Resoconto consiliare n. 113 - Consiglio regionale FVG

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Resoconto consiliare n. 113 - Consiglio regionale FVG
REGIONE AUTONOMA
FRIULI VENEZIA GIULIA
CONSIGLIO REGIONALE
ATTI CONSILIARI
DELL’ASSEMBLEA
IX LEGISLATURA
Seduta n. 113 del 19 aprile 2005 - antimeridiana
- (113) 3 -
Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
113.
SEDUTA DI MARTEDÌ 19 APRILE 2005
ANTIMERIDIANA
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TESINI
INDI
DEL VICEPRESIDENTE MONAI
INDICE
PAG.
PAG.
Sul processo verbale ......................................... 5-52
PRESIDENTE ....................................... 28-29-30
DEGANO .........................................................29
CANCIANI.......................................................29
IACOP, Assessore regionale per le relazioni
internazionali, comunitarie e per le autonomie
locali .................................................................30
Congedi....................................................................5
Disegno di legge (Annunzio ed assegnazione alla
competente Commissione) ..................................5
Interrogazioni (Annunzio di risposte scritte) ..........5
Interrogazioni ed interpellanze (Annunzio)...........5
Interrogazioni ed interpellanze (Svolgimento) ......7
PRESIDENTE .................7-9-10-12-16-18-21-23
ASQUINI........................................................ 7-8
MORETTON, Assessore regionale all'ambiente,
ai lavori pubblici e alla protezione civile ..........8
............................................................... 10-11-13
RITOSSA ........................... 9-10-11-12-16-19-21
IACOP, Assessore regionale per le relazioni
internazionali, comunitarie e per le autonomie
locali .................................................17-19-22-24
BATTELLINO ...................................... 18-22-23
FASAN .............................................................24
Commemorazione del Sommo Pontefice e dell’ex
consigliere Claudio Tonel...............................26
PRESIDENTE ..................................................26
Mozione: “Finanziamento della politica di
coesione europea” (62) (Discussione).............28
Mozione: “Legittima difesa: è necessario tutelare
i cittadini apportando le necessarie modifiche
al Codice Penale” (35) (Discussione)..............30
PRESIDENTE .............30-33-36-40-41-44-45-47
VENIER-ROMANO................................... 30-46
FERONE..................................................... 33-44
ALZETTA ............................................. 33-44-45
BLASONI ................................................... 34-36
RITOSSA..........................................................36
CIANI ...............................................................37
FRANZ .............................................................38
FASAN .............................................................39
TRAVANUT ....................................................40
FRANZIL .........................................................41
CAMBER .........................................................42
DE ANGELIS...................................................43
VIOLINO..........................................................44
TONUTTI.........................................................45
GOTTARDO ....................................................45
IACOP, Assessore regionale per le relazioni
internazionali, comunitarie e per le autonomie
locali .................................................................46
VOTAZIONI PER APPELLO NOMINALE ...47
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
PAG.
PAG.
Per fatto personale ...............................................48
PRESIDENTE ..................................................48
BLASONI.........................................................48
Risposta
dell’assessore
regionale
all’organizzazione, al personale e ai sistemi
informativi, Pecol Cominotto, all’interrogazione
con richiesta di risposta scritta n. 181 del
consigliere Ritossa ............................................53
Disegno di legge: “Integrazioni e modifiche
all’articolo 4 della legge regionale 5 agosto
2004, n. 22 concernente “Tutela e
valorizzazione dei locali storici”” (105)
(Discussione ed approvazione)i........................48
PRESIDENTE ............................................ 49-50
VENIER-ROMANO, Relatore.........................49
PECOL COMINOTTO, Assessore regionale
all'organizzazione, al personale e ai sistemi
informativi ........................................................50
Votazione per l’elezione di tre componenti
effettivi e di due supplenti nel Collegio dei
Revisori contabili dell’Agenzia regionale per
la protezione dell’ambiente - ARPA - (L.R.
6/98 - art. 8) .....................................................50
Ordine del giorno della prossima seduta............52
ALLEGATO
Relazione scritta a disegno di legge:
Relazione del Relatore Venier-Romano sul
disegno di legge n. 105 .....................................53
Risposte scritte ad interrogazioni:
Risposta dell’assessore regionale al lavoro,
all’università
e
alla
ricerca,
Cosolini,
all’interrogazione con richiesta di risposta scritta
n. 168 della consigliera Guerra .........................54
Risposta del Presidente della Regione, Illy, ai
sensi dell’articolo 103, comma 4 del
Regolamento, all’interrogazione orale n. 143 del
consigliere Dressi..............................................55
Risposta del Presidente della Regione, Illy, ai
sensi dell’articolo 103, comma 4 del
Regolamento, all’interrogazione orale n. 429 del
consigliere Camber ...........................................56
Risposta del Presidente della Regione, Illy, ai
sensi dell’articolo 103, comma 4 del
Regolamento, all’interrogazione orale n. 481 del
consigliere Ferone.............................................57
Risposta del Presidente della Regione, Illy, ai
sensi dell’articolo 103, comma 4 del
Regolamento, all’interrogazione orale n. 579 del
consigliere Camber ...........................................58
Interrogazioni ed interpellanze annunziate........59
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TESINI
La seduta inizia alle ore 10.07.
PRESIDENTE.
Dichiaro
aperta
la
centotredicesima
seduta
del
Consiglio
regionale.
Sul processo verbale
PRESIDENTE. Informo che sono a
disposizione dei Consiglieri alcune copie del
processo verbale della seduta n. 111 e che, se
non saranno state sollevate eccezioni nel corso
della seduta odierna, il verbale stesso sarà
considerato approvato.
Congedi
PRESIDENTE. Comunico che ha chiesto
congedo per la seduta antimeridiana, il
consigliere Malattia.
(Il congedo è concesso)
Annunzio di disegno di legge ed
assegnazione alla competente
Commissione
PRESIDENTE. Comunico, inoltre, ai sensi
dell’articolo 46 del Regolamento, che è
pervenuto alla Presidenza il seguente disegno
di legge:
“Sistema integrato dei servizi di sviluppo
agricolo e rurale - SISSI” (125), che è stato
assegnato alla competente Commissione.
Annunzio di risposte scritte ad
interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che l’assessore
all’organizzazione, al personale e ai servizi
informativi, Pecol Cominotto, ha fornito
risposta scritta alla seguente interrogazione:
(I.S. n. 181: Ritossa)
“La nomina di Damjan Primozic
componente del Consiglio d’Amministrazione
dell’ATER di Gorizia è compatibile con quella
rivestita come dipendente regionale?”;
che l’assessore al lavoro, alla formazione,
all’Università e alla ricerca Cosolini, ha fornito
risposta scritta alla seguente interrogazione:
(I.S. n. 168: Guerra)
“Formazione
professionale:
tutelare
maggiormente i cittadini dalle truffe”.
Comunico che, ai sensi dell’articolo 103,
comma 4, del Regolamento interno del
Consiglio regionale, il Presidente della
Regione, Illy, ha fornito risposta scritta alle
seguenti interrogazioni a risposta orale:
(I.O. n. 13: Dressi)
“Internet regionale”
(I.O. n. 429: Camber)
“La
Giunta
regionale
presenta
il
conferimento dell’incarico di ricerca sulla
competitività della Regione alla Monitor
Group. Alle notizie, alle informazioni ed alla
distribuzione della documentazione viene
invitata ufficialmente solo la stampa”
(I.O. n. 481: Ferone)
“Ex centro balneare della Polizia di Stato di
Muggia (TS)”
(I.O. n. 579: Camber)
“Rinnovo delle convenzioni con le Agenzie
di stampa ai fini del servizio di raccolta e
diffusione delle informazioni di interesse
regionale”.
I testi delle risposte saranno riportati in
allegato al presente resoconto.
Annunzio di interrogazioni ed interpellanze
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PRESIDENTE. Comunico che sono
pervenute alla Presidenza la seguente
interrogazione a risposta scritta:
Ritossa: “Trenitalia” (193);
le seguenti interrogazioni a risposta orale:
Ferone: “Contributi alle emittenti televisive
locali” (688)
Follegot ed altri: “A28: a quando il
completamento” (689)
Asquini: “Interrogazione su regolarità
nell’approvazione dello Statuto del Comune di
Aquileia” (674)
Blasoni: “Il Regolamento previsto dalla
legge regionale 24/2004 non è ancora stato
approvato dalla Giunta: a Udine la situazione
dell’assistenza familiare e delle badanti è
sempre più grave!” (690)
Panontin: “Cartolarizzazione: no alle corsie
preferenziali” (675)
De Angelis: “Cementificio di Fanna (PN)”
(691)
Salvador: “Percorsi ciclabili e fibre ottiche”
(676)
Dressi: “Stato di “missione permanente” di
una giornalista in forza alla Redazione di
Udine dell’Agenzia Regione Cronache, al
Centro di produzione televisiva regionale con
sede a Trieste” (692)
Salvador:
(677)
“Convenzione
Poste-Regione”
Špacapan: “Indennità per
lavorative in due lingue” (678)
prestazioni
Menis: “Salvataggio in Val Rosandra,
dov’era l’elisoccorso Regione?” (679)
Violino: “I requisiti per il conferimento
dell’incarico di Direttore del Servizio bonifica
e irrigazione” (693)
Dressi: “Quanto ci costa la comunicazione
di Illy?” (694)
Ciriani:
“In
merito
all’ulteriore
assegnazione di un incarico al Sig. Riccardo
Breveglieri” (680)
Ferone: “Intitolazione Aeroporto Ronchi dei
Legionari” (695)
Asquini: “Finanziamenti ad AGRAPROMO
e partecipazione a VINITALY” (681)
Ferone: “Caserma Carabinieri Basiliano
(UD)” (696)
Franz: “Ritardi nella consegna ai cittadini
del Bollettino Ufficiale della Regione” (682)
Asquini: “In materia di attivazione di
laboratori per l’attività di panificazione” (697)
Gherghetta: “Sulla realizzazione del Centro
di permanenza temporanea a Gradisca
d’Isonzo” (683)
Violino: “Perché caffè triestino ma non
acqua friulana?” (698)
Ferone: “Frana nel Comune di Ovaro (UD)”
(684)
Ciriani: “Perché la Regione ha abbandonato
Giro del Friuli per dilettanti?” (685)
Pedicini: “Quale verità sulla diga di
Ravedis?” (686)
Camber: “Interrogazione su sottoscrizione
di contratto di lavoro giornaliero” (687)
Zorzini: “Piani di protezione civile in caso
di incidente nucleare al porto di Trieste” (699);
nonché le seguenti interpellanze:
Menosso, Travanut: “Sull’inquinamento
atmosferico e acustico nella Z.I.U. e nelle aree
limitrofe” (336)
Ritossa: “Conseguenze della sentenza TAR
Friuli Venezia Giulia n. 50/2005 a favore della
Slovenska Gospodarsko Prosvetna Skupnost -
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Comunità
(337)
Economico
Culturale
Slovena”
Gottardo ed altri: ““Progetto di portale
intranet regionale: una comunità che lavora.”:
solo uno slogan?” (338)
Špacapan: “Un assistente sociale che opera
nei Comuni del Carso deve o no parlare anche
lo sloveno?” (339)
Metz: “Decadenza dei vincoli istituiti con la
variante n. 66 al piano regolatore del Comune
di Trieste” (340).
I relativi testi saranno riportati in allegato al
presente resoconto.
Interrogazioni e svolgimento di
interpellanze
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, al punto
n. 1 dell’ordine del giorno, che prevede lo
svolgimento
di
interrogazioni
e
di
interpellanze.
Do lettura dell’interpellanza n. 226 del
consigliere Asquini, iscritta all’ordine del
giorno:
“Premesso che in data odierna è iniziata la
raccolta delle richieste per i mutui prima casa;
premesso che per tali richieste può
determinarsi essenziale anche l’ora di
presentazione della domanda per accedere al
finanziamento e che molti cittadini sono in
attesa sin dalle prime ore della mattinata;
atteso che, in mattinata, la situazione di
deposito delle domande attraverso gli istituti di
credito è risultata assolutamente difficile, a
causa, pare, dell’intasamento delle linee
telematiche e che tale problematica può aver
compromesso “il momento” reale di
presentazione agli sportelli e di deposito
dell’atto;
atteso, altresì, che solo una esigua parte
delle domande ha potuto essere depositata
informaticamente,
nonostante
moltissimi
tentativi da parte dei diversi istituti di credito
che venivano pressati dai cittadini in attesa agli
sportelli;
tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interpella il Presidente della Regione e
l’Assessore competente per sapere quanto
segue:
1. se e quali criteri verranno adottati per
tutelare la posizione dei cittadini che, pur
presentatisi alle banche in mattinata per
effettuare la domanda di contributo, non hanno
potuto depositarla;
2. se le domande depositate avranno sicuro
accesso al finanziamento o se possono essere
poste
a
“rischio-ricorso”
da
parte,
eventualmente, di chi non è materialmente
riuscito a depositare la propria istanza;
3. cosa intende fare la Regione per
rispondere alle giuste aspettative di tutti i
cittadini che, in data odierna, hanno depositato,
o cercato di depositare, l’istanza di
contribuzione.”
La parola al consigliere Asquini per
l’illustrazione dell’interpellanza.
ASQUINI. Si tratta di un’interpellanza che
è stata stesa in un periodo in cui la situazione
dei mutui casa era particolarmente complessa.
In particolare, si verificarono una serie di
problemi, di natura tecnica, alla procedura, per
cui rimasero ferme molte persone che avevano
fatto la domanda.
Chiaramente, era una cosa particolarmente
impellente nella data in cui è stata presentata.
Per cui, parlare otto mesi dopo di un blocco
delle procedure informative che consentivano
il deposito del mutuo casa, è un po'tardivo.
Colgo l’occasione per invitare l’Assessore,
se lo vuole, oltre a dirci cosa pensa di questa
situazione delle domande, per dirci pure come
è la situazione dei mutui casa: quanto si sia
riusciti ad erogare, a distribuire, ad
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accontentare e se ci sono domande ferme
oppure se non c'
è richiesta sufficiente.
PRESIDENTE. La parola alla Giunta.
MORETTON,
Assessore
regionale
all'ambiente, ai lavori pubblici e alla
protezione civile. Grazie, Presidente. Parto con
il rispondere all’ultimo quesito posto dal
consigliere Asquini circa l’andamento delle
domande presentate con il nuovo sistema dello
sportello aperto per quanto afferisce all’edilizia
agevolata dicendogli che, sinora, le domande
presentate sono 1.400/1.500. Un trend di
crescita di 50, 100 ogni mese.
C’è copertura finanziaria totale perché
1.300 fanno riferimento alla copertura
finanziaria prevista dal bilancio del 2004. Il
rimanente per altre 2.400 domande ha una
previsione di copertura nel bilancio di
previsione 2005. Il Mediocredito ha già
iniziato ad erogare i contributi a quelle
domande che rientrano nei requisiti di legge
stabili, compreso con la nuova formula di
calcolo del reddito con l’ISEE.
Confermo che la risposta è tardiva
all’interrogazione presentata a suo tempo, circa
la situazione che si era venuta a verificare per
un intoppo nel sistema informatico dell’Insiel,
però devo affermare che come è stato, poi,
silentemente riconosciuto dai Consiglieri
regionali che erano allora, giustamente,
preoccupati e avevano fatto interrogazioni, ci si
è accorti che era più una preoccupazione data
dall’emotività rispetto agli effetti negativi
effettivamente prodotti in quella circostanza;
infatti l’empasse è durato alcune ore, tutta la
mattinata e qualche ora del pomeriggio, per poi
riprendere regolarmente verso la sera di quella
giornata, recuperando, quindi, tutte quelle
istanze che non erano state presentate perché
c'
era stato l’empasse da parte del servizio
informatico.
Ciò nonostante, credo che sia corretto dare
una puntuale informazione rispondendo
all’interrogazione presentata anche dal
consigliere Gottardo e, poi, darò risposta anche
agli altri Consiglieri regionali interroganti.
