Alopecia areata: risultati clinici insperati

Transcript

Alopecia areata: risultati clinici insperati
Gennaio 2006
MEDICINA 13
IN-FORMAFIRENZEcittà
n DERMATOLOGIA
NoiperVoi
Alopecia areata:
risultati clinici insperati
NUOVE ATTIVITÀ
DI SUPPORTO PER
I BAMBINI DEL MEYER
Niente più creme o farmaci, grazie al Laser ad Eccimeri, solo sedute di pochi secondi
Alcune malattie della pelle
non sono contagiose e non
predispongono a gravi patologie ma possono condizionare
la vita di chi ne è affetto,
creando importanti disagi.
Questo vale soprattutto per
patologie
localizzate in zone visibili, che
finiscono per rappresentare
un problema non solo clinico
ma anche psicologico ed
estetico. Una delle malattie
cutanee con queste caratteristiche è sicuramente l’alopecia areata, una diffusa ed
invalidante patologia cutanea
che colpisce in particolare il
cuoio capelluto. Si tratta di
una malattia poco conosciuta
e sottostimata per i gravi
problemi relazionali che può
creare in chi ne è affetto. In
questo numero e nel prossimo affronteremo il tema dell’alopecia areata presentando
un’innovativa ed efficace
terapia adesso disponibile: il
Laser ad Eccimeri. L’alopecia
areata è una malattia conosciuta fin dall’antichità, è stata
infatti descritta per la prima
volta da Cornelio Celso nel
30 D.C., anche se il termine è
stato usato originariamente da
Sauvage nel 1760.
È una patologia cronica
infiammatoria che colpisce
i follicoli piliferi e talvolta le
unghie, interessa circa l’1-2 %
della popolazione mondiale,
non fa distinzione di sesso ed
insorge soprattutto nei giovani
adulti. Clinicamente si caratterizza per la comparsa, spesso
improvvisa, di una o più chiazze prive di capelli e/o di peli.
Le chiazze possono avere una
forma tondeggiante od ovale
ed un diametro compreso fra
pochi millimetri e molti centimetri. Le aree prive di peli
insorgono soprattutto a livello
del cuoio capelluto (le regioni
temporali ed occipitali sono le
più colpite) ma possono essere interessate anche altre sedi
corporee, come la barba negli
uomini, le sopracciglia, le
ciglia e gli altri peli del corpo.
Curiosamente i capelli bianchi
sono risparmiati dalla malattia
che infatti sembra prediligere
maggiormente i soggetti
con capelli scuri. Nel 3% dei
soggetti la caduta dei capelli
interessa la zona occipitale,
caratterizzando la forma “ofiasica” che è particolarmente
resistente alle terapie.
A causa dell’estendersi delle
chiazze l’alopecia può diventare totale, se interessa tutto il
cuoio capelluto e, in rari casi,
universale, se colpisce i peli
di tutto il corpo. Talvolta l’alopecia areata si presenta senza
le tipiche chiazze localizzate
ma sottoforma di una perdita
diffusa dei capelli, simulando
un “Telogen
effluvium”; in questo caso si
parla di alopecia areata “incognita” o diffusa. La cute delle
chiazze alopeciche è generalmente di colore bianco, con
superficie liscia, mentre alla
periferia sono presenti i
caratteristici peli a “punto
esclamativo”. Si tratta di peli
tronchi a circa 3 mm dell’ostio
follicolare che cadono in 1-2
settimane e dipendono da
un’alterazione transitoria del
processo di cheratinizzazione
del
follicolo. È importante esaminare attentamente i capelli
alla periferia delle chiazze. Se
possono essere asportati facilmente con una lieve trazione,
ci si può attendere un ulteriore allargamento delle lesioni;
se invece sono resistenti il
processo può avere già rallentato la sua progressione.
