
ABITAZIONI IN TOTALE
n. stanze in totale
n. medio stanze/abitazione
1971
1981
1991
2001
n.
%
n.
%
n.
%
n.
12.460
90,73
14.554
83,12
16.623
86,68
18.569
33.481
92,07
49.572
86,10
61.465
87,98
67.185
2,69
‐
3,41
‐
3,70
‐
3,62
860.101
‐
1.179.290
‐
1.406.671
‐
1.650.753
69,03
‐
81,03
‐
84,62
‐
88,90
13.425
‐
15.581
‐
16.624
‐
18.585
49.329
‐
54.041
‐
54.984
‐
55.668
3,96
‐
3,71
‐
3,31
‐
3,00
1,47
‐
1,09
‐
0,89
‐
0,83
1.273
9,27
2.955
16,88
2.555
13,32
3.592
2.884
7,93
8.006
13,90
8.400
12,02
9.620
2,27
‐
2,71
‐
3,29
‐
2,68
13.733
100,00
17.509
100,00
19.178
100,00
22.161
36.365
100,00
57.578
100,00
69.865
100,00
76.805
2,65
‐
3,29
‐
3,64
‐
3,47
%
83,79
303,17
‐
‐
‐
‐
‐
‐
‐
16,21
43,41
‐
100,00
100,00
‐
2001
1991
ABITAZIONI NON OCCUPATE
ABITAZIONI OCCUPATE
1981
1971
0
5.000
10.000
15.000
20.000
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
28
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
Abitazioni occupate per numero di stanze
numero di stanze per abitazione
1 n. abitazioni
n. famiglie
n. componenti
2 n. abitazioni
n. famiglie
n. componenti
3 n. abitazioni
n. famiglie
n. componenti
4 n. abitazioni
n. famiglie
n. componenti
5 n. abitazioni
n. famiglie
n. componenti
più n. abitazioni
n. stanze
n. famiglie
n. componenti
TOT. ABITAZIONI
TOT. FAMIGLIE
TOT. COMPONENTI
TOT. STANZE
1971
numero 3.130
3.280
9.679
3.180
3.348
12.467
2.797
3.040
11.866
2.029
2.232
9.195
853
970
3.915
471
3.219
555
2.207
12.460
13.425
49.329
33.481
%
25,12
24,43
19,62
25,52
24,94
25,27
22,45
22,64
24,05
16,28
16,63
18,64
6,85
7,23
7,94
3,78
4,13
4,47
100,00
100,00
100,00
100,00
1981
numero
1.861
1.933
4.708
2.426
2.558
7.915
3.102
3.293
11.480
3.979
4.288
15.857
2.231
2.437
9.969
955
6.482
1.072
4.112
14.554
15.581
54.041
49.572
%
12,79
12,41
8,71
16,67
16,42
14,65
21,31
21,13
21,24
27,34
27,52
29,34
15,33
15,64
18,45
6,56
6,88
7,61
100,00
100,00
100,00
100,00
1991
numero
946
946
1.944
2.019
2.019
5.163
3.997
3.997
12.498
5.568
5.569
19.733
3.051
3.051
11.781
1.042
6.963
1.042
3.865
16.623
16.624
54.984
61.465
%
5,69
5,69
3,54
12,15
12,15
9,39
24,04
24,04
22,73
33,50
33,50
35,89
18,35
18,35
21,43
6,27
6,27
7,03
100,00
100,00
100,00
100,00
2001
numero
686
686
1.235
2.682
2.683
6.683
4.990
4.993
14.735
6.420
6.423
20.412
2.872
2.878
9.609
919
6.125
922
2.994
18.569
18.585
55.668
67.185
%
3,69
3,69
2,22
14,44
14,44
12,01
26,87
26,87
26,47
34,57
34,56
36,67
15,47
15,49
17,26
4,95
1971
4,96
5,38
100,00
100,00
100,00
100,00
TOT PERSONE/ABITAZ.
TOT PERSONE/STANZA
affollamento
persone /abitaz.
1981
1991
2001
1971
affollamento
persone /stanza
1981
1991
2001
3,09
2,53
2,05
1,80
3,09
2,53
2,05
1,80
3,92
3,26
2,56
2,49
1,96
1,63
1,28
1,25
4,24
3,70
3,13
2,95
1,41
1,23
1,04
0,98
4,53
3,99
3,54
3,18
1,13
1,00
0,89
0,79
4,59
4,47
3,86
3,35
0,92
0,89
0,77
0,67
4,69
4,31
3,71
3,26
0,69
0,63
0,56
0,49
4,18
3,71
3,14
2,84
1,53
1,32
1,10
1,00
abitazioni per n. di stanze
7.000
6.000
n. abitazioni
5.000
4.000
1971
1981
3.000
1991
2.000
2001
1.000
0
n. abitazioni
n. abitazioni
n. abitazioni
n. abitazioni
n. abitazioni
n. abitazioni
1
2
3
4
5
più
n. stanze
Fonte: dati ISTAT.
Abitazioni occupate da residenti per numero di stanze anno 2001
numero di stanze
1
686
2
2.682
3
4.990
4
6.420
5
2.872
6 e più
919
Totale
18.569
Fonte: dati ISTAT.
L’intersezione dei dati riguardanti le abitazioni occupate e non occupate ad altri dati, e nello specifico il numero di stanze,
evidenzia innanzitutto la crescita continua del numero medio di stanze per abitazione nel trentennio 1971-1991; dal 1991
al 2001 si rileva invece un lieve decremento, sicuramente dovuto alla crisi del mercato immobiliare ma soprattutto alla
diminuzione del numero dei componenti per famiglia.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
29
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
Le abitazioni occupate, al censimento 2001, risultano in maggior misura a quattro stanze, ed a seguire a tre stanze.
Seguono le abitazioni a cinque e due stanze.
1.22.
Abitazioni occupate per titolo di godimento
Abitazioni occupate per titolo di godimento
1971
anno
n.
%
N. ABITAZ. in proprietà
6.564
52,68
N. STANZE in proprietà
19.897
59,43
N. FAM. in proprietà
7.138
53,17
N. OCCUP. in proprietà
26.475
53,67
N. ABITAZ. in affitto
5.579
44,78
N. STANZE in affitto
12.776
38,16
N. FAM. in affitto
5.941
44,25
N. OCCUP. in affitto
21.765
44,12
N. ABITAZ. altro titolo
317
2,54
N. STANZE altro titolo
808
2,41
N. FAM. altro titolo
346
2,58
N. ABITAZ. altro titolo
1.089
2,21
1981
n.
%
8.983
61,72
32.761
66,09
9.686
62,17
33.439
61,88
5.016
34,46
14.955
30,17
5.308
34,07
18.805
34,80
555
3,81
1.856
3,74
587
3,77
1.797
3,33
1991
n.
%
11.641
70,03
44.804
72,89
11.642
70,03
38.273
69,61
4.049
24,36
13.660
22,22
4.049
24,36
13.989
25,44
933
5,61
3.001
4,88
933
5,61
2.722
4,95
2001
n.
%
14.010
75,45
52.602
78,29
14.021
75,44
42.199
75,80
3.390
18,26
10.715
15,95
3.394
18,26
10.180
18,29
1.169
6,30
3.868
5,76
1.170
6,30
3.289
5,91
TOT. ABITAZIONI
TOT. STANZE
TOT FAMIGLIE
TOT. OCCUPANTI
14.554
49.572
15.581
54.041
16.623
61.465
16.624
54.984
18.569
67.185
18.585
55.668
12.460
33.481
13.425
49.329
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
100
16.000
14.000
12.000
10.000
N. ABITAZ. in proprietà
8.000
N. ABITAZ. in affitto
6.000
N. ABITAZ. altro titolo
4.000
2.000
0
1971
1981
1991
2001
60.000
50.000
40.000
N. STANZE in proprietà
30.000
N. STANZE in affitto
N. STANZE altro titolo
20.000
10.000
0
1971
1981
1991
2001
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Fonte: dati ISTAT.
Il titolo di godimento fa riferimento al titolo in base al quale la famiglia dispone dell'abitazione stessa. I titoli di
godimento considerati sono: a) proprietà, alla quale è stato assimilato l'usufrutto (sotto tale voce sono comprese anche
le abitazioni a riscatto); b) affitto, che comprende anche il sub-affitto; c) altro titolo, per i casi di uso gratuito
dell'abitazione, di godimento per prestazioni di servizi, ecc.
Dall’analisi delle abitazioni occupate in proprietà, in affitto o ad altro titolo negli anni 1971, 1981, 1991, 2001 , si rileva in
primo luogo la netta diminuzione percentuale del numero di abitazioni in affitto rispetto a quelle occupate in proprietà;
ciò vuol dire che alla data 2001 più del 75% delle abitazioni erano occupate dai loro proprietari. In secondo luogo risulta
in progressivo aumento la percentuale di abitazioni occupate in “altro titolo”.
1.23.
Abitazioni non occupate
Le abitazioni non occupate, riportate nel paragrafo 1.21, risultano più che raddoppiate dal 1971 al 1981, e decrescono
dal 1981 al 1991 per poi crescere nuovamente dal 1991 al 2001.
1.24.
A16 – Destinazione d’uso e stato di conservazione
Sono rappresentati in due quadri distinti le destinazioni d’uso degli edifici (edifici residenziali; depositi, garage, altro;
edifici ad uso commerciale; edifici ad uso direzionale; edifici ad uso produttivo-artigianale; edifici ad uso agricolo;
attrezzature di servizio; attrezzature ricettive) e delle aree non edificate. Nel secondo quadro è rappresentato lo stato di
conservazione degli edifici (buono; medio; scarso; edifici in rovina; lavori in corso), ove risulta evidente che l’edificato
esistente si trova in uno stato di conservazione medio.
1.25.
A18 – Centro storico. Tipologie edilizie/elementi morfologici/stato di alterazione
I due quadri componenti la tavola rappresentano lo stato di conservazione e di alterazione del costruito nel nucleo antico
e le tipologie morfologico edilizie ivi presenti. Si evidenzia lo stato di conservazione medio che caratterizza buona parte
dell’edificato.
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SERVIZI ED ATTREZZATURE
1.26.
A17 – Tipologie servizi ed attrezzature e stato di conservazione
L’elaborato rappresenta con segni grafici differenziati i servizi alla residenza (spazi pubblici attrezzati a parco e per il
gioco e lo sport, attrezzature di interesse comune, parcheggi, aree per l’istruzione), i servizi comprensoriali (zone F –
spazi per le attrezzature pubbliche di interesse generale, zone per attrezzature non costituenti standard) in base al loro
stato di attuazione.
Le aree a servizio sono quindi censite a seconda che siano oppure no nella disponibilità comunale. Inoltre le stesse sono
distinte per collocazione, ovvero se ricadono in piani attuativi, oppure in aree direttamente previste dal PRG, ai fini della
quantificazione in superficie.
In tale elaborato sono quindi distinti i servizi di PRG e dei piani attuativi realizzati (con la sigla identificativa preceduta da
un asterisco). Si deduce la presenza di molte aree a servizi previste ma non realizzate, delle quali alcune a sud del centro
urbano hanno le dimensioni maggiori. Le aree a servizi sono individuate da un codice che ne permette l’individuazione
utile al conteggio quantitativo delle aree a standard presenti. I codici sono relativi alla tipologia di servizio esistente o
prevista. I codici sono così suddivisi: F1.n - spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport; F2.n - attrezzature di
interesse comune; F3.n – parcheggi; F4.n - aree per l’istruzione (art. 3 del DM 1444/68); F5.n - spazi per le attrezzature
pubbliche di interesse generale (art. 4 del DM 1444/68).
Inoltre è riportato un grafico di sintesi in cui si evidenzia lo stato di conservazione per gli edifici destinati a servizi
presenti nel centro abitato. In particolare si distinguono edifici in buono, medio e scarso stato di conservazione, edifici in
rovina ed edifici su cui vi sono lavori in corso.
Fra i servizi rappresentati, vi sono anche quelli previsti dal Piano Comunale dei Tratturi e quelli previsti dal piano
attuativo della zona PIP (art. 5 del DM 1444/68).
Stato di attuazione degli standard urbanistici sul territorio comunale
Obiettivo dell’analisi
La presente relazione ha come obiettivo quello di effettuare un’analisi puntale sul territorio comunale di San Severo ai
fini verificarne la dotazione attuale di standard. L’analisi considera come base di partenza la situazione al 2008 degli
standard considerando una popolazione al 2008 di 55.824 abitanti.
L’analisi è stata effettuata avendo come dati di partenza il formato cartaceo del P.R.G. del Comune di San Severo redatto
dall’arch. A. Maria Pugliese del 1972 e i contenuti della Del. C. C. n. 16 del 14 Marzo 2011 (in cui il comune di San
Severo ha perimetrato i territori costruiti). Si segnala il cattivo stato di conservazione degli elaborati che ha reso
complessa l’identificazione delle zone previste da PRG e la perimetrazione delle zone omogenee.
L’analisi dei servizi per il comune di San Severo è stata effettuata valutando la dotazione minima di standard a servizi
previsti dal Decreto interministeriale 2 aprile 1968, n. 1444 che prevede un minimo di mq 18 per spazi pubblici o riservati
alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggio, con esclusione degli spazi destinati alle sedi viarie.
Tale quantità complessiva va ripartita, di norma, nel modo appresso indicato (art. 3):
a)
mq 4,50 di aree per l'istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo;
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b) mq 2,00 di aree per attrezzature di interesse comune: religiose, culturali, sociali, assistenziali, sanitarie,
amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre;
c)
mq 9,00 di aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport, effettivamente utilizzabili per tali
impianti con esclusione di fasce verdi lungo le strade;
d) mq 2,50 di aree per parcheggi.
Inoltre sono stati conteggiati gli spazi per le attrezzature pubbliche di interesse generale. Essi, come descritto all’art.5
del suddetto decreto debbono essere previsti in misura non inferiore a quella appresso indicata in rapporto alla
popolazione del territorio servito:
-
1,5 mq/abitante per le attrezzature per l'istruzione superiore all'obbligo;
-
1 mq/ abitante per le attrezzature sanitarie ed ospedaliere;
-
15 mq/ abitante per i parchi pubblici urbani e territoriali.
L’analisi relativa al PRG vigente e ai servizi da esso previsti nonché l’analisi dei servizi del Piano Comunale dei Tratturi
(PCT) è stata graficizzata negli elaborati di seguito elencati:
‐
‐
Tav. A14 “Espansione Urbana e PRG vigente”;
Tav. A17 “Tipologie servizi e stato di conservazione”;
In particolare, in riferimento alla tavola A17bis, è stata effettuata un’analisi puntuale distinguendo le aree a servizi in due
categorie in base alla loro disponibilità o meno al patrimonio comunale:
‐
‐
servizio nella disponibilità comunale;
servizio non nella disponibilità comunale.
L’analisi è stata condotta in due fasi distinti:
•
•
la prima fase prevede di analizzare la dotazione prevista dal PRG indipendentemente dalla realizzazione o meno
dei servizi;
la seconda fase prevede di analizzare i servizi realmente realizzati.
Analisi delle previsioni di PRG
L’analisi è stata condotta analizzando le superfici delle aree georeferenziate su cartografia CTR 2006 estrapolate dagli
elaborati di piano cartacei. La dotazione di servizi è stata confrontata con agli abitanti all’anno di riferimento 2008
(55.824 unità).
I dati sono sintetizzati nelle tabelle riportate di seguito.
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Standard art. 3 del D.M. 1444/68 previsti da PRG COMUNE DI SAN SEVERO ‐ Quantificazione delle aree a standard previsti da PRG (DM 1444/68) ‐ zone F1 id_area F1.1 F1.2 F1.3 F1.4 F1.10 F1.11 F1.12 F1.13 F1.14 F1.15 F1.16 F1 ‐ spazi pubblici F1.17 attrezzati a parco e per F1.18 il gioco e lo sport F1.19 F1.20 F1.21 F1.28 F1.29 F1.30 F1.32 F1.33 F1.37 F1.38 F1.39 F1.44 Subtotale F1 [mq] Nella disponibilità comunale 19.670
1.860
7.160
2.240
2.950
5.220
2.920
1.190
16.110
1.250
10.100
7.300
72.780
5.660
10.470
88.970
6.270
6.290
23.300
1.750
4.350
3.240
10.870
3.410
4.030
no si si no si si si si no si no si no no si no no no si no no si no si si 319.360
note villa comunale Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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Standard art. 3 del D.M. 1444/68 previsti dai Piani Attuativi COMUNE DI SAN SEVERO ‐ Piani attuativi ‐ Quantificazione delle aree a standard (DM 1444/68) ‐ zone F1 id_area *F1.5 *F1.6 *F1.7 *F1.8 *F1.9 *F1.22 *F1.23 *F1.24 *F1.25 *F1.26 *F1.27 *F1.30 F1 ‐ spazi pubblici attrezzati a parco e per *F1.34 *F1.35 il gioco e lo sport *F1.36 *F1.45 Subtotale F1 [mq] Nella (piani disponibilità attuativi) comunale note 21.900
12.980
13.990
54.030
1.940
1.200
1.000
4.800
6.150
9.690
2.380
7.550
24.980
20.190
5.850
2.770
si si si si si si si si si si si si si si si SI Peep 1B ‐ sport Peep 1B ‐ sport e verde Peep 2 ‐ verde Peep C ‐ uffici comunali e parco Peep C Peep 1A Peep 1A Peep 1A Peep 1A Peep 1A Peep 1A Peep 1B 191.400
Piano esecutivo "Città Giardino" (in convenzione) P.I. ex legge 203/91 (in convenzione) P.I. ex legge 203/91 (in convenzione) Peep 1A Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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COMUNE DI SAN SEVERO ‐ Quantificazione delle aree a standard previsti da PRG (DM 1444/68) ‐ zone F2 id_area F2.9 F2.11 F2.12 F2 ‐ aree per F2.21 attrezzature di F2.25 interesse comune: F2.26 religiose, culturali, sociali, assistenziali, F2.27 sanitarie, amministrative, per pubblici servizi (uffici P.T., protezione civile, ecc.) ed altre [mq] 3.160
12.310
4.800
370
1.480
2.090
1.630
Subtotale F2 25.840
Nella disponibilità comunale note si no no si si si si COMUNE DI SAN SEVERO ‐ Quantificazione delle aree a standard previsti da PRG (DM 1444/68) ‐ zone F3 id_area F3 ‐ Parcheggi F3.5 F3.6 F3.7 F3.8 F3.9 F3.10 F3.11 F3.12 F3.13 F3.19 F3.21 F3.22 F3.24 F3.26 F3.28 Subtotale F3 [mq] Nella disponibilità comunale note 7.680
3.490
670
2.070
3.870
1.500
3.060
1.400
1.270
2.230
2060
660
4.420
3.590
1.900
si si no no si no no si si si si si si no no 39.870
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COMUNE DI SAN SEVERO ‐ Piani attuativi ‐ Quantificazione delle aree a standard (DM 1444/68) ‐ zone F2 id_area *F2.3 *F2.4 *F2.5 F2 ‐ aree per *F2.6 attrezzature di *F2.7 interesse comune: *F2.13 religiose, culturali, sociali, assistenziali, *F2.14 sanitarie, *F2.15 amministrative, per *F2.16 pubblici servizi (uffici *F2.17 P.T., protezione civile, *F2.18 ecc.) ed altre *F2.19 *F2.22 *F2.23 [mq] Nella (piani disponibilità attuativi) comunale 2.260
6.030
3.450
28.710
3.890
13.800
13.800
11.700
3.740
7.570
2.460
6.810
3.850
5.540
si si si si si si si si si si si si si si Peep 1B ‐ area mercatale coperta Peep 1B ‐ chiesa Peep 1B Peep C Peep C Peep 1A Peep 1A ‐ polizia municipale Peep 1A ‐ sport Peep 1A Peep 1A Peep 1A Peep 1A P.I. ex legge 203/91 (in convenzione) P.I. ex legge 203/91 (in convenzione) 113.610
Subtotale F2 note COMUNE DI SAN SEVERO ‐ Piani attuativi ‐ Quantificazione delle aree a standard (DM 1444/68) ‐ zone F3 id_area F3 ‐ Parcheggi *F3.1 *F3.2 *F3.3 *F3.4 *F3.14 *F3.15 *F3.16 *F3.17 *F3.18 *F3.20 *F3.25 *F3.27 Subtotale F3 [mq] Nella (piani disponibilità attuativi) comunale 2.320
1.970
1.570
7.550
2.960
980
2.250
1.100
3.420
1.240
3.410
3.400
32.170
note si si si si si si si si si SI si SI Peep 1B ‐ parcheggio Peep 1B ‐ parcheggio Peep 1B ‐ parcheggio Peep 1B Peep 1A Peep 1A Peep 1A Peep 1A Peep 2 Peep 1A Piano esecutivo "Città Giardino" (in convenzione) Zona 3 Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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COMUNE DI SAN SEVERO ‐ Quantificazione delle aree a standard previsti da PRG (DM 1444/68) ‐ zone F4 id_area F4 ‐ aree per l'istruzione: asili nido, scuole materne e scuole dell'obbligo F4.1 F4.2 F4.3 F4.4 F4.5 F4.6 F4.7 F4.8 F4.9 F4.10 F4.11 F4.12 F4.13 F4.14 F4.15 F4.16 F4.17 F4.18 F4.19 F4.22 F4.23 F4.24 F4.25 F4.26 F4.27 F4.28 F4.29 F4.30 Subtotale F4 [mq] Nella disponibilità comunale 5.540
5.240
9.450
7.200
3.420
2.290
9.540
12.980
8.540
5.260
4.150
2.720
13.700
650
5.930
2.130
10.360
15.870
2.490
17.490
5.445
5.960
16.010
8.640
3.630
6.910
1.450
1.580
no si si si si si si si si si si si si si si si si si si si no no si si si no si no 194.575
note Scuola dell'infanzia I‐II Scuola elementare Caracalla Scuola materna Asilo nido Scuola media e superiore Scuola materna Asilo nido e scuola elementare Scuola media G palmieri Asilo nido Asilo nido Scuola media Scuola media e superiore Scuola Scuola elementare Fraccacreia Scuola in disuso Scuola media Scuola elementare e materna Scuola materna Scuola media Petrarca Scuola materna Parziale (F1+F2+F3+F4) 579.645 mq Aree da PRG Parziale (F1+F2+F3) 337.180 mq Aree in Piani attuativi Totale (F1+F2+F3+F4) 916.825 mq Standard complessivi Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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I dati quantitativi riportati nelle tabelle a margine della tavola cartografica permettono di analizzare il bilancio della
pianificazione vigente in merito alla dotazione di standard urbanistici per la città esistente al 2008 (anno di adozione del
PUG).
Nello specifico, la verifica risulta operata distinguendo:
A.
Aree secondo l’art. 3 del DM 1444/68 (zone F1, F2, F3, F4)
1.
Standard di PRG (esistenti e di previsione)
2.
Standard relativi a Piani Attuativi vigenti comunque denominati (PEEP, P.L., ex art. 18 della Legge
203/1991)
B.
Standard relativi a servizi comprensoriali previsti dal PRG (zone F5)
C.
Altri servizi previsti per le zone P.I.P.
Dal prospetto riepilogativo riportato nella tavola A17bis emergono i seguenti dati:
A.
Aree secondo l’art. 3 del DM 1444/68 (zone F1, F2, F3, F4)
1.
Standard di PRG (esistenti e di previsione)
•
F1 – spazi per il verde e lo sport
mq 319.360
•
F2 – attrezzature di interesse comune
mq 25.840
•
F3 – parcheggi pubblici
mq 39.870
•
F4 – aree per l’istruzione dell’obbligo
mq 194.575
Sub totale A.1
2.
mq 579.645
Standard relativi a Piani Attuativi vigenti comunque denominati (PEEP, P.L., ex art. 18 della Legge
203/1991)
•
F1 – spazi per il verde e lo sport
mq 191.400
•
F2 – attrezzature di interesse comune
mq 113.610
•
F3 – parcheggi pubblici
mq 32.170
Sub totale A.2
mq 337.180
Totale A.1+A.2
mq 916.825
Tale dotazione equivale a una dotazione pari a 16,4 mq/ab per gli abitanti al 2008 (pari a 55.824 unità).
B.
Standard relativi a servizi comprensoriali previsti dal PRG (zone F5)
•
C.
Zone F5 pari a mq 678.590, con una dotazione pari a 12,2 mq/abitante al 2008
Altri servizi previsti per le zone P.I.P.
•
Zone per servizi alle attività produttive pari a 271.380 mq
Le tabelle riportate di seguito analizzano tale estensione per le singole aree cartografate.
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Standard art. 4 del D.M. 1444/68 previsti da PRG COMUNE DI SAN SEVERO ‐ Quantificazione delle aree a standard previsti da PRG (DM 1444/68) ‐ zone F5 di interesse generale id_area [mq] Nella disponibilità comunale 9.540
28.260
19.620
9.880
22.970
8.200
35.440
136.040
28.240
67.600
11.660
20.630
4.830
229.910
45.770
no si si si si si si no si no no no no no no 678.590
F5.1 F5.2 F5.3 F5.4 F5.5 F5.6 F5 ‐ Zone F‐spazi per le F5.7 attrezzature pubbliche F5.8 di interesse generale F5.9 F5.10 F5.11 F5.12 F5.13 F5.14 F5.15 Subtotale F5 note Ospedale Scuola superiore Sport‐piscine Scuola superiore‐università Scuola superiore Checcia Rispoli Scuola superiore‐università Area ospedaliera periferica Palazzetto dello sport e piazzale Mercati generali Inceneritore Standard previsti nella zona per Insediamenti Produttivi COMUNE DI SAN SEVERO ‐ Standard previsti da altri piani non residenziali id_area *F1.40 *F1.41 *F1.42 Servizi Zona Produttiva *F1.43 (P.I.P.) *F2.28 *F3.28 *F3.29 Totale [mq] Nella disponibilità comunale 20.190
47.000
29.560
73.150
57.230
25.380
18.870
si no no no no no no 271.380
note PIP PIP PIP PIP PIP PIP PIP Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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Procedendo alla valutazione del bilancio è bene far presente che per la determinazione delle quantità minime ex DM si
evidenzia il seguente prospetto.
Il fabbisogno di norma di aree per servizi ai sensi del DM 1444/68, in relazione alla popolazione esistente al 2008 (anno
di adozione del PUG) pari a 55.824 unità, è il seguente.
A.
Aree ex art. 3 del DM 1444/68 (zone F1, F2, F3, F4):
mq 18 x abitante x 55.824 unità = 1.004.832 mq
B.
Standard ex art. 4 del DM 1444/68 (zone F5)
mq 17,5 x abitante x 55.824 unità = 976.920 mq
Dal confronto fra i prospetti sopra riportati e il fabbisogno di aree di norma ex artt. 3 e 4 del DM 1444/68, emergono le
seguenti risultanze in rapporto alla popolazione residente al 2008:
A.
Standard ex art. 3: deficit di aree pari a mq (1.004.832 – 916.825) = 88.007
B.
Standard ex art. 4: deficit di aree pari a mq (976.920 – 678.590) = 298.330
Occorre precisare che le quantità di aree da prevedere ex art. 4 del DM 1444/68 non hanno valore prescrittivo.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
41
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
POPOLAZIONE
1.27.
La dinamica insediativa nell’ultimo periodo
Popolazione residente
Maschi
Femmine
TOTALE
1971
24.487
25.254
49.741
1981
26.552
27.653
54.205
1991
2001
26.815
28.270
55.085
2008
27.338
28.523
55.861
27.294
28.530
55.824
variazione 1971‐1981
assoluta
percentuale % annua
4.464,00
8,97
0,90
variazione 1971‐1981
assoluta
percentuale % annua
880,00
1,62
0,16
variazione 1991‐2001
assoluta
percentuale % annua
776,00
1,41
0,14
variazione 2001‐2008
assoluta
percentuale % annua
‐37,00
‐0,07
‐0,01
29.000
28.000
27.000
26.000
Maschi
25.000
Femmine
24.000
23.000
22.000
1971
1981
1991
2001
2008
Raffronto con i dati provinciali e nazionali
Popolazione residente
San Severo
Prov. Foggia
Puglia
Italia
2001
2008
55.861
55.824
690.992
640.752
4.020.707 4.076.546
56.995.744 59.619.290
I dati mostrano calo della popolazione residente che si riflette all'interno
dell'ambito provinciale ed è quindi legato a fattori territoriali, e che mostrano una dinamica di crescita diversa dispetto alla regione ed all'intero territorio
nazionale.
Fonte: dati ISTAT.
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42
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
I dati riguardanti al popolazione residente dal 1971 al 2008 evidenziano un incremento notevole (8,97%) dal 1971 al
1981, ed una crescita di sempre minore entità nei decenni successivi, che diviene lieve decrescita dal 2001 al 2008.
1.28.
A20 – Confronto popolazione residente
L’elaborato confronta la popolazione residente rispetto ai comuni limitrofi alle date 1971, 1981, 1991, 2001. La
classificazione è effettuata per fasce numeriche individuate da colori diversi. Rispetto alla classificazione fatta, risulta un
salto di fascia di popolazione dal 1971 al 1981, passando da meno a più di 50.000 abitanti.
1.29.
Confronto popolazione residente per classe di età
Popolazione: ricostruzione intercensuaria dal 1991 al 2008
anno
saldo naturale
N.ro
1991
1992
1993
1994
1995
1996
1997
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
saldo sociale
%
35
386
336
301
235
300
217
233
177
283
225
250
199
245
179
208
220
139
N.ro
0,06
0,70
0,61
0,54
0,42
0,54
0,39
0,42
0,32
0,51
0,40
0,45
0,36
0,44
0,32
0,38
0,40
0,25
‐78
‐286
‐130
‐96
‐286
‐302
‐284
‐382
‐358
‐359
‐203
‐190
‐278
‐228
‐176
‐368
44
‐335
saldo residuo
%
N.ro
‐0,14
‐0,52
‐0,24
‐0,17
‐0,51
‐0,54
‐0,51
‐0,68
‐0,64
‐0,64
‐0,36
‐0,34
‐0,50
‐0,41
‐0,32
‐0,66
0,08
‐0,60
variazione totale
%
34
45
48
49
41
112
87
105
53
111
127
0,06
0,08
0,09
0,09
0,07
0,20
0,16
0,19
0,09
0,20
0,23
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
0,00
N.ro
‐9,00
145,00
254,00
254,00
‐10,00
110,00
20,00
‐44,00
‐128,00
35,00
149,00
60,00
‐79,00
17,00
3,00
‐160,00
264,00
‐196,00
popolazione inizio periodo
popolazione fine periodo
%
‐0,02
0,26
0,46
0,46
‐0,02
0,20
0,04
‐0,08
‐0,23
0,06
0,27
0,11
‐0,14
0,03
0,01
‐0,29
0,48
‐0,35
55.085,00
55.076,00
55.221,00
55.475,00
55.729,00
55.719,00
55.829,00
55.849,00
55.805,00
55.677,00
55.712,00
55.719,00
55.779,00
55.700,00
55.717,00
55.720,00
55.560,00
55.824,00
55.076,00
55.221,00
55.475,00
55.729,00
55.719,00
55.829,00
55.849,00
55.805,00
55.677,00
55.712,00
55.719,00
55.779,00
55.700,00
55.717,00
55.720,00
55.560,00
55.824,00
55.628,00
nota: dal 2002 in poi il saldo residuo è ricompreso nel saldo sociale
56.000,00
55.800,00
55.600,00
55.400,00
55.200,00
55.000,00
54.800,00
54.600,00
1991 1992 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
Confronto popolazione residente per classi di età
1971
classi età
0‐4
5‐9
10‐14
15‐19
20‐24
25‐29
30‐34
35‐39
40‐44
45‐49
50‐54
55‐59
60‐64
65‐69
70‐74
oltre 75
TOTALE
1981
MF
%
5.805 11,60
5.768 11,53
4.954
9,90
4.625
9,24
3.944
7,88
3.125
6,24
3.010
6,02
2.848
5,69
2.663
5,32
2.597
5,19
2.004
4,00
2.223
4,44
2.091
4,18
1.646
3,29
1.250
2,50
1.488
2,97
50.041 100,00
1991
MF
%
4.791
8,84
5.555 10,25
5.807 10,71
5.544 10,23
4.347
8,02
3.561
6,57
3.507
6,47
3.063
5,65
2.946
5,43
2.739
5,05
2.582
4,76
2.477
4,57
1.832
3,38
1.955
3,61
1.641
3,03
1.858
3,43
54.205 100,00
2001
MF
3.652
3.871
4.652
%
6,63
7,03
8,45
10.735
19,49
8.284
15,04
6.884
12,50
5.783
10,50
4.950
8,99
3.656
6,64
2.618
4,75
55.085 100,00
MF
%
3.297
5,90
3.478
6,23
3.610
6,46
3.861
6,91
4.475
8,01
4.651
8,33
4.478
8,02
4.175
7,47
3.654
6,54
3.396
6,08
3.461
6,20
2.871
5,14
2.728
4,88
2.357
4,22
2.023
3,62
3.346
5,99
55.861 100,00
2008
MF
%
3.111
5,57
3.304
5,92
3.345
5,99
3.672
6,58
3.552
6,36
4.094
7,33
4.255
7,62
4.359
7,81
4.230
7,58
3.655
6,55
3.439
6,16
3.258
5,84
2.898
5,19
2.546
4,56
2.217
3,97
3.889
6,97
55.824 100,00
18000
16000
14000
0‐14
12000
15‐24
25‐34
10000
35‐44
8000
45‐54
55‐64
6000
65‐74
oltre 75
4000
2000
0
1971
1981
1991
2001
2008
Fonte: dati ISTAT.
Dall’analisi risulta evidente l’aumento della popolazione anziana e di contro il decremento della popolazione infantile,
analizzando la popolazione dal 1971 al 2001. In particolare, risulta un andamento sempre decrescente della popolazione
fino ai 9 anni, ed un andamento sempre crescente della popolazione dai 55 ani in su.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
44
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.30.
Indicatori relativi alla popolazione
Indicatori relativi alla popolazione ‐ anno 2001
San Severo Prov Foggia
rapporto di mascolinità
95,51
96,04
indice di vecchiaia
97,46
116,53
anziani per un bambino
2,67
3,14
indice di dipendenza
52,21
54,24
% di popolazione con meno di 5 anni
5,06
4,82
% di popolazione con più di 75 anni
6,93
8,37
% di popolazione con più di 85 anni
2,01
2,45
Puglia
94,29
125,20
3,34
52,35
4,59
8,22
2,31
Fonte: dati ISTAT.
Il rapporto di mascolinità è il rapporto tra l’ammontare della componente maschile e quello della componente femminile
della popolazione residente.
L’indice di vecchiaia è il rapporto tra individui di età da 65 anni in poi ed individui di età da 0 a 14 anni.
L’indice anziani per un bambino è dato dal rapporto tra la popolazione residente di 65 anni e oltre e la popolazione
residente d'età da 0 a 5 anni.
L’indice di dipendenza (strutturale o carico sociale) è il rapporto tra individui di età da 0 a 15 anni e da 65 anni in poi ed
individui di età da 15 a 65 anni.
1.31.
Popolazione residente per stato civile
Celibi/nubili
San Severo
Prov Foggia
Puglia
Celibi/nubili
24.536
299.616
1.707.211
Popolazione residente per stato civile ‐ anno 2001
Conuigati/e
Separati/e Di cui: Divorziati/e
Totale
separati/e di legalmente
fatto
27.307
140
370
249
340.110
2.071
4.242
2.873
2.009.472
14.334
32.409
21.919
Vedovi/e
3.399
44.151
249.696
Totale
55.861
690.992
4.020.707
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
45
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.32.
Popolazione residente in convivenza
Popolazione residente in convivenza ‐ anno 2001
San Severo
Istituti Totale
51
assistenziali
Di cui: ospizi, case di riposo per adulti inabili e anziani
51
Convivenze ecclesiastiche
66
Altre convivenze
75
Totale
192
Prov Foggia
1.315
556
888
616
2.819
Puglia
6.960
3.900
4.410
4.088
15.458
Fonte: dati ISTAT.
1.33.
Residenti in famiglia per numero di componenti
Famiglie residenti per ampiezza
1971
anno
N.ro
in coabitaz
non in coabit
famiglie di 1 comp
2
3
4
5
6
7
8
7 e più
8 e più
9 e più
totale famiglie
322
13.462
Tot. componenti
num. comp./famiglia
49.434
3,67
2.019
2.664
2.074
2.471
1.886
1.082
621
323
1981
%
N.ro
15,00
19,79
15,41
18,36
14,01
8,04
4,61
2,40
2,39
100,00
1991
%
N.ro
759
1.841
2.600
3.075
2.550
3.034
2.250
1.148
524
16,65
19,70
16,33
19,44
14,41
7,35
3,36
430
2,75
15.611
100,00
54.138
3,47
2001
%
N.ro
%
0
2.695
2.695
3.330
2.893
3.914
2.393
876
16,21
20,03
17,40
23,54
14,39
5,27
3.333
4.381
3.677
4.558
1.940
17,93
23,57
19,78
24,52
10,44
523
3,15
697
3,75
16.624
100,00
18.586
100,00
54.984
3,31
55.589
2,99
Popolazione residente in famiglia per numero di componenti ‐ anno 2001
Numero di componenti
San Severo Prov Foggia
Puglia
1 persona
3.333
47.524
257.669
2 persone
8.762
109.952
660.998
3 persone
11.031
134.070
846.489
1.378.976
4 persone 18.232
223.880
5 persone
9.700
123.820
652.230
6 e più persone
4.611
48.927
208.887
Totale
55.669
688.173
4.005.249
Fonte: dati ISTAT.
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.34.
Nuclei familiari per tipo di nucleo familiare
Nuclei familiari per tipo di nucleo familiare ‐ anno 2001
San Severo Prov Foggia
Puglia
Coppie senza figli
3.594
45.081
270.136
719.435
Coppie con figli
9.950
121.204
Padre con figli
331
3.882
19.897
Madre con figli
1.306
16.405
101.487
Totale
15.181
186.572
1.110.955
Fonte: dati ISTAT.
Per “nucleo familiare” si intende quell’insieme di persone che sono legate dal vincolo di coppia (coniugate o non
coniugate) e/o vincolo genitore/figlio. Il figlio continua ad essere considerato facente parte del nucleo familiare dei
genitori (o del genitore) solo fino a quando non forma un altro nucleo familiare. Nell’ambito della famiglia possono
esistere uno o più nuclei familiari oppure nessuno come per le famiglie uni personali.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
47
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.35.
Popolazione residente con più di 6 anni per grado di istruzione
Popolazione residente con più di 6 anni per grado di istruzione
Laurea
Diploma scuola secondaria superiore
Licenza di scuola media inferiore o di avviamento professionale
Licenza di scuola elementare
Alfabeti privi di studio
Analfabeti
Totale
San Severo Prov. Foggia
3.122,00
39.026,00
9.402,00
140.359,00
Puglia
235.300,00
851.980,00
16.490,00
193.920,00 1.142.100,00
15.299,00
165.275,00
6.583,00
957,00
51.853,00
491.979,00
87.770,00
101.958,00
18.292,00
644.642,00 3.771.876,00
948.559,00
1971
anno
mf
laurea
diploma
licenza media
licenza elementare
alfabeti
analfabeti
Totale
1981
%
730
2.533
4.037
16.306
15.620
3.532
42.758
mf
1,71
5,92
9,44
38,14
36,53
8,26
100,00
1.219
3.798
8.731
20.577
11.755
2.269
48.349
1991
%
2,52
7,86
18,06
42,56
24,31
4,69
100,00
mf
1.721
6.514
14.446
18.211
8.103
1.755
50.750
2001
%
mf
3,39
12,84
28,47
35,88
15,97
3,46
100,00
3.122
9.402
16.490
15.299
6.853
957
52.123
%
5,99
18,04
31,64
29,35
13,15
1,84
100,00
25.000
20.000
15.000
1971
1981
10.000
1991
2001
5.000
0
laurea
diploma
licenza media
licenza elementare
alfabeti
analfabeti
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
48
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.36.
Residenti stranieri per area geografica di cittadinanza
Popolazione straniera residente per area geografica di cittadinanza anno 2001
San Severo
Prov. Foggia
Puglia
Europa
178,00
3.471,00
19.367,00
Africa
49,00
1.753,00
6.757,00
Asia
10,00
257,00
1.938,00
America
15,00
257,00
1.985,00
Oceania
0,00
26,00
108,00
Apolidi
0,00
0,00
6,00
Totale
252,00
5.764,00
30.161,00
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
49
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
ATTIVITÀ PRODUTTIVE
1.37.
Indicatori di attività
Tassi percentuali riferiti alla popolazione in condizione professionale compresa quella in cerca di prima occupazione.
maschi 50,73
41,89
17,62
61,58
Tasso di occupazione
Tasso di disoccupazione giovanile
Tasso di disoccupazione
Tasso di attività
San Severo
femmine
15,5
68,01
37,42
24,76
mf
32,55
51,23
23,56
42,59
maschi
49,09
47,42
16,82
59,02
Prov. Di Foggia
femmine
19,11
64,93
31,02
27,7
mf
33,62
54,35
21,55
42,86
Fonte: dati ISTAT.
AGRICOLTURA
Imprenditore/Libero prof.
Lavoratore in proprio
Coad. + s. cooper.
Lavor. Dipendente
INDUSTRIA
Imprenditore/Libero prof.
Lavoratore in proprio
Coad. + s. cooper.
Lavor. Dipendente
ALTRE ATTIVITÁ
Imprenditore/Libero prof.
Lavoratore in proprio
Coad. + s. cooper.
Lavor. Dipendente
TOTALE
Imprenditore/Libero prof.
Lavoratore in proprio
Coad. + s. cooper.
Lavor. Dipendente
Popolazione residente attiva per ramo e condizione professionale
1971
1981
1991
MF %
MF %
MF 5.160
36,16
3.238
21,64
2.643
16
0,11
28
0,19
88
963
6,75
556
3,72
704
504
3,53
180
1,20
179
3.677
25,77
2.474
16,53
1.672
4.007
28,08
4.090
27,33
4.108
74
0,52
35
0,23
228
636
4,46
594
3,97
708
54
0,38
49
0,33
79
3.243
22,73
3.412
22,80
3.093
5.102
35,76
7.636
51,03
8.845
204
1,43
408
2,73
763
1.114
7,81
1.336
8,93
1.799
255
1,79
283
1,89
264
3.529
24,73
5.609
37,48
6.019
14.269
100,00
14.964
100,00
15.596
294
2,06
471
3,15
1.079
2.713
19,01
2.486
16,61
3.211
813
5,70
512
3,42
522
10.449
73,23
11.495
76,82
10.784
%
16,95
0,56
4,51
1,15
10,72
26,34
1,46
4,54
0,51
19,83
56,71
4,89
11,54
1,69
38,59
100,00
6,92
20,59
3,35
69,15
2001
MF 1.475
43
455
36
941
4.326
200
787
56
3.283
9.003
690
1.719
209
6.385
14.804
933
2.961
301
10.609
%
9,96
0,29
3,07
0,24
6,36
29,22
1,35
5,32
0,38
22,18
60,81
4,66
11,61
1,41
43,13
100,00
6,30
20,00
2,03
71,66
90,00
80,00
70,00
60,00
Imprenditore/Libero prof.
50,00
Lavoratore in proprio
40,00
Coad. + s. cooper.
30,00
Lavor. Dipendente
20,00
10,00
0,00
1971
1981
1991
2001
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
50
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
Fonte: dati ISTAT.
1.38.
Imprese per numero di addetti
1
2
3‐‐5
6‐‐9
10‐‐15
16‐‐19
20‐‐49
50‐‐99
100‐‐199
200‐‐249
250‐‐499
Totale:
San Severo
IMPRESA
Addetti
1.998
1.062
1.647
851
857
362
637
0
0
0
293
7.707
Prov. Foggia
IMPRESA
Addetti
23.168
10.656
14.936
9232
7137
2734
7294
3952
2106
423
1729
83.367
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
51
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.39.
Imprese per settore di attività economica
PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA
COSTRUZIONI
Imprese
0
2
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
2
Imprese
0
0
71
34
1
38
15
1
8
4
27
54
17
35
1
45
0
0
351
Imprese
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
1
Imprese
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
0
485
485
Totale:
ATTIVITA' MANIFATTURIERE
Imprese
AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA
17
0
ESTRAZIONE DI MINERALI NON ENERGETICI
0
INDUSTRIE ALIMENTARI, DELLE BEVANDE E DEL TABACCO
0
INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO
0
INDUSTRIE CONCIARIE, FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN CUOIO, PELLE E SIMILARI
0
INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO
0
FABBRICAZIONE DI PASTA‐CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; STAMPA ED EDITORIA
0
FABBRICAZIONE DI COKE, RAFFINERIE DI PETROLIO, TRATTAMENTO COMBUST. 0
FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI E DI FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI
0
FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE
0
FABBRICAZIONE DI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI
0
PRODUZIONE DI METALLO E FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO
0
FABBRICAZIONE MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI; INSTALLAZIONE E 0
FABBRICAZIONE MACCHINE ELETTRICHE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED OTTICHE
0
FABBRICAZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO
0
ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE
0
PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA
0
COSTRUZIONI
Totale:
17
ESTRAZIONE DI MINERALI
AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA
INDUSTRIA
17
2
71
34
1
38
15
1
8
4
27
54
17
35
1
45
1
485
856
COMMERCIO INGROSSO E DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTO, MOTO E BENI Totale:
Imprese
1.245
1.245
Totale:
COMMERCIO INGROSSO E DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTO, MOTO E BENI PERSONALI
COMMERCIO
1.245
1.245
INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA
ATTIVITA' IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESS. ED IMPRENDIT.
ISTRUZIONE
SANITA' E ALTRI SERVIZI SOCIALI
ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI
Imprese
93
0
0
0
0
0
0
93
Imprese
0
145
0
0
0
0
0
145
Imprese
0
0
57
0
0
0
0
57
Imprese
0
0
0
502
0
0
0
502
Imprese
0
0
0
0
4
0
0
4
Imprese
0
0
0
0
0
146
0
146
Imprese
0
0
0
0
0
0
162
162
Totale:
TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI
ALBERGHI E RISTORANTI
TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI
INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA
ATTIVITA' IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESS. ED ISTRUZIONE
SANITA' E ALTRI SERVIZI SOCIALI
ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI
Totale:
ALBERGHI E RISTORANTI
ALTRI SERVIZI
93
145
57
502
4
146
162
1.109
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
52
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.40.
Addetti alle unità locali delle imprese e delle istituzioni
Settore Economico
Dipendenti Maschi
Dipendenti Femmine
Totale Dipendenti
Indipendenti Maschi
Indipendenti Femmine
Totale Indipendenti
Addetti Maschi
Addetti Femmine
Totale Addetti
INDUSTRIA
1.603
194
1.797
942
128
1.070
2.545
322
2.867
COMMERCIO
589
368
957
1.204
405
1.609
1.793
773
2.566
ALTRI SERVIZI
1.577
999
2576
1.056
307
1.363
2.633
1306
3.939
Totale:
3.769
1.561
5330
3.202
840
4.042
6.971
2401
9.372
Fonte: dati ISTAT.
1.41.
Imprese e istituzioni per numero di addetti
IMPRESA
Addetti
Unita' senza addetti
1
2
3‐‐5
6‐‐9
10‐‐15
16‐‐19
20‐‐49
50‐‐99
100‐‐199
200‐‐249
250‐‐499
Totale:
0
2.177
1.088
1.643
967
941
306
728
229
127
230
0
8.436
ISTITUZIONE ISTITUZIONE PUBBLICA NONPROFIT
Addetti
Addetti
0
0
2
14
8
12
21
37
63
39
59
51
37
16
576
35
0
707
0
388
0
0
755
0
2.616
204
Totale:
0
2.193
1.108
1.701
1.069
1.051
359
1.339
936
515
230
755
11.256
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
53
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.42.
Imprese e istituzioni per settore di attività economica
ATTIVITA' MANIFATTURIERE
PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA
COSTRUZIONI
Imprese
17
0
0
0
0
0
Imprese
0
2
0
0
0
0
Imprese
0
0
71
34
1
38
Imprese
0
0
0
0
0
0
Imprese
0
0
0
0
0
0
17
2
71
34
1
38
0
15
0
0
15
Totale:
ESTRAZIONE DI MINERALI
AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA
ESTRAZIONE DI MINERALI NON ENERGETICI
INDUSTRIE ALIMENTARI, DELLE BEVANDE E DEL TABACCO
INDUSTRIE TESSILI E DELL'ABBIGLIAMENTO
INDUSTRIE CONCIARIE, FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN CUOIO, PELLE E SIMILARI
INDUSTRIA DEL LEGNO E DEI PRODOTTI IN LEGNO
AGRICOLTURA, CACCIA E SILVICOLTURA
INDUSTRIA
FABBRICAZIONE DI PASTA‐CARTA, CARTA E PRODOTTI DI CARTA; STAMPA ED EDITORIA
0
FABBRICAZIONE DI COKE, RAFFINERIE DI PETROLIO, TRATTAMENTO COMBUST. NUCLEARI
FABBRICAZIONE DI PRODOTTI CHIMICI E DI FIBRE SINTETICHE E ARTIFICIALI
FABBRICAZIONE DI ARTICOLI IN GOMMA E MATERIE PLASTICHE
FABBRICAZIONE DI PRODOTTI DELLA LAVORAZIONE DI MINERALI NON METALLIFERI
PRODUZIONE DI METALLO E FABBRICAZIONE DI PRODOTTI IN METALLO
FABBRICAZIONE MACCHINE ED APPARECCHI MECCANICI; INSTALLAZIONE E RIPARAZIONE
0
0
1
0
0
1
0
0
0
0
0
0
0
0
8
4
27
54
0
0
0
0
0
0
0
0
8
4
27
54
0
0
17
0
0
17
FABBRICAZIONE MACCHINE ELETTRICHE E APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED OTTICHE
0
0
35
0
0
35
0
0
0
0
17
0
0
0
0
2
1
45
0
0
351
0
0
1
0
1
0
0
0
485
485
1
45
1
485
856
FABBRICAZIONE DI MEZZI DI TRASPORTO
ALTRE INDUSTRIE MANIFATTURIERE
PRODUZIONE E DISTRIBUZIONE DI ENERGIA ELETTRICA, GAS E ACQUA
COSTRUZIONI
Totale:
Totale:
COMMERCIO INGROSSO E DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTO, MOTO E BENI PERSONALI
COMMERCIO
Imprese
COMMERCIO INGROSSO E DETTAGLIO; RIPARAZIONE DI AUTO, MOTO E BENI PERSONALI
Totale:
1.245
1.245
1.245
1.245
INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA
ATTIVITA' IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESS. ED IMPRENDIT.
PUBBLICA AMMINISTRAZIONE E DIFESA; ASSICURAZIONE SOCIALE OBBLIGATORIA
ISTRUZIONE
SANITÁ ED ALTRI SERVIZI SOCIALI
ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI
Imprese
93
0
0
Imprese
0
145
0
Imprese
0
0
57
Imprese
0
0
0
Imprese
0
0
0
Imprese
0
0
0
Imprese
0
0
0
Imprese
0
0
0
0
0
0
503
0
0
0
0
93
0
0
0
0
145
0
0
0
0
57
0
0
0
0
503
0
1
0
0
0
1
0
10
0
0
10
Totale:
TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI
ALBERGHI E RISTORANTI
TRASPORTI, MAGAZZINAGGIO E COMUNICAZIONI
INTERMEDIAZIONE MONETARIA E FINANZIARIA
ATTIVITA' IMMOBILIARI, NOLEGGIO, INFORMATICA, RICERCA, PROFESS. ED IMPRENDIT.
SANITÁ ED ALTRI SERVIZI SOCIALI
ISTRUZIONE
SANITA' E ALTRI SERVIZI SOCIALI
ALTRI SERVIZI PUBBLICI, SOCIALI E PERSONALI
Totale:
ALBERGHI E RISTORANTI
ALTRI SERVIZI
93
145
57
0
0
503
0
0
162
0
162
0
0
0
266
266
1
10
162
266
1.237
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
54
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.43.
Numero di addetti per settore di attività economica
Cod. e Descr. Sezione Economica
a ‐ agricoltura, caccia e silvicoltura
c ‐ estrazione di minerali
d ‐ attivita' manifatturiere
e ‐ produzione e distribuzione di energia elettrica, gas e acqua
f ‐ costruzioni
g ‐ commercio ingrosso e dettaglio; riparazione di auto, moto e beni personali
h ‐ alberghi e ristoranti
i ‐ trasporti, magazzinaggio e comunicazioni
j ‐ intermediazione monetaria e finanziaria
k ‐ attivita' immobiliari, noleggio, informatica, ricerca, profess. ed imprendit.
l ‐ pubblica amministrazione e difesa; assicurazione sociale obbligatoria
m ‐ istruzione
n ‐ sanita' e altri servizi sociali
o ‐ altri servizi pubblici, sociali e personali
Totale:
Addetti Maschi
19
23
995
121
1.579
1.906
154
533
271
614
413
572
469
274
7.943
Addetti Femmine
8
3
237
10
61
900
79
95
71
194
132
1.033
358
132
3.313
Addetti
27
26
1.232
131
1.640
2.806
233
628
342
808
545
1.605
827
406
11.256
% 0,24
0,23
10,95
1,16
14,57
24,93
2,07
5,58
3,04
7,18
4,84
14,26
7,35
3,61
100,00
Fonte: dati ISTAT.
1.44.
Numero di istituzioni pubbliche
ISTITUZIONE ISTITUZIONE PUBBLICA NONPROFIT
Comune
Ente sanitario pubblico
Altra istituzione pubblica
Associazione riconosciuta
Fondazione
Associazione non riconosciuta
Cooperativa sociale
Altra istituzione nonprofit
Totale:
Istituzioni
1
1
2
0
0
0
0
0
4
Istituzioni
0
0
0
34
1
74
4
11
124
Totale:
1
1
2
34
1
74
4
11
128
Fonte: dati ISTAT.
1.45.
Numero degli addetti delle istituzioni pubbliche
ISTITUZIONE ISTITUZIONE PUBBLICA NONPROFIT
Comune
Ente sanitario pubblico
Altra istituzione pubblica
Associazione riconosciuta
Fondazione
Associazione non riconosciuta
Cooperativa sociale
Altra istituzione nonprofit
Totale:
Addetti
330
1.169
4
0
0
0
0
0
1.503
Addetti
0
0
0
17
0
42
17
86
162
Totale:
330
1169
4
17
0
42
17
86
1.665
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
55
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.46.
Occupati per settore di attività
Popolazione residente attiva per ramo di attività economica
1971
1981
1991
MF %
MF %
MF %
5.160
3.238
2.638
0
0
5
5.160
36,16
3.238
21,67
2.643
16,95
1. AGRICOLTURA
1.1. pesca, piscic., ecc
Tot. 1
2. INDUSTRIA
2.1. prod. e distr. Di energia, gas e H2O
Tot. 2.1
2.2. Estrattive
2.3. Lav. Metallici
2.4. Al. Tess. Leg. Tot. 2.2. ‐ 2.3. ‐ 2.4.
2.5. Costruzioni
Tot. 2.
3. COMMERCIO
3.1.a La Pub. Eser. 3.1.b Riparaz.
Tot. 3.
4. TRASPORTI
Tot. 4.
5. CREDITO, ASSICURAZIONI
5.1.a Credito
5.1.b Servizi
Tot. 5.
6. PUBBL. AMMIN., ISTR. E ALTRI SERVIZI
6.1.a la Pubbl. Ammin.
6.1.b Servizi, sanità, istruzione, vari
Tot. 6.
TOTALI
99
99
28,08
109
109
502
360
1.115
1.977
1.981
4.067
1.837
12,87
437
2.312
2.749
18,40
286
2.582
2.868
672
4,71
742
4,97
859
1,06
191
278
469
3,14
279
665
944
17,11
100,00
978
2.698
3.676
14.941
24,60
100,00
1.132
3.042
4.174
15.596
2.216
1.692
4.007
151
151
614
1.828
2.442
14.269
2001
MF %
1.460
15
1.475
9,96
108
108
12
93
93
34
27,22
1.972
1.984
2.016
4.108
26,34
1.794
1.828
2.405
4.326
29,22
18,39
383
2.695
3.078
20,79
5,51
573
3,87
6,05
364
696
1.060
7,16
26,76
100,00
1.174
3.118
4.292
14.804
28,99
100,00
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
56
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
Aziende agricole per tipologia di utilizzazione dei terreni
totale
100 ettari e più
50‐99,99 ettari
30‐49,99 ettari
20‐29,99 ettari
10‐19,99 ettari
5‐9,99 ettari
3‐4,99 ettari
2‐2,99 ettari
Classe di superficie agricola utilizzata
San Severo
numero di aziende
aziende con terreni
totale
totale
tutte le voci
totale
2010
1‐1,99 ettari
Territorio
Tipo dato
Caratteristica della azienda
Forma giuridica
Forma di conduzione
Titolo di possesso dei terreni
Classe di superficie coltivata
Anno
0,01 ‐ 0,99 ettari
1.47.
Utilizzazione dei terreni
frumento tenero e spelta
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
36,00
frumento duro
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1.087,00
segale
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
3,00
orzo
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
23,00
avena
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
50,00
mais
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
2,00
sorgo
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
altri cereali
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
5,00
pisello
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
3,00
fagiolo secco
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
fava
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
33,00
lupino dolce
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
altri legumi secchi
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
18,00
tabacco
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
colza e ravizzone
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
girasole
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
4,00
piante aromatiche, medicinali, spezie e da condimento
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
2,00
ortive in piena aria
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
277,00
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
18,00
213,00
58,00
ortive in piena aria
pomodoro da mensa in pieno campo
pomodoro da industria in pieno campo
altre ortive in pieno campo
pomodoro da mensa in orti stabili ed industriali
altre ortive in orti stabili ed industriali
ortive protette ortive protette altre ortive in serra
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
8,00
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
6,00
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
6,00
piantine orticole
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
1,00
piantine floricole ed ornamentali
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
prati avvicendati: erba medica
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
5,00
altri prati avvicendati
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
12,00
altri erbai monofiti di cereali
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
2,00
altri erbai
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
4,00
terreni a riposo non soggetti a regime di aiuto
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
166,00
terreni a riposo soggetti a regime di aiuto
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
69,00
183,00
263,00
173,00
211,00
195,00
121,00
40,00
25,00
15,00
8,00
1.234,00
olive da tavola
vite
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
29,00
olive per olio
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
2.797,00
arancio
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
mandarino
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
limone
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
melo
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
3,00
pesco
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
4,00
albicocco
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
5,00
susino
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
altra frutta fresca di origine temperata
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
4,00
noce
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
pero
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
5,00
nettarina (pesca noce)
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
2,00
ciliegio
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
4,00
fico
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
3,00
mandorlo
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
5,00
vivai fruttiferi
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
piante ornamentali da vivaio
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
4,00
altri vivai
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
14,00
prati permanenti (utilizzati)
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
4,00
pascoli (utilizzati)
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
21,00
pascoli naturali
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
15,00
pascoli magri
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
7,00
prati permanenti e pascoli non più destinati alla produzione, ammessi a beneficiare di aiuti finanziari
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
2,00
altra arboricoltura da legno annessa ad aziende agricole
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
boschi a fustaia
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
boschi cedui
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
1,00
6.290,00
pascoli (utilizzati)
Totale
2,00
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
57
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
Uso della superficie agricola
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
771,00
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
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..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
333,42
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
239,79
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
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..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
248,74
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
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..
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..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
151,49
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
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..
..
..
..
totale
100 ettari e più
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..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
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..
..
..
..
..
..
..
..
..
754,38
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
50‐99,99 ettari
..
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..
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..
..
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..
..
..
..
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..
..
..
..
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..