Era il giorno 15 settembre 2004 ed alcune
banche, convenzionate con il Mediocredito
hanno segnalato alla Direzione Centrale
Ambiente e Lavori Pubblici l’improvvisa
impossibilità di accedere al sistema
informatico di acquisizione delle domande di
contributo.
La Direzione ha richiesto ,immediatamente,
dei chiarimenti all’Insiel.
Per far fronte all’emergenza creatasi e per
consentire l’inserimento a sistema dei dati
delle domande che potevano essere acquisite
nel previsto orario di apertura, è stata
assicurata (solamente per la giornata del
15.09.04) l’operatività del sistema dalle ore
12.30 alle ore 19.00, con sospensione dalle
13.30 alle 14.15.
In questo modo è stata garantita
l’acquisizione di tutte le domande presentate
agli sportelli bancari in data 15 settembre
2004, nessuna esclusa.
Nel prosieguo, il concessionario informatico
ha assicurato che, a partire dal giorno
successivo, si sarebbe avuta la corretta e
perfetta funzionalità del sistema. Di un tanto
sono state tempestivamente informate le
banche convenzionate;
Si evidenzia, che nei giorni 15 e 16
settembre 2004 sono state rispettivamente
acquisite al sistema 754 e 160 domande per un
totale complessivo di 914, numero, si badi, di
gran lunga inferiore rispetto alle potenziali
1300 domande che avevano copertura
finanziaria con la finanziaria 2004 che
potevano essere accolte con i fondi stanziati.
PRESIDENTE. La parola al Consigliere
interpellante.
ASQUINI. Tecnicamente soddisfatto per la
risposta. La questione, probabilmente sulla
spinta delle proteste delle opposizioni, un po'
in quanto effettivamente la richiesta era
gestibile in termini numerici, alla fine non ha
creato un disguido a cascata.
Al di là di questa soddisfazione tecnica sulla
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risposta credo che l’interrogazione, fatta a suo
tempo, abbia contribuito, in maniera
significativa, a creare un po'di urgenza nello
sblocco di questa situazione di crisi, credo che
vada
espressa
preoccupazione,
non
insoddisfazione, per la prima parte della
risposta data dall’Assessore.
Mi sembra di aver capito, Assessore, che c'
è
ampia disponibilità per le domande che devono
essere ancora presentate. Sostanzialmente la
richiesta, anche se l’Assessore non ha detto
questo, però credo di averlo capito fra le righe,
è inferiore alle aspettative.
Questo significa che, forse, andranno rivisti
un po' di parametri per l’assegnazione dei
mutui. Ecco allora la parte di stimolo per la
Giunta che, mi auguro, venga utilizzato come è
stato fatto per risolvere rapidamente il
problema tecnico verificatosi a suo tempo: la
preoccupazione vera è che ci sia meno richiesta
e che, quindi, l’economia di questa Regione,
anche in questo settore che, storicamente, ha
dato grandi soddisfazioni all’economia ed alle
famiglie, sia un po'di difficoltà.
Non siamo abituati a sentire che, a fronte di
tot domande di mutui casa, la disponibilità di
assegnazione di mutui è molto superiore.
Quindi, o le agevolazioni sono molto poco
attraenti e qui la colpa, è, sicuramente, delle
leggi o, come penso, a questo si associa una
minore disponibilità di carattere economico.
Questo deve fare preoccupare tutti.
PRESIDENTE. Do lettura dell’interpellanza
n. 229, dei consiglieri Ciriani, Ritossa, Dressi,
Di Natale e Ciani, iscritta all’ordine del giorno:
“Premesso che il 15 settembre è stata (come
avevamo preannunciato con tanto di
comunicato stampa!) una giornata di stampo
argentino con migliaia di persone in attesa di
far domanda per i mutui agevolati regionali
beffata e infuriata a causa del patatrac cui è
andato incontro il sistema informatico
regionale dell'
Insiel, Ente partecipato della
Regione atto a svolgere il ruolo ad esso
demandato;
considerato che era del tutto evidente che le
risorse a disposizione erano troppo poche
rispetto alle aspettative create con la solita
leggerezza dalla Giunta Illy e dall'
assessore
Moretton;
considerato altresì che vi era una folla di
persone a fronte di solo 1300 domande
accoglibili!! Già dalla prima mattinata molti gli
impiegati agli sportelli bancari erano nel pieno
caos: non riuscivano a collegarsi con Insiel
facendo conseguentemente venir meno il
requisito dell'
inserimento temporale per poter
attingere subito o successivamente ai contributi
regionali;
rilevato che il tutto accadeva lo stesso
giorno in cui il Presidente Illy annunciava con
straordinario
tempismo
e
intuito
imprenditoriale l'
intenzione di acquisire
integralmente Insiel. Davvero un bell'
affare!!
Ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri
regionali,
interpellano
su quanto è accaduto stamani, il Presidente
della Giunta Illy e all'
assessore competente
Moretton, per chiedere lumi in merito alla
situazione
verificatasi,
ritenuto
che,
perseverare in azioni di sperpero di denaro
pubblico, come accade ora, per inutili ed esose
consulenze per milioni di euro e moltiplicare il
numero dei dirigenti, senza invece aumentare i
fondi a disposizione per i mutui prima casa,
risulta contrario ai principi della buona
Amministrazione.”
La parola ad uno dei presentatori
dell’interpellanza per l’illustrazione.
RITOSSA. Questa interpellanza segue la
scia della precedente fatta dal collega Asquini.
Parte dal presupposto dello stop che ci fu in
quella fatidica giornata a livello di banche.
Però ciò che ci preoccupa maggiormente e che
possiamo esplicitare in questo caso, è la
fermata del mercato edilizio nonostante gli
interventi agevolativi.
A fronte di questi interventi agevolativi, con
atto amministrativo, questa maggioranza dovrà
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
arrivare ad una modifica dei parametri
reddituali. In caso contrario, il mercato rischia
di fermarsi in modo ineluttabile.
PRESIDENTE. La parola alla Giunta.
MORETTON,
Assessore
regionale
all'ambiente, ai lavori pubblici e alla
protezione civile. Credo che avremo occasione
di aprire un dibattito, come già parzialmente è
stato fatto in occasione della IV Commissione
quando abbiamo affrontato le questioni
riguardanti l’intero pianeta casa, dalla
convenzionata, sovvenzionata agevolata...
Qui siamo di fronte al solito problema del
bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto, perché
credo che, forse, non sia corretto affermare che
oggi il cavallo beve poco perché non arrivano
in numero copioso le domande di contributo
per la prima casa come, purtroppo, arrivarono
con il vecchio sistema del calcolo IRPEF e
laddove tutti avevano riconosciuto che, con
quel sistema, le domande erano eccessive e
che, con ogni probabilità, anzi, era stato
accertato che gran parte dei beneficiari
avevano meno diritto soggettivo, ovviamente,
non giuridico, ad avere il contributo, a scapito
di chi, invece, ne aveva più bisogno.
Il nuovo sistema dell’ISEE, lo abbiamo
detto, è nuovo e, conseguentemente,
sperimentale. Però, ha fatto una selezione che
dà maggiore giustizia sociale rispetto ai
richiedenti. Ciò nonostante non è detto che,
strada
facendo,
potremmo
individuare
soluzioni correttive che siano più confacenti
alle effettive situazioni di bisogno e di diritto
ad avere un aiuto per la costruzione della prima
casa.
testualmente alle “inutili ed esose consulenze
per milioni di euro”, alla moltiplicazione del
“numero dei dirigenti” nonché alla carenza di
risorse finanziarie, nulla hanno a che vedere
con il problema accaduto in quell’occasione
per un intoppo al software dell’Insiel.
Questo per puntualizzare che è una
farcitura, ma che nulla ha a che vedere con il
fatto
specifico,
oggetto
esclusivo
dell’interrogazione avanzata.
PRESIDENTE. La parola ad uno dei
Consiglieri interpellanti.
RITOSSA. È evidente che il collega
Moretton si diverte. Quindi, è giusto
rispondergli per le rime. Ha usato la metafora
del cavallo e del bicchiere; però, caro
Assessore, dipende da che tipo di bicchiere
prendiamo. Si può prendere quello piccolo o
quello grande. Questo per metterla in difficoltà
e per mettere la ciliegina sulla torta.
Sostanzialmente, la sollecitazione che
perveniva da questa interpellanza era per
ribadire il fatto di che cosa è avvenuto in data
15 settembre; però, contemporaneamente,
viene da chiedersi come situazioni di tal genere
possano avvenire quando si ha una visione già
programmata e ben definita.
Nessuno contesta la questione della
tipologia reddituale e, quindi, del riscontro
perché siamo pienamente convinti della sua
bontà: lei sa benissimo che la questione
dell’ISEE è nata con il governo Berlusconi e,
quindi, abbiamo fatto una sua applicazione.
Qui si tratta, e questo era già implicito
nell’illustrazione dell’interpellanza, di elevare,
questo sì e lo potete fare con atto
amministrativo, i livelli reddituali proprio per
favorire una maggiore partecipazione per
l’acquisto della casa.
L’interrogazione presentata dai consiglieri
Ritossa ed altri ricalca quella precedente, ad
eccezione di un aspetto. Quindi, se il
Consigliere, visto che era presente, non ha
nulla in contrario, ribadisco pari pari ciò che ho
detto poco fa rispondendo all’interrogazione
del consigliere Asquini, con un’aggiunta che
ritengo opportuno precisare.
PRESIDENTE. Do lettura dell’interpellanza
n. 245 del consigliere Ritossa, iscritta
all’ordine del giorno:
Vorrei evidenziare che quelle dichiarazioni
riportate
sull’interrogazione
relative
“Visto che da anni è approvata la legge
regionale n. 5/1994 che all’art. 39 prevede al
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
fine di ridurre l’impatto ambientale
determinato dalle attività estrattive e di
favorire il recupero di materiali inerti, con
l’autorizzazione a concedere contributi in
conto capitale per la realizzazione di impianti
di riciclaggio di materiali inerti.
Considerato che la contribuzione è ammessa
per l’acquisto di aree, impianti, nonché
interventi per il miglioramento della viabilità
di accesso.
Rilevato che detta norma permette una
azione di indubbio valore paesaggistico ed
economico per la comunità regionale,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interpella il Presidente della Regione
per verificare l’utilizzo da parte degli Enti
locali o loro consorzi di questa norma di
finanziamento, in conto capitale. Conoscere
quanti e a quali realtà territoriali siano ricorse a
questi finanziamenti per realizzare impianti di
riciclaggio di materiali inerti o interventi di
miglioramento della viabilità di accesso.”
La parola al consigliere Ritossa per
l’illustrazione dell’interpellanza.
RITOSSA. È estremamente semplice. Si
tratta
di
sollecitare
l’Amministrazione
regionale a vedere i dati in modo specifico,
soprattutto
collegandosi
all’interpellanza
successiva, quali siano le quote di investimento
per l’utilizzo di materiali riciclati.
Gli enti, in base alla legge regionale 5 del
’94 presentano contributi in conto capitale.
Quindi, non si tratta di contributi conto
interessi, eccetera, bensì sono in conto capitale
e vengono dati non solo per l’impiantistica, ma
pure per le strade di accesso laddove questi
impianti vengono realizzati.
Motivo per cui questa dovrebbe essere una
legge che trova un riscontro immediato e,
invece, molto spesso, vediamo che questo
aspetto viene trascurato.
PRESIDENTE. La parola alla Giunta.
MORETTON,
Assessore
regionale
all'ambiente, ai lavori pubblici e alla
protezione civile. Grazie, Presidente. Al
consigliere Ritossa devo dire che, dal 2000 ad
oggi la Regione ha concesso, ai sensi della
legge 5 del ‘94, due contributi e, precisamente,
uno al Comune di Gorizia e l’altro al Comune
di Moggio Udinese.
Al Comune di Gorizia è stato concesso un
contributo, ancora nel dicembre del 2000, di
500 milioni delle vecchie lire, per l’acquisto di
un impianto di selezione, triturazione e per il
riciclaggio dei rifiuti inerti del costo
complessivo di 366.000 euro. 258.000 euro di
contributo; costo complessivo 366.000.
Successivamente,
si
è
provveduto
all’erogazione di questo contributo, nel giugno
del 2003.
Al Comune di Moggio Udinese è stato,
invece, concesso nel dicembre 2002 un
contributo di 177.000 euro circa, per realizzare
un impianto per il trattamento degli inerti del
costo di pari ammontare.
All’erogazione di questo contributo si potrà
provvedere soltanto dopo l’acquisizione
dell’atto della Provincia di Udine con cui
dimostra di approvare il progetto e di dare
l’autorizzazione all’esercizio dell’impianto
attualmente non ancora rilasciata da parte della
Provincia di Udine.
Per il 2004, sempre ai sensi della legge
5/1994 è pervenuta alla Direzione centrale
dell’ambiente, una sola richiesta del Comune
di Moggio Udinese, avente per oggetto il
potenziamento dell’impianto per il trattamento
(vagliatura, frantumazione e recupero inerti) di
cui al decreto del 2001, che lo autorizza.
Questo intervento dell’importo complessivo
113.000 euro riguarda l’installazione di una
tettoia per il ricovero delle attrezzature e la
realizzazione di un prefabbricato in legno ad
uso ufficio-spogliatoio, nonché l’acquisto di
una terna articolata completa di accessori.
Si ritiene, questo lo dicono gli uffici, che
questa richiesta non potrà essere ammessa a
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
riparto in quanto subordinata all’erogazione del
contributo concesso al Comune di Moggio
Udinese, quello a cui facevo riferimento prima,
nell’anno 2001.
correlazione di fattibilità sotto l’aspetto delle
condizioni geologiche del territorio, non ultimo
anche
l’aspetto
legato
al
fenomeno
dell’esondazione da parte dei corsi d’acqua.
PRESIDENTE. La parola al Consigliere
interpellante.
Con la norma del 1992 l’Amministrazione
regionale ha introdotto due nuovi concetti:
l’asseverazione e l’autoverifica. Va esplicitato
però che lo strumento asseverativo viene
spesso usato a sproposito con tutti i rischi che
da ciò deriva e legati alla mancanza di analisi
delle condizioni reali del territorio.
RITOSSA. Mi devo dichiarare parzialmente
soddisfatto della risposta in quanto, se
l’Assessore fa un secondo di attenzione e se
percepisce ciò che sto dicendo, è ben evidente
ciò che è avvenuto.
Lei sa che il contributo che è stato dato al
Comune di Gorizia per la realizzazione di
quell’impianto è già andato in cavalleria, come
si suol dire. Ossia, quel Comune ha venduto
l’impiantistica ad un privato perché non l’ha
mai applicata e realizzata.
Questa è l’assurdità: non è plausibile, a
fronte di un dispositivo legislativo regionale
che dà contributi in conto capitale, vedere che
le Amministrazioni pubbliche non realizzano
ciò che progettano, mentre abbiamo il caso
eclatante dell’Isonbeton a San Pietro d’Isonzo,
nell’ex cava Canciani, che è un’azienda che sta
facendo, con questo sistema di triturazione,
tranquillamente, milioni di euro all’anno di
fatturato.
Non è comprensibile come, ad esempio, il
Comune di Gorizia abbia avuto per quattro
anni, praticamente cinque, questo macchinario
lì fermo e questo è stato praticamente venduto
come ferro vecchio ad un Ente privato.
Quindi, invito l’Assessore a trarre le debite
conseguenze di verifica perché è inconcepibile
trovarsi dinanzi a queste situazioni, tanto vale
revocare
ogni
contributo
a
quelle
Amministrazioni.
