Editoriale - Acp Italia
Transcript
Editoriale - Acp Italia
ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 1992 Editoriale Gianni Sulprizio Oltre un anno fa, nel Maggio del 1991, i partecipanti al II Congresso italiano della Associazione dell'Approccio Centrato sulla Persona ricevettero, con il materiale documentativo del Convegno, anche il numero unico con cui la Rivista, sotto forma di progetto, si presentava al pubblico. Come nel ripetersi di un rituale celebrativo, anche questa volta la rivista coglie come momento di avvio l'occasione del nuovo Convegno dell'Associazione, che si svolge a Roma nei giorni 4, 5 e 6 Dicembre 1992. Ma il progetto nei mesi ha preso forma e il libro che ora voi state leggendo è effettivamente il primo numero, in una forma editoriale abbastanza stabilizzata, della Rivista di Studi Rogersiani che, noi speriamo con la collaborazione di molti, vi accompagnerà negli anni futuri. Chi ha letto l'articolo di presentazione del numero unico realizzato per il Congresso dell'anno passato ricorderà che già allora erano state definite le "linee guida" che, sia sul piano formale che su quello dei contenuti, avrebbero fornito lo schema di riferimento per l'attuazione del progetto. Queste linee guida sono state confermate; in alcuni casi sono state arricchite. In particolare ci si è resi conto che era possibile, senza alterare l'impostazione ideologica della Rivista, allargare le sue finalità iniziali, che erano quelle di essere uno strumento di collegamento tra operatori di una stessa scuola, a quelle di essere una area di confronto, di valutazione e di analisi di idee e di soluzioni teoriche ed operative, allargata al confronto con il contesto più generale della Psicologia italiana ed internazionale. 1 ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 1992 Il progetto è chiaramente ambizioso. Poiché, come sempre accade in queste situazioni, a fronte di grandi idee ci si deve misurare con risorse limitate, delle scelte operative si sono rese indispensabili. Nel vagliare tali scelte operative abbiamo deciso di privilegiare al massimo un obiettivo, che vorremmo potesse diventare un standard per la nostra attività: l'obiettivo della Qualità. Abbiamo così sacrificato per questo obiettivo alcune idee entusiasmanti: la possibilità di uscire a cadenza ravvicinata (la Rivista avrà cadenza semestrale); la possibilità di aprire un elevato numero di rubriche, che avrebbero portato le pagine stampate ad un numero tale da non consentire a poche persone di gestirle al meglio. Sulla strada della Qualità gli strumenti informatici ci sono di grande aiuto: tuttavia non possono sostituire le persone al livello dei contenuti. Perché un progetto di Qualità abbia speranze di successo è quindi necessario che tutte le persone che opereranno nell'ambito del progetto Rivista, la Direzione, i Redattori, coloro che cureranno la veste editoriale, ma anche i collaboratori che proporranno i loro elaborati e le persone che forniranno materiale documentativo, riconoscano la necessità di darsi un obiettivo di Qualità personale. E' un obiettivo faticoso, che comporta spesso la necessità di modificare il proprio approccio ai problemi inserendo nei nostri processi mentali una componente sistemica, ed io so bene quanto questa modifica possa risultare faticosa se non dolorosa per molti di noi rogersiani. Un primo impegno nella strada della realizzazione di un progetto di Qualità è senz'altro il rispetto delle norme finalizzate a regolare la fornitura degli elaborati, e che troverete alla fine della Rivista. L'impegno alla Qualità, secondo le teorie attualmente riconosciute si propone alcuni obiettivi primati: 1. Riduzione degli errori, delle approssimazioni e delle manchevolezze; rispetto delle regole concordate e formalizzate. Questo obiettivo ha come ricaduta una minore fatica realizzativa, il rispetto delle scadenze e maggiore serenità nel lavoro realizzativo. 2. Miglioramento del risultato finale in termini di funzionalità e di aderenza alle esigenze dell'utente. Questo obiettivo comporta una più autorevole e riconosciuta presenza in un contesto allargato e una maggiore possibilità di successo. 3. Riduzione dei costi interni di progettazione e produzione, intesi anche in senso non monetizzabile (delusione, frustrazione, affaticamento, stress). E' stato per me molto significativo scoprire, lavorando a contatto con i rappresentanti e i responsabili di altre scuole psicoterapeutiche nei mesi passati, quanto sia forte l'esigenza di attuare degli standard di Qualità anche all'interno del mondo della Psicologia. Ogni persona ha convenuto sulla necessità di definire e attuare un progetto di Qualità finalizzato principalmente al riconoscimento e al rispetto delle richieste degli utenti. 2 ACP – Rivista di Studi Rogersiani - 1992 Il concetto di Qualità Totale nacque anni fa nel campo dell'industria ed aveva come obiettivo di aumentare il profitto. Tuttavia, al di là delle previsioni, e forse a causa della alta significatività dei suoi principi teoretici generali, è stato rilevato da operatori in altri contesti e oggi, mediante un'opera di alta rielaborazione, tende ad identificarsi nell'idea generale che: un lavoro ben fatto implica un elevato rispetto delle esigenze dei partecipanti ed ha come conseguenza effetti rilevanti sui risultati con costi ridotti. Tale enunciazione, quasi tautologica nella sua semplicità, può però diventare un nido di problemi di dimensioni considerevoli in contesti complessi. L'attuazione di un progetto di Qualità sembra poi un'impresa ancora più ardua se commisurata con la situazione politica e sociale che caratterizza oggi il nostro paese. Tuttavia nell'approccio rogersiano esistono già i concetti base che possono servire per definire un "piano di azione" personale. In questa ottica è molto interessante la lettura dell'intervista a Rogers che troverete nelle pagine di questa Rivista. L'impegno alla Qualità nella Rivista è in prima istanza un nostro impegno. Poiché siamo consapevoli dell'alto livello di richiesta che facciamo ci piacerebbe essere noi dei modelli per voi riguardo a questo modo di affrontare i problemi e a fornire le soluzioni. Non sappiamo ancora in quale misura sapremo fare questo. Così per aiutarci e per aiutarvi, nei prossimi numeri apriremo un'area di analisi e confronto sui concetti di Qualità e di Qualità Totale, con obiettivo di diffondere conoscenza sul problema a livello generale e studiare la sua applicabilità all'interno del nostro contesto di Facilitatori, Terapeuti, Consulenti, Operatori nelle Relazioni di Aiuto. Sostenuto dalla gioia e dal conforto di essere insieme a voi sulla strada di un meraviglioso progetto comune, auguro a voi tutti che ci leggerete, a coloro che hanno collaborato e collaboreranno per migliorare la Rivista, alle persone con cui ho avuto la fortuna di lavorare per realizzare questo numero e (perché no?) a me stesso, tutto il bene e la fortuna possibili. Per la Redazione Gianni Sulprizio 3