..
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..
..
..
..
..
..
570,15
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
30‐49,99 ettari
..
..
..
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..
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..
..
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..
..
..
..
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..
..
..
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..
..
..
..
..
..
..
314,35
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
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..
..
20‐29,99 ettari
..
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..
..
..
..
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..
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..
..
..
..
..
..
..
284,45
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
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..
..
..
..
10‐19,99 ettari
5‐9,99 ettari
..
..
..
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..
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..
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..
..
..
..
..
..
..
..
..
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..
..
..
..
..
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..
..
..
..
..
..
..
97,38
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
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..
..
..
..
3‐4,99 ettari
Utilizzazione dei terreni
frumento tenero e spelta
frumento duro
segale
orzo
avena
mais
sorgo
altri cereali
pisello
fagiolo secco
fava
lupino dolce
altri legumi secchi
tabacco
colza e ravizzone
girasole
piante aromatiche, medicinali, spezie e da condimento
ortive in piena aria
ortive in piena aria
pomodoro da mensa in pieno campo
pomodoro da industria in pieno campo
altre ortive in pieno campo
pomodoro da mensa in orti stabili ed industriali
altre ortive in orti stabili ed industriali
ortive protette ortive protette altre ortive in serra
piantine orticole
piantine floricole ed ornamentali
prati avvicendati: erba medica
altri prati avvicendati
altri erbai monofiti di cereali
altri erbai
terreni a riposo non soggetti a regime di aiuto
terreni a riposo soggetti a regime di aiuto
vite
olive da tavola
olive per olio
arancio
mandarino
limone
melo
pesco
albicocco
susino
altra frutta fresca di origine temperata
noce
pero
nettarina (pesca noce)
ciliegio
fico
mandorlo
vivai fruttiferi
piante ornamentali da vivaio
altri vivai
prati permanenti (utilizzati)
pascoli (utilizzati)
pascoli (utilizzati)
pascoli naturali
pascoli magri
prati permanenti e pascoli non più destinati alla produzione, ammessi a beneficiare di aiuti finanziari
altra arboricoltura da legno annessa ad aziende agricole
boschi a fustaia
boschi cedui
Totale
2‐2,99 ettari
Classe di superficie agricola utilizzata
San Severo
superficie ‐ ettari
aziende con terreni
totale
totale
tutte le voci
totale
2010
1‐1,99 ettari
Territorio
Tipo dato
Caratteristica della azienda
Forma giuridica
Forma di conduzione
Titolo di possesso dei terreni
Classe di superficie coltivata
Anno
0,01 ‐ 0,99 ettari
1.48.
152,25
11.728,56
14,00
212,13
390,59
12,20
25,00
43,93
3,13
0,02
246,12
10,70
121,83
3,40
23,00
38,87
10,08
3.207,55
116,89
2.831,91
219,37
12,00
27,38
12,32
12,32
50,00
1,70
25,52
124,73
6,07
120,40
393,33
324,32
3.765,15
23,71
4.033,70
0,69
2,52
0,03
0,23
3,89
2,08
0,05
2,25
0,05
2,68
0,15
1,40
0,14
1,77
0,70
3,92
32,19
14,37
348,69
242,79
105,90
4,40
0,05
0,50
0,80
29.116,42
Fonte: dati ISTAT.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
58
Comune di san Severo
Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
1.49.
Aziende agricole: addetti per categoria di manodopera
Insieme di dati : Capo azienda
Tipo dato numero di persone capo azienda
Caratteristica della azienda tutte le aziende
Classe di superficie agricola utilizzata totale
Forma giuridica totale
Forma di conduzione totale
Sesso del capo azienda totale
Età del capo azienda totale
Cittadinanza del capo azienda totale
Titolo di studio del capo azienda totale
Classe di giornate di lavoro del capo azienda totale
Percentuale di tempo medio annuo dedicato ad attività connesse del capo totale
Anno 2010
tutte le voci di tutte le voci di manodopera aziendale compatibili con la funzione manodopera altra parenti del altri conduttore coniuge che aziendale lavora in familiari del conduttore manodoper
Categoria di manodopera aziendale relativa al capo azienda compatibili con la a aziendale che conduttore azienda
funzione di capo lavorano in in forma che azienda
lavorano in azienda continuativa
azienda
Territorio
San Severo
3.969
3.603
203
82
49
32
Insieme di dati : Manodopera familiare
Tipo dato
Caratteristica della azienda
Zona altimetrica
Classe di superficie agricola utilizzata
Classe di superficie totale
Forma di conduzione
Sesso
Età
Cittadinanza
Classe di giornate di lavoro totale aziendale
Condizione professionale dichiarata
Anno
numero di persone
tutte le aziende
totale
totale
totale
totale
totale
totale
totale
totale
totale
2010
tutte le voci tutte le voci relative alla manodopera aziendale familiare
relative alla conduttore
altri familiari parenti del coniuge che manodopera del conduttore conduttore che lavora in aziendale che lavorano in lavorano in azienda
Categoria di manodopera
familiare
azienda
azienda
Territorio
San Severo
6.505
3.937
727
394
1.447
coniuge che altri familiari coniuge e altri tutte le voci relative alla non lavora in del conduttore familiari che azienda
che non non lavorano in manodopera aziendale lavorano in azienda
familiare più azienda
coniuge e altri familiari che non lavorano in azienda
930
2.352
3.282
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9.787
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1.50.
Strutture ricettive alberghiere
Territorio San Severo
numero camere
posti letto
bagni
Légende :
‐:
10
190
397
190
4
190
357
190
..
..
..
..
1
36
69
36
3
154
288
154
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
6
..
40
..
..
..
..
..
1
..
9
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
..
bed and breakfast
altri esercizi
rifugi alpini
case per ferie
alloggi in affitto agriturismi e alloggi del turismo rurale ostelli per la gioventù
esercizi complementari
campeggi e villaggi turistici
esercizi complementari
residenze turistico alberghiere
alberghi di 1 stella
alberghi di 2 stelle alberghi di 3 stelle
alberghi di 4 stelle
esercizi alberghieri
alberghi di 5 stelle e 5 stelle lusso
esercizi alberghieri
Tipo di esercizio esercizi alberghieri e complementari
Insieme di dati : Capacità degli esercizi ricettivi
Indicatori di capacità numero di esercizi
Classe dimensionale per numero ogni dimensione
Anno 2011
..
..
..
..
..
..
..
..
5
..
31
..
il fenomeno non esiste oppure esiste e viene rilevato, ma i casi non si sono verificati
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2.
2.1.
IL QUADRO INTERPRETATIVO
B1 – Individuazione di contesti ed invarianti per il territorio extraurbano
L’elaborato tav. B1bis è costruito a partire dal quadro conoscitivo, dai caratteri dominanti dei luoghi, dalle relazioni tra le
diverse risorse individuate e dalle relative tendenze di trasformazione. In particolare l’elaborato individua le aree di
territorio extraurbano del Radicosa (a nord-est), agricola pregiata (a corona della città urbanizzata) e del Triolo (a sudest).
Inoltre distingue la ferrovia, la viabilità principale e secondaria, il sistema dei tratturi.
Sono inoltre graficizzati: il reticolo idrografico e gli specchi d’acqua derivanti dalla carta idrogeomorfologica, le
coltivazioni specializzate di pregio caratterizzate da uliveti e vigneti.
La suddivisione del territorio extraurbano in aree deriva da un attenta analisi del territorio. A nord il Torrente Radicosa
solca il territorio distinguendo un area caratterizzata principalmente da seminativi e uliveti. L’area è compresa fra i
confini comunali a nord e delimitata dal braccio di tratturo Nunziatella-Stignano e dal tratturello Foggia-Sannicandro. In
questa area esiste l’oasi di protezione faunistica che di fatto termina all’area urbanizzata.
A Sud l’area del Triolo è delimitato dal tratturello Foggia-sannicandro, il tratturo Foggia-L’Aquila, da una parte del
Torrente Triolo, dal canale Ferrante e dai confini comunali. Tale area è caratterizzata dalla presenza diffusa di alcuni beni
rurali e dalle aree della riforma agraria che hanno disegnato il territorio. L’area è caratterizzata dalla presenza di
seminativi in aree irrigue e non irrigue.
L’area agricola pregiata è caratterizzata dalla presenza di coltivazioni di pregio quali uliveti e vigneti ed è suddiviso dalle
altre limitrofe dal tratturo Foggia-L’Aquila, dal limite fisico dell’autostrada e di alcune suddivisioni colturali del territorio.
In questo contesto è diffusa la presenza di beni architettonici e archeologici coincidenti spesso con le masserie che con i
loro poderi hanno segnato il territorio.
L’area adiacente all’urbanizzato è quella agricola di pregio, caratterizzato da un utilizzo del suolo legato alla vicinanza
urbana, con dimensioni dei poderi di dimensioni inferiori.
Sono inoltre individuati quegli elementi presenti nel territorio quali la centrale a turbogas e il consorzio ASI a sud del
nucleo urbano.
2.2.
B2 – Individuazione di contesti ed invarianti per l’area urbana
L’elaborato individua nel tessuto urbano: il centro antico, la città d’isolato (nella quale è altresì individuata la rete
stradale di matrice ortogonale) nel tessuto urbano consolidato. Individua le aree che costituiscono il sistema del verde,
delle attrezzature e/o dei servizi urbani e le aree oggetto di interventi unitari sia pubblici che privati, distinte per
destinazione residenziale e destinazione produttiva; vengono infine distinte: le aree dismesse o degradate (due aree nei
pressi del fascio ferroviario), le aree marginali (lungo il perimetro urbano), le altre aree. Le aree marginali ai margini
della città individuano un confine frammentato e non definito.
La rete di viabilità urbana si integra con gli assi principali rappresentati nella tavola A13bis.
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3.
3.1.
LE PREVISIONI STRUTTURALI DEL P.U.G.
Il disegno strutturale del Piano Urbanistico Generale
Partendo dalle considerazioni espresse nei paragrafi precedenti che attraverso la definizione del quadro conoscitivo,
portano all’interpretazione delle invarianti territoriali, il disegno del PUG viene strutturato secondo le descrizioni che
seguono, articolate con riferimento alle diverse situazioni territoriali e ai diversi settori.
Il sistema della mobilità
Ad un primo esame, nella dimensione territoriale l'attuale sistema non presenta particolari anomalie o problemi; l'attuale
domanda di trasporto a scala extraurbana viene smaltita abbastanza efficacemente dall'attuale rete stradale e ferroviaria.
Di conseguenza non si ritiene necessario prevedere trasformazioni significative per questa rete all'interno del nuovo
Piano Urbanistico Generale.
Diverso è il discorso sulla mobilità interna al tessuto urbano, che presenta diversi problemi e contraddizioni e, per cui
occorre pensare ad una significativa strategia di riqualificazione e riorganizzazione.
Nella scala vasta, il PUG abbandonata l'ipotesi contenuta nel vigente Piano di creazione di un nuovo casello autostradale
e di formare un collegamento aggiuntivo tra l'asta autostradale e il sistema di circolazione urbano leggermente più a
nord dell'esistente (da inquadrare in un sistema di circolazione anulare intorno all'abitato) in modo da offrire un ingresso
alternativo in città, oltre a quello sull'asse stradale del Cimitero.
Questo per diversi e immaginabili motivi di ordine pratico (risulterebbe comunque troppo vicino all'attuale casello di san
Severo: poco più di 2 Km.) ed economico.
Tuttavia si rileva effettivamente che la presenza di un unico svincolo autostradale, collocato oltre l'asta ferroviaria
principale, in mancanza di un sistema tangenziale completo, ha effettivamente specializzato un particolare percorso
d'ingresso alla città, trasformando l'antica e poco importante radiale di collegamento tra San Severo e San Marco in
Lamis in principale strada di penetrazione, dando luogo a fenomeni di congestione del traffico e accavallamento di
funzioni, per i quali occorre trovare un rimedio a livello locale.
Scartando, per i motivi di cui si parlerà più avanti, l'ipotesi di realizzare un sistema tangenziale completo, il Piano prevede
la formazione di una nuova bretella complanare all'autostrada tra il casello e la zona ASI lungo la Via Foggia, da
verificare con le autorità competenti, in modo da offrire un'alternativa agli itinerari d'ingresso-uscita dalla città,
soprattutto per il traffico pesante che ha origine o destinazione nella zona PIP e nella zona industriale ASI.
Il sistema stradale di circolazione extra-urbano è caratterizzato da una serie di itinerari radiali che mettono in
comunicazione San Severo con altri centri urbani limitrofi: Apricena, San Marco, Torremaggiore, Lucera, Serracapriola, e
svolgono ancora oggi efficientemente il loro ruolo di aste di comunicazione interurbana a breve e medio raggio, grazie
alla mancanza di edificazione perimetrale e alla dimensione contenuta dei flussi.
Tra questi si interpone l'itinerario della SS n.16 Adriatica attraverso la quale la città è messa in comunicazione a nord con
le province del Molise e a sud con il capoluogo di provincia Foggia. Questo fondamentale asse di comunicazione,
potenziato nei decenni scorsi mediante la creazione di un by-pass che aggira a grande distanza la città da ovest, appare
ancora sufficientemente distante dalla città e in grado di smistare senza grandi problemi i non eccezionali flussi di traffico
a grande raggio in direzione nord-sud.
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Il PUG abbandona l'ipotesi di trasformare tale by-pass in un sistema tangenziale anulare completo intorno alla città in
analogia a quanto fatto per Foggia, con la realizzazione di un'altra bretella che aggiri la città da est passando tra la
ferrovia e l'autostrada (salvo diverse future indicazioni derivanti dalla progettazione degli organi sovraordinati come ad
esempio i vari tratti della tangenziale est. Questa previsione risulta ingiustificata sia ai fini di un miglior funzionamento
del dispositivo di circolazione urbano che ai fini di un migliore smistamento dei percorsi di lunga gittata in direzione nordsud. Infatti:
ƒ
la dimensione urbana stessa di San Severo, estremamente raccolta e concentrata in un'area molto piccola (circa 400
Ha.) permette spostamenti da una parte all'altra della città in tempi già estremamente brevi;
ƒ
l'elevatissima distanza dalla città del percorso anulare (soprattutto nel tratto occidentale già realizzato), che rende
difficile immaginare un suo funzionamento a servizio e di aiuto alla circolazione urbana di San Severo (il by-pass
attuale della SS n.16 è collocato ad una distanza oscillante tra 2 e 3 Km. dalle case dell'estrema periferia della città);
ƒ
la scarsa dimensione dei flussi di traffico di lunga percorrenza, che già utilizzano l'autostrada;
ƒ
gli elevati costi in termini economici e di consumo del territorio agricolo.
Anche per quanto riguarda il sistema ferroviario, il sistema attuale formato dalla linea Bologna-Otranto di proprietà delle
Ferrovie dello Stato (RFI) in direzione nord-sud e dal ramo verso est in direzione del Promontorio di proprietà delle
Ferrovie del Gargano offre già una discreta varietà di percorsi in alternativa al sistema di circolazione stradale.
Entrambe le linee necessitano di interventi di ammodernamento, riqualificazione e ampliamento già predisposti da parte
delle autorità competenti che non pongono problemi particolari e risultano largamente compatibili con le indicazioni del
nuovo Piano regolatore. In particolare il nuovo progetto ferroviario definito variante di Apricena prevede, in sintesi, la
realizzazione di una galleria, l’avvicinamento della ferrovia al popoloso abitato di Apricena con la costruzione di una
nuova stazione e l’adozione di un nuovo tracciato fino a San Nicandro (variante di Apricena) che consentirà di ridurre di
4 km circa la lunghezza della linea e di entrare nella stazione di San Severo da nord in modo da garantire i collegamenti
da/per Foggia (Bari) senza necessità di inversione di marcia, oltre che l'elettrificazione della tratta
Gli interventi più rilevanti promossi dal PUG si riferiscono dunque principalmente al sistema di circolazione urbano.
Esaminiamo da vicino il suo funzionamento.
L'estrema compattezza dell'abitato ha generato un sistema stradale continuo, in cui sono di conseguenza permessi sia
movimenti radiali che circolari.
I due principali percorsi anulari interni, Via Tondi-Minuziano-Solis-Corso Gramsci attorno al nucleo più antico e Corso
Mucci-Vittorio-Fortunato-Viale 2 Giugno, più all'esterno e tangente alla Stazione, dai quali si distaccano le strade storiche
in senso radiale dirette verso i centri urbani limitrofi conservate con la loro giacitura nel tessuto urbano a maglie
quadrangolari: Viale Checchia-Rispoli D'Alfonso (verso Torremaggiore), Via Nenni (verso Castelnuovo), Via Lucera, Via
Soccorso (verso Foggia), Via San Matteo (verso San Marco in Lamis) e Via san Giovanni Bosco (verso Apricena e il
Gargano), sono una preziosa eredità del piano ottocentesco e garantiscono ancora un discreto funzionamento del
dispositivo generale di circolazione.
La rete secondaria di comunicazione che distribuisce in forma capillare ai singoli quartieri e isolati, pur presentandosi
omogenea e ordinata, presenta alcuni problemi di funzionamento legati alle ridotte sezioni stradali (la sezione stradale
tipo non supera quasi mai gli 8 metri da edificio a edificio, se non nelle arterie di circonvallazione).
Ma i problemi più rilevanti riguardano le recenti aree di espansione che, collocate sul perimetro urbano, intersecano e
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interrompono il sistema stradale a griglia proprio del resto della città. Tranne alcune elementari reti stradali interne ai
singoli quartieri, queste aggiunte moderne si sono appoggiate al sistema radiale o di circonvallazione cittadino
caricandolo eccessivamente. La distanza di questi insediamenti dal centro è diventata eccessiva e pone a sua volta un
problema di comunicazione.
Il PUG prevede la costituzione di un nuovo itinerario orbitale, di raccordo tra le diverse direttrici dei sistema radiale, più
esterno e fluido dell'unico itinerario esistente (al di fuori della strada perimetrale del centro storico) costituito da Viale 2
Giugno, Corso Giustino Fortunato, Corso Giuseppe Di Vittorio, Corso Leone Mucci.
Quella che doveva essere una tangenziale esterna è oggi un viale di scorrimento urbano interno su cui affacciano diverse
realtà commerciali, residenziali e di servizio. Le due funzioni sovrapposte, di smistamento del traffico veicolare e di
disimpegno degli insediamenti, non riescono più ad essere contemporaneamente ospitate nella pur larga sezione
stradale esistente.
Occorre pensare come detto ad un nuovo itinerario orbitale, di arrocco, in grado di alleggerire il sistema stradale
esistente e di offrire una soluzione convincente al traffico automobilistico di medio/lungo raggio. Il PUG propone di
realizzare:
1.
un tronco stradale a sud tra Via Soccorso/Via Foggia (ex SS n.16) e l'anulare sportivo;
2.
un secondo tronco stradale tra Via Biferno e il quartiere Città Giardino;
3.
un terzo tronco tra il quartiere "Città Giardino" e Viale Checchia Rispoli (SP n. 30 per Torremaggiore e San
Paolo in Cividate);
4.
un quarto e ultimo tronco stradale, di dimensioni più ridotte, tra la citata SP 30 e l'anulare sportivo, utilizzando
un tratto della viabilità del quartiere "ex art. 18".
Questi completamenti stradali configurano una specie di percorso orbitale intorno alla città e interrotto solo dalla
ferrovia. Viene ottenuto, come è segnalato più avanti, senza alcun addebito pubblico collocandolo a carico delle residue
possibilità edificatorie.
L'intero nuovo sistema orbitale viene poi messo in comunicazione al di là della ferrovia con una nuova strada tra quella
per San Nicandro Garganico alle spalle del quartiere di San Bernardino fino al casello dell'autostrada passando alle spalle
del Cimitero e offrendo quindi un'alternativa alla già congestionatissima Via Michele Zannotti (SS n.72 per San Marco in
Lamis e San Giovanni Rotondo).
Tuttavia non deve ritenersi tale completamento del sistema di circolazione veicolare urbano l'unico provvedimento del
futuro PUG. Obiettivo a medio/lungo termine del Piano deve essere quello di ridurre progressivamente la quota di
spostamenti urbani ed extra-urbani su mezzi privati in favore del trasporto pubblico. Per questo i nuovi provvedimenti
viari diventano realistici solo se contemporaneamente:
ƒ
accompagnati da un sistema di parcheggi che favoriscano appunto lo scambio col sistema di trasporto pubblico (se
ne parlerà più avanti nel paragrafo relativo al sistema dei servizi);
ƒ
associati ad un riequilibrio generale del sistema insediativo che favorisca la formazione di una rete ordinata di
attrezzature, una dislocazione di quartieri ciascuno con una propria dotazione di servizi diminuendo, in buona
sostanza, la domanda di trasporto e i segmenti di traffico oggi scaricati nella rete cittadina.
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Recupero delle parti urbane consolidate
Per il nucleo antico occorre una preventiva precisazione, che investe anche la sintassi. Non parliamo più di "centro"
storico ma di "nucleo antico" per sottolineare il fatto che questa porzione urbana non può più continuare a fare "da
centro" ad una città così estesa. La modesta entità territoriale di questa parte della città, ma anche la sua rilevanza sotto
il profilo storico, artistico e monumentale richiede la definizione di una disciplina attenta che orienti senza inutili
complicazioni l'intervento di conservazione dei singoli elementi, ma senza pensare che questa parte della città possa
continuare a svolgere la funzione di centro urbano di un organismo così sviluppato in senso territoriale. Il nucleo antico
deve diventare uno dei quartieri della città, con le sue qualità, i suoi inconvenienti, i suoi servizi per gli abitanti e anche,
in parte, per gli abitanti delle altre parti della città.
Premesso questo, la disciplina urbanistica sarà calibrata sulle informazioni individuali raccolte per ciascun edificio, e cioè:
la suddivisione in unità (cioè le partizioni significative del tessuto edilizio), che costituisce un riferimento operativo da
rispettare nella predisposizione dei progetti, ma non vincolante per l'estensione dell'intervento; l'organizzazione e la
morfologia del tessuto (cioè gli elementi caratterizzanti il tessuto edilizio, con particolare riferimento agli elementi di
transizione dallo spazio pubblico a quello privato: portici, androni, scale, tipi di pavimentazione, giardini, facciate, ecc.),
che determina i capisaldi da rispettare e valorizzare e attorno ai quali allestire il progetto d'intervento; la suddivisione in
categorie tipologiche (ovvero il riconoscimento di una matrice storica costruttiva dell'edificio che è diventata regola e
connota tuttora l'assetto edilizio), che consente di orientare gli interventi con una serie di riferimenti propri degli edifici.
Dalle indicazioni incrociate scaturirà una prescrizione d'intervento specifica, propria di ciascun manufatto, da incrociarsi al
momento dell'intervento con una valutazione dello stato di alterazione del tessuto (cioè del grado di scostamento
dell'edificio dalla sua matrice storica e tipologica, derivante dalla successione delle trasformazioni subite nel tempo), che
determina il livello delle indicazioni di tutela e dei gradi di libertà degli interventi. Tale indicatore sarà raccolto ed
esaminato al momento dell'intervento sulla base di una procedura di individuazione codificata in senso normativo e
basata sulle informazioni offerte dal proponente l'intervento.
La modalità d'intervento assegnata sarà quindi un mix tra il restauro e la ristrutturazione, variabile, come detto in
precedenza in ragione dello stato di alterazione, ma anche della importanza e della rappresentatività del manufatto; in
definitiva la componente di restauro del mix crescerà in corrispondenza delle tipologie edilizie più significative (palazzi,
chiese, conventi, ecc.) e comunque degli edifici con gradi bassi di alterazione (ammettendo limitate possibilità di
ristrutturazione/alterazione); viceversa la componente conservativa decrescerà in corrispondenza delle tipologie edilizie
cosiddette "minori" e/o laddove i margini di alterazione sono alti (ammettendo in questo casi più ampi margini di
ristrutturazione/alterazione).
Parallelamente e in forma complementare il PUG definirà un trattamento adeguato degli spazi pubblici e stabilirà le
indicazioni di dettaglio necessarie ad avviare i provvedimenti esecutivi volti alla loro trasformazione. Saranno aree
coinvolte da una sistemazione d'insieme finalizzata alla realizzazione di un'attrezzatura (parcheggi per lo più, con usi
pubblici e privati) o di una semplice sistemazione a terra (di spazi di piazza, per mercati o, semplicemente a verde), con
prescrizioni non vincolanti, da perfezionarsi attraverso successive esperienze progettuali.
Per il tessuto residenziale organizzato secondo il modello dell'isolato la disciplina urbanistica sarà, come per il nucleo
antico, volta alla conservazione dei specifici elementi di individualità, cioè l'aderenza ai margini dell'isolato con possibilità
estese di modificazione delle parti edilizie.
Per queste parti del tessuto l'altezza dei fronti dipende dall'ampiezza della sede stradale antistante e, su questa regola
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(di origine ottocentesca), sarà possibile attribuire possibilità di ampliamento, sopraelevazione e, anche, demolizione con
ricostruzione. La capacità edificatoria dipenderà anche dal grado di saturazione dell'isolato, sarà espressa in forma non
tradizionale e decrescerà procedendo dall'esterno verso il nucleo antico (dove la maglia stradale si fa più fitta).
Per i completamenti urbani più recenti il PUG distinguerà:
o
la situazione dei Rioni più degradati, come i citati esempi del Rione Fantasia e San Bernardino, per i quali
occorre un intervento complessivo di ristrutturazione urbanistica, attingendo o meno ai finanziamenti e alla
legislazione regionale specifica in materia e ammettendo, comunque, quale motore economico dell'iniziativa la
possibilità di realizzare incrementi volumetrici, in cambio della preventiva ed effettiva realizzazione dei servizi e
delle infrastrutture necessarie/mancanti;
o
gli altri quartieri recenti che, pur soffrendo in misura minore dei guasti e del degrado sociale e urbanistico di
San Bernardino, presentano situazioni del tutto insoddisfacenti riguardo all'effettiva realizzazione dei servizi.
Per questi ultimi il PUG deve offrire opportunità di modesto completamento edilizio in cambio dell'effettivo impegno a
realizzare quei servizi mancanti (giardini, attrezzature, parcheggi, ma talvolta anche le strade stesse o le infrastrutture a
rete).
Le aree produttive desuete (per lo più ex-cantine vitivinicole) sono assoggettate ad una disciplina che ne consente in
parte il recupero a fini edificatori per destinazioni diverse dalla produzione (non più del 50% della loro estensione) in
cambio dell'impegno a realizzare preliminarmente in forma congrua sulla restante porzione dell'area servizi e attrezzature
da cedere all'Amministrazione Comunale o da assoggettare all'uso pubblico.
Le aree produttive regolarmente in esercizio, concentrate per lo più a cavallo della Via Foggia (SS n. 16) vengono
confermate e distinte in zone diverse per la loro natura. A queste il PUG propone di aggiungere un'ulteriore quota di aree
ancora più all'esterno, oltre il Canale Venolo, da realizzarsi con le procedure dell'urbanizzazione pubblica o di altro
strumento in grado di offrire le medesime garanzie. Tale ampliamento va inquadrato nella necessità di avvicinare tale
comparto produttivo all'area ASI (ancora più a sud) in vista di un suo possibile futuro trasferimento (in senso
patrimoniale e giurisdizionale) al Comune di San Severo.
L’area P.I.P. approvata con D.P.G.R. n. 1596 del 24.06.77 ha subito una prima variante per dismissione del 1° tratto
della S.S. n. 16 per Foggia (approvata con delibere consiliari n. 14 del 26.01.81 e n. 202 del 20.01.83), una seconda
variante per salvaguardia dell’elettrodotto esistente e previsione del Centro Ingrosso di Capitanata srl (approvata con
delibere C.C. n. 201 del 29.09.90 e n. 270 del 18.12.90) e una terza variante per la destinazione ad attività produttive
del parcheggio pubblico già previsto fra le strade vicinali “Schiavetta” e “Croce Santa-Schiavetta” (approvata con delibere
C.C. n 26 del 08.02.92 e n. 19 del 20.02.93).
Completamenti insediativi
A corona intorno alla città, utilizzando gli interstizi lasciati aperti dai più recenti quartieri residenziali aggiunti, il PUG
prevede:
1.
alcune aree residenziali di ampliamento poste una nord-ovest a cavallo della Strada Statale Adriatica tra il
quartiere Città Giardino e il Quartiere Oliveto, a sud-ovest tra Via Pietro Nenni e Via San Rocco e altre;
2.
diverse aree a destinazione mista per servizi e altre attrezzature terziarie. Tra l'intervento ex-art. 18 e Viale
Checchia Rispoli, a cavallo della strada per Apricena tra la Città Giardino e la ferrovia; tra Via soccorso e la
Scuola Media Giovanni XXIII e altre;
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3.
un'area per la creazione di un polo agroalimentare integrato, con utilizzazioni diverse e collegate: produttive,
terziarie, ricettive, ecc., collocato in prossimità di Via Soccorso, in adiacenza ad uno dei nuovi tratti stradali
anulari accennati in precedenza;
Questi completamenti, oltre a garantire un rapporto al loro interno tra aree sfruttabili a fini edificatori e aree utilizzate a
servizi analogo a quello affidato alla riconversione delle cantine esistenti in ambito urbano, devono farsi carico della
realizzazione in adiacenza al perimetro esterno dei tratti stradali di arrocco necessari, di cui si parla in seguito (strada
orbitale di progetto).
La logica della loro collocazione dipende appunto dalla presenza di questi tratti stradali di arrocco necessari e anche dalla
necessità di ricomporre e regolarizzare la forma urbana generale secondo un disegno di forma ovoidale più regolare della
forma attuale irregolare, sfrangiata e disomogenea.
Potenziamento e trasformazione del sistema di servizi
Come detto, obiettivo cruciale del Piano Urbanistico Generale è quello di correggere l'insufficiente dotazione di servizi e
attrezzature, così come rilevata dal quadro conoscitivo.
Per i completamenti necessari la normativa di Piano lascerà aperta la possibilità d'intervento anche ai privati, in
alternativa all'intervento pubblico, senza prevedersi obbligatoriamente la necessità di esproprio e realizzazione da parte
del Comune o degli enti istituzionalmente preposti. II disegno del PUG si presenterà molto impegnativo per le elevate
quantità di nuove attrezzature da realizzare, verificare e controllare anche sotto il profilo qualitativo. Questo impegno
non può essere lasciato esclusivamente sulle spalle dell'azione amministrativa pubblica: la normativa del PUG
specificherà che l'attuazione di queste previsioni può avvenire anche a cura dei privati. A parte alcune limitate e
specifiche sistemazioni, che rivestono un esclusivo interesse pubblico, quali i giardini, le attrezzature culturali, le aree
verdi o i parcheggi, esiste una vastissima gamma di attrezzature che possono presentare motivi di interesse anche per
un azione imprenditoriale privata: scuole e asili, attrezzature socio-assistenziali, attrezzature ricreative e per lo
spettacolo, attrezzature sportive, ecc.
I servizi oggi esistenti sono costituiti da alcuni episodi edilizi interni al centro storico e al tessuto a blocchi e dalle poche
attrezzature di standard cresciute attorno ai quartieri di più recente formazione. Questa dotazione è assolutamente
inadeguata per le necessità di una comunità dell'importanza di San Severo sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo.
Le varie realizzazioni non sono in comunicazione tra loro e risultano distribuite disomogeneamente nelle varie parti della
città. Tra le varie tipologie di attrezzature di servizio alcune quali i giardini, gli spazi verdi attrezzati o i parcheggi
risultano quasi totalmente assenti. I pochi episodi edilizi, costituiti per lo più da edifici scolastici o religiosi, non
interrompono la monotonia del paesaggio costruito e, anzi, contribuiscono a renderlo più fitto e impenetrabile; la
compattezza del tessuto edificato, pregevole per molti versi, è anche frutto della quasi totale assenza di "vuoti" urbani,
siano essi piazze, giardini o parcheggi.
Alle aree già destinate a servizi dal vigente PRG che non hanno avuto attuazione, parte delle quali oggetto di ricorsi
amministrativi pendenti al fine di pervenire ad una diversa destinazione urbanistica, verrà riconosciuta una capacità
edificatoria residenziale o terziaria godibile su una porzione minore dell'area in cambio della cessione del resto in modo
da consentire all'Amministrazione Comunale di creare un demanio di terreni interni alla città, da attrezzare
progressivamente nel tempo per correggere la rarefazione di spazi di questo tipo oggi registrabile.
La proposta del Piano, oltre a potenziare considerevolmente la dotazione dell'area edificata propone di connettere tali
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aree, interne ed esterne, in un sistema di "rete" in cui i servizi e spazi verdi irraggino l'intera compagine urbana.
Questa nuova rete deve:
a) recuperare il deficit quantitativo accumulatosi fin qui e, naturalmente soddisfare la domanda indotta dalle nuove
previsioni edificatorie in crescita;
b) armonizzare i quartieri di più recente formazione e quelle nuove previsioni interstiziali di cui ci siamo già occupati in
precedenza, reinserendole in un disegno urbano continuo e armonico;
c) riequilibrare la condizione di maggior concentrazione di servizi rilevabile nelle aree più centrali;
All'esterno del nuovo perimetro urbano (l'area attualmente edificata più le nuove necessarie previsioni insediative e per
servizi) può essere ripristinato stabilmente l'uso agricolo dei terreni - oggi compromesso dalle aspettative di
un'espansione ulteriore - recuperando la transizione netta tra città e campagna che è uno dei valori perduti del
paesaggio pugliese tradizionale.
Il nuovo disegno urbano proposto è da intendersi in senso definitivo: la città non può e non deve crescere oltre questo
limite. Tutte le esigenze in ordine quantitativo e qualitativo legate alla crescita futura vanno risolte all'interno di questa
nuova delimitazione urbanistica.
Per il centro storico e le aree immediatamente limitrofe, come ricordato nel relativo capitolo, ci sarà un impegno speciale
nell'articolazione del PUG volto ad incrementare la dotazione di adeguate infrastrutture soprattutto in termini di migliore
accessibilità e riconoscibilità per questa parte della città. L'obiettivo principale sarà infatti di realizzare una nuova
sistemazione viaria della strada orbitale di arroccamento intorno al perimetro urbano antico con adeguate infrastrutture
di parcheggio ad uso dei residenti (mettendo in vendita box e garage, che consentono di recuperare parte dei costi di
realizzazione) e delle persone che lavorano o accedono al centro per diversi motivi. L'intenzione infatti è anche di
garantire migliori condizioni di sopravvivenza ai servizi di natura culturale o istituzionale, tuttora collocati nel centro, ma
assolutamente privi di condizioni adeguate in termini di fruibilità e accessibilità.
Il territorio inedificato
Il grande territorio inedificato a destinazione agricola esterno alla città necessita di una normativa urbanistica particolare
che tenga conto dell'eccezionale importanza che riveste sotto il profilo economico e ambientale.
Il Piano prevede e disciplina diverse zone agricole distinte tra loro in funzione della tipologia di coltivazione adottata e in
funzione delle potenzialità che riveste sotto il profilo ambientale e paesistico. Le stesse sono descritte per tipologia e
caratteristiche nelle NTA di Piano.
Per tali zone, anche se con accenti diversi, il PUG propone di agevolare lo svolgimento dell'attività agricola, l'attivazione
di strutture a valenza agri-turistica e la frequentazione ad uso ricreativo, sportivo e potendo contare come base di tali
percorsi, la rete degli antichi tratturi.
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CALCOLO DEL FABBISOGNO INSEDIATIVO
3.2.
Popolazione – la dinamica nell’ultimo periodo
Dall’analisi dei dati degli ultimi quaranta’anni la popolazione ha subito i seguenti andamenti demografici:
Regione Puglia 1971 1981 1991 2001 2008 3.582.787 3.871.617 4.031.885 4.020.707 4.076.546 Tasso di Provincia di Tasso di variazione
Foggia variazione
619.002 7,5% 643.827 3,9% 4,0% 657.000 2,0% ‐0,3% 649.598 ‐1,1% 1,4% 640.752 ‐1,4% Comune di Tasso di San Severo variazione 49.741 54.205 8,2% 55.085 1,6% 55.861 1,4% 55.824 ‐0,1% Dai tassi di variazione dei periodi intercensuari seguano andamenti differenti fra la popolazione comunale e quella
regionale e provinciale. Si nota che il tasso di variazione comunale risulta essere negativo solamente per l’ultimo
decennio e comunque in modo sensibilmente inferiore alla media provinciale. L’andamento della popolazione nel Comune
di San Severo risulta quindi essere autonomo rispetto all’andamento regionale e provinciale.
POPOLAZIONE AI CENSIMENTI 1971
49.741
1981
54.205
1991
55.085
1993 55.475 2001 55.861 2008
55.824
Si analizza la dinamica della popolazione nel periodo che va dal 1971 al 2008. In particolare si analizzano i tre decenni
dal 1971 al 2001, l’ultimo quindicennio dal 1993 al 2008 e l’ultimo periodo di riferimento al 2001 al 2008 ricavando i tassi
di crescita media annua riportati nella seguente tabella per poi calcolare la media delle medie.
CALCOLO DEL TASSO MEDIO ANNUO DI CRESCITA media annua media annua 1971‐1981 1981‐1991 crescita assoluta 4.464 880 tasso medio annuo di crescita 0,90% 0,16% media delle medie (1971‐2008) media annua 1991‐2001 776 media annua 1993‐2008 349 media annua 2001‐2008 ‐37 0,14% 0,04% ‐0,01% 0,002466 Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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3.3.
Popolazione – la proiezione al 2025
La proiezione della popolazione al 2025 è stata condotta con tre differenti metodi di calcolo:
-
secondo le indicazioni della Del. G.R. n. 6320 del 13.11.1989 considerando il tasso medio annuo di crescita;
-
attraverso un analisi con trend lineare;
-
attraverso un analisi con trend esponenziale.
dei dati ricavati è stata effettuata la media.
L’analisi è stata effettuata considerando un arco temporale futuro di 15 + 2 anni partendo dal 2008.
Determinazione previsione demografica con le indicazioni del DGR 6320 media delle medie (1971‐2008) 0,002466 previsione: P2025 = P2008 (1,002065)17 58.211 Determinazione previsione demografica con trend lineare previsione : anni 1971 1981 1991 2001 2008 2025 P2025 = m x + q = 59.100 abitanti 49.741 54.205 55.085 55.475 55.824 59.100 Determinazione previsione demografica con trend esponenziale previsione : anni 1971 1981 1991 2001 2008 2025 P2025 = b * e m x = 59.412 abitanti 49.741 54.205 55.085 55.475 55.824 59.412 Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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La media fra i tre valori ricavati dai differenti metodi di stima della popolazione coincide quindi con la previsione al 2025.
Il valore medio è P2025 = 58.908.
Essendo la popolazione al 2008 pari a 55.824 unità, si prevede un incremento di 3.084 unità.
È opportuno considerare inoltre l’andamento medio del numero medio di componenti per famiglia nell’ultimo periodo che
risulta:
andamento n. medio componenti la famiglia 2001‐2008 2001 2002
2003
2004
popol. residente 55.861 55.779 55.700 55.717
n. famiglie 18.586 18.875 19.194 19.329
n. medio componenti 3,01 2,96
2,90
2,88
2005
55.720
19.489
2,86
2006 2007 2008
55.560 55.824 55.628
19.554 19.597 19.762
2,84 2,85 2,81
Un tale andamento suggerisce un metodo di stima per regressione lineare dei dati ricavando il numero medio di
componenti per famiglia al 2025.
Per la previsione al 2025, si utilizza il metodo della regressione lineare per o punti noti (anni dal 2001 al 2007):
ascissa ordinata y=mx+q anni considerati 2003
2004
2005
2006 n. medio componenti la famiglia 3,01 2,96
2,90
2,88
2,86
2,84 m = ‐0,0246747 q = 52,34917804 2001 2002
2007 2008
2,85 2,81
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anno 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023 2024 2025 punti punti ordinata ordinata dati calcolati
3,01
2,98
2,96
2,95
2,90
2,93
2,88
2,90
2,86
2,88
2,84
2,85
2,85
2,83
2,81
2,80
2,78
2,75
2,73
2,70
2,68
2,65
2,63
2,60
2,58
2,56
2,53
2,51
2,48
2,46
2,43
2,41
2,38
Si ricava quindi il numero medio di componenti per famiglia al 2025, pari a previsti 2,38 componenti/famglia.
proiezione famiglie nel quindicennio 2010‐2025 popolazione n. medio componenti famiglie=pop./n. medio comp. 2008
55.628
2,81
19.762
2025
58.908
2,38
24.616
Dall’analisi effettuata, si prevede che il numero di famiglie al 2025 aumenta rispetto al 2008 di un valore pari a
(24.616 – 19.762) = 4.960 unità.
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3.4.
Settore residenziale – la dinamica nell’ultimo periodo
La dinamica del settore residenziale nell’ultimo periodo in rapporto al numero di famiglie è il seguente:
Abitazioni occupate e non occupate 1971 n. % ABITAZIONI OCCUPATE n. stanze totale n. medio stanze abitazione superficie complessiva (mq) sup. media per abitazione n. famiglie occupanti n. componenti n. medio occ./abitaz. n. medio occ./stanza ABITAZIONI NON OCCUPATE n. stanze totale n. medio stanze abitazione 1981 n. % 1991 n. 12.460 90,73
14.554 83,12
16.623
33.481 92,07
49.572 86,10
61.465
‐ ‐ 2,69 3,41
3,70
‐ ‐ 860.101 1.179.290
1.406.671
‐ ‐ 69,03 81,03
84,62
‐ ‐ 13.425 15.581
16.624
‐ ‐ 49.329 54.041
54.984
‐ ‐ 3,96 3,71
3,31
‐ ‐ 1,47 1,09
0,89
1.273 2.884 2,27 9,27
7,93
‐ 2.955 16,88
8.006 13,90
‐ 2,71
ABITAZIONI IN TOTALE 13.733 100,0
n. stanze in totale 36.365 100,0
‐ n. medio stanze/abitazione 2,65 17.509 100,0
57.578 100,0
‐ 3,29
2.555
8.400
3,29
% 2001 n. % 86,68 18.569 83,79
87,98 67.185 303,17
‐ ‐ 3,62
‐ ‐ 1.650.753
‐ ‐ 88,90
‐ ‐ 18.585
‐ ‐ 55.668
‐ ‐ 3,00
‐ ‐ 0,83
13,32 12,02 ‐ 19.178 100,00 69.865 100,00 ‐ 3,64
3.592
9.620
2,68
16,21
43,41
‐ 22.161 100,00
76.805 100,00
‐ 3,47
Contestualmente si nota come il numero medio di stanze per abitazioni si attesti al di sopra di 3 unità, con una lieve
riduzione dopo il 1991.
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Si riportano ulteriori analisi relative alla residenza sul territorio di San Severo rapportate alle famiglie.
Abitazioni per collocazione urbanistica al 2001
famiglie
totale
centri
nuclei
case sparse
Totale
18.432
0
154
18.586
%
abitazioni
compon.
99,17
0,00
0,83
100,00
totale
54.596
0
388
54.984
%
21.999
0
162
22.161
99,27
0,00
0,73
100,00
di cui occup. 18.415
0
154
18.569
162
case sparse
154
0
abitazioni
nuclei
0
famiglie
21.999
centri
18.432
0
5.000
10.000
15.000
Superficie media dell'alloggio
anno
n. abitazioni occupate
sup. totale abitazioni occupate (mq)
superficie media abitazioni occupate (mq)
20.000
25.000
1971
1981
1991
2001
12.460
14.554
16.623
18.569
860.101 1.179.290 1.406.671 1.650.753
69
81
85
89
superficie media abitazioni occupate (mq)
100
90
80
70
60
50
superficie media abitazioni occupate (mq)
40
30
20
10
0
1965
1970
1975
1980
1985
1990
1995
2000
2005
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3.5.
Settore residenziale – la proiezione al 2025
La proiezione residenziale si basa sulle indicazioni fornite dalla DGR n.6320 del 13.11.1989.
In particolare sono stati applicati i metodi indicati dalla Tabella 12 e nella tabella 13 della DGR 6320/89 per poi mediare i
risultati fra di loro.
Calcolo del fabbisogno di edilizia residenziale 1° procedimento (con il numero di stanze) 1 Incremento abitanti (stima al 2025) Indice di affollamento medio comunale al 2 2025 3 Dotazione necessaria di nuove stanze al 2025
TAB 12 del DGR 6320/89 58.908 A 0,75 B 78.544 C 4 DOTAZIONE ESISTENTE AL 2008 5 Totale stanze censite al 2001 6 Totale stanze costruite dal 2001 al 2008 Numero stanze esistenti al 2008 (stima) 76.805 2.546 79.351 Stanze inidonee valutate in funzione dell'età delle costruzioni, da detrarre: %di quelle costruite prima del 1919 %di quelle costruite tra il 1919 e il 1946 %di quelle costruite tra il 1946 e il 1961 %di quelle costruite tra il 1962 e il 1981 7 8 Stanze fisiologicamente non occupate rispetto al totale delle stanze non occupate Stanze occupate % (dati istat) inidonee 6.950
25%
5.370
20%
10.086
15%
31.403
6%
Stanze non occupate (dati istat) 9.620
5% stanze inidonee 1.738 1.074 1.513 2.040 481 D E F Dato stimato Dato stimato Dato stimato Dato stimato Dato stimato numero stanze non idonee al 2001
Fabbisogno di edilizia residenziale al 2025 (C‐
N) di stanze Fabbisogno di stanze per terziarizzazione e 11 secondarizzazione dell'edilizia residenziale Iscritti A.I.R.E.
Fabbisogno di stanze per rientro dei residenti 4473
all'estero iscritti all'A.I.R.E. 12 Fabbisogno complessivo di stanze 10 stanze per abitazione (stima al 2025) alloggi (considero 3,43 stanze per abitazione)
6.845 M = somma stanze non idonee 72.506 N = F‐M 9 Stanze idonee al dicembre 2008 (F‐M) 6.038 C‐N 2%
1.587 0,02 x F 30%
1.789 Considerando indice di affollamento 0,75 9.414 3,43 2.747 Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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Calcolo del fabbisogno di edilizia residenziale 2° procedimento (con il numero di abitazioni)
1 Famiglie residenti nell'anno 2025 2 DOTAZIONE ABITAZIONI AL 2025 3 Totale abitazioni censite al 2001 Totale abitazioni costruite dal 2001 al 2008 4 (stima) Totale abitazioni al 2008 Abitazioni inidonee (oppure perse negli 5 interventi di recupero per esigenze tipologiche e funzionali) al censimento 2001 Tab 13 del DGR 6320/89 24.722 A 22.161 113 22.274 B % abitazioni Abitazioni non idonee
occupate per (dato stanze (dati istat) stimato) 686
50%
2.682
30%
4.990
10%
Percentuale di quelle costituite da 1 stanza Percentuale di quelle costituite da 2 stanze Percentuale di quelle costituite da 3 stanze Totale abitazioni Abitazioni fisiologicamente non occupate 6 rispetto al totale delle abitazioni non occupate
Totale abitazioni inidonee (al 2001) 3.592
2% Abitazioni inidonee 343 805 499 144 1.791 C 7 Totale abitazioni idonee e disponibili al 2008 (B‐C) 20.484 D = B‐C 8 Fabbisogno di abitazioni al 2025 Fabbisogno di abitazioni per terziarizzazione e 9 18.569
secondarizzazione dell'edilizia residenziale Iscritti A.I.R.E. Fabbisogno di abitazioni per rientro dei 4.473
residenti all'estero iscritti all'A.I.R.E. 10 Fabbisogno complessivo di abitazioni al 2025 Numero medio stanze per abitazione al 2025 11 (stima) 12 Fabbisogno complessivo di stanze al 2025 4.235 E = A‐D 2,5% 462 E1 30% 563 Considerando 2,38 ab/famiglia 5.264 F = E+E1 3,43 G 18.050 H Ai fini del calcolo del fabbisogno di abitazioni e di stanze, è opportuno mediare i dati ottenuti dalla Tab 12 e Tab 13 del
DGR 6320/89:
media dei due fabbisogno di abitazioni (Tab 12 e Tab 13) = 4.005 media dei due fabbisogno di stanze (Tab 12 e Tab 13) = 13.735
FABBISOGNO DI NUOVI ABITAZIONI FABBISOGNO DI NUOVE STANZE Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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3.6.
Settore produttivo – proiezione al 2025 della popolazione attiva
Di seguito si procede al calcolo fabbisogno produttivo secondo le indicazioni della DGR 6320/89.
1991
2001
2008
Variazione
19912001
N.
Popolazione
totale
Popolazione
attiva (dai 14 ai
65 anni)
55.085
36.636
%
N.
100% 55.861
%
100%
776
66,51% 37.750 67,58%
%
2001
corretta
2025
N
%
corretta
Nuovi
posti
lavoro
al 2025
N
100%
55628
58908
1.114 68,34%
38015
70,22% 41364
lavoratori
per
ettaro
(DGR
6320)
ettari
Add. Agricoltura
2.643
4,80%
1.475
2,64%
-1.168
3,40%
1892
5,28%
3111
1219
Add. Industria
2.092
3,80%
1.921
3,44%
-171
3,80%
2114
4,88%
2875
761
Add. Costruzioni
2.016
3,66%
2.405
4,31%
2.405
4,70%
2615
5,50%
3240
625
Add. Totale
4.108
7,46%
4.326
7,74%
218
8,50%
4731
10,38%
6117
1386
57
24,32
Add commercio
2.868
5,21%
3.078
5,51%
-210
6,27%
3488
8,15%
4801
1313
57
23,04
859
1,56%
573
1,03%
-286
1,79%
993
3,67%
2159
1166
57
20,46
944
1,71%
1.060
1,90%
116
2,66%
1478
4,54%
2673
1195
100
11,95
4.174
7,58%
4.292
7,68%
118
8,44%
4697
10,32%
6081
1384
100
13,84
Add. Trasporti
Add. Credito,
assicuraz, …
Add. Servizi e
pubbliche
amministraz.
TOT 93,61
L’analisi effettuata per il settore produttivo, prevede un aumento in percentuale della popolazione attiva (residenti in età
lavorativa dai 14 ai 65 anni) calcolata sul tendenziale aumento ottenuto negli anni dal 1991 al 2008.
Si è ottenuta una crescita lineare della popolazione attiva al 2025 che comporta un aumento in percentuale degli addetti
del 2,64% (cioè 70,22% (al 2025) - 67,58% (al 2001)).
Considerando quindi i nuovi posti di lavoro per ogni categoria così ottenuti e valutando i lavoratori per ettaro (secondo le
indicazioni della Del. G.R. 6320 del 13.11.1989) si è ricavata l’estensione necessaria pari a 93,61 ettari, corrispondente al
fabbisogno di nuove aree non residenziali.
Il PRG vigente di San Severo prevede un Piano delle aree per Insediamenti Produttivi (P.I.P.) non ancora esaurito, per la
parte in ampliamento rispetto all’insediamento realizzato lungo la direttrice per Foggia. Il Piano è stato approvato con
D.P.G.R. n. 1596 del 24.06.77 ed ha subito tre successive varianti:
-
1^ variante per la dismissione del 1° tratto della S.S. n. 16 per Foggia (approvato con D.C.C. n. 14 del 26.01.81
e n. 202 del 20.01.83);
-
2^ variante per salvaguardia dell’elettrodotto esistente e previsione del centro ingrosso Capitanata srl
(approvata con D.C.C. n. 201 del 29.09.90 e n. 270 del 18.12.90);
-
3^ variante per la destinazione ad attività produttive del parcheggio pubblico già previsto fra le strade vicinali
“Schiavetta” e “Croce Santa Schiavetta” approvata con D.C.C. n.26 del 08.02.92 e n. 19 del 20.02.93.
Tale piano è attuato solamente nella parte a nord prossima alla città, mentre resta da attuare la parte a sud.
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INVARIANTI STRUTTURALI
3.7.
C1 – Tutela per le invarianti e previsioni per i contesti territoriali: il territorio extra-urbano
L’elaborato tav. C1bis individua i contesti e le invarianti del territorio comunale riguardo a contesti ed invarianti per il
territorio extraurbano (il contesto del Radicosa, il contesto agricolo pregiato, il contesto del Triolo) individuati a partire
dalle aree extraurbane definite nel quadro interpretativo e le relative norme di tutela. Inoltre per le invarianti specifica il
sistema stradale (con la viabilità principale, secondaria), il sistema ferroviario (con la ferrovia San Severo-Peschici, la
ferrovia Pescara-Foggia e i lotti della variante di Apricena). Individua il sistema dei tratturi con le aree tratturali di
competenza del PCT, gli elementi naturali emergenti con l’individuazione degli specchi d’acqua, del reticolo idrografico,
delle aree di tutela dei corpi idrici, degli alberi in filari, degli orli di scarpata delimitante forme semispianate e dell’area di
tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici del P.T.C.P.
3.8.
C2 – Tutela per le invarianti e previsioni per i contesti territoriali: l’area urbana
La tavola C2bis individua i contesti urbani con i relativi riferimenti alle norme di tutela. Nei contesti urbani della città
consolidata si individuano a valle dell’analisi interpretativa e delle indicazioni del DRAG:
-
CONTESTI URBANI DA TUTELARE - Il centro antico
-
CONTESTI URBANI CONSOLIDATI E DA CONSOLIDARE, MANUTENERE E QUALIFICARE
-
o
La città d'isolato
o
La zona produttiva esistente
CONTESTI URBANI IN FORMAZIONE, DA COMPLETARE E CONSOLIDARE - Aree derivanti da interventi pubblici
unitari o a destinazione mista
-
CONTESTI URBANI DA RIQUALIFICARE - Aree degradate o dismesse
-
CONTESTI PER INSEDIAMENTI DI NUOVO IMPIANTO
o
Aree marginali a destinazione mista
o
Aree marginali a destinazione commerciale
o
Aree marginali a destinazione produttiva
-
Aree che costituiscono il sistema del verde, delle attrezzature e/o dei servizi urbani
-
Zona cimiteriale, impianti tecnologici ed aree della mobilità ferroviaria
La tavola individua anche gli assi storici di penetrazione urbana che per le loro peculiare forza compositiva nello sviluppo
della città al di fuori delle mura medievali, sono assi da tutelare e potenziare o qualificare ove compromessi.
Sono inoltre specificate le differenti tipologie di viabilità urbana ed extraurbana e i principali assi di penetrazione alla città
individuando i nodi stradali e le intersezioni da adeguare o porre in sicurezza e da qualificare.
Si individua altresì l’asse di sviluppo produttivo posto fra la zona P.I.P. già previsto da P.R.G. e il consorzio A.S.I..
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3.9.
C3.1 – Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.E. del P.U.T.T./p
Nella Tav A1bis, con riferimento agli A.T.E., essi sono stati riportati tal quali, sia per configurazione planimetrica che per
classificazione, alle rispettive tavole tematiche originarie del P.U.T.T./P. (Serie n. 11 – Ambiti territoriali estesi).
In fase di elaborazione del Quadro Strutturale, si è proceduto a rideterminare secondo una logica di maggiore
approfondimento la maggiore e/o minore tutela, riveniente dall’adeguamento delle informazioni alla base del quadro
conoscitivo dei singoli ambiti distinti e dall’individuazione dei contesti extraurbani presenti sul territorio di San Severo che
meritano attenzioni paesaggistiche differenti.
Nella tavole C3.1bis, quindi, il territorio comunale risulta così interessato da ambiti territoriali, con riferimento al livello
dei valori paesaggistici, di tipo:
-
“B” di valore rilevante
-
“C” di valore distinguibile
-
“D” di valore relativo
-
“E” di valore normale
I valori di tutela nell’assegnazione degli A.T.E. ricalca l’analisi effettuata sul territorio e strettamente legata ai contesti
analizzati. Il contesto del Radicosa e il contesto agricolo pregiato, assumono prevalentemente un valore distinguibile nel
territorio per la conservazione del territorio stesso e per la presenza di numerose coltivazioni di pregio quali uliveti e
vigneti. Assumono valore distinguibile anche le aree fra i principali corsi d’acqua. Il conteso del Triolo assume in gran
parte un valore relativo per la presenza dei corsi d’acqua e dei differenti beni rurali presenti nell’agro che hanno
disegnato nel tempo la morfologia del territorio. Sono distinguibili con ambiti estesi differenti rispetto al territorio
circostante le aree tratturali e le aree di pertinenza del reticolo idrografico.
In riferimento agli Artt. 5.06-5.07 NTA del P.U.T.T./P si riporta quanto segue:
In relazione a tale adeguamento, le N.T.A.. all’art.5.06 - Adeguamento degli strumenti urbanistici al Piano prevedono
che:
-
La disciplina paesaggistica del Piano può essere introdotta negli strumenti urbanistici generali vigenti con specifica
variante. Tale "variante" viene assimilata a quelle ammesse ai sensi del secondo comma dell'art.55 della L.R.
n.56/80; i suoi contenuti devono conformarsi a quanto previsto nel punto 2 dell'art.2.10 ed è sottoposta all'iter
previsto dalla L.R. n.56/80, art.16;
-
L'adeguamento degli strumenti urbanistici generali al Piano (intendendo per adeguamento la formazione o di
variante specifica al PdF/PRG, o di variante generale al PRG, o PRG) deve essere adottato (L.R. n.56/80, art.7)
entro due anni dalla data di entrata in vigore del Piano stesso. In caso di inadempienza, si applicano i poteri
sostitutivi già disciplinati dall'art.55 della L.R. n.56/80;
-
La conformità della variante al Piano è verificata ed attestata da specifico parere paesaggistico (art. 5.03) formato
contestualmente all'istruttoria dello strumento urbanistico.
All’art.5.07- Criteri per varianti e deroghe al Piano, sono indicate le attività da svolgere ed i criteri cui attenersi in fase di
adeguamento del P.R.G. al Piano.
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Nel caso di adeguamento dello strumento urbanistico generale, come il caso del Comune di San Severo, in sede di
adozione, il Comune deve puntualmente esplicitare e motivare le eventuali modifiche alle perimetrazioni ed al valore
degli ambiti territoriali estesi (titolo II), alle perimetrazioni ed alle prescrizioni di base degli ambiti territoriali distinti
(titolo III, capi I, II, III, IV) del Piano che, nel rispetto delle corrispondenti direttive di tutela (art.3.05) ed in coerenza
con gli indirizzi di tutela (art.2.02), risultino necessarie per perseguire finalità di ottimizzazione tra tutela paesaggisticoambientale e compatibile sviluppo socio-economico della popolazione residente.
Il dispositivo di approvazione del piano regolatore generale esplicita le eventuali modifiche apportate al Piano, ed ha gli
effetti di approvazione di "Variante, interna al territorio comunale, del Piano".
DGR 1328/2007 – DRAG – Indirizzi, criteri e orientamenti per la formazione dei piani urbanistici generali (PUG)
Nel documento si specifica, in relazione alle risorse paesaggistiche alla base della relazione del PUG, parte III:
“…la gran parte dei Comuni pugliesi non ha adeguato i propri strumenti urbanistici al PUTT/Paesaggio e la redazione di
un nuovo strumento urbanistico è quindi anche la sede per effettuare tale adeguamento.
Tuttavia, l’analisi delle risorse paesaggistiche nei PUG non può essere ispirata unicamente alla logica della conformità e
dell’assolvimento degli adempimenti burocratico-amministrativi previsti dal PUTT/Paesaggio. Essa deve fondarsi sulla
lettura e interpretazione del paesaggio quale patrimonio culturale, composto da elementi fra loro in relazione dal punto
di vista spaziale, funzionale, simbolico, e non sulla mera individuazione di “oggetti”, magari limitata a quelli sottoposti a
vincolo.”…”Pertanto è ben evidente che l’obiettivo primario della tutela dei valori paesaggistici e del recupero dei
paesaggi degradati dovrebbe indurre i Comuni ad approfondire le analisi dei caratteri costitutivi delle strutture
paesaggistiche contenute nel PUTT/P.