PRESIDENTE. Do lettura dell’interpellanza
n. 252 del consigliere Ritossa, iscritta
all’ordine del giorno:
“Appurato che da anni la Regione ha inteso
dotarsi di strumenti di controllo (L.R. 64/74,
L.R. 27/88, L.R. 15/92) per far sì che gli
strumenti urbanistici dei Comuni trovino una
Verificato che nonostante le sopra citate
normative legislative e le numerose circolari
esplicative
che
la
Direzione
della
Pianificazione Territoriale ha emesso nel
tempo, molteplici sono gli inconvenienti che si
verificano in Regione,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interpella il Presidente della Regione per avere
l’esatta condizione, aggiornata allo stato
attuale in merito ai:
1. piano attività estrattive (PRAE) così
come suddiviso operativamente per:
- le argille ed i laterizi;
- le pietre ornamentali;
- i calcari, le materie prime per cemento,
gesso, marmorino;
- le sabbie e le ghiaie;
2. se esiste una indagine sulla produzione
annua dell’ultimo quinquennio per:
- argille e laterizi;
- pietre ornamentali;
- calcari, ecc.;
- sabbie e ghiaie; espresse in metri cubi;
3. quote dei singoli materiali esportate fuori
Regione (semilavorati) sempre nell’ultimo
quinquennio. In anni precedenti eravamo fermi
Atti consiliari
- (113) 13 -
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
al 10% circa;
piano delle attività estrattive, il PRAE.
4. quote di esportazione di prodotti lavorati,
sempre nell’ultimo quinquennio che in anni
precedenti presentavano punte superiori di
vendita extra regionali del 50% per cemento e
marmorino;
È bene ricordare che il PRAE si sta
trascinando dal 1993, quando fu dato l’incarico
all’Acquater di Milano per la predisposizione
di una ricerca. Tant’è vero che il piano delle
attività estrattive doveva presentare una serie
di subpiani delle argille, dei laterizi, delle
pietre ornamentali, dei calcari, fino ad arrivare
a quello del marmorino, delle sabbie e delle
ghiaie.
5. alla superficie totale delle cave
autorizzate in Regione espresse in ha e quante
attualmente in fase di coltivazione;
6. della superficie autorizzata a cava quanto
sia oggi soggetta o presenti una qualche forma
di riassetto del territorio;
7. a fronte delle indagini condotte e dalle
informazioni che sono state desunte sulle
riserve residue nelle cave autorizzate e con le
prescrizioni sul fabbisogno futuro, conoscere i
settori di crisi del comparto;
8. se esista, anche a fronte delle grandi
opere
programmate
(terza
corsia
dell’autostrada, Corridoio V, grande viabilità,
ecc.) indagini atte a ricercare bacini estrattivi
ove indirizzare le attività estrattive per il
prossimo decennio e le eventuali aree di riserva
da utilizzare a più lungo termine per
comprovate esigenze produttive e di mercato;
9. se a fronte dell’individuazione di ogni
singolo bacino estrattivo in cui si determina la
linea di sfruttamento della risorsa sussiste
anche un piano di riassetto del territorio.”
La parola al consigliere Ritossa per
l’illustrazione dell’interpellanza.
RITOSSA. Questa interpellanza si collega,
praticamente, alla prima, si pone sempre una
considerazione sulle questioni estrattive.
Infatti,
l’interpellanza
si
intitola:
“Compatibilità geologica e piano delle attività
estrattive”.
L’Amministrazione
regionale
è
terribilmente in ritardo per quanto riguarda il
completamento dell’attività geologica o della
carta
geologica
regionale.
Contemporaneamente, è altrettanto in ritardo
per quanto riguarda la predisposizione del
Chi
analizza
attentamente
l’attività
amministrativa regionale vede che la Giunta
Illy ha dato, appena tre mesi fa, l’incarico ad
un professionista esterno per la ricerca sul
marmorino.
Quindi, l’obiettivo è di percepire,
innanzitutto, se a fronte di questa situazione, si
abbia una visione ben precisa delle cave
autorizzate, quali siano i quantitativi
autorizzati e, soprattutto, in previsione della
necessità di materia prima collegata vuoi alla
terza corsia, vuoi al Corridoio 5, eccetera.
Evidentemente, dopo quindici anni da
quando si sono avviati gli studi e le ricerche sul
piano delle attività estrattive, sarebbe doveroso
che questa Regione si dotasse effettivamente di
una strategia completa in questo settore, ben
definita.
PRESIDENTE. La parola alla Giunta.
MORETTON,
Assessore
regionale
all'ambiente, ai lavori pubblici e alla
protezione civile. Grazie, Presidente. Il
consigliere Ritossa ha affrontato un tema molto
complesso, molto delicato, economicamente
interessante e legato alle questioni afferenti,
per toccare l’ultimo aspetto a cui ha fatto
cenno il Consigliere, la disponibilità di
materiale inerte per la realizzazione delle
grandi opere pubbliche che questa Regione
dovrà realizzare in quanto già programmate e
per mettersi in linea con le necessità derivanti
da un territorio che dovrà accogliere molta
nuova utenza, che transiterà su questo territorio
in quanto porta d’ingresso dell’Europa che si è
già ampliata ad est.
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Prendo atto, con soddisfazione, delle
affermazioni del consigliere Ritossa, che
condivido totalmente, relativamente al fatto
che c'
è un ritardo sull’approvazione del piano
regionale per le attività estrattive e sulla carta
geologica, affermando, però, due concetti
fondamentali.
Il primo è che c'
è una corresponsabilità da
parte di tutte le forze politiche che hanno
governato questa Regione perché dal ’93 ad
oggi il piano regionale per le attività estrattive
non è stato realizzato.
Analizzando a fondo, dovremmo fare una
differenziazione sul livello di responsabilità tra
le forze politiche, che hanno governato questa
Regione, per non aver realizzato il piano
regionale per le attività estrattive. E il
bilancino non penderebbe sicuramente da parte
del centro-destra.
Diversa cosa
carta geologica
un’accelerazione
settecento giorni
Democratica.
è la questione relativa alla
per la quale è stata data
proprio in questi primi
di governo da parte di Intesa
Il problema per la realizzazione delle grandi
opere pubbliche non è un problema che
possiamo affrontare, né con la predisposizione
del PRAE, che è sicuramente un fatto
importante e prioritario di cui vi parlerò dopo,
né basandoci esclusivamente sulle attuali
autorizzate attività estrattive presenti sul
territorio.
Infatti, pur essendoci enormi quantitativi di
inerte disponibili, sappiamo pure che gran
parte di esso non è messo sul mercato. E,
quindi, non è disponibile.
Pertanto, non possiamo legare le sorti di
un’accelerazione per la realizzazione in tempi
compatibili con questo nuovo sviluppo latente,
veloce delle grandi opere pubbliche, alle cave
private esistenti oggi.
Dobbiamo fare
Regione, ci sia
autonoma con
pubblico di parte
in modo che, da parte della
la capacità di rendersi
un approvvigionamento
di queste risorse e cioè di
materiali inerti per la realizzazione delle grandi
opere pubbliche.
Credo che sarà oggetto di una discussione a
tempi molto ristretti di questo Consiglio
regionale,
la
proposta
di
prevedere
l’autorizzazione da parte della Regione delle
cosiddette cave di prestito, su un intervento
pubblico, per la realizzazione di opere
pubbliche.
Questo è il modo migliore per ottenere
subito il materiale inerte per realizzare le
grandi infrastrutture e per sottrarsi a regole di
mercato che non ci piacciono, in quanto non
sono positive rispetto al costo che, altrimenti,
potrebbero avere le opere pubbliche, quali
quelle relative alla realizzazione del piano di
investimento di Autovie Venete.
Per riferirmi specificatamente all’argomento
evidenziato da Ritossa devo dire che il piano
delle attività estrattive è stato predisposto e
consegnato, come lui stesso ha detto, dalla
società Aquater in tutte le sue sezioni.
Soltanto la sezione “argille per laterizi” è
stata adottata con deliberazione della Giunta
regionale nel settembre del ‘95. Non si è mai
potuto procedere alla sua definitiva
approvazione, in quanto i Comuni e le
Province, a cui è stato inviato il piano
predisposto dall’Aquater per la formulazione
del parere previsto dall’art. 5 della legge
regionale 35/86, hanno fornito generalmente
tutti pareri negativi.
Questo è un problema che ci deve far
riflettere come chi vi parla ha iniziato a
riflettere ed è arrivato ad una conclusione,
basandosi pure sulle esperienze della vicina
Regione Veneto, dove esiste un PRAE che ha
avuto effetti disastrosi sul mercato, perché è
nata una palese speculazione che ha
determinato un aggravamento della situazione
preesistente senza il PRAE.
Quindi, dovremo fare in modo che il PRAE
non porti con sé questi elementi di negatività,
che non fanno bene a nessuno, ma che
consentono di porre tutti sullo stesso nastro di
partenza.
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Al momento, l’attuale normativa regionale
in materia di attività estrattiva è in corso di
revisione e, in questa sede, è prevista una
riformulazione degli obiettivi e dei contenuti
del PRAE.
Si potrebbe pensare ad un PRAE alla
rovescia, anziché ad uno tradizionale che
individui le localizzazioni, ma questo fa
sicuramente nascere la corsa alle speculazioni.
L’articolo 18 bis della legge 35/1986
prevede l’obbligo annuale, per i soggetti
autorizzati, di presentare, entro il 31 maggio di
ogni anno, una situazione degli scavi e dei
recuperi ambientali posti in essere nell’anno
solare precedente. Quest’obbligo è stato
introdotto, come è noto al consigliere Ritossa,
dalla legge regionale 10 del ‘94 e dal ‘95 il
Servizio Geologico per l’ambiente riceve i dati
e mantiene una statistica.
Qui ci sono i dati e dopo consegnerò la
tabellina in cui emergono quelli che riguardano
l’argilla, il calcare, la ghiaia ed il marmo. Sono
dati relativi al volume scavato, in metri cubi,
dal ’99 al 2003, dove si evince che, sull’argilla,
c'
è un dato praticamente costante: parte da
183.000 cubi del ’99 ed arriva al 2003 con
pressappoco gli stessi metri cubi, con delle
punte fino a 210.000 solo nel 2002.
E così dicasi per l’altro materiale che, per
brevità, non vi sto a leggere in quanto, poi,
avrete la copia.
L’Ufficio non ha notizie, invece, sulla
destinazione dei materiali scavati e neppure
sulle quote esportate fuori Regione. È un dato
impossibile da reperire per ovvie ragioni che
per brevità non vi sto a spiegare perché sono
ovvie.
Analogamente l’ufficio non ha notizie sulla
destinazione dei materiali lavorati per quanto
riguarda il marmorino e il cemento e neppure
sulle quote esportate di questo materiale fuori
Regione.
Al 31 dicembre 2003 le cave autorizzate in
Regione sono 83 e queste sono in coltivazione,
la superficie autorizzata totale è di ettari 913.
Il progetto di cava, ai sensi della legge
regionale 35/1986, articolo 11, deve contenere
specifiche previsioni per il recupero
ambientale. Queste vengono messe in atto dal
soggetto autorizzato nel corso della
coltivazione. Sul progetto di recupero
ambientale viene calcolata, inoltre, la garanzia
finanziaria a favore del Comune interessato
dall’attività estrattiva. Le indicazioni sulla
superficie ripristinata devono essere riportate
annualmente sullo stato di fatto inviato. Al 31
dicembre 2003 la superficie ripristinata è di
ettari 295,96.
Di seguito vengono riportati i dati, sempre
relativi ai volumi autorizzati ancora da scavare,
riferiti al primo gennaio 2004, sempre per
argilla, calcare, ghiaia e marmo che sono pochi
e ve li leggo.
Volume disponibile in metri cubi è:
sull’argilla 2.957.000; sul calcare 20.460.000;
sulla ghiaia 11.364.000; sul marmo 6.961.000.
Dal semplice confronto fra la quantità
disponibile e la quantità scavata durante il
2003, senza alcuna nuova autorizzazione,
appaiono questi dati: volume disponibile in
metri cubi per l’argilla: 2.957.000, volume
scavato: 183.000 per una durata di sedici anni;
calcare: 20.460.000 volume disponibile,
scavato: 1.949.000 per una durata di dieci anni
e mezzo; ghiaia:11.364.000 volume disponibile
in metri cubi, 1.905.000 di scavato per una
durata di poco meno di sei anni;
marmo:6.961.000 disponibile, 177.000 scavato
per una durata di 39,28 anni.
Nel corso del 2004 sono state emesse tre
autorizzazioni per lo scavo di ghiaie per
complessivi
2.655.000
metri
cubi,
un’autorizzazione per calcare per 1.266.000
metri cubi e due per marmo per metri cubi
781.000. Questi volumi si vanno ad aggiungere
alle quantità disponibili che poc’anzi ho letto.
All’ufficio competente
valutazione di impatto
risultano indagini atte a
estrattivi per il prossimo
eventuali aree di riserva.
del servizio di
ambientale non
ricercare bacini
decennio e le
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Come dicevo prima, al 31 dicembre 2003 le
cave autorizzate in Regione sono 83 e queste
sono in coltivazione e la superficie autorizzata
è di 913 ettari, ogni autorizzazione di cava
approva un progetto che contiene specifiche
previsioni di scavo e di recupero ambientale e
ne autorizza l’esecuzione.
PRESIDENTE. La parola al Consigliere
interpellante.
RITOSSA. Sono insoddisfatto della risposta
e dico subito il perché.
Vede, Assessore, in questo momento le è
ben noto chi è il pescecane che sta operando
nel Friuli Venezia Giulia. Un pescecane che
opera con cessioni di materiale a credito e,
quindi, sta operando praticamente in una
posizione di monopolio e si porrà in una
condizione di iper monopolio in futuro.
Ciò che ci preoccupa, come forza politica, è
vedere che i cosiddetti estrattori o, per lo
meno, coloro che lavorano il materiale, hanno
un duplice finanziamento. Molto spesso
ottengono dei contributi per portare via quel
materiale. Vedasi dietro contributi della
protezione civile. Faccio l’esempio di Barcis
che, oramai, è concluso. Porto l’esempio di
Pontebba. In parte è stato portato via perché,
altrimenti, le faccio l’elenco delle ditte, di
quante tonnellate di ghiaia sono state portate
via.
È sempre poco. Appena un terzo di quello
che dovrebbe essere levato, tant’è vero che
c’erano tutte le ordinanze e che dovevano
andare verso Longarone, anziché passare da
questa parte
Però, in particolare sulla zona di Pontebba,
come lei ben sa, sono arrivati i cosiddetti
trevigiani che stanno portando via gran parte
del materiale. Nell’area di Venzone verrà
realizzato un nuovo impianto, di cui
certamente lei è a conoscenza,.
Quindi,
sostanzialmente,
c'
è
un
accaparramento di materia prima, in particolare
dal vicino Veneto, che rischia di porci nelle
condizioni di avere difficoltà quando dovremo
intervenire sul nostro territorio.
Queste erano le considerazioni perché lei sa
benissimo, signor Assessore, che già per la
A28 c’erano difficoltà per la realizzazione, o
per il recupero dei materiali necessari.
PRESIDENTE. Vista l’assenza, in Aula, dei
consiglieri Molinaro e Gottardo, firmatari
dell’interrogazione n. 438 e del consigliere
Dressi, firmatario dell’interrogazione n. 559,
comunico che le risposte dell’assessore
Moretton verranno inviate, per iscritto, al
domicilio dei presentatori.
Do lettura dell’interpellanza n. 289 della
consigliera Battellino, e dell’interrogazione n.
533, dei consiglieri Alzetta e Pupulin, iscritte
all’ordine del giorno, che, essendo di
argomento
analogo,
saranno
svolte
congiuntamente:
“Preso atto di un’interrogazione comunale
nella quale si evidenzia che il Signor Gerussi
Alido, consigliere comunale e vicesindacoassessore presso il Comune di Spilimbergo ha
rassegnato le dimissioni a partire dal 5
novembre u.s. per acclarata incompatibilità con
la carica di Presidente del Consorzio per la
Scuola Mosaicisti del Friuli, e verificato che in
assenza dei requisiti necessari il signor Gerussi
ha continuato ad occupare il proprio posto
nell’Aula consiliare di Spilimbergo (seduta del
29.11.2004), e a rappresentare il proprio
Comune (in qualità di Vicesindaco delegato)
anche nell’Assemblea delle Autonomie locali
partecipando (in data 23.11.2004) alle
deliberazioni della stessa esprimendo il proprio
voto anche sul bilancio regionale 2004 che, tra
le altre cose, prevede sovvenzioni dirette alla
Scuola Mosaicisti del Friuli di cui è Presidente;
considerato che la costruzione di un sistema
Regione che esalti le Autonomie locali è uno
degli obiettivi di Intesa Democratica, obiettivo
che non può però prescindere dal rispetto di
principi fondamentali che vedono nella
trasparenza, nella legalità e nel rispetto dei
diritti delle minoranze il proprio fondamento,
tutto ciò premesso,
Consigliera regionale,
la
sottoscritta
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
interpella il Presidente della Giunta regionale
per conoscere quali iniziative si intendano
intraprendere per garantire trasparenza e
correttezza nella gestione della cosa pubblica
nel rispetto delle norme vigenti.”