Le cause dell’alopecia sono
molteplici e non del tutto
conosciute anche se probabilmente esiste una predisposizione genetica. Questa malattia può essere scatenata e/o
aggravata da diversi fattori
quali: stress psico-fisico, infezioni virali, disturbi tiroidei e
diabete. La malattia è il risultato di un’azione patogena autoimmunitaria, non ben identificata, sulle cellule del follicolo
pilifero, che gravemente danneggiate, cessano di replicarsi, causando così la caduta dei
peli. È frequente osservare
la comparsa improvvisa di
una o più chiazze di alopecia
dopo eventi stressanti acuti o
stati cronici di affaticamento
psicofisico. Si ipotizza che
lo stress possa innescare il
rilascio, a livello centrale, di
particolari sostanze chimiche
in grado d’innescare una
risposta autoimmunitaria nei
confronti dei peli, causandone
così la caduta. La presenza di
questa invalidante malattia
crea, a sua volta, uno stato di
tensione che può essere responsabile del mantenimento
e/o del peggioramento del
quadro clinico. L’evoluzione
della cosiddetta area Celsi è
imprevedibile e varia da un
individuo all’altro. Infatti, può
regredire spontaneamente (in
questo caso i primi capelli che
ricrescono sono bianchi e sottili) oppure possono comparire nuove chiazze in altre sedi,
ed ancora si può osservare la
confluenza e/o l’allargamento
delle
lesioni preesistenti.
La prognosi è condizionata
da numerosi fattori quali:
età d’insorgenza, presenza
di familiarità, durata della
malattia, estensione delle
chiazze, risposta a precedenti
trattamenti e associazione con
atopia o malattie autoimmuni.
Gli adulti che hanno solo una
o due chiazze di alopecia
hanno la prognosi migliore.
Al contrario la malattia è più
ostica e resistente quando
insorge nei bambini, se è presente da più
di un anno, se ha colpito la
regione occipitale e se è rapidamente progredita verso una
forma di alopecia totale o universale. Nelle persone colpite
da alopecia areata bisogna
considerare
attentamente
l’impatto
psicologico causato dall’improvvisa caduta dei capelli.
Questo impone l’immediato
intervento terapeutico, pur
nella consapevolezza che
nessuna terapia è risolutiva
nel 100% dei casi e soprattutto che non si può escludere
la possibilità di recidiva. La
scelta del trattamento dipende
sostanzialmente dall’età del
paziente e dalla gravità del
quadro clinico. Nelle forme
circoscritte le terapie tradizionali prevedono l’utilizzo
dei corticoisteroidi per uso
topico, oppure, se l’area da
trattare non è troppo vasta,
per infiltrazione intralesionale. Questa terapia però, pur
dando buoni risultati clinici,
deve essere protratta per lungo tempo, potendo causare la
comparsa di atrofia cutanea.
Un’altra scelta è il minoxidil
per uso locale al 5% da solo
o in associazione al corticosteroide. Nelle forme più
estese si dimostrano efficaci
le terapie immunostimolanti e
sensibilizzanti in cui si utilizza
il dibutilestere dell’acido squarico (SADBE), che applicato
sul cuoio capelluto provoca
la comparsa di una dermatite
allergica da contatto. Questa
cura, però provoca spesso
fastidiosi effetti collaterali,
come la comparsa di un eczema diffuso con vescicolazione e l’ingrossamento dei
linfonodi regionali. Nei casi
più gravi e/o estesi si ricorre
a terapie sistemiche a base di
immunodepressori come la
Ciclopsorina A ed i cortisonici
per via intramuscolare o alla
fototerapia con raggi UVA
associati all’assunzione di
fotosensibilizzanti (psoraleni).