Le conoscenze dovrebbero restituire, grazie al contributo di saperi esperti e comuni:
- gli elementi strutturanti il territorio, riferibili, anche secondo quanto indicato dal PUTT/Paesaggio, ai sistemi dell'assetto
geologico, geomorfologico e idrogeologico, della copertura botanico/vegetazionale e colturale e relativo contesto
faunistico, dei caratteri della stratificazione storica dell'organizzazione insediativa;
- gli elementi identitari del territorio, nell’indissolubile intreccio fra valori culturali e naturali, la cui riscoperta può aprire
inesplorate possibilità per lo sviluppo futuro della regione;
- gli ambiti territoriali caratterizzati da differenti caratteri e condizioni di qualità paesaggistica.”
…“…scostamenti dalle rappresentazioni dei valori paesaggistici contenute nel PUTT/P non devono far temere ai Comuni
di incorrere nel rischio della mancata verifica di compatibilità del PUG, se essi si devono a una conoscenza del territorio
più ricca e articolata di quella sulla quale si sono basati gli elaborati del Piano paesistico regionale. E’ inevitabile, infatti,
che anche il semplice passaggio dalla scala di rappresentazione cartografica del PUTT/P a quella di maggiore dettaglio
della pianificazione comunale, rendendo più chiaramente leggibili i sistemi paesaggistici sottoposti a tutela dal PUTT/P,
comporti un arricchimento del sistema delle conoscenze, e quindi la possibilità di pervenire a una diversa configurazione
planimetrica degli ambiti di tutela previsti dal PUTT/P.”
Sono stati applicate tali direttive per la riperimetrazione degli ATE, nettamente più cautelativa rispetto a quella del
vigente PUTT/p.
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3.10.
C3.2 – Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. del P.U.T.T./p. Sistema dell’assetto geologico,
geomorfologico e idrogeologico
In fase di elaborazione del Quadro Strutturale, si è proceduto a rideterminare secondo una logica di maggiore e/o
minore tutela, riveniente dall’approfondimento del quadro conoscitivo, la configurazione e la classificazione degli Ambiti
Territoriali Distinti (A.T.D.), secondo quanto riportato agli artt. 5.06-5.07 delle NTA di cui sopra.
In particolare, gli elementi strutturanti il territorio comunale, in coerenza con le individuazioni già effettuate dal
P.U.T.T./P., sono stati articolati nei seguenti 3 sistemi:
- assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;
- copertura botanico-vegetazionale, colturale e potenzialità faunistica;
- stratificazione storica dell'organizzazione insediativa.
Il sistema dell’assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico è rappresentato in due tavole distinte, e vi sono
individuati, in coerenza con la definizione del PUTT/P, i seguenti A.T.D derivanti dall’analisi della carta
idrogeomorfologica e dallo studio paesaggistico del territorio:
−
forme degli elementi legati all’idrografia superficiale che individuano i corsi d’acqua, le acque pubbliche e le aree
di tutela paesaggistica;
−
bacini idrici che individuano stagni, acquitrini e zone palustri con la relativa area annessa;
−
versanti e crinali che individua gli orli di scarpata delimitanti forme semispianate con relativa area di pertinenza
e annessa;
−
aree di tutela ambientale e paesaggistica del PTCP.
Per il reticolo morfo-idrologico, è stata individuata un area di pertinenza per i corsi d’acqua disegnata comprendendo gli
argini naturali o artificiali del corso d’acqua e comunque non inferiore a 10m. Per l’intero reticolo è stata considerata
un’area annessa di 75m dalla linea rappresentante il corso d’acqua, mentre per i corsi d’acqua principali di valenza
paesaggistica, individuate come “acque pubbliche” secondo l’art. 142 della L. 431/85, è stata individuata un’area annessa
di 150m dalla pertinenza (art. 142 lett. c del D.lgs 42/2004).
Per i bacini idrici individuati dalla carta idrogeomorfologica, è stata individuata un’area di pertinenza e un area annessa
variabile individuata su base cartografica analizzando le caratteristiche del territorio circostante. Per gli orli di scarpata
delimitanti forme semispianate è stata individuata un’area di pertinenza a valle di 50m e un area annessa a monte di
50m.
La elaborazione risponde anche a quanto prescritto nella DGR 1328/2007 – DRAG – Indirizzi, criteri e orientamenti per la
formazione dei piani urbanistici generali (PUG):
“… ai fini dell’adeguamento del PUG al PUTT/P, … il PUG – parte strutturale, individuate e perimetrate le componenti e
gli ambiti territoriali distinti dei tre sistemi dell’assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico, della copertura
botanico vegetazionale, colturale e presenza faunistica, della stratificazione storica dell'organizzazione insediativa, deve:
- individuare gli ambiti territoriali distinti di competenza delle emergenze individuate ("aree di pertinenza");
- delimitare l'"area annessa", da dimensionare in base allo specifico rapporto esistente tra l'emergenza ed il suo intorno
in termini di vulnerabilità del sito e di compatibile fruibilità dello stesso;
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- definire la disciplina di tutela, uso e valorizzazione sia dell'area di pertinenza che di quella annessa, secondo gli indirizzi,
le direttive e le prescrizioni pertinenti.
Si precisa che le aree di pertinenza e le aree annesse degli Ambiti Territoriali Distinti dovranno essere riportate anche su
cartografia catastale per una più chiara identificazione delle aree interessate in vista di un efficace e trasparente esercizio
della tutela in fase attuativa.
In particolare, si dovranno perseguire obiettivi di salvaguardia e valorizzazione paesistico/ambientale …”.
La tavola C3.2bis rappresenta cartograficamente i seguenti elementi del sistema idro-geo-morfologico:
-
-
Forme ed elementi legati all'idrografia superficiale - art. 3.08 delle N.T.A. del P.U.T.T./P;
o
Corsi d'acqua (Area di pertinenza variabile - min. 10 m.)
o
Acque pubbliche (R.d. 20/12/1914 n. 6441 in G.U. n.93 del 13/04/1915)
o
Tutela paesaggistica (art. 3.08.3 delle N.T.A. del P.U.T.T./P.)
Bacini Idrici
o
-
Versanti e crinali - Art. 3.09 delle N.T.A. del P.U.T.T./P.
o
-
3.11.
Stagno, acquitrino, zona palustre (area di pertinenza e relativa area annessa)
Orlo di scarpata delimitante forme semispianate (area di pertinenza e relativa area annessa)
Tutela ambientale e paesaggistica del P.T.C.P.
C3.3 – Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. del P.U.T.T./p. Sistema della copertura
botanico - vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica
Quanto sopra detto vale anche per il sistema della copertura botanico - vegetazionale, colturale e della potenzialità
faunistica. Vi sono rappresentati, nella tavola C3.3bis, i seguenti A.T.D.:
−
oasi di protezione faunistica (suddivisa in due differenti aree quali la zona A nel territorio agricolo e la zona B
sulla parte urbanizzata;
−
Beni diffusi nel paesaggio agrario quali alberi in filari
L’oasi di protezione faunistica riportata nel Piano Faunistico Venatorio Regionale 2009-2014 e nel Piano Faunistico
Provinciale con la denominazione “Torre dei Giunchi” riguarda un ambia area a nord del territorio di San Severo e
definita da D.M. del 15.10.1971.
Per tale area protetta, si individua un regime di tutela paesaggistica differenziato in “A” e “B” a seconda che l’estensione
dell’oasi sia effettivamente utilizzata ai fini agricoli, ovvero che essa sia interessata da urbanizzazione, realizzata o
programmata a livello attuativo.
A - Per la porzione di oasi così come riconosciuta dal citata DM 15/10/71 e confermata dai Piani Faunistico-Venatori, che
è ancora utilizzata ai fini agricoli, tutti gli interventi di trasformazione fisica del territorio e/o insediativa vanno resi
compatibili con la conservazione degli elementi caratterizzanti il sistema botanico/vegetazionale, la sua ricostruzione, le
attività agricole coerenti con la conservazione del suolo.
B – Per la porzione di oasi che, seppur riconosciuta dal citata DM 15/10/71 e confermata dai Piani Faunistico-Venatori,
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risulta alla data di vigenza del presente piano interessata da urbanizzazione, così come cartografata negli elaborati di
piano, ogni trasformazione edilizia deve evitare l’interferenza con eventuali percorsi dei flussi migratori, contenendo al
più l’altezza massima degli edifici, le recinzioni non attraversabili e la impermeabilizzazione del suolo.
È altresì stata inserita una clausola per cui le previsioni delle N.T.A. in merito decadono in caso di revoca totale della
perimetrazione dell’Oasi di Protezione “Torre dei Giunchi” in esito alla revisione del Piano Faunistico Venatorio, ovvero in
caso di revoca parziale e di nuova perimetrazione dell’oasi, le previsioni perdurano per l’area appositamente perimetrata
nel Piano Faunistico Venatorio.
A seguito di approfondimenti effettuati sul territorio di San Severo non sono stati identificati boschi secondo la
definizione dell’art. 142 del D.lgs. 42/2004 in quanto quelli identificati dalla pianificazione sovraordinata o dalle carte di
uso del suolo risultano essere giardini privati privi di sottobosco.
3.12.
C4.1 – Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. del P.U.T.T./p. Sistema della stratificazione
storica dell’organizzazione insediativa
Quanto sopra detto vale anche per il sistema della stratificazione storica dell’organizzazione insediativa. Nella tav. C4.1bis
sono rappresentati i seguenti A.T.D.:
−
beni architettonici quali Vincoli architettonici, segnalazioni architettoniche con relative aree annesse (di
ampiezza variabile caso per caso);
−
beni diffusi nel paesaggio agrario quali segnalazioni architettoniche, ulteriori segnalazioni e aree della riforma
agraria;
−
beni archeologici quali segnalazioni archeologiche con relativa area annessa di 100 metri;
−
aree di pertinenza dei tratturi e aree annesse di competenza del Piano Comunale dei Tratturi.
Tutte le aree cartografate relative ai beni prima citati, sono esplicitamente evidenziate in schede dedicate raggruppate
nell’elaborato C4.2bis “Atlante degli A.T.D – Aspetti paesaggistici, e dei beni architettonici e archeologici”.
3.13.
C4.2 – Atlante degli A.T.D – Aspetti paesaggistici, e dei beni architettonici e archeologici
Le schede dell’elaborato C4.2bis identificano e classificano gli A.T.D. in schede specifiche individuandole altresì su
ortofoto, aerofotogrammetrico e catastale. Identifica un’area di pertinenza e un’area annessa al bene in oggetto. Ogni
scheda è ampliata con nozioni storiche e con una documentazione fotografica di dettaglio.
Per la definizione delle aree di pertinenza e delle aree annesse si è proceduto ad approfondire taluni aspetti di narrativa
storica, oltre alla ricognizione cartografica storica.
Per la riperimetrazione della segnalazione archeologica denominata “Guadone – San Rocco” in particolar modo si è
proceduto, in sinergia con gli Uffici della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia - Centro Operativo per
l’Archeologia della Daunia, a consultare le seguenti fonti bibliografiche:
•
AA.VV. Attualità Archeologiche, II
•
AA.VV. Bonifica, IX
•
Tinè S., Bernabò Brea M. 1980 - Il villaggio neolitico del Guadone di S. Severo (Foggia), Rivista di Scienze
Preistoriche XXXV, pp. 44-74
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In modo particolare dalle pubblicazioni suddette si è potuto tenere in considerazione la cartografia contenuta in Attualità
Archeologiche ove si riportano i rilevi delle strutture risalenti al periodo Neolitico che sono venute alla luce in
corrispondenza di interventi edilizi già assentiti e realizzati negli anni ’80 del ‘900 nei pressi della località Guadone.
Si tratta di tracce discontinue di villaggi neolitici, connotati da percorsi riconoscibili dei fossati che sono stati riconosciuti
durante le operazioni di scavo per le strutture edilizie poi realizzate.
Sulla base di tali informazioni si è proceduto a cartografare e georeferenziare i rilievi in modo da collocarli esattamente
sulla cartografia di piano, sia a livello conoscitivo che nel quadro di pianificazione strutturale, onde comprenderne il
rapporto con altri elementi conoscitivi affini.
Dalla pubblicazione Bonifica IX, invece si è acquisita la dislocazione nel centro abitato dei reperti di epoca Daunia,
rispetto ai quali, oltre ad aver integrato il quadro conoscitivo, si è proceduto alla riperimetrazione dell’area di pertinenza
del sito suddetto di “Guadone – San Rocco” in sede di Conferenza di Servizi.
3.14.
C4.3 – Categorie d’intervento per complessi storico-architettonici – Nucleo Antico
La tavola C4.3bis classifica il tessuto urbano antico in: A2.1 (edifici speciali civili e religiosi), A2.2 (Chiese), A2.3 (Palazzi),
A2.4 (Palazzetti plurifamiliari), A2.5 (Case con struttura elementare), A2.6 (Case di aggregazione), A2.7 (Edifici antichi
non residenziali), A2.8 (Edifici di sostituzione su antico sedime), A2.9 (Edifici di sostituzione su diverso sedime), A2.10
(Edifici moderni isolati), A2.11 (Edifici moderni non residenziali), indicando il rimando alle relative norme del PUG/S.
3.15.
C5 - Adeguamento ai piani sovraordinati – Piano di Bacino Stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I.)
L’elaborato C5bis riporta il Piano di Bacino Stralcio Assetto Idrogeologico 8P.A.I. vigente del C.I. n. 59 del 04.10.2013, n.
40 del 05.07.2013) individuando:
-
il reticolo idrografico;
-
l’alveo fluviale di modellamento attivo ed aree golenali (definite dall’art. 6 delle N.T.A. del P.A.I. e pari a 75
metri dall’asse del corso d’acqua);
-
la fascia di pertinenza fluviale (definite dall’art. 10 delle N.T.A. del P.A.I. e pari a 75 metri contermini all’area
golenale);
-
la pericolosità idraulica suddivisa in alta (AP), media (MP) e bassa (BP);
-
la pericolosità geomorfologica suddivisa in molto elevata (PG3), elevata (PG2) e media e moderata (PG1);
-
le classi di rischio suddivise in rischio basso (R1), medio (R2), elevato (R3) e molto elevato (R4);
-
le ulteriori aree soggette a potenziale rischio idraulico indicate dal P.T.C.P.
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4.
4.1.
LE PREVISIONI PROGRAMMATICHE DEL P.U.G.
L’assetto programmatico del Piano Urbanistico Generale.
Sulla base del Quadro Interpretativo, che riassume il Quadro Conoscitivo nella sua forma integrata, il PUG Strutturale
viene declinato nei contesti urbani ed extraurbani descritti nei paragrafi che seguono.
Nelle note seguenti vengono evidenziati quei Contesti che nella parte programmatica presentano maggiori specificazione
rispetto a quanto già evidenziato in quella strutturale.
4.2.
D1.1 Carta dei distretti perequativi e delle aree da assoggettare a PUE/Territorio extraurbano
La tavola D1.1bis evidenzia la zona ASI a sud del nucleo urbano e le aree produttive definite da riqualificare. Si tratta di
due casi per i quali è prevista la dismissione di un
impianto in area urbana con delocalizzazione in altra area
extraurbana. I due impianti sono quelli della Cantina Sociale e della Cantina Torretta Zamarra.
4.3.
D1.2 Carta dei distretti perequativi e delle aree da assoggettare a PUE/Territorio urbano
La tavola D1.2bis evidenzia distretti perequativi e aree da assoggettare a PUE tra: zone Br2 (aree residenziali a blocchi
trasformati sottoposti a PUE), Br3 (aree residenziali di completamento a bassa densità sottoposte a PUE), Br5 (aree
residenziali da interventi unitari sottoposti a PUE), Bp5 (area a destinazione mista sottoposta a PUE), C1.n (aree
residenziali di espansione interstiziali o marginali), D1.n (aree produttive da riqualificare), D2 (aree di ampliamento dei
PIP), D3 (nuovo polo agroalimentare), D6.n (aree per insediamenti terziari e servizi), H (zone per servizi pubblici
integrati). Il perimetro dei comparti edificatori include anche le porzioni di viabilità urbana, nella parte di competenza
degli stessi.
4.4.
D2.1 Aree per attuazione diretta/Territorio extraurbano
La tavola D2.1bis evidenzia, sull’intero territorio comunale: un’area Ea (Zona agricola del Triolo (di alto valore
agronomico)) a sud-est; un’area Es (Zona agricola pregiata (di alto valore agronomico a produzione specializzata));
un’area Ep (Zona agricola del Radicosa (di alto valore agronomico, di pregio ambientale e paesaggistico)) a nord-est;
un’area Bp2 (aree produttive con vincolo di destinazione) a nord.
4.5.
D2.2 Aree per attuazione diretta/Territorio urbano
La tavola D2.2bis evidenzia, nel territorio urbano, le seguenti aree: Br1 (aree residenziali secondo il modello dell’isolato),
Br2 (aree residenziali a blocchi trasformati), Br3 (aree residenziali di completamento a bassa densità), Br4 (aree
residenziali di completamento intensive), Br5 (aree residenziali da interventi unitari), Br6 (aree residenziali da
riqualificare), Bp1 (aree produttive in contesto urbano), Bp2 (aree produttive con vincolo di destinazione), Bp3 (aree
produttive speciali), Bp4 (aree produttive di urbanizzazione pubblica) e Bp5 (aree a destinazione mista).
4.6.
D3.1 Aree per standard/Territorio extraurbano
La tavola D3.1bis individua, a nord del territorio comunale, un’area F3 (parchi pubblici urbani e comprensoriali – Riserva
Faunistica). Si tratta di un’ampia area extraurbana, coincidente con l’attuale perimetro dell’Oasi di protezione Faunistico
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“Torre dei Giunchi”, nella sua parte non urbanizzata, vocata a divenire in parte attrezzata per parchi pubblici di rilievo
comprensoriale (ex art. 4 del DM 1444/68) in cui vengono riconosciute e tutelate le esistenti biodiversità, la necessità di
infrastrutture complementari di servizio, nonché l’attività agricola che, in queste zone, ha la funzione di tutela dei valori
ambientali e naturali. In tale aree la possibilità di realizzare servizi ed attrezzature pubblici o di uso pubblico, attività
turistico-ricettive, nonché commerciali, limitatamente ai soli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande, si somma
alla normale attività agricola delle aree cartografate e descritte al precedente paragrafo 4.4.
4.7.
D3.2 Aree per standard/Territorio urbano
La tavola D3.2bis individua, nel territorio urbano, le seguenti aree: F1 (attrezzature per l’istruzione superiore), F2
(attrezzature sociali, sanitarie e ospedaliere), F3 (parchi pubblici urbani e comprensoriali), G1 (zone per l’istruzione), G2
(zone per attrezzature di interesse comune), G3 (zone per spazi pubblici a parco per il gioco e lo sport), G4 (zone per
parcheggi pubblici), H (zone per servizi pubblici integrati), I (zone per attrezzature non costituenti standard).
In proposito si riporta la tabella riassuntiva delle aree a standard di previsione del PUG ex art.3 del DM1444/1968:
St totale
G1
G2
G3
G4
aree per l'istruzione di base
attrezzature d'interesse comune
verde e sport
parcheggi
183.374
93.105
644.971
119.279
1.040.729
Si evidenzia che le aree per standard del PRG vigente sono state in gran parte confermate dal nuovo disegno urbanistico
di PUG mentre non sono state confermate aree ritipizzate diversamente (residenziali e non residenziali) e comprese in
taluni comparti residenziali e/o produttivi e sono state parzialmente confermate le c.d. zone “H – zone per servizi pubblici
integrati” (numerate progressivamente) per le quali il PUG stesso prevede la cessione di una quota parte per standard
urbanistici. Sono state localizzate ulteriori aree, con un bilancio complessivo riportato nella tabella di cui sopra.
Considerando gli abitanti complessivamente previsti al 2025, pari a 58.908 unità e prendendo in considerazione le aree
per standard (G1, G2, G3 e G4), pari a 1.040.729 mq, si ottiene una dotazione di servizi per la residenza pari a
(1.040.729 / 58.908) = 17,67 mq/ab, inferiore alla quantità minima prevista dall’art. 3 del DM 1444/68.
Tuttavia a detto deficit, le previsioni di Piano prevedono nei contesti di nuovo impianto soggetti a PUE aree per il
soddisfacimento di standards pregressi, in aggiunta agli standards ex art.3 del DM 144471968 correlati ai carichi
insediativi previsti dal PUG.
4.8.
D4.1 Previsioni per la mobilità
La tavola D4.1bis individua ad est del nucleo urbano, tra la ferrovia e l’A14, nuovi tracciati stradali in alternativa a quelli
esistenti, in particolare andando a definire un nuovo itinerario orbitale rispetto al nucleo urbano, e una nuova viabilità a
servizio delle aree industriali/produttive che si attestano lungo la SS16.
La tavola rappresenta anche il tracciato della strada tangenziale est (di competenza della Provincia di Foggia), per il
tratto più a nord che interessa la Variante al PCT di cui il Consiglio Comunale ha già preso atto e che è opera dotata di
finanziamento regionale in essere.
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4.9.
D5.1 Categorie d’intervento
La tavola D5.1bis individua, all’interno del territorio comunale extraurbano, edifici rurali e tratturi con i relativi riferimenti
normativi per l’intervento diretto.
4.10.
D6.1 Zone omogenee ex D.M. 1444/68/Territorio extraurbano
La tavola D6.1bis distingue il territorio comunale extraurbano, in base alle definizioni contemplate nel DM 1444/68, in
diverse zone territoriali omogenee: zona A, zona B, zona C, zona D, zona E, zona F.
4.11.
D6.2 Zone omogenee ex D.M. 1444/68/Territorio urbano
La tavola D6.2bis distingue il territorio comunale urbano, alle definizioni contemplate nel DM 1444/68, in diverse zone
territoriali omogenee: zona A, zona B, zona C, zona D, zona E, zona F.
4.12.
D7.1 Carta sintetica di uso del suolo/Territorio extraurbano
Nel territorio comunale sono stati individuati nella tavola D7.1bis: complessi edilizi isolati (edifici rurali) di valore storico,
tratturi regolamentati dal Piano Comunale dei Tratturi; aree destinate a parchi pubblici urbani e comprensoriale (riserva
faunistica), che corrisponde in gran parte all’area extraurbana dell’oasi di protezione ex DM 15/10/71; aree destinate alle
attività agricole (Zona agricola del Triolo (di alto valore agronomico), Zona agricola pregiata (di alto valore agronomico a
produzione specializzata), Zona agricola del Radicosa (di alto valore agronomico, di pregio ambientale e paesaggistico)),
esterne all’impronta dei contesti urbani.
Si specifica che l’area F3 per aree destinate a parchi pubblici urbani e comprensoriale (riserva faunistica), si aggiunge
alla normativa che regola le aree agricole del Radicosa e pregiata, comunque vigenti nella medesima area.
4.13.
D7.2 Carta sintetica di uso del suolo/Territorio urbano
La tavola D7.2bis distingue, in ambito urbano ed in riferimento alle NTA del Piano: aree per attuazione diretta (aree
residenziali e produttive), aree da assoggettare a PUE, aree destinate ai servizi, aree per la viabilità, area ASI.
4.14.
D7.3 Carta sintetica di uso del suolo/Territorio urbano
La tavola D7.3bis distingue, in ambito urbano NTA del Piano: aree residenziali (A2, Br1, Br2, Br3, Br4, Br5, Br6), aree
produttive (Bp1, Bp2, Bp3, Bp4, Bp5), aree soggette a PUE (C1.n, D1.n, D2, D3, D5.n), aree a servizi (F1, F2, G1, G2,
G3, G4, H, I, Area cimiteriale con aree di rispetto), Aree per la viabilità (S1, S2, zona ferroviaria, viabilità di previsione,
fascia di rispetto stradale), aree A.S.I.
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5.
CALCOLO DELL’OFFERTA INSEDIATIVA E COMPUTO SPAZI PER SERVIZI E ATTREZZATURE
Il calcolo delle quantità
Le tabelle riepilogative che seguono, mostrano i dati quantitativi riassuntivi del PUG/P di San Severo distinti per i diversi
settori: residenziale, produttivo-terziario-commerciale e servizi.
Il settore residenziale
Il calcolo del fabbisogno, riportato al precedente paragrafo 3.5 riguardante il calcolo dell’offerta insediativa, indica la
soglia teorica minima di nuovi alloggi che devono essere garantiti per far fronte alle dinamiche future di sviluppo
demografico e sociale.
La proiezione residenziale si basa sulle indicazioni fornite dalla DGR 6320 del 13.11.1989. I dati ottenuti sono sintetizzati
nella tabella seguente.
Fabbisogno medio di abitazioni (ex Tab 12 e 13 DGR) = 4.005
Fabbisogno medio di stanze (ex Tab 12 e 13 DGR) = 13.375
Il PUG quindi considera come soglia teorica minima di fabbisogno il numero di 4.005 nuove abitazioni.
A fronte di questo fabbisogno il PUG/P propone un’offerta insediativa con una serie di possibilità differenziate, che
comprendono quote di alloggi derivanti da processi di riorganizzazione e ristrutturazione del tessuto esistente, da
espansioni residenziali e da espansioni non residenziali, per la quota di residenza ad esse comunque connessa.
Nel presente capitolo sono analizzate le singole voci, valutando, sulla base della norma applicata per la zona, i possibili
interventi e il conseguente incremento di superficie utile lorda (di seguito SUL), le quote spettanti alle diverse
destinazioni ed in particolare, per la destinazione residenziale, l’offerta di nuovi alloggi risultante.
Le previsioni di PUG adottato in merito al dimensionamento di piano per il settore residenziale si riassumono in un
numero complessivo di alloggi pari a 4.938 unità, come da tabella sotto riportata:
Codice area Br Bp C1 C2 D1 D5 H Totale
Alloggi previsti dal PUG adottato 830 40 1.848 648 383 724 465 4.938 In sede di Conferenza di Servizi, in ragione di un dimensionamento di piano adottato non supportato da alcuna analisi di
fabbisogno residenziale si è pervenuti alla determinazione di tale necessità, appunto pari a 4.005 unità di cui sopra, e
alla verifica delle previsioni di piano in merito.
Avendo i lavori della Conferenza agito sulle norme programmatiche riguardo le zone omogenee D1, così come normate
dal PUG/P adottato, determinando la revisioni degli indici urbanistici, Ut e percentuale Sf/St, per talune aree, onde
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garantire un livello sufficiente di standard urbanistici ex art. 3 del DM 1444/68, si è ottenuto una riduzione dell’offerta
residenziale prevista in tali aree. Nelle pagine seguenti si riportano le articolazioni in SUL per ogni destinazione, così
come rinvenienti dall’applicazione degli indici definitivamente licenziati dalla Conferenza di Servizi.
Inoltre, le determinazioni adottate in dalla Conferenza di Servizi riguardo al dimensionamento del settore non
residenziale (di cui più avanti), hanno comportato altresì il ridimensionamento del settore residenziale nei termini di cui
al prospetto seguente:
Codice area C1.4 C2 D1 D5.1 D5.5 Alloggi previsti dal PUG adottato 322
648
383
86
116
Totale Alloggi stralciati ‐58 ‐648 ‐57 ‐86 ‐32 ‐881 In definitiva, fra le aree stralciate e quelle per le quali si sono ridimensionati gli indici di utilizzazione, si perviene a un
ridimensionamento della capacità insediativa residenziale di 881 alloggi che, sottratti ai 4.938 da PUG adottato sopra
indicati, portano le previsioni residenziali a 4.057 alloggi, cifra che non si discosta significativamente dal fabbisogno
residenziale, pari a 4.005 alloggi.
Le previsioni insediative in alloggi sono così ridistribuite:
Codice area Alloggi previsti dal PUG adottato Br Bp C1 C2 D1 D5 H Totale 830
40
1.848
648
383
724
465
4.938
Alloggi confermati 830 40 1.790 0 326 606 465 4.057 Il settore non residenziale
Considerando che il fabbisogno di nuove aree non residenziali, definito al precedente paragrafo 3.6, necessita di
un’estensione pari a 93,61 ettari di nuove aree per insediamenti produttivi e che il PRG vigente di San Severo prevede un
Piano delle aree per Insediamenti Produttivi (P.I.P.) non ancora esaurito, il PUG recepisce tale previsione vigente,
confermandola con la zona omogenea D2 e i relativi servizi.
L’estensione della sola zona PIP oltre la parte già attuata consta di circa 101,50 ha, che colmerebbe in buona sostanza il
fabbisogno al 2025.
Tuttavia è necessario nell’ambito di un disegno urbanistico concluso, confermare alcune aree già previste dal PUG
programmatico adottato che, prossime all’edificato consolidato possano ricucirne i margini.
Dalla Conferenza di Servizi nelle sedute del 09/01/2014 è quindi scaturita una nuova definizione delle aree produttive e
miste come di seguito specificato.
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In ragione del sovradimensionamento che caratterizzava il Piano adottato nel settore non residenziale, si è operato lo
stralcio delle seguenti aree dalle previsioni sia strutturali che programmatiche del PUG:
-
Zone omogenee C2, aree per insediamenti speciali (con destinazioni miste quali residenza, produttive a
sostegno dell’attività agricola e commerciali), in quanto esterne alla viabilità orbitale, tipizzate nel vigente PRG
zona agricola, e non giustificate in termini di fabbisogno e conseguente dimensionamento e comunque
comportanti un eccessivo consumo di suolo;
-
Zone omogenee D4.1, D4.2, D4.3, D4.5 (nuovi insediamenti ricettivi e ricreativi) e D5.1 (aree per insediamenti
terziari e servizi), tipizzate nel PRG vigente zona agricola, poste a corona della zona cimiteriale e non giustificate
in termini di fabbisogno e conseguente dimensionamento e comunque comportanti un eccessivo consumo di
suolo;
-
Zona omogenea D5.5, limitatamente alla superficie esterna all’orbitale, da considerarsi come limite tra contesti
rurali e contesti urbani;
Inoltre sono state stralciate dalle previsioni di PUG/P le seguenti aree, confermandole nel solo PUG/S:
-
Zone omogenee D1.1 e D5.3, tipizzate nel PRG vigente zona agricola ed incluse nel perimetro dell’Oasi
Faunistica (alla data odierna confermata dai piani faunistici, rinviando l’inclusione nel PUG Programmatico ad
esito della ridefinizione del perimetro dell’Oasi Faunistica e quindi della esclusione delle zone in questione dal
vigente Piano Faunistico della Provincia di Foggia).
Sono invece state completamente confermate le aree ad uso non residenziale seguenti, già previste dal PUG adottato:
-
Zone omogenee Bp1, aree produttive in contesto urbano;
-
Zone omogenee Bp2, aree produttive con vincolo di destinazione;
-
Zone omogenee Bp3, aree produttive speciali, interessate da preesistenze;
-
Zone omogenee Bp4, aree produttive di urbanizzazione pubblica;
-
Zone omogenee Bp5, aree a destinazione mista rivenienti da Accordi di programma di cui alla L.R. 34/1994;
-
Zone omogenee D1, aree produttive da riqualificare;
-
Zone omogenee D2, oggetto di un Piano per Insediamenti Produttivi;
-
Zona omogenea D3, posta lungo la direttrice di espansione del settore produttivo;
-
Zone omogenee D5.2, D5.6, D5.7, D5.5 (per la quota di superficie inclusa nella c.d. orbitale).
Per quanto attiene alla Zona omogenea D4.4 oggetto di Accordo di programma per un insediamento di tipo ricettivo e
ricreativo e prossima all’area cimiteriale e alla Zona omogenea Bp2 -aree produttive con vincolo di destinazione- ubicata
lungo la via per Torremaggiore e limitatamente all’area oggetto di Accordo di programma , in considerazione del lungo
lasso di tempo trascorso dalla emanazione dei Decreti di approvazione degli accordi di programma, la Regione ha
ritenuto che dette aree dovessero essere perimetrate e appositamente indicate con un asterisco (atteso che l’accordo di
programma non approva una variante di zonizzazione, ma un progetto variamente articolato) e le relative N.T.A.
dovessero essere integrate con la previsione dei termini di ulteriore validità degli stessi Accordi di Programma, ovvero i
lavori debbono iniziare improrogabilmente entro diciotto mesi a decorrere
dalla data di entrata in vigore del PUG,
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decorsi i quali le aree interessate dovranno riclassificarsi automaticamente zona agricola in coerenza con le aree
limitrofe.
Nelle pagine seguenti si riportano le articolazioni in SUL per ogni destinazione, così come rinvenienti dall’applicazione
degli indici definitivamente licenziati dalla Conferenza di Servizi.
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1. AREE PER ATTUAZIONE DIRETTA
All’interno di queste zone, il PUG/P prevede la possibilità sia di interventi diretti (restauro, risanamento, ampliamento o
nuova costruzione a seconda della zona specifica), che mediante piano attuativo (quando riguardino l’interno isolato o
comunque una superficie territoriale minima definita). Per ogni zona, a seconda della norma, sono state considerate le
due possibilità e per ognuna di esse è stata stimata una percentuale di utilizzo effettivo dell’intervento ed una
percentuale di reale applicabilità dell’intervento stesso, tenuto conto dei parametri fissati (indice, altezza, distanze, ecc..).
Per le zone Br3 e Br4 si è inoltre tenuto conto della quota di residenza derivante dal completamento dei lotti liberi
residui.
Per quanto riguarda le zone Bp, solo per la Bp1 abbiamo quote residue residenziali, così come previsto dalle NTA.
Ai fini del calcolo si è considerata una dimensione media dell’alloggio di 120 mq per le zone Br e Bp, ed una percentuale
di presenza di funzioni non residenziali comunque connesse del 20%.
Le tabelle di seguito allegate illustrano nel dettaglio quanto esposto.
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1.1 AREE RESIDENZIALI: ZONE Br
St totale
% di utilizzo
0,10
Sc interessata dall'intervento (*) 8.600+234.000
intervento a
Br1: Aree residenziali
secondo il modello
dell'isolato
intervento b
518.427
intervento c
intervento a
(ampliamento)
239.768
Br2: Aree residenziali a
blocchi trasformati
intervento a
(sopraelevazione)
33.826
Br3: Aree residenziali di
381.979
intervento b (da
assoggettare a PUE)
intervento 1
SUL residua
12.990
SUL residua residenziale
10.392
totale alloggi
87
ipotesi di utilizzo
10 casi
superficie media isolato
950
If
2,25
St interesata dall'intervento
9.500
SUL residua
2.375
SUL residua residenziale
1.900
totale alloggi
16
ipotesi di utilizzo
4 casi
superficie media isolato
950
If
3,00
St interessata dall'intervento
7.600
SUL residua
7.600
SUL residua residenziale
6.080
totale alloggi
51
% di reale applicazione
0,25
% di utilizzo
0,30
If
1,70
St interessata dall'intervento
17.983
SUL residua
8.991
SUL residua residenziale
7.193
totale alloggi
60
% di utilizzo
0,10
Sc interessata dall'intervento (*)
5.000+54.200
SUL residua
3.460
SUL residua residenziale
2.768
totale alloggi
23
Ut
1,00
SUL totale
33.826
SUL residenziale
23.678
totale alloggi
197
% di reale applicazione
0,40
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completamento a bassa
densità
(ampliamento)
intervento 1 (nuova
costruzione)
intervento a
(demolizione con
ricostruzione)
intervento b
(sopraelevazione)
intervento 2
10.135
intervento 3 (da
assoggettare a PUE)
intervento 1
(ampliamento)
Br4:Aree residenziali di
completamento intensive
142.767
intervento 1 (nuova
costruzione)
% di utilizzo
0,30
If
1,00
St interessata dall'intervento
45.837
SUL residua
4.584
SUL residua residenziale
3.667
totale alloggi
31
Ut
1,00
St interessata dall'intervento
5.000
SUL residua
5.000
SUL residua residenziale
4.000
totale alloggi
33
% di utilizzo
0,05
Sc interessata dall'intervento (*)
19.099
SUL residua
1.910
SUL residua residenziale
1.528
totale alloggi
13
% di utilizzo
0,10
Sc interessata dall'intervento (*) 16.500+43.200
SUL residua
4.635
SUL residua residenziale
3.708
totale alloggi
31
ipotesi di utilizzo
2 casi
superficie media isolato
4.000
If
1,25
St interessata dall'intervento
8.000
SUL residua
2.400
SUL residua residenziale
1.920
totale alloggi
16
Ut
0,70
SUL totale
7.095
SUL residenziale
4.966
totale alloggi
41
% di reale applicazione
0,25
% di utilizzo
0,20
If
1,40
St interessata dall'intervento
7.138
SUL residua
1.428
SUL residua residenziale
1.142
totale alloggi
10
Ut
1,40
St interessata dall'intervento
1.500
SUL residua
2.100
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94
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intervento a
(demolizione con
ricostruzione)
intervento b
intervento 2
intervento 1
412.113
Br5:Aree residenziali da
interventi unitari
intervento 2
33.353
Br6: Aree residenziali da
134.011
intervento 3
San Bernardino
SUL residua residenziale
1.680
totale alloggi
14
% di utilizzo
0,05
Sc interessata dall'intervento (*)
7.138,00
SUL residua
1.428
SUL residua residenziale
1.142
totale alloggi
10
% di utilizzo
0,05
Sc interessata dall'intervento (*)
8.400+14.000
SUL residua
1.960
SUL residua residenziale
1.568
totale alloggi
13
ipotesi di utilizzo
2 casi
superficie media isolato
4.000
If
1,60
St interessata dall'intervento
8.000
SUL residua
4.000
SUL residua residenziale
3.200
totale alloggi
27
% di reale applicazione
0,60
% di utilizzo
0,20
St interessata dall'intervento
49.454
SUL esistente
59.344
SUL residua
5.934
SUL residua residenziale
4.748
totale alloggi
40
% di reale applicazione
1,00
% di utilizzo
0,05
St interessata dall'intervento
20.606
SUL esistente
24.727
SUL residua
7.418
SUL residua residenziale
5.934
totale alloggi
49
If
0,50
St interessata dall'intervento
33.353
SUL residua
6.671
SUL residua residenziale
5.336
totale alloggi
44
SUL esistente
25.000
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riqualificare-edificate
Rione Fantasia
SUL residua
7.500
SUL residua residenziale
6.000
totale alloggi
50
SUL esistente
100.000
SUL residua
30.000
SUL residua residenziale
24.000
totale alloggi
200
Sf
6.668
If
0,75
SUL totale
5.001
SUL residenziale totale
4.001
totale alloggi
33
Sf
11.380
If
0,80
SUL totale
9.104
SUL residenziale totale
7.283
totale alloggi
61
Viale Castellana
Br6: Aree residenziali da
riqualificare-non edificate
21.600
Via Terranova
TOTALE
830
(*) Sc = superficie coperta totale degli edifici ad 1 e 2 piani. La SUL residua è calcolata come Sc*n.piani ipoteticamente
realizzabili
**superficie media dell'alloggio in zona B: 120 mq lordi
***percentuale destinazione non residenziale: 20%
In totale, nelle zone Br, possiamo considerare una offerta residua di 830 alloggi.
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1.2 AREE NON RESIDENZIALI: Bp
intervento A
St totale
59.345
% di utilizzo
0,15
Ut
0,80
8.90
2
2.22
5
St interessata dall'intervento
SUL residua totale
Pi
intervento B
St interessata
% di utilizzo
0,30
Ut
0,75
13.3
53
8.01
2
5.34
1
2.448
SUL di progetto
Bp1: aree produttive in
contesto urbano
60% Pc
59.345
ripartizione SUL
40% Pd
SUL riconvertita
Pi
intervento C
St interessata
% di utilizzo
0,20
Ut
0,40
4.74
8
1.632
SUL di progetto
R
Pi
59.345
SUL riconvertita
Pr
Pc
Pd
-326
1.632
-979
totale alloggi
40
Possiamo stimare in 4.748 mq la SUL residua residenziale, che corrisponde ad un'offerta di 40 alloggi circa in zona
Bp1.
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2. AREE DA ASSOGGETTARE A STRUMENTO URBANISTICO ESECUTIVO (PUE)
Si tratta delle aree di espansione dell’abitato o le principali aree di riqualificazione interne allo stesso abitato per le quali
la disciplina urbanistica prevede la possibilità di intervenire mediante un piano esecutivo.
Sono escluse da questo conteggio le zone D2, D3, D4, in quanto per queste la norma di zona non prevede la
destinazione residenziale.
Essendo aree di nuovo intervento, ai fini del conteggio del numero di alloggi prodotti, è stata conteggiata una SUL
abitabile lievemente maggiore, di 130 mq.
Le tabelle di seguito riportate illustrano nel dettaglio le superfici territoriali, gli indici, le Sul realizzabili distinte nelle
diverse destinazioni previste e la quota di alloggi prodotti.
2.1.1 AREE RESIDENZIALI D'ESPANSIONE: ZONE C1 Zona St (mq) C1.1 C1.2 C1.3 C1.4 C1.5 C1.6 C1.7 C1.8 C1.9 8.655 95.585 75.329 107.374 26.956 74.137 94.258 214.380 30.859 727.533 80% R 20% altro Ut (mq/mq)
0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 0,4 SUL (mq) Sf (mq) 0,50
0,50
0,50
0,50
0,50
0,50
0,50
0,50
0,50
4.328 47.793 37.665 53.687 13.478 37.069 47.129 107.190 15.430 363.767 destinazioni d'uso possibili 232.811
5% S
20%
Pr
58.203
35%
Pd
40%
Pc
291.013 2.910 11.641 20.371 23.281 totale alloggi zone C1 3.462
38.234
30.132
42.950
10.782
29.655
37.703
85.752
12.344
291.013
% St residua (mq) 4.328 47.793 37.665 53.687 13.478 37.069 47.129 107.190 15.430 363.767 1.790 Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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2.1.2 AREE PRODUTTIVE DA RIQUALIFICARE: ZONE D1 Zona D1.1 D1.2 A D1.2 B D1.3 D1.4 D1.5 D1.6 A D1.6 B D1.7 D1.8 D1.9 St (mq) 21.290 11.645 34.015 4.553 46.482 12.862 22.168 41.869 15.086 8.123 26.183 244.276 Ut (mq/mq) SUL (mq) 0,700
0,715
0,600
0,700
0,700
0,700
0,715
0,600
0,700
0,800
0,700
14.903
8.326
20.409
3.187
32.537
9.003
15.850
25.121
10.560
6.498
18.328
164.724
% 0,50
0,50
0,60
0,50
0,50
0,50
0,50
0,60
0,50
0,50
0,65
Sf (mq) 10.645 5.823 20.409 2.277 23.241 6.431 11.084 25.121 7.543 4.062 17.019 133.654 destinazioni d'uso possibili SUL (mq) Zona D1.1 D1.2 A D1.3 D1.4 D1.5 D1.6 A D1.7 94.367 D1.2 B D1.6 B 45.530 D1.8 6.498 D1.9 18.328 totale alloggi zone D1 40% 20% R
Pc
40% altro
ripartizione SUL 37.747
40%
18.873
20%
5%
20%
35%
37.747
20% Pr
9.106
80% 70% Pi
R
36.424
4.549
30% altro
1.950
100% Pi
18.328
326 10.645 5.823 13.606 2.277 23.241 6.431 11.084 16.748 7.543 4.062 9.164 110.622 SUL (mq) St residua (mq) R Pc S Pr Pd 37.747
18.873
1.887
7.549
13.211
40% Pc 15.099
20% Pr 9.106
Pi R S Pr Pd Pc Pi 36.424
4.549
97
390
682
780
18.328
80%
70%
5%
20%
35%
40%
100%
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2.2.2 AREE PER INSEDIAMENTI TERZIARI E SERVIZI: ZONE D5 Zona St (mq) D5.2 D5.3 D5.5 D5.6 D5.7 Ut (mq/mq) 90.743 69.823 54.260 101.726 77.079 393.631 0,50
0,50
0,50
0,50
0,50
SUL (mq) % 45.372
34.912
27.130
50.863
38.540
196.816
0,60 0,60 0,60 0,60 0,60 St residua (mq) Sf (mq) 54.446 41.894 32.556 61.036 46.247 236.179 36.297 27.929 21.704 40.690 30.832 157.452 destinazioni d'uso possibili SUL (mq) Zona 10% 40% SUL (mq) S R 50% altro ripartizione SUL 98.408
30% 35% 35% Pr
Pd
Pc
19.682 78.726 29.522 34.443 34.443 totale alloggi zone D5 606
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2.3 AREE PER I SERVIZI PUBBLICI INTEGRATE: ZONE H
Zone per i servizi pubblici integrate - disciplina ordinaria
Zona
St totale
(mq)
caso A
H: Zone per i
servizi pubblici
integrate disciplina ordinaria
% di utilizzo
0,50
If
0,20
St interessata dall'intervento
134.268
Sf interessata dall'intervento
33.567
SUL realizzabile
6.713
area da cedere
100.701
% di utilizzo
0,50
If
0,26
St interessata dall'intervento
134.268
Sf interessata dall'intervento
33.567
SUL realizzabile
8.727
standard da realizzare
100.701
268.535
caso B
SUL totale realizzabile
15.441 mq
destinazioni d'uso possibili SUL (mq)
SUL (mq)
80%
20%
R
altro
ripartizione SUL
12.353
3.088
5%
S
154
20%
Pr
618
35%
Pd
1.081
40%
Pc
1.235
15.441
parziale alloggi zone H ordinarie
95
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Zone per i servizi pubblici integrate - disciplina speciale
Zona
Sf (mq)
If (mq/mq)
SUL (mq)
% per servizi
SUL per servizi
area 1
1.581
2,25
3.557
35%
553
area 2
1.839
2,25
4.138
35%
644
3.420
7.695
caso A
area 3
Zona
% di utilizzo
0,50
If
1,00
St interessata dall'intervento
7.951
Sf interessata dall'intervento
3.975
SUL realizzabile
3.975
area da cedere
5.963
% di utilizzo
0,50
If
1,30
St interessata dall'intervento
7.951
Sf interessata dall'intervento
1.988
SUL realizzabile
2.584
area da cedere
5.963
St 15.901
caso B
St (mq)
area 4
20.059
area 5
2.669
area 6
4.348
area 8
7.889
area 10
6.491
% per Sf
Sf (mq)
If
(mq/mq)
area 7
Zona
SUL (mq)
% St per
servizi
SUL per servizi
(mq)
50%
10.030
1
10.030
50%
10.030
50%
1.335
1
1.335
50%
1.335
50%
2.174
1
2.174
50%
2.174
50%
3.945
0,5
1.972
50%
3.945
50%
3.246
0,75
2.434
50%
3.246
41.456
Zona
1.197
17.944
St (mq)
54.412
St (mq)
area 9
SUL totale realizzabile
1.442
Ut (mq/mq)
52%
Ut (mq/mq)
50%
SUL (mq)
28.294
20.728
% St per servizi
25%
St per servizi
(mq)
13.603
SUL (mq)
721
60.126 mq
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Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
destinazioni d'uso possibili SUL (mq)
SUL (mq)
80%
R
20%
altro
ripartizione SUL
48.101
12.025
5%
S
601
20%
Pr
2.405
35%
Pd
4.209
40%
Pc
4.810
60.126
parziale alloggi zone H speciali
370
totale alloggi zone H
465
3. RIEPILOGO OFFERTA RESIDENZIALE SUL residenziale (mq) Zona Br1 Br2 Br3 Br4 Br5 Br6 Bp1 C1 D1 D5 H capacità residua zone B capacità zone soggette a PUE Rispetto
alloggi 18.372
9.961
13.295
6.022
10.682
41.284
153 83 111 50 89 344 4.748
232.811
42.296
78.726
40 1.790 326 606 60.453
465 518.649
4.057 a tale dimensionamento di piano, che si intende parte integrante del PUG Strutturale, ogni
modifica che interessi gli indici urbanistici, e/o la dimensione del carico insediativo massimo, e/o la
previsione di aree per servizi (qualora si modifichino gli equilibri di piano), deve essere soggetta a nuovo
controllo di compatibilità ai piani sovraordinati.
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Il settore produttivo, terziario e commerciale
Anche per questi settori funzionali esiste ed è stata calcolata sia la quota residua proveniente dalla riorganizzazione del
tessuto esistente che la quota di nuova previsione nella zone appositamente individuate dal piano.
Effettuando il calcolo del fabbisogno non residenziale secondo le metodologie indicate nella DGR 6320 del 13.11.1989, si
ricava una superficie di 94 ettari.
1. AREE PER ATTUAZIONE DIRETTA
Per le aree ad attuazione diretta si considera: per le zone Br una quota a destinazione non residenziale quantificabile
intorno al 20% della SUL residua realizzabile, ripartita tra le singole destinazioni come visualizzato nella tabella
riassuntiva in calce al capitolo; per le zone Bp1, si è introdotto nel capitolo precedente l’analisi dei possibili interventi e
delle SUL prodotte per le singole funzioni; rimangono da calcolare le quote residue per le zone Bp2, Bp3, Bp4 e Bp5.
Zona
Bp2
St totale
(mq)
302.534
% di reale applicazione
0,60
% di utilizzo
0,30
Ut
0,70
St interessata dall'intervento
54.456
SUL residua totale
8.168
50%
ripartizione SUL
Bp3
260.512
408.113
20%
Pc
1.634
30%
Pd
2.451
0,60
% di utilizzo
0,30
Ut
1,00
St interessata dall'intervento
46.892
SUL residua totale
16.412
60%
Pi
9.847
40%
Pc
6.565
% di reale applicazione
0,60
% di utilizzo
0,30
Ut
0,60
St interessata dall'intervento
73.460
SUL residua totale
Bp5 soggetta a
PUE
4.084
% di reale applicazione
ripartizione SUL
Bp4
Pi
100%
Pi
3.673,00
Ut
0,70
SUL residua totale
23.347
33.353
ripartizione SUL
80%
Pi
18.678
10%
Pc
2.335
10%
Pd
2.335
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2. AREE DA ASSOGGETTARE A STRUMENTO URBANISTICO ESECUTIVO (PUE)
Per le zone soggette a PUE, oltre alle D1 ed alle D5 già analizzate in precedenza dobbiamo considerare.
Zona
D2: Area di ampliamento del
PIP
D3: Nuovo polo agro-alimentare
St totale
(mq)
1.015.727
169.155
Ut (mq/mq)
0,70
0,70
SUL totale
(mq)
711.009
118.409
ripartizione SUL
80%
Pi
568.807
10%
Pc
71.101
10%
Pd
71.101
10%
S
11.841
30%
Pi
35.523
20%
Pd
23.682
40%
Pc
47.363
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3. RIEPILOGO ZONE PRODUTTIVE, TERZIARIE E COMMERCIALI
quota non residenziale zone Br capacità residua zone Bp1 capacità residua zone Bp2 capacità residua zone Bp3 capacità residua zone Bp4 capacità residua zone Bp5 quota non residenziale zone C1 quota non residenziale zone H zone D ‐ D1 zone D ‐ D2 zone D ‐ D3 zone D ‐ D5 totale 1 totale 2 Pi Pr 6.302
‐326
‐1.855
4.084
9.847
3.673
18.678
54.752
568.807 35.523 11.641
3.023
17.045
23.281
6.045
34.752
71.101
47.363
34.443
252.804
29.522
67.207
693.510
Pc 18.906
6.380
1.634
6.565 2.335
Pd 14.704 4.362 2.451 2.335 20.371 5.290 13.894 71.101 23.682 34.443 192.632 1.206.152 Alla quota di offerta per il settore non residenziale aggiungiamo 55.000 mq circa di SUL derivanti eventualmente dalla
applicazione della disciplina del Piano Comunale dei Tratturi, ripartendoli percentualmente nelle diverse destinazioni:
totale 1 totale 2 718.260
72.707
269.304
200.882 1.261.153 Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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DOTAZIONE DI STANDARDS E VERIFICA EX D.M. 2 APRILE 1968, N. 1444
Il calcolo per la verifica degli standards è stato condotto considerando le aree a standard presenti (G1, G2, G3, G4, F1,
F2, F3) e la popolazione totale di previsione teorica insediabile ottenuta come somma della popolazione esistente al 2008
più gli abitanti teorici insediabili derivanti dalle zone con una capacità residenziale residua.
55.824 popolazione al 2008 (fonte ISTAT)
Zona popolazione insediabile
Br1
Br2
Br3
Br4
Br5
Br6
Bp1
totale 1
popolazione esistente al 2008
totale 2
542
294
393
178
316
1.220
140
3.084
55.824
58.908
Di seguito si riportano gli standard calcolati con una popolazione di 58.908 abitanti.
St totale
G1
G2
G3
G4
aree per l'istruzione di base
attrezzature d'interesse comune
verde e sport
parcheggi
183.374
93.105
644.971
119.279
1.040.729
St totale
F1 istruzione superiore
F2 attrezzature ospedaliere
F3 parchi
84.190
31.225
0
115.415
mq/ab
3,11
1,58
10,95
2,02
17,67
mq/ab
1,43
0,53
1,96
mq/ab
DM 1444
4,50
2,00
9,00
2,50
18,00
Δ%
-30,82
-20,97
21,65
-19,01
-1,85
mq/ab
DM 1444
1,50
1,00
15,00
17,50
Per quanto riguarda le zone F, oltre quelle conteggiate nella precedente tabella riepilogativa, il Piano mette a
disposizione un’area di 4.393 ha come F3, mentre per le attrezzature scolastiche di livello superiore e sanitarie
ospedaliere la dotazione resta inalterata, in quanto non spetta al PUG fornire previsioni di ampliamento in tali settori.
Tuttavia una quota consistente di aree previste per parcheggi e verde può essere messa a disposizione degli enti
preposti per realizzare gli ampliamenti necessari, senza rischiare di abbassare la quota di g3 e g4 al di sotto della soglia
minima.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
Per verificare che l’offerta aggiuntiva di servizi prevista dal Piano per le zone C1, D5 e H, per colmare il deficit pregresso
di PRG e compensare la dotazione di standard per le zone di completamento (zone G di PUG), si procede a valutare
l’esubero di standard previsto per le zone omogenee C1, D5 e H di PUG.
Zone omogenee C1: Il PUE deve prevedere la sistemazione e la cessione gratuita al Comune della parte di St non
costituente Sf. In mancanza di specifiche prescrizioni la quota di St non edificabile (50%) s'intende da sistemare per il
50% a verde, per il 25% a parcheggio pubblico o di uso pubblico e per il restante 25% senza obblighi di sistemazione.
La quota di St semplicemente ceduta all’Amministrazione Comunale è resa disponibile per la realizzazione di speciali
attrezzature pubbliche o per la realizzazione di interventi di edilizia residenziale pubblica, agevolata o sovvenzionata di
cui si manifestasse l’esigenza, nei limiti della quota eccedente il minimo standard di legge pari a 18 mq/abitante da
riservarsi anche per il nuovo carico insediativo.
Quanto esposto è riportato nella successiva tabella, dove si ipotizza una ripartizione uguale tra i due possibili tipi di
interventi:
St residua (mq)
totale offerta C1
caso A 50%
75%
C1
272.825
363.767
caso B 50%
25%
90.942
caso A
caso B
50%
25%
25%
25%
12,50%
62,50%
50%
50%
g3
g4
g1/g2
g3
g4
g1/g2
g1/g2
ERP o altro
68.206
34.103
34.103
34.103
17.052
85.258
45.471
45.471
totale offerta C1
g1/g2
g3
g4
164.832
102.309
51.155
ZONE H - a disciplina ordinaria : La porzione dell’area non costituente Sf deve essere ceduta gratuitamente al comune,
che utilizzerà tale area per realizzare specifiche sistemazioni per attrezzature e/o servizi. Supponiamo una ripartizione
percentuale come segue:
St residua (mq)
H
totale offerta H a disciplina ordinaria
80%
20%
201.401
g3
g4
161.121
40.280
ZONE H - a disciplina speciale : - Per le aree dotate di numerazione progressiva, l’intervento è subordinato al rilascio di
uno speciale permesso di costruire, subordinato al rispetto di specifiche prescrizioni e parametri riguardanti anche la
dotazione di standard. Analizzando le norme relative possiamo riassumere:
totale offerta H a disciplina speciale (mq)
g1
area
area
area
area
1-2
4-5-6-8-10
3
7
239
13.974
14.213
Somma H
g2
g3
g4
958
1.013
1.789
13.603
17.363
4.052
7.155
9.794
21.002
616
1.689
2.981
2.721
8.006
261.985
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Si prevede che all'interno della Sf individuata dall'operatore, siano ammesse destinazioni d'uso residenziali (R),
produttivo-commerciali (Pc), limitatamente alle strutture di vicinato, turistico-ricettive (Pr), produttivo-direzionali (Pd) e
destinazioni per servizi e attrezzature pubbliche o di uso pubblico (S), nelle quantità tali da assicurare in ogni caso il
rispetto dei requisiti minimi di standard urbanistici ex DM 1444/68.
Nelle aree “H – aree per servizi pubblici integrate”, assumono carattere prescrittivo le quote di superficie territoriale da
cedere gratuitamente al Comune per realizzare specifiche sistemazioni per attrezzature e/o servizi nella misura indicata
nel PUG/P. Pertanto, ogni variazione di dette quote richiede verifica di compatibilità regionale.
ZONE D5: Come già evidenziato si ha un’offerta supplementare di attrezzature, stante la norma che destina un 40%
della St totale a servizi:
St residua
(mq)
D5
157.452
caso A
50%
caso B
50%
50%
50%
25%
25%
50%
g3
g4
g3
g4
g2
39.363
39.363
19.682
19.682
39.362
Da tali conteggi si desume un sostanziale bilancio positivo della dotazione di servizi, in quanto l’esubero di standard
urbanistici che si verifica nelle zone omogenee di tipo C1, D5 e H, copre abbondantemente il fabbisogno pregresso.
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6.
VARIAZIONI NORMATIVE
Le norme tecniche strutturali e programmatiche sono state accorpate in un unico elaborato denominato NTA.
Pur
tuttavia, l’elaborato è suddiviso in due parti, quella del P.U.G. Strutturale e quella del P.U.G. Programmatico. La prima
parte ingloba i contenuti dell’elaborato ex C5 mentre la seconda parte quella dell’elaborato ex D8 del Piano adottato. In
allegato allo stesso sono presenti il Manuale del Restauro (allegato I, già contenuto nel Regolamento Edilizio, ex elab. D9
del PUG adottato) e le Norme Tecniche di Attuazione del P.A.I. vigente (allegato II).
Le norme relative alla parte strutturale sono identificate dal prefisso “s” davanti al numero dell’articolo, mentre le norme
relative alla parte programmatica sono state identificate dal prefisso “p” antecedente il numero dell’articolo di riferimento
che è rimasto invariato rispetto alla versione di Piano adottato. Gli articoli aggiunti invece, presentano numerazione
progressiva ove possibile, oppure il suffisso “bis” ove inseriti tra due articoli o tra due commi.
Di seguito si descrivono puntualmente le variazioni effettuate alle norme tecniche di attuazione.
P.U.G. Strutturale
L’art. 1 comma 2 dell’elaborato ex C5 dopo le parole “Ai fini di cui al comma 1, il presente piano” sono state inserite le
parole “nella parte strutturale”. Al comma 2 punto C) è stata eliminata la parola “revisionale”.