(289)
“Battellino”
“Premesso che l’ex Sindaco di Spilimbergo,
Alido Gerussi, attualmente Consigliere di tale
Comune, nonché Capogruppo della “Lista
GERUSSI-LEGA
NORD/PADANIA”,
Assessore comunale con delega ai Lavori
pubblici e Vicesindaco, è stato nominato, nel
mese di ottobre, Presidente del Consorzio
Scuola di Mosaico;
premesso inoltre che nell’ultimo Consiglio
comunale del 29.11.2004 è stata data
comunicazione delle dimissioni di Gerussi
dalle seguenti cariche:
- Consigliere comunale
- Capogruppo della Lega Nord
- delega di Vicesindaco,
in quanto si è verificata la sussistenza di una
causa di incompatibilità fra l’incarico di
Consigliere comunale e quello di Presidente
del suddetto Consorzio, al quale il Comune
partecipa con una quota superiore al 10% e che
riceve finanziamenti e contributi da parte
dell’Amministrazione
comunale
di
Spilimbergo;
rilevato peraltro che il Sindaco di
Spilimbergo non ha revocato Gerussi dalla
carica di Assessore esterno, quasi che
l’incompatibilità sopra evidenziata riguardasse
solo la carica di Consigliere e non anche quella
di Assessore;
considerato che le cause di ineleggibilità e
di incompatibilità previste dalla legge per i
Consiglieri comunali si applicano anche nei
confronti degli Assessori esterni, i quali, ai
sensi dell’articolo 47, commi 3 e 4, del Decreto
Legislativo 18.8.2000, n. 267, devono
possedere “i requisiti di candidabilità,
eleggibilità e compatibilità alla carica di
Consigliere”;
ricordato che l’articolo 1, comma 41, della
l.r. 21/2003 stabilisce l’incompatibilità tra
l’ufficio di Sindaco, Presidente della Provincia,
Assessore comunale e provinciale, Consigliere
comunale e provinciale con il ruolo di
amministratore di Enti, Società e Consorzi nei
quali gli Enti locali di appartenenza abbiano
una partecipazione di controllo o comunque
superiore al 10%;
rilevato che la partecipazione (21,5%) del
Comune di Spilimbergo al Consorzio Scuola di
Mosaico configura la causa di incompatibilità
prevista dalla norma citata;
atteso che l’accertamento delle eventuali
cause di incompatibilità previste dalla legge,
relativamente agli Assessori esterni, compete
al Sindaco, il quale, verificata l’incompatibilità
dell’amministratore, dovrebbe procedere alla
revoca dello stesso;
i sottoscritti Consiglieri regionali,
interrogano
l’Assessore competente per sapere come
intenda muoversi nei confronti del Sindaco di
Spilimbergo che ignora, o finge di ignorare, la
palese incompatibilità di un Assessore della
sua Giunta.”
(533)
“Alzetta-Pupulin”
La parola alla Giunta.
IACOP, Assessore regionale per le
relazioni internazionali, comunitarie e per le
autonomie locali. Grazie, Presidente. Credo
che la risposta arrivi quando, sostanzialmente,
il problema è già stato risolto. Comunque, do
risposta all’interrogazione ed all’interpellanza.
In
relazione
all’interrogazione
ed
all’interpellanza di cui all’oggetto, la prima
relativa
alla
presunta
incompatibilità
sopravvenuta in capo al sig. Alido Gerussi, già
consigliere comunale di Spilimbergo nonché
assessore e vicesindaco, per aver assunto la
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
carica di Presidente del Consorzio per la scuola
mosaicisti del Friuli; l’altra inerente l’operato
del sig. Gerussi in seno all’Assemblea delle
Autonomie locali, si evidenzia che:
il sig. Alido Gerussi ha rassegnato le proprie
dimissioni dalla carica di Consigliere in data 5
novembre 2004. Con deliberazione consiliare
n. 79 del 29 novembre 2004 si è proceduto alla
surroga...
Visto inoltre l’articolo 13 comma 2 dello
Statuto comunale di Spilimbergo, il quale
prevede che il Vicesindaco debba essere
necessariamente componente del Consiglio
comunale, con decreto del Sindaco del 29
novembre 2004 è stato nominato a tale carica il
consigliere Gianni Mirolo, della lista collegata
a Gerussi.
In data 31 dicembre 2004 il sig. Gerussi,
che, nel frattempo, ricopriva la carica di
Assessore esterno, ha rassegnato le proprie
dimissioni
anche
da
tale
carica.
Successivamente con decreto del Sindaco n. 18
del 31 gennaio 2005 si è provveduto a
confermare alcune nuove nomine alla Giunta
comunale.
Il sig. Gerussi, in conseguenza delle
dimissioni da Assessore del Comune di
Spilimbergo ed in applicazione dell’articolo 9
comma 4 della legge regionale 15 maggio
2001, n. 15, è decaduto dalla carica di
componente dell’Assemblea delle Autonomie
locali.
Al suo posto è stato nominato, quale
rappresentante dell’ATO spilimberghese, il
sindaco del Comune di Clauzetto sig. Giuliano
Cescutti.
Risultano pertanto venute meno tutte le
presunte ipotesi di incompatibilità in capo al
sig. Alido Gerussi.
PRESIDENTE. Immagino che non ci sia
molto da rispondere... lei, consigliere Alzetta,
alza le braccia...
La parola alla Consigliera interpellante.
BATTELLINO. Prendo atto che il problema
è ormai superato. Mi auguro, però, che, nella
prossima legge che andremo ad intraprendere,
verificheremo la trasparenza e la correttezza
nella gestione della cosa pubblica.
Infatti, al di là del fatto che il problema
specifico sia superato, bisogna fare in modo
che gli amministratori si attengano alle loro
compatibilità in qualsiasi momento. E, quindi,
non a sei mesi di distanza. Grazie.
PRESIDENTE. Vista l’assenza, in Aula, dei
consiglieri Paselli e Monai, firmatari
dell’interpellanza n. 141, comunico che la
risposta dell’assessore Iacop verrà inviata, per
iscritto, al domicilio dei presentatori.
Do lettura delle interpellanze nn. 241 e 305
entrambe del consigliere Ritossa, iscritte
all’ordine del giorno, che, essendo di
argomento
analogo,
saranno
svolte
congiuntamente:
“Alla luce della “cura Viero” con cui si
punta ad una eliminazione, anche incentivata,
del personale regionale, si chiede di conoscere
quale sarà l’assetto organizzativo futuro
tenendo presente la immissione di personale
che proviene da altri Enti quale conseguenza
del D.Lgs. 111/2004 e D. Lgs 265/2001.
Per effetto di tali norme, in questi ultimi
tempi il personale regionale andrà ad
implementarsi di: 28 unità provenienti dal
Genio Civile e Agenzia del Demanio; 4 unità
dai Consorzi Agrari; 2 unità dalle sezioni
Demanio delle Capitanerie di Porto: 160 unità
dalla Viabilità; 161 unità dalla Motorizzazione;
12 unità dal D.Lgs. 270/2002 Uffici
riconoscimento invalidità civile.
Come si vede, trattasi di congruo numero di
dipendenti che si aggiungono ai 2972 in
servizio a tempo indeterminato alla data del
02.01.2004 a cui però vanno aggiunti quelli a
tempo determinato.
Come si vede, il numero dei dipendenti in
organico, nonostante l’approvazione del
recente Regolamento dell’Organizzazione,
risulta ampio, mentre molto nebulose appaiono
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
i trasferimenti di competenze dalla Regione
agli Enti locali territoriali.
La parola al consigliere Ritossa per
l’illustrazione delle interpellanze.
Per tale motivo, il sottoscritto Consigliere
regionale,
RITOSSA. Breve illustrazione. Per quanto
riguarda l’interpellanza n. 241 ho elencato i
nuovi dipendenti arrivati in Regione: 28 unità
dal genio civile, 4 dai consorzi agrari, 2 dalle
sezione del demanio delle capitanerie di porto,
ben 160 dalla viabilità, 161 dalla
motorizzazione, eccetera, 12 unità derivavano
dalle liste invalidi civili.
interpella
il Presidente della Regione per essere
informato su tempi, modi e reali azioni su
quando ed in quale modo si provvederà a
“passare” le competenze e personale agli Enti
locali territoriali. Ciò al fine di realizzare il
dualismo tra Regione per atti legislativi e di
indirizzo ed Enti locali a cui spetta l’azione
amministrativa.”
“Ritossa”
(241)
“Premesso che il processo di trasferimento
di funzioni dalla Regione agli Enti locali è già
stato avviato con la L.R. 15/2001, e che quindi,
a distanza di tempo, è presumibile che le
procedure ricognitive volute dalla Giunta
abbiano ultimato il loro decorso permettendo
di definire con certezza l’attuazione del
principio costituzionale della sussidiarietà.
Rilevato che sino dal 28 maggio 2004
l’attuale Giunta regionale aveva predisposto un
atto di indirizzo delle funzioni amministrative
e che pertanto allo stato attuale dovrebbero
essere definite le funzioni del sistema delle
Autonomie locali e più specificatamente:
sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza
dei ruoli. Il tutto alla luce delle modifiche
costituzionali recate al nuovo Titolo V, di cui
all’art. 118,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interpella il Presidente della Regione
per comprendere il perché dell’attuale
immobilismo dell’apparato regionale che dopo
mesi non è a tutt’oggi in grado di fare con
certezza, un quadro sinottico delle funzioni: di
programmazione, contributive, di controllo, di
Amministrazione attiva intesa quale attività
residuale, o gli aspetti procedurali del
trasferimento delle funzioni agli Enti locali.”
“Ritossa”
(305)
Ciò a testimoniare che ci arrivano sempre
dei dipendenti che si aggiungono a quanti
erano in servizio al 2 gennaio 2004, pari a
2972.
Così come, a fronte di questi nuovi arrivi
che avrebbero dovuto implicare dei
trasferimenti agli Enti locali, invece,
contrariamente alle indicazioni e alle
declarazioni fatte in quest'
Aula da parte del
Presidente, persiste una mancata applicazione
della legge regionale 15/2001. Ossia, della
devoluzione agli Enti locali e, quindi, di un
avvio concreto della sussidiarietà nei confronti
degli stessi, dando non solo personale, ma
anche funzioni.
Sono due situazioni abbastanza in
contraddizione e, quindi, sarebbe opportuno
avere una visione strategica anche perché è ben
noto che il 28 maggio 2004 la stessa Giunta
regionale ha fermato l’attività ricognitiva
dell’eventuale devoluzione.
PRESIDENTE. La parola alla Giunta.
IACOP, Assessore regionale per le
relazioni internazionali, comunitarie e per le
autonomie locali. Fornisco una risposta
congiunta alle due interpellanze, tenendo
presente che per la prima parte della n. 241,
che riguarda trasferimenti di personale dallo
Stato o da altri Enti alla Regione, in attuazione
a disposizione di legge o a trasferimenti di
competenze, per una parte non sono attuate,
perché poi erano state attuate le disposizioni
previste...
Però, dovesse specificare questi aspetti, c'
è
l’Assessore
al
personale
che
può,
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
eventualmente, integrare
successivamente.
questa
risposta
I dati sono stati illustrati alla Giunta
regionale nella seduta del 30 dicembre.
Risponderò, quindi, alla parte che è legata al
trasferimento delle competenze e di personale
agli Enti locali territoriali in attuazione dei
previsti processi devolutivi delle funzioni.
L’argomento è stato presentato anche
all’Assemblea delle Autonomie locali nella
seduta del 19 gennaio. In tale sede ho illustrato
il percorso del processo devolutivo, stabilendo
la necessità che sia avviato un confronto con le
Autonomie locali relativamente all’oggetto, ai
tempi e alle modalità di conferimento delle
funzioni e procedimenti.
Tale interpellanza è stata presentata dal
consigliere Ritossa per conoscere quando si
realizzerà, effettivamente, la separazione tra
compiti legislativi e di indirizzo, di
competenza della Regione, e compiti di
gestione amministrativa, di spettanza degli Enti
locali, anche in considerazione dell’attuale
consistenza del personale regionale.
Successivamente, in data 7 gennaio 2005, il
consigliere regionale Ritossa ha interpellato il
Presidente della Regione per essere informato
sui motivi della lamentata carenza, ad oggi, di
un quadro sinottico rappresentativo delle
funzioni oggetto di possibile devoluzione e
della definizione degli aspetti procedurali del
trasferimento di tali funzioni.
In proposito si rammenta che, a seguito
della deliberazione della Giunta regionale 28
maggio 2004, n. 1365, sono stati acquisiti i dati
relativi alle funzioni svolte dalle Direzioni
centrali di “line” dell’Amministrazione
regionale e a quelle delegate agli Enti locali,
che sono stati elaborati in modo omogeneo e
analizzati dagli uffici regionali, ai fini della
predisposizione del “Programma 2005” di
conferimento delle funzioni al sistema delle
Autonomie locali.
Nella seduta del 25 ottobre 2004, la Giunta
regionale ha preso atto della comunicazione in
merito alle procedure di trasferimento delle
funzioni, individuando le varie fasi in cui si
svolgerà il processo devolutivo.
A seguito della acquisizione dei dati dalle
Direzioni centrali è stato predisposto un primo
elenco delle funzioni e procedimenti
attualmente
svolti
dall’Amministrazione
regionale, con l’esclusione delle funzioni e
procedimenti di competenza della Direzione
centrale ambiente e lavori pubblici.
In quell’occasione l’Assemblea delle
Autonomie locali si è riservata di pronunciarsi
collegialmente sul documento, anche se i
singoli componenti e, in particolare, il
Presidente
dell’UPI,
hanno
formulato
osservazioni discordanti sulle linee guida
proposte.
Infine, a seguito della trasmissione, da parte
della Direzione centrale ambiente e lavori
pubblici, delle schede relative alle funzioni di
propria competenza, è stata completata la fase
di acquisizione dei dati relativi alle funzioni
attualmente svolte dalle Direzioni centrali.
Il completamento dell’operazione di
raccolta
dei
dati
ha
evidenziato,
complessivamente, 876 procedimenti, di cui
124 ritenuti trasferibili al sistema delle
Autonomie locali o ad altri Enti, e 10 ritenuti
sopprimibili.
Nella seduta dell’11 marzo 2005, ho
illustrato alla Giunta regionale i successivi
passaggi del processo devolutivo, che
dovrebbe articolarsi nelle seguenti fasi:
soppressione di funzioni. Una prima fase è
dedicata alla soppressione delle dieci funzioni
ritenute superflue o, comunque, non più
attuabili.
Trasferimento di funzioni. Una seconda fase
del procedimento devolutivo è dedicata
all’analisi delle funzioni trasferibili al sistema
delle Autonomie locali. In particolare, si tratta
di evidenziare quelle funzioni di cui si ipotizza
il trasferimento a Comuni, Province, Comunità
montane o altri Enti, con particolare attenzione
per quelle che si prevede di trasferire nel 2005.
Atti consiliari
- (113) 21 -
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Questa operazione è preordinata, infatti, alla
predisposizione del programma di riordino
delle funzioni regionali e di conferimento di
funzioni e compiti amministrativi ai Comuni e
alle Province per l’anno 2005, disciplinato
dall’articolo 8 della legge regionale 15/2001 e
da adottarsi entro il giugno di quest’anno.
Tale programma, che conterrà anche la
previsione delle risorse finanziarie, umane e
strumentali da trasferire agli Enti locali, sarà
presentato quindi al Consiglio regionale e
all’Assemblea delle Autonomie locali, che si
esprimeranno, entro il termine di sessanta
giorni dalla sua presentazione. Il programma
sarà, infine, approvato con deliberazione della
Giunta regionale, da pubblicare nel Bollettino
Ufficiale della Regione.