Queste terapie danno risultati
clinici discreti ma possono
esporre a numerosi problemi
quali: gravi recidive dopo la
loro sospensione, nefropatie,
cancerogenesi,
epatopatie
etc. Poiché nessuna terapia
è risolutiva nella globalità dei
casi e non potendo escludere
il rischio di una recidiva (l’alopecia areata sembra avere una
predisposizione genetica), si è
cercato di trovare una cura
che avesse le seguenti caratteristiche: efficacia, rapida
ricomparsa dei peli, facile e
veloce esecuzione, azione mirata sulle chiazze senza
coinvolgimento della cute
sana e degli organi interni e
sicurezza. Oggi queste esigenze terapeutiche possono
essere raggiunte con l’avvento della terapia con Laser ad
Eccimeri. È stato infatti ideato
e costruito il primo laser ad
eccimeri di uso dermatologico (XTRAC-ULTRA, USA)
per la fototerapia mirata delle
patologie cutanee. Si tratta di
un laser ad eccimeri simile ai
sistemi usati in oculistica per
la correzione della vista, ma
a differenza di essi emette la
particolare lunghezza d’onda
di 308 nm, che è la banda
UVB ideale, per efficacia e
sicurezza, per il trattamento di
numerose malattie della pelle.
Il raggio viene rilasciato sottoforma di impulsi di brevissima
durata ed altissima intensità,
attraverso un particolare
manipolo che consente di
agire solo sulla cute priva di
peli. Il rilascio di alte energie
con tempi di esposizione
brevissimi, induce il suicidio
(apoptosi) delle cellule (linfociti T citotossici) responsabili
della distruzione dei follicoli
piliferi. Questo consente una
rapida moltiplicazione delle
cellule pilifere sopravvissute
nella chiazza alopecica, stimolando così la progressiva
ricrescita dei
peli e dei capelli. Tutto questo dopo alcune sedute di
pochi secondi, senza bisogno
di applicare creme, assumere
farmaci e senza coinvolgere
la cute sana, circostante le
lesioni. Siamo di fronte ad una
terapia destinata a modificare
profondamente la cura di
questa invalidante malattia,
aprendo la strada a risultati
clinici insperati solo fino a
pochi mesi fa. Nella prossima
puntata descriveremo in modo
dettagliato il funzionamento e
le principali caratteristiche
della laser fototerapia, presentando i numerosi vantaggi
e gli eccellenti risultati clinici
che il laser ad eccimeri mette
oggi a disposizione del malato
di alopecia areata.
dott. Maurizio Bellini
specialista in dermatologia
via Torcicoda, 27 - Firenze
[email protected]
http:// www.studioagape.com
FONDAZIONEANT
Al Florida Concerto di musica swing e jazz
Il Teatro Cantiere Florida di via Pisana ospita, martedì 17 gennaio un concerto di musica Jazz e Swing, con ricavato destinato alla Fondazione ANT. In
occasione dell’annuale manifestazione
organizzata dal Lions Club Fiesole per
l’ANT, si esibirà sul palco del Florida la
Brizzi Big Band. Il gruppo, diretto
dal Maestro Leonardo Rossi, è composto da 4 vocalist, 4 trombe, 3 tromboni, 5 sax, pianoforte, chitarra, contrabbasso o basso elettrico, batteria e
precedente11
percussioni. Il repertorio è costituito da
brani jazz, latino-americani, salsa-cubana, tango e musica italiana. Da Count
Basie, a Stan Kenton, Glen Miller, Tehelonius Monk, Miles Davis, Luigi Tenco,
Astor Piazzolla, Jobim, P.F.M., Manhattan Transfers.
Nell’intervallo del concerto sarà offerto
agli ospiti un light cocktail con la collaborazione dell’Istituto Alberghiero Saffi. Per avere informazioni sulla serata ed
acquistare i biglietti tel. 0555000210.
I fondi raccolti con l’iniziativa serviranno
a sostenere l’Hospice Domiciliare Oncologico (HOD-ANT) di Firenze-PratoPistoia: 6 medici, un infermiere ed una
psicologa che assistono gratuitamente,
a domicilio, i malati di tumore residenti
nelle tre Province.