L’art. 2 dell’elaborato ex C5 che recitava:
«Articolo 2 - Elaborati costitutivi
2.1 - Oltre alle presenti norme (C5) costituiscono la parte strutturale del Piano Urbanistico Generale (P.U.G./ S) i seguenti elaborati :
C1 - Previsioni per i contesti e le invarianti del sistema extra-urbano;
C2 - Previsioni per i contesti e le invarianti del sistema urbano;
C3- Adeguamento ai piani sovraordinati;
C4 - Individuazione dei complessi di interesse storico-architettonico;
2.2 - Sono riferiti alle seguenti norme anche i sotto elencati elaborati del quadro interpretativo:
B1 - Individuazione di contesti ed invarianti strutturali: il sistema extra-urbano;
B2 - Individuazione di contesti ed invarianti strutturali: il sistema urbano;
2.3 - Il quadro conoscitivo conseguente alla lettura ed interpretazione del territorio comunale, in termini territoriali, è parte costitutiva del PUG/S e,
pertanto, ne determina le scelte e ne condiziona gli orientamenti. Tale quadro risulta quindi indirettamente riferito alle presenti norme e ne è riportato di
seguito l'elenco:
A1 - Ambiti estesi del PUTT e del PTCP;
A2 - Vincoli paesistici;
A3 - Zone di protezione ambientale;
A4- Vincoli sismici;
A5 - Ambiti geomorfologici;
A6 - Ambiti territoriali intercomunali;
A7 - Sistemi di terre;
A8 - Uso agricolo forestale e soglie;
A9- Aree protette;
A9bis - Elementi di rilevanza vegetazionale;
A10 - Sistema dei tratturi;
A11 - Sistema idrogeomorfologico e grado di dissesto;
A12 - Sistema della mobilità a scala vasta;
A13 - Evoluzione dell'urbanizzato;
A14 - Centri di attrazione turistica;
A15 - Dotazione di servizi a scala vasta;
A16 - Dinamiche demografiche;
A17 - Mosaico PRG;
A18 - Criticità insediamenti ed ambienti;
A19 - Soglie storiche;
A20- Destinazioni funzionali;
A21 - Densità insediative;
A22 - Dotazione di servizi a scala locale;
A23 - Mobilità urbana, percorsi pedonali e ciclabili;
A24 - Livelli di accessibilità, barriere architettoniche;
A25 - Infrastrutture per la viabilità ed il trasporto di merci e persone;
A26 - Impianti e reti tecnologiche;
A27 - Analisi socio-demografiche;
A28 - Stato di attuazione della pianificazione vigente a livello comunale.»
è stato sostituito con il seguente articolo:
«Articolo s2 - Elaborati costitutivi
2.1 - Il quadro conoscitivo conseguente alla lettura ed interpretazione del territorio comunale, in termini territoriali, è parte costitutiva del PUG/S e,
pertanto, ne determina le scelte e ne condiziona gli orientamenti. Tale quadro risulta quindi indirettamente riferito alle presenti norme e ne è riportato di
seguito l'elenco:
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Quadro Conoscitivo
Tav A1bis
Ambiti territoriali estesi del P.U.T.T./p
Tav A2bis
Piano di Assetto Idrogeologico
Tav A3bis
Vincoli paesistici e zone protette
Tav A4bis
Carta dei sistemi di terre
Tav A5bis
Uso del suolo urbano e agricolo
Tav A6bis
Carta storica dell’uso del suolo 1962
Tav A7bis
Carta storica dell’uso del suolo 1999
Tav A8bis
Evoluzione dell’uso del suolo tra il 1962 e il 1999
Tav A9bis
Subsistemi del territorio rurale e aperto
Tav A10bis
Segnalazioni archeologiche e architettoniche e sistema dei tratturi
Tav A11bis
Vulnerabilità delle risorse idriche
Tav A12bis
Aree esondabili
Tav A13bis
Sistema della mobilità
Tav A14bis
Espansione Urbana e PRG vigente
Tav A15bis
Morfologia edificato e numero piani
Tav A16bis
Destinazione d’uso e stato di conservazione
Tav A17bis
Tipologie servizi e stato di conservazione
Tav A18bis
Centro storico, tipologie edilizie, elementi morfologici, stato di conservazione
Tav A19bis
Confronto numero abitazioni
Tav A20bis
Confronto popolazione residente
Tav A21bis
Confronto numero stanze
Tav A22bis
Confronto numero stanze
Tav A23bis
Confronto numero stanze
Tav A24bis
Confronto numero stanze
2.2 - Sono riferiti alle seguenti norme anche i sotto elencati elaborati del quadro interpretativo:
1:35.000
1:35.000
1:35.000
1:35.000
1:35.000
1:35.000
1:35.000
1:200.000
1:35.000
1:35.000
1:35.000
1:35.000
1:35.000
1:5.000/7.000/50.000
1:5.000
1:5.000
1:7.000
1:5.000
grafica
grafica
grafica
grafica
grafica
grafica
Quadro Interpretativo
B1bis
Individuazione di contesti ed invarianti strutturali: il sistema extra-urbano
B2bis
Individuazione di contesti ed invarianti strutturali: il sistema urbano
2.3 - Oltre alle presenti norme costituiscono la parte strutturale del Piano Urbanistico Generale (P.U.G./ S) i seguenti elaborati :
Quadro Strutturale
C1bis
Tutela per le invarianti e previsioni per i contesti territoriali: il territorio extra-urbano
C2bis
Tutela per le invarianti e previsioni per i contesti territoriali: l’area urbana
C3.1bis
Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.E. del P.U.T.T./p
C3.2bis
Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. del P.U.T.T./p. Sistema dell’assetto geologico, geomorfologico e
idrogeologico
C3.3bis
Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. del P.U.T.T./p. Sistema della copertura botanico - vegetazionale,
colturale e della potenzialità faunistica
C4.1bis
Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. del P.U.T.T./p. Sistema della stratificazione storica dell’organizzazione
insediativa
C4.2bis
Atlante degli A.T.D –Beni architettonici e archeologici
C4.3bis
Categorie d’intervento per complessi storico-architettonici. Nucleo antico
C5bis
Adeguamento ai piani sovraordinati – Piano di Bacino Stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I.)
1:30.000
1:5.000
1:30.000
1:10.000
1:30.000
1:15.000
1:30.000
1:30.000
1:5.000/2.000
1:1.000
1:30.000/5.000
2.4 - Oltre alle presenti norme costituiscono la parte strutturale del Piano Urbanistico Generale (P.U.G./ S) i seguenti elaborati della procedura di
Valutazione Ambientale Strategica:
RA
Rapporto Ambientale
Snt
Sintesi non tecnica
All
Allegati
2.5 - Oltre alle presenti norme costituiscono la parte strutturale del Piano Urbanistico Generale (P.U.G./ S) i seguenti elaborati della parte geologica:
Relazione geologica, indagini e cartografie elaborati grafici:
G1-B/G1-1B
Carta geologica generale e di dettaglio
G2-B/G2-1B
Carta idrogeologica generale e di dettaglio
G3-B
Carta delle isofreatiche generale
G4
Carta idrogeomorfologica generale
G5-B/G5-1B
Carta delle pendenze generale e di dettaglio
G6-B
Carta clivometrica generale
G7/G7-B
Carta della stabilità idrogeologica generale e di dettaglio
G8-B
Carta della zonazione sismica o delle Vs30 del centro urbano di dettaglio
G9-B
Carta della ubicazione delle indagini
G10-B
Carta delle sezioni litotecniche (N.°2 profili topografici con sezione geologico-tecnica
attraverso la rappresentazione delle prove in sito)
Allegati
A.
Esiti sondaggi geognostici (tavole stratimetriche)
B.
Esiti prove geofisiche
c.
Esiti prove geotecniche
d.
Documentazione fotografica
»
1:25.000/5.000
1:25.000/5.000
1:25.000
1:25.000
1:25.000/5.000
1:25.000
1:25.000/5.000
1:5.000
1:25.000
All’art. 3 comma 1 dell’elaborato ex C5 le parole “disposizioni del presente piano sono vincolanti” sono state sostituite
dalle parole “Le disposizioni della presente parte strutturale del piano sono vincolanti”. Le parole “per qualsivoglia piano
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
o programma settoriale comunale suscettibile di incidere sugli assetti e sulle trasformazioni” sono state sostituite dalle
parole “per qualsivoglia piano o programma settoriale comunale suscettibile di incidere sul dimensionamento, sugli
assetti e sulle trasformazioni”.
All’art. 3 comma 3 dell’elaborato ex C5 dopo le parole “sulle presenti norme, “ si aggiungono le seguenti parole: “nel
caso le difformità stesse siano derivanti dalle modifiche previste dall’art. 12 comma 3 della L.R. 20/2001, secondo cui le
variazioni da apportare al P.U.G./P siano conseguenti a:
- verifica di perimetrazioni conseguenti alla diversa scala di rappresentazione grafica del piano;
- precisazione dei tracciati viari derivanti dalla loro esecuzione;
- modifiche di perimetrazioni motivate da documentate sopravvenute esigenze quali imposizioni di nuovi vincoli;
- adeguamento e/o rettifica di limitata entità delle perimetrazioni dei PUE di cui all’art. 15, derivanti dalle verifiche,
precisazioni e modifiche di cui alle lettere a), b) e c);
- modifiche alle modalità di intervento sul patrimonio edilizio esistente, di cui all’art. 31, comma 1, lettere a), b), c) e
d), della legge 5 agosto 1978, n. 457.”
All’art. 4 comma 2 dell’elaborato ex C5 le parole “Il successivo Titolo I della Parte II” sono sostituite dalle parole” La
successiva Parte II”. Le parole “Il successivo Titolo II della Parte III” sono sostituite dalle parole” La successiva Parte
IV”.
Gli articoli relativi alle norme di tutela paesaggistica non erano presenti nelle norme di PUG adottate. Sono stati quindi
inseriti gli articoli s4bis – Norme di tutela paesaggistica di seguito riportate:
«Articolo s4bis - Norme di tutela paesaggistica
4bis.1 - Adeguamento al PUTT/P
Al Piano Paesaggistico della Regione Puglia (PUTT/P), approvato dalla Giunta Regionale con deliberazione n.1748 del 15.12.2000 e pubblicato sul BURP
n.6/11.01.2001, devono uniformarsi i piani urbanistici comunali.
Il PUTT/P disciplina la tutela del territorio in relazione ai caratteri strutturanti la sua morfologia (assetto geologico, geomorfologico, idrogeologico), la sua
copertura botanico/vegetazionale/faunistica, la stratificazione storica del suo insediamento. Esso articola tutto il territorio regionale in “ambiti territoriali
estesi” (ATE) con riferimento al livello dei valori paesaggistici (valore eccezionale “A”, valore rilevante “B”, valore distinguibile “C”, valore relativo “D”,
valore normale “E”) e, per ciascuno di essi, individua gli “indirizzi di tutela” da osservare in ogni intervento di trasformazione del territorio stesso.
Il PUTT/P, inoltre, per ciascuno dei tre sistemi individua gli “ambiti territoriali distinti” (ATD), rappresentanti gli elementi strutturanti il territorio, e ne
disciplina i possibili interventi di trasformazione.
Le presenti NTA, con riferimento alle tavole del PUG parte strutturale, recepisce ed esplicita la normativa del Piano regionale.
4bis.2 - Ambiti Territoriali Estesi
Il PUG perimetra gli ambiti territoriali estesi, con riferimento al livello dei valori paesaggistici, di:
- valore eccezionale "A", laddove sussistano condizioni di rappresentatività di almeno un bene costitutivo di riconosciuta unicità e/o singolarità, con o
senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
- valore rilevante "B", laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni costitutivi con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
- valore distinguibile "C", laddove sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
- valore relativo "D", laddove pur non sussistendo la presenza di un bene costitutivo, sussista la presenza di vincoli (diffusi) che ne individui una
significatività;
- valore normale “E”, laddove non è direttamente dichiarabile un valore paesaggistico
I terreni e gli immobili compresi negli ambiti territoriali estesi di valore distinguibile e relativo sono sottoposti a tutela diretta dal Piano e:
- non possono essere oggetto di lavori comportanti modificazioni del loro stato fisico o del loro aspetto esteriore senza che per tali lavori sia stata
rilasciata l'autorizzazione paesaggistica;
- non possono essere oggetto degli effetti di pianificazione di livello territoriale e di livello comunale senza che per detti piani sia stato rilasciato il parere
paesaggistico;
- non possono essere oggetto di interventi di rilevante trasformazione senza che per gli stessi sia stata rilasciata la attestazione di compatibilità
paesaggistica.
4bis.3 - Ambiti Territoriali Distinti
Gli elementi strutturanti il territorio si articolano nei sottosistemi:
- assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
- copertura botanico-vegetazionale, colturale e presenza faunistica;
- stratificazione storica dell'organizzazione insediativa.
Per ciascuno dei sottosistemi e delle relative componenti, le norme relative agli Ambiti Territoriali Distinti specificano:
- la "definizione", che individua l'ambito nelle sue caratteristiche e nella sua entità minima strutturante;
- la "individuazione", che definisce le caratteristiche per la definizione dell'area di pertinenza (spazio fisico di presenza) e dell'area annessa (spazio fisico
di contesto);
- i "regimi di tutela", che definiscono i criteri generali di indirizzo;
- le "prescrizioni di base", che precisano per le "aree di pertinenza" e per le "aree annesse" gli interventi: comunque non ammissibili, quelli ammissibili
con il preventivo rilascio dei provvedimenti di cui agli artt.5.01, 5.03, 5.07 delle NTA del PUTT/P della Regione Puglia e quelli la cui attuazione è
demandata, secondo la vigente legislazione regionale in materia, alla diretta gestione dell'Ente Locale.»
L’art. 5 comma 2 dell’elaborato ex C5 che recitava :
«5.2 - Con riferimento all'area di cui al comma 4 del precedente art. 4, Il P.U.G./S individua come contesti di significato strutturale le seguenti aree:
ƒ
la città antica, ovvero il centro storico e le sue espansioni sette-ottocentesche basate sul modello dell'isolato;
ƒ
la città d'isolato, sorta successivamente secondo il nodello "a blocco" di geometria prevalentemente quadrata;
ƒ
le aree oggetto di interventi pubblici unitari di espansione residenziale e produttiva;
ƒ
le aree dismesse o degradate;
ƒ
le aree marginali, al confine dell'abitato;
le aree che costituiscono il sistema del verde, delle attrezzature e/o dei servizi urbani»
è stato integrato e sostituito con il seguente articolo:
«5.2 - Con riferimento all'area di cui al comma 4 del precedente art. 4, Il P.U.G./S individua come contesti di significato strutturale le seguenti aree:
ƒ
Contesti urbani da tutelare – il centro antico;
ƒ
Contesti urbani consolidati e da consolidare manutenere e qualificare – la città d’isolato, le zone produttive esistenti;
ƒ
Contesti urbani in formazione, da completare e consolidare – aree derivanti da interventi pubblici unitari o a destinazione mista;
ƒ
Contesti urbani da riqualificare – aree degradate o dismesse;
ƒ
Contesti per insediamenti di nuovo impianto – aree marginali;
ƒ
Aree che costituiscono il sistema del verde, delle attrezzature e/o dei servizi urbani.»
L’art. 6 comma 1 dell’elaborato ex C5 che recitava :
«6.1 - Con riferimento all'area di cui al comma 5 del precedente art . 4, il P.U.G./S individua come invarianti di significato strutturale i seguenti elementi:
ƒ
la viabilità primaria, ovvero l'autostrada A14 e la Strada Statale 16 con le sue varianti;
ƒ
la viabilità secondaria, ovvero il sistema di strade statali e provinciali convergenti sull'abitato;
ƒ
la rete ferroviaria;
ƒ
il sistema dei tratturi, per la sua parte superstite e/o ancora percepibile;
ƒ
la rete idrografica superficiale.»
è stato integrato e sostituito con il seguente articolo:
«6.1 - Con riferimento all'area di cui al comma 5 del precedente art . 4, il P.U.G./S individua come invarianti di significato strutturale i seguenti elementi:
ƒ
la viabilità primaria, ovvero l'autostrada A14 e la Strada Statale 16 con le sue varianti;
ƒ
la viabilità secondaria, ovvero il sistema di strade statali e provinciali convergenti sull'abitato;
ƒ
la viabilità di previsione della tangenziale est prevista dalla PTCP per la parte a nord relativa alla variante al Piano Comunale dei Tratturi;
ƒ
la rete ferroviaria;
ƒ
la rete ferroviaria di progetto (variante di Apricena);
ƒ
l’area relativa al consorzio A.S.I. (Area di Sviluppo Industriale) a sud del territorio sull’asse di penetrazione di via Foggia;
ƒ
l’area relativa alla centrale a turbogas a sud del territorio;
ƒ
il sistema dei tratturi, per la sua parte superstite e/o ancora percepibile;
ƒ
le componenti geomorfoidrogeologiche con i corsi d’acqua, gli stagni, acquitrini e zone palustri, gli orli di scarpata delimitanti forme semispianate,
l’area di tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici del PTCP;
ƒ
le componenti botanico-vegetazionali con l’oasi di protezione faunistica ex D.M. del 15/10/71 e gli alberi in filari;
ƒ
le componenti storico culturali coni vincoli architettonici, le segnalazioni architettoniche, le segnalazioni architettoniche del paesaggio agrario, le aree
della riforma agraria, le segnalazioni archeologiche, l’area di pertinenza dei tratturi.»
Relativamente alle definizioni dei parametri e indici edilizi e urbanistici, presenti nel Regolamento Edilizio (ex elab. D9 del
PUG adottato), gli stessi sono stati riportati nella parte strutturale di piano all’articolo s6bis – Parametri e indici edilizi e
urbanistici come di seguito indicati:
«Articolo s6bis - Parametri e indici edilizi e urbanistici
6.1 - Superfici, volume, altezza, allineamenti
Le definizioni che seguono di superficie, l'area di pertinenza, l'altezza e l'altezza massima, il volume ed il vincolo di allineamento o di arretramento sono
calcolati o definiti con riferimento tanto alle situazioni ed ai fabbricati esistenti quanto a quelli in progetto.
6.2 - Altezza dei fronti della costruzione (Hf)
6.2.1 - Si definiscono fronti le proiezioni ortogonali delle singole facciate della costruzione, compresi gli elementi aggettanti o arretrati e la copertura.
6.2.2 - Si assume come altezza di ciascun fronte della costruzione la differenza di quota, misurata in metri [m], tra l’estradosso dell’ultimo solaio - ovvero
tra il filo di gronda della copertura se a quota più elevata rispetto ad esso - ed il punto più basso della linea di spiccato; parapetti chiusi o semiaperti,
realizzati con qualsiasi tipo di materiale, non rientrano nel computo se di altezza inferiore o uguale a 1,10 m.
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6.2.3 - L’ultimo solaio é quello che sovrasta l’ultimo spazio abitabile o agibile - ivi compresi i sottotetti che posseggano i requisiti tecnico-funzionali per
essere considerati abitabili o agibili - con esclusione dei volumi tecnici.
6.2.4 - Il filo di gronda é dato dall’intersezione della superficie della facciata con il piano orizzontale tangente al punto più basso della parte aggettante della
copertura; nel caso in cui la facciata e la copertura siano raccordati con elementi curvilinei od altro, l’intersezione di cui sopra é rappresentata da una linea
virtuale.
6.2.5 - La linea di spiccato é data dall’intersezione della superficie del terreno naturale o del terreno sistemato, se a quota inferiore, con la superficie della
facciata della costruzione, escluse le parti prospicienti a rampe, scale e viabilità privata di accesso ai piani interrati.
6.2.6 - Nel caso in cui l’ultimo solaio non presenti andamento orizzontale o presenti andamento complesso con parti a diverse sezioni verticali, l’altezza
virtuale della linea di estradosso rispetto al piano di calpestio sottostante, è convenzionalmente ricavata dividendo il volume dell’ultimo spazio di cui al
comma 3 (comprensivo degli spessori dei tamponamenti laterali e dell’ultimo solaio) per la superficie utile lorda corrispondente (v. art. 21), al netto di
eventuali soppalchi; l’altezza virtuale di cui sopra sommata alla differenza di quota tra il piano di calpestio citato ed il punto più basso della linea di spiccato
é l’altezza di ciascun fronte.
6.2.7 - Dal computo dell’altezza dei fronti sono escluse le opere di natura tecnica che é necessario collocare al di sopra dell’ultimo solaio, quali torrini dei
macchinari degli ascensori, torrini delle scale, camini, torri di esalazione, ciminiere, antenne di uso condominiale, impianti per il riscaldamento e/o la
refrigerazione, impianti per l’utilizzo di fonti energetiche alternative di uso condominiale.
Per volumi tecnici si intendono quegli elementi sopra menzionati che non possono, per esigenze tecniche di funzionalità degli impianti stessi, trovare luogo
entro il corpo dell’edificio.
Vengono viceversa escluse le antenne e gli impianti non relativi ai servizi condominiali ma previsti per servizi pubblici, in quanto non sono opere di natura
tecnica e di conseguenza le strutture che le compongono vanno conteggiate nell’altezza quando superino di mt. 1 la pendenza delle falde e/o superino la
linea di colmo.
Per i fabbricati siti in centro storico o ricadenti nelle zone A o classificati dal P.R.G. Beni culturali ed ambientali da restaurare o da recuperare, non é
ammessa con concessione singola o autorizzazione l’inserimento di volumi tecnici che emergano dal perimetro delle falde.
Per i fabbricati ricadenti in zone produttive o direzionali o terziarie eventuali silos o serbatoi sono considerati volumi tecnici.
6.3 - Altezza della costruzione (H)
6.3.1 - L’altezza della costruzione, misurata in metri [ml], é la massima tra quelle dei fronti, determinate ai sensi del precedente art. 6.2.
6.4 - Numero dei piani della costruzione (Np)
6.4.1 - Il numero dei piani della costruzione è il numero dei piani abitabili o agibili, compresi quelli formati da soffitte e da spazi sottotetto che posseggano i
requisiti tecnico-funzionali per essere considerati tali e di quelli seminterrati il cui livello di calpestio sia, anche solo in parte, fuori terra rispetto ad uno
qualunque dei fronti dell’edificio, con esclusione di rampe, scale e viabilità privata di accesso ai piani interrati.
6.4.2 - Dal computo del numero dei piani sono esclusi quelli il cui livello di calpestio risulti interamente interrato e che non emergano dal suolo per più di
1,20 m, misurati dal più alto dei punti dell’intradosso del soffitto al più basso dei punti delle linee di spiccato perimetrali (definite ex art. 6.2.5), nonché gli
eventuali soppalchi.
6.5 - Distanza tra le costruzioni (D), della costruzione dal confine (Dc), della costruzione dal ciglio o confine stradale (Ds)
6.5.1 - Le distanze tra le costruzioni (D), della costruzione dal confine (Dc) e della costruzione dal ciglio o confine stradale (Ds) sono misurate in metri e
riferite al filo di fabbricazione della costruzione, come definito dal regolamento edilizio tipo.
Le distanze sono comunque disciplinate dal presente articolo.
6.5.2 - Per gli interventi di ampliamento, di ricostruzione (non riconducibile alla ristrutturazione edilizia) e di nuova costruzione nonché per quelli di
sopraelevazione, è prescritta una distanza minima di m. 10 rispetto a pareti finestrate di fabbricati antistanti (intendendosi per finestrate le pareti sulle quali
siano poste una o più vedute): tale disposizione non si applica qualora tra i fabbricati sia interposta una strada di pubblico transito e il fabbricato da
ampliare, ricostruire o costruire faccia parte di una cortina continua o si inserisca in una serie di fabbricati esistenti connotati da un allineamento
consolidato. Per gli altri interventi può essere mantenuta la distanza preesistente. Salva la facoltà di cui al successivo punto 6.5.4, ove almeno una di dette
pareti sia finestrata ed i fabbricati si fronteggino per un tratto non inferiore a m. 12, deve essere rispettata -se maggiore- una distanza minima pari
all'altezza del fabbricato più alto. Se i fabbricati tra i quali deve essere verificata la distanza sono posti in ambiti o zone diversi, si applica la disciplina
relativa all'ambito od alla zona in cui si trova il terreno interessato dall'intervento. Le disposizioni del presente punto non si applicano alle aree di cui al
successivo punto 6.5.5.
6.5.3 - La distanza minima dei fabbricati dal ciglio o confine stradale è regolata come segue.
6.5.3.1 - Per gli interventi di ampliamento, di sopraelevazione, di ricostruzione e di nuova costruzione la distanza minima dei fabbricati dalle strade (non
esclusivamente pedonali o ciclabili) dev’essere, salva maggiore profondità della fascia di rispetto eventualmente prevista sulla tavola di azzonamento del
PRGC, pari: a) a m. 5, per strade di larghezza prevista inferiore a m. 7; b) a m. 7,5, per strade di larghezza prevista da m. 7 a 15; c) a m. 10, per strade di
larghezza prevista superiore a m. 15. La larghezza prevista delle strade è quella risultante dalla tavola di azzonamento per le strade che, al momento
dell'adozione del PUE o del rilascio del permesso di costruire o del deposito della dia, risultino non ancora realizzate ovvero già realizzate, ma soggette ad
ampliamento in attuazione del PUG; per le strade esistenti e non soggette ad ampliamento e per quelle già ampliate in esecuzione del PUG, la larghezza
prevista è pari a quella in concreto esistente. Resta comunque salva la facoltà di cui al successivo punto 6.5.4.
6.5.3.2 - Per gli interventi di ampliamento, di ricostruzione e di nuova costruzione negli ambiti e nelle zone di cui al Titolo pII della parte 2 delle Norme
Tecniche di Attuazione del PUG, parte programmatica, la distanza minima dalle strade (non esclusivamente pedonali o ciclabili) è pari a m. 5; ove, però, la
maggior parte degli edifici, posti - nell'ambito del medesimo isolato- e sullo stesso lato della strada, si trovi ad una distanza uniforme e diversa dai m. 5, la
nuova costruzione dovrà rispettare detta diversa distanza.
6.5.3.3 - Le norme dettate dal Codice della Strada e dal relativo regolamento di attuazione prevalgono sulle previsioni della tavola di azzonamento e sulle
precedenti disposizioni ove si tratti di costruzioni da realizzare al di fuori del centro abitato ed ove l'applicazione di dette norme comporti il rispetto di una
distanza maggiore.
6.5.4 - Rispetto ai confini di proprietà, vanno mantenute le seguenti distanze, ferma restando, in ogni caso, la possibilità di costruire in aderenza ad edifici
esistenti.
6.5.4.1 - In tutti gli ambiti, le aree e le zone la distanza minima dai confini è di 0,00 m (alle condizioni di cui al successivo punto 20.4.2) o di 5 m. Negli
ambiti e nelle zone di cui al Titolo pII della parte 2 delle Norme Tecniche di Attuazione del PUG, parte programmatica, detta distanza minima dev'essere
pari alla metà dell'altezza della nuova costruzione e comunque non inferiore a m. 5. Le parti interrate delle costruzioni possono essere realizzate -in tutti gli
ambiti, le aree ed in tutte le zone a distanza inferiore dai 5 m. od a confine, salva l'applicazione di quanto prescritto dall'art. 873 del codice civile; per parti
interrate delle costruzioni si intendono quelle aventi una copertura il cui estradosso sia posto a quota inferiore alla quota zero, individuata dagli elaborati di
progetto, secondo quanto stabilito dal Regolamento Edilizio.
6.5.4.2 - Gli interventi di ampliamento, di sopraelevazione, di ricostruzione (non riconducibile alla ristrutturazione edilizia) e di nuova costruzione possono
essere realizzati a confine, salvi i diritti dei terzi e nel rispetto dell'art. 873 del codice civile, nei seguenti casi: a) qualora il lotto confinante sia libero da
qualsiasi edificio; b) qualora, sul lotto confinante, esista una costruzione a confine e la costruzione da realizzare sia prevista in corrispondenza ed in
aderenza del fabbricato esistente; c) qualora l'edificazione su due lotti confinanti avvenga contestualmente, in forza di unico titolo abilitativo o di progetto
unitario; d) qualora si tratti di autorimessa avente quota, all'estradosso della copertura, non superiore a m. 2,50.
6.5.4.3 - Nel caso di altri interventi può essere mantenuta la preesistente distanza dai confini.
6.5.4.4 - Il confine che divide ambiti, aree (ivi incluse quelle per la viabilità) o zone dagli altri ambiti, aree o zone si intende, ai fini del presente articolo,
come confine di proprietà: in relazione ad esso, però, non è consentita la distanza pari a 0 m e non si applicano perciò le disposizioni di cui all'ultimo
periodo del precedente punto 6.5.3.1 ed al precedente punto 6.5.2.
6.5.5 - Nelle aree per servizi ed attrezzature pubblici o di uso pubblico si applicano le sole prescrizioni dettate dal precedente punto 4.
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6.5.6 - Nel caso di edifici che formino oggetto di strumento urbanistico esecutivo, sono ammesse - all'interno del PUE medesimo e, perciò, con riferimento
alle costruzioni previste in tale ambito - distanze diverse e minori rispetto a quelle di cui a precedenti punti 2 e 3.
6.5.7 - La distanza tra i fabbricati si misura, per ciascun fabbricato, su tutte le linee ortogonali rispetto al filo di fabbricazione della costruzione; la distanza
dei fabbricati dalle strade si misura su tutte le linee ortogonali alla linea di confine o, in sua assenza, al ciglio della strada stessa, come definito dal Codice
della Strada; la distanza dei fabbricati dai confini si misura su tutte le linee ortogonali a questi ultimi.
6.6 - Superficie coperta della costruzione (Sc)
6.6.1 - La superficie coperta è quella risultante dalla proiezione, su di un piano orizzontale ideale, della parte emergente fuori terra dei fabbricati, definiti
dal massimo ingombro, comprese le tettoie, le logge, i “bow window”, i vani scala, i vani degli ascensori, i porticati e le altre analoghe strutture così come
definite all’art. 6.4.
6.6.2 - Sono esclusi dal computo della superficie coperta gli elementi decorativi, i cornicioni, le pensiline ed i balconi aperti a sbalzo, aggettanti per non più
di 1,50 m dal filo di fabbricazione.
6.6.3 - Sono altresì escluse dal computo della superficie coperta le pensiline a sbalzo aggettanti sino a mt. 2,50 dal filo di fabbricazione di edifici di tipologia
industriale o artigianale situati in zone di strumento urbanistico generale ove siano ammesse le attività produttive e commerciali in genere.
6.7 - Superficie utile lorda della costruzione (Sul)
6.7.1 - La superficie utile lorda, misurata in metri quadrati [m2], é la somma delle superfici utili lorde di tutti i piani - entro e fuori terra, sottotetto abitabile
o agibile compreso - delimitate dal perimetro esterno di ciascun piano.
6.7.2 - Nel computo della superficie utile lorda dei piani sono escluse le superfici relative:
a) ai volumi tecnici, anche se emergenti dalla copertura del fabbricato, quali locali per macchinari degli ascensori, o locali per impianti tecnologici
(riscaldamento, condizionamento, deposito rifiuti, cabine elettriche, ecc.);
b) ai porticati ed ai pilotis; ai porticati ed ai pilotis chiusi con vetrate purché adibiti esclusivamente ad atrio di uso comune;
c)
ai locali ad uso cantine di pertinenza di unità immobiliari residenziali, al piano terreno di edifici privi di piani interrati;
d) alle logge, ai balconi, ai terrazzi con pareti estese a non più di 2/3 del loro perimetro;
e) agli spazi, compresi nel corpo principale o a quelli coperti ad esso esterni, adibiti al ricovero o alla manovra dei veicoli;
f)
ai cavedi;
g) ai piani interrati o parzialmente interrati, che non emergano dal suolo per più di 1,50 m., misurati dal più alto dei punti dell'estradosso del
soffitto, compreso l'eventuale soprastante terreno sistemato a verde, al più basso dei punti delle linee di spiccato perimetrali (come definite al
precedente art. 6.2.5), limitatamente agli usi a cantina e deposito non comportanti presenza continuativa di persone;
h) ai piani interrati le superfici ad autorimessa anche se queste fuoriescano dalla proiezione del corpo edilizio soprastante;
i)
ai vani corsa degli ascensori ed ai vani scale;
j)
agli spazi non abitabili del sottotetto in cui siano soddisfatte le seguenti condizioni:
imposta della falda a non più di cm. 40 dall'ultimo piano di calpestio, misurata sul filo interno del muro di tamponamento della facciata;
inclinazione della falda non superiore al 50%;
aperture di dimensioni non superiori a mq. 0,40 e superficie complessiva delle aperture non superiore a 1/30 del pavimento. E' comunque
concessa un'apertura di mq. 0,10 per ogni locale;
k)
ai maggiori spessori dei muri di ambito degli edifici, oltre il valore di 30 cm., finalizzati all'incremento dell'inerzia termica;
l)
alle opere su edifici esistenti che si rendono necessarie per il superamento delle barriere architettoniche.
6.8 - Superficie utile netta della costruzione (Sun)
6.8.1 - La superficie utile netta, misurata in metri quadrati [m2], è la somma delle superfici utili nette di tutti i piani - entro e fuori terra, sottotetto abitabile
o agibile compreso - ricavate deducendo da quelle utili lorde, così come definite all’art. 6.6, tutte le superfici non destinate al calpestio.
6.8.2 - Le soglie di passaggio da un vano all’altro e gli sguinci di porte e finestre sono convenzionalmente considerate superfici non destinate al calpestio
fino ad una profondità massima di 0,50 m e, come tali, sono dedotte dalle superfici lorde; soglie e sguinci di profondità maggiore saranno invece computati
per intero come superfici destinate al calpestio.
6.9 - Volume della costruzione (V)
6.9.1 - Il volume della costruzione, misurato in metri cubi [m3], si considera pari al prodotto della Sul per l'altezza virtuale di 3 m.; la presente definizione
viene utilizzata, in particolare, per la determinazione della dotazione delle aree a standard al servizio della residenza e dell'ammontare dei contributi di
concessione riferiti alla residenza nonché per la determinazione della quantità di parcheggi privati da costituire come pertinenza per tutti i fabbricati, nella
misura prescritta dalla legge.
6.10 - Superficie fondiaria (Sf)
6.10.1 - E’ l’area del terreno asservita e/o asservibile alle costruzioni realizzate e/o realizzabili, misurata in metri quadrati [m2], al netto delle superfici
destinate dagli strumenti urbanistici generali ed esecutivi alle urbanizzazioni primarie, secondarie e indotte esistenti e/o previste. La superficie fondiaria è
da calcolare con esclusivo riferimento all'area di pertinenza, destinata all'edificazione a norma tanto del PRGC che di eventuali strumenti urbanistici
esecutivi.
6.11 - Superficie territoriale (St)
6.11.1 - La superficie territoriale è da calcolare con riferimento a tutte le aree considerate da uno strumento urbanistico esecutivo, ivi compresi -perciò- gli
spazi pubblici e di uso pubblico individuati dal PUG e dal PUE.
6.12 - Indici e rapporti
6.12.1 - Per la verifica degli indici Ut, If, Rc si tiene conto anche degli edifici esistenti, salvo che la relativa area di pertinenza sia stata individuata ed
esclusa dalla Sf o dalla St relative all'intervento da disciplinare o da assentire. In presenza di edifici esistenti, il criterio della perequazione si applica alla Sul
(od al V) eccedente quella realizzata dagli edifici esistenti medesimi.
6.12.2 - L'indice Ut (così come l’indice If) si verifica solo in presenza di interventi di ampliamento, di sopraelevazione, di demolizione con ricostruzione (non
riconducibile alla ristrutturazione edilizia) e di nuova costruzione. L'indice Rc si verifica solo in presenza di interventi di ampliamento che incrementino la
superficie coperta, di demolizione con ricostruzione (non riconducibile alla ristrutturazione edilizia) e di nuova costruzione.
6.13 - Rapporto di copertura (Rc)
6.13.1 - Il rapporto di copertura esprime il rapporto percentuale massimo consentito della superficie coperta (Sc) rispetto alla superficie fondiaria (Sf)
oppure -in caso di PUE- alla superficie territoriale (St).
6.14 - Indice di utilizzazione fondiaria (If)
6.14.1 - L’indice di utilizzazione fondiaria esprime, in metri quadrati, la superficie utile lorda (Sul) massima realizzabile per ogni metro quadrato di superficie
fondiaria (Sf) classificata dal PUG come edificabile, ovvero -in caso di interventi posti in essere da soggetti diversi dalle pubbliche amministrazioni- di
superficie fondiaria (Sf) classificata dal PUG come area a standard o a servizi.
6.14.2 - L'Uf relativo ad aree a standard od a zone territoriali omogenee F ha valore meramente indicativo per gli interventi realizzati dalle pubbliche
amministrazioni competenti o dagli enti istituzionalmente competenti.
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6.14.3 - Per gli ambiti, le aree e le zone soggetti a strumento urbanistico esecutivo obbligatorio, la relativa fabbricabilità è espressa -in valore assoluto- con
l'indicazione della superficie utile lorda massima realizzabile (Sul max), che s'intende attribuita uniformemente a ciascuna porzione della superficie oggetto
dello strumento urbanistico esecutivo, prescindendo dall'uso previsto, per la porzione stessa, dal PUG o dallo strumento esecutivo; la Sul così spettante ad
aree per le quali sia previsto l'uso pubblico o sulle quali comunque non sia prevista l'edificazione, sarà realizzata, previe le necessarie intese tra i proprietari,
sulle aree in cui è invece prevista l'edificazione. Laddove, invece, si proceda a mezzo di strumento urbanistico esecutivo e la Sul realizzabile non sia indicata
dal PUG in valore assoluto, l'indice di fabbricabilità viene utilizzato come segue: la capacità edificatoria massima è determinata applicando l'indice di
fabbricabilità alle sole aree classificate dal PUG come fabbricabili; la Sul così ottenuta s’intende, però, riferita a ciascuna porzione della superficie oggetto
dello strumento urbanistico esecutivo, prescindendo dall'uso previsto, per la porzione stessa, dal PUG o dallo SUE medesimo.
6.15 - Indice di utilizzazione territoriale (Ut)
6.15.1 - L’indice di utilizzazione territoriale è dato dal rapporto tra la superficie utile lorda edificata e/o edificabile e la superficie territoriale (Ut = Sul/St):
rappresenta il numero di metri quadrati di superficie lorda edificata e/o edificabile per ogni metro quadrato di superficie territoriale [m2]/[m2].
6.16 - Vincolo di allineamento o di arretramento
6.16.1 - Il vincolo di allineamento o di arretramento definisce la linea (da indicare negli SUE o nel progetto di interventi diretti) da rispettare -al fine di
garantire la continuità di cortine edilizie o di fronti stradali consolidati (vincolo di allineamento)- o da non oltrepassare -al fine di mantenere la dovuta
distanza rispetto a particolari beni o manufatti (vincolo di arretramento)- in caso di interventi di sopraelevazione, di ampliamento, di demolizione con
ricostruzione (non riconducibile alla ristrutturazione edilizia) e di nuova costruzione, ovvero al fine di rispettare distanze. Le disposizioni speciali (parte II)
possono prescrivere anche l'altezza e la continuità del filo di gronda (e, cioè, dell'intradosso della gronda), l'altezza e la continuità delle falde di copertura
ed il raccordo con le eventuali discontinuità, la ripresa degli elementi maggiormente caratteristici e tradizionali, quale la tipologia delle finestre, degli infissi,
delle cornici, dei portoni, i materiali ed i colori.»
Per quanto attiene ai contesti territoriali, ogni qualvolta compaiano le parole “contesto agricolo pregiato periurbano”, e
stesse vengono sostituite dalle parole “contesto agricolo pregiato”
L’art. 7 comma 2 dell’elaborato ex C5 che recitava :
«7.2 - Come riferito nei precedenti art. 5 e 6, all'interno di questo sistema sono riconoscibili tre sub-sistemi o contesti:
ƒ
il contesto del Radicosa, ovvero l'area parzialmente irrigua posta a nord dell'abitato;
ƒ
il contesto agricolo pregiato periurbano, ovvero l'area occupata prevalentemente da coltivazioni a vite e ad olivo tutt'intorno all'abitato;
ƒ
il contesto del Triolo, ovvero l'area irrigua ad alto potenziale agricolo posta ancora più a sud.
Contribuiscono a definire i summenzionati contesti e appartengono al medesimo sistema extra-urbano, oltre alla rete delle principali infrastrutture di
comunicazione quali la viabilità primaria, ovvero l'autostrada A14 e la Strada Statale 16 con le sue varianti, la viabilità secondaria, ovvero il sistema di
strade statali e provinciali convergenti sull'abitato e la rete ferroviaria, disciplinata dalla successiva parte III, i seguenti elementi territoriali da assumersi
quali invarianti: il sistema dei tratturi, per la sua parte superstite e/o ancora percepibile, la rete idrografica superficiale e i principali complessi
vegetazionali.»
è stato integrato e sostituito con il seguente articolo:
«7.2 - Come riferito nei precedenti art. 5 e 6, all'interno di questo sistema sono riconoscibili diversi sub-sistemi o contesti:
ƒ
il contesto del Radicosa, ovvero l'area parzialmente irrigua posta a nord dell'abitato;
ƒ
il contesto agricolo pregiato, ovvero l'area occupata prevalentemente da coltivazioni a vite e ad olivo tutt'intorno all'abitato;
ƒ
il contesto del Triolo, ovvero l'area irrigua ad alto potenziale agricolo posta ancora più a sud.
Contribuiscono a definire i summenzionati contesti e appartengono al medesimo sistema extra-urbano, oltre alla rete delle principali infrastrutture di
comunicazione quali la viabilità primaria, ovvero l'autostrada A14 e la Strada Statale 16 con le sue varianti, la viabilità secondaria, ovvero il sistema di
strade statali e provinciali convergenti sull'abitato e la viabilità di progetto della tangenziale est per la parte in variante al Piano Comunale dei Tratturi, la
rete ferroviaria esistente e di progetto (variante di Apricena), disciplinata dalla successiva parte III, i seguenti elementi territoriali da assumersi quali
invarianti: il sistema dei tratturi, per la sua parte superstite e/o ancora percepibile, le componenti geomorfoidrogeologiche con i corsi d’acqua, gli stagni,
acquitrini e zone palustri, gli orli di scarpata delimitanti forme semispianate, l’area di tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici del PTCP; le componenti
botanico-vegetazionali con l’oasi di protezione faunistica ex D.M. del 15/10/71 e gli alberi in filari; le componenti storico culturali coni vincoli architettonici,
le segnalazioni architettoniche, le, segnalazioni architettoniche del paesaggio agrario, le aree della riforma agraria, le segnalazioni archeologiche, l’area di
pertinenza dei tratturi.»
Viene aggiunto il seguente comma 4 dell’articolo s7:
“7.4 – Al fine di evidenziare e valorizzare i caratteri dei paesaggi rurali nonché di reinterpretare la complessità e la molteplicità dei paesaggi rurali di grande
valore storico e identitario e ridefinirne le potenzialità idrauliche, ecologiche, paesaggistiche e produttive, i Contesti rurali sono suscettibili di divenire ed
essere strutturati come un parco multifunzionale. In tali contesti la valenza paesaggistica è legata alla singolare integrazione fra le componenti antropiche,
agricole, insediative e la struttura geomorfologica e naturalistica dei luoghi oltre che alla peculiarità delle forme costruttive diffuse nel paesaggio agricolo. Di
seguito si definiscono i caratteri di tutela dei singoli contesti che connotano nel loro complesso il suddetto potenziale parco multifunzionale.”
All’art. 7.1 comma 2 dopo il punto b) vengono inseriti i seguenti punti ad integrazione dell’articolo:
«
c)
d)
e)
Salvaguardia degli elementi caratterizzanti il sistema agricolo come rogge, filari, sponde, ecc...
Salvaguardia dei caratteri identitari, conservazione dei manufatti e delle sistemazioni agrarie tradizionali, con particolare attenzione al recupero
delle masserie, dell’edilizia rurale e dei manufatti in pietra a secco, della rete scolante, della tessitura agraria e degli elementi divisori, nonché ai
caratteri dei nuovi edifici, delle loro pertinenze e degli annessi rurali (dimensioni, materiali, elementi tipologici).
Recupero dei manufatti rurali attraverso l’uso di tecniche e metodi della bioarchitettura (uso di materiali e tecniche locali, potenziamento
dell’efficienza energetica, recupero delle tecniche tradizionali di raccolta dell’acqua piovana).»
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All’art. 7.1 comma 4, le parole “La sezione programmatica del Piano Urbanistico Generale (P.U.G./P) disciplina” vengono
sostituite dalle parole ” La presente normativa strutturale disciplina”
L’art 7.2 dell’elaborato ex C5 denominato “Il contesto agricolo pregiato periurbano” viene rinominato “Il contesto agricolo
pregiato”.
All’art. 7.2 comma 1 vengono eliminate le parole “poste tutt’intorno all’abitato”.
All’art. 7.2 comma 2 dopo il punto d) vengono inseriti i seguenti punti ad integrazione dell’articolo:
«
e)
f)
g)
h)
Salvaguardia dei caratteri identitari, conservazione dei manufatti e delle sistemazioni agrarie tradizionali, con particolare attenzione al recupero
delle masserie, dell’edilizia rurale e dei manufatti in pietra a secco, della rete scolante, della tessitura agraria e degli elementi divisori, nonché ai
caratteri dei nuovi edifici, delle loro pertinenze e degli annessi rurali (dimensioni, materiali, elementi tipologici).
Recupero dei manufatti rurali attraverso l’uso di tecniche e metodi della bioarchitettura (uso di materiali e tecniche locali, potenziamento
dell’efficienza energetica, recupero delle tecniche tradizionali di raccolta dell’acqua piovana).
Valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale presente nella parte periurbana del contesto, ossia quella collocata ai margini dei contesti
urbani, ricostruzione dei margini urbani con la realizzazione di cinture verdi anche al fine ridefinire con chiarezza il perimetro della città, i suoi
confini “verdi” e le sue relazioni di reciprocità con il territorio rurale e arrestare un’espansione urbana centrifuga, caratterizzata da tessuti non
coerenti sorti accanto alle maglie dell’edificato storico compatto, che si pone in contrasto con l’identità dei luoghi, determina consumo di suolo
ed erosione del pregiato mosaico colturale che connota il contesto.
Salvaguardia della struttura insediativa radiale evitando trasformazioni territoriali che compromettano o alterino il sistema stradale a raggiera
che collega la città ai centri limitrofi.»
All’art. 7.2 comma 5, le parole “La sezione programmatica del Piano Urbanistico Generale (P.U.G./P) disciplina” vengono
sostituite dalle parole ” La presente normativa strutturale disciplina”
All’art. 7.2 vengono inseriti i seguenti commi 6 e 7 ad integrazione dell’articolo:
«7.2.6 - Si colloca in tale contesto anche l’Area del Consorzio Sviluppo Industriale (ASI) per l’attuazione della quale si rimanda ai relativi atti specifici.
7.2.7 - Si colloca in tale contesto anche l’area della Centrale a turbogas, autorizzata e normata da atti di governo sovra-locale, ai quali si rimanda nello
specifico.»
All’art. 7.3 comma 2 dopo il punto b) vengono inseriti i seguenti punti ad integrazione dell’articolo:
«
c)
d)
Salvaguardia dei caratteri identitari, conservazione dei manufatti e delle sistemazioni agrarie tradizionali, con particolare attenzione al recupero
delle masserie, dell’edilizia rurale e dei manufatti in pietra a secco, della rete scolante, della tessitura agraria e degli elementi divisori, nonché ai
caratteri dei nuovi edifici, delle loro pertinenze e degli annessi rurali (dimensioni, materiali, elementi tipologici).
Recupero dei manufatti rurali attraverso l’uso di tecniche e metodi della bioarchitettura (uso di materiali e tecniche locali, potenziamento
dell’efficienza energetica, recupero delle tecniche tradizionali di raccolta dell’acqua piovana).»
All’art. 7.3 comma 4, le parole “La sezione programmatica del Piano Urbanistico Generale (P.U.G./P) disciplina” vengono
sostituite dalle parole ” La presente normativa strutturale disciplina”
L’art. 7.4 comma 3 dell’elaborato ex C5 che recitava:
«7.4.3 - Lo strumento per l'attuazione di queste politiche è l'apposito piano di settore Piano Comunale dei Tratturi. Ulteriori indicazioni potranno venire dai
piani nel settore della mobilità.»
è stato integrato e sostituito con il seguente articolo:
«7.4.3 - Lo strumento per l'attuazione di queste politiche è l'apposito piano di settore Piano Comunale dei Tratturi licenziato favorevolmente nella
Conferenza di Servizi del 1.07.2009, redatto ai sensi della legge regionale 23 dicembre 2003 n. 29 “Disciplina delle funzioni amministrative in materia di
tratturi” e adeguato con una variante approvata con D.C.C. n.55 del 11.10.2010 all’area di sedime della tangenziale est. Ulteriori indicazioni potranno venire
dai piani nel settore della mobilità.»
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L’art 7.5 dell’elaborato ex C5 denominato “Invarianti strutturali del territorio extraurbano: complessi vegetazionali” viene
rinominato “Invarianti strutturali del territorio extraurbano: elementi naturali emergenti”.
L’art. 7.5 dell’elaborato ex C5 che recitava:
«Art. 7.5 - Invarianti strutturali del territorio extraurbano: complessi vegetazionali
7.4.1 - Il territorio agricolo, pur fortemente antropizzato per gli usi produttivi agricoli, registra la presenza di alcuni elementi di valore vegetazionale, di
origine naturale o di impianto artificiale, che costituiscono importanti presidi di bio-diversità.
7.5.2 - Tali elementi sono raggruppati in modo da delineare alcuni areali in territorio agricolo. Gli areali sono stati individuati considerando la presenza
contemporanea di almeno 2 dei seguenti elementi di valore vegetazionale: specchi d'acqua e loro vegetazione marginale, sorgenti, boschi generici, boschi
di querce e macchia mediterranea, paludi.
7.5.3 - L'obiettivo del PUG è quello di tutelare tali elementi presenti all’interno di tali aree unitamente alla vegetazione spondale riscontra bile ai margini
della rete idrografica e ai filari di alberi posizionati a marcare le divisioni interpoderali. Gli interventi a fini agricoli non potranno intaccare tale patrimonio e,
ove fosse necessario intervenire, dovranno assicurare l'impianto di specie arboree e/o vegetali in numero e per consistenza analoghe a quelle espiantate.»
è stato integrato e sostituito con il seguente articolo:
«Art. s7.5 - Invarianti strutturali del territorio extraurbano: elementi naturali emergenti
7.5.1 - Il territorio agricolo, pur fortemente antropizzato per gli usi produttivi agricoli, registra la presenza di alcuni elementi di valore vegetazionale, di
origine naturale o di impianto artificiale, che costituiscono importanti presidi di bio-diversità.
7.5.2 - Sono quindi individuati cartograficamente nella nelle tavole del quadro C i seguenti elementi naturali emergenti e soggetti alle seguenti norme di
tutela:
Stagni, acquitrini e zone palustri
Gli elaborati grafici di PUG, tav. C3.2bis, individuano cartograficamente le aree di pertinenza e le aree annesse di tali elementi del sistema idro-geomorfologico, nell’ambito dei bacini idrici, per le quali si applicano le medesime norme di tutela di cui al seguente comma 7.6.2.1.
Reticolo idrografico
Individuato in coerenza con la Carta Idro-geo-morfologica redatta dall’Autorità di Bacino. Si prevede la conservazione e tutela della vegetazione spondale, a
norma del successivo capoverso e del comma 7.6.2.1.
Area di tutela dei corpi idrici
L'obiettivo del PUG è quello di tutelare tali elementi presenti all’interno di tali aree unitamente alla vegetazione spondale riscontrabile ai margini della rete
idrografica, per cui non consentiti interventi di rimozione, se non connessi alla protezione e alla regimentazione idraulica del reticolo stesso.
Alberi in filari
Considerato che in generale non sono consentiti interventi che prevedano la compromissione degli elementi antropici, seminaturali e naturali caratterizzanti
il paesaggio agrario, è obiettivo del PUG quello di tutelare i filari di alberi posizionati a marcare le divisioni interpoderali. Non sono consentite perciò
operazioni di espianto sistematico e sono altresì auspicabili integrazioni con essenze omogenee alle esistenti, e comunque autoctone.
Orlo di scarpata delimitante forme semispianate
Ai fini della tutela paesaggistica di tali elementi del territorio si applicano le norme di cui al seguente comma 7.6.2.3.
Area di tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici del P.T.C.P.
Sono porzioni del territorio extraurbano per le quali a norma degli art. II.42 e II.56 del P.T.C.P. gli strumenti urbanistici comunali assicurano che la
localizzazione di nuove opere, edificazioni, impianti tecnologici, corridoi infrastrutturali avvenga in posizione marginale, o comunque in modo da assicurare
la massima distanza dal corso d’acqua.
Al fine della tutela dei caratteri ambientali e paesaggistici dei corpi idrici presenti nel Contesto, in ottemperanza al comma 2 dell’art. II.56 delle NTA del
PTCP, la eventuale localizzazione di nuove opere, impianti tecnologici e corridoi infrastrutturali deve avvenire esclusivamente in posizione marginale, o
comunque in modo da assicurare la massima distanza dai corsi d’acqua.
Al fine della costituzione della rete ecologica provinciale, in conformità alle direttive di cui all’art. II.43 delle NTA del PTCP è fatto divieto di alterare le
formazioni naturali e seminaturali presenti lungo le aree spondali dei corsi d’acqua presenti all’interno del Contesto e tutti gli interventi di manutenzione,
anche delle sponde artificiali, devono essere fatti con ricorso a tecniche di ingegneria naturalistica.»
È stato aggiunto l’art. s7.6 riguardante la tutela paesaggistica del PUTT/P per gli ATE e gli ATD come di seguito indicato:
«Art. s7.6 – Tutela paesaggistica-PUTT/P
7.6.1 - Ambiti Territoriali Estesi (ATE)
Il PUG perimetra gli ambiti territoriali estesi per il comune di San Severo, con riferimento al livello dei valori paesaggistici, suddividendo il territorio agricolo
in ambiti di:
valore rilevante "B", laddove sussistano condizioni di compresenza di più beni costitutivi con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
valore distinguibile "C", laddove sussistano condizioni di presenza di un bene costitutivo con o senza prescrizioni vincolistiche preesistenti;
valore relativo "D", laddove pur non sussistendo la presenza di un bene costitutivo, sussista la presenza di vincoli (diffusi) che ne individui
una significatività;
valore normale “E”, laddove non è direttamente dichiarabile un valore paesaggistico
I terreni e gli immobili compresi negli ambiti territoriali estesi di valore distinguibile e relativo sono sottoposti a tutela diretta dal Piano e:
non possono essere oggetto di lavori comportanti modificazioni del loro stato fisico o del loro aspetto esteriore senza che per tali lavori sia stata
rilasciata l'autorizzazione paesaggistica;
non possono essere oggetto degli effetti di pianificazione di livello territoriale e di livello comunale senza che per detti piani sia stato rilasciato il
parere paesaggistico;
non possono essere oggetto di interventi di rilevante trasformazione senza che per gli stessi sia stata rilasciata la attestazione di compatibilità
paesaggistica.
Indirizzi di Tutela
In riferimento agli ambiti precedentemente descritti devono essere perseguiti obiettivi di salvaguardia e valorizzazione paesaggistica nel rispetto dei
seguenti indirizzi di tutela:
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negli ambiti di valore rilevante "B": conservazione e valorizzazione dell'assetto attuale; recupero delle situazioni compromesse attraverso la
eliminazione dei detrattori e/o la mitigazione degli effetti negativi; massima cautela negli interventi di trasformazione del territorio;
negli ambiti di valore distinguibile "C" : salvaguardia e valorizzazione dell'assetto attuale se qualificato; trasformazione dell'assetto attuale, se
compromesso, per il ripristino e l'ulteriore qualificazione; trasformazione dell'assetto attuale che sia compatibile con la qualificazione paesaggistica;
negli ambiti di valore relativo "D"; valorizzazione degli aspetti rilevanti con salvaguardia delle visuali panoramiche;
negli ambiti di valore normale "E" : valorizzazione delle peculiarità del sito.
7.6.2 - Ambiti Territoriali Distinti (ATD)
Gli elementi strutturanti il territorio si articolano nei sottosistemi:
assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico;
copertura botanico-vegetazionale, colturale e presenza faunistica;
stratificazione storica dell'organizzazione insediativa.
Per ciascuno dei sottosistemi e delle relative componenti, le norme relative agli Ambiti Territoriali Distinti specificano:
la "definizione", che individua l'ambito nelle sue caratteristiche e nella sua entità minima strutturante;
la "individuazione", che definisce le caratteristiche per la definizione dell'area di pertinenza (spazio fisico di presenza) e dell'area annessa (spazio
fisico di contesto);
i "regimi di tutela", che definiscono i criteri generali di indirizzo;
le "prescrizioni di base", che precisano per le "aree di pertinenza" e per le "aree annesse" gli interventi: comunque non ammissibili, quelli ammissibili
con il preventivo rilascio dei provvedimenti di cui agli artt.5.01, 5.03, 5.07 delle NTA del PUTT/P della Regione Puglia e quelli la cui attuazione è
demandata, secondo la vigente legislazione regionale in materia, alla diretta gestione dell'Ente Locale.
Gli “ambiti territoriali distinti” (ATD) sono le componenti (i “beni”) del paesaggio caratterizzanti il territorio comunale.
Tali ATD sono stati riportati e delimitati nelle cartografie del PUG.
Regimi di tutela
Il PUG esercita la tutela delle componenti del paesaggio-ambiente (ATD) sia per la superficie del loro sedime “area di pertinenza”, sia per la superficie
individuata come necessaria per la loro salvaguardia “area annessa”: la perimetrazione di PUG è comprensiva sia dell’area di pertinenza sia dell’area
annessa.
Prescrizioni
Per il perseguimento delle finalità del D.vo n.42/2004, così come specificate negli indirizzi e nelle direttive di tutela individuati dal PUTT/P della Regione
Puglia e recepiti dal PUG, in sede di: autorizzazione paesaggistica, di parere paesaggistico, di approvazione di strumenti urbanistici esecutivi, e in sede di
permesso di costruire o autorizzazioni edilizie per la esecuzione di progetti insediativi o infrastrutturali, sono da applicarsi le prescrizioni già indicate per gli
ATE (entro cui è compreso l’ATD) e le seguenti, specifiche per ciascuna tipologia di ATD.
7.6.2.1 - Forme ed elementi legati all’idrografia superficiale
Individuazione
Si definiscono “forme ed elementi legati all’idrografia superficiale” la totalità degli elementi fisiografici gerarchizzati e non, che per dimensioni di bacino
imbrifero, pendenza, copertura vegetale e permeabilità dei terreni non determinano le condizioni idrologiche per la formazione di eventi di piena, ma solo di
sporadici ruscellamenti.
I corsi d’acqua, individuati sulla cartografia del PUG, sono coerenti con il reticolo individuato dalla carta idrogeomorfologica aggiornata dell’Autorità di
Bacino della Regione Puglia a meno delle parti di reticolo tombato e di quelle che non assumono una valenza paesaggistica.
L’area di pertinenza del corso d’acqua è individuata dai cigli di sponda e argini, siano essi naturali che artificiali, quindi di dimensione variabile. Nel caso in
cui non si rilevi la presenza di cigli morfologici, si applica come area di pertinenza una fascia di 10 metri a cavallo dell’asse del corso d’acqua.
L’area annessa è definita come una fascia di 75metri sia in destra che in sinistra del corso d’acqua. Per i corsi d’acqua rientranti nella tutela dell’art. 142
lett. C del D.lsg 42/2004, si applica una fascia di tutela di 150 metri dall’area di pertinenza.
Tali aree sono definite cartograficamente nel elaborati di PUG/S.
Aree di pertinenza ed aree annesse: interventi ammessi
Nell’area di pertinenza del corso d’acqua va evitato ogni intervento che modifichi i caratteri delle componenti individuate e/o presenti. Non vanno consentite
attività estrattive e va mantenuto l’assetto geomorfologico d’insieme dei fattori naturalistici connotanti il sito. Non sono autorizzabili piani e/o progetti e
interventi comportanti ogni trasformazione in alveo, salvo quelli che evidenzino particolare considerazione dell'assetto paesaggistico dei luoghi.
