COMUNICATO STAMPA LICEO CLASSICO PIETRO GIANNONE

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COMUNICATO STAMPA LICEO CLASSICO PIETRO GIANNONE
COMUNICATO STAMPA
LICEO CLASSICO PIETRO GIANNONE
Saranno le ormai tradizionali “letture del Giannone alla
città” a chiudere le giornate giannoniane edizione 20132014, il 24 maggio prossimo. E, dal momento che al
centro del progetto biennale, portato avanti dal liceo
“Giannone” e dal DEMM dell’università del Sannio, è
stato il lavoro, sarà proprio questa la tematica alla quale
si ispireranno i brani letti, nei vari luoghi-simbolo della
città, da tutte le classi del liceo e da un nutrito drappello
di ex alunni ed ex alunne dello storico istituto di piazza
Risorgimento guidato da Norma Pedicini.
L’esperienza partì, alcuni anni fa, con la lettura pubblica
di canti della Commedia dantesca, proseguì con i classici
greci e, in occasione del bicentenario del liceo, con scritti
significativi sull’educazione e sulla scuola. Nel 2011,
infine, argomento delle letture fu l’unità politica
dell’Italia. Dopo un biennio di pausa, quest’anno è di
turno il lavoro, un tema che, vista la drammaticità della
situazione italiana, pone prepotentemente una serie di
questioni e di domande alle quali una scuola dove ragazzi
e ragazze, certo, si confrontano quotidianamente con i
classici ma che non ritiene di essere una torre d’avorio,
non può eludere. Ed ecco, dunque, in fila, l’apertura di
un laboratorio di ricerche sul campo a trecentosessanta
gradi, le giornate di studi, iniziate nel 2013 con la
partecipazione di studiosi provenienti da tutt’Italia,
l’incontro, nel gennaio scorso, con Susanna Camusso e,
infine, venerdì 23 e sabato 24 prossimi, la proiezione del
documentario di Valentina Pedicini, “Dal profondo”,
vincitore del primo premio al festival del cinema di
Roma, una nuova sessione di studi (“Lavoro, città e
letteratura, gli spazi del racconto e della memoria”, con
relazioni di Amerigo Ciervo, Gaetano Cantone, Rossella
Del Prete e Augusto Ciuffetti, direttore della rivista
Patrimonio industriale e la presentazione del terzo
numero della rivista del liceo Api ingegnose) e, in
conclusione, quella sorta di rito laico celebrato lungo il
centro storico di Benevento. Saranno letti brani (o poesie)
di Verga, Mastronardi, Calvino, Ottieri, Marx, Philip
Roth, Calvino, Bianciardi, Sereni, Erri De Luca, Pasolini,
Volponi, Pennacchi, Nigro, Fortini, Weil, Pagliarani,
Parise, Abate, Avallone, Primo Levi, Guerrazzi, Viviani,
Brugnaro, Guillén, Corti, Buccini, Di Ruscio, Argentino.
Bernari e Rea. Come si vede, quasi tutti autori del XX
secolo. Da segnalare la lettura di un canto di lavoro
dell’alto Tammaro raccolto dal compianto Diodoro
Cocca: una scelta che, da un lato, intende eliminare ogni
tipo di barriere tra la “cultura alta” e la cosiddetta
“cultura popolare” e, dall’altra, un modo ricordare lo
straordinario docente scomparso. I luoghi coinvolti:
piazza Matteotti, lo spazio antistante la prefettura,
l’ingresso di piazzetta Vari, l’arco di Traiano, piazza
Papiniano, palazzo Paolo V, lo spiazzo della chiesa di San
Bartolomeo, piazza Roma, l’Hortus conclusus, piazza
Castello e la Rocca dei Rettori. In ognuno di questi
luoghi si alterneranno, con una scansione temporale di
trenta minuti, tre classi, a partire dalle 18 fino alle 19.30.
Ogni classe si avvarrà della partecipazione di un ex
alunno o un ex alunna. Leggeranno il vicesindaco Del
Vecchio, l’ex dirigente scolastica del liceo, Crisci, il
presidente e il vicepresidente dell’associazione I
giannoniani, Cantone e Maffeo, l’ex provveditore agli
studi Mario Pedicini, il magistrato Simonetta Rotili, i
giornalisti Carlo Panella e Enza Nunziato e un nutrito
gruppo di ex giannoniani/e: Linda Ocone, Giulia Falato,
Emilio Spiniello, Elide Apice, Melania Petriello, Isabella
Pedicini, Giovanna Lobina, Rosa Razzano, Antonio
Tretola, Assunta Maria Berruti, Silvana Francesca,
Gaetano Vessichelli, Stefania Sannini, Annalisa De
Mercurio, Ennio Cavuoto, Emi Martignetti, Emilia
Tartaglia Polcini, e Natalie Rossi.
Alle 19.45, infine, tutti nel cortile del “Giannone” per il
gran finale: letture da Omero, Esiodo, Virgilio, Cicerone,
Platone. Un po’ come ritornare alle radici della nostra
civiltà, simbolicamente rappresentate dal luogo
istituzionalmente deputato a studiarle, conservarle e
rivitalizzarle.