Per quanto riguarda l’attuazione del
programma, l’articolo 8 della legge regionale
15/2001 prevede che sia attuato, nell’esercizio
finanziario successivo, con leggi regionali di
riordino settoriale.
Peraltro, si è dell’avviso che l’operazione di
analisi delle funzioni conferibili consenta di
enucleare un certo numero di funzioni
immediatamente trasferibili al sistema delle
Autonomie locali, attraverso un intervento
normativo “stralcio” rispetto alla procedura
della legge regionale 15/2001, inserito nel
contesto della legge regionale di assestamento
del bilancio.
Tale operazione consentirebbe, pertanto, di
attuare parte del procedimento devolutivo già a
partire dal corrente anno.
Per poter ottenere tale risultato, peraltro,
sarà necessario, come è già stato avviato, il
coinvolgimento
dell’Assemblea
delle
Autonomie locali, delle Direzioni centrali
interessate e della Direzione Generale, in modo
da giungere ad una valutazione condivisa sia
delle proposte di trasferimento delle funzioni,
che delle risorse umane, materiali e finanziarie,
da devolvere al sistema delle Autonomie locali.
Infine, per quanto attiene le funzioni che
dovrebbero rimanere in capo alla Regione,
come è emerso anche nella riunione della
Giunta regionale dell’11 marzo 2005, sarà
necessario un ulteriore approfondimento con il
coinvolgimento diretto dei singoli Assessori, al
fine di poter verificare se, almeno per talune di
esse, non sia ipotizzabile un trasferimento agli
Enti locali.
PRESIDENTE. La parola al Consigliere
interpellante.
RITOSSA. Insoddisfatto della risposta
perché certamente ha posto la data del 30
giugno 2005 per dare un’indicazione operativa,
però, nella sua declaratoria come l’ha
esplicitata, ha già dimostrato che quella data
non sarà possibile rispettarla.
Infatti, se fate una determinata ricognizione,
avete fatto un’azione deliberativa l’11 marzo
2005, avete ancora del tempo per predisporre il
tutto, entro sessanta giorni anche il Consiglio
regionale deve dare un parere, è evidente che,
guardando i tempi, abbiamo già la
dimostrazione che nemmeno in questa
occasione verrà rispettata un’indicazione di
devoluzione.
Se, poi, cominciamo a dare riferimenti
temporali alla 15/2001, le conseguenze sono
lapalissiane.
PRESIDENTE. Do lettura dell’interpellanza
n. 269 della consigliera Battellino, iscritta
all’ordine del giorno:
“Premesso che nel luglio scorso si è aperto a
Frascati il corso per segretari comunali
organizzato
dall’Agenzia
dei
segretari
comunali e dalla Scuola superiore della
pubblica Amministrazione del Lazio e che gli
allievi, selezionati attraverso un concorso
nazionale, erano 110 di cui uno solo
proveniente dal Friuli Venezia Giulia, mentre i
gruppi più numerosi erano quelli della
Campania con 42 e della Sicilia con 13
laureati.
Constatata quindi la scarsa partecipazione di
laureati della nostra Regione a quella carriera
di un certo prestigio e di un buon trattamento
economico, visto il decreto legislativo n. 267
del 2000 il cui articolo 105, prevede che “Le
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Regioni a Statuto speciale disciplinano le
materie di cui al presente capo con propria
legislazione”.
Tutto ciò premesso,
Consigliera regionale,
la
sottoscritta
interpella il Presidente della Giunta regionale
per
sapere
per
quali
motivi
l’Amministrazione regionale non ha dato
ancora attuazione a questa legge statale, se e in
quali tempi lo intende fare.”
La parola alla consigliera Battellino per
l'
illustrazione dell’interpellanza.
BATTELLINO. Questa interpellanza nasce
dall’osservazione che molti nostri giovani
laureati hanno grosse difficoltà ad avere
accesso a carriere adeguate ai propri corsi di
studi.
Ho preso atto che nel luglio scorso si è
aperto a Frascati il corso per segretari comunali
organizzato dall’agenzia dei segretari comunali
della scuola superiore della pubblica
Amministrazione del Lazio.
Ho preso atto che tra gli allievi selezionati
attraverso un concorso nazionale, c’era un solo
allievo che proveniva dal Friuli Venezia
Giulia, mentre la gran parte degli allievi
proveniva da altre Regioni, soprattutto
Campania e Sicilia.
Ho constatato la scarsa partecipazione dei
laureati della nostra Regione. Eppure quella dei
segretari comunali è una carriera di un certo
prestigio e con un buon trattamento
economico.
Allora mi sono chiesta e chiedo
all’Assessore: per quale motivo non abbiamo
dato attuazione al decreto legislativo n.
267/2000 in cui l’articolo 105 prevede che le
Regioni a Statuto speciale disciplinino le
materie di cui al presente capo con propria
legislazione? Per cui si poteva dare il via ad un
corso per segretari comunali che, nella
Regione, tra l’altro, poteva essere specifico
considerando proprio il fatto che la nostra
Regione è a Statuto speciale.
Ciò che vengono chiamati a fare i segretari
comunali dovrebbe essere qualcosa di speciale
se raffrontato a quello che, invece, avviene
nelle altre Regioni.
Chiedo all’assessore Iacop se mi dà una
risposta in questo senso.
PRESIDENTE. La parola alla Giunta.
IACOP, Assessore regionale per le
relazioni internazionali, comunitarie e per le
autonomie locali. La risposta all’interpellante è
più completa nel documento che consegnerò
Di fatto questo si colloca nel più ampio
quadro della riforma del comparto unico
regionale, laddove i segretari comunali non
potranno essere disgiunti dalla restante parte
del personale regionale per quanto riguarda la
definizione della norma che darà riferimento
giuridico unitario alle componenti del
personale che opera nei Comuni e negli Enti
locali e personale che opera in Regione.
Il collega Assessore al personale sta
impostando la legge quadro di riferimento che
disciplinerà lo status giuridico dei segretari
della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia
e le previsioni specifiche di riferimento per
quanto riguarda la loro attività.
Ricordo come solo alcune Regioni speciali
abbiano attuato quanto previsto dall’articolo
105 della legge 267/2000 che, comunque, era
già contenuto nelle prerogative costituzionali
affidate alla Regione dalla legge costituzionale
2/93 in materia di ordinamento delle
Amministrazioni, e, quindi, di riferimento del
personale. Le Regioni Sardegna e Sicilia non
lo hanno ancora approvato.
Comunque, come dicevo, nella parte di
definizione del disegno di legge di
ordinamento delle Autonomie locali del Friuli
Venezia Giulia, che è in corso di stesura, è
inserito un primo riferimento al ruolo dei
segretari nella Regione Friuli Venezia Giulia.
E, poi, l’argomento sarà affrontato nella
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
legge quadro di riferimento per il comparto
unico del pubblico impiego regionale, che
credo sia inserito nel programma legislativo da
parte del competente Assessorato al personale.
PRESIDENTE. La parola alla Consigliera
interpellante.
BATTELLINO. Spero si dia attuazione a
questo decreto, anche perché, così, potremo
avere finalmente una buona parte di segretari
comunali che lavorano nella propria Regione.
Grazie.
PRESIDENTE. Do lettura dell’interpellanza
n. 317 dei consiglieri Molinaro e Fasan, iscritta
all’ordine del giorno:
“Atteso che il Comune di S. Michele al
Tagliamento (VE), con deliberazione del
Consiglio comunale n. 53 del 2 ottobre 2002,
ha promosso la procedura per l’effettuazione
del referendum di cui all’articolo 132 della
Costituzione e alla legge 25 maggio 1970, n.
352, per il distacco del Comune stesso dalla
Regione Veneto e l’aggregazione alla Regione
Friuli Venezia Giulia;
considerato che tale formale istanza
costituisce l’epilogo di una volontà reiterata di
aggregazione al Friuli Venezia Giulia espressa
delle diverse realtà rappresentative della
popolazione di S. Michele al Tagliamento, a
partire dal lontano 1980;
atteso che la Corte Costituzionale, con
sentenza depositata il 10 novembre 2004, ha
dichiarato la illegittimità costituzionale di parte
dell’articolo 42 della legge 25 marzo 1970, n.
352, consentendo il referendum consultivo
senza la necessità di coinvolgimento di un
terzo delle popolazioni delle due Regioni
interessate e quindi con modalità semplificate
rispetto al passato;
atteso che tale determinazione consentirà tra
il 13 marzo ed il 13 giugno p.v. lo svolgimento
della consultazione referendaria, propedeutica
al successivo intervento legislativo delle due
Regioni interessate;
atteso
che
una
possibile
diversa
configurazione del territorio del Friuli Venezia
Giulia potrebbe costituire una opportunità per
lo sviluppo economico del territorio,
soprattutto nel settore turistico (Bibione è la
seconda spiaggia italiana per presenze dopo
Rimini) e dei servizi locali, nonché una
eventuale diversa delimitazione dei territori
provinciali;
visto l’articolo 4, comma 2, della legge
regionale 15/2001 che riserva alla Regione lo
svolgimento delle funzioni relative ai rapporti
con lo Stato e con le altre Regioni;
ritenuta necessaria un’azione del governo
regionale in ordine allo svolgimento della
consultazione referendaria nonché di conoscere
le eventuali iniziative già intercorse ed in
particolare con la confinante Regione Veneto;
i sottoscritti Consiglieri regionali,
interpellano il Presidente della Regione per
sapere
a) se il governo regionale condivide
l’istanza del Comune di S. Michele al
Tagliamento per il suo distacco dal Veneto e
l’aggregazione al Friuli Venezia Giulia;
b) se e quali iniziative e/o intese siano state
assunte nei confronti della Regione Veneto ed
in particolare se sia stato attivato il tavolo di
discussione con il Comune di S. Michele al
Tagliamento e con gli altri Comuni che hanno
in passato manifestato l’intendimento di
aggregarsi alla Regione Autonoma Friuli
Venezia Giulia, di cui all’impegno assunto in
Consiglio regionale dall’Assessore alle
Autonomie locali nella seduta antimeridiana
del 1° ottobre 2003;
c) se e quali iniziative l’Amministrazione
regionale intenda assumere in vista dello
svolgimento del referendum consultivo nel
territorio contermine della Regione Veneto, per
rappresentare le opportunità per i cittadini e per
le imprese in Friuli Venezia Giulia.”
La parola alla consigliera Fasan per
l’illustrazione dell’interpellanza.
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
(Interruzione)
Consegna la risposta scritta?
FASAN. Avete già tutto pronto. So che
Molinaro doveva essere presente. L’ha
consegnata?
IACOP, Assessore regionale
relazioni internazionali, comunitarie
autonomie locali. Consegno la
risposta scritta, che contiene gli
oggetto dell’interpellanza:
per le
e per le
seguente
elementi
“Con legge costituzionale 18 ottobre 2001,
n. 3, «Modifiche al Titolo V della parte
seconda della Costituzione», è stato modificato
il secondo comma dell’articolo 132 Cost. nel
seguente testo: «Si può, con l’approvazione
della maggioranza delle popolazioni della
Provincia o delle Province interessate e del
Comune o dei Comuni interessati espressa
mediante referendum e con legge della
Repubblica, sentiti i Consigli regionali,
consentire che Province e Comuni, che ne
facciano richiesta, siano staccati da una regione
ed aggregati ad un’altra.»
In seguito alla sopra citata modifica della
norma costituzionale, parte della dottrina aveva
affermato che la stessa, essendo finalizzata a
semplificare il procedimento per la variazione
dei confini regionali, aveva inteso circoscrivere
l’ambito territoriale entro il quale deve
svolgersi il referendum individuando tale
ambito esclusivamente nel territorio dell’ente
(o degli enti) che richiede il distacco.
In tale contesto si è inserita la questione del
distacco del Comune di San Michele al
Tagliamento dalla Regione Veneto e la sua
aggregazione alla Regione F.V.G.
Il 2 ottobre 2002 il Consiglio comunale di
San Michele al Tagliamento ha adottato una
delibera di richiesta di referendum ai sensi
dell’articolo 132 Cost. per l’aggregazione alla
Regione F.V.G.
La richiesta è stata depositata il 30 ottobre
2002, così come prescritto dall’articolo 42
della legge 352/1970, alla cancelleria della
Corte di Cassazione, presso la quale è
costituito l’Ufficio centrale per il referendum.
Sul
presupposto
della
sopravvenuta
incostituzionalità dell’art. 42, secondo comma,
della legge 352/1970, alla richiesta stessa non è
stato unito alcun altro documento e/o delibera
da parte di enti territoriali.
A seguito di tale richiesta, l’Ufficio centrale
per il referendum presso la Corte di Cassazione
ha sollevato – in riferimento all’art. 132,
secondo comma, della Costituzione (come
modificato dall’art. 9 della legge costituzionale
n. 3/2001) – questione di legittimità
costituzionale dell’art. 42, secondo comma,
della legge n. 352/1970, nella parte in cui
prescrive che le richieste di referendum per il
distacco da una Regione e l’aggregazione ad
un’altra regione di una o più Province o di uno
o più Comuni debbano essere corredate dalle
deliberazioni, identiche nell’oggetto, di tanti
consigli di Province o di Comuni che
rappresentino almeno un terzo delle restanti
popolazioni delle Regioni investite dell’avviato
procedimento di distacco/aggregazione.
Secondo l’ufficio rimettente, con la
modifica dell’art. 132 Cost. il legislatore
costituzionale non avrebbe inteso riservare
unicamente agli enti territoriali, richiedenti il
proprio distacco da una Regione e
l’aggregazione ad un’altra, l’iniziativa della
promozione del referendum prodromico alla
variazione dell’assetto territoriale regionale, ed
escludere, quindi, qualsiasi partecipazione a
tale iniziativa di altri enti rappresentativi di
popolazioni solo indirettamente interessate a
tale variazione.
Con sentenza n. 344 del 28.10.2004, la
Corte ha ritenuto fondata la suesposta
questione, ed ha pertanto dichiarato
l’illegittimità costituzionale dell’art. 42,
secondo comma, della legge n. 352/1970.
La Corte, accogliendo la tesi dell’ufficio
rimettente, ha affermato che «Poiché il
referendum previsto dalla disposizione
costituzionale attualmente vigente mira a
verificare se la maggioranza delle popolazioni
dell’ente o degli enti interessati approvi
l’istanza di distacco-aggregazione, deve
Atti consiliari
- (113) 25 -
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
coerentemente
discenderne
che
la
legittimazione a promuovere la consultazione
referendaria spetta soltanto ad essi e non anche
ad altri enti esponenziali di popolazioni
diverse.»
In virtù di tale pronuncia, l’Ufficio centrale
per il referendum presso la Corte di cassazione
ha dichiarato la legittimità della richiesta di
referendum del Comune di San Michele al
Tagliamento.
Con nota del 28 febbraio 2005, il Ministero
dell’Interno ha espresso l’avviso che, in
conseguenza delle modifiche intervenute nella
disciplina giuridica per lo svolgimento delle
consultazioni referendarie ex art. 132 Cost., i
comizi per il referendum in argomento
«debbano essere indetti solo nel Comune di
San Michele al Tagliamento e che, pertanto, il
corpo elettorale interessato debba essere
costituito esclusivamente dagli iscritti in quelle
liste elettorali.»
In seguito, il Consiglio dei Ministri, nella
seduta del 4 marzo u.s., ha deliberato di fissare
la data di svolgimento del referendum in
questione per domenica 29 maggio 2005.
Occorre fare presente che il referendum ha
natura consultiva e pertanto non vincola il
legislatore statale, alla cui discrezionalità
compete di provvedere, con legge, al distaccoaggregazione. Il procedimento di approvazione
della legge prevede, ai sensi del citato art. 132,
secondo comma, Cost., l’audizione dei
Consigli delle Regioni coinvolte.
In questa fase, quindi, verranno acquisiti i
pareri dei Consigli regionali, ai fini della
valutazione degli interessi locali contrapposti,
per giungere alla definitiva approvazione o non
approvazione – con legge statale – della
richiesta di distacco-aggregazione.