Nell’area annessa del reticolo morfo-idrologico, perimetrata nelle tavole del PUG, non sono autorizzabili piani e/o progetti comportanti trasformazioni che
compromettano la morfologia ed i caratteri colturali e d'uso del suolo; sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi che, sulla base di specificazioni di
dettaglio che evidenzino particolare
considerazione dell'assetto paesaggistico dei luoghi, comportino:
manutenzione ordinaria e straordinaria, consolidamento statico e restauro conservativo, ristrutturazione (con esclusione della demolizione totale
dell'involucro esterno) di manufatti edilizi legittimamente esistenti, anche con cambio di destinazione d'uso;
integrazione di manufatti legittimamente esistenti per una volumetria aggiuntiva non superiore al 20%, purché finalizzata all'adeguamento di
standard funzionali abitativi o di servizio alle attività produttive o connesse con il tempo libero e del turismo, che non alteri significativamente lo
stato dei luoghi;
i volumi edificabili espressi dalla superficie dell'area annessa e dell'area di pertinenza, possono essere trasferiti in aree contigue;
la modificazione del sito al fine di ripristino di situazione preesistente, connessa a fini produttivi e compatibilmente con gli indirizzi e le direttive di
tutela.
Norme inerenti il Piano di Assetto Idrogeologico (PAI)
Gli interventi nelle aree sottoposte a tutela dal Piano di Assetto Idrogeologico sono subordinati al parere favorevole dell’Autorità di Bacino ai sensi degli artt.
6, 7, 8 delle NTA dello stesso PAI, tenuto conto della L.R. n. 19 del 19 luglio 2013 sulla delega agli uffici tecnici comunali riguardo a specifiche tipologie di
interventi. Le specifiche riguardanti le competenze dell’autorità di Bacino i evidenziano nelle NTA del PAI allegate alle presenti norme.
7.6.2.2 - Bacini Idrici
Individuazione
I bacini idrici individuati sul territorio di San Severo, coerentemente con la carta idrogeomorfologica dell’A.d.B. della Regione Puglia, sono classificati come
stagli, acquitrini, zone palustri.
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Aree di pertinenza ed aree annesse: interventi ammessi
L’area di pertinenza è identificata come l’area di massima piena individuabile.
L’area annessa è individuata come l’area delimitata dai margini naturali e antropici del territorio circostante di dimensione variabile.
Nell’area di pertinenza dei bacini idrici va evitato ogni intervento che modifichi i caratteri delle componenti individuate e/o presenti. Non vanno consentite
attività estrattive e va mantenuto l’assetto geomorfologico d’insieme dei fattori naturalistici connotanti il sito. Non sono autorizzabili piani e/o progetti e
interventi comportanti ogni trasformazione, salvo quelli che evidenzino particolare considerazione dell'assetto paesaggistico dei luoghi.
Nell’area annessa dei bacini idrici, perimetrata nelle tavole del PUG, non sono autorizzabili piani e/o progetti comportanti trasformazioni che compromettano
la morfologia ed i caratteri colturali e d'uso del suolo; sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi che, sulla base di specificazioni di dettaglio che
evidenzino particolare
considerazione dell'assetto paesaggistico dei luoghi, comportino:
manutenzione ordinaria e straordinaria, consolidamento statico e restauro conservativo, ristrutturazione (con esclusione della demolizione totale
dell'involucro esterno) di manufatti edilizi legittimamente esistenti, anche con cambio di destinazione d'uso;
integrazione di manufatti legittimamente esistenti per una volumetria aggiuntiva non superiore al 20%, purché finalizzata all'adeguamento di
standard funzionali abitativi o di servizio alle attività produttive o connesse con il tempo libero e del turismo, che non alteri significativamente lo
stato dei luoghi;
i volumi edificabili espressi dalla superficie dell'area annessa e dell'area di pertinenza, possono essere trasferiti in aree contigue;
la modificazione del sito al fine di ripristino di situazione preesistente, connessa a fini produttivi e compatibilmente con gli indirizzi e le direttive di
tutela.
7.6.2.3 - Versanti e crinali
Individuazione
Il PUG individua, coerentemente con la carta idrogeomorfologica aggiornata dell’A.d.B. della Regione Puglia, le forme di versante analizzando gli orli di
scarpata delimitate forme semispianate localizzati principalmente nell’area a sud ovest del territorio comunale.
Aree di pertinenza ed aree annesse: interventi ammessi
Nell’area di pertinenza degli orli di scarpata delimitate forme semispianate individuata come una fascia parallela al limite dell’orlo di 50 metri individuata
nelle tavole del PUG, si deve mantenere l’assetto geomorfologico d’insieme e conservare l’assetto idrogeologico delle relative aree. Le nuove localizzazioni
di attività estrattive vanno limitate ai materiali di inderogabile necessità e di difficile reperibilità. Non sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi che
determinino trasformazione dell’orlo di scarpata ed escavazioni o estrazioni di materiali litoidi sul fronte del versante; sono autorizzabili piani e/o progetti e
interventi che con particolare considerazione dell'assetto paesaggistico dei luoghi, finalizzate al mantenimento e ristrutturazione di manufatti edilizi ed
attrezzature connesse con attività produttive.
Nell’area annessa, sul pianoro soprastante, costituita da una fascia della larghezza costante di 50 metri parallela al limite alto del versante, non sono
autorizzabili piani e/o progetti comportanti nuovi insediamenti residenziali e trasformazioni che compromettano la morfologia ed i caratteri colturali e d'uso
del suolo con riferimento al rapporto paesaggistico esistente tra il versante ed il suo intorno diretto; sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi che
evidenzino particolare considerazione dell'assetto paesaggistico dei luoghi, quali:
manutenzione ordinaria e straordinaria, consolidamento statico e restauro conservativo, ristrutturazione (con esclusione della demolizione totale
dell'involucro esterno), di manufatti edilizi legittimamente esistenti, anche con cambio di destinazione d'uso;
integrazione di manufatti legittimamente esistenti per una volumetria aggiuntiva non superiore al 20%, purché finalizzata all'adeguamento di
standard funzionali abitativi o di servizio alle attività produttive o connesse con il tempo libero e del turismo, che non alteri significativamente lo
stato dei luoghi.
la superficie ricadente nell’area annessa può comunque essere, ai fini del computo della cubatura edificabile, accorpata ad aree contigue
trasferendovi i volumi edificabili, e vi sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi connessi con attività produttive primarie e atti ad assicurare il
mantenimento delle condizioni di equilibrio con l'ambiente, e la tutela dei complessi vegetazionali naturali esistenti.
7.6.2.4 - Aree protette
Individuazione
Il PUG individua sul territorio di San Severo l’oasi di protezione faunistica “Torre dei Giunchi” ex DM del 15/10/71. L’area è censita dal Piano Faunistico
Venatorio della Regione Puglia e dal Piano Faunistico Provinciale della Provincia di Foggia.
Regimi di Tutela
Per tale area protetta, si individua un regime di tutela paesaggistica differenziato in “A” e “B” a seconda che l’estensione dell’oasi sia effettivamente
utilizzata ai fini agricoli, ovvero che essa sia interessata da urbanizzazione, realizzata o programmata a livello attuativo.
A - Per la porzione di oasi così come riconosciuta dal citata DM 15/10/71 e confermata dai Piani Faunistico-Venatori, che è ancora utilizzata ai fini agricoli,
tutti gli interventi di trasformazione fisica del territorio e/o insediativa vanno resi compatibili con la conservazione degli elementi caratterizzanti il sistema
botanico/vegetazionale, la sua ricostruzione, le attività agricole coerenti con la conservazione del suolo.
Non sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi comportanti:
grave turbamento della fauna selvatica e modificazioni significative dell’ambiente ed eccezione di quelli conseguenti al ripristino e/o recupero di
situazione degradate;
le arature profonde ed i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente la morfologia del sito, fatta eccezione per le opere
strettamente connesse con la difesa idrogeologica del sito e relativi interventi di mitigazione degli impatti ambientali da queste indotti;
la discarica di rifiuti.
Sono altresì auspicabili progetti integrati di valorizzazione del territorio, tesi anche all’implementazione della flora, che prevedano attrezzature e funzioni
compatibili con l’eventuale fauna ivi presente, ovvero integrino opportune opere di mitigazione, in accordo a quanto previsto dall’art. p49.
B – Per la porzione di oasi che, seppur riconosciuta dal citata DM 15/10/71 e confermata dai Piani Faunistico-Venatori, risulta alla data di vigenza del
presente piano interessata da urbanizzazione, così come cartografata negli elaborati di piano, ogni trasformazione edilizia deve evitare l’interferenza con
eventuali percorsi dei flussi migratori, contenendo al più l’altezza massima degli edifici, le recinzioni non attraversabili e la impermeabilizzazione del suolo.
Le previsioni di cui al presente articolo “Aree protette” delle N.T.A. decadono in caso di revoca totale della perimetrazione dell’Oasi di Protezione “Torre dei
Giunchi” in esito alla revisione del Piano Faunistico Venatorio.
In caso di revoca parziale e di nuova perimetrazione dell’oasi, le presenti previsioni perdurano per l’area appositamente perimetrata nel Piano Faunistico
Venatorio.
7.6.2.5 - Beni diffusi nel paesaggio agrario
Individuazione
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Il PUG riconosce ulteriori beni diffusi nel paesaggio agrario. Sono i “beni diffusi nel paesaggio agrario” con notevole significato paesaggistico: le piante
isolate o a gruppi, sparse, di rilevante importanza per età, dimensione, significato scientifico, testimonianza storica; le alberature stradali e poderali in filari
e le pareti a secco, con relative siepi, delle divisioni dei campi in pianura, delle delimitazioni delle sedi stradali. Il PUG riconosce gli alberi in filari delimitanti
i viali d’accesso, i confini poderali e stradali.
Regimi di tutela
Ai fini della tutela dei beni diffusi nel paesaggio agrario, il Piano individua, per i beni non altrimenti salvaguardati, un unico regime di tutela da applicarsi
all’area del bene. Nell’area del bene si dovrà attuare esclusivamente la conservazione e la valorizzazione dell’assetto attuale ed il recupero delle situazioni
compromesse attraverso la eliminazione dei detrattori; non sono autorizzabili:
piani e/o progetti e interventi comportanti trasformazioni che compromettano la morfologia ed i caratteri colturali e d’uso del suolo con riferimento al
rapporto paesistico - ambientale esistente tra il bene ed il suo intorno diretto;
le arature profonde ed i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente la morfologia del sito, fatta eccezione per le opere
strettamente connesse con la difesa idrogeologica e relativi interventi di mitigazione degli impatti ambientali da queste indotti;
le attività estrattive, ad eccezione dell'ampliamento, per quantità comunque contenute, di cave attive, se funzionali (sulla base di specifico progetto)
al ripristino e/o adeguata sistemazione ambientale finale dei luoghi;
la discarica di rifiuti solidi, compresi i materiali derivanti da demolizioni o riporti di terreni naturali ed inerti;
la costruzione di impianti e infrastrutture di depurazione ed immissione dei reflui e di captazione o di accumulo delle acque ad eccezione degli
interventi di manutenzione e delle opere integrative di adeguamento funzionale e tecnologico di quelle esistenti;
la formazione di nuovi tracciati viari o di adeguamento di tracciati esistenti, con esclusione dei soli interventi di manutenzione della viabilità locale
esistente.
7.6.2.6 - Segnalazioni Architettoniche
Individuazione
Il PUG individua numerose segnalazioni architettoniche e per ognuna definisce un’area di pertinenza e un area annessa opportunamente segnalata nelle
cartografie di PUG. In particolare individua i beni del PUTT/P, i beni del PTCP e ulteriori beni, specificatamente censiti. L’area annessa e quella di pertinenza
di ciascun bene sono state individuate sulla base del catasto d’impianto e, ove possibile, riconoscendo gli elementi facenti parte dei singoli elementi o dei
complessi architettonici a partire da indicazioni cartografiche, foto aeree e riconoscimento sul posto.
Aree di pertinenza ed aree annesse: interventi ammessi
Nell’area di pertinenza, gli indirizzi di tutela sono finalizzati alla conservazione e valorizzazione dell’assetto attuale, al recupero delle situazioni compromesse
attraverso l’eliminazione dei detrattori. Va evitata ogni alterazione della integrità visuale e va perseguita la qualificazione del contesto.
Nell’area di pertinenza delle segnalazioni architettoniche individuata nelle tavole e negli elaborati del PUG, non sono autorizzabili piani e/o progetti
comportanti trasformazione del sito eccettuati gli interventi di:
manutenzione ordinaria;
manutenzione straordinaria;
restauro e risanamento conservativo.
Nell’area annessa, gli indirizzi di tutela sono finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione dell’assetto attuale se qualificato, alla trasformazione dell’assetto
attuale, se compromesso, per il ripristino e l’ulteriore qualificazione, alla trasformazione dell’assetto che sia compatibile con la qualificazione paesaggistica.
Va evitata ogni destinazione d’uso non compatibile con le finalità di salvaguardia e vanno attuati processi di corretto riutilizzo e valorizzazione.
Non sono autorizzabili piani e/o progetti comportanti nuovi insediamenti residenziali o produttivi e trasformazioni che compromettano la morfologia ed i
caratteri d'uso del suolo con riferimento al rapporto paesaggistico esistente tra le presenze architettoniche ed il loro intorno diretto.
Sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi che, sulla base di specifica considerazione dell'assetto paesaggistico dei luoghi, comportino:
il recupero, compresa la ristrutturazione, di manufatti edilizi legittimamente esistenti, anche con cambio di destinazione;
la integrazione di manufatti legittimamente esistenti con una volumetria aggiuntiva non superiore al 20%, nel rispetto degli indici urbanistici. Le
cubature edificabili sulle superfici dell’area annessa e di pertinenza possono essere trasferite su aree contigue.
Nel caso in cui le aree di pertinenza ed annessa di segnalazioni interessino aree soggette a PUE, la progettazione dell’impianto plani-volumetrico potrà
prevedere la ridistribuzione volumetrica per collocare i volumi costruiti fuori da tali aree.
7.6.2.7 – Beni diffusi nel paesaggio agrario appartenenti alla stratificazione storica
Individuazione
Il PUG ha individuato nell’elaborato grafico tav. A5bis e nella tav. A10bis gli ulteriori beni di cui all’art. II.65 Edifici e insediamenti rurali delle NTA del PTCP.:
si tratta di insediamenti derivanti da interventi di Bonifica che sono tutelati, ai sensi del comma 4 dello stesso art. II.65, attraverso la conservazione della
struttura insediativa, globalmente considerata, nonché dei singoli manufatti, ove non gravemente compromessi. La tav. C4.1bis rappresenta inoltre le aree
della riforma agraria, quale invariante strutturale, soggetta alla tutela del presente articolo.
Regimi di tutela
Si prevede che per gli interventi edilizi siano conservate sagoma e tipologia edilizia ed eventuali interventi di ampliamento debbano essere effettuati senza
l’aggiunta di piani in altezza ed in modo tale che risulti formalmente ben distinguibile l’unità tipologica preesistente da quella in ampliamento.
I progetti o piani di trasformazione fondiaria, inoltre, devono conservare per tale aree la riconoscibilità della geometria regolare delle quotizzazioni del
mosaico della riforma agraria.
Sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi che, sulla base di specificazioni di dettaglio che evidenzino particolare considerazione dell'assetto paesistico
- ambientale dei luoghi, comportino le sole seguenti trasformazioni (nel rispetto delle prescrizioni urbanistiche):
recupero, compresa la ristrutturazione (con esclusione della demolizione totale dell'involucro esterno), di manufatti edilizi legittimamente costruiti,
anche con cambio di destinazione;
integrazione di manufatti legittimamente esistenti per una volumetria aggiuntiva non superiore al 20%.
7.6.2.8 - Segnalazioni archeologiche
Individuazione
Il PUG individua aree cartografate dalla Carta dei Beni Culturali, contenente gli immobili e le aree indicati agli articoli 136 e 142 del Codice dei Beni Culturali
e del Paesaggio (D.lgs 22 gennaio 2004, n. 42). A tali aree cartografate, che coincidono per estensione e forma con l’area di pertinenza del bene da
tutelare, è stata aggiunta un’area annessa di 100 metri.
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
Aree di pertinenza ed aree annesse: interventi ammessi
Nell’area di pertinenza, gli indirizzi di tutela sono finalizzati alla conservazione e valorizzazione dell’assetto attuale, recupero delle situazioni compromesse
attraverso l’eliminazione dei detrattori. Va evitata ogni alterazione della integrità visuale e va perseguita la qualificazione del contesto.
L’autorizzazione di ogni trasformazione del territorio è sottoposta a preventivo parere della Soprintendenza competente. Qualora l’effettuazione di saggi di
scavo preventivo, eventualmente disposti, abbiano esito positivo, non si considerano autorizzabili piani, progetti e interventi comportanti:
le trasformazioni del sito eccettuate le attività inerenti lo studio, la valorizzazione dei reperti archeologici e la normale utilizzazione agricola dei
terreni;
le escavazioni ed l’estrazione di materiali e l’aratura profonda (maggiore di 50 cm);
la discarica di rifiuti e di materiali di ogni tipo.
Sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi che, sulla base di specificazioni di dettaglio che evidenzino particolare considerazione per la tutela degli
eventuali reperti archeologici e per l'assetto ambientale dei luoghi, comportino le sole seguenti trasformazioni:
mantenimento e ristrutturazione di manufatti edilizi ed attrezzature per attività connesse con i reperti archeologici (sorveglianza, protezione, ricerca
scientifica, attività culturali e del tempo libero); costruzioni di nuovi manufatti a tale destinazione sono ammesse se localizzate in modo da evitare
compromissioni alla tutela e valorizzazione dei reperti;
infrastrutture a rete fuori terra e, per quelle interrate, se posizione e disposizione planimetrica non compromettano la tutela e la valorizzazione dei
reperti.
Nell’area annessa, gli indirizzi di tutela sono finalizzati alla salvaguardia e valorizzazione dell’assetto attuale se qualificato, alla trasformazione dell’assetto
attuale, se compromesso, per il ripristino e l’ulteriore qualificazione, alla trasformazione dell’assetto che sia compatibile con la qualificazione paesaggistica.
Va evitata ogni destinazione d’uso non compatibile con le finalità di salvaguardia e vanno individuati i modi per innescare processi di corretto riutilizzo e
valorizzazione.
Ogni trasformazione del territorio va comunicata alla competente Soprintendenza con almeno 30 giorni di anticipo rispetto all’effettivo inizio dei lavori di
scavo o movimento terra.
Qualora si accertino durante i lavori eventuali reperti archeologici, non sono autorizzabili:
piani e/o progetti e interventi comportanti trasformazioni che compromettano la morfologia ed i caratteri d’uso del suolo;
le arature profonde ed i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale e/o stabilmente la morfologia del sito, fatta eccezione per le opere
strettamente connesse con la difesa idrogeologica e relativi interventi di mitigazione degli impatti ambientali da questi indotti;
le attività estrattive, ad eccezione dell'ampliamento, per quantità comunque contenute, di cave attive, se funzionali (sulla base di specifico progetto)
al ripristino e/o adeguata sistemazione ambientale finale dei luoghi;
la discarica di rifiuti solidi, compresi i materiali derivanti da demolizioni o riporti di terreni naturali ed inerti, ad eccezione dei casi in cui ciò sia
finalizzato (sulla base di specifico progetto) al risanamento e/o adeguata sistemazione ambientale congruente con la morfologia dei luoghi;
la costruzione di impianti e infrastrutture di depurazione ed immissione dei reflui e di captazione o di accumulo delle acque ad eccezione degli
interventi di manutenzione e delle opere integrative di adeguamento funzionale e tecnologico di quelle esistenti;
Sono autorizzabili progetti, piani e interventi con il preventivo rilascio dei provvedimenti di cui rispettivamente agli artt. 5.01, 5.03 e 5.07 delle NTA del
PUTT/P, precedute da apposita indagine archeologica sotto il controllo della Soprintendenza Archeologica e previo nulla osta a cura della stessa che,
comportino le seguenti trasformazioni:
recupero, compresa la ristrutturazione (con esclusione della demolizione totale dell'involucro esterno), di manufatti edilizi legittimamente esistenti,
anche con cambio di destinazione;
integrazione di manufatti legittimamente esistenti per una volumetria aggiuntiva non superiore al 20% se destinata al miglioramento della dotazione
di servizi;
la superficie ricadente nell' "area annessa" può comunque essere utilizzata ed accorpata, ai fini del computo della cubatura edificabile e dell'area
minima di pertinenza, in aree contigue;
sono autorizzabili piani e/o progetti e interventi che, sulla base di specificazioni di dettaglio che evidenzino particolare considerazione dell'assetto
paesistico-ambientale dei luoghi,prevedano la formazione di:
aree a verde attrezzato ed a parcheggio;
infrastrutturazione viaria e tecnologica senza significative modificazioni del sito;
ordinaria utilizzazione agricola del suolo.
Nel caso l’area annessa interessi contesti urbani, ovvero aree già urbanizzate, la comunicazione dell’inizio effettivo delle operazioni di scavo deve intendersi
sostituita dalla richiesta di preventivo parere vincolante della Soprintendenza competente, ai fini dell’autorizzazione di qualsiasi intervento edilizio.
Nel caso in cui le aree di pertinenza ed annessa di segnalazioni interessino aree soggette a PUE, la progettazione dell’impianto plani-volumetrico potrà
prevedere la ridistribuzione volumetrica per collocare i volumi costruiti fuori da tali aree.
7.6.2.9 - Aree tratturali
La L.R. n. 29 del 23.12.2003 rende obbligatorio per i Comuni interessati dalla presenza di tracciati tratturali la redazione del PCT “Piano comunale dei
Tratturi”. Il Comune di San Severo si è adeguato a tale prescrizione redigendo il Piano Comunale dei Tratturi licenziato favorevolmente nella Conferenza di
Servizi del 01.07.2009, redatto ai sensi della legge regionale 23 dicembre 2003 n. 29 “Disciplina delle funzioni amministrative in materia di tratturi” e
adeguato con una variante approvata con D.C.C. n.55 del 11.10.2010 all’area di sedime della tangenziale est.
Si rimandano a tale piano per le normative di tutela da applicare.
»
Sono stati aggiunti gli artt. s7.7, s7.8 e s7.9 riguardanti la difesa dal rischio idrogeologico del PAI, le ulteriori aree
soggette a potenziale rischio idraulico da P.T.C.P e la vulnerabilità degli acquiferi come di seguito indicato:
«Art. s7.7 – Difesa dal rischio idrogeologico-PAI
Il Piano Stralcio per la Difesa dal Rischio Idrogeologico (PAI), deliberato dal Comitato Istituzionale dell’Autorità di Bacino della Puglia il 30.11.2005 è un
piano di livello sovraordinato cui devono uniformarsi tutti i progetti e piani che determinino trasformazioni del territorio, compresi gli strumenti urbanistici.
Con Del. C.C. n. 143 del 14 giugno 2013, l’amministrazione ha provveduto all’aggiornamento del piano di assetto idrogeologico – assetto geomorfologico –
art. 25 delle NTA del PAI. Le perimetrazioni sono state aggiornate con Delibere del Comitato Istituzionale del 05 luglio e del 04 ottobre 2013 e
successivamente pubblicate il giorno 16.10.2013.
Tale piano risulta cosi definito: “[…] é lo strumento conoscitivo, normativo e tecnico-operativo mediante il quale sono pianificate e programmate le azioni e
le norme d’uso finalizzate alla conservazione, alla difesa e alla valorizzazione del suolo […], mediante: a) la definizione del quadro della pericolosità
idrogeologica in relazione ai fenomeni di esondazione e di dissesto dei versanti; b) la definizione degli interventi per la disciplina, il controllo, la
salvaguardia, la regolarizzazione dei corsi d’acqua e la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle infrastrutture,
indirizzando l’uso di modalità di intervento che privilegino la valorizzazione ed il recupero delle caratteristiche naturali del territorio; c) l’individuazione, la
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salvaguardia e la valorizzazione delle aree di pertinenza fluviale; d) la manutenzione, il completamento e l’integrazione dei sistemi di protezione esistenti; e)
la definizione degli interventi per la protezione e la regolazione dei corsi d’acqua; f) la definizione di nuovi sistemi di protezione idrogeologica, ad
integrazione di quelli esistenti, con funzioni di controllo dell’evoluzione dei fenomeni di dissesto e di esondazione, in relazione al livello di riduzione del
rischio da conseguire”.
Per ogni maggiore specificazione si rimanda all’allegato II – NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL P.A.I.
7.7.1 - Aree sottoposte a rispetto fluviale
Le aree sottoposte a rispetto fluviale nel territorio di San Severo opportunamente definite dalla cartografia allegata, sono sottoposte a divieto assoluto di
edificabilità. In queste aree può essere consentito lo svolgimento di attività che non comportino alterazioni morfologiche o funzionali ed un apprezzabile
pericolo per l’ambiente e le persone nel rispetto delle prescrizioni degli artt. 6 e 10 delle NTA del PAI vigente, che di seguito si riportano in estratto.
ARTICOLO 6 Alveo fluviale in modellamento attivo ed aree golenali
1. Al fine della salvaguardia dei corsi d’acqua, della limitazione del rischio idraulico e per consentire il libero
deflusso delle acque, il PAI individua il reticolo idrografico in tutto il territorio di competenza dell’Autorità
di Bacino della Puglia, nonché l’insieme degli alvei fluviali in modellamento attivo e le aree golenali, ove
vige il divieto assoluto di edificabilità.
2. Nelle aree di cui al comma 1 è consentita la realizzazione di opere di regimazione idraulica;
3. In tali aree può essere consentito lo svolgimento di attività che non comportino alterazioni morfologiche o funzionali ed un
apprezzabile pericolo per l’ambiente e le persone. All’interno delle aree in oggetto non può comunque essere consentito:
a) l’impianto di colture agricole, ad esclusione del prato permanente;
b) il taglio o la piantagione di alberi o cespugli se non autorizzati dall’autorità idraulica competente, ai sensi della Legge 112/1998 e
s.m.i.;
c) lo svolgimento delle attività di campeggio;
d) il transito e la sosta di veicoli se non per lo svolgimento delle attività di controllo e di manutenzione del reticolo idrografico o se non
specificatamente autorizzate dall’autorità idraulica competente;
e) lo svolgimento di operazioni di smaltimento e recupero di cui agli allegati b) e c) del Dlgs 22/97 nonché il deposito temporaneo di rifiuti
di cui all’art.6, comma 1, lett. m) del medesimo Dlgs 22/97.
4. All’interno delle aree e nelle porzioni di terreno di cui al precedente comma 1, possono essere consentiti l’ampliamento e la
ristrutturazione delle infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico esistenti, comprensive dei relativi manufatti di servizio, riferite a
servizi essenziali e non delocalizzabili, nonché la realizzazione di nuove infrastrutture pubbliche e di interesse pubblico, comprensive dei
relativi manufatti di servizio, parimenti essenziali e non diversamente localizzabili, purché risultino coerenti con gli obiettivi del presente
Piano e con la pianificazione degli interventi di mitigazione. Il progetto preliminare di nuovi interventi infrastrutturali, che deve contenere
tutti gli elementi atti a dimostrare il possesso delle caratteristiche sopra indicate anche nelle diverse soluzioni presentate, è sottoposto al
parere vincolante dell’Autorità di Bacino.
5. I manufatti e i fabbricati esistenti all’interno delle aree e nelle porzioni di terreno di cui al precedente comma 1, ad esclusione di quelli
connessi alla gestione idraulica del corso d’acqua, sono da considerare in condizioni di rischio idraulico molto elevato e pertanto le
Regioni, le Province e i Comuni promuovono e/o adottano provvedimenti per favorire, anche mediante incentivi, la loro rilocalizzazione.
6. Sui manufatti e fabbricati posti all’interno delle aree di cui al comma 1 sono consentiti soltanto:
a) interventi di demolizione senza ricostruzione;
b) interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento conservativo, così come definiti alle lettere a), b) e c)
dell’art. 3 del D.P.R. n.380/2001 e s.m.i. a condizione che non concorrano ad incrementare il carico urbanistico;
c) interventi volti a mitigare la vulnerabilità dell’edificio senza che essi diano origine ad aumento di superficie o volume.
7. Per tutti gli interventi consentiti nelle aree di cui al comma 1 l’AdB richiede, in funzione della valutazione del rischio ad essi associato,
la redazione di uno studio di compatibilità idrologica ed idraulica che ne analizzi compiutamente gli effetti sul regime idraulico a monte e
a valle dell'area interessata. Detto studio è sempre richiesto per gli interventi di cui ai commi 2, 4 e 6.
ARTICOLO 10 Disciplina delle fasce di pertinenza fluviale
1. Ai fini della tutela e dell’adeguamento dell’assetto complessivo della rete idrografica, il PAI individua le fasce di pertinenza fluviale.
2. All’interno delle fasce di pertinenza fluviale sono consentiti tutti gli interventi previsti dagli strumenti di governo del territorio, a
condizione che venga preventivamente verificata la sussistenza delle condizioni di sicurezza idraulica, come definita all’art. 36, sulla base
di uno studio di compatibilità idrologica ed idraulica subordinato al parere favorevole dell’Autorità di Bacino.
3. Quando la fascia di pertinenza fluviale non è arealmente individuata nelle cartografie in allegato, le norme si applicano alla porzione di
terreno, sia in destra che in sinistra, contermine all’area golenale, come individuata all’art. 6 comma 8, di ampiezza comunque non
inferiore a 75 m.
7.7.2 - Pericolosità idraulica
In coerenza con il Piano Stralcio per la difesa dal rischio idrogeologico (PAI), si individuano le aree ad alta pericolosità idraulica, a media pericolosità
idraulica e a bassa pericolosità idraulica. Le attività consentite sono riportate negli art. 7-8-9 delle NTA del PAI vigente, che di seguito si riportano in
estratto.
ARTICOLO 7 Interventi consentiti nelle aree ad alta pericolosità idraulica (A.P.)
1. Nelle aree ad alta probabilità di inondazione, oltre agli interventi di cui ai precedenti artt. 5 e 6 e con le modalità ivi previste, sono
esclusivamente consentiti:
a) interventi di sistemazione idraulica approvati dall’autorità idraulica competente, previo parere favorevole dell’Autorità di Bacino sulla
compatibilità degli interventi stessi con il PAI;
b) interventi di adeguamento e ristrutturazione della viabilità e della rete dei servizi pubblici e privati esistenti, purché siano realizzati in
condizioni di sicurezza idraulica in relazione alla natura dell’intervento e al contesto territoriale;
c) interventi necessari per la manutenzione di opere pubbliche o di interesse pubblico;
d) interventi di ampliamento e di ristrutturazione delle infrastrutture a rete pubbliche o di interesse pubblico esistenti, comprensive dei
relativi manufatti di servizio, riferite a servizi essenziali e non delocalizzabili, nonché la realizzazione di nuove infrastrutture a rete
pubbliche o di interesse pubblico, comprensive dei relativi manufatti di servizio, parimenti essenziali e non diversamente localizzabili,
purché risultino coerenti con gli obiettivi del presente Piano e con la pianificazione degli interventi di mitigazione. Il progetto
preliminare di nuovi interventi infrastrutturali, che deve contenere tutti gli elementi atti a dimostrare il possesso delle caratteristiche
sopra indicate anche nelle diverse soluzioni presentate, è sottoposto al parere vincolante dell’Autorità di Bacino;
e) interventi sugli edifici esistenti, finalizzati a ridurne la vulnerabilità e a migliorare la tutela della pubblica incolumità;
f) interventi di demolizione senza ricostruzione, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento
conservativo, così come definiti alle lettere a), b) e c) dell’art. 3 del D.P.R. n.380/2001 e s.m.i., a condizione che non concorrano ad
incrementare il carico urbanistico;
g) adeguamenti necessari alla messa a norma delle strutture, degli edifici e degli impianti relativamente a quanto previsto in materia
igienico - sanitaria, sismica, di sicurezza ed igiene sul lavoro, di superamento delle barriere architettoniche nonché gli interventi di
riparazione di edifici danneggiati da eventi bellici e sismici;
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h) ampliamenti volumetrici degli edifici esistenti esclusivamente finalizzati alla realizzazione di servizi igienici o ad adeguamenti igienicosanitari, volumi tecnici, autorimesse pertinenziali, rialzamento del sottotetto al fine di renderlo abitabile o funzionale per gli edifici
produttivi senza che si costituiscano nuove unità immobiliari, nonché manufatti che non siano qualificabili quali volumi edilizi, a
condizione che non aumentino il livello di pericolosità nelle aree adiacenti;
i) realizzazione, a condizione che non aumentino il livello di pericolosità, di recinzioni, pertinenze, manufatti precari, interventi di
sistemazione ambientale senza la creazione di volumetrie e/o superfici impermeabili, annessi agricoli purché indispensabili alla
conduzione del fondo e con destinazione agricola vincolata;
2. Per tutti gli interventi di cui al comma 1 l’AdB richiede, in funzione della valutazione del rischio ad essi associato, la redazione di uno
studio di compatibilità idrologica ed idraulica che ne analizzi compiutamente gli effetti sul regime idraulico a monte e a valle dell'area
interessata. Detto studio è sempre richiesto per gli interventi di cui ai punti a), b), d), e), h) e i).
ARTICOLO 8 Interventi consentiti nelle aree a media pericolosità idraulica (M.P.)
1. Nelle aree a media probabilità di inondazione oltre agli interventi di cui ai precedenti artt. 5 e 6 e con le modalità ivi previste, sono
esclusivamente consentiti:
a) interventi di sistemazione idraulica approvati dall’autorità idraulica competente, previo parere favorevole dell’Autorità di Bacino sulla
compatibilità degli interventi stessi con il PAI;
b) interventi di adeguamento e ristrutturazione della viabilità e della rete dei servizi pubblici e privati esistenti, purché siano realizzati in
condizioni di sicurezza idraulica in relazione alla natura dell’intervento e al contesto territoriale;
c) interventi necessari per la manutenzione di opere pubbliche o di interesse pubblico;
d) interventi di ampliamento e di ristrutturazione delle infrastrutture a rete pubbliche o di interesse pubblico esistenti, comprensive dei
relativi manufatti di servizio, riferite a servizi essenziali e non delocalizzabili, nonché la realizzazione di nuove infrastrutture a rete
pubbliche o di interesse pubblico, comprensive dei relativi manufatti di servizio, parimenti essenziali e non diversamente localizzabili,
purché risultino coerenti con gli obiettivi del presente Piano e con la pianificazione degli interventi di mitigazione. Il progetto
preliminare di nuovi interventi infrastrutturali, che deve contenere tutti gli elementi atti a dimostrare il possesso delle caratteristiche
sopra indicate anche nelle diverse soluzioni presentate, è sottoposto al parere vincolante dell’Autorità di Bacino;
e) interventi sugli edifici esistenti, finalizzati a ridurne la vulnerabilità e a migliorare la tutela della pubblica incolumità;
f) interventi di demolizione senza ricostruzione, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro e di risanamento
conservativo, così come definiti alle lettere a), b) e c) dell’art. 3 del D.P.R. n.380/2001 e s.m.i.;
g) adeguamenti necessari alla messa a norma delle strutture, degli edifici e degli impianti relativamente a quanto previsto in materia
igienico - sanitaria, sismica, di sicurezza ed igiene sul lavoro, di superamento delle barriere architettoniche nonché gli interventi di
riparazione di edifici danneggiati da eventi bellici e sismici;
h) ampliamenti volumetrici degli edifici esistenti esclusivamente finalizzati alla realizzazione di servizi igienici o ad adeguamenti igienicosanitari, volumi tecnici, autorimesse pertinenziali, rialzamento del sottotetto al fine di renderlo abitabile o funzionale per gli edifici
produttivi senza che si costituiscano nuove unità immobiliari, nonché manufatti che non siano qualificabili quali volumi edilizi, a
condizione che non aumentino il livello di pericolosità nelle aree adiacenti;
i) realizzazione, a condizione che non aumentino il livello di pericolosità, di recinzioni, pertinenze, manufatti precari, interventi di
sistemazione ambientale senza la creazione di volumetrie e/o superfici impermeabili, annessi agricoli purché indispensabili alla
conduzione del fondo e con destinazione agricola vincolata;
j) interventi di ristrutturazione edilizia, così come definiti alla lett. d) dell’art. 3 del D.P.R. n.380/2001 e s.m.i., a condizione che non
aumentino il livello di pericolosità nelle aree adiacenti;
k) ulteriori tipologie di intervento a condizione che venga garantita la preventiva o contestuale realizzazione delle opere di messa in
sicurezza idraulica per eventi con tempo di ritorno di 200 anni, previo parere favorevole dell’autorità idraulica competente e
dell’Autorità di Bacino sulla coerenza degli interventi di messa in sicurezza anche per ciò che concerne le aree adiacenti e comunque
secondo quanto previsto agli artt. 5, 24, 25 e 26 in materia di aggiornamento dal PAI. In caso di contestualità, nei provvedimenti
autorizzativi ovvero in atti unilaterali d’obbligo, ovvero in appositi accordi laddove le Amministrazioni competenti lo ritengano
necessario, dovranno essere indicate le prescrizioni necessarie (procedure di adempimento, tempi, modalità, ecc.) nonché le
condizioni che possano pregiudicare l’abitabilità o l’agibilità. Nelle more del completamento delle opere di mitigazione, dovrà essere
comunque garantito il non aggravio della pericolosità in altre aree.
2. Per tutti gli interventi di cui al comma 1 l’AdB richiede, in funzione della valutazione del rischio ad essi associato, la redazione di uno
studio di compatibilità idrologica ed idraulica che ne analizzi compiutamente gli effetti sul regime idraulico a monte e a valle dell'area
interessata. Detto studio è sempre richiesto per gli interventi di cui ai punti a), b), d), e), h), i), j) e k).
ARTICOLO 9 Interventi consentiti nelle aree a bassa pericolosità idraulica (B.P.)
1. Nelle aree a bassa probabilità di inondazione sono consentiti tutti gli interventi previsti dagli strumenti di
governo del territorio, purché siano realizzati in condizioni di sicurezza idraulica in relazione alla natura dell’intervento e al contesto
territoriale.
2. Per tutti gli interventi nelle aree di cui al comma 1 l’AdB richiede, in funzione della valutazione del rischio ad essi associato, la
redazione di uno studio di compatibilità idrologica ed idraulica che ne analizzi compiutamente gli effetti sul regime idraulico a monte e a
valle dell'area interessata.
3. In tali aree, nel rispetto delle condizioni fissate dagli strumenti di governo del territorio, il PAI persegue l’obbiettivo di integrare il livello
di sicurezza alle popolazioni mediante la predisposizione prioritaria da parte degli enti competenti, ai sensi della legge 225/92, di
programmi di previsione e prevenzione.
7.7.3 – Pericolosità geomorfologica
In coerenza con il Piano Stralcio per la difesa dal rischio idrogeologico (PAI), si individuano per il territorio di San Severo le aree a pericolosità
geomorfologica molto elevata (P.G.3), le aree a pericolosità geomorfologica elevata (P.G.2) e le aree a pericolosità geomorfologica media e moderata
(P.G.1). Le attività consentite sono riportate negli artt. 11-12-13-14-15 delle NTA del PAI vigente, che di seguito si riportano in estratto.
ARTICOLO 12 Interventi per la mitigazione della pericolosità geomorfologica
Nelle aree di cui agli art. 13, 14 e 15 sono consentiti:
a) gli interventi e le opere di difesa attiva e passiva per la messa in sicurezza delle aree e per la riduzione o l’eliminazione della
pericolosità, ivi compresa la realizzazione di sistemi di monitoraggio e controllo della stabilità del territorio e degli spostamenti
superficiali e profondi;
b) gli interventi di sistemazione e miglioramento ambientale, di miglioramento del patrimonio forestale, di rinaturalizzazione delle aree
abbandonate dall’agricoltura, finalizzati a ridurre la pericolosità geomorfologica, ad incrementare la stabilità dei terreni e a ricostituire
gli equilibri naturali, a condizione che non interferiscano negativamente con l’evoluzione dei processi di instabilità e favoriscano la
ricostituzione della vegetazione spontanea autoctona;
c) gli interventi di somma urgenza per la salvaguardia di persone e beni a fronte di eventi pericolosi o situazioni di rischio eccezionali.
In particolare, gli interventi di cui ai punti a) e b) devono essere inseriti in un piano organico di sistemazione dell’area interessata ed
oggetto d’intervento preventivamente approvato dall’Autorità di Bacino.
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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Gli interventi di cui al punto c) devono essere comunicati all’Autorità di Bacino e potranno essere oggetto di verifica da parte della stessa
Autorità.
ARTICOLO 13 Interventi consentiti nelle aree a pericolosità geomorfologica molto elevata (P.G.3)
1. Nelle aree a pericolosità geomorfologica molto elevata (P.G.3), per le finalità di cui al presente PAI, oltre agli interventi di cui
all’articolo precedente e con le modalità ivi previste, sono esclusivamente consentiti:
a) interventi di consolidamento, sistemazione e mitigazione dei fenomeni franosi, nonché quelli atti a indagare e monitorare i processi
geomorfologici che determinano le condizioni di pericolosità molto elevata, previo parere favorevole dell’Autorità di Bacino sulla
conformità degli interventi con gli indirizzi dalla stessa fissati;
b) interventi necessari per la manutenzione di opere pubbliche o di interesse pubblico;
c) interventi di ristrutturazione delle opere e infrastrutture pubbliche nonché della viabilità e della rete dei servizi privati esistenti non
delocalizzabili, purché siano realizzati senza aggravare le condizioni di instabilità e non compromettano la possibilità di realizzare il
consolidamento dell’area e la manutenzione delle opere di consolidamento;
d) interventi di demolizione senza ricostruzione, di manutenzione ordinaria e straordinaria, di restauro, di risanamento conservativo, così
come definiti alle lettere a), b) e c) dell’art. 3 del D.P.R. n.380/2001 e s.m.i. a condizione che non concorrano ad incrementare il
carico urbanistico;
e) adeguamenti necessari alla messa a norma delle strutture, degli edifici e degli impianti relativamente a quanto previsto dalle norme in
materia igienico-sanitaria, sismica, di sicurezza ed igiene sul lavoro, di superamento delle barriere architettoniche;
f) interventi sugli edifici esistenti, finalizzati a ridurre la vulnerabilità, a migliorare la tutela della pubblica incolumità, che non
comportino aumenti di superficie, di volume e di carico urbanistico.
2. Per tutti gli interventi nelle aree di cui al comma 1 l’AdB richiede, in funzione della valutazione del rischio ad essi associato, la
redazione di uno studio di compatibilità geologica e geotecnica che ne analizzi compiutamente gli effetti sulla stabilità dell'area
interessata. Detto studio è sempre richiesto per gli interventi di cui ai punti a), c) e f).
ARTICOLO 14 Interventi consentiti nelle aree a pericolosità geomorfologica elevata (P.G.2)
1 Nelle aree a pericolosità geomorfologica elevata (P.G.2), oltre agli interventi di cui all’articolo precedente
e con le modalità ivi previste, sono esclusivamente consentiti:
a) gli ampliamenti volumetrici degli edifici esistenti esclusivamente finalizzati alla realizzazione di servizi igienici, volumi tecnici,
autorimesse pertinenziali, rialzamento del sottotetto al fine di renderlo abitabile senza che si costituiscano nuove unità immobiliari
nonché manufatti che non siano qualificabili quali volumi edilizi, purché corredati da un adeguato studio geologico e geotecnico da
cui risulti la compatibilità con le condizioni di pericolosità che gravano sull’area.
b) Ulteriori tipologie di intervento sono consentite a condizione che venga dimostrata da uno studio geologico e geotecnico la
compatibilità dell’intervento con le condizioni di pericolosità dell’area ovvero che siano preventivamente realizzate le opere di
consolidamento e di messa in sicurezza, con superamento delle condizioni di instabilità, relative al sito interessato. Detto studio e i
progetti preliminari delle opere di consolidamento e di messa in sicurezza dell’area sono soggetti a parere vincolante da parte
dell’Autorità di Bacino secondo quanto previsto agli artt. 12, 24, 25 e 26 in materia di aggiornamento dal PAI. Qualora le opere di
consolidamento e messa in sicurezza siano elemento strutturale sostanziale della nuova edificazione, è ammessa la contestualità. In
tal caso, nei provvedimenti autorizzativi ovvero in atti unilaterali d’obbligo, ovvero in appositi accordi laddove le Amministrazioni
competenti lo ritengano necessario, dovranno essere indicate le prescrizioni necessarie (procedure di adempimento, tempi, modalità,
ecc.) nonché le condizioni che possano pregiudicare l’abitabilità o l’agibilità.
2. Per tutti gli interventi di cui al comma 1 l’AdB richiede, in funzione della valutazione del rischio ad essi associato, la redazione di uno
studio di compatibilità geologica e geotecnica che ne analizzi compiutamente gli effetti sulla stabilità dell'area interessata. Detto studio è
sempre richiesto per gli interventi di cui ai punti a) e b) del presente articolo.
ARTICOLO 15 Aree a pericolosità geomorfologica media e moderata (P.G.1)
1. Nelle aree a pericolosità geomorfologica media e moderata (P.G.1) sono consentiti tutti gli interventi previsti dagli strumenti di
governo del territorio purché l’intervento garantisca la sicurezza, non determini condizioni di instabilità e non modifichi negativamente le
condizioni ed i processi geomorfologici nell’area e nella zona potenzialmente interessata dall’opera e dalle sue pertinenze.
2. Per tutti gli interventi di cui al comma 1 l’AdB richiede, in funzione della valutazione del rischio ad essi associato, la redazione di uno
studio di compatibilità geologica e geotecnica che ne analizzi compiutamente gli effetti sulla stabilità dell'area interessata.
3. In tali aree, nel rispetto delle condizioni fissate dagli strumenti di governo del territorio, il PAI persegue l’obbiettivo di integrare il livello
di sicurezza alle popolazioni mediante la predisposizione prioritaria da parte degli enti competenti, ai sensi della legge 225/92, di
programmi di previsione e prevenzione.
Art. s7.8 – Ulteriori aree soggette a potenziale rischio idraulico da P.T.C.P.
7.8.1 - Il PTCP, in aggiunta alle aree a pericolosità idraulica individuate dall’Autorità di Bacino della Puglia e per le quali valgono gli artt. 4, 5, 7, 8 e 9 del
titolo II delle N.T.A. del PAI e gli artt. 6 e 10 in riferimento alle condizioni di sicurezza idraulica come definite all’art.36 delle medesime norme, ha
individuato e censito ulteriori aree caratterizzate da fenomeni di pericolosità idraulica e di potenziale rischio idraulico (Art. II.16 delle NTA del PTCP).
7.8.2 - I Contesti del PUG interessati, in toto o in parte, dalla suddetta individuazione operata dal PTCP sono rappresentati cartograficamente nella tavola
C5 del PUG/S.
7.8.3 - Le aree individuate interessano e raccolgono le acque d’esondazione provenienti dall’intero bacino idrografico di competenza amministrativa
intercomunale. Per tal motivo ogni approfondimento rispetto ai contenuti della Tav. A1 del PTCP richiede uno studio coordinato tra i Comuni interessati, da
effettuare con il concorso della Provincia e della competente Autorità di Bacino, che dettagli e perimetri le aree in ragione di quanto previsto dal comma 4
dell’art. II.16 delle NTA del PTCP (intensità delle esondazioni in centimetri, frequenza delle esondazioni in anni, fenomeni di ristagno in centimetri e
frequenza in anni). Poiché, allo stato attuale, il Comune di San Severo non dispone di studi specialistici in materia, seppur limitati al proprio territorio, da
sottoporre alla valutazione della competente Autorità di Bacino e della Provincia, il PUG ha esclusivamente verificato le aree individuate nella Tav. A1 del
PTCP riperimetrandole sulla CTR in rapporto alla geomorfologia del territorio, riportandole con le vigenti perimetrazioni del PAI nel citato elaborato
cartografico. In tali aree, in particolare, valgono perciò gli artt. 6 e 10 delle NTA del PAI, da intendersi con valore indicativo e di buona pratica, qualora
l’area di intervento non rientri anche in area perimetrata a pericolosità idraulica dal PAI. Le risultanze degli approfondimenti dei suddetti studi specialistici,
condivise ed approvate dalla competente Autorità di Bacino della Puglia genereranno eventuale modifica del vigente PAI.
7.8.4 - In tali aree, in forza del principio di precauzione, non sono ammesse trasformazioni del territorio e cambi di destinazioni d’uso dei fabbricati che
possano determinare l’incremento del rischio idraulico per gli insediamenti.
Art. s7.9 - Vulnerabilità degli acquiferi
Le parti del territorio comunale rientranti tra le aree a Vulnerabilità intrinseca potenziale degli acquiferi di tipo elevata (E), come rappresentate nella Tav.
A2 del PTCP, sono quelle a prevalente funzione agricola da tutelare e rafforzare. Esse non sono interessate da “significative trasformazioni fisiche o
funzionali del suolo e degli immobili” che possano compromettere lo stato degli acquiferi; infatti l’attività antropica in esse presente, in misura quasi
assoluta, è quella agricola di tipo cerealicolo e la campagna si presenta poco abitata.
Tali aree, per le loro specifiche caratteristiche idrogeologiche, sono tuttavia incluse nell’”Area n°3 – San Severo” individuata come “Zona vulnerabile da
nitrati” dalla Regione Puglia con DGR 23/01/2007 n. 19 - Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati – Attuazione della direttiva 91/676/CEE
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relativa alla protezione delle acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti agricole e pertanto sono sottoposte alle disposizioni del
suddetto Programma.
Per tutti i contesti rurali del PUG, al fine della tutela del sottosuolo e degli acquiferi valgono le prescrizioni di seguito riportate. Al fine di ridurre la
vulnerabilità e il rischio per le acque sotterranee è prescritto il massimo rispetto dei:
D.M. 19 aprile 1999 - “Codice di Buona pratica Agricola”;
Dlgs n. 22/1997 - Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti, 91/689/CEE sui rifiuti pericolosi e 94/62/CE sugli imballaggi e sui rifiuti di
imballaggio;
D.M. n. 471/1999 - Regolamento recante criteri, procedure e modalità per la messa in sicurezza, la bonifica e il ripristino ambientale dei siti
inquinati, ai sensi dell'articolo 17 del decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22, e successive modificazioni e integrazioni;
Dlgs. n. 217/2006 – “Revisione della disciplina in materia di fertilizzanti”;
DPR 23 aprile 2001 n. 290 in materia di commercio e uso di fitofarmaci;
Dlgs 3 aprile 2006 – Norme in materia ambientale - parte terza relativa alla difesa del suolo e lotta alla desertificazione, alla tutela delle acque
dall’inquinamento e alla gestione delle risorse idriche;
DGR 23/01/2007 n. 19 Programma d’azione per le zone vulnerabili da nitrati – Attuazione della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle
acque dall’inquinamento provocato da nitrati provenienti da fonti Agricole;
Piano di Tutela delle Acque della Regione Puglia approvato, con Deliberazione della Giunta Regionale 19 giugno 2007 n. 883 e di ogni altra norma
successiva, modificativa e/o integrativa di quelle sopra richiamate.
Per gli interventi edilizi di nuova realizzazione realizzabili nei contesti rurali del PUG, devono essere comunque assicurati dai privati, a loro cura e spese, i
servizi inerenti all'approvvigionamento idrico e alla depurazione e smaltimento delle acque nere secondo la vigente normativa a tutela della risorsa idrica,
alla difesa del suolo, tale da tutelare le aree interessate da rischi di esondazione o di frana, alla gestione dei rifiuti solidi, alla disponibilità di energia e ai
sistemi di mobilità.»
L’art. 8 dell’elaborato ex C5 che recitava:
«Articolo 8 - Il sistema urbano
8.1 - Il sistema ricomprende quella porzione di pianura sedime di crescita della città nella quale i caratteri agricoli antropici sono stati definitivamente
cancellati, ovvero ove l'aggregato urbano convive precariamente con la struttura agricola superstite.
8.2 - AII’interno di questo sistema sono riconoscibili sei sub-sistemi o contesti: la città antica, ovvero il centro storico secondo la definizione di cui al
precedente art . 5 e le sue espansioni sette-ottocentesche basate sul modello dell’isolato, la città d’isolato sorta successivamente secondo il modello "a
blocco" di geometria prevalentemente quadrata, le aree oggetto di interventi pubblici unitari di espansione residenziale e produttiva, le aree dismesse o
degradate; le aree marginali al confine dell'abitato, il sistema del verde, delle attrezzature e/o dei servizi urbani. Dentro tali contesti sono da considerarsi
invarianti strutturali quegli elementi dell'armatura urbana che ne caratterizzano l'appartenenza.
8.3 - L'obiettivo strutturale della pianificazione è la tutela e la valorizzazioni di tali ambiti ed elementi.»
è stato integrato e sostituito con il seguente articolo:
«Articolo s8 - Il sistema urbano
8.1 - Il sistema ricomprende quella porzione di pianura sedime di crescita della città nella quale i caratteri agricoli antropici sono stati definitivamente
cancellati, ovvero ove l'aggregato urbano convive precariamente con la struttura agricola superstite.
I PUG/S individua i contesti urbani, ovvero quelli suscettibili di urbanizzazione nelle seguenti accezioni:
•
Contesti urbani da tutelare – il centro antico;
•
Contesti urbani consolidati e da consolidare manutenere e qualificare – la città d’isolato, le zone produttive esistenti;
•
Contesti urbani in formazione, da completare e consolidare – aree derivanti da interventi pubblici unitari o a destinazione mista;
•
Contesti urbani da riqualificare – aree degradate o dismesse;
•
Contesti per insediamenti di nuovo impianto – aree marginali;
•
Aree che costituiscono il sistema del verde, delle attrezzature e/o dei servizi urbani;
•
Cimitero e impianti tecnologici;
•
Zona ferroviaria.
8.2 - All’interno di questo sistema sono riconoscibili i seguenti sub-sistemi o contesti: il centro antico, ovvero il centro storico e le sue espansioni setteottocentesche basate sul modello dell’isolato, la città d’isolato e le zone produttive esistenti sorte successivamente secondo il modello "a blocco" di
geometria prevalentemente quadrata, le aree derivanti da interventi pubblici e privati unitari o a destinazione mista di espansione residenziale, o produttiva
o mista, le aree dismesse o degradate; le aree marginali al confine dell'abitato, il sistema del verde, delle attrezzature e/o dei servizi urbani. Dentro tali
contesti sono da considerarsi invarianti strutturali quegli elementi dell'armatura urbana che ne caratterizzano l'appartenenza.
8.3 - L'obiettivo strutturale della pianificazione è la tutela e la valorizzazioni di tali ambiti ed elementi.
8.4 - In aderenza alle prescrizioni contenute nell’art. II.24 delle NTA del PTCP, essendo prescritta la valutazione della “vulnerabilità edilizia degli edifici
pubblici esistenti con funzioni strategiche e dei punti di ritrovo previsti dai Piani della Protezione Civile allo scopo di definire opportune ed idonee azioni
urbanistico edilizie per la loro messa in sicurezza o riduzione del rischio, operando in termini di riduzione della vulnerabilità degli edifici esistenti o di
rilocalizzazione della funzione, allo scopo di ridurne la esposizione e/o la vulnerabilità edilizia o la pericolosità relativa del sito”, il Comune è tenuto a
provvedere alle verifiche della vulnerabilità sismica degli edifici strategici individuati nell’Allegato 2 della stessa deliberazione regionale in aderenza a quanto
disposto dalla DGR n. 153/2004 - L.R. 20/00 - O.P.C.M. 3274/03 – Individuazione delle zone sismiche del territorio regionale e delle tipologie di edifici ed
opere strategici e rilevanti - Approvazione del programma temporale e delle indicazioni per le verifiche tecniche da effettuarsi sugli stessi.
L’utilizzazione di altri immobili del patrimonio edilizio esistente con funzioni classificate come strategiche dovrà essere sempre preceduta dalle necessarie
verifiche tecniche relative alla loro vulnerabilità sismica.
8.5 - Ai sensi dell’art. 13 della Legge 2 febbraio 1974, n. 64 tutti i PUE, di iniziativa sia pubblica che privata, e le loro varianti, prima della approvazione,
devono essere dotati di parere favorevole del Genio Civile “ai fini della verifica della compatibilità delle rispettive previsioni con le condizioni
geomorfologiche del territorio”. La richiesta del parere deve essere corredata da una Relazione geologica che approfondisca quella generale allegata al PUG
(Quadro G) con specifici sondaggi ed indagini sulla pericolosità sismica. Tutte le nuove costruzioni e quelle oggetto di ristrutturazione edilizia comportanti
interventi strutturali, devono essere progettate nel rispetto della vigente normativa antisismica.»
L’art. 8.1 dell’elaborato ex C5 denominato “la città antica” viene rinominato “Contesti urbani da tutelare – Il centro
antico”
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All’art. 8.1 comma 2 le parole “Per la zona corrispondente con i borghi di espansione deve essere prescritto il
mantenimento:” vengono sostituite dalle parole “Per la zona corrispondente con i borghi di espansione è prescritto il
mantenimento:”
All’art. 8.1 comma 3 dell’elaborato ex C5 le parole “costituente invariante devono essere puntualmente individuate” sono
sostituite dalle parole “costituente invariante sono puntualmente individuate”. Le parole “Per queste parti, il P.U.G./P
stabilirà:”
sono sostituite dalle parole “Per queste parti, il P.U.G. stabilisce:”. Le parole “i casi in cui deve essere
disposta” sono sostituite dalle parole “i casi in cui è disposta”. Le parole “e per i quali deve essere disposta una
disciplina”
sono sostituite dalle parole “e per i quali è disposta una disciplina”. Le parole “il P.U.G./P stabilirà in
alternativa:” sono sostituite dalle parole “il P.U.G. stabilisce in alternativa:”.
All’art. 8.1 comma 4 le parole ” Devono essere dettate disposizioni” vengono sostituite dalle parole “Il PUG/P detta
disposizioni”
All’art. 8.1 comma 5 le parole ” In ogni caso devono essere prescritte” vengono sostituite dalle parole “In ogni caso sono
prescritte”
All’art. 8.1 comma 6 dell’elaborato ex C5 le parole “Per la definizione delle disposizioni da dettare ai sensi del comma,
relativamente al solo centro originariamente murato, si ricorre all'incrocio dei seguenti quattro parametri:”
sono
sostituite dalle parole “Per la definizione delle disposizioni dettate ai sensi del comma, relativamente al solo centro
originariamente murato, si è ricorso all'incrocio dei seguenti quattro parametri:”. Le parole “Di questi parametri, quelli di
cui alle lettere a), b) e c) saranno oggetto di analisi conoscitiva” sono sostituite dalle parole “Di questi parametri, quelli
di cui alle lettere a), b) e c) sono stati oggetto di analisi conoscitiva”. Le parole “La disciplina urbanistica terrà
ulteriormente conto dei seguenti elementi, da rintracciare in sede di schedatura del patrimonio edilizio storico o in sede
di presentazione del progetto edilizio:” sono sostituite dalle parole “La disciplina urbanistica ha tenuto conto dei seguenti
elementi, rintracciati in sede di schedatura del patrimonio edilizio storico, eventualmente da integrare in sede di
presentazione del progetto edilizio:”
All’art. 8.1 comma 7 le parole ” Sempre relativamente alla città originariamente murata, le disposizioni da dettare ai sensi
del comma devono tra l'altro recare indicazioni in merito:” vengono sostituite dalle parole “Sempre relativamente alla
città originariamente murata, il PUG/P detta le disposizioni di dettaglio in coerenza con le seguenti direttive in merito:”
L’art. 8.1 comma 9 dell’elaborato ex C5 le parole “la disciplina deve essere prioritariamente finalizzata alla preservazione
dei rapporti, strutturali di visuale e funzionali. In particolare deve essere incentivata la creazione” sono sostituite dalle
parole “urbana la disciplina è prioritariamente finalizzata alla preservazione dei rapporti, strutturali di visuale e funzionali.