Livia Seravalli
tel. 0555000210 Fax. 055579722 livia.ser
[email protected] www.antfirenze.com/
www.antitalia.org
Affrontare una malattia, specialmente in età infantile non
è assolutamente facile, e questo lo sappiamo. Quello che
non sappiamo è che possiamo offrire tutto il nostro aiuto
ai bambini affetti da forme di tumori e leucemie, pur non
essendo medici qualificati. Basta soltanto un po’ di cuore
per aderire all’iniziativa proposta dall’Associazione Noi per
Voi Genitori contro le leucemie ed i tumori infantili-Onlus.
L’Associazione, che ha sede presso l’Ospedale Meyer,
ricerca nuovi volontari per varie attività di supporto ai
bambini affetti da tumore ed alle loro famiglie. Per coloro
che aderiscono alla proposta di volontariato è previsto un
corso di formazione che partirà a febbraio.
Per informazioni ed iscrizioni al corso: inviare una
mail alla dott.ssa Paggetti, psicologa all’indirizzo
[email protected]
Società di Osteoporosi
MARIA LUISA BRANDI
NUOVO PRESIDENTE
DELLA SIOMMMS
La professoressa Maria Luisa Brandi è il nuovo presidente
della SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del
metabolismo minerale e delle malattie dello scheletro),
l’associazione che con oltre mille specialisti presiede un
settore di crescente complessità e importanza sia dal
punto di vista clinico che scientifico. Si pensi che in Italia i
soli malati di osteoporosi sono ben 5 milioni.
Già vicepresidente, la professoressa Brandi è stata
eletta dal consiglio direttivo ed è una delle pochissime
italiane chiamate a presiedere un’associazione scientifica.
Fiorentina, docente di endocrinologia all’Università di
Firenze, esperta di genetica e di malattie del metabolismo,
è una studiosa di fama internazionale. A Careggi ha
realizzato, tra l’altro, un centro specialistico tra i più
importanti del nostro paese. Teorica della prevenzione
attraverso l’alimentazione, ha condotto nei mesi scorsi
una ricerca sulla refezione scolastica in alcuni istituti
di Firenze ed ha elaborato un progetto che la Regione
Toscana ha fatto proprio e che sarà presto realizzato su
larga scala.
Laureata in medicina a Firenze, la prof. Brandi si è
formata al National Institute of Health di Bethesda
(Usa), lavorando per lunghi anni a fianco di Gerald
Aurbach, lo scienziato più volte candidato al Nobel per
la scoperta di un ormone con funzioni assai importanti
nel metabolismo delle ossa. Con Aurbach ha condotto
ricerche d’avanguardia per tutta la seconda metà degli
anni Ottanta, fino al rientro in Italia.
“Un ritorno di cervelli invece di una fuga”, ricorda,
“Peccato che l’Italia faccia poi poco per favorire questi
ritorni. Invece di aiutare queste persone ad inserirsi il
sistema, la burocrazia sembra far di tutto per ostacolarle e
mortificarle”.
“Benché colpisca soprattutto le persone in età e le donne
dopo la menopausa – spiega - l’osteoporosi è a tutti gli
effetti una malattia pediatrica. Nel senso che occorre
cominciare a prevenirla fin da bambini, con una corretta
alimentazione ricca delle necessarie quantità di calcio,
senza il quale le ossa crescono deboli ed esposte alla
malattia”.
Raggruppando intorno a sé un’équipe di giovani medici
e ricercatori, a partire dagli anni Novanta la prof. Brandi
ha creato a Careggi una struttura oggi considerata tra le
prime in Italia. “Ho lavorato con una doppia impostazione
– spiega - l’altissima specializzazione da un lato e dall’altro
importando il metodo americano secondo il quale il
medico deve anche saper fare ricerca. Prima a Firenze non
c’era niente, nel senso che i pazienti erano costretti ad
andare a curarsi altrove. Oggi vengono da fuori a curarsi
qui da noi”.
Grazie anche a queste attività, da due anni l’Università di
Firenze può vantare un master sulle malattie metaboliche
dell’osso. È il primo al mondo e copre tutto il percorso
dalla genetica alla terapia.
successiva13