Pertanto, in relazione a quanto previsto nel
punto c) dell’interpellanza, si evidenzia che
l’iter procedimentale prevede una fase
specifica in cui la Regione FVG potrà far
emergere il proprio interesse all’acquisizione
del comune. Tale momento, peraltro, vede
come interlocutore della Regione il legislatore
statale; inoltre, è successivo allo svolgimento
del referendum, e presuppone, di fatto, che
l’esito dello stesso sia favorevole al distaccoaggregazione.
Pertanto, potrebbe sussistere l’interesse
dell’Amministrazione regionale ad intervenire
nella fase precedente allo svolgimento del
referendum,
svolgendo
un’attività
di
informazione nei confronti della cittadinanza
del comune di San Michele al Tagliamento.
E’ importante notare che tale attività non si
verrebbe a configurare come attività di
comunicazione istituzionale, ma come vera e
propria attività di propaganda referendaria.
Tale attività potrebbe svolgersi secondo le
consuete modalità di svolgimento della
propaganda elettorale e, pertanto:
- con manifesti, utilizzando gli appositi
spazi destinati ai fiancheggiatori (art. 1,
secondo comma, della legge 212/1956;
- utilizzando i mass media. Al riguardo si fa
presente che, nell’analogo precedente del
referendum consultivo per la Provincia
dell’Alto Friuli, l’Autorità per le garanzie nelle
comunicazioni precisò che, trattandosi di
referendum
consultivo,
non
trovava
applicazione la legge n. 28/2000 sulla par
condicio. Il Corecom del FVG ritenne
comunque di invitare tutti gli organi di
informazione a favorire l’accesso e la
comunicazione politica a tutti i soggetti
interessati, in misura equa fra i favorevoli e i
contrari al quesito referendario. Pertanto,
analogo spazio potrebbe essere concesso alla
Regione FVG in occasione del referendum in
oggetto;
- infine, alcuna norma vieta di intraprendere
altre iniziative di sensibilizzazione, quale
l’invio di opuscoli informativi ai cittadini di
San Michele al Tagliamento, ovvero la
partecipazione di amministratori regionali ad
incontri con carattere di informazione e
confronto presso il medesimo comune. In tal
caso, dovrà solamente valutarsi l’opportunità
di una previa informazione al Comune
medesimo, ed, eventualmente, alla regione
- (113) 26 -
Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Veneto.”
Commemorazione del Sommo Pontefice e
dell’ex consigliere Claudio Tonel
PRESIDENTE. Signor Vicepresidente,
signori Assessori, signori Consiglieri, erano le
ore nelle quali l’emozione generale per la
morte sorprendente, per quanto attesa, del
Papa, già induceva ad una prima riflessione
sulla grande e lunga portata del suo pontificato,
sull’eredità che esso lascia e sulle prospettive
annunciate.
E in quelle stesse ore qui è giunta la notizia
della morte di Claudio Tonel successiva di
poco a quella di sua moglie, non avendo egli
accettato l’idea di un’esistenza nel dolore e
nella sofferenza priva della presenza e della
compagnia di lei.
Claudio Tonel ha dato la sua risposta agli
interrogativi che vita, dolore, relazioni, affetti
pongono nei momenti diversi dell’esistenza.
Una risposta in cui non possiamo, non
vogliamo, non dobbiamo entrare se non per
chiederci da parte di chi è stato partecipe delle
sue confidenze, ed io sono tra quelli, se il suo
dolore soprattutto quello degli ultimi giorni, sia
stato compreso fino in fondo.
Il momento di una riflessione personale per
ciascuno di noi, ma anche necessariamente
collettiva e pubblica per il doveroso e
partecipato cordoglio che anche la Regione qui
ha espresso ed ha, quindi, portato a Roma
rendendo omaggio alla salma di Giovanni
Paolo II e intervenendo al suo funerale.
Qui oggi rinnoviamo il profondo cordoglio
del Consiglio regionale alla famiglia, al suo
partito, all’associazione dei Consiglieri, tutti
qui fra noi in questo momento, per la
scomparsa di uno di noi, uno della famiglia
ancora attivo.
Una presenza affettuosa e riconoscente
anche nel ricordo della sua visita in Friuli
Venezia Giulia tra il 30 aprile e il 3 maggio del
1992, quando da Aquileia iniziò il suo viaggio
attraverso i quattro capoluoghi di Provincia,
per arrivare fino nel cuore della zona colpita
dal terremoto e ringraziare per il modo rapido
ed etico con cui era stata condotta la
ricostruzione.
Lo ricordiamo come uomo, collega, figura
esemplare delle istituzioni, storico attento e
critico osservatore delle vicende del secondo
dopoguerra legate a Trieste e al ruolo di questa
città di frontiera che, proprio per la sua
collocazione nello scacchiere europeo, a
cavallo fra est e ovest, ha vissuto vicende
straordinarie e sulle quali le interpretazioni
spesso non sono state univoche.
Pensieri che toccano molti argomenti ed
interrogativi, anche quelli meno abituali e che,
invece, il lungo e sofferto commiato del Papa
ha sollecitato in modo così eclatante.
Tutta la vicenda culturale e politica di
Claudio Tonel è legata alla storia di Trieste
lungo il secolo scorso. Qui è nato nel 1927 e
qui ha sempre vissuto. Pubblicista, nel 1944 si
iscrive alla gioventù comunista ed inizia una
lunga carriere che lo porterà nel partito a
ricoprire diversi incarichi politici ed
istituzionali.
Anch’io pensavo a questo nel raccoglimento
davanti alla salma del Papa, a nome di tutti noi,
in un confronto con l’idea patetica della morte
che rimpicciolisce il corpo, solo nel volto
scoperto dai panni: rossi per il lutto e bianchi
per il superamento del dolore e della morte,
ponendo fine alla sofferenza e distendo le
contrazioni che segnavano quel volto da
tempo.
La scomparsa del Papa anche a questo ci
faceva pensare.
Segretario provinciale dal 1979 al 1983, ha,
poi, fatto parte del comitato provinciale e di
quello regionale, seguendo l’evoluzione del
partito nel PDS prima e, poi, nel DS, di cui è
stato dirigente fino alla fine.
Consigliere comunale capogruppo al
Comune di Trieste, nel 1976 subentra in
Consiglio regionale dove viene riconfermato
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
anche nella IV e V legislatura, fino al 1988. In
Consiglio regionale è stato vice Capogruppo e,
poi, Vicepresidente del Consiglio.
Sulle vicende politiche triestine Tonel ha
offerto nei dibattiti, negli interventi, nelle
numerose pubblicazioni, chiavi di lettura a
volte inedite, non da tutti sempre condivise o a
tutti gradite, ma sempre frutto di una solida,
profonda e diretta conoscenza degli
accadimenti dei fatti e delle cose.
Nell’attività di pubblicista numerosi sono i
saggi e oltre una decina le pubblicazioni di
ricerca storica, alla quale si è dedicato dai
primi anni ’80, interessandosi soprattutto della
vita politica triestina dal 1943 in poi.
Anche in Consiglio regionale Claudio Tonel
ha lasciato un segno. Le sue Presidenze dei
lavori d’Aula sono ancora oggi ricordate tra le
migliori: decise, sicure, coerenti, imparziali. In
una parola impeccabili.
Senza dimenticare che già venticinque anni
fa, proprio per il suo carattere innovatore, si
era battuto per l’introduzione del "Question
time", vedendo, in questo strumento
parlamentare d’origine anglosassone, un modo
per assicurare maggiore efficacia ai lavori del
Consiglio, qualificando la sua funzione
ispettiva, per dare impulso ad un rapporto più
produttivo tra legislativo ed esecutivo, per
rendere l’attività consiliare più trasparente e
comunicabile all’opinione pubblica.
Tanta competenza e altrettanta passione è
stata messa, quindi, da Tonel, al servizio
dell’associazione dei Consiglieri regionali. Di
essa è stato Presidente fino alla scomparsa e, in
quella veste, ne ricordiamo l’apporto attento in
sede di Convenzione per la riscrittura dello
Statuto e la promozione di iniziative di grande
spessore sapendo coniugare sempre l’aspetto
dell’attualità con quello dell’interesse storico,
politico e scientifico.
Sicuramente questo è il caso delle ultime
iniziative della sua Presidenza: il convegno sui
Balcani occidentali verso l’integrazione
dell’Unione Europea, dello scorso novembre e
il progetto “Conoscere l’Europa, fare gli
europei” che ha coinvolto quasi un migliaio di
studenti delle scuole superiori della Regione.
Nella mia esperienza di Presidente del
Consiglio, il rapporto con il Presidente
dell’associazione Consiglieri Claudio Tonel è
stato tra quelli più carichi di significato. Un
rapporto in alcun modo condizionato dalla
comune appartenenza politica, alla quale
Claudio mai faceva riferimento nell’attività
istituzionale.
La nostra conoscenza era abbastanza
recente; forse anche per questo, neanche due
anni trascorsi dall’inizio della legislatura, mi
sembrano così intensi.
A fronte del Tonel che conoscevo
politicamente e con il quale, francamente,
debbo dire erano più frequenti le ragioni del
dissenso che quelle del consenso, ho
conosciuto una persona attenta, propositiva,
rigorosa e rispettosa dei ruoli e delle
responsabilità.
Prudente e aperto, realista e coraggioso: le
qualità che lo hanno fatto apprezzare anche
dagli avversari, in momenti di tensioni aspre e
radicali. Credo che solo così si spiega
l’assegnazione a Tonel, nel 2001, del sigillo
trecentesco della città di Trieste, con la
motivazione che dice, tra l’altro: “credere in
un’ideale per tutta la vita e riuscire a
guadagnare il rispetto di quelli che la pensano
diversamente, in virtù di una condotta
irreprensibile è caratteristica di pochi.” E
quando succede è ancor più raro che sia una
pubblica Amministrazione a prenderne atto e a
riconoscerlo ufficialmente.
A Claudio Tonel tutto questo è riuscito per
l’approfondita opera di ricerca storica sulla
città, che ha contribuito a smussare spigoli
ideologici
che
sembravano
insanabili,
favorendo quel processo di riconciliazione
cittadina che oggi stiamo cercando di
completare e rinforzare guardando sempre in
avanti.
Ho letto con occhi diversi, allora, e ho
capito meglio il testo autobiografico di cui ci
ha fatto dono qualche tempo fa, quando le sue
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
condizioni fisiche lo portavano a pensare che,
forse, era già tempo di bilanci.
Durante una pausa del convegno, che
l'
associazione Consiglieri ha dedicato alla
riscrittura dello Statuto, Anita, la moglie, che
temeva un epilogo diverso, mi fece
chiaramente capire quanto, per Claudio, queste
iniziative fossero importanti.
E, allora, è con questi sentimenti che penso
all’ultimo scritto che Claudio mi ha inviato,
due giorni prima della fine, in cui mi trasmette
un testo sulle minoranze nel Friuli Venezia
Giulia.
Un testo che avrebbe voluto consegnare
all’associazione in occasione dell’imminente
assemblea dove si sarebbe dimesso. Ma
aggiunge: “come sai, ora tutto è cambiato.”
La custodia e la promozione di quel testo
sarà per noi il modo migliore per ricordare il
Presidente Tonel al quale l’assemblea rende
omaggio.
(L’Aula, in piedi, ascolta e si raccoglie per
alcuni istanti)
Discussione sulla mozione:
“Finanziamento della politica di coesione
europea” (62)
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, al punto
n. 2 dell’ordine del giorno, che riguarda la
discussione sulla mozione: “Finanziamento
della politica di coesione europea” (62),
d’iniziativa dei consiglieri Zvech, Degano,
Gottardo, Malattia, Molinaro, Ciriani, Guerra,
Battellino, di cui ne lettura:
“Preso atto che il Consiglio europeo del
mese di giugno 2005, sotto la Presidenza
lussemburghese,
dovrà
approvare
le
prospettive finanziarie dell’Unione Europea
per il periodo 2007-2013;
rilevata la fondamentale importanza che nell’ambito dei programmi di crescita e di
sviluppo dell’Unione Europea, nonché per il
conseguimento degli obiettivi di coesione
economica, sociale e territoriale - riveste la
politica europea regionale per la riduzione
delle disparità nel livello di sviluppo;
attesa la necessità, a fronte di paventate
riduzioni del budget dell’Unione Europea, di
una conferma degli indirizzi elaborati dalla
Commissione a proposito della politica di
coesione, intesi a mantenere la natura solidale
dell’azione dell’Unione;
il Consiglio regionale del Friuli Venezia
Giulia
esprime il proprio consenso agli indirizzi
proposti della Commissione Europea relativi
alla futura politica regionale, sia per quanto
concerne i nuovi obiettivi di intervento, sia per
i mezzi finanziari che vi vengono destinati;
ritiene che l’obiettivo posto dal Consiglio
europeo a Lisbona, inteso a fare dell’Europa
l’area più competitiva e più dinamica del
mondo, intanto possa venire conseguito in
quanto si giunga ad una piena mobilitazione di
tutti gli attori pubblici istituzionali, e non solo
delle Amministrazioni centrali, accrescendo il
potenziale delle Regioni e dando loro la
possibilità di raggiungere permanentemente
più alti livelli di sviluppo;
sottolinea l’impatto negativo che potrebbe
derivare da una revisione degli indirizzi
proposti dalla Commissione a proposito della
politica regionale di coesione, nel momento in
cui gli Stati membri si apprestano ad adottare
le procedure di ratifica del nuovo Trattato
costituzionale, che, facendo riferimento alla
necessità di una riduzione delle disparità nel
livello di sviluppo, prevede, come obiettivo
primario, il conseguimento anche della
coesione territoriale accanto a quella
economica e sociale;
delibera di inviare la presente deliberazione:
al Presidente della Commissione Europea;
al Presidente di turno del Consiglio dei
Ministri europeo;
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Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
al Presidente del Parlamento Europeo;
al Presidente del Consiglio dei Ministri
italiano;
ai Presidenti del Senato della Repubblica e
della Camera dei Deputati.”
avere. Sottolineando, infine, che l’obiettivo
primario è il conseguimento della coesione
territoriale accanto a quella economica e
sociale.
La Conferenza dei Capigruppo ha previsto
trenta minuti per la discussione di questa
mozione.
Ho cercato di illustrare, in estrema sintesi,
questo documento che, come auspico, se verrà
approvato all'
unanimità, verrà inviato a tutte le
autorità competenti, dal Presidente della
Commissione Europea ai Presidenti del Senato
della Repubblica e della Camera dei Deputati.
Grazie.
La parola al consigliere Degano per
l’illustrazione della mozione.
PRESIDENTE.
discussione.
DEGANO. Grazie, Presidente. Non è facile
prendere la parola dopo il suo ricordo del
collega Tonel. Oltretutto io, allora, come
giornalista, ho potuto essere testimone delle
sue impeccabili conduzioni d’Aula. Sono
assolutamente d’accordo con lei. Spero che la
sua onestà, la sua coerenza e il suo rigore siano
veramente di esempio per tutti noi.
Ha chiesto di parlare il consigliere Canciani.
Ne ha facoltà.
Cerchiamo di corrispondere a questo
esempio dando immediatamente corso
all’illustrazione di questa mozione n. 62, sul
finanziamento della politica di coesione
europea, che è stata sottoscritta da quasi tutti i
Capigruppo. Quindi, spero che possa essere
accolta ed abbia il voto unanime del Consiglio.
Si parte dalla premessa che il Consiglio
Europeo, nel mese di giugno, dovrà approvare
le prospettive finanziarie dell’Unione Europea
per il periodo 2007/2013. Si sottolinea la
fondamentale importanza della politica
europea regionale per la riduzione delle
disparità nel livello di sviluppo.
Nel dispositivo si esprime il consenso agli
indirizzi proposti dalla Commissione Europea
relativi alla futura politica regionale sia per
quanto riguarda gli obiettivi che ci si pone, sia
per i mezzi finanziari che vengono destinati.
C’è solo la preoccupazione, da cui la
mozione, che possano essere rivisti gli indirizzi
proposti dalla Commissione a proposito della
politica regionale di coesione. Si sottolinea
l’impatto negativo che tale revisione potrebbe
Dichiaro
aperta
la
CANCIANI. Molto brevemente, signor
Presidente. Credo di essere l’unico Presidente
che non ha sottoscritto la mozione. Rispetto a
questo volevo motivare il perché.