In particolare è auspicata la creazione”.
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All’art. 8.1 dell’elaborato ex C5 viene aggiunto il comma 10 come di seguito riportato:
«8.1.10 Relativamente agli assi storici di penetrazione urbana, rappresentati alla tav. C2, che attraversano la città d’isolato di formazione otto-novecentesca
e costituiscono la relazione tra il nucleo antico e il contesto periurbano storicamente cristallizzato, ovvero gli assi che si dipartono centrifugamente dalla
prima circonvallazione urbana e si connettono in continuità alla viabilità extraurbana intercomunale, compreso l’asse ottocentesco verso la stazione
ferroviaria, vanno preservati i rapporti strutturali di visuale e funzionali.
In particolare è auspicata la creazione di apposite sistemazioni a terra, di arredo urbano, di parcheggio a raso o interrato senza che venga precluso l'uso di
spazi per la libera percorribilità e fruizione collettiva.
Qualora i suddetti assi siano in forma di viali alberati, le essenze arboree sono da preservare e, se necessario, integrare in analogia a quelle esistenti.
Nel caso i fronti che definiscono le quinte di tali assi siano compromessi, le norme degli eventuali SUE che interverremo sui margini dei contesti in
formazione o riqualificazione che le lambiscono, devono prevederne il recupero e, ove necessario, l’ampliamento della sede stradale, in favore di spazi per
la mobilità lenta (pedonale e ciclabile) e le essenze arboree ad alto fusto.»
Gli articoli normativi dal 13 al 25 dell’elaborato ex D8 (norme programmatiche) vengono invece trasposti nella parte
strutturale di Piano in quanto afferenti alla parte storica del nucleo antico (restando invece parte programmatica
l’approfondimento delle stesse norme per il nucleo antico che rimandano all’allegato Manuale del Restauro). L’ex CAPO II
dell’ex elaborato D8 assume quindi il titolo di “Art. s8.1bis - A2: complessi edilizi nel nucleo antico” con le opportune
correzioni riguardanti i riferimenti ad altri articoli e ad elaborati grafici di piano.
L’art. 8.2 dell’elaborato ex C5 denominato “la città d'isolato” viene rinominato “Contesti urbani consolidati e da
consolidare manutenere e qualificare – la città d'isolato e la zona produttiva esistente”.
L’art. 8.3 dell’elaborato ex C5 denominato “ le aree oggetto d'interventi pubblici unitari” viene rinominato “Contesti
urbani in formazione, da completare e consolidare – le aree oggetto di derivanti da d'interventi pubblici unitari o a
destinazione mista”.
L’art. 8.4 dell’elaborato ex C5 denominato“le aree degradate o dismesse”
viene rinominato “Contesti urbani da
riqualificare – le aree degradate o dismesse”.
L’art. 8.5 dell’elaborato ex C5 denominato “le aree marginali” viene rinominato “Contesti per insediamenti di nuovo
impianto – le aree marginali”.
All’art. 8.5 dell’elaborato ex C5 vengono aggiunte le seguenti parole in antecedenza al comma 1:
«Tali contesti contengono le aree destinate a trasformazioni urbanistiche con destinazioni residenziali (residenza e servizi di vicinato), miste (residenziali e
settore terziario) o produttive.»
All’art. 8.6 dell’elaborato ex C5 viene aggiunto il seguente comma 2:
«8.6.2 – Nelle aree di cui all’art. p54 delle NTA parte programmatica, “H – aree per servizi pubblici integrate”, assumono carattere prescrittivo le quote di
superficie territoriale da cedere gratuitamente al Comune per realizzare specifiche sistemazioni per attrezzature e/o servizi nella misura indicata nel PUG/P.
Pertanto, ogni variazione di dette quote richiede verifica di compatibilità regionale.»
All’art. 10.1 comma 1 dell’elaborato ex C5 dopo le parole “L'accesso a questo sistema è confermato nella stazione
ferroviaria attuale” vengono aggiunte le parole “con l’indicazione strutturale che la stessa possa “aprirsi” verso l’esterno
della città e quindi ad est. Tale previsione è d’auspicio e legata alla volontà delle Ferrovie del Gargano di attuare un
progetto di ribaltamento della stazione in favore di un traffico intermodale e specifico per il trasporto merci su ferro.”
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L’art. 11 comma 1 dell’elaborato ex C5 che recitava:
«11.1 - Relativamente al sistema stradale il PUG propone due interventi strutturali:
a) la creazione in ambito extra-urbano;
b) una nuova viabilità di connessione tra il casello autostradale dell'A14 e la SS 16 in corrispondenza della zona industriale ASI in complanare al
tracciato autostradale;
c) la creazione in ambito urbano di una nuova strada di circonvallazione immediatamente adiacente alle ultime propaggini urbane e
diversamente collegata con l'esistente casello autostradale in grado di offrire nuove possibilità di accesso e di arrocco rispetto alla rete
stradale basata sulla raggiera concentrica.»
è stato integrato e sostituito con il seguente articolo:
«11.1 - Relativamente al sistema stradale il PUG prevede due interventi strutturali:
a) in ambito extra-urbano la nuova viabilità di connessione tra il casello autostradale dell'A14 e la SS 16 in corrispondenza della zona industriale
ASI in complanare al tracciato autostradale;
b) la creazione in ambito urbano di una nuova strada di circonvallazione immediatamente adiacente alle ultime propaggini urbane e diversamente
collegata con l'esistente casello autostradale in grado di offrire nuove possibilità di accesso e di arrocco rispetto alla rete stradale basata sulla
raggiera concentrica.»
All’art. 11 comma 2 dell’elaborato ex C5 dopo le parole “la nuova strada” si inserisce la parola “anulare”.
Negli articoli 13, 14, 15, 16, 17 dell’elaborato ex C5, nei punti in cui si fa riferimento all’elaborato “Calcolo della capacità
insediativa allegato alle norme”, non essendo più compreso nell’elenco tavole del PUG adeguato alla DGR n. 2160/2011 e
DGP n. 282/2011 e alla Conferenza di Servizi del 09.01.2014, si sostituisce facendo riferimento al “Capitolo della
Relazione Illustrativa “Calcolo del fabbisogno insediativo””.
All’art. 21 comma 3 dell’elaborato ex C5 è aggiunto il seguente comma:
21.4 - I PUE si attuano secondo le disposizioni del "Documento regionale di assetto Generale (DRAG) - Criteri per la formazione e la localizzazione dei piani
urbanistici esecutivi (PUE)" (Legge Regionale 27 luglio 2001, n. 20, art. 4, comma 3, lett. b e art. 5, comma 10 bis), di cui alla DGR n. 2753 del 4 dicembre
2010, pubblicata sul BURP n. 7 del 14/01/2011.
All’art. 21 dell’elaborato ex C5 è aggiunto il seguente “articolo s22 - Criteri di sostenibilità”:
Articolo s22 - Criteri di sostenibilità
22.1 - Il PUG/P, i Programmi Integrati di Intervento e i PUE definiscono i criteri di progettazione e di sostenibilità finalizzati ad ottenere una dotazione
tecnologica e ambientale anche delle aree produttive che ne assicuri il corretto inserimento nel paesaggio attraverso l’adozione di misure che non
compromettano la struttura orografica e geomorfologica del contesto di riferimento riducendo i consumi energetici , idrici, le emissioni e i rifiuti della
lavorazione.
22.2 - La legge regionale 10 giugno 2008, n. 13 (Norme sull’abitare sostenibile) detta i requisisti degli interventi finalizzati a promuovere ed incentivare la
sostenibilità ambientale e il risparmio energetico delle trasformazioni territoriali, urbane e della realizzazione delle opere edilizie, pubbliche e private. La
legge definisce gli strumenti, le tecniche e le modalità costruttive sostenibili negli strumenti di governo del territorio, negli interventi di nuova edificazione,
di recupero edilizio e urbanistico e di riqualificazione urbana.
22.3 - I Comuni incentivano l’applicazione della legge esercitano in particolare le funzioni concernenti:
•
•
•
la realizzazione di strumenti di governo del territorio e l’integrazione di quelli esistenti;
la concessione di incentivi;
il monitoraggio, la verifica e il controllo sulla realizzazione degli interventi, al fine di verificare la regolarità della documentazione, nonché la
conformità delle opere realizzate alle risultanze progettuali;
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22.4 - Gli strumenti di governo del territorio, dal livello regionale fino alla pianificazione esecutiva a scala comunale, comunque denominati, compresi i
programmi comunitari e i programmi di riqualificazione urbana, devono contenere le indicazioni necessarie a perseguire e promuovere gli obiettivi di
sostenibilità delle trasformazioni territoriali e urbane anche, in ogni caso in coerenza con le disposizioni del Documento regionale di assetto generale
(DRAG) di cui alla legge regionale n. 20/2001.
Il processo di pianificazione deve individuare criteri di sostenibilità atti a garantire:
lo sviluppo armonico del territorio, dei tessuti urbani e delle attività produttive;
la compatibilità dei processi di trasformazione e uso del suolo con la sicurezza, l’integrità fisica e con la identità storico-culturale del territorio;
la valorizzazione delle risorse identitarie e delle produzioni autoctone per un sano e durevole sviluppo locale;
il miglioramento della qualità ambientale, architettonica e della salubrità degli insediamenti;
la riduzione della pressione degli insediamenti sui sistemi naturalistico-ambientali, attraverso opportuni interventi di mitigazione degli impatti;
la riduzione del consumo di nuovo territorio, evitando l’occupazione di suoli ad alto valore agricolo e/o naturalistico, privilegiando il risanamento
e recupero di aree degradate e la sostituzione dei tessuti esistenti ovvero la loro riorganizzazione e riqualificazione per migliorarne la qualità e la
sostenibilità ambientale.
Per garantire migliori condizioni microclimatiche degli ambienti insediativi, i piani e i programmi devono contenere norme, parametri, indicazioni progettuali
-
e tipologiche che garantiscano il migliore utilizzo delle risorse naturali e dei fattori climatici, nonché la prevenzione dei rischi ambientali.
22.5 - Al fine del risparmi idrico, la L.R. 13/2008 e il “DRAG – Criteri per la formazione e la localizzazione dei piani urbanistici esecutivi (PUE)", individuano i
criteri e le modalità di salvaguardia delle risorse idriche e del loro uso razionale, in particolare attraverso:
-
la predisposizione di misure atte a verificare la qualità e l’efficienza delle reti di distribuzione anche attraverso il monitoraggio dei consumi;
l’individuazione di standard ottimali di riferimento per i consumi di acqua potabile e per gli scarichi immessi nella rete fognaria e i relativi sistemi
di controllo;
la promozione dell’utilizzo di tecniche di depurazione naturale;
l’utilizzo di tecniche per il recupero delle acque piovane e grigie;
progettazione del verde urbano che consideri il contesto territoriale, paesaggistico e bioclimatico di riferimento, anche con riferimento alla
necessità del risparmio della risorsa idrica.
Negli interventi di nuova costruzione e di ristrutturazione degli edifici esistenti è previsto, l’utilizzo delle acque piovane per gli usi compatibili tramite la
realizzazione di appositi sistemi di raccolta, filtraggio ed erogazione integrativi.
22.6 - Ai fini del risparmi energetico, la L.R. 13/2008 e il “DRAG – Criteri per la formazione e la localizzazione dei piani urbanistici esecutivi (PUE)",
individuano i criteri e le modalità di risparmio delle risorse energetiche e del loro uso razionale, in particolare attraverso:
-
il miglioramento del microclima esterno con riduzione delle isole di calore;
l’uso dell’orientamento e della disposizione rispetto ai venti a vantaggio del comfort dell’insediamento,
il perseguimento di una mobilità sostenibile;
l’individuazione di standard ottimali di riferimento per i consumi energetici destinati al condizionamento invernale ed estivo degli ambienti, alla
produzione di acqua calda sanitaria e all’illuminazione;
la valorizzazione delle risorse territoriali e ambientali;
la valorizzazione dell’integrazione sito-involucro;
gli interventi sull’albedo e uso del verde per diminuire l'effetto “isola di calore”;
gli interventi sugli involucri;
gli interventi sugli impianti;
gli interventi sui sistemi di illuminazione.
Gli articoli 44, 45 e 46 dell’elaborato ex D8 (norme programmatiche) sono stati invece trasposti nella parte strutturale
aggiungendo l’articoli s23 – Il settore agricolo ridefinendo ed integrando il nome delle zone agricole per coerenza con i
contesti territoriali. Per continuità logica e per attinenza alle politiche di settore (trattate nelle parte sIV), l’art. s23 è
stato inserito dopo l’articolo s18. Tali norme sono state meglio esplicitate per quanto attiene alla dicitura sulla
percentuale di ampliamento, delle altezze consentite e apportando delle limitazioni al rapporto di copertura dal 30% al
5%.
Gli articoli 44, 45 e 46 dell’elaborato ex D8 che recitavano:
«Art. 44 – Ea: Zona agricola di alto valore agronomico
44.1 – Costituiscono la zona Ea le aree destinate all’attività agricola nella porzione sud-orientale del territorio comunale, utilizzate prevalentemente
seminativi non irrigui e sporadicamente per colture pregiate, frutteti, ecc.
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44.2 – L’intervento edilizio è ammesso entro i limiti quantitativi massimi e ad opera dei soggetti indicati dalle norme regionali vigenti in materia, con le
seguenti precisazioni:
a) Per gli edifici di origine agricola che risultino abbandonati o non più necessari alle esigenze delle aziende agricole, sono consentiti esclusivamente
interventi volti al loro recupero con mutamento della destinazione all’interno del settore agricolo (per funzioni agrituristiche, ad esempio) o per funzioni
ricettive legate al settore agricolo quali residenze rurali, attività di degustazione del prodotto agro-alimentare, ecc.
b) Per gli edifici a destinazione residenziale conseguita entro la data di adozione delle presenti norme, l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei
seguenti parametri:
•
Sul = 120% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme con un massimo di 150 mq.
•
H = 6,5 m.
In presenza di interventi di ampliamento il progetto deve contenere la verifica della Sul esistente alla data summenzionata e la relativa documentazione;
l’ampliamento deve essere realizzato in continuità del fabbricato esistente
o comunque integrato nello spazio già costruito.
c) Per i fabbricati aventi, alla data di adozione delle presenti norme, destinazione produttiva l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei seguenti
parametri:
•
Sul = 110% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme con un massimo di 350 mq.
•
H = non superiore a quella dell’edificio ampliato;
d) Per le aree non più utilizzate a fini agricoli da almeno 5 anni e per le aree già utilizzate a fini ricreativi e/o sportivi, per destinazioni di cui al successivo
comma 3, per accorpamenti non superiori a 20.000 mq. escludendo aree a parcheggio o a parco, sono ammessi interventi edilizi nel rispetto dei seguenti
parametri:
•
Rapporto di copertura Rc = 30%
•
H = 8 m.
Gli interventi di nuova urbanizzazione sono autorizzati mediante formazione di apposito Piano Urbanistico Esecutivo che dovrà dimostrare sia i requisiti del
proponente che la compatibilità dell’intervento proposto riguardo al contesto, alle coltivazioni agricole limitrofe, alla necessità di non ridurre la consistenza
di coltivazioni pregiate (vigenti, uliveti, ecc.).
e) La realizzazione di interventi finalizzati allo sviluppo e al recupero del patrimonio produttivo agricolo sarà attuabile, a titolo oneroso, anche da soggetti
non imprenditori agricoli a titolo principale e coltivatori diretti mediante P.U.E. L’area d’intervento assumerà destinazione produttiva di tipo “D”, ai sensi del
D.M. 1444/68, esclusivamente sotto il profilo agricolo.
f) L’area d’intervento, in ogni caso, dovrà avere una superficie almeno pari all’unità minima colturale di 10.000 mq.
44.3 – Sono ammesse le seguenti destinazioni funzionali:
•
per i casi di cui alla lettera a) del precedente comma 44.2 è ammessa la destinazione agricola (A), destinazioni di tipo ricettivo (Pr) o per
esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (Pc) nei limiti di cui al precedente comma 45.2;
•
per i casi di cui alla lettera b) del precedente comma 44.2 è ammessa la sola destinazione residenziale (R);
•
per i casi di cui alla lettera c) del precedente comma 44.2 è ammessa la sola destinazione produttiva (Pi);
•
per i casi di cui alla lettera d) del precedente comma 44.2 sono ammesse destinazioni per servizi (S), limitatamente alle strutture di tipo
sportivo e ricreativo e per attrezzature commerciali (Pc), limitatamente agli esercizi di somministrazione alimenti e bevande, per attrezzature
turistico-ricettive (Pr) limitatamente alle strutture per feste e ricevimenti e alle strutture ricettive.
44.4 - Gli interventi -edilizi e non- devono garantire il rispetto e/o il ripristino della compagine vegetale che caratterizza questi luoghi. L’attività agricola va
esercitata nel rispetto dell’assetto idrico superficiale e delle relative sistemazioni.
44.5 - E’ consentita la realizzazione di casette d’appoggio, quali elementi della tipologia rurale rinveniente dall’uso di fabbricati di ridotte dimensioni, per uso
diurno o comunque temporaneo, della superficie non superiore a mq. 50 e comunque nel rispetto dell’indice di fabbricabilità pari a 0,03 mc/mq; potranno
essere dotate di pergolati e/o verande, aperte su tre lati, con superficie non superiore a quella della casetta d’appoggio.
Art. 45 – Es: Zona agricola di alto valore agronomico a produzione specializzata
45.1 – Costituiscono la zona Es le aree destinate all’attività agricola intorno alla città, utilizzate prevalentemente per oliveti, vigneti, frutteti, ecc.
45.2 – L’intervento edilizio è ammesso entro i limiti quantitativi massimi e ad opera dei soggetti indicati dalle norme
regionali vigenti in materia.
a) Per gli edifici di origine agricola che risultino abbandonati o non più necessari alle esigenze delle aziende agricole, sono consentiti esclusivamente
interventi volti al loro recupero con mutamento della destinazione all’interno del settore agricolo (per funzioni agrituristiche, ad esempio), per funzioni
residenziali o per funzioni ricettive legate al settore agricolo quali residenze rurali, attività di degustazione del prodotto agro-alimentare, ecc.
b) Per gli edifici a destinazione residenziale conseguita entro la data di adozione delle presenti norme, l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei
seguenti parametri:
•
Sul = 115% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme con un massimo di 100 mq.
•
H = 6,5 m.
In presenza di interventi di ampliamento il progetto deve contenere la verifica della Sul esistente alla data summenzionata e la relativa documentazione;
l’ampliamento deve essere realizzato in continuità del fabbricato esistente o comunque integrato nello spazio già costruito.
c) Per i fabbricati aventi, alla data di adozione delle presenti norme, destinazione produttiva l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei seguenti
parametri:
•
Sul = 105% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme, con un massimo di 200 mq.
•
H = non superiore a quella dell’edificio ampliato;
d) Per le aree non più utilizzate a fini agricoli da almeno 5 anni e per le aree già utilizzate a fini ricreativi e/o sportivi, per destinazioni di cui al successivo
comma 3, per accorpamenti non superiori a 20.000 mq. escludendo aree a parcheggio o a parco, sono ammessi interventi edilizi nel rispetto dei seguenti
parametri:
•
Rapporto di copertura Rc = 30%
•
H = 8 m.
e) La realizzazione di interventi finalizzati allo sviluppo e al recupero del patrimonio produttivo agricolo sarà attuabile, a titolo oneroso, anche da soggetti
non imprenditori agricoli a titolo principale e coltivatori diretti mediante P.U.E. L’area d’intervento assumerà destinazione produttiva di tipo “D”, ai sensi del
D.M. 1444/68, esclusivamente sotto il profilo agricolo.
f) L’area d’intervento, in ogni caso, dovrà avere una superficie almeno pari all’unità minima colturale di 10.000 mq.
45.3 - Sono ammesse le seguenti destinazioni funzionali:
•
per i casi di cui alle lettere a) e b) del precedente comma 45.2 sono ammesse destinazioni agricole (A), residenziali (R), destinazioni di tipo
ricettivo (Pr) o per esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (Pc) nei limiti di cui al precedente comma 46.2;
•
per i casi di cui alla lettera c) del precedente comma 45.2 è ammessa la sola destinazione produttiva (Pi);
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
131
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
•
per i casi di cui alla lettera d) del precedente comma 45.2 sono ammesse destinazioni per servizi (S), limitatamente alle strutture di tipo
sportivo e ricreativo e per attrezzature commerciali (Pc), limitatamente agli esercizi di somministrazione alimenti e bevande, per attrezzature
turistico-ricettive (Pr) limitatamente alle strutture per feste e ricevimenti e alle strutture ricettive.
45.4 - Gli interventi -edilizi e non- devono garantire il rispetto e/o il ripristino della compagine vegetale che caratterizza questi luoghi. L’attività agricola va
esercitata nel rispetto dell’assetto idrico superficiale e delle relative sistemazioni, salvaguardando le biodiversità presenti e valorizzando e mantenendo le
formazioni arboree in filare, gli alberi isolati, le siepi.
45.5 - E’ consentita la realizzazione di casette d’appoggio, quali elementi della tipologia rurale rinveniente dall’uso di fabbricati di ridotte dimensioni, per uso
diurno o comunque temporaneo, della superficie non superiore a mq. 50 e comunque nel rispetto dell’indice di fabbricabilità pari a 0,03 mc/mq; potranno
essere dotate di pergolati e/o verande, aperte su tre lati, con superficie non superiore a quella della casetta d’appoggio.
Art. 46 – Ep: Zona agricola di alto valore agronomico, di pregio ambientale e paesaggistico
46.1 – Costituiscono la zona Ea le aree destinate a nord dell’abitato di San Severo all’attività agricola su seminativi o per colture pregiate, caratterizzate da
elementi diffusi di qualità del paesaggio, degli edifici, delle infrastrutturazioni e degli assetti vegetazionali.
46.2 – L’intervento edilizio è ammesso entro i limiti quantitativi massimi e ad opera dei soggetti indicati dalle norme regionali vigenti in materia.
a) Per gli edifici di origine agricola che risultino abbandonati o non più necessari alle esigenze delle aziende agricole, sono consentiti esclusivamente
interventi volti al loro recupero con mutamento della destinazione all’interno del settore agricolo (per funzioni agrituristiche, ad esempio), per funzioni
residenziali o per funzioni ricettive legate al settore agricolo quali residenze rurali, attività di degustazione del prodotto agro-alimentare, ecc.
b) Per gli edifici a destinazione residenziale conseguita entro la data di adozione delle presenti norme, l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei
seguenti parametri:
•
Sul = 120% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme con un massimo di 150 mq.
•
H = 6,5 m.
In presenza di interventi di ampliamento il progetto deve contenere la verifica della Sul esistente alla data summenzionata e la relativa documentazione;
l’ampliamento deve essere realizzato in continuità del fabbricato esistente o comunque integrato nello spazio già costruito.
c) Per i fabbricati aventi, alla data di adozione delle presenti norme, destinazione produttiva l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei seguenti
parametri:
•
Sul = 110% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme, con un massimo di 350 mq.
•
H = non superiore a quella dell’edificio ampliato;
d) Per le aree non più utilizzate a fini agricoli da almeno 5 anni e per le aree già utilizzate a fini ricreativi e/o sportivi, per destinazioni di cui al successivo
comma 3, per accorpamenti non superiori a 20.000 mq. escludendo aree a parcheggio o a parco, sono ammessi interventi edilizi nel rispetto dei seguenti
parametri:
•
Rc = 30%
•
H = 8 m.
e) La realizzazione di interventi finalizzati allo sviluppo e al recupero del patrimonio produttivo agricolo sarà attuabile, a titolo oneroso, anche da soggetti
non imprenditori agricoli a titolo principale e coltivatori diretti mediante P.U.E. L’area d’intervento assumerà destinazione produttiva di tipo “D”, ai sensi del
D.M. 1444/68, esclusivamente sotto il profilo agricolo.
f) L’area d’intervento, in ogni caso, dovrà avere una superficie almeno pari all’unità minima colturale di 10.000 mq.
46.3 - Sono ammesse le seguenti destinazioni funzionali:
•
per i casi di cui alle lettere a) e b) del precedente comma 45.2 sono ammesse destinazioni agricole (A), residenziali (R) destinazioni di tipo
ricettivo (Pr) o per esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (Pc) nei limiti di cui al precedente comma 47.2;
•
per i casi di cui alla lettera c) del precedente comma 45.2 è ammessa la sola destinazione produttiva (Pi);
•
per i casi di cui alla lettera d) del precedente comma 45.2 sono ammesse destinazioni per servizi (S), limitatamente alle strutture di tipo
sportivo e ricreativo e per attrezzature commerciali (Pc), limitatamente agli esercizi di somministrazione alimenti e bevande, per attrezzature
turistico-ricettive (Pr) limitatamente alle strutture per feste e ricevimenti e alle strutture ricettive.
46.4 - Gli interventi -edilizi e non- devono garantire il rispetto e/o il ripristino della compagine vegetale che caratterizza questi luoghi. Possono essere
esercitate solo le attività agricole a basso impatto ambientale, quelle dell’agricoltura biologica o agricoltura integrata, con categorica esclusione per quelle
suscettibili di provocare fenomeni, anche potenziali, d’ inquinamento. Tale attività agricola va esercitata:
•
nel rispetto dell’assetto idrico superficiale e delle relative sistemazioni;
•
salvaguardando le biodiversità presenti;
•
valorizzando e mantenendo le formazioni arboree in filare, gli alberi isolati, le siepi;
In presenza di necessità riconosciute ineliminabili di impermeabilizzazione dovranno essere previste opere di raccolta delle acque meteoriche con successiva
cessione alla falda, previo filtraggio o il convogliamento verso i principali fossi di raccolta. E’ consentito l'adeguamento di edifici e/o annessi per la pratica
agricola.
46.5 - E’ consentita la realizzazione di casette d’appoggio, quali elementi della tipologia rurale rinveniente dall’uso di fabbricati di ridotte dimensioni, per uso
diurno o comunque temporaneo, della superficie non superiore a mq. 50 e comunque nel rispetto dell’indice di fabbricabilità pari a 0,03 mc/mq; potranno
essere dotate di pergolati e/o verande, aperte su tre lati, con superficie non superiore a quella della casetta d’appoggio.»
sono stati integrati e sostituiti dall’articolo s23 come di seguito riportato:
«Articolo s23 – Il settore agricolo
Si tratta delle aree che il PRG destina all'agricoltura; esse sono suddivise in tre zone Ea, Es e Ep, disciplinate nei paragrafi seguenti.
23.1. – Ea: Zona agricola del Triolo (di alto valore agronomico)
23.1.1 – Costituiscono la zona Ea le aree destinate all’attività agricola nella porzione sud-orientale del territorio comunale, utilizzate prevalentemente
seminativi non irrigui e sporadicamente per colture pregiate, frutteti, ecc.
23.1.2 – L’intervento edilizio è ammesso entro i limiti quantitativi massimi e ad opera dei soggetti indicati dalle norme regionali vigenti in materia, con le
seguenti precisazioni:
a) Per gli edifici di origine agricola che risultino abbandonati o non più necessari alle esigenze delle aziende agricole, sono consentiti esclusivamente
interventi volti al loro recupero con mutamento della destinazione all’interno del settore agricolo (per funzioni agrituristiche, ad esempio) o per funzioni
ricettive legate al turismo rurale quali residenze rurali, attività di degustazione del prodotto agro-alimentare, ecc.
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Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
b) Per gli edifici a destinazione residenziale conseguita entro la data di adozione delle presenti norme, l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei
seguenti parametri:
•
Ampliamento della Sul in misura massima del 20% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme e comunque fino ad un
massimo di 150 mq.
•
H = 6,5 m.
In presenza di interventi di ampliamento il progetto deve contenere la verifica della Sul esistente alla data summenzionata e la relativa documentazione;
l’ampliamento deve essere realizzato in continuità del fabbricato esistente
o comunque integrato nello spazio già costruito.
c) Per i fabbricati aventi, alla data di adozione delle presenti norme, destinazione produttiva l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei seguenti
parametri:
•
Ampliamento della Sul in misura massima del 10% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme e comunque fino ad un
massimo di 350 mq.
•
H = non superiore a quella dell’edificio ampliato;
d) Per le aree già utilizzate a fini ricreativi e/o sportivi, per destinazioni di cui al successivo comma 3, per accorpamenti non superiori a 20.000 mq.
escludendo aree a parcheggio o a parco, sono ammessi interventi edilizi nel rispetto dei seguenti parametri:
•
Rapporto di copertura Rc massimo = 5%
•
H massima = 4,5m fatta eccezione per gli impianti sportivi in cui H massima = 8m.
Gli interventi di nuova urbanizzazione sono autorizzati mediante formazione di apposito Piano Urbanistico Esecutivo che dovrà dimostrare sia i requisiti del
proponente che la compatibilità dell’intervento proposto riguardo al contesto, alle coltivazioni agricole limitrofe, alla necessità di non ridurre la consistenza
di coltivazioni pregiate (vigenti, uliveti, ecc.).
e) La realizzazione di interventi finalizzati allo sviluppo e al recupero del patrimonio produttivo agricolo sarà attuabile, a titolo oneroso, anche da soggetti
non imprenditori agricoli a titolo principale e coltivatori diretti mediante P.U.E.
f) L’area d’intervento, in ogni caso, dovrà avere una superficie almeno pari all’unità minima colturale di 10.000 mq.
23.1.3 – Sono ammesse le seguenti destinazioni funzionali:
•
per i casi di cui alla lettera a) del precedente comma 23.1.2 è ammessa la destinazione agricola (A), destinazioni di tipo ricettivo (Pr) o per
esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (Pc) nei limiti di cui al precedente comma 23.1.2;
•
per i casi di cui alla lettera b) del precedente comma 23.1.2 è ammessa la sola destinazione residenziale (R);
•
per i casi di cui alla lettera c) del precedente comma 23.1.2 è ammessa la sola destinazione produttiva (Pi);
•
per i casi di cui alla lettera d) del precedente comma 23.1.2 sono ammesse destinazioni per servizi (S), limitatamente alle strutture di tipo
sportivo e ricreativo e per attrezzature commerciali (Pc), limitatamente agli esercizi di somministrazione alimenti e bevande, per attrezzature
turistico-ricettive (Pr) limitatamente alle strutture per feste e ricevimenti e alle strutture ricettive.
23.1.4 - Gli interventi -edilizi e non- devono garantire il rispetto e/o il ripristino della compagine vegetale che caratterizza questi luoghi. L’attività agricola va
esercitata nel rispetto dell’assetto idrico superficiale e delle relative sistemazioni.
23.1.5 - E’ consentita la realizzazione di casette d’appoggio, quali elementi della tipologia rurale rinveniente dall’uso di fabbricati di ridotte dimensioni, per
uso diurno o comunque temporaneo, della superficie non superiore a mq. 50 e comunque nel rispetto dell’indice di fabbricabilità pari a 0,03 mc/mq;
potranno essere dotate di pergolati e/o verande, aperte su tre lati, con superficie non superiore a quella della casetta d’appoggio.
23.2 – Es: Zona agricola pregiata (di alto valore agronomico a produzione specializzata)
23.2.1 – Costituiscono la zona Es le aree destinate all’attività agricola intorno alla città, utilizzate prevalentemente per oliveti, vigneti, frutteti, ecc.
23.2.2 – L’intervento edilizio è ammesso entro i limiti quantitativi massimi e ad opera dei soggetti indicati dalle norme
regionali vigenti in materia.
a) Per gli edifici di origine agricola che risultino abbandonati o non più necessari alle esigenze delle aziende agricole, sono consentiti esclusivamente
interventi volti al loro recupero con mutamento della destinazione all’interno del settore agricolo (per funzioni agrituristiche, ad esempio), per funzioni
residenziali o per funzioni ricettive legate al settore agricolo quali residenze rurali, attività di degustazione del prodotto agro-alimentare, ecc.
b) Per gli edifici a destinazione residenziale conseguita entro la data di adozione delle presenti norme, l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei
seguenti parametri:
•
Ampliamento della Sul in misura massima del 15% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme e comunque fino ad un
massimo di 100 mq.
•
H = 6,5 m.
In presenza di interventi di ampliamento il progetto deve contenere la verifica della Sul esistente alla data summenzionata e la relativa documentazione;
l’ampliamento deve essere realizzato in continuità del fabbricato esistente o comunque integrato nello spazio già costruito.
c) Per i fabbricati aventi, alla data di adozione delle presenti norme, destinazione produttiva l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei seguenti
parametri:
•
Ampliamento della Sul in misura massima del 5% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme, e comunque fino ad un
massimo di 200 mq.
•
H = non superiore a quella dell’edificio ampliato;
d) Per le aree già utilizzate a fini ricreativi e/o sportivi, per destinazioni di cui al successivo comma 3, per accorpamenti non superiori a 20.000 mq.
escludendo aree a parcheggio o a parco, sono ammessi interventi edilizi nel rispetto dei seguenti parametri:
•
Rapporto di copertura Rc massimo = 5%
•
H massima = 4,5m fatta eccezione per gli impianti sportivi in cui H massima = 8m.
e) La realizzazione di interventi finalizzati allo sviluppo e al recupero del patrimonio produttivo agricolo sarà attuabile, a titolo oneroso, anche da soggetti
non imprenditori agricoli a titolo principale e coltivatori diretti mediante P.U.E.
f) L’area d’intervento, in ogni caso, dovrà avere una superficie almeno pari all’unità minima colturale di 10.000 mq.
23.2.3 - Sono ammesse le seguenti destinazioni funzionali:
•
per i casi di cui alle lettere a) e b) del precedente comma 23.2.2 sono ammesse destinazioni agricole (A), residenziali (R), destinazioni di tipo
ricettivo (Pr) o per esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (Pc) nei limiti di cui al precedente comma 23.2.2;
•
per i casi di cui alla lettera c) del precedente comma 23.2.2 è ammessa la sola destinazione produttiva (Pi);
•
per i casi di cui alla lettera d) del precedente comma 23.2.2 sono ammesse destinazioni per servizi (S), limitatamente alle strutture di tipo
sportivo e ricreativo e per attrezzature commerciali (Pc), limitatamente agli esercizi di somministrazione alimenti e bevande, per attrezzature
turistico-ricettive (Pr) limitatamente alle strutture per feste e ricevimenti e alle strutture ricettive.
23.2.4 - Gli interventi -edilizi e non- devono garantire il rispetto e/o il ripristino della compagine vegetale che caratterizza questi luoghi. L’attività agricola va
esercitata nel rispetto dell’assetto idrico superficiale e delle relative sistemazioni, salvaguardando le biodiversità presenti e valorizzando e mantenendo le
formazioni arboree in filare, gli alberi isolati, le siepi.
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23.2.5 - E’ consentita la realizzazione di casette d’appoggio, quali elementi della tipologia rurale rinveniente dall’uso di fabbricati di ridotte dimensioni, per
uso diurno o comunque temporaneo, della superficie non superiore a mq. 50 e comunque nel rispetto dell’indice di fabbricabilità pari a 0,03 mc/mq;
potranno essere dotate di pergolati e/o verande, aperte su tre lati, con superficie non superiore a quella della casetta d’appoggio.
23.3 – Ep: Zona agricola del Radicosa (di alto valore agronomico, di pregio ambientale e paesaggistico)
23.3.1 – Costituiscono la zona Ea le aree destinate a nord dell’abitato di San Severo all’attività agricola su seminativi o per colture pregiate, caratterizzate
da elementi diffusi di qualità del paesaggio, degli edifici, delle infrastrutturazioni e degli assetti vegetazionali.
23.3.2 – L’intervento edilizio è ammesso entro i limiti quantitativi massimi e ad opera dei soggetti indicati dalle norme regionali vigenti in materia.
a) Per gli edifici di origine agricola che risultino abbandonati o non più necessari alle esigenze delle aziende agricole, sono consentiti esclusivamente
interventi volti al loro recupero con mutamento della destinazione all’interno del settore agricolo (per funzioni agrituristiche, ad esempio), per funzioni
residenziali o per funzioni ricettive legate al settore agricolo quali residenze rurali, attività di degustazione del prodotto agro-alimentare, ecc.
b) Per gli edifici a destinazione residenziale conseguita entro la data di adozione delle presenti norme, l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei
seguenti parametri:
•
Ampliamento della Sul in misura massima del 20% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme e comunque fino ad un
massimo di 150 mq.
•
H = 6,5 m.
In presenza di interventi di ampliamento il progetto deve contenere la verifica della Sul esistente alla data summenzionata e la relativa documentazione;
l’ampliamento deve essere realizzato in continuità del fabbricato esistente o comunque integrato nello spazio già costruito.
c) Per i fabbricati aventi, alla data di adozione delle presenti norme, destinazione produttiva l’intervento edilizio è ammesso nel rispetto dei seguenti
parametri:
•
Ampliamento della Sul in misura massima del 10% della Sul esistente alla data di adozione delle presenti norme e comunque fino ad un
massimo di 350 mq.
•
H = non superiore a quella dell’edificio ampliato;
d) Per le aree già utilizzate a fini ricreativi e/o sportivi, per destinazioni di cui al successivo comma 3, per accorpamenti non superiori a 20.000 mq.
escludendo aree a parcheggio o a parco, sono ammessi interventi edilizi nel rispetto dei seguenti parametri:
•
Rapporto di copertura Rc massimo = 5%
•
H massima = 4,5m fatta eccezione per gli impianti sportivi in cui H massima = 8m.
e) La realizzazione di interventi finalizzati allo sviluppo e al recupero del patrimonio produttivo agricolo sarà attuabile, a titolo oneroso, anche da soggetti
non imprenditori agricoli a titolo principale e coltivatori diretti mediante P.U.E.
f) L’area d’intervento, in ogni caso, dovrà avere una superficie almeno pari all’unità minima colturale di 10.000 mq.
23.3.3 - Sono ammesse le seguenti destinazioni funzionali:
•
per i casi di cui alle lettere a) e b) del precedente comma 23.3.2 sono ammesse destinazioni agricole (A), residenziali (R) destinazioni di tipo
ricettivo (Pr) o per esercizi di somministrazione di alimenti e bevande (Pc) nei limiti di cui al precedente comma 23.3.2;
•
per i casi di cui alla lettera c) del precedente comma 23.3.2 è ammessa la sola destinazione produttiva (Pi);
•
per i casi di cui alla lettera d) del precedente comma 23.3.2 sono ammesse destinazioni per servizi (S), limitatamente alle strutture di tipo
sportivo e ricreativo e per attrezzature commerciali (Pc), limitatamente agli esercizi di somministrazione alimenti e bevande, per attrezzature
turistico-ricettive (Pr) limitatamente alle strutture per feste e ricevimenti e alle strutture ricettive.
23.3.4 - Gli interventi -edilizi e non- devono garantire il rispetto e/o il ripristino della compagine vegetale che caratterizza questi luoghi. Possono essere
esercitate solo le attività agricole a basso impatto ambientale, quelle dell’agricoltura biologica o agricoltura integrata, con categorica esclusione per quelle
suscettibili di provocare fenomeni, anche potenziali, d’ inquinamento. Tale attività agricola va esercitata:
•
nel rispetto dell’assetto idrico superficiale e delle relative sistemazioni;
•
salvaguardando le biodiversità presenti;
•
valorizzando e mantenendo le formazioni arboree in filare, gli alberi isolati, le siepi;
In presenza di necessità riconosciute ineliminabili di impermeabilizzazione dovranno essere previste opere di raccolta delle acque meteoriche con successiva
cessione alla falda, previo filtraggio o il convogliamento verso i principali fossi di raccolta. E’ consentito l'adeguamento di edifici e/o annessi per la pratica
agricola.
23.3.5 - E’ consentita la realizzazione di casette d’appoggio, quali elementi della tipologia rurale rinveniente dall’uso di fabbricati di ridotte dimensioni, per
uso diurno o comunque temporaneo, della superficie non superiore a mq. 50 e comunque nel rispetto dell’indice di fabbricabilità pari a 0,03 mc/mq;
potranno essere dotate di pergolati e/o verande, aperte su tre lati, con superficie non superiore a quella della casetta d’appoggio.»
P.U.G. Programmatico
A seguito degli aggiornamento per il recepimento della DGR n. 2160/2011, DGP n.282/2011 e della Conferenza di Servizi
del 09.01.2014,l’elenco elaborati ha subito delle variazione, quindi l’art. 2 dell’elaborato ex D8 che recitava:
«Art. 2 - Elaborati costitutivi del piano urbanistico generale
2.1 - Il PUG è suddiviso in cinque sezioni:
•
quadro conoscitivo
•
quadro interpretativo
•
previsioni strutturali di assetto del territorio
•
previsioni programmatiche di assetto del territorio
•
disciplina riferita alla vulnerabilità idrogeologica
Di seguito è riportato l’elenco analitico dei diversi elaborati
0 – Relazione illustrativa
A – Quadro conoscitivo
A1 – Ambiti estesi del PUTT e del PTCP
A2 – Vincoli paesistici
A3 – Zone di protezione ambientale
A4 – Vincoli sismici
A5 – Ambiti geomorfologici
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
A6 – Ambiti territoriali intercomunali
A7 – Sistemi di terre
A8 – Uso agricolo forestale e soglie
A9 – Aree protette
A9bis – Elementi di rilevanza vegetazionale
A10 – Sistema dei tratturi
A11 – Sistema idrogeomorfologico e grado di dissesto
A12 – Sistema della mobilità a scala vasta
A13 – Evoluzione dell’urbanizzato
A14 – Centri di attrazione turistica
A15 – Dotazione di servizi a scala vasta
A16 – Dinamiche demografiche
A17 – Mosaico PRG
A18 – Criticità insediamenti ed ambienti
A19 – Soglie storiche
A20 – Destinazioni funzionali
A21 – Densità insediative
A22 - Dotazione di servizi a scala locale
A23 – Mobilità urbana, percorsi pedonali e ciclabili
A24 – Livelli di accessibilità, barriere architettoniche
A25 – Infrastrutture per la viabilità e d il trasporto di merci e persone
A26 – Impianti e reti tecnologiche
A27 – Analisi socio-demografiche
A28 – Stato di attuazione della pianificazione vigente a livello comunale
B – Quadro interpretativo
B1 – Individuazione di contesti ed invarianti per il territorio extra-urbano
B2 – Individuazione di contesti ed invarianti per l’area urbana
C – Previsioni strutturali di assetto del territorio
C1 – Tutela delle invarianti e previsioni per i contesti territoriali: il territorio extra-urbano
C2 - Tutela delle invarianti e previsioni per i contesti territoriali: l’area urbana
C3 – Adeguamento ai piani sovraordinati
C4 – Individuazione dei complessi di interesse storico-architettonico
C5 – Norme Tecniche di Attuazione per le previsioni strutturali
D – Previsioni programmatiche di assetto del territorio
D1 – Carta dei distretti perequativi e delle aree da assoggettare a PUE
D1.1 – Territorio extra-urbano
D1.2 – Area urbana
D2 – Aree per attuazione diretta
D2.1 – Territorio extra-urbano
D2.2 – Area urbana
D3 – Aree per standard
D3.1 – Territorio extra-urbano
D3.2 – Area urbana
D4 – Previsioni per la mobilità
D4.1 – Territorio extra-urbano
D5 – Categorie d’intervento per i complessi storico-architettonici
D5.1 – Territorio extra-urbano
D5.2 – Nucleo antico
D6 – Zone omogenee ex DM 1444/68
D6.1 – Territorio extra-urbano
D6.2 – Area urbana
D7 – Carta sintetica di uso del suolo
D7.1 – Territorio extra-urbano – scala 1:30000
D7.2 – Area urbana – scala 1:5000
D7.3 - Area urbana – scala 1:7000
D8 – Norme Tecniche di Attuazione per le previsioni programmatiche
D9 – Regolamento Edilizio
D10 – Calcolo dell’offerta insediativa e computo spazi per servizi e attrezzature
F – Valutazione ambientale strategica
G – Relazione geologica, indagini e cartografie elaborati grafici:
G1 - carta geologica generale e di dettaglio (scale 1:25.000; 1:5.000);
G2 - carta idrogeologica generale e di dettaglio (scale 1:25.000; 1:5.000);
G3 - carta delle isofreatiche generale (scala 1:25.000);
G4 - carta morfologica generale e di dettaglio (scale 1:25.000; 1:5.000);
G5 - carta delle pendenze generale e di dettaglio (scale 1:25.000; 1:5.000);
G6 - carta clivometrica generale (scala 1:25.000);
G7 - carta della stabilità idrogeologica generale e di dettaglio (scale 1:25.000; 1:5.000);
G8 - carta delle Vs30 del centro urbano di dettaglio (scala 1:5.000);
G9 - carta della ubicazione delle indagini alla scala 1:25.000;
G10 - n.°2 profili topografici con sezione geologico-tecnica attraverso la rappresentazione delle prove in sito;
Allegati:
A. esiti sondaggi geognostici (tavole stratimetriche)
B. esiti prove geofisiche
c. esiti prove geotecniche
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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Piano Urbanistico Generale
Rielaborazione in recepimento della DGR n. 2160/2011 e DGP n. 282/2011
d. documentazione fotografica
2.2 – Gli elaborati di cui ai quadri D e G hanno valore prescrittivo. Gli elaborati di cui al quadro C ed F hanno valore conformativo ed ordinativo. Gli
elaborati di cui ai quadri A e B, oltre valla relazione illustrativa, hanno valore illustrativo o ricognitivo.
2.3 - In caso di eventuali difformità o contrasti tra i suddetti elaborati prevalgono quelli prescrittivi e tra questi, nell'ordine, le norme tecniche e, poi, le
tavole a scala di maggior dettaglio.»
è stato integrato e sostituito dall’articolo p2 come di seguito riportato:
«Articolo p2 - Elaborati costitutivi del piano urbanistico generale
2.1 - Il PUG è suddiviso in cinque sezioni:
•
quadro conoscitivo
•
quadro interpretativo
•
previsioni strutturali di assetto del territorio
•
previsioni programmatiche di assetto del territorio
•
disciplina riferita alla vulnerabilità idrogeologica
Di seguito è riportato l’elenco analitico dei diversi elaborati costituenti il piano programmatico
Elaborati Grafici
D – Previsioni programmatiche di assetto del territorio
Tav D1.1a/b bis
Carta dei distretti perequativi e delle aree da assoggettare a PUE. Territorio extra-urbano
Tav D1.2a/b/c/d bis
Carta dei distretti perequativi e delle aree da assoggettare a PUE. Territorio urbano
Tav D2.1a/b bis
Aree per l’attuazione diretta. Territorio extra-urbano
Tav D2.2a/b/c/d bis
Aree per l’attuazione diretta. Territorio urbano
Tav D3.1a/b bis
Aree per lo standard. Territorio extra-urbano
Tav D3.2a/b/c/d bis
Aree per standard. Territorio urbano
Tav D4.1a/b bis
Previsioni per la mobilità
Tav D5.1a/b bis
Categorie d’intervento per complessi storico-architettonici. Territorio extra-urbano
Tav D6.1a/b bis
Zone omogenee ex DM 1444/68. Territorio extra-urbano
Tav D6.2a/b/c/d bis
Zone omogenee ex DM 1444/68. Territorio urbano
Tav D7.1 bis
Carta sintetico di uso del suolo. Territorio extra-urbano
Tav D7.2a/b bis
Carta sintetico di uso del suolo. Territorio urbano
Tav D7.3 bis
Carta sintetico di uso del suolo. Territorio urbano
1:15.000/5.000
1:2.000
1:15.000/5.000
1:2.000
1:15.000
1:2.000
1:15.000
1:15.000
1:15.000/5.000
1:2.000
1:30.000
1:5.000
1:7.000
F – Valutazione ambientale strategica
RA
Rapporto Ambientale
Snt
Sintesi non tecnica
All
Allegati
G – Relazione geologica, indagini e cartografie elaborati grafici
G1-B/G1-1B
Carta geologica generale e di dettaglio
G2-B/G2-1B
Carta idrogeologica generale e di dettaglio
G3-B
Carta delle isofreatiche generale
G4
Carta idrogeomorfologica generale
G5-B/G5-1B
Carta delle pendenze generale e di dettaglio
G6-B
Carta clivometrica generale
G7/G7-B
Carta della stabilità idrogeologica generale e di dettaglio
G8-B
Carta della zonazione sismica o delle Vs30 del centro urbano di dettaglio
G9-B
Carta della ubicazione delle indagini
G10-B
Carta delle sezioni litotecniche (N.°2 profili topografici con sezione geologico-tecnica
attraverso la rappresentazione delle prove in sito)
Allegati
A.
Esiti sondaggi geognostici (tavole stratimetriche)
B.
Esiti prove geofisiche
c.
Esiti prove geotecniche
d.
Documentazione fotografica
1:25.000/5.000
1:25.000/5.000
1:25.000
1:25.000
1:25.000/5.000
1:25.000
1:25.000/5.000
1:5.000
1:25.000
Elaborati Amministrativi
RI
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
NTA bis
Norme tecniche di attuazione
2.2 – Gli elaborati di cui ai quadri D e G, nonché le NTA hanno valore prescrittivo. Gli elaborati di cui al quadro C ed F hanno valore conformativo ed
ordinativo. Gli elaborati di cui ai quadri A e B, oltre alla RI hanno valore illustrativo o ricognitivo.
2.3 - In caso di eventuali difformità o contrasti tra i suddetti elaborati prevalgono quelli prescrittivi e tra questi, nell'ordine, le norme tecniche e, poi, le
tavole a scala di maggior dettaglio, fatto salvo quanto previsto all’art. s3, comma 3.3. »
”
l’art. 4 comma 1 dell’elaborato ex D8 che recitava:
«4.1 - I seguenti parametri ed indici edilizi ed urbanistici sono definiti dal Regolamento Edilizio: altezza dei fronti della costruzione (Hf), altezza della
costruzione (H), numero dei piani della costruzione (Np), superficie coperta della costruzione (Sc), superficie utile lorda (Sul), superficie utile netta della
costruzione (Sun), volume della costruzione (V), altezza interna netta dei vani (h), superficie fondiaria (Sf), superficie territoriale (St), rapporto di copertura
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(Rc), indice di utilizzazione fondiaria (If), indice di utilizzazione territoriale (Ut). Analogamente, per le distanze si rinvia a quanto disposto dal Regolamento
Edilizio.»
è stato integrato e sostituito come di seguito riportato:
«4.1 - I seguenti parametri ed indici edilizi ed urbanistici sono definiti dall’art. s6bis delle NTA parte strutturale: altezza dei fronti della costruzione (Hf),
altezza della costruzione (H), numero dei piani della costruzione (Np), superficie coperta della costruzione (Sc), superficie utile lorda (Sul), superficie utile
netta della costruzione (Sun), volume della costruzione (V), altezza interna netta dei vani (h), superficie fondiaria (Sf), superficie territoriale (St), rapporto
di copertura (Rc), indice di utilizzazione fondiaria (If), indice di utilizzazione territoriale (Ut). »
All’art. 6 comma 1 dell’elaborato ex D8, dopo le parole “alle presenti norme” si aggiungono le parole “in appendice”.
A seguito dell’aggiornamento degli elaborati, all’art. 10 dell’ex D8 tutte le parole “D5.2” sono sostituite dalle parole
“C4.3”.
All’art. 11 dell’elaborato ex D8 viene aggiunto il seguente comma 4 come di seguito riportato:
«11.4 - Per gli insediamenti derivanti da interventi di Bonifica individuati nell’elaborato grafico tav. A10, in aderenza all’art. II.65 “Edifici e insediamenti
rurali” delle NTA del PTCP si prescrive che:
la modalità d’intervento di ristrutturazione edilizia senza aumento di SUL debba essere effettuata nel rispetto della morfotipologia preesistente;
la modalità d’intervento di demolizione e ricostruzione senza variazione di SUL, sagoma e area di sedime sia possibile soltanto nei casi in cui gli
edifici esistenti risultino, in apposita Relazione tecnica asseverata corredata da documentazione fotografica, gravemente compromessi e la
ricostruzione deve avvenire con la riproposizione progettuale dell’originaria tipologia edilizia;
eventuali interventi di ampliamento della SUL debbano essere effettuati senza l’aggiunta di piani in altezza ed in modo tale che risulti
formalmente ben distinguibile l’unità tipologica preesistente da quella in ampliamento. »
All’art. 12 dell’elaborato ex D8 viene aggiunto il seguente comma 4 come di seguito riportato:
«12.4 - Per quanto riguarda l’individuazione delle aree di pertinenza dei tratturi, delle loro aree di rispetto e della disciplina che le regolamenta, si rimanda
al vigente Piano Comunale dei Tratturi.»
Gli articoli del Capo II (dal 13 al 25) relativi ai complessi edilizi nel nucleo antico, essendo gli stessi trasposti nella parte
strutturale a seguito degli adeguamenti riportati, sono sostituiti dai seguenti:
«CAPO pII – A2: complessi edilizi nel nucleo antico
Fermo restando le disposizioni dell’art. s8.1bis parte strutturale delle NTA, per tali zone assumono valore normativo anche le disposizioni di cui all’allegato I
– Manuale del restauro alle presenti norme. Più in particolare ci si riferisce agli artt. 1, 2, 3, 4 e 5 dello stesso.
Sezione pI – Disposizioni generali ed introduttive
Art. p13 - Unità edilizie
Fermo restando le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.1 parte strutturale delle NTA, per tali zone assumono valore normativo anche le disposizioni di
cui all’allegato I – Manuale del restauro alle presenti norme. Più in particolare ci si riferisce all’art. 6 dello stesso.
Art. p14 - Modalità d’intervento in generale
Valgono le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.2 parte strutturale delle NTA
Sezione pII - Disposizioni riferite alle categorie tipologiche
Art. p15 – A2.1: Edifici Speciali civili e religiosi
Fermo restando le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.3 parte strutturale delle NTA, per tali zone assumono valore normativo anche le disposizioni di
cui all’allegato I – Manuale del restauro alle presenti norme. Più in particolare ci si riferisce all’art. 7 dello stesso.
Art. p16 – A2.2: Chiese
Fermo restando le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.4 parte strutturale delle NTA, per tali zone assumono valore normativo anche le disposizione di
cui all’allegato I – Manuale del restauro alle presenti norme. Più in particolare ci si riferisce all’art. 8 dello stesso.
Art. p17 – A2.3: Palazzi
Fermo restando le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.5 parte strutturale delle NTA, per tali zone assumono valore normativo anche le disposizioni di
cui all’allegato I – Manuale del restauro alle presenti norme. Più in particolare ci si riferisce all’art. 9 dello stesso.
Art. p18 – A2.4: Palazzetti plurifamiliari
Fermo restando le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.6 parte strutturale delle NTA, per tali zone assumono valore normativo anche le disposizioni di
cui all’allegato I – Manuale del restauro alle presenti norme. Più in particolare ci si riferisce all’art. 10 dello stesso.
Art. p19 – A2.5: Case con struttura elementare
Fermo restando le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.7 parte strutturale delle NTA, per tali zone assumono valore normativo anche le disposizioni di
cui all’allegato I – Manuale del restauro alle presenti norme. Più in particolare ci si riferisce all’art. 11 dello stesso.
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Art. p20 – A2.6: Case di aggregazione
Fermo restando le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.8 parte strutturale delle NTA, per tali zone assumono valore normativo anche le disposizioni di
cui all’allegato I – Manuale del restauro alle presenti norme. Più in particolare ci si riferisce all’art. 11 dello stesso.
Art. p21 – A2.7: Edifici antichi non residenziali
Fermo restando le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.9 parte strutturale delle NTA, per tali zone assumono valore normativo anche le disposizioni di
cui all’allegato I – Manuale del restauro alle presenti norme. Più in particolare ci si riferisce all’art. 12 dello stesso.
Art. p22 – A2.8: Edifici di sostituzione su antico sedime
Valgono le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.10 parte strutturale delle NTA
Art. p23 – A2.9: Edifici di sostituzione su diverso sedime
Valgono le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.11 parte strutturale delle NTA
Art. p24 – A2.10: Edifici moderni isolati
Valgono le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.12 parte strutturale delle NTA
Art. p25 – A2.11: Edifici moderni non residenziali
Valgono le disposizioni dell’art. s8.1bis, comma 8.1.13 parte strutturale delle NTA»
Il titolo II al terzo capoverso dopo le parole “la redazione di piani urbanistici esecutivi (PUE), i quali" si aggiungono le
parole “oltre che rispettare le disposizioni del "Documento regionale di assetto Generale (DRAG) - Criteri per la
formazione e la localizzazione dei piani urbanistici esecutivi (PUE)”"
Agli artt. 27 comma 2 punto b), 28 comma 2 punto b) e 36 comma 2 dell’elaborato ex D8, dopo le parole “è richiesta la
formazione di idoneo Piano Urbanistico Esecutivo (PUE), nel rispetto” si aggiungono le parole “oltre che delle
disposizione del "Documento regionale di assetto Generale (DRAG) - Criteri per la formazione e la localizzazione dei piani
urbanistici esecutivi (PUE)"”.
Le parole dell’art. 30 comma 2 dell’elaborato ex D8 “Sul = 110% mq. della Su esistente alla data di adozione delle
presenti norme” e “Ut = 130% dell’indice di fatto” sono sostituite rispettivamente dalle parole “Ampliamento della Sul in
misura massima del 10% della Su esistente alla data di adozione delle presenti norme” e “Incremento dell’indice di Ut
del 30% rispetto al valore dell’indice di fatto”.
L’art. 31 comma 2 dell’elaborato ex D8 che recitava:
«31.2 – L’intervento edilizio di nuova costruzione o di ampliamento, nonché quelli di recupero edilizio sono ammessi a condizione che non venga alterata la
fisionomia dell’edificio e la sua tipologia, mantenendo i parametri esistenti di Sul e H. Tali aree possono essere oggetto di un intervento attuativo (PUE) o di
pianificazione integrata volto alla riqualificazione urbanistica del quartiere e riferito ad un ambito sufficientemente esteso ed organico che arrivi a
comprendere anche aree limitrofe e connesse con l’insediamento da riqualificare, nel rispetto dei seguenti parametri:
•
Ut = 130% mq/mq dell’Ut esistente alla data di adozione delle presenti norme.
•
H = 13,5 m.
•
spazi per standard in misura almeno superiore del 35% rispetto a quelli riscontrabili alla data di adozione delle presenti norme (135%)
Per le aree contrassegnate da apposito asterisco sono ammessi interventi di completamento edilizio nel rispetto delle caratteristiche tipologiche e degli
allineamenti altimetrici e planimetrici degli edifici esistenti:
a) per il lotto su Viale Castellana l’edificazione deve rispettare i seguenti parametri edificatori: If = 0,75 mq/mq.
mq/mq. e H = 13 m.;
b) per il lotto su Via Terranova l’edificazione deve rispettare i seguenti parametri edificatori: If = 0,8 mq/mq. e H =
10 m.; »
è stato integrato e sostituito con il seguente articolo:
«31.2 – L’intervento edilizio di nuova costruzione o di ampliamento, nonché quelli di recupero edilizio sono ammessi a condizione che non venga alterata la
fisionomia dell’edificio e la sua tipologia, mantenendo i parametri esistenti di Sul e H. Tali aree possono essere oggetto di un intervento attuativo (PUE) o di
pianificazione integrata volto alla riqualificazione urbanistica del quartiere e riferito ad un ambito sufficientemente esteso ed organico che arrivi a
comprendere anche aree limitrofe e connesse con l’insediamento da riqualificare. Solo qualora oggetto di detti PUE o piani integrati, sono ammessi
interventi di riqualificazione che rispettino i seguenti parametri:
•
Incremento dell’indice di Ut del 30% rispetto al valore dell’Ut esistente alla data di adozione delle presenti norme (espresso in mq/mq).
•
H = 13,5 m.
•
spazi per standard in misura almeno superiore del 35% rispetto a quelli riscontrabili alla data di adozione delle presenti norme (135%)
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Per le aree contrassegnate da apposito asterisco sono ammessi interventi di completamento edilizio nel rispetto delle caratteristiche tipologiche e degli
allineamenti altimetrici e planimetrici degli edifici esistenti:
a) per il lotto su Viale Castellana l’edificazione deve rispettare i seguenti parametri edificatori: If = 0,75 mq/mq.
mq/mq. e H = 13 m.;
b) per il lotto su Via Terranova l’edificazione deve rispettare i seguenti parametri edificatori: If = 0,8 mq/mq. e H =
10 m.; »
L’art. 33 comma 3 dell’elaborato ex D8 si aggiungono dopo l’ultimo capoverso le seguenti parole:
«Tutte le aree e/o immobili a destinazione produttiva sono suscettibili di cambio di destinazione d’uso (artigianale, commerciale, servizi, ricettivi, ecc.) nel
rispetto delle norme di settore, con particolare riferimento al Piano di Disinquinamento Acustico, e fatte salve le limitazioni rinvenienti da Accordi di
Programma tra il Comune e la Regione. »
A seguito degli adeguamenti effettuati, dopo l’art. 36 si aggiunge l’articolo s36bis come di seguito indicato:
«Art. p36bis – Accordi di Programma
Si tratta di aree già oggetto di Accordo di Programma, appositamente indicate con il simbolo di asterisco negli elaborati cartografici di PUG/P. Nello
specifico consistono in un’area per insediamento di tipo ricettivo e ricreativo localizzata in prossimità dell’area cimiteriale e in una ubicata lungo la via per
Torremaggiore, aventi perimetro definito. Per esse sono valide le sole norme tecniche di attuazione previste dal relativo Accordo di Programma.
Inoltre si prevede che le medesime norme abbiano vigenza fino al termine di validità degli stessi Accordi di Programma in essere, ovvero che i lavori
debbono iniziare improrogabilmente entro diciotto mesi a decorrere dalla data di entrata in vigore del PUG. Decorsi detti termini le aree interessate
debbono intendersi contesti rurali con zonizzazione agricola in coerenza con le aree immediatamente limitrofe.»
Al Titolo pIII – Aree da assoggettare a piano urbanistico esecutivo (PUE) dopo le parole “Nelle zone C, in sede di
formazione dei PUE” si aggiungono le parole “da elaborare secondo le disposizioni del "Documento regionale di assetto
Generale (DRAG) - Criteri per la formazione e la localizzazione dei piani urbanistici esecutivi (PUE)"”
L’art. 37 comma 2 dell’elaborato ex D8 che recitava:
«37.2 – L’intervento è subordinato alla formazione, in relazione alle dimensioni e alle specifiche esigenze urbanizzative della singola area e del suo
contesto, di uno specifico strumento urbanistico esecutivo (PUE), nel rispetto dei parametri urbanistici di cui ai successivi paragrafi.
Il PUE deve allocare all’interno della Sf una dotazione non inferiore alla dotazione minima di spazi per parcheggi dovuta in ragione del carico urbanistico
previsto ai sensi delle vigenti disposizioni legislative e regolamentari, nonché prevedere la sistemazione e la cessione gratuita al Comune della parte di St
non costituente Sf. Tale quota di St non edificabile (50%, salvo ove diversamente specificato dalle successive schede normative) s'intende da sistemare per
½ a verde, per ¼ a parcheggio pubblico o di uso pubblico e per ¼ senza obblighi di sistemazione. La sistemazione e cessione di aree verdi e per
parcheggio può essere diminuita per una quota non superiore alla metà della loro complessiva estensione in favore della realizzazione di apposita
attrezzatura privata di uso pubblico, con destinazioni d'uso da ricercarsi tra quelle di cui alla categoria S, secondo costituzione di adeguata servitù da
definirsi all’interno dell’atto di convenzione allegato al PUE. In tale caso l'indice edificatorio (riferito a tale edificazione) If non potrà superare 0,7 mq/mq.,
l’altezza massima H = 13 m. e tale capacità edificatoria è da intendersi aggiuntiva rispetto a quella consentita in ragione dell’indice Ut. La quota di St
semplicemente ceduta all’Amministrazione Comunale è disponibile per la realizzazione di speciali attrezzature pubbliche o per la realizzazione di interventi di
edilizia residenziale pubblica, agevolata, convenzionata o sovvenzionata, di cui si manifestasse l’esigenza. Nel primo caso i parametri edificatori sono i
seguenti: If = 0,8 mq/mq., H = 13 m. e le destinazioni d’uso sono da ricercarsi tra quelle di cui alla categoria S; nel secondo caso i parametri edificatori
sono i seguenti: If = 0,6 mq/mq., H = 10 m. e le destinazioni d’uso sono da ricercarsi tra quelle di cui alla categoria R.
Nel caso in cui l’Amministrazione Comunale abbia deciso in merito alla necessità e alla localizzazione dell’edilizia pubblica e nel caso in cui l’operatore del
comparto abbia i requisiti per operare nel settore, nell’ambito della convenzione che regola l’intervento può essere delegata all’operatore la realizzazione di
edilizia pubblica.
L’attuazione delle previsioni contenute nel PUE può avvenire per mezzo di comparti formalmente autonomi aventi Sm non inferiore a 10.000 mq. costituiti
da una parte della loro superficie disponibile per l’edificazione e una commisurata parte per la realizzazione di standard e attrezzature. In caso si ricorra alla
formazione di tali comparti autonomi il PUE dovrà essere accompagnato da un elaborato che dimostri la coerenza dell’intervento proposto rispetto all’intera
area C1, agli eventuali edifici esistenti e/o comparti già realizzati o in corso di realizzazione. »
è stato integrato e sostituito con il seguente articolo:
«37.2 – L’intervento è subordinato alla formazione, in relazione alle dimensioni e alle specifiche esigenze urbanizzative della singola area e del suo
contesto, di uno specifico strumento urbanistico esecutivo (PUE), nel rispetto, oltre che delle disposizioni del "Documento regionale di assetto Generale
(DRAG) - Criteri per la formazione e la localizzazione dei piani urbanistici esecutivi (PUE)", dei parametri urbanistici di cui ai successivi paragrafi.
Il PUE deve allocare all’interno della Sf una dotazione non inferiore alla dotazione minima di spazi per parcheggi dovuta in ragione del carico urbanistico
previsto ai sensi delle vigenti disposizioni legislative e regolamentari, nonché prevedere la sistemazione e la cessione gratuita al Comune della parte di St
non costituente Sf. Tale quota di St non edificabile (50%, salvo ove diversamente specificato dalle successive schede normative) s'intende da sistemare per
½ a verde, per ¼ a parcheggio pubblico o di uso pubblico e per ¼ senza obblighi di sistemazione. La quota di St semplicemente ceduta
all’Amministrazione Comunale è disponibile per la realizzazione di speciali attrezzature pubbliche o per la realizzazione di interventi di edilizia residenziale
pubblica, agevolata o sovvenzionata di cui si manifestasse l’esigenza, nei limiti della quota eccedente il minimo standard di legge pari a 18 mq/abitante da
riservarsi anche per il nuovo carico insediativo. Nel primo caso i parametri edificatori sono i seguenti: If = 0,8 mq/mq., H = 13 m. e le destinazioni d’uso
sono da ricercarsi tra quelle di cui alla categoria S; nel secondo caso i parametri edificatori sono i seguenti: If = 0,6 mq/mq., H = 10 m. e le destinazioni
d’uso sono da ricercarsi tra quelle di cui alla categoria R.
Nel caso in cui l’Amministrazione Comunale abbia deciso in merito alla necessità e alla localizzazione dell’edilizia pubblica e nel caso in cui l’operatore del
comparto abbia i requisiti per operare nel settore, nell’ambito della convenzione che regola l’intervento può essere delegata all’operatore la realizzazione di
edilizia pubblica.
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L’attuazione delle previsioni contenute nel PUE può avvenire per mezzo di comparti formalmente autonomi aventi Sm non inferiore a 10.000 mq. costituiti
da una parte della loro superficie disponibile per l’edificazione e una commisurata parte per la realizzazione di standard e attrezzature. In caso si ricorra alla
formazione di tali comparti autonomi il PUE dovrà essere accompagnato da un elaborato che dimostri la coerenza dell’intervento proposto rispetto all’intera
area C1, agli eventuali edifici esistenti e/o comparti già realizzati o in corso di realizzazione. »
L’art. 38 dell’elaborato ex D8 è omesso in quanto destinazione d’uso stralciata per effetto della Conferenza di Servizi del
09/01/2014 ex art. 11, c.10 della L.R. 20/2001.
All’art. 39 dell’elaborato ex D8 prima del comma 1 sono aggiunte le seguenti parole: “Le aree industriali di nuovo
impianto e quelle esistenti da riqualificare dovranno uniformarsi alle specifiche prescrizioni volte a migliorarne l’impatto
visivo e la qualità paesaggistica ed architettonica degli insediamenti produttivi, tematica ampiamente sviluppata nelle
Linee Guida sulla progettazione di aree produttive paesaggisticamente ed ecologicamente attrezzate, elab. 4.4.2 del
Piano Paesaggistico Territoriale Regionale e definite, appunto, come APPEA “Aree produttive paesaggisticamente ed
ecologicamente attrezzate”. A tali buone prassi si fa esplicito riferimento per l’attuazione del presente PUG nei successivi
livelli di progettazione.”
All’art. 39 comma 2 dell’elaborato ex D8 dopo le parole “Nelle aree D1.5 e D1.7, che riguardano la parte di città
consolidata, è possibile attuare piani di rigenerazione urbana mediante la redazione di piani urbanistici esecutivi (PUE)” si
aggiungono le parole “i quali oltre che rispettare le disposizioni del "Documento regionale di assetto Generale (DRAG) -
Criteri per la formazione e la localizzazione dei piani urbanistici esecutivi (PUE)"”. Inoltre, per le motivazioni riportate nei
verbali della Conferenza di Servizi si effettuano delle modifiche all’indice Ut e Sf come di seguito riportate:
Nella Sub-area D1.1 – Enoagrimm le parole “Sf = 65% St” vengono sostituite dalle parole “Sf = 50% St”.
Nella Sub-area D1.2 – Cantina sociale le parole “Ut = 1.1 mq/mq” sono sostituite da “Ut = 0,715 mq/mq”. Le parole “Sf
= 75% St” vengono sostituite dalle parole “Sf = 50% St”. Le parole “Sf = 65% St” vengono sostituite dalle parole “Sf =
50% St”.
La Sub-area D1.3 – Cantina Galliardi viene denominata Cantina Gagliardi. In tale sub-area le parole “Sf = 65% St”
vengono sostituite dalle parole “Sf = 50% St”.
Nella Sub-area D1.4 – Cantina Di Capua 2 le parole “Sf = 65% St” vengono sostituite dalle parole “Sf = 50% St”.
Nella Sub-area D1.5 – Distilleria Viale Checchia Rispoli le parole Sf = 65% St” vengono sostituite dalle parole “Sf = 50%
St”.
Nella Sub-area D1.6 – Cantina Torretta Zamarra le parole “Ut = 1.1 mq/mq” sono sostituite da “Ut = 0,715 mq/mq”. Le
parole “Sf = 75% St” vengono sostituite dalle parole “Sf = 50% St”. Le parole “Sf = 65% St” vengono sostituite dalle
parole “Sf = 50% St”.
Nella Sub-area D1.7 – Distilleria Rodi, Via Menabrea le parole Sf = 65% St” vengono sostituite dalle parole “Sf = 50%
St”.
Nella Sub-area D1.8 – Stabilimento FIAT le parole “Ut = 1.2 mq/mq” sono sostituite da “Ut = 0,8 mq/mq”.
All’art. 40 dell’elaborato ex D8 prima del comma 1 sono aggiunte le seguenti parole: “Le aree industriali di nuovo
impianto e quelle esistenti da riqualificare dovranno uniformarsi alle specifiche prescrizioni volte a migliorarne l’impatto
visivo e la qualità paesaggistica ed architettonica degli insediamenti produttivi, tematica ampiamente sviluppata nelle
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Linee Guida sulla progettazione di aree produttive paesaggisticamente ed ecologicamente attrezzate, elab. 4.4.2 del
Piano Paesaggistico Territoriale Regionale e definite, appunto, come APPEA “Aree produttive paesaggisticamente ed
ecologicamente attrezzate”. A tali buone prassi si fa esplicito riferimento per l’attuazione del presente PUG nei successivi
livelli di progettazione.”
All’art. 40 comma 2 dell’elaborato ex D8 dopo l’ultimo capoverso sono aggiunte le seguenti parole: “Il predetto PUE, in
ogni caso, dovrà prevedere aree ex art. 5 del D.M. 1444/1968 dimensionate anche in ragione del fabbisogno di standard
urbanistici espresso dalle aree Bp3 e Bp4.”
L’art. 42 dell’elaborato ex D8 è omesso in quanto destinazione d’uso stralciata per effetto della Conferenza di Servizi del
09/01/2014 ex art. 11, c.10 della L.R. 20/2001.
All’art. 43 comma 1 dell’elaborato ex D8 sono eliminate le parole “D5.1”.
Gli articoli del Capo IV (dal 44 al 46) relativi alle aree destinate alle attività agricole, essendo gli stessi afferenti alla parte
strutturale a seguito degli adeguamenti riportati, sono sostituiti dai seguenti:
«Titolo pIV – Aree destinate alle attività agricole
Si tratta delle aree che il PRG destina all'agricoltura; esse sono suddivise in tre zone Ea, Es e Ep, disciplinate nei paragrafi seguenti.
Articolo p44 – Ea: Zona agricola del Triolo (di alto valore agronomico)
Valgono le disposizioni dell’art. s23 – Il settore agricolo, comma 23.1
Articolo p45 – Es: Zona agricola pregiata (di alto valore agronomico a produzione specializzata)
Valgono le disposizioni dell’art. s23 – Il settore agricolo, comma 23.2
Articolo p46 – Ep: Zona agricola del Radicosa (di alto valore agronomico, di pregio ambientale e paesaggistico)
Valgono le disposizioni dell’art. s23 – Il settore agricolo, comma 23.3»
L’art. 49 comma 2 al secondo punto dell’elaborato ex D8 le parole “per le aree agricole, quello consentito dal precedente
articolo 46;” vengono sostituite dalle parole “per le aree agricole, quello consentito dall’articolo s23, punti s.23.2 e s23.3
in base alla rispettiva zona di competenza;”
All’art. 54 comma 3 dell’elaborato ex D8 dopo l’ultimo capoverso sono aggiunte le seguenti parole:
“nelle quantità tali da assicurare il rispetto dei requisiti minimi di standard urbanistici ex DM 1444/68.”
All’art. 55 dell’elaborato ex D8 viene aggiunto il comma 4 come di seguito riportato:
«55.4 - In modo particolare per l’area cimiteriale, si prevedere una fascia di rispetto definita ai sensi della Legge n. 166/2002 art. 28 e della L.R. n. 34/2008
art 4, come cartografata negli elaborati di PUG/P. »
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ALLEGATO 1
Elenco elaborati coordinato
Onde comprendere il rapporto tra gli elaborati del PUG adottato e quelli del PUG adeguato
ai rilievi di cui alla DGR n. 2160/2011, alla DGP n. 282/2011 e alla Conferenza di Servizi
del 09/01/2014 e successive sedute fino al 04/02/2014, nelle pagine seguenti si evidenzia
il confronto tra l’elenco elaborati delle due versioni di PUG.
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PUG adeguato alla Conferenza di Servizi del 09/01/2014 Tavola Titolo Scala Corrispondente eleb. PUG adottato Tavola Titolo originario Tipo di adeguamento post Conferenza di Servizi del 09/01/2014 Scala orig. A ‐ Quadro Conoscitivo A ‐ Quadro Conoscitivo Tav A1 bis 1 : 35.000 Tav A1 Ambiti estesi del PUTT 1 : 75.000 Correzione cartografica 1 : 35.000 Tav A2 PAI 1 : 75.000 Correzione cartografica Adeguamento al PAI vigente e al reticolo derivante dall'aggiornamento della Carta idrogeomorfologica (ante ottobre 2013) 1 : 35.000 Tav A3 Vincoli paesistici e zone protette 1 : 75.000 Correzione cartografica 1 : 35.000 1 : 35.000 Tav A4 Tav A5 Carta dei sistemi di terre Uso del suolo urbano e agricolo 1 : 75.000 1 : 75.000 Correzione cartografica Correzione cartografica Incremento delle informazioni sulla base del PTCP e varie 1 : 35.000 Tav A6 1 : 75.000 Correzione cartografica 1 : 35.000 Tav A7 1 : 75.000 Correzione cartografica 1 : 200.000 Tav A8 grafica Correzione cartografica 1 : 35.000 Tav A9 Carta storica dell’uso del suolo 1962 Carta storica dell’uso del suolo 1999 Evoluzione dell’uso del suolo tra il 1962 e il 1999 Subsistemi del territorio rurale e aperto 1 : 75.000 Correzione cartografica Incremento delle informazioni derivanti anche dall'aggiornamento della Carta idrogeomorfologica Tav A2 bis Tav A3 bis Tav A4 bis Tav A5 bis Tav A6 bis Tav A7 bis Tav A8 bis Tav A9 bis Ambiti territoriali estesi del P.U.T.T./p Piano di Assetto Idrogeologico Vincoli paesistici e zone protette Carta dei sistemi di terre Uso del suolo urbano e agricolo Carta storica dell’uso del suolo 1962 Carta storica dell’uso del suolo 1999 Evoluzione dell’uso del suolo tra il 1962 e il 1999 Subsistemi del territorio rurale e aperto Tav A10 bis Segnalazioni archeologiche 1 : 35.000 e architettoniche e sistema 1 : 10.000 dei tratturi 1 : 200.000 Tav A10 Segnalazioni archeologiche e architettoniche e sistema di tratturi 1 : 75.000 Correzione cartografica Incremento dello strato conoscitivo con gli elementi della Carta dei Beni Culturali, del PTCP, del PUTT/P e dell'indagine nel territorio dei beni architettonici e archeologici presenti Tav A11 bis Vulnerabilità delle risorse idriche Aree esondabili 1 : 35.000 Tav A11 Vulnerabilità delle risorse idriche 1 : 75.000 Correzione cartografica 1 : 35.000 Tav A12 Aree esondabili Correzione cartografica Incremento delle informazioni del PTCP Tav A12 bis 1 : 75.000 Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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Tav A13 bis Sistema della mobilità 1 : 35.000 Tav A13 Sistema della mobilità Tav A14 bis Espansione Urbana e PRG vigente 1 : 7.000 1 : 10.000 1 : 50.000 Tav A14 Tav A15 bis Morfologia edificato e 1 : 5.000 numero piani Destinazione d’uso e stato 1 : 5.000 di conservazione Tipologie servizi e stato di 1 : 7.000 conservazione Tav A15 Tav A16 Tav A17 Centro storico, tipologie edilizie, elementi morfologici, stato di conservazione Confronto numero abitazioni Confronto popolazione residente Confronto numero stanze Confronto numero stanze Confronto numero stanze Confronto numero stanze 1 : 2.000 grafica Tav A16 bis Tav A17bis Tav A18 bis Tav A19 bis Tav A20 bis Tav A21 bis Tav A22 bis Tav A23 bis Tav A24 bis 1 : 75.000 Correzione cartografica Adeguamento con i tracciati e progetti esistenti o in fase di discussione Espansione Urbana e PRG vigente grafica Correzione cartografica Approfondimento dello stato giuridico Morfologia edificato e numero piani Destinazione d’uso e stato di conservazione Tipologie servizi e stato di conservazione grafica Impaginazione grafica Correzione cartografica grafica Correzione cartografica Approfondimento dello stato di attuazione quali‐
quantitativo Tav A18 Centro storico, tipologie edilizie, elementi morfologici, stato di conservazione grafica Impaginazione Tav A19 Confronto numero abitazioni grafica Impaginazione grafica Tav A20 Confronto popolazione residente grafica Impaginazione grafica grafica grafica grafica Tav A21 Tav A22 Tav A23 Tav A24 Confronto numero stanze Confronto numero stanze Confronto numero stanze Confronto numero stanze Impaginazione Impaginazione Impaginazione Impaginazione grafica grafica grafica grafica Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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B ‐ Quadro Interpretativo B ‐ Quadro Interpretativo Tav B1bis Individuazione di contesti ed invarianti per il 1 : 30.000 territorio extraurbano Tav B1 Individuazione di contesti ed 1 : 30.000 invarianti per il territorio extraurbano Elaborato aggiornato Tav B2bis Individuazione di contesti ed invarianti per l’area urbana 1 : 5.000 Tav B2 Individuazione di contesti ed 1 : 5.000 invarianti per l’area urbana Elaborato aggiornato C ‐ Quadro Strutturale C ‐ Quadro Strutturale Tav C1bis Tutela per le invarianti e previsioni per i 1 : 30.000 contesti territoriali: il territorio extra‐urbano Tav C1 Tav C2bis Tutela per le invarianti e previsioni per i contesti territoriali: l’area urbana Tav C2 1 : 7.000 Tav C3.1bis Tutela delle invarianti e 1 : 30.000 previsioni per i contesti territoriali: il territorio extra‐
urbano Tutela per le invarianti e 1 : 5.000 previsioni per i contesti territoriali: l’area urbana Elaborato aggiornato 1 : 30.000 Tavola distinta nelle Tav. C3.1, C3.2 e C3.3 Nuovo elaborato Nuovo elaborato Elaborato aggiornato Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.E. 1 : 30.000 del P.U.T.T./p Tav C3.2 a/b Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. 1 : 15.000 bis del P.U.T.T./p. Sistema dell’assetto geologico, geomorfologico e idrogeologico Tav C3 Adeguamento ai piani sovraordinati Tav C3.3bis Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. 1 : 30.000 del P.U.T.T./p. Sistema della copertura botanico ‐ vegetazionale, colturale e della potenzialità faunistica Tav C4.1bis Adeguamento ai piani sovraordinati – A.T.D. 1 : 30.000 del P.U.T.T./p. Sistema della stratificazione storica dell’organizzazione insediativa Tav C4 Individuazione dei complessi 1 : 30.000 di interesse storico architettonico Tavola distinta nelle Tav. C4.1 e C4.2 (Atlante dei beni) Tav C4.2bis Atlante degli A.T.D – Beni architettonici e archeologici Categorie d’intervento per complessi storico‐architettonici. Nucleo antico 1 : 5.000/2.000 1 : 1.000 Nuovo elaborato Ex Tav. D5.2 Adeguamento ai piani sovraordinati – Piano di Bacino Stralcio Assetto Idrogeologico (P.A.I.) 1 : Tav C5 30.000/5.000
Norme tecniche di attuazione per le previsioni strutturali Elaborato cassato, contenuti riportati nella RI e nelle NTA ‐ Sostituito nel codice da elaborato cartografico Tav C4.3bis Tav C5bis Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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D ‐ Quadro Programmatico D ‐ Quadro Programmatico Tav D1.1.1/2 bis 1 : 15.000/5.000
Tav D1.1.1/2 Carta dei distretti perequativi e delle aree da assoggettare a PUE. Territorio extra‐urbano Tav Carta dei distretti perequativi e delle D1.2.1/2/3/4 aree da assoggettare a PUE. Territorio urbano Tav D2.1.1/2 Aree per l’attuazione diretta. Territorio extra‐urbano Carta dei distretti perequativi e delle aree da assoggettare a PUE. Territorio extra‐urbano Tav D1.2.1/.2/3/4 bis Carta dei distretti perequativi e delle aree da assoggettare a PUE. Territorio urbano Tav D2.1.1/2 bis Aree per l’attuazione diretta. Territorio extra‐urbano 1 : 15.000/5.000
Tav D2.2.1/2/3/4 bis 1 : 2.000 Tav D3.1.1/2 bis Tav D3.2.1/2/3/4 bis Tav D4.1.1/2 bis Tav D5.1.1/2 bis Tav D6.1.1/2 bis Aree per l’attuazione diretta. Territorio urbano Aree per lo standard. Territorio extra‐
urbano Aree per standard. Territorio urbano 1 : 2.000 1 : 15.000 1 : 2.000 Previsioni per la mobilità 1 : 15.000 Categorie d’intervento per complessi 1 : 15.000 storico‐architettonici. Territorio extra‐
urbano Tav Aree per l’attuazione diretta. Territorio D2.2.1/2/3/4 urbano Tav D3.1.1/2 Aree per lo standard. Territorio extra‐
urbano Tav Aree per standard. Territorio urbano D3.2.1/2/3/4
Tav D4.1.1/2 Previsioni per la mobilità Tav D5.1.1/2 Categorie d’intervento per complessi storico‐architettonici. Territorio extra‐
urbano Tav D5.2 Categorie d’intervento per complessi storico‐architettonici. Nucleo antico Tav D6.1.1/2 Zone omogenee ex DM 1444/68. Territorio extra‐urbano Tav Zone omogenee ex DM 1444/68. D6.2.1/2/3/4 Territorio urbano Tav D7.1 Carta sintetico di uso del suolo. Territorio extra‐urbano Tav D7.2.1/2 Carta sintetico di uso del suolo. Territorio urbano Tav D7.3 Carta sintetico di uso del suolo. Territorio urbano 1 : 15.000/5.000
Modifica delle ZTO 1 : 2.000 Modifica delle ZTO 1 : 15.000/5.000
Modifica delle ZTO 1 : 2.000 Modifica delle ZTO 1 : 15.000 Modifica delle ZTO 1 : 2.000 Modifica delle ZTO 1 : 15.000 1 : 15.000 Modifica delle ZTO Modifica delle ZTO 1 : 1.000 Modifica delle ZTO 1 : 15.000 Modifica delle ZTO 1 : 2.000 Modifica delle ZTO 1 : 30.000 Modifica delle ZTO 1 : 5.000 Modifica delle ZTO 1 : 7.000 Modifica delle ZTO Zone omogenee ex DM 1444/68. Territorio extra‐urbano Zone omogenee ex DM 1444/68. Territorio urbano Carta sintetico di uso del suolo. Territorio extra‐urbano Carta sintetico di uso del suolo. Territorio urbano Carta sintetico di uso del suolo. Territorio urbano 1 : 15.000/5.000
1 : 2.000 Tav D8 Norme tecniche di attuazione per le previsioni programmatiche Elaborato cassato, contenuti riportati nelle NTA Tav D9 Regolamento edilizio Tav D9 Regolamento edilizio Confermato con alcuni contenuti riportati anche nelle NTA Tav D10 Calcolo dell'offerta insediativa e computo spazi per servizi e attrezzature Elaborato cassato, contenuti riportati nella RI Tav D6.2.1/2/3/4 bis Tav D7.1bis Tav D7.2.1/2 bis Tav D7.3bis 1 : 30.000 1 : 5.000 1 : 7.000 Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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Elaborati amministrativi 0 Relazione illustrativa Elaborato cassato ‐ i contenuti sono confluiti nella RI NTA Relazione illustrativa (degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011) Norme tecniche di attuazione Nuovo elaborato ‐ contiene norme strutturali ex C5 e norme programmatiche ex D8 F – Valutazione ambientale strategica F Elaborato superato e sostituito da RA, Snt e All RA Snt All Nuovo elaborato Nuovo elaborato Nuovo elaborato RI Rapporto Ambientale Sintesi non tecnica Allegati Valutazione ambientale strategica G – Relazione geologica, indagini e cartografie elaborati grafici G1‐B/G1‐ Carta geologica generale e di dettaglio 1B G – Relazione geologica, indagini e cartografie elaborati grafici 1 : G1 Carta geologica generale e di 25.000/5.000
dettaglio G2‐B/G2‐
1B Carta idrogeologica generale e di dettaglio 1 : G2 25.000/5.000
Carta idrogeologica generale e di 1 : dettaglio 25.000/5.000
G3‐B G4 Carta delle isofreatiche generale Carta idrogeomorfologica generale 1 : 25.000 1 : 25.000 Carta delle isofreatiche generale 1 : 25.000 Carta morfologica generale e di 1 : dettaglio 25.000/5.000
G5‐B/G5‐
1B Carta delle pendenze generale e di dettaglio 1 : G5 25.000/5.000
G6‐B G7/G7‐B Carta clivometrica generale Carta della stabilità idrogeologica generale e di dettaglio 1 : 25.000 G6 1 : G7 25.000/5.000
G8‐B Carta della zonazione sismica o delle Vs30 del centro urbano di dettaglio 1 : 5.000 G8 Carta delle Vs30 del centro urbano di dettaglio 1 : 5.000 G9‐B Carta della ubicazione delle indagini 1 : 25.000 G9 Carta della ubicazione delle indagini 1 : 25.000 G3 G4 1 : 25.000/5.000
Carta delle pendenze generale e di dettaglio 1 : Elaborati aggiornati agli esiti del tavolo tecnico 25.000/5.000
con AdB Carta clivometrica generale 1 : 25.000 Carta della stabilità idrogeologica 1 : generale e di dettaglio 25.000/5.000
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G10‐B Carta delle sezioni litotecniche (N.°2 profili topografici con sezione geologico‐tecnica attraverso la rappresentazione delle prove in sito) G10 N.°2 profili topografici con sezione geologico‐tecnica attraverso la rappresentazione delle prove in sito Allegati A. Esiti sondaggi geognostici (tavole stratimetriche) Allegati A. Esiti sondaggi geognostici (tavole stratimetriche) B. Esiti prove geofisiche C. Esiti prove geotecniche D. Documentazione fotografica B. Esiti prove geofisiche C. Esiti prove geotecniche D. Documentazione fotografica G4‐G7‐
G7B ADEGUAMENTO DEGLI ELABORATI DEL P.U.G. ALLE PERIMETRAZIONI E CONDIZIONI D’USO DEL P.A.I. VIGENTE al 25/11/2013 Integrazione Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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ALLEGATO 2
Verbali della Conferenza di Servizi
ex art. 11, c.10 della L.r. 20/2001
Di seguito si riporta copia dei verbali sottoscritti in occasione dei seguenti incontri, rispetto
ai quali è stata adeguata la presente relazione illustrativa:
Seduta del 09/01/2014
Seduta del 20/01/2014
Seduta del 27/01/2014
Seduta del 30/01/2014
Seduta del 04/02/2014
Nota del Servizio Regionale Ecologia, Ufficio programmazione politiche energetiche VIA e
VAS del 27/01/2014 prot. AOO_089-0000924
Relazione illustrativa degli adempimenti assunti per il recepimento della DGR n.2160/2011 e DGP n.282/2011
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REGIONE PUGLIA
AREA POLITICHE PER LA RIQUALIFICAZIONE, LA TUTELA E LA SICUREZZA
AMBIENTALE E PER L’ATTUAZIONE DELLE OPERE PUBBLICHE
ASSESSORATO ALLA QUALITA’ DELL’AMBIENTE
SERVIZIO ECOLOGIA
UFFICIO PROGRAMMAZIONE POLITICHE ENERGETICHE VIA e VAS
Regione Puglia
Al Sindaco del Comune di San Severo
Via Martiri di Cefalonia
71016 San Severo (FG)
Ecologla
AOO 089
0000924
2710172014
Uscita
—
-
ProtOcOllO:
Regione Puglia
Assessorato alla Qualità del Territorio
Servizio Urbanistica
SEDE
Oggetto: D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii.
Procedura di Valutazione Ambientale Strategica del Piano Urbanistico
Generale del Comune di San Severo Relazione istruttoria.
—
—
Premesso che
In data 10.03.2008 si teneva la prima seduta della Conferenza di copianificazione per la redazione del Piano
Urbanistico Generale (PUG) del Comune di San Severo, nell’ambito della quale venivano consegnati su supporto
informatico gli elaborati redatti unitamente ad una prima versione del Rapporto ambientale.
Con nota prot. n. 6806 dell’08.04.2008, acquisita al prot. del Servizio Ecologia n. 8235 del 05.06.2008, il Comune di
San Severo trasmetteva il verbale della predetta Conferenza di copianiflcazione.
Con nota prot. 11. 13167 del 15.07.2008, acquisita alprot. del Servizio Ecologia n. 10103 del 21 .07.2008, il Comune di
San Severo convocava la seconda seduta della Conferenza di copianificazione per il 24.07.2008.
Con nota prot. n. 10540 del 28.07.2008, l’Ufficio Programmazione, politiche energetiche, VIA e VAS della Regione
Puglia trasmetteva al Comune di San Severo una nota cli carattere generale sulle procedure e sui contenuti della VAS
applicata ai PUG.
Con nota prot. n. 20762 del 16.12.2011, acquisita alprot. del Servizio Ecologia n. 17 del 02.01.2012, il Comune di San
Severo nchiedeva ai progettisti del PUG l’adeguamento della documentazione VAS alle indicazioni espresse nella
nota sopra citata dell’Ufficio Programmazione, politiche energetiche, \TIA e VAS.
Con nota prot. n. 355 del 13.01.2012, l’Ufficio Programmazione, politiche energetiche, VIA e VAS riscontrava la
suddetta nota rappresentando che, sulla base della documentazione agli atti, non risultavano espletate le fasi di
deposito, consultazione e trasmissione degli elaborati del PUG, comprensivi del Rapporto Ambientale, ed invitava
contestualmente il Comune di San Severo al rispetto dei dettami normativi del D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii..
Con nota prot. n. 237 del 20.04.2012, acquisita al prot. del Servizio Ecologia n. 4059 del 21 .05.2012, il Comune di San
Severo comunicava il rinvio della Conferenza di Servizi prevista dall’art. 11, comma 9, della l.r. 20/200lper procedere
con la nelaborazione del Rapporto ambientale.
Con nota prot. n. 102 dell’08.04.2013, acquisita al prot. del Servizio Ecologia n. 3694 del 15.04.2013, il Comune di
San Severo trasmetteva, ai flm del deposito, gli elaborati del PUG comprensivo di Rapporto Ambientale, Sintesi non
Tecnica e tavole conoscitive ai sensi dell’art. 13 del D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii..
Con nota prot. n. 110 del 09.04.2013, acquisita al pmt. del Servizio Ecologia n. 3877 del 18.04.2013, il Comune di San
Severo comunicava agli Enti coinvolti nelle Conferenze di Copianificazione ed all’Ufficio Programmazione, politiche
energetiche, VIA e VAS l’avvio della consultazione prevista dall’art. 14 del D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii..
Con nota prot. n. 120 del 19.04.2013, acquisita al prot. del Servizio Ecologia n. 4353 del 30.04.2013, il Comune di San
Severo comunicava agli enti coinvolti nelle Conferenze di Copianificazione ed all’ Ufficio Programmazione, politiche
energetiche, VIA e VAS la pubblicazione dell’avviso di deposito sul BURP n. 55 del 18.04.2013.
Con nota prot. n. 4163 del 22.04.2013, acquisita al prot. del Servizio Ecologia n. 5901 del 17.06.2013, la Direzione
regionale per i Beni e le Attività Culturali invitava la Soprintendenza per i Beni Archeologici e la Soprintendenza per i
Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Bari, Barletta-Andria-Trani e Foggia a trasmettere le proprie
valutazioni all’autorità procedente ed all’autorità competente.
Con nota prot. n. 241 dell’11.07.2013, acquisita al prot. del Servizio Ecologia n. 12736 del 12.07.2013, il Comune di
San Severo trasmetteva le osservazioni pervenute nel periodo di deposito, considerate non attinenti al profilo
ambientale, ma riferite ad aspetti urbanistici, precisando di non ritenere necessario apportare modifiche al Rapporto
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Ambientale. Con la stessa nota richiedeva l’espressione del parere motivato di VAS previsto dal D.lgs. 152/2006 e
ss.mm.ii..
Con nota prot. n. 9001 del 22.07.2013, acquisita al prot. del Servizio Ecologia n. 8305 del 03.09.2013, la
Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia trasmetteva il proprio contributo nell’ambito della consultazione.
Con nota prot. n. 320 del 10.10.2013, acquisita al prot. n. 9996 del 25.10.2013, il Comune di San Severo sollecitava
l’Ufficio Programmazione, politiche energetiche ai fini dell’espressione del parere motivato.
Con nota prot. n. 335 del 24.10.2013, acquisita al prot. n. del 10725 del 15.11.2013 del Servizio Ecologia, il Comune
di San Severo comunicava all’Autorità competente per la VAS la volontà dell’Ente di ottemperare alle indicazioni
della Soprintendenza in sede di Conferenza dei Servizi (pur essendo la nota della Soprintendenza per i beni
archeologici della Puglia pervenuta oltre il periodo di consultazione).
Con successiva nota prot. n. del 19887 del 13.11.2013, acquisita al prot. n. 11381 del 4.12.2013 del Servizio Ecologia,
il Comune di San Severo convocava una preconferenza per il giorno 2.12.2013 presso l’Assessorato all’Urbanistica
della Regione Puglia.
Considerato che:
Il Piano Urbanistico Generale rientra nella categoria di pianificazione territoriale individuata dall’art. 6, comma 2, lettera a)
del D.lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., e come tale è soggetto a Valutazione Ambientale Strategica. Nell’ambito di tale procedura
sono individuate le seguenti autorità:
• l’Autorità Procedente è il Comune di San Severo;
• l’Autorità Competente è l’Ufficio Programmazione politiche energetiche VIA e VAS, presso il Servizio Ecologia
dell’Assessorato alla Qualità dell’Ambiente della Regione Puglia (Circolare n. 1/2008 ex DGR n. 981 del
13.06.2008);
• l’Otgano competente all’approva’jone è il Consiglio Comunale di San Severo, ai sensi della l.r. 20/2001 e ss.mm.u..
Considerato altresì che:
L’introduzione della procedura di VAS nel processo di formazione del PUG è indicata nella Circolare n. 1/2008
dell’Assessorato regionale all’Assetto del Territorio. Nel caso del Comune di San Severo, il Documento
Programmatico Preliminare è stato approvato con Delibera di Consiglio Comunale n. 73 del 26.07.2005, pertanto si è
provveduto ad elaborare la documentazione VAS durante lo svolgimento dell’unica Conferenza di Copiamficazione
prevista dalla stessa Circolare.
Con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 71 dell’11.l1.2008, il PUG, comprensivo della TAVOLA F
Valutazione Ambientale Strategica, è stato adottato ai sensi della l.r. 20/2001 e ss.mm.ii..
Con Deliberazione n. 2160 del 23.09.2011 (di seguito DGR), la Giunta Regionale ha attestato la non compatibilità del
PUG del Comune di San Severo al DRAG, evidenziando “carenre ed inconeruenre cornt’/essive del PUG del Comune di San
Severo”.
La consultazione con i Soggetti Competenti in materia Ambientale e con il pubblico è avvenuta attraverso le seguenti
modalità.
• Incontro pubblico nel Settembre 2005 sul Documento programmatico preliminare (pag. 61 “Rapporto
ambientale”).
• Svolgimento delle Conferenze di Copianificazione, nelle date 10.03.2008 e 24.07.2008.
• Deposito e pubblicazione ai sensi della l.r. 20/2001 e ss.mm.ii.. del PUG; con successiva Deliberazione n. 48
del 13.07.2010, avente ad oggetto “Piano Urbanistico Generale del Comune di San Severo. Esame delle osservarioni
proposte e determinar/oni in ordine ad esse, ai sensi dei commi 5 e 6 dell’art. 11 della L, 20/200 1”, il Consiglio comunale
ha accolto n. 63 osservazioni, n. 36 in maniera parziale, mentre ne ha rigettate n. 17.
• Deposito e pubblicazione ai sensi dell’art. 14 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii., con avviso pubblico sul BURP
55 del 18.04.2013. Come riportato nella nota prot. n. 241 del 11.07.2013 del Comune di San Severo, sono
pervenute cinque osservazioni durante il periodo di pubblicazione. Esse sono state esaminate dall’Ufficio di
Piano con verbale dell’08.07.2013, recepito successivamente dalla Giunta comunale con Dehbera n. 161 del
10.07.2013:
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•
richiesta di inserire un’area, oggetto di accordo di programma approvato con DPGR n. 452 del
15.05.2006, convenzionata in data 20.09.2006 e dotata di permesso di costruire del 13.02.2008, all’interno
art. 32 delle NTA del PUG approvato con
della “zona Bpl Aree produttive in contesto urbano
Deliberazione di C.C. n. 48 del 13.07.2010” e di precisare che per l’area interessata è possibile procedere
alla realizzazione di manufatti sia artigianali che commerciali;
• n. 2 richieste di “d6jìnire unafascia di rispetto cimiteriale di 100 m adeguando così il limite alle deliberagioni di C.C. ,già
approvate e di r&petto alle iifrastrutture esistenti”;
• richiesta di “dftnire una fascia di rispetto cimiteriale di 100 m adeguando così il limite alle deliberazioni di C.C. <già
approvate e di rispetto alle iefrastrutture esistenti’ e di identificare la parte di terreno residuale di proprietà della
società richiedente, oltre la distanza dei 100 m, come “zona Bp5 Aree a destinazione mista”;
• richiesta per un suolo, ricadente al foglio 23 p.lla 245 inserito nel PUG in “zona C.1.4. NTA del PUG
approvato con deliberazione di C.C. n. 48 del 13.07.2010” di inserire previsioni che consentano anche
attività commerciali e realizzazione di attività artigianali e commerciali;
Comunicazione, con nota prot. n. 110 del 19.04.2013, di avvio delle consultazioni ai Soggetti Competenti in
Materia Ambientale. Risultano espressi i seguenti pareri/contributi:
• con nota prot. n. 9001 del 22.07.2013 la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia ha segnalato:
la necessità di una più adeguata definizione specifica della consistenza del patrimonio archeologico del
territorio comunale, attraverso l’incremento del quadro conoscitivo che nell’attuale configurazione del
PUG appare sostanzialmente limitato alla perimetrazione del nucleo antico, all’individuazione degli
edifici rurali e alla rete tratturale. Il quadro conoscitivo, che deve essere aggiornato per quanto attiene
la Carta dei Beni Culturali e la documentazione nota in letteratura sulle centuriazioni e sulla rete di
viabilità di età romana, deve essere adeguatamente inserito nelle Previsioni programmatiche di assetto
del territorio Categorie d’intervento per i complessi storico-architettonici D5.1 Territorio extra
urbano (elaborato che censisce solo gli edifici rurali e i tratturi). Per queste aree si ritiene indispensabile
prevedere nelle Norme Tecniche di Attuazione del PUG, analoghe e specifiche misure di salvaguardia,
al fine di evitare danneggiamenti al patrimonio culturale;
la necessità di una più adeguata definizione specifica della consistenza del patrimonio archeologico del
nucleo antico e dell’area urbana attraverso l’incremento del quadro conoscitivo al momento solo
parzialmente presente nel quadro conoscitivo AI 8. Il quadro conoscitivo deve essere aggiornato per
quanto attiene sia il nucleo antico che l’area urbana deve essere adeguatamente inserito nelle Previsioni
programmatiche di assetto del territorio Categorie d’intervento per i complessi storico architettonici,
D5.2 Nucleo antico (elaborato dove risultano censiti solo i complessi edilizi storico-architettonici e da
estendersi alle altre segnalazioni archéologiche poste in area urbana);
la necessità di inserire il riferimento nelle NTA del PUG al “Piano comunale dei tratturi” cli San
Severo adeguato al parere della Direzione generale del 13.05.2010 prot. n. 4923 ed approvato con
D.C.C. n. 55 dell’11.l0.2010.
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Nel paragrafo “L ter di formazione del Piano” del “Rapporto Ambientale” (pag. 59 e seguenti) è stato puntualmente e
diffusamente illustrato il percorso di formazione del PUG, nonché sintetizzati i contenuti delle osservazioni
pervenute sul DPP e sul PUG, le controdeduzioni espresse con Deliberazione di CC n. 48 del 13.07.2010. Si riferisce
inoltre dei contributi/pareri espressi dai diversi enti durante l’iter, tra cui la Soprintendenza per i Beni Archeologici,
1’ASL, l’Autorità di Bacino della Puglia, il Settore regionale foreste, l’ANAS, l’Aereonautica Militare. Si segnala inoltre
che:
“con nota prot. n. 12195 del 31.07.2008 il Settore LLPP. della Regione Puglia ha espresso parere favorevole con prescrigioni
sulle previsioni de1PUG di San Severo
• ‘vn Deliberagione della Giunta Provinciale di Foggia n. 282 del 28.09.2011 è stata attestata la non compatibilità del PUG di
San Severo al Piano Temtoriale di Coordinamento Pevvintiale”.
Non risulta di contro pervenuto, come anche segnalato nella DGR, il parere di conformità al PAI da parte
dell’Autorità di Bacino della Puglia.
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Si integri il Rapporto ambientale con un resoconto di sintesi dei contenuti dei pareri pervenuti e con i
relativi esiti emersi in sede di Conferenza dei Servizi.
Di seguito si riportano i principali temi affrontati e le eventuali indicazioni emerse a seguito dell’istruttoria
espletata sul Piano e sulla documentazione trasmessa dal Comune di San Severo con nota prot. n. 102
dell’08.04.2013, acquisita al prot. del Servizio Ecologia n. 3694 del 15.04.2013.
Preliminarmente occorre rilevare che la documentazione VAS e gli elaborati del Quadro Conoscitivo (Tavole da Al A24),
adottati con il PUG, sono stati rielaborati in recepimento della DGR n. 2160/2011 e della DGP n. 282/2011.
Si rammenta che, ai sensi del D.lgs. 152/2006 ss.mm.ii., il Rapporto Ambientale “costituisce parte integrante del
piano”, PERTANTO, si ritiene necessario inserire lo stesso nell’elenco degli elaborati costituivi del PUG (art. 2
delle NTA del PUG Parte Strutturale).
—
a.
Illustrazione dei contenuti e degli obiettivi principali del piano
Nei paragrafi “Illustrar.ione dei contenuti, degli obiettivi princz/iali del piano” e “Coerenza internd’ del “Rapporto ambientale” sono
riportati alcuni aspetti relativi ai contenuti ed agli obiettivi del DPP e del PUG.
Obiettivi
1. soddisfacimento delle esigenze e delle aspettative dei residenti, nonché riqualificazione dell’urbanizzato esistente
mediante la dotazione ed il potenziamento degli standard tipici
• realizzazione di aree residenziali di ampliamento a nord-ovest ed a sud-ovest, a corona dell’attuale edificato;
• ricorso allo strumento perequativo che consente, recuperando spazi, la creazione di servizi interni alle aree del centro
storico e di completamento;
2. miglioramento della viabffità e della mobilità sostenibile interna e periferica per favorire lo sviluppo economico e il
decongestionamento del traffico
• recepimento della programmazione di potenziamento/adeguamento della viabilità extraurbana prevista dai piani
sovraordinati PRT e PTCP senza trasformazioni significative;
• interventi sulla rete ferroviaria di miglioramento e facilitazione nel breve-medio periodo del trasporto su rotaia;
• strategia di riqualificazione e riorganizzazione per la mobilità interna attraverso la costituzione di un nuovo itinerario
anulare di raccordo tra le diverse direttrici del sistema radiale che caratterizza l’ambito urbano;
• progressiva riduzione della quota di spostamenti urbani ed extraurbani su mezzi privati in favore del trasporto
pubblico;
3. creazione di parcheggi in aree strategiche ed al di fiori del nucleo storico
• possibilità di realizzare parcheggi all’interno del nucleo antico sul suolo o anche uno o più piani nel sottosuolo,
purché siano verificate le prescrizioni idrogeologiche;
• ricorso allo strumento perequafivo al fine di aumentare gli standard dedicati ai parcheggi;
4. valorizzazione e tutela del tessuto urbano, nonché maggiore sostenibilità e qualità della vita dei residenti
• restauro/ristrutturazione del nucleo antico tenendo conto delle tipologie degli edifici, salvaguardando gli allineamenti
degli edifici e le decorazioni architettoniche ove presenti. Gli interventi di ristrutturazione edilizia più invasivi sono
scoraggiati, mentre sono incoraggiate le iniziative di tutela e valorizzazione del patrimonio esistente;
• sistemazione degli spazi pubblici piazze ed aree a verde;
• miglioramento del tessuto residenziale secondo il modello dell’isolato mediante la possibilità di ampliamenti, di
sopraelevazioni e di nstrtitturazioni straordinarie con demolizione/ricostruzione conservando gli elementi di
individualità degli edifici;
• ristrutturazione urbanistica dei rioni più degradati e di quelli recenti carenti di servizi;
• riconversione e recupero a fmi edificatori anche con destinazioni differenti delle aree produttive desuete presenti nel
centro urbano per una superficie del 5
O% dell’estensione, mentre la restante parte viene destinata a servizi pubblici.
5. definizione e migliore organizzazione del compatto produttivo
• delocalizzazione delle aree produttive dal centro e completamento delle zone produttive in esercizio, confermandole
e distinguendole in zone diverse, site in direzione sud lungo la SSI 6;
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•
creazione di un poio agroalimentare con funzioni produttive, terziarie e ricettive al fine di costituire un unico
comparto produttivo in continuità con l’area PIP e l’area ASI;
• creazione di un poio produttivo ricettivo commerciale ad Est del territorio urbanizzato in un area libera circoscritta
dall’area cimiteriale da una parte e dello svincolo autostradale dall’altra;
6. salvaguardia e valorizzazione del territorio agricolo
• mdividuazione di tre contesti come invarianti prevedendo la salvaguardia delle coltivazioni agricole specializzate e
pregiate, il recupero dei fabbricati storici a fini agricoli, residenziali, ricettivi;
7. risparmio energetico, l’utilizzo di fonti rimnovabili, la realizzazione di nuovi edifici secondo criteri della sostenibilità.
• inserimento nel nuovo regolamento edilizio di indicazioni e prescrizioni per l’efficientamento degli immobili esistenti
e di nuova edificazione.
Stato attuale della pianificazione comunale e dimensionamento
Per quel che riguarda il dimensionamento, nel RA (pag. 77 e seguenti), sono riportate le seguenti considerazioni.
“Attraverso una serie di analisi rguardanti la popo/ai<ione e lo stato attuale de/patrimonio edilizjo il PUG nella parte strutturale ca/co/a in
3.390 abitazioni i/fabbisogno residenzfi/e, tuttavia nella parte programmatica viene ipotizzata una previsione di rea/izgaione di 4.938 alloggi
da distribuirsi nelle zone Br residenziali (830) e nelle zone Bp non residenziale (40) per un totale di 870 nuovi alloggi con supeij’ìcie media di
120 mq. Nelle aree da assoggettare a PUE i/ PUG prevede a//oggi di supeificie media di 130 mq da realizzarsi in zona Ci (1848), zona C2
(648) zone Di produttive da riqua4/ìcare (383), zone D5 insediamenti terziari e servizi (724), zone TI aree per servizipubb/ici integrate (465).
Questa capacità insediativa dovrebbe soddisfare le eszgene dovute alla presenza sino al 2017 di 25.330 nuovi abitanti. Le esigenze insediative
vengono soddisfatte utilizzando gli interstizi liberi presenti tra i quartieri più recenti in modo da regolariare e compattare la forma urbana ed in
particolare realizzando /e aree residenziali di ampliamento a nord-ovest ed a sud-ovest dell’attua/e ed/ìcato”. Dalla DGR si rileva che “la
capacità insediativa tvmplessivamente prevista da/PUG è individuata in un numero complessivo di abitanti pari a 81.154 unità’
“Per quanto rzguarda le aree a servizi tav. A 17 nella relazione illustrativa rielaborata in recepimento de//a DGR n. 2160/2011 e DGP n.
282/2011 evidenzia che gli standard per l’edilizia residenziale risultano soddisfatti (art.3 DM 1444/68), essi nel loro complesso coprono il
fabbisogno dei 18 mq/ab. In particolare ‘risu/tano sovradimensionati gli spaipubb/iti attrezzati (Pi) e le aree per attrezzature di interesse
comune (P2), mentre sono sottodimensionate le aree destinate a parcheggi (P3) e le aree per l’istruzione (P4)”. Infme ‘gli ipazj destinati ad
attrezzature pubbliche di interesse generale (P5) ri’eultano notevolmente sottodimensionati
Non sono forniti dati inerenti il dimensionamento delle aree produttive, tuttavia dalla DGR si rileva che “i/fabbisogno per
edilizia non residenziale individuato nel PUG Strutturale, è determinato sulla base di ‘esperienze precedenti per comuni di analoghe dimensioni”,
ed è quantificato in 26,00 mq/ab (settore produttivo: 12,00 mq/ab, settore ricettivo: 2,00 mq/ab, settore commerciale: 7,50
mq/ab, settore terziario: 4,50 mq/ab). Il PUG/Programmatico, in rapporto alla popolazione di 81.154 abitanti previsti al
20 7, “individua una capacità insediativa pari a 31,46 mq/ab”.
“.
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Dalla lettura della DGR si rileva quanto segue.
Fabbisogno residenziale
• “non si condividono le previsioni di un incremento della popo/aone al 2017 pari a 25.330 abitanti, atteso che le stesse discendono non
già dajòndate ipotesi di sviluppo e/o dalla proiezione del trend di crescita demografica ma vengono dedotte, a posteriori, dalle previsioni di
nuove residenze
•
“ei rilevano contraddizioni tra previsioni strutturali, ove è indicato un fabbisogno di alloggi pari a n. 3.390, e previsioni programmatiche
ove è indicato un jàbbisogno pari a n. 4.938 alloggi, comportando una maggiore dotazione di n. 1.548 alloggi, per la quale non si
comprendono le ragioni a supporto “i
• “iljàbbisogno residenziale i/’otizzato appare che non tenga nel dovuto conto le avjoni di recupero-riqua4j’ìcaone de/patrimonio edilizia
esistente ancorc/yé enunciato come obiettivo del PUG “;
• “il dimensionamento operato non tiene tvnto anche dei cd. “nuovi insediamenti residenziali da realizzarsi secondo le procedure
dell’arbanizzazione pubblica che, oltre a non esserefisicamente individuati, rinviano a generichefuture necessità
• “non si condivide la individuazione delle nuove aree destinate a “insediamenti speciali” che difatto pervengono alla formazione di “nuova
offtrta residenziale”. come peraltro evidenziato nello stesso PUG alla pag. 6 della Tav. D 10. trattandosi di aree individuate come “Zone
C2 “nelle qua/i, ancorché viene tvnfermata la loro natura di zona agricola, difatto è consentita la realizzazione di nuova residenza’:
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Fabbisogno non residenziale (settore produttivo. ricettivo. commerciale e terziario)
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•
‘Non si condivide la comp lessiva previsione di nuove dotagioni, atteso che le stesse sono espresse in rapporto agli abitanti e non già rispetto
agli addetti e/o alla popolar,jone attiva’: Da ciò “discende il sovradimensionamento del settore produttivo con il conseguente consumo di
temtorio
si segnala “la contraddiiione tra ilparametro di 26,00 mq/ab utilircato nel PUG/S e quello di 31,46 utiliZZato nel PUG/P
le indicaZioni del ‘Piano Comunale dei Tratturi” comportano ulteriori supetfici destinate al settore produttivo (quant/icate nel PUG alla
Tav. n. 10 in mq. 55.000 di SUL) ovvero comportano un ulteriore dimensionamento da considerarsi come “cggiuntivo “a quello indicato
del PUG,
necessità di “un valido dimensionamento” per i settori commerciale e ricettivo.
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Aree ad uso pubblico
• “non si condivide la metodologia applicata atteso che l’analisi della dotar,/one di aree ex arI. 3 ed arI. 4 del D.M. n. 1444/68 va
condotta con rifrrimento a:
• popolazione residente al 2007 e relativi eventualifabbisognipregressi;
• popolazione di progetto al 2017.
Si segnala che nella documentazione VAS non è illustrato e giustificato il dimensionamento del PUG in termini di
quantificazione delle aree da destinare ai nuovi insediamenti di tipo residenziale, produttivo e a servizi. Pertanto il
Rapporto ambientale dovrà essere aggiornato con tali aspetti tenendo altresì’ conto degli esiti della Conferenza
dei Servizi decisoria per ottenere il controllo positivo di compatibilità al DRAG del PUG, ai sensi dell’art. 11
comma 9 della l.r. n. 20/2001 e ss.mm.ii.. Le scelte inerenti il dimensionamento dovranno essere illustrate e
giustificate anche considerando il consumo di suolo quale indicatore di sostenibilità ambientale.
Struttura ed azioni
Il PUG individua i contesti territoriali così come elencati all’art. 5 e definiti nella Parte TI delle NTA del PUG.
Con riferimento all’area extraurbana:
•
l’area parzialmente irrigua posta a nord dell’abitato (contesto del Radicosa)
•
l’area occupata prevalentemente da coltivazioni pregiate tutt’intorno all’abitato (contesto agricolo pregiato
periurbano)
•
l’area irrigua ad alto potenziale agricolo posta ancora più a sud (contesto del Triolo)
Con riferimento all’area urbana:
•
la città antica, ovvero il centro storico e le sue espansioni sette-ottocentesche basate sul modello dell’isolato;
•
la città d’isolato, sorta successivamente secondo il nodello “a blocco” di geometria prevalentemente quadrata;
•
le aree oggetto di interventi pubblici unitari di espansione residenziale e produttiva;
• le aree dismesse o degradate;
• le aree marginali, al confine dell’abitato;
• le aree che costituiscono il sistema del verde, delle attrezzature e/o dei servizi urbani;
Il PUG individua le invarianti strutturali ed infrastrutturali, così come indicati dall’art. 6 e definiti nella Parte Il delle NTA
del PUG.
Con riferimento all’area extraurbana:
• la viabilità primaria, ovvero l’autostrada Al 4 e la Strada Statale 16 con le sue varianti;
• la viabilità secondaria, ovvero il sistema di strade statali e provinciali convergenti sull’abitato;
• la rete ferroviaria;
• il sistema dei tratturi, per la sua parte superstite e/o ancora percepibile;
• la rete idrografica superficiale;
• principali complessi vegetazionali (“presenta contemporanea di almeno 2 dei seguenti elementi di valore vegetaZzonale: specchi
dlicqua e loro vegetaZione matginale, sorgenti, boschi generici, boschi di querce e macchia mediterranea, paludì’).
Si rileva che l’ultimo punto non è presente nell’art. 6 ma è definito nelle Tavole e nella Parte Il delle NTA (art. 7.5).
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Con riferimento alle invarianti identificate quali “principali complessi vegetazionale” si prescrive che venga
identificata come “invariante strutturale e infrastrutturale” il complesso vegetazionale costituito da almeno i
elemento di valore vegetazionale. fermo restando in ogni caso il rispetto della normativa in materia di
conservazione degli habitat e delle specie protette.
Con riferimento all’area urbana:
•
il centro storico di forma ovoidale;
•
la rete stradale ortogonale esterna al centro storico.
Si segnala che nelle Tavole del PUG Parte Strutturale sono altresì localizzati i cigli di scarpata e i filari di alberi (Tavola Ci), e
sono riportate le perimetrazioni del PAI (Tavola C3), le aree destinate a riserva faunistica (Tavola C3) e i complessi di
interesse storico-architettonico complessi edilizi del nucleo antico, edifici rurali e tratturi (Tavola C4).
-
Relativamente alle caratteristiche delle invarianti, strutturali ed infrastrutturali, e dei contesti, nonché della
normativa ad essi applicabile, sono riportate alcune informazioni e considerazioni nel Rapporto ambientale, nel
paragrafo della coerenza esterna (pag. 81 e seguenti), di cui si riferisce in seguito.
Nel RA (pag. 67 e seguenti) è presentato “un quadro sinottico delle princi/ali aree che maggiormente caratteriano il territorio, corredate
da un inquadramento non esaustivo di indici urbanistici e destinazjoni d’uso ammesse”:
•
Complessi d’interesse storico-architettonico
Per i complessi edilizi isolati in territorio extraurbano (Al edifici rurali) sono ammessi interventi edilizi diretti, per
i tratturi sono ammessi interventi finalizzati alla conferma dell’uso agricolo o alla trasformazione per usi ricreativi
e/o sportivi.