Come gruppo ci siamo confrontati sia con il
nostro Capogruppo al Parlamento Europeo, sia
anche con il partito, rispetto ad una mozione
che è molto generica, ma, citando
esplicitamente la conferenza di Lisbona e
sottolineando alcuni aspetti, in positivo, della
coesione economica basata sulla competitività,
ma anche la questione della ratifica del trattato
costituzionale europeo su cui, come sapete, il
nostro partito dà una valutazione positiva o,
quanto meno, ritiene che andrebbe sottoposta a
referendum...
Abbiamo deciso di non sottoscrivere, non in
polemica nè in contrapposizione. Dunque
questa dichiarazione è solo per motivare la non
sottoscrizione e l’atteggiamento del nostro
gruppo che, per non turbare il voto unanime
del Consiglio, non parteciperà alla votazione su
questa mozione. Però, ripeto, proprio
ricordando la conferenza di Lisbona e viste
alcune parti del testo, riteniamo opportuno non
votarla.
PRESIDENTE.
discussione.
Dichiaro
La parola alla Giunta.
chiusa
la
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
IACOP, Assessore regionale per le
relazioni internazionali, comunitarie e per le
autonomie locali. La Giunta regionale esprime
il proprio apprezzamento per i contenuti della
mozione presentata alla Presidenza del
Consiglio regionale e ne condivide gli auspici.
La Giunta regionale sottolinea, al riguardo,
di aver sempre sostenuto, in tutti gli ambiti
istituzionali ed in tutte le occasioni, la propria
adesione alle proposte della Commissione
Europea per il periodo di programmazione dei
fondi strutturali 2007/2013, in particolare in
riferimento alla valutazione finanziaria
necessaria individuata nell’1,24% del PIL
comunitario e per il perseguimento di una
politica di coesione economica e sociale volta,
non solamente al sostegno dei Paesi di recente
adesione all’Unione Europea, ma anche al
rafforzamento delle aree disagiate nei Paesi
Unione Europea, quindici, che, dal pari,
necessitano di interventi dei fondi strutturali al
fine di ridurre il differenziale di sviluppo con
le aree economicamente forti dell’Unione
Europea.
Nel perseguimento di questa politica la
Giunta regionale si è mossa sempre all’unisono
con le altre Regioni italiane, con il governo
centrale. Tale posizione unitaria nazionale è
stata espressa in maniera organica con il
documento “Memorandum” trasmesso alla
Commissione Europea nel novembre del 2002.
L’Amministrazione regionale è presente, a
livello tecnico, nel gruppo di contatto Regioni Ministeri, nel quale vengono elaborate in
tempo reale le posizioni negoziali del nostro
Paese con riferimento alle bozze di
Regolamenti comunitari, per il periodo
2007/2013, dei fondi strutturali emanati dalla
Commissione nel luglio 2004.
È chiaro che un’eventuale riduzione delle
risorse che verranno messe a disposizione della
politica di coesione per il periodo successivo al
2006, rispetto all’originaria ipotesi della
Commissione, penalizzerebbe, in misura
significativa, le Regioni oggi ammesse
all’Obiettivo 2. È per scongiurare tale scenario
che lo Stato e le Regioni stanno lavorando
unitariamente per sostenere la posizione
comunitaria in merito alle future dotazioni
finanziarie.
Ed è per questo, quindi, che sosteniamo
questa mozione che è stata presentata dal
Consiglio.
PRESIDENTE. Pongo in votazione la
mozione n. 62.
(È approvata all’unanimità)
Discussione sulla mozione:
“Legittima difesa: è necessario tutelare i
cittadini apportando le necessarie
modifiche al Codice Penale” (35)
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, al punto
n. 3 dell’ordine del giorno, che prevede la
discussione sulla mozione: “Legittima difesa: è
necessario tutelare i cittadini apportando le
necessarie modifiche al Codice Penale” (35),
d’iniziativa dei consiglieri Venier-Romano,
Ciani, Franz e Fasan.
Per questa mozione la Conferenza dei
Capigruppo ha assegnato un’ora e trenta
minuti,
così
ripartita:
maggioranza
quarantacinque minuti; DS, undici; Margherita,
dieci; Cittadini, sei; Intesa, tre. Opposizione:
Forza Italia, diciotto; Lega Nord, otto;
Alleanza Nazionale, dieci; Misto, otto. Giunta,
nove minuti.
La parola al consigliere Venier-Romano per
l’illustrazione della mozione.
VENIER-ROMANO.
Grazie,
signor
Presidente. Finalmente giunge all’attenzione
dell’Aula questa mozione predisposta da me e
firmata dai colleghi Fasan, Ciani e Franz.
Una mozione che, sicuramente, è attesa
dalla popolazione e che è rimasta ferma per
circa un anno, in quanto è stata presentata alla
Presidenza del Consiglio il 23 aprile dell’anno
scorso.
Desidero dare lettura del testo perché i
colleghi possano avere piena consapevolezza
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
dell’argomento che, secondo me, è di grande
rilevanza. Poi, immagino che i colleghi
firmatari, vorranno integrare il testo proposto
con loro considerazioni.
“Premesso che è indiscutibile e totale la
solidarietà nei confronti di quei cittadini e dei
loro familiari che sempre più spesso vengono
aggrediti, tanto nella loro abitazione quanto
nell’espletamento
della
loro
attività
commerciale;
preso atto che il Ministro della Giustizia
Castelli intende perseguire con decisione la
modifica delle norme del Codice Penale
inerenti la legittima difesa e l’uso legittimo
delle armi, al fine di tutelare i cittadini e i
commercianti oggetto di aggressioni;
preso atto altresì che anche il giudice Carlo
Nordio, Presidente della Commissione per la
riforma del Codice Penale, ha dichiarato che
verranno definiti in misura più netta i limiti
dell’autodifesa consentita e la vendetta che
deve essere punita, perché un conto è
difendersi dall’aggressione di uno sconosciuto
ed un conto è inseguire un ladro e sparargli alle
spalle mentre tenta di fuggire. "Un codice di
impronta liberale" - ha sostenuto il giudice
Nordio - “dovrebbe garantire la libertà
all'
individuo di difendersi anche quando non è
presente la forza pubblica, avvalendosi di un
suo diritto naturale” e che lo stesso Nordio
garantisce che una norma in tal senso farà parte
del nuovo Codice Penale;
atteso che la Commissione Nordio sta
procedendo
alla
faticosissima
riforma
complessiva del Codice Penale che dovrebbe
approdare in Consiglio dei Ministri e in
Parlamento – pensate! - il 29 aprile 2004”.
Il 29 aprile è passato e non è successo
ancora nulla di concreto e questo sta a
dimostrare quanto faticosa si presenti questa
necessaria riforma.
“Rilevato che esigenze attuali, concrete ed
oggettive sollecitano il legislatore nazionale a
tentare la via parlamentare più veloce per
modificare alcune specifiche normative
ritenute non idonee al contrasto e alla
repressione dell'
aggravata recrudescenza della
criminalità organizzata e che perciò un disegno
di legge che prevedesse tale oggetto non fa che
anticipare una futura realtà, particolarmente
richiesta dal forte numero di aggressioni
impunite e reazioni punite che stanno
succedendosi in questi giorni”; parliamo
dell’anno scorso ma potremmo parlare anche
dei giorni nostri;
considerato che gli ormai quotidiani episodi
di cronaca richiamano con estrema attenzione
l'
esigenza di rivisitare i limiti dell'
istituto
previsto dall’articolo 52 del Codice Penale il
quale disciplina la legittima difesa, alla luce di
una interpretazione "ambigua" che, a volte,
tende a privilegiare l'
autore del crimine, se a
sua volta offeso, piuttosto che la vittima
dell'
atto ingiusto, nel momento in cui,
giustamente, attua una qualche forma di
reazione;
atteso che le situazioni tipizzate sono due:
a) la reazione normale, che rientrerebbe nei
“compiti di ufficio” delle Forze dell'
ordine le
quali, in contesti in cui è minacciata
l'
incolumità loro o di altri ivi presenti, prima di
subire l'
attacco da parte della controparte
criminale, e trasformarsi nell'
oggetto di una
commemorazione
funebre,
preferiscono
difendersi attaccando, eliminando, alla radice,
la ragione stessa del problema - e sono
fortunati se vengono incriminati di "eccesso di
legittima difesa", mentre la regola è, invece,
l'
omicidio volontario, al pari di un qualsiasi
delinquente;
b) quella che si verifica in mancanza della
contestuale presenza delle Forze dell'
Ordine,
impossibilitate ad essere sul posto prima del
verificarsi dell'
evento delittuoso: in questo caso
anche ai cittadini deve essere riconosciuto il
diritto a difendere non solo la propria
incolumità personale e quella dei propri cari,
ma anche la propria casa, la propria attività e i
propri beni, ugualmente frutto dei propri
sacrifici;
rilevato che non è possibile che qualsiasi
reo goda di indubitabili benefici normativi e
una persona irreprensibile che cerchi di
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
difendersi non possa espletare il suo sacrosanto
diritto di difesa, e che, in casi di reazione a
fenomeni delinquenziali, la giustizia sia
sempre più propensa a incriminare per
omicidio volontario gli aggrediti che
reagiscono, piuttosto che utilizzare, semmai,
l'
eccesso di legittima difesa;
ravvisato che la norma dell'
articolo 52 del
Codice Penale così come attualmente
concepito, appare insufficiente a garantire una
possibilità di difesa da aggressioni violente,
soprattutto nella parte in cui richiede, affinché
ricorra la legittima difesa, la proporzionalità fra
difesa e offesa;
il Consiglio regionale impegna il Presidente
della Giunta
a farsi portatore dei voti nei confronti del
governo nazionale affinché:
1) venga sanato il divario che non è soltanto
normativo, ridisciplinando l’articolo 52 del
Codice Penale, in materia di legittima difesa
nel senso di limitarne l’interpretazione
estremamente discrezionale oggi vigente e che
risulta sempre meno favorevole all’aggredito
che all’aggressore (esempio: la reazione a
mano armata, anche in casa propria, è stata
sempre ritenuta eccedente il pericolo cui si è
esposti con la conseguenza della condanna per
omicidio volontario piuttosto che per eccesso
di legittima difesa):
a) abolendo il criterio di proporzionalità fra
difesa e offesa che tanti arbitri ha generato
nell'
interpretazione
giurisprudenziale,
mettendo a durissima prova il crisma della
certezza del diritto. Molte volte la garanzia
sottesa
all'
articolo
52,
astrattamente
condivisibile, finisce per giovare innanzitutto
agli aggressori, imponendo all'
aggredito
valutazioni che non sempre possono essere
compiute, nella gravità e immediatezza del
momento, per capire l'
entità del pericolo che si
sta prospettando;
b) introducendo la "presunzione" della
legittima difesa nel caso vi sia la necessità di
proteggere la propria o l'
altrui proprietà dal
rischio di una sua perdita o distruzione. In tal
modo, l'
oggetto della protezione apprestata
dall'
articolo 52 viene ampliata, con particolare
riferimento a quegli atti che, concretizzando
una violazione della proprietà, ma non solo,
sono suscettibili, per la violenza con cui
vengono posti in essere, di mettere a rischio
anche altri valori quali la vita stessa o
l'
integrità fisica del soggetto leso.
Con l'
aumento dei casi di presunzione viene
meno anche l'
estrema discrezionalità del
giudice, sollevato da un compito valutativo di
difficile ponderazione e che, nell'
alternativa fra
il garantismo, anche verso i soggetti più
riprovevoli, e la criminalizzazione dell'
onesta
attività, lo esponeva, comunque, alle critiche
dell'
opinione pubblica;
c) inserendo un'
ulteriore agevolazione per
chi opera nell’attività di pubblica sicurezza, i
quali, anche loro troppo spesso, pagano assai
caro la giusta reazione alle aggressioni subite,
dimenticando che, assai di frequente tali
reazioni risultano essere gli unici correttivi ad
una morte sicura;
2) affinché un maggior buon senso nella
prevenzione renda l'
Italia un vero Paese
normale, e smorzi, sul nascere, le estreme
reazioni ideologiche della popolazione verso
soggetti potenzialmente a rischio di
criminalità, che alimentano un clima di odio
indiscriminato e generalizzato che non fa altro
che confondere ed eludere il reale problema;
3) a prevedere la sostituzione della rubrica
dell’articolo
52
del
Codice
Penale,
rinominandolo anche "Difesa legittima",
testimoniando l'
usanza che il cambio di nome è
anche cambio di sostanza, perché evoca una
realtà diversa;
4) sottolineando l'
immensa differenza fra
Sicurezza Pubblica, concetto nuovo e
garantista, e Pubblica Sicurezza, concetto
ormai "tarlato", e non solo dal tempo.”
Spero che questo testo sia sufficientemente
chiaro per tutti i colleghi e auspico
l’approvazione unanime di questa mozione
affinché, a livello centrale, si provveda a
modificare in tal senso l’articolo 52 del Codice
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Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Penale. Grazie per l'
attenzione.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
MONAI
PRESIDENTE. Comunico i tempi di
discussione
di
questa
mozione.
La
maggioranza ha quarantacinque minuti ed
altrettanti l’opposizione, suddivisi in queste
quote: DS, undici; Margherita, dieci; Cittadini,
sei; Intesa, tre. Opposizione: Forza Italia,
diciotto; Lega Nord, otto; Alleanza, dieci;
Misto, otto. La Giunta ha nove minuti.
Dichiaro aperta la discussione.
Ha chiesto di parlare il consigliere Ferone.
Ne ha facoltà.
FERONE. La mozione n. 35 a firma VenierRomano ed altri mi trova totalmente concorde.
Credo che non sia un tema da programma di
Intesa Democratica e, quindi, mi ritengo
perfettamente libero di esprimere il mio
pensiero perché, mentre la criminalità dilaga,
sembra quasi che le attuali norme servano a
tutelare i delinquenti e non i cittadini.
Nello specifico articolo 52 della legittima
difesa c'
è il principio di bilanciamento che, a
mio giudizio, andrebbe quanto meno rivisto,
perché il cittadino, quando si trova un
delinquente in casa, nel momento in cui la
propria proprietà, la propria intimità, i propri
interessi, i propri cari sono messi in pericolo, si
trova in un vero e proprio dramma. In quei
momenti è certamente difficile valutare se la
sua reazione è proporzionata esattamente al
millesimo all’offesa che sta ricevendo.
Quindi, credo che, effettivamente, vada
rivisto totalmente l’articolo 52, estendendo i
casi di legittima difesa, proprio per garantire
quei cittadini onesti da una delinquenza che è
sempre più crescente e sempre più temeraria ed
arrogante.
Pure nella nostra Regione, purtroppo,
esistono casi del genere, soprattutto nel
pordenonese dove è presente il fenomeno delle
rapine nelle ville, dove i cittadini vengono
messi in pericolo e, molte volte, le istituzioni
sono assenti e distanti.
Infatti, se è vero che circa il 90% dei reati
rimangono impuniti, è anche vero che la stessa
percentuale di rapine, di aggressioni ai
cittadini, di intrusione nelle abitazioni, di
rapine presso tabaccai e quant’altro trasformati
in un vero e proprio bancomat dalla mala, sono
quotidianità.
Le forze dell’ordine, molte volte, non
riescono a rispondere per tutta una serie di
motivi, che non è il caso di elencare qui. Però
ne cito solo uno: la disattenzione del Governo
centrale in termini di risorse, di mezzi e di
organici, ma devo dire che se l’attuale Governo
lesina risorse nei confronti delle forze
dell’ordine, anche il precedente certamente non
ha largheggiato.
Quindi, è una politica, che prosegue nel
tempo, di disattenzione verso le forze di
polizia. Pertanto, dal momento che lo Stato non
riesce a garantire quella sicurezza totale a cui
avrebbero diritto in quanto cittadini che pagano
le tasse, che si prenda atto di questa situazione
e gli si dia la possibilità di difendere se stesso, i
propri cari ed i propri diritti, allargando il
concetto di legittima difesa in un momento più
ampio. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Alzetta. Ne ha facoltà.