•
Complessi edilizi nel nucleo antico A2 (Tavola D5.2)
Sono previste diverse modalità cli intervento a seconda della tipologia (edifici speciali civili e religiosi, chiese,
palazzi, palazzetti plurifamiliari, case con struttura elementare, case cli aggregazione, edifici antichi non residenziali,
edifici di sostituzione su antico sedime, edifici moderni isolati, edifici moderni non residenziali), quali restauro
conservativo ristrutturazione edilizia, con o senza ricostruzione, realizzazione di un secondo livello fuori terra,
demolizione e ricostruzione, anche nell’ambito di un piano attuativo. In alternativa alle modalità d’intervento
esposte, potranno essere previsti piani cli rigenerazione urbana, anche ricorrendo ai criteri della perequazione
urbanistica, con lo scopo di creare nuovi servizi all’interno del centro antico; in questo caso sarà possibile prevedere
la formazione di comparti da sottoporre a PUE.
• Aree per attuazione diretta (zone B di completamento), suddivise in:
Br residenziali (Bn, Bn2, Br3, Br4, Br5, Br6);
Bp produttive (Bpi, Bp2, Bp3, Bp4, Bp5).
Si tratta delle aree urbanizzate a partire da quelle più a ridosso del nucleo antico. La disciplina urbanistica prevede
per queste aree la possibilità di intervenire direttamente e talvolta di procedere in alternativa mediante un piano
esecutivo.
Nelle aree che riguardano la parte di città consolidata (Bn, Br2, Br3 e Br4), è possibile attuare piani di
rigenerazione urbana mediante la redazione di piani urbanistici esecutivi (PUE), i quali potranno prevedere
premialità volumetriche, anche sulla base dell’applicazione delle norme sulla sostenibilità ambientale, sulla
bioedilizia e sul risparmio energetico, nonché l’applicazione della perequazione urbanistica, con lo scopo di creare
nuovi servizi all’interno del centro abitato.
Le aree produttive Bp interessano: zone collocate all’interno del tessuto edificato (Bpl), in ambiti periferici o ai
margini dell’abitato (Bp2) e nella porzione di territorio compresa tra la Via Foggia e la ferrovia (Bp3); aree già
assoggettate a Piano per gli Insediamenti Produttivi ex legge 865/71 lungo Via Foggia (Bp4), l’area appositamente
perimetrata tra Viale Togliatti e Viale 2 Giugno assoggettata a piano attuativo, il villaggio artigianale posto al di là
del fascio ferroviario in direzione del cimitero, assoggettato a piano attuativo e perimetrato, un’area adiacente allo
stesso villaggio artigianale, senza perimetrazione, un’area da edificarsi appositamente penmetrata posta alle spalle
della Stazione ferroviaria oltre il fascio dei bman (Bp5).
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•
Aree da assoggettare a piano urbanistico esecutivo PUE (Tavola Dl .5)
Si tratta delle aree di espansione dell’abitato e degli insediamenti produttivi, da sottoporre a PUE, e le principali
aree di riqualificazione. Rientrano pertanto in qnesta definizione le zone C e le zone D, così come definite dall’art.
2 del DI. 2 aprile 1968, n. 1444.
Nelle zone C, in sede di formazione dei PUE, è possibile prevedere premialità volumetnche, anche sulla base
dell’applicazione delle norme sulla sostenibilità ambientale, sulla bioedilizia e sul risparmio energetico. Tali aree
sono suddivise in Ci, solo residenziali, e C2, per la collocazione di speciali funzioni non individuabdi all’interno
della zona urbana e/o per la collocazioni di funzioni a supporto dello svolgimento dell’attività agricola.
Le zone D interessano: aree originariamente utilizzate per cantine, frantoi o altre attività produttive equivalenti da
riqualificare (Dl), un’area in adiacenza e in continuazione dell’area P.I.P., da utilizzarsi per la formazione di un
nuovo insediamento produttivo (D2), un’area posta alle spalle di Via Foggia, tra il PIP e la città consolidata, da
utilizzarsi per la formazione di un nuovo insediamento a destinazione mista produttiva e commerciale nel settore
agroalimentare (D3), aree in prossimità del casello autostradale di San Severo, da utilizzarsi per la creazione di
nuove strutture a destinazione mista (D4), aree poste ai margini della compagine urbana, da utilizzarsi per funzioni
direzionali, commerciali, ncettive e per servizi e attrezzature di livello urbano e superiore (D5).
Aree destinate alle attività agricole
Si tratta delle aree che il PRG destina all’agricoltura, suddivise in tre zone Ea, Es e Ep (zone E).
Ea Zona agricola di alto valore agronomico nella parte sud del territorio comunale (contesto del Tnolo);
Es Zona agricola di alto valore agronomico a produzione specializzata intorno all’abitato;
Ep Zona agricola di alto valore agronomico, di pregio ambientale e paesaggistico a nord dell’abitato (contesto del
Radicosa).
Per gli interventi diretti la superficie minima colturale dovrà essere di 10.000 mq e 1ff = 0,03 mc/mq.
Nelle Es e nelle Ep sono ammesse, oltre alla destinazione agricola, anche quella residenziale e ncettiva. Inoltre nelle
Es “vanno salvaguardate le biodiversità presenti, valorizzando e mantenendo le formazioni arboree in filare, gli
albeti isolati, le siepi”, nelle Ep “possono essere esercitate solo le attività agricole a basso impatto ambientale, quelle
dell’agricoltura biologica o agricoltura integrata, con categorica esclusione per quelle suscettibili di provocare
fenomeni, anche potenziali, d’inquinamento”.
Aree destinate ai servizi
Sono le aree da destinarsi a servizio dell’organismo urbano, e si dividono in:
• zone F, per le attrezzature pubbliche o di uso pubblico di interesse generale, a scala urbana o
comprensoriale (istruzione superiore, attrezzature sociali, sanitarie ed ospedaliere, Parchi pubblici dì
valenza comprensotiale (Riserva faunistica);
• zone G, per i servizi pubblici o di uso pubblico di interesse locale (istruzione dell’obbligo, attrezzature
d’interesse comune, spazi pubblici a parco, per il gioco e lo sport, parcheggi pubblici;
• zone H, per i servizi pubblici o di uso pubblico con integrazione di altre funzioni (aree interstiziali
originariamente destinate a servizi e non attuate, confermate nella loro destinazione a servizi, integrate
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•
•
e coordinate con funzioni diverse, residenziali e terziarie);
zone I, per le attrezzature pubbliche o di uso pubblico di interesse generale di altra natura (attrezzature
militari o per le forze dell’ordine).
Zone 5 per la viabilità
Aree utilizzate o utilizzabili in futuro per la viabilità, carrabile, pedonale, ciclabile (SI), nonché le aree per la
distribuzione dei carburanti (S2).
Si rileva che tale quadro non contiene riferimenti all’entità delle superfici interessate dalle diverse zonizzazioni, pertanto si
•
ritiene necessario, al fine di valutare il consumo di suolo, esplicitate tale dato almeno per le aree di soggette a
trasformazione (residenziali, produttive e a servizi).
tutto guanto sopra si ritiene necessario integrare il “Rapporto ambientale” esposto. si ritiene
necessario integrare il capitolo relativo a contenuti ed obiettivi del PUG. anche alla luce dei rilievi espressi nella
DGR di non compatibilità e della eventuale rimodulazione del Piano determinata in sede di Conferenza di Servizi
per ottenere il controllo positivo di compatibilità al DRAG del PUG.
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b. Coerenza con normative, piani e programmi vigenti
L’analisi di coerenza esterna contenuta nel Rapporto Ambientale è stata svolta rispetto ai seguenti piani:
•
Piano urbanistico territoriale tematico paesaggio
•
Piano Regionale dei Trasporti
•
Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale
•
Piano stralcio di Assetto Idrogeologico
•
Piano per la Tutela delle Acque
•
Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013
•
Piano Strategico di Area Vasta della Provincia di Foggia
•
Piano energetico ambientale regionale
•
Piano Regionale Rifiuti
•
Piano Provinciale faunistico venatorio 2007-fl 2
•
Piano Regionale Attività Estrattive
Nella sintesi presentata a pag. 87-88 non si rilevano incoerenze, tuttavia nell’analisi sono presenti alcune considerazioni
importanti, come di seguito rappresentate:
•
relativamente al PUTI’/P, si dichiara che “il PUG individua <gli ATE e <gli ATD del PU7T/P tuttavia le NTA del PUG
non rit,ortano norme di tutela per vii ATE e per ATD”. Si segnala che tutte le interferenze fra gli ambiti paesaggistici
tutelati e le previsioni del PUG sono evidenziati mella DGR;
• il Piano Regionale dei Trasporti prevede la reahzzazione della tangenziale est che costituirà il “collegamento tra la
SS. 16 e il casello autostradale o<ggi affidato a viabilità interna alla città”. Inoltre il PRT individua, all’interno del quadro
conoscitivo, l’adeguamento/potenziamento della sede della SP. 109 (ex SS 160) Lucera San Severo (S108) come
intervento già previsto sulla viabilità provinciale;
Nel RA si dichiara che “le previsioni del PUG findizate ad alle<ggerire il traffico mediante la realiv<gazjone della tan<geniale
inte<grano le previsioni del Piano Rggionaie dei Traiporf’, tuttavia nelle tavole del PUG è rappresentata unicamente “la
nuova viabilità di connessione tra il casello autostradak dellA 14 e la SS 16 in corriipondenga della zona industriale ASI in
complanare al tracciato autostrada/e”, come anche in&cato nella NTA Parte Strutturale (art. 11), e non il tracciato a
nord del casello ed il potenziamento della 5P29. Si prescrive che vengano chiaramente e compiutamente trasposte
negli elaborati di Piano le previsioni del Piano Regionale dei Trasporti e che il Rapporto Ambientale espliciti
chiaramente la coerenza delle previsioni del PUG con il Piano Regionale dei Trasporti. Eventuali previsioni di
PUG che “integrano le previsioni del Piano ReL’ionaie dei Trasporti” dovranno essere trattate e valutate in coerenza con
detto strumento di pianificazione regionale sovraardinata.
In relazione al trasporto ferroviario, si rammenta che la stazione ferroviaria di San Severo è considerata dal PRT, in
base alle indicazioni della l.r. 16/2008 (art. 18) come “starjone di valenza re<gionale”. Nel Piano attuativo si prevede “la
realizzazione del secondo fronte della stazione Jèrroviaria ì San Severo e l’adiguamento della viabilità locale direttamente collegata alla
nuova tan<genale per <garantire un elevato livello di accejilità da tutte le direttrici principali a questa stazione che dovrà cvstituire il
terminale settentrionale del servizio firroviario rgionale wloce”. Nel Rapporto ambientale non si riferisce di come il PUG
tenga conto delle previsioni in ambito ferroviario;
• per quel che riguarda il PTCP si dichiara che “il NJG recepisce le rilevanze territoriali e le previsioni individuate nel PTCP”;
tuttavia, sebbene il PUG individui nella parte striturale tav. AlO la stessa ricchezza di elementi identitari segnalata
nelle Tavole B2 del PTCP, “nelle NTA/S il sistea architettonico costituito da masserie, poste. insediamenti della bonifica e
riforma agraria non è inserito come invariante strutturà’k Le N<TA/P riconoscendo valore ai beni di interesse storico architettonico
disciplinano i possibili interventi prevedendo la conservazàne dell’unità stilistica e tipolo<gica. R/rulta perciò necessaria una puntuale
verifìca delle rilevanze antropiche alfine di schedarle e detDninarle nel loro valore storico laddove ancora esistenti, nonché inserirle come
invarùinti nel PUG ed individuare per tàli beni norme £ tutela specifiche a seconda del valore storico-architettonico e dello stato di
conservazjone”. Con riferimento alla coerenza del PUG al PTCP, la Provincia di Foggia. con DGP n. 282 del
28.09.2011 ha attestato la non compatibilità del WJG al PTCP; si prescrive di esplicitare quali siano le modifiche
apportate al Piano volte a superare le rilevate incoenze da parte della Provincia di Foggia al PTCP
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•
•
•
in relazione al Piano stralcio di assetto idrogeologico, nel Rapporto Ambientale si dichiara che “la tavola A2 del
quadro conoscitiva del PUG rzborta le aree individuate dal PAI aggiornato al 04.09.20 12, inoltre rzborta completamente il reticolo
idrqgrafico di supeficie e le aree individuate dal PTCP apotengiak rischio idraulico. Nella stessa tavola sono anche evideniate le aree
a rischio geomofolo,gico individuate sia nel territorio extraurbano che in quello urbano. Per quanto rzguarda la rete idrograJìca è
obiettivo del PUG la tutela della vegetazione riariale riscontrabile lungo gli argini dei torrenti. Gli interventi a fini agricoli non
potranno intaccare tale patrimonio e, ove fosse necessario intervenire, dovranno assicurare l’impianto di specie arboree e/o vegetali in
numero e per consistenZa analoghe a quelle espiantate. Tuttavia il PUG non riborta nelle NTA/P la normativa di tutela contenuta
nelle NTA del PAI riguardante le aree a diverso rischio ed individuando gli interventi consentiti, né individua norme per la
salvaguardia degli argini eper la conservazione della tvndutibilità idrica deL’li alvei alfine di scongiurare i rischi di esondaccioni’ A tal
proposito, come confermato nel “Rapporto ambientale”, non risulta che il PUG abbia ricevuto il parere preventivo
dell’Autorità di Bacino della Puglia;
circa il Piano di tutela delle acque nel “Rapporto ambientale” si riferisce che “il Comune di San Severo comprende aree
vulnerabili da nitrati e aree a vincolo d’uso degli acquftri che si sovrappongono nella parte sud-orientale del temtorio [..]“. Si
segnala che il PTA. per le aree soggette a tutela quantitativa, prevede le misure M.2.1 1. in particolare per l’acquifero
superficiale del Tavoliere. che “ha subito gravi rit,ercussioni in tvnseguenZa dell’attività umana” è necessario “adottare misure
finaliate ad evitare un ulteriore deterioramento dello stato del corbo idrico. Tali misure richiedono una drastica riduv’ione dei prelievi
in atto che avrà un irnt’atto importante sulle attività produttive che dipendono dall’uso ditale risorsa” (All. 14 del PTA);
per quel che riguarda il Piano di Sviluppo Rurale 2007-2013, approvato con DGR n. 148 del 12.02.2008, nel
“Rapporto ambientale” si afferma che “le NTA delle previsioni programmatiche normano gli interventi previsti in ogni area e
prevedono il recupero degli edfìci esistenti con possibile cambio di destinaZione d’uso all’interno del settore agricolo per funcjoni
agriturietiche o per funZioni ricettive legate al settore agrfi-olo quali residenZe rurali, attività di degustazjone del prodotto agroalimentare, tuttavia non promuovono fortemente gli interventi a sut’borto all’uttività agricola e consentono anche quelli connessi alla
realiaone di seconde case o al cambio di destinaZione con attività non strettamente agricole per le aree abbandonate da almeno
cinque anni dall’attività agricola.”
relativamente al Piano strategico di Area Vasta, che “comprende dàrenti aiàni che interessano settori vari quali la mobilità
su rotaia, su gomma e leggera, il completamento e l’udeguamento di infrastrutture nell’urea ASJ, il miglioramento dell’efficienZa ne/l’uso
dell’ucqua nel settore agritvlo, turistico e urbano, il riutiliZZo del patrimonio storicv-culturale per finalità pubbliche o di interesse
collettivo”, nel “Rapporto ambientale” si sottolinea che “il PUG si sviluppa in parallelo a queste aZioni” principalmente nel
miglioramento della viabulità cittadina e nella delocalizzazione delle aree produttive verso sud dell’abitato;
per quel che concerne il Piano Energetico Ambientale Regionale della Regione Puglia (PEAR), che prevede che “gli
strumenti urbanistici guidino l’udojone di criteri costruttivi tali da raggiungere discreti standard di efficienZa energetica”, nel
Rapporto Ambientale si riferisce che “il regolamento ediliZia prevede che tra i requisiti da possedere da parte delle nuove
ed/icav,’jone a sia il risparmio energetico e le successive norme energetico-ambientali presenti nel/Allegato 2 allo stesso regolamento,
prevedono per tutti gli edfìci a destinaZione d’uso residenZiàle o produttivo nuovamente costruiti o integralmente ricostruiti, la
realivaZione di impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, oltre a sistemi di isolamento termico obb4gatori. A
supporto della riduzjone dei consumi energetici il Piano d’u±-cjone comunale per l’mergia sostenibile individua interventi da attuare sugli
edfìci pubblici e privati esistenti e interventi per il la riduv’jone dei carburanti e dellnquinamento da attuare sui mezi motoricati
pubblici.”;
circa il Piano Regionale per la Gestione dei Rifiuti Urbani, nel Rapporto Ambientale si riferisce che “per quanto
rzguarda il problema della raccolta dei rijiuti e della raccolta dàrencJata, il Regolamento edilizjo allArt. 44 c. 6 Requisiti delle
costruZioni prevede che ‘Negli interventi di nuova costruZione O di integrale ristrutturajone ediliZia dovranno essere previsti appositi
locali, di norma accessibili direttamente dalla via pubblica, riservati esclusivamente ai contenitori destinati alla raccolta d/7èrenZiata dei
riJìuti solidi urbani”. A tal proposito si sottolinea che, con Deibera di Consiglio Regionale n. 204 dell’8.102.2013. è
stato approvato definitivamente il PRGRU. del quale il PUG deve tener conto in merito ad eventuali previsioni
impiantistiche che possano interessare il territorio di San Severo. Analoghe considerazioni valgono per il Piano
Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali. approvato con D.G.R. n. 2668 del 28.12.2009;
relativamente al Piano Faunistico Provinciale, che individua, come anche il Piano Faunistico Venatorio Regionale
2009-2014, un’estesa oasi di protezione (circa 3.400 ha) denominata Torre dei Giunchi a nord dell’edificato,
all’interno della quale “è prescritta la cvnservazjone delle componenti naturali che possono favorire la rzbroduZione della /àuna
selvatica”, nel “Rapporto ambientale” si dichiara che “il PUG non prevede particolari i’[FA a salvaguardia delle combonenti
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naturali di tale area caratterimata da agro-ecosistemi di rilevante valore determinato anche dalla presenra dei corsi dlicgua che
attraversano trasversa/mente il territorici Inoltre nel PUG viene proposto lo stralcio di una fascia di territorio dellhisi prospiciente
all’edifitato per destinarla a zona omogenea C (tav. D 6)”;
relativamente al PRAE, nel “Rapporto ambientale” si dichiara che “sul territorio di San Severo la cartografia del PRAE non
individua siti di estraiione attivi, le norme del PUG non citano l’attivitil estrattivd’.
Aila luce di tutto guanto sopra esposto. si ritiene necessario apportare opportune modifiche al Piano, in
particolare alle NTA. al fine di tenere in debito conto e superare le incoerenze sopra rilevate. Si prescrive di
integrare l’analisi di coerenza del PUG a tutti gli strumenti di pianificazione sovraordinata approfondendo
opportunamente l’analisi della coerenza delle azioni del PUG alla azioni previste da tali strumenti.
Si segnala inoltre la necessità di estendere l’analisi di coerenza gli ulteriori strumenti di pianificazione
sovraordinata. tra cui, a titolo di esempio. PPTR (Piano paesaggistico territoriale regionale). PROA (Piano
regionale qualità dell’aria). Piano di sviluppo della rete di trasmissione nazionale dell’energia elettrica.
Si segnala inoltre che devono essere recepite all’interno delle NTA del PUG le previsioni del Regolamento
Regionale 24/2010 in materia di individuazione delle aree non idonee ai fini dell’insediamento degli impianti
FER.
c.
Analisi del contesto ambientale e della sua evoluzione in assenza del piano
Il Comune di San Severo che sorge nell’antica Daunia, ha una superficie di 333,17 km
, si estende al margine settentrionale
2
del Tavohere di Puglia ed ha un’altitudine media sul livello del mare pari a 86 m. L’area è morfologicamente costituita da
colline poco elevate solcate da modesti corsi d’acqua a regime marcatamente torrentizio, caratterizzate da rocce sedimentarie
di origine marina o continentale depositatesi in ambienti e tempi diversi. Il territorio prevalentemente pianeggiante, segue un
andamento altimetricamente decrescente da ovest ad est, mutando progressivamente dalle lievi crespe collinose occidentali
(propaggini del subappennino) alla più regolare piana orientale, in corrispondenza del bacino del Candelaro (pag. 28
“Rapporto ambientale”). Oltre al Candelaro sono torrenti importanti il Triolo, il Salsola ed i canali affluenti in essi. San Severo
costiti.usce un nodo di interrelazione territoriale (per la presenza del nodo ferroviario, per le attrezzature produttive rurali): il
sistema insediativo si sviluppa sulla raggiera di strade che si dipartono dal centro urbano verso il territorio rurale,
caratterizzato dalla presenza di masserie e poderi. Il Censimento dell’agricoltura del 2000 rileva una SAU pari a 29.117 ettari,
pertanto circa l’87° o del territorio, è destinato all’agricoltura. L’agro, scarsamente popolato benché costellato di masserie, è
caratterizzato fondamentalmente da ordinati oliveti, ampi vigneti di diverso tipo e vasti seminativi a frumento. Sono rari i
frutteti, ma non mancano campi coltivati a ortaggi (pag. 7 “Rapporto ambientale”). In effetti, dopo le prime bonifiche del ‘900,
l’intero territorio è stato oggetto di coltivazione grazie all’abbondanza di risorse idriche: attualmente uno dei principali fattori
cardine dell’agricoltura è l’olivicoltura, alla quale sono destinati circa 3.000 ha, con produzione di olio DOP e la viticoltura
con produzione di olio DOC.
Suolo
Geologicamente il basamento dell’area di San Severo è costituito da calcari dolomitici e dolomie stratificate riferibili al
cretacico (150 milioni di anni) del tutto simili a quelli che costituiscono il promontorio del Gargano. Questi calcari,
rinvenibili in loco a oltre 700 m s.l.m. fanno parte dei gradini più bassi del promontorio che per abbassamenti tettonici sono
posti al di sotto dei materiali di copertura del Tavoliere. I litotipi presenti dal più recente al più antico sono:
•
alluvioni recenti ed attuali;
•
alluvioni terrazzate;
•
sabbie giallastre;
•
argille grigio azzurre;
•
terreni di impalcatura (calcari del cretacico).
Per quel che attiene l’uso del suolo dalla consultazione della “Carta di Uso del Suolo” della Regione Puglia, disponibile
all’indirizzo www.sit.puglia.it, si rileva che una porzione significativa del territorio, più prossima al centro urbano, è
interessato dalla presenza di uliveti e vigneti. Sulla base degli elenchi (non esaustivi visto che costituiscono un rilevamento
parziale della totalità degli esemplari), relativi al censimento effettuato ai sensi della l.r. 14/2007 e ss.mm.ii., “Tutela e
valoriazjone de/paesaggio degli ulivi monumentali della Puglia”, di cui alle DGR n. 345/2011, n. 357/2013, n. 1008/2013,
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1417/2913, n. 1557/2013 e n. 2227/2013, nel territorio di San Severo non risultano ulivi monumentali. Si rileva tuttavia che
non è stato presentato un rilievo degli esemplari presenti in corrispondenza delle aree destinate dal PUG a nuovi
insediamenti. PERTANTO SI PRESCRIVE che nella fase di monitoraggio del Piano sia periodicamente previsto un
aggiornamento degli elaborati grafici in cui verranno riportati gli ulivi monumentali eventualmente rilevati nel tempo.
Relativamente ad altri aspetti, nella documentazione VAS si dichiara che:
•
sul territorio di San Severo la cartografia del PRAE non individua siti di estrazione attivi, le norme del PUG non
•
citano l’attività estrattiva (pag. 87);
la carta della vulnerabilità alla desertificazione delle aree del basso Tavoliere di Puglia mostra che tale territorio è
interessato da una vuinerabilità medio-alta alla desertificazione dovuta soprattutto all’intenso sfruttamento agricolo
delle terre dovuta al clima semi-arido (pag. 28).
Acqua
A San Severo l’approvvigionamento idrico è garantito dal’acquedotto del fiume Fortore che si approvvigiona direttamente
/g pari a 215 1 al giorno/abitante.
3
dalla Diga di Occhito. Il consumo, su1a scorta dei dati dell’AQP, risulta pari a 12.000 m
Per quel che riguarda gli usi irrigui sono notevoli i volumi d’acqua erogati dal Consorzio per la bonifica della Capitanata
prelevati dagli invasi di Occhito, Marana-Capaciotti, Osento e San Giusto, a cui si aggiungono gli emungimenti delle acque
sotterranee dai numerosi pozzi realizzati (pozzi Ente irrigazione, pozzi della Cassa del Mezzogiorno, pozzi dell’Acquedotto
pugliese, pozzi di privati), talvolta in regime di abusivismo, che sono causa di compromissione degli equilibri dell’intero
sistema idrico sotterraneo (pag. 22 “Rapporto ambientale”).
In relazione alle acque superficiali, come già segnalato, il territorio di San Severo è contraddistinto dall’abbondanza di risorse
idriche: vi scorrono il torrente Candelaro (70 km), ed i suoi affluenti di destra, il torrente Triolo (50 km) ed il torrente Salsola
(60 km), oltre ai canali Radicosa, Venolo, Ferrante, Santa Maria Potesano. Il torrente Candelaro, in relazione a fatti tettonici,
scorre ai piedi del Gargano in direzione Nord-Ovest Sud-Est in corrispondenza di una faglia instauratasi durante l’emersione
del promontorio: il versante destro è solcato da vari affluenti tra cui i torrenti Triolo, Salsola a loro volta alimentati da altri
subaffluenn. Tutti gli altri torrenti del tavohere che interessano il territorio di San Severo hanno un andamento sub parallelo
con direzione da Sud-Ovest a Nord-Est e presentano un tracciato irregolare. Il carattere torrentizio dei corpi idrici che
attraversano il territorio sanseverino li rende particolarmente pericolosi, essi infatti possono avere deflussi minimali o assenti
durante la stagione secca e diventare vorticosi durante le piogge autunnali determinando esondazioni ed allagamenti anche a
causa del fatto che percorrono aree intensamente coltivate in cui il suolo è facilmente erodibile in caso di eventi meteorici
intensi (pagg. 22-26, 29 “Rapporto ambientale”).
Il torrente Candelaro risulta caratterizzato da una qualità ambientale piuttosto critica, con l’esclusione di piccoli tratti dove si
raggiunge uno stato ambientale appena sufficiente, la restante parte del torrente mostra la quasi totalità dei parametri a livelli
fuori norma o in ogni caso al limite della tollerabilità: alte concentrazioni di sali azotati, valori anomali di BOD5 e COD,
metalli pesanti e non da meno un grande inquinamento di tipo microbiologico esprimono esclusivamente la situazione
ambientale del corso d’acqua. La foce è risultata particolarmente inquinata da batteri fecali del tipo enterococchi intestinali
e/o escherichia coli e da scarichi di altri tipo di inquinanti come prodotti chimici impiegati in agricoltura (pagg. 23-25
“Rapporto ambientale”).
Secondo il PTA il territorio ricade in aree di tutela quantitativa del Tavoliere, formata dalle vI.2. 11 dell’Allegato 14
Programma delle misure.
La rete fognante nera si sviluppa in gran parte lungo le vie interne dell’abitato per una lunghezza pari a 80 km; inoltre, nella
zona P.I.P. è installato un impianto di sollevamento che garantisce il convogliamento dei reflui all’impianto depurativo,
l’impianto di affinamento dei reflui a scopi irrigui è in fase di adeguamento (pag. 23 “Rapporto Ambientale”). Il Comune di San
Severo è dotato di impianto di depurazione, sito in località “Spirito Santo” delle acque avente come recapito finale il
Torrente Candelaro, per il tramite del Canale Principale. Dalla consultazione del PTA (Allegato 14 Programma delle misure
giugno 2009), risulta che per tale impianto di depurazione, dotato di stazione di affmamento esistente da adeguare o in fase
di realizzazione, e dimensionato per circa 88.000 AE (a fronte di un carico generato di 104.227 AE) è previsto un
collettamento. Dalla lettura dell’elaborato contenente le informazioni relative ai dati dei depuratori aggiornati al giugno 2013
all’indirizzo
pugliese
dell’Acquedotto
sito
sul
disponibile
http: / /www.aqp.it/portal/page/portal/\IYAQP/SERVIZI/Servizio%20di%20depurazione si evince che il carico in
ingresso è pari a 79.276 AE. Ove non si sia già provveduto in merito, occorre localizzare negli elaborati progettuali.
l’impianto di depurazione in questione. aggiornando altresì il” Rapporto ambientale” con tali informazioni.
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Il territorio di San Severo, come indicato dalla DGR n. 19 del 23.012007 “Programma dlir<ione per le vane vulnerabili da nitrati
Attuazione della direttiva 91/676/CEE relativa alla protezione delle acque dallnquinamento Provocato da nitrati provenienti da fonti
agricole” che lo inserisce nell’area n. 3 “San Severo”. ospita delle “zone vulnerabili ai nitrati”. Si segnala inoltre che la Regione
Pugha con Delibera di Giunta n. 500 del 22.03.2011 ha preso atto della necessità di procedere al riesame e. ove necessario.
alla revisione del Programma d’Azione Nitrati della Regione Puglia (contestualmente alla verifica della perimetrazione delle
zone vulnerabili da nitrati). come previsto dall’art. 92. comma 8 del D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii (informazioni di maggior
dettaglio
sono
disponibili
sul
portale
ambientale
della
Regione
Puglia
http: / /ambiente.regione.puglia.it/index.php?optioncom content&view=categorv&id=351) e che con successiva Delibera
di Giunta n. 1787 del 1.10.2013 ha provveduto alla Nuova perimetrazione e Designazione delle Zone vulnerabili da Nitrati
di origine agricola.
Si rammenta la vigenza della Delibera di Giunta n. 1787 del 1.10.2013 relativa all’Attuazione Direttiva 2006/118/CE.
Caratterizzazione dei corpi idrici sotterranei ai sensi del D.Lgs. 30/2009. Approvazione “Identificazione” e “Classificazione
di rischio” dei corpi idrici sotterranei della Puglia.
In relazione al trattamento e lo smaltimento delle acque meteoriche si rammenta la necessità di rispettare la normativa
vigente (r.r. n. 26 9.12.2013 “Discitilina delle acque meteoriche di dilavamento e di prima pioggid’ e fino a quando vigenti Linee Guida
del PTA “Distiplina delle acque meteoriche di dilavamento e di prima Piogid’. Decreto del Commissario Delegato n. 282 del
21.11.2003 e Appendice Al al Piano Direttore Decreto del Commissario Delegato n. 191 del 16.06.2002. D.Lgs. 152/2006
e ss.mm.ii.).
Si integri il Piano (elaborati cartografici ed NTA) ed il “Rtitporto ambientale” con gli aspetti evidenziati sopra.
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Aspetti geomorfologici ed idraulici
Il “Rapporto Ambientale” indica che il territorio di San Severo è interessato dalla presenza di cinque aree a pericolosità
idraulica individuate dal Piano stralcio di assetto idrogeologico della Puglia (pagg. 26-27): la prima è un’ampia area localizzata
a Sud-ovest del territorio in prossimità del confine tra i comuni di Torremaggiore e di Lucera interessata dai corsi dei canali
di Santa Maria, Ferrante e dei torrenti Triolo e Salsola; la seconda di dimensioni più ridotte è localizzata al confine con il
Comune di Apricena, generata dalla confluenza dei canali Basanese e Pozzo dei briganti nel Torrente Candelaro, la terza
sempre al confine con il comune di Apricena è generata dalla confluenza del Canale San Martino nel Candelaro, la quarta
area è localizzata al confine con il Comune di Rignano garganico alla confluenza del Canale Venolo nel torrente Triolo, la
quinta è localizzata lungo il corso del torrente Salsola alla confluenza dei canali Derio e Torretta nell’alveo del torrente
Salsola. Si segnala che gli elaborati del PUG non tengono conto del quadro conoscitivo costituito dalla Carta
idrogeomorfologica della Puglia.
Il Rapporto Ambientale dia conto della coerenza tra gli elaborati di PUG e la Carta idrogeomorfologica della Puglia
Il PUG, come riportato nella DGR di attestazione della non compatibilità al DRAG, non ha individuato emergenze
geologiche, geomorfologiche, mentre ha segnalato la presenza di corsi d’acqua, di alcuni “cigli di scarpata naturali” in località
masseria Colavecchia a sud ovest del territorio comunale. In merito a tali emergenze la predetta DGR segnala la necessità di
svolgere opportuni approfondimenti.
Nel Rapporto ambientale si dia conto di come si è tenuto conto di ciò, anche in relazione a quanto emergerà in occasione
della Conferenza dei Servizi.
Inoltre, segnalando che il Piano non ha ricevuto il parere preventivo dell’Autorità di Bacino. gsi evidenzia la necessità che gli
elaborati del PUG ed il Rapporto Ambientale siano aggiornati con le indicazioni e le prescrizioni che dall’AdB verranno
formulate.
Si segnala inoltre la necessità di svolgere approfondimenti e integrazioni al fine di completare il quadro conoscitivo e
normativo relativamente alle aree a rischio per le cavità sotterranee. Si verifichi inoltre se nel territorio di San Severo vi sono
cavità mdividuate dal Catasto grotte dell’Ufficio Parchi e Tutela della Biodiversità della Regione Puglia, disponibili sul
Portale ambientale della Regione Puglia (http://ambiente.regione.puglia.it/) nella sezione denominata “Webgis Parchi”, e
dal Catasto grotte redatto dalla Federazione Speleologica Pugliese consultabile sul sito web http: / /www.catasto.fspuglia.it.
Tale catasto, previsto dalla l.r. 33/2009. è attualmente in fase di redazione nell’ambito dell’Asse IV Linea di intervento 4.4.
Azione 4.4.1. del P0 FESR 2007-2013, pertanto nella fase attuativa del PUG si dovrà tener conto di eventuali
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aggiornamenti.
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Biodiversità, Aree naturali protette
Nel paragrafo “elementi di naturalitd’ del “Rapporto ambientale” si evidenzia che nel territorio di San Severo le aree naturali si
presentano del tutto residuali rispetto alla preponderante attività agricola: attualmente gli unici luoghi caratterizzati da forme
di vegetazione spontanea sono gli alvei fluviali. Il sistema idrografico, infatti, individua un’importante rete di corridoi
ecologici, rilevanti sia da un punto di vista faunistico che vegetazionale.
Nei successivi paragrafi ‘,fiora ipontanea dei coltivi”, “vegetaione de,gli incolti e dei bordi” e ‘/iiund’ si sottolinea che:
• il sistema ambientale da un punto di vista biologico si connota come fortemente semplificato;
•
la flora spontanea nei coltivi, di connotazione prevalentemente infestante, si sviluppa generalmente a ciclo annuale,
negli intervalli tra una coltura e l’altra: alcune di queste sono la calendula e l’ortica, la nicola e la cicoria. Nelle zone
marginali dei coltivi, a bordo strada e negli incolti le specie vegetali ruderali sono prevalenti, sono prevalentemente
erbacee e quasi sempre annuali, a volte perenni, caratterizzate da abbondante produzione di semi facilmente
disseminabili con il vento e organi sotterranei che conservano la vitalità nei periodi avversi cioè quelli sÌccltosl sia
durante l’inverno che durante l’estate.
La DGR segnala che il PUG ha individuato con un simbolo nella relativa cartografia (Tav. Ci, scala 1:30.000) la presenza di
un bosco nella zona sud del territorio comunale, tra le masserie Del Sordo e Casalorda, e di un sito interessato dalla presenza
di querce e macchia mediterranea nella parte nord del territorio comunale, in prossimità della masseria Torre dei Giunchi.
Quest’ultimo appare altresì penmetrato nei nuovi strati conoscitivi prodotti dall’Ente Regione in sede di redazione del
nuovo Piano Paesaggistico Terntoriale Regionale (PPTR) ed in particolare con la ricognizione delle aree tutelate per legge
(art. 142 lettera “g” Decreto legislativo 22 gennaio 2004 n. 42). Nel “Rapporto ambientale” (pagg. 23-24) si specifica che trattasi
di specie forestali quali il cipresso dell’Arizona e sporadici pini spp, aventi più o meno una ventina d’anni per i quali, sulla
base di una serie di motivazioni, “non ti sono le condirjoni naturalistiche e strutturali per considerano bosco”.
Il PU’IT/p invece individua nelle carte tematiche una sola area appartenente alla categoria “boschi e macchie” localizzata ad
est del centro abitato in prossimità della masseria Scoppa e non riconfermata dal PUG e da accertamenti d’ufficio.
Si aggiorni il Rapporto ambientale ed il Piano in esito alle indicazioni della DGR ed alle risultanze della Conferenza dei
Servizi per ottenere il controllo positivo di compatibilità al DRAG del PUG.
Paesaggio, Beni archeologici ed architettonici
Il paesaggio di San Severo rientra nel sistema del mosaico agrario del tavoliere settentrionale, caratterizzato da ordinati
oliveti, ampi vigneti, vasti seminativi a frumento e sporadici frutteti. Si tratta di un’area interessata nel corso dei secoli dalla
presenza antropica, come testimoniano le numerose segnalazioni archeologiche che raccontano degli insediamenti sparsi su
vaste aree con nuclei disordinati di capanne a pianta tondeggiante (pag. 35). La fertilità dei luoghi nota già in epoca romana
ha causato la colonizzazione a cui testimonianza sono rimaste le centuriazioni, reticolo di strade o corsi d’acqua
perpendicolari fra loro che dehmitavano grandi quadrati di terreno solitamente di 720 m di lato (20 actus), chiamati centurie
(pagg. 35-36 “Rapporto ambientale”). Il territorio di San Severo ha ospitato numerose fosse granarie, una modalità di
conservazione del grano tipica della Capitanata: non risulta colmata e ricoperta quella in piazza Carmine, visibile in tutta la
sua profondità, grazie ad una copertura in vetro; altre fosse sono presenti nello spiazzo antitante via De Cicco.
Con la riforma agraria sono comparsi i poderi, della superficie media di 30 ettari, ognuno dotato di fabbricato colonico, di
rustici, di stalla, scuderia, portico, pozzo, concimaia, silo e forno, furono assegnati ad altrettanti capi di famiglie coloniche di
adeguata forza lavorativa (pag. 40 “Rapporto ambientale”).
Tale presenza antropica nelle aree rurali è rappresentata dal PUG, nel tematismo “beni architettonici extraurbani”, contenente
numerosi beni architettonici extraurbani (edifici rurali) e le loro aree di pertinenza, confermando tra questi tutti quelli già
individuati dal PUTT/p. Nella DGR si legge che, in relazione alla categoria “Beni architettonici extraurbani”, il PUTf/p
individua 6 segnalazioni architettoniche nelle seguenti località: Masseria Mollica, Masseria Tabanaro, Masseria Torre dei
Giunchi, Masseria Scoppa, Masseria del Sordo, Masseria Torretta. In merito a tali segnalazioni la DGR ha prescritto di
definire le aree annesse che devono essere dimensionate m funzione della natura e significatività del rapporto esistente tra il
bene e il suo intorno, e di chiarire nelle NTA il regime di tutela a cui devono essere sottoposti tali beni.
Sebbene il PUTT/p abbia individuato nella relativa cartografla tematica 5 “segnalazioni archeologiche”, il PUG Strutturale
di San Severo non individua alcuna zona archeologica nella documentazione trasmessa. A tal proposito nella DGR si
evidenzia la necessità, riguardo ai vincoli archeologici e alle segnalazioni archeologiche, di integrare le tavole con le
informazioni relative a questa categoria opportunamente motivate, anche con riferimento alle 6 aree cartografate nella
ricognizione delle aree tutelate per legge (art. 142 lettera “in”, Dlgs 22 gennaio 2004 n. 42) validata in data 18 gennaio 2010
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dalla direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Puglia e dal Servizio assetto del territorio della Regione
Puglia nell’ambito dell’accordo di copianificazione per l’approvazione del Piano Paesaggistico Territoriale Regionale.
Più in generale come riportato nelle premesse della presente nota, la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia con
nota prot. n. 9001 del 22.07.2013 ha segnalato:
la necessità di una più adeguata definizione specifica della consistenza del patrimonio archeologico del territorio
comunale, attraverso l’incremento del quadro conoscitivo che nell’attuale configurazione del PUG appare
sostanzialmente limitato alla perimetrazione del nucleo antico, all’individuazione degli edifici rurali e alla rete
tratturale. Il quadro conoscitivo, che deve essere aggiornato per quanto attiene la Carta dei Beni Culturali e la
documentazione nota in letteratura sulle centuriazioni e sulla rete di viabilità di età romana, deve essere
adeguatamente inserito nelle Previsioni programmatiche di assetto del territorio Categorie d’intervento per i
complessi storico-architettonici D5.1 Territorio extra-urbano (elaborato che censisce solo gli edifici rurali e i
tratturi). Per queste aree si ritiene indispensabile prevedere nelle Norme Tecniche di Attuazione del PUG, analoghe
e specifiche misure di salvaguardia, al fine di evitare danneggiamenti al patrimonio culturale;
•
la necessità di una più adeguata definizione specifica della consistenza del patrimonio archeologico del nucleo
antico e dell’area urbana attraverso l’incremento del quadro conoscitivo al momento solo parzialmente presente nel
quadro conoscitivo AI 8. Il quadro conoscitivo deve essere aggiornato per quanto attiene sia il nucleo antico che
l’area urbana deve essere adeguatamente inserito nelle Previsioni programmatiche di assetto del territorio
Categorie d’intervento per i complessi storico architettonici, D5.2 Nucleo antico (elaborato dove risultano censiti
solo i complessi edilizi storico-architettonici e da estendersi alle altre segnalazioni archéologiche poste in area
urbana).
Il Comune di San Severo è dotato di Piano comunale dei tratturi, ai sensi della l.r. 29/2003, approvato con Delibera di
Consiglio comunale n. 55 dell’i 1.10.2010 per la quale non è stata effettuata la prevista procedura di valutazione ambientale
strategica. Il territorio sanseverino è attraversato dal seguente sistema tratturale (appartenente alla categoria “Zone
Archeologiche”), individuato dal PUG individua in analogia a quanto già riportato nella cartografie tematiche del PUTT/p:
• Tratturo Braccio Nunziatello-Stignano
• Tratturo Aquila-Foggia
• Tratturo Braccio delle Capre-Fiume Triolo
• Tratturello Foggia-Sannicandro
• Tratturello Ratino-Casone
Per ciò che riguarda il regime di tutela, nella DGR si segnala che il PUG rimanda nell’art. 7.4 delle NTA alla normativa del
PCT. Tuttavia la Soprintendenza per i Beni Archeologici della Puglia, con nota prot. n. 9001 del 22.07.2013, la necessità di
inserire il riferimento nelle NTA del PUG al “Piano comunale dei tratturi” di San Severo adeguato al parere della Direzione
generale del 13.05.2010 prot. n. 4923.
Si prescrive di verificare le incongruenze rilevate dalla Soprintendenza per i beni archeologici della Puglia.
Qualità dell’aria e clima acustico
L’argomento è trattato alle pagg. 17-21 del “Rapporto ambientale” evidenziando che all’interno del territorio di San Severo
sono presenti due centraline di rilevamento site in località Azienda Russo a sud-est del centro abitato ed in località Posta del
Principe a sud-ovest del centro abitato, tuttavia bisogna evidenziare che non tutti gli agenti inquinanti sono monitorati da tali
stazioni, pertanto per l’analisi si fa riferimento alla provincia di Foggia. Secondo il Piano regionale di qualità dell’aria
(PRQA), il territorio di San Severo è classificato come zona traffico e attività produttive C (“Comuni nei quali oltre a emissioni da
traffico auto veicolare, si rileva la presenia di insediamenti produttivi rilevanti. In questa rona ricadono le maggiori aree industriali della re<gione
(Brindisi e Taranto) e llli altri comuni caratterir<rati da siti produttivi impattantì’), in cui trovano attuazione le misure di risanamento
rivolte al comparto della mobilità e le misure per il comparto industriale. Si aggiorni il “Rapporto ambientale” con le indicazioni
contenute nel PROA.
All’interno del confine comunale di San Severo ricade uno stabilimento a rischio di incidente rilevante, che si occupa della
produzione e deposito di esplosivi, così come rilevato dall’inventario regionale degli stabilimenti a rischio di incidente
rilevante, aggiornato al dicembre 2013, con DD. n. 2 del 14.01.2014 del Servizio Rischio Industriale della Regione Puglia.
L’art. 4 del DM 9 maggio 2001 “Requisiti minimi di sicurera in materia dipianfìcarione urbanistica e temoriale per le ryne interessate
da stabilimenti a rischio di incidente rilevante” prescrive che vengano individuate e disciplinate sul territorio le aree da sottoporre a
specifica regolamentazione in funzione delle attività a rischio di incidente rilevante presenti sul territorio comunale.
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Si prescrive che il “Rapporto ambientale” dia evidenza di come all’interno del PUG si sia tenuto conto, secondo le previsioni
dell’art. 14 del D.Lgs. 334/99. della presenza ditale stabilimento a Rischio di Incidente Rilevante.
Nel “Rapporto ambientale” si evidenzia che durante la fase delle osservazioni al DPP è pervenuta la “Rùhiesta di esclusione dal
territorio comunale di centrali termoelettriche, di termovalorigatori, di discariche data la voca,iàne agricola del territorio, ciò sebbene sia in
progetto sulla contrada Ratino una centrale termoelettrica, per la quale si chiede la revoca dell’accordo di programma e la riconversione del suolo ad
uso agricolo” (pag. 60): tuttavia non si dà conto di come nel PUG si sia riscontrato a tale osservazione.
Si integri il “Rapporto ambientale” in tal senso.
Si ritiene necessario, ove non si sia già provveduto in mento, integrare le norme tecniche del PUG con i criteri di risparmio
ed approvvigionamento energetico previsti nella lt. 13/2008. altresì facendo riferimento alla normativa regionale e nazionale
sull’utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili e alla normativa relativa al contenimento dell’inquinamento luminoso (l.r.
15/2015). Per guanto riguarda il clima acustico, non risulta che il Comune di San Severo abbia effettuato la classificazione
acustica del territorio ai sensi dell’art. 6 della 1. 447/95. pertanto si richiama guanto sopra riportato in relazione alle fonti di
emissioni acustiche. rammentando altresì che tale ruolo è svolto altresì dai principali assi stradali presenti.
Energia, fattori fisici e salubrità
Il Comune di San Severo, ha aderito al ‘Patto dei Sindaci’, e pertanto si è dotato di un Piano d’Azione per l’energia
sostembile (PAES) elaborato dopo l’adozione del PUG: in merito il “Rapporto ambientale” suggerisce di “integrarlo nel PUG
ancora in fase di definizione alfine di essere valutato insieme alle trasformav.’,/oni previsti nel Piano e mantenere un equilibrià ragionevole tra
utilizzazione e protezione del temtorio, minimicrando gli impatti negativi sulllimbiente e garantendo un utilivry più razionale ed efficiente delle
risorse garantendone la rinnovabilità” (pag. 56). Nello specifico la creazione di piste ciclabili costituisce una delle previsioni del
PUG dettagliata dall’art. 12 delle NTA per le previsioni strutturali: il “Rapporto ambientale” propone “I nonircaione delle
previsioni dei due Piani alfine di individuare percorsi idonei sia allafruizione del territorio extraurbano includendo il residuo sistema dei tratturi e
sia alla riduzjone dell’uso dei mrvffi motoriati e quindi del traffico e delle emissioni in atmoftra nel centro urbano creando una rete continua che
consenta di raggiungere i luoghipubblici di maggior rilievo della città come ad esempio municibio, ufficio postale, strutture iportive”.
Per l’efficientamento energetico degli edifici il PUG con il Regolamento Titolo I artt. 1-4 norma i sistemi per la riduzione dei
fabbisogni energetici. L’art. 4bis comma 1 delle NTA per le previsioni programmatiche prevede che “Gli interrenti consentiti o
prescritti dal PUG/P devono comunque rispettare le prescrizjoni dei piani di settore in vzgore alla data di adozione del PUG, quali il Piano di
disinquinamento acustico, il Piano Urbano del traffico, ecc.; dettipiani, già operantiper la parte di città esistente, dovranno essere implementati nel
rispetto delle destinazioni urbanistiche e del dimensionamento del PUG medesimo, e in esso integrati”.
Il “Rapporto ambientale” evidenzia che il Comune di San Severo è dotato di diversi piani tematici: Piano per la qualità dell’aria,
Piano per il monitoraggio acustico, Piano per l’inquinamento elettromagnetico, Piano per il commercio; tali piani, in parte
datati, dovranno essere aggiornati ed essere adeguati alle scelte del PUG e potranno costituire il sistema di monitoraggio
delle azioni del Piano. Nella sezione “Piano per il monitoraggio” del “Rapporto ambientale” si evidenzia che con Deibera di
Giunta comunale n. 290 del 21.11.2012 è stato avviato l’adeguamento dei seguenti piani: Piano energetico, Piano acustico,
Piano delle vibrazioni, Piano del’inquinamento elettromagnetico, Piano del traffico, Piano dell’inquinamento luminoso,
Piano dell’inquinamento atmosferico, Piano del verde.
Data la notevole numerosità dei predetti strumenti di pianificazione di settore (di cui occorre riportare gli estremi
dell’adozione e dell’eventuale approvazione) appare importante effettuare una ricognizione complessiva degli stessi
esplicitando le interrelazioni con il PUG in oggetto specificando come quest’ultimo ha recepito le indicazioni dei predetti
piani settoriali e come essi dovranno recepire le indicazioni dello stesso.
Diverse osservazioni, nell’ambito della consultazione prevista dalla VAS, hanno avuto come oggetto la richiesta di ridefinire
la fascia di rispetto cimiteriale: a tal proposito si rammenta la necessità che il PUG rispetti la normativa vigente volta a
garantire il rispetto della salute e della sicurezza pubblica. Si dia conto di ciò nel “Rat’t’orto ambientale”.
Si rammenta la vigenza del testo unico delle leggi sanitarie e del D.M. 5 settembre 1994 in relazione all’eventuale presenza di
industrie insalubri sul territorio sanseverino.
Rifiuti
Nel “Rapporto ambientale” si evidenzia che la produzione dei rifiuti di San Severo nel 2011 è stata pari a 24.067,20 tonnellate
di cui 8.807,85 finiscono nella raccolta differenziata che risulta così pari al 36
%. La raccolta differenziata nel 2011 risulta
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superiore al 2010, il trend si mantiene positivo anche nel 2012 attestando si la percentuale di raccolta differenziata su valori
più elevati, in confronto al 2011 e cioè pari a circa il 46
% quindi in più rispetto all’anno precedente.
Si aggiornino le informazioni con i dati più recenti resi disponibili dal Servizio Regionale Rifiuti e Bonifiche
(http: / /www.riflutiebonifica.puglia.it). Inoltre, come già esposto al paragrafo b “Coerenza con normative, piani e prqgrammi
vigenti” della presente nota si rammenta che il PUG deve tener conto di eventuali previsioni impiantistiche di cui al Piano
Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani ed al Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali.
d. Descrizione degli obiettivi di sostenibilità ambientale
Gli obiettivi del PUG sono riportati alle pagg. 79-80 del “Rapporto ambientale” associati alle azioni del PUG che
contribuiscono alla realizzazione degli stessi. Nel capitolo relativo al monitoraggio si esplicitino gli indicatori prescelti per il
monitoraggio delle singoli azioni di piano.
e. Analisi degli effetti ambientali e misure di mitigazione
Gli eventuali effetti negativi derivanti dall’attuazione del PUG e le misure per impedirli, ridurli e compensarli nel modo più
completo possibile, sono così individuati dal “Rapporto ambi.entale” (pag. 91):
•
considerato che il problema principale delle aree agricole contermini all’edificato è la costante mancanza di aree
tampone che mitighino gli effetti negativi delle strade, delle attività produttive, delle residenza, si può prevedere
come limite di confine della città una fascia alberata con specie autoctone con funzione di mitigazione paesaggistica
e connessione ecologica tra territorio trasformato e non, al fine di proteggere le aree agricole che rimangono fuori.
Si propone inoltre, a confine con l’edificato ed in adiacenza alla nuova strada che circonderà e racchiuderà la fascia
omogenea C, una pista ciclabile ad anello che si connetta con il sistema tratturale presente e con i percorsi che
verranno previsti afl’mterno del tessuto urbanizzato;
•
considerato che il territorio agricolo è quello che maggiormente risente degli effetti dell’attuazione del Piano
dovrebbe essere vietata la possibilità di realizzare nuove edificazioni non finalizzata alle attività agricole e
considerato che il territorio è disseminato di vecchie costruzioni della riforma agraria o dell’ONC si potrebbero
individuare degli incentivi per le ristrutturazioni di tali fabbricati a cui potrebbe attribuirsi la destinazione
residenziale o ricettiva (albergo diffuso);
•
il PUG prevede di allocare nella fascia periurbana, classificata come zona omogenea C, le aree di espansione
dell’edificato ed i servizi. Una riorganizzazione degli spazi potrebbe prevedere la realizzazione di spazi verdi e
strutture ricreativo-sportive a servizio del tessuto urbanizzato a fine di ridurre il disturbo sulle aree agricole
contermini;
• il Regolamento edihzio non prevede indicazioni riguardanti le specie consentite per il verde privato di nuovo
impianto, perciò sarebbe opportuno specificare specie idonee al contesto cittadino e appartenenti alla categoria di
piante autoctone per ottenere un verde climaticaniente adatto ai luoghi di impianto ed in armonia con il contesto
extraurbano.
Tali misure di mitigazione vengano recepite dal PUG. anche nelle NTA: si integri il “Rapporto ambientale” esphcitando le
modalità con cui le misure di mitigazione proposte sono state recepite dal Piano.
A completamento di tali indicazioni si ritiene necessario inserire quanto previsto dalla normativa vigente, anche regionale, in
materia di tutela delle acque (misure del PTA). disciplina degli scarichi (RR n. 26/20 1 1). sistemi di riutilizzo delle acque
ineteoriche (Linee Guida del PTA “Distit’lina delle acque ,we/eoriche di dilavamento e di prima pio.ggid’) e politiche di risparmio
idrico. nonché in materia di inquinamento acustico.
f. Sintesi delle ragioni della scelta delle alternative iadividuate
Al momento il “Rapporto ambientale” non è corredato dalla valutazione delle alternative: si rammenta a tal proposito che la
valutazione delle alternative, nonché la sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individua/e e una descrizione di come è stata
i/fettuata la valutaiione, è uno dei contenuti principali dd percorso di VAS, di cui è necessario dare atto anche nella
Dichiarazione di Sintesi prevista dall’art. 17 del D.Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.
Pertanto nel Rapporto Ambientale Definitivo dovrà essere inserita:
RR
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Via delle Magnolie.6/8 70026 Modugno Z.I.
Tel. 080 540434-4/6850 Fa’ 080 5406853/4388 emaiL uftiio asi/regionepueIiait [email protected]
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/l4,” //
REGIONE PUGLIA
AREA POLITICHE PER LA RIQUALIFICAZIONE, LA TUTELA E LA SICUREZZA
AMBIENTALE E PER L’ATFUAZIONE DELLE OPERE PUBBLICHE
ASSESSORATO ALLA QUALITA’ DELL’AMBIENTE
SERVIZIO ECOLOGIA
UFFICIO PROGRAMMAZIONE POLITICHE ENERGETICHE VIA e VAS
-
-
l’evoluzione del Piano nel corso dell’iter di formazione (confronto, dal punto di vista della sostenibilità ambientale.
tra il Piano adottato, il Piano emendato dopo le osservazioni, e tutte le eventuali rimodulazioni in sede di
Conferenza di Servizi)
analisi delle scelte effettuate in merito a particolari aspetti. in particolare dimensionamento e localizzazione di
attività che influenzano in maniera consistente l’assetto del piano, per esempio le problematiche legate alle aree
destinate ad attività produttive.
g. Monitoraggio e indicatori
L’art. 10 della Direttiva 2001/42/CE prevede che gli Stati membri controllino gli (fJ’tti ambientali sign/ìcativi dell’attuaz/one dei
piani e dei prqgrammi alfine, tra l’altro, di individuare tempestivamente gli ‘JJitti negativi imprevisti e essere in grado di adottare le misure
correttive che ritengono opportune. La descrivjone delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali stgnficativi
derivanti dall’attuazione delpiano o programma proposto è espressamente indicata al punto i) dell’Allegato I del D.Lgs. 152/2006 e
ss.mm.u. come una delle informazioni da fornire nel Rapporto Ambientale.
Nel paragrafo “Piano di monitoraggio” del “Rapporto ambientale” è presentato l’elenco di indicaton, aggiornati rispetto al
Rapporto Ambientale DPP giugno 2009, suddivisi fr “indicatori di qualitì ambientale (modello PSR) e diprestazjone” e correlati ai
criteri di sostenibilità ambientale secondo la tabella a pag. 37.
Si rileva che tali indicatori non sono stati contestualizzati per il territorio comunale, anche utilizzando i dati disponibili nel
quadro conoscitivo del PUG. e non è stata esplicitata la metodologia di popolamento. esplicitando in particolare quali
indicatori sono popolabili con i dati reperibili dagli strumenti attuativi del PUG (Piani Urbanistici Esecutivi o interventi
-
diretti).
Relativamente al programma di monitoraggio. non è riportata alcuna indicazione riguardo ruoli e responsabilità, rapporti di
monitoraggio. e meccanismi e/o strumenti per la fase attuativa finalizzati alla messa a disposizione dei dati utili al
popolamento. sussistenza delle risorse necessarie per la realizzazione e gestione del monitoraggio.
Pertanto, si ritiene necessario integrare il Rapporto Ambientale Definitivo in tal senso.
h. Sintesi non Tecnica
Il “Rapporto Ambientale” è corredato della Sintesi non Tecnica secondo quanto prescritto dall’Allegato VI del D.lgs. 152/2006
e ss.mm.ii che dovrà essere integrata ed ampliata in esito alla Conferenza dei Servizi ai fin del conseguimento del controllo
positivo di compatibilità al DRAG.
In conclusione, tutto quanto innanzi detto costituisce il risultato dell’attività tecnico-istruttoria effettuata
dall’Autorità competente per la VAS relativamente al Piano Urbanistico Generale di San Severo, così come
trasmesso dal Comune di San Severo con nota prot. n. 102 dell’08.04.2013, acquisita al prot. del Servizio Ecologia
n. 3694 del 15.04.2013. Tale istruttoria viene trasmessa all’Autorità procedente nell’ambito della Conferenza di
Servizi convocata ai sensi dell’art. 11 della l.r. 20/2001 e ss.mm.ii. ai fini del conseguimento del controllo positivo
di compatibilità al DRAG.
Si rappresenta che la presente istruttoria potrà subire modifiche e/o integrazioni in funzione degli
approfondimenti emersi nella Conferenza dei Servizi di cui alla l.r. 20/2001 e ss.mm.ii.. L’Autorità competente per
la VAS esprimerà il proprio parere motivato ai sensi dell’art. 15 del D.lgs 152/2006 e ss.mm.ii. agli esiti della
suddetta Conferenza.
La Dirigente dell’Ufficio Programmaone,
Politiche Energetich
e T/AS
(Ing. aterin
ibitonro)
Il Fung/onario istruttore
($ig. Rossana Racioppi)
RR
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Via delle Magnolie, 6/8 70026 Modugno il.
Tel. 080 5404344/6850 Fax 080 5406853/4388 email: ufflcio.as(reione.puiliai1 [email protected]
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