ALZETTA. Grazie, signor Presidente.
Intervengo per esprimere la contrarietà al fatto
che quest'
Aula venga chiamata a discutere di
una materia di questo tipo.
Sono
convinto
che
quanto
posto
all’attenzione dai proponenti la mozione, che
tiene conto di una serie di fatti e di accadimenti
intervenuti sul territorio nazionale nel corso,
non solo degli ultimi mesi, ma degli ultimi
anni, resti sempre comunque una competenza e
una materia assolutamente riguardante la
revisione dell’ordinamento giudiziario di
questo nostro Paese.
E, quindi, posto che parliamo di diritto
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
penale, e forse sono la persona meno indicata a
parlarne, credo che debba essere l’ordinamento
giuridico del nostro Paese a garantire la
sicurezza dei cittadini e che non possiamo
assolutamente introdurre elementi che, se male
interpretati, possono far arrivare in questo
nostro Paese quello che, con alcune
affermazioni anche forti, nel passato è stato
comunicato all’opinione pubblica come effetto
della giustizia fai da te.
Ripeto: quanto segnalato dagli interventi
che mi hanno preceduto non è frutto di
fantasia; non è sicuramente qualcosa che non è
mai accaduto in questo Paese. Però, da qui ad
introdurre, con norma, e, quindi, a chiedere
l’intervento del Presidente di questa Regione
perché sostenga l’azione che in Parlamento...
Ricordo a tutti, come è stato ricordato dal
presentatore della mozione, che sono in atto
procedimenti, discussioni, emendamenti al
1899, che è il disegno di legge riguardante la
modifica dell’articolo 52...
Dicevo che siamo consapevoli di questa
realtà, però, nello stesso tempo, pensiamo e
siamo preoccupati che ci possa essere un
intervento ed un’azione, anche da parte di un
Consiglio regionale, che possa far sottintendere
e comprendere che possa intervenire,
nell’ordinamento del nostro Paese, un nuovo
modo di intendere la difesa legittima come
richiamato dall'
ordinamento e come, invece,
propone di modificare la mozione... e che,
quindi, travalicando compiti e funzioni,
competa
anche
entrare
nel
merito
dell’ordinamento giuridico e penale del nostro
Paese.
Attenzione. Aprire questo tipo di
ragionamenti, spalancare o socchiudere porte
di questa natura, si sa che cosa succede
all’inizio, ma non si sa che cosa possa
succedere alla fine. Mi pare che esempi in
questo senso nel resto del mondo siano presenti
ed evidenti, come lo sono le ricadute di
fenomeni di questa natura.
Quindi, siamo affinché ritorni la palla al
giocatore deputato: nel caso specifico la parola
è più che azzeccata. Quindi, rinviamo al
Parlamento che ha la competenza di legiferare
in materia. Avendo ben presenti i limiti e i
compiti che spettano al legislatore regionale,
che può anche occuparsi di indirizzi da
trasferire al legislatore, ma che, nello stesso
tempo, deve avere l’accortezza di non
prevalicare compiti e funzioni.
Infatti, credo che la mozione, così come ci è
stata presentata, vada a violare quello che è il
principio per cui debba essere l’ordinamento
giuridico statale a garantire la sicurezza dei
cittadini e che questi ultimi non possano
arrivare ad espressioni di giustizia fai da te.
Credo che aver posto la materia
all’attenzione del Consiglio regionale sia
sicuramente un aspetto che rientra in termini di
legittimità anche nella nostra azione. Però, da
questo a farne discendere una mozione con
questi tre punti dove chiediamo che si
modifichi in questa direzione l’ordinamento
giuridico del nostro Paese, credo che sia
un’azione che va al di là dei nostri compiti e
funzioni.
Quindi, siamo perché questa mozione possa
essere ritirata proprio perché l’obiettivo di far
discutere, credo che sia stato raggiunto. Se non
dovesse essere così, esprimeremo un voto
contrario.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Blasoni. Ne ha facoltà.
BLASONI. Non ci sia ingiuria, però trovo
un po' di ipocrisia nelle affermazioni del
collega Alzetta. Nel senso che la tesi che va
sostenendo è questa, se ho ben capito: spetta al
Parlamento nazionale discutere di questi temi
e, perciò, siamo legittimati a non discuterne in
questo Consiglio regionale.
Non credo a questo, atteso che la mozione
non si propone, ovviamente, di modificare una
norma, atteso che non sarebbe nelle
competenze di questo Consiglio regionale di
modificare una norma di carattere nazionale.
Invece, la mozione si propone, e bene ha fatto
il collega Venier-Romano e gli altri firmatari a
presentarla, di far voto affinché vi sia una
modifica che compete al Parlamento.
Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Sgomberato il campo da una valutazione
assolutamente inconferente, ossia quella che
non si possa discutere di questa materia in seno
al Consiglio regionale, mi preme fare due o tre
valutazioni.
La prima è la seguente. In ognuno di noi,
nel nostro comune sentire, molto spesso, in
occasioni di alcuni fatti di cronaca, c'
è la
sensazione di una legislazione da un lato anche
opportunamente garantista, ma che, dall’altro,
è
legislazione
che
garantisce
forte
discrezionalità di giudizio al magistrato; una
legislazione di questo tipo, quando tocca
problemi, caro Salvador, come quello della
legittima difesa, ci colpisce perché ci possiamo
trovare di fronte a delle scelte e decisioni del
magistrato che percepiamo come non giuste.
Una legge è condivisibile quando è
rappresentativa della temperie del suo tempo e
di un comune sentire che percepiscono il
precetto come è giusto, come condivisibile.
Questo non è, molto spesso, il caso della
legittima difesa. Abbiamo assistito ad
imputazioni di commercianti, di uomini delle
forze dell’ordine che rischiavano sanzioni
penali gravissime, l’onta di accuse quali
l’omicidio volontario, solo perché si erano
difesi.
Solo perché, amico Travanut, per meglio
dire collega Travanut, avevano reagito rispetto
ad un’offesa grave, pericolosa, fatta da chi,
armi in pugno, entrava nel loro negozio,
violava l’intimità della casa o quant’altro.
Si richiede, la capacità, al singolo cittadino,
di valutare immediatamente, di verificare quale
potrebbe essere l’esito di questa intrusione. Se
quella pistola che ha in mano è vera oppure è
un modello, un giocattolo.
Credo che sia estremamente difficile non
concordare con questa mozione. Tant’è,
Alzetta, che lo stesso Ferone, esponente di
maggioranza, stavolta con grande coerenza,
sostiene la giustezza, la validità, la plausibilità,
la condivisibilità dei motivi che sono alla base
di una mozione che tutto è, fuorché
pleonastica.
Non possiamo immaginare che un cittadino
che si trovi in una situazione di grave pericolo,
di difficoltà, sia a rischio anche di fronte ad un
diritto naturale, che è quello della difesa,
rispetto all’iniziativa di un magistrato, che
potrebbe vedere in ciò non tanto un eccesso di
legittima difesa, ma come è accaduto nei casi
di Milano e di Roma dei mesi scorsi,
addirittura il rischio di accusa di omicidio
volontario.
Ora, non sono per il far west; non
immagino, che pistola in pugno ci si possa e ci
si debba difendere esercitando un compito che,
invece, normativamente, costituzionalmente,
spetta alle forze dell’ordine.
Immagino, però, che quando vediamo in
pericolo la nostra vita, quando vediamo
qualcuno entrare nella nostra casa, quando
qualcuno ci rivolge contro un’arma, e non
spetta a noi capire se questa è carica o scarica,
non si possa pretendere da noi la valutazione
immediata dell’entità effettiva del rischio, si
debba riconoscere che chi è entrato con
quell’arma, nella nostra casa, o nel nostro
negozio, sappia che entrare armi in pugno
avrebbe potuto determinare una reazione,
sapesse che questo costituiva un rischio e che
più forte è il diritto di chi tutela la propria
famiglia ed il proprio lavoro, di chi infrange le
regole e cerca di appropriarsi non soltanto dei
beni altrui, ma di invadere le sfere più
personali, familiari.
L’abbiamo visto nel Veneto, quante villette
sono state rapinate, molto spesso con effetti
che non erano solo la rapina, ma erano ben altri
e terribili.
Dico al mio collega Piero Colussi che ho
voluto proporre un ordine del giorno che non è
per nulla provocatorio e si riconnette alla
mozione. Credo e spero che sarà votato.
L’ordine del giorno,
riferimento ai fatti del G8...
Menosso,
fa
(Interruzione)
Presidente, vorrei terminare il
intervento senza che il collega Alzetta...
mio
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
PRESIDENTE. Però le chiedo scusa,
consigliere Blasoni: lei deve rivolgersi all’Aula
e non ai singoli Consiglieri.
BLASONI. Io mi rivolgo all’Aula! Non
vedo alcun motivo per cui, rivolgendomi
all’Aula, non potrei cercare l’attenzione dei
colleghi in termini assolutamente bonari, non
offensivi, semplicemente nominandone il
nome.
PRESIDENTE. La invito a rivolgersi
all’Aula
perché
questo
prevede
il
Regolamento. Grazie.
BLASONI. Il fatto che il Regolamento
preveda che il singolo Consigliere si rivolga
all’Aula, a fortiori non vuole per questo dire
che non possa, contestualmente, richiamare
l’attenzione di qualche Consigliere. E sfido a
dimostrare il contrario!
PRESIDENTE. Questo non le è consentito.
Questa è una cosa che compete al Presidente!
BLASONI. Mi consenta di concludere!
Caro Presidente, gentile Presidente, mi
consenta di concludere! Mi aspettavo,
piuttosto, censura per chi mi aveva interrotto,
piuttosto che per me, che vado svolgendo, in
maniera pacata e sobria, il mio intervento.
L’ordine del giorno fa riferimento ai fatti
del G8, fa riferimento al congedo del
carabiniere Placanica che è quel ragazzo di
vent’anni il quale, trovandosi circondato da
una folla che si avvicinava tumultuosamente
alla camionetta dei carabinieri su cui era,
bloccato in una situazione in cui un altro
sfortunato giovane, si avvicinava con un
estintore tra la folla urlante, ha esploso un
colpo di pistola.
Purtroppo, e di questo non può che
dispiacere enormemente, un colpo di pistola ha
troncato la vita di un altro giovane uomo, ma
un colpo di pistola che, vi chiedo,
rivolgendomi all’Aula, ma anche ad ognuno di
voi, me lo si consentirà, chi di noi, in un tale
frangente, in una situazione di così grande
difficoltà, non avrebbe fatto altrettanto, non
avrebbe cercato di tutelare la propria
incolumità rispetto a chi si avvicinava, e non
può essere condivisibile, con oggetti
contundenti, con un estintore, con delle picche,
con altri oggetti, verso la camionetta?
L’ordine del giorno che indirettamente ho
potuto illustrare, si propone di riconoscere,
rispetto al congedo di cui è stato oggetto, il
valore e la condivisibilità dell’azione, anche se
non certo dagli effetti non voluti di quella
azione, del carabiniere Placanica.
La mozione, per concludere, non solo è
condivisibile, ma doverosa. Non riesco a capire
perché questo atteggiamento del collega
Alzetta, visto che vado riferendomi a quanto or
ora andava enunciando, dico di poterlo
nominare...
Mi sembra inaccettabile che semplicemente
sulla base di una posizione ideologica, non si
condivida quello che c'
è nelle coscienze di tutti
noi e c'
è la sensazione che un diritto naturale
come quello della difesa non possa essere
incomprimibile.
No alla vendetta. No ad un contesto che non
segua le regole del diritto e dove, certamente,
la giustizia venga esercitata dagli organi
competenti. Però sì a quel diritto naturale che è
il difendere la propria casa, i propri cari, la
propria famiglia, non correndo il rischio di
trovarsi imputati e vedere meglio tutelato chi è
penetrato nella casa e nel negozio, rispetto a
chi stava vivendo irreprensibilmente la propria
vita.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Ritossa. Ne ha facoltà.
RITOSSA. Pur partendo dal presupposto
che spetta al Parlamento apportare delle
modifiche al Codice Penale, è evidente che
l’interpretazione di cui si dà oggi all’articolo
52 dello stesso, porti a delle riflessioni.
Fa benissimo questo Consiglio regionale a
discutere di questo tema, affinché si possa
avere una sottospecie di legge-voto da
trasmettere al Parlamento e, quindi, far
presente qual è l’opinione di questo territorio.
Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Infatti, l’interpretazione dell’articolo 52 del
Codice Penale che viene svolta da un gruppo di
magistrati abbastanza ampio, porta a non avere
più uno spartiacque tra la legittima difesa e
l’omicidio volontario.
Se questo spartiacque è stato posto in una
posizione tale da favorire alcuni, è chiaro
riferimento agli indici ed alle azioni di chi
svolge attività criminose, è evidente che il
cittadino e i suoi rappresentanti seduti in
questo Consiglio regionale, hanno il diritto e il
dovere di esplicitare queste preoccupazioni. Di
conseguenza, dare una tipologia di messaggio a
chi ha il dovere e la possibilità di modificarlo.
Evidentemente questa mozione ha il pregio
di aver sollevato non solo questa problematica
all’interno di quest'
Aula, ma ci auguriamo che
pure coloro che hanno una visione politica ben
differente da quella del centro-destra, possano
percepire e far proprio questo documento.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Ciani. Ne ha facoltà.
CIANI. Grazie, Presidente e colleghi. Devo
dire che mi aspettavo un dibattito un po'più
ampio. In realtà, forse la partita è stata chiusa
dall’intervento del collega Alzetta che, a nome
della maggioranza, ha richiamato la non
competenza del Consiglio regionale ad
intervenire su materie di questa portata.
Invece, ritengo che sia nelle competenze di
questo Consiglio regionale poter intervenire
nei confronti del Governo nazionale su temi
che sono propri della vita dei cittadini di questa
nostra Regione. Però l’aver bollato, così come
ha fatto il collega Alzetta, questa mozione, mi
pare non plausibile o non riconoscente della
realtà presente sul nostro territorio.
Alzetta parlava del tema del diritto penale.
Accanto a questo parlerei di altri diritti che
sono ineludibili, che appartengono alla sfera
dei cittadini di questa nostra Regione, che sono
il diritto alla sicurezza e, soprattutto, nel vedere
condannati quanti compiono dei reati.
Soprattutto se questi vengono compiuti in
riferimento alla persona ed alle libertà
individuali di ogni persona.
Invece, mi pare che ci sia una tendenza che
sia propria di una parte soprattutto della
sinistra di fare in modo che venga inteso
l’uomo in quanto tale e che, indubbiamente, è
una persona che può sbagliare e avendo
commesso degli errori e degli sbagli, questa
persona non possa essere condannata.
Bisogna dargli tutte le possibilità non
soltanto di pentirsi, ma addirittura di poter non
essere condannata.
Quanto è accaduto in questi ultimi anni
credo
che
sia
emblematico
anche
nell’atteggiamento di una sinistra che ritiene,
soprattutto, sui temi che sono stati e sono
oggetto di questa mozione, così come spiegato
dal collega Venier-Romano, della sicurezza
personale e, soprattutto, della salvaguardia
delle cose personali che ognuno di noi ha.
Cari colleghi, quando qualcuno riesce a
violare la sfera di carattere personale, questo
merita una giusta condanna che, sicuramente,
con la chiusura che è stata fatta dal collega
Alzetta, non ci sarà.
Ma non ci sarà soltanto all’interno di questo
Consiglio regionale; non ci sarà nemmeno se il
centro-sinistra dovesse vincere le prossime
elezioni a livello nazionale. Di fatto, questa
teoria, a parte il fatto che potrebbe vincere le
elezioni, che si deve riscrivere il codice di
procedura penale, che il diritto alla legittima
difesa creerebbe il far west, credo che sia
esattamente l’opposto.
Infatti, i cittadini di questa Nazione e di
questa Regione si armano in casa e sono pronti
a sfidare anche la morte di sé stessi e dei propri
familiari quando si trovano di fronte a
situazioni di questa natura, perché non c'
è il
diritto sacrosanto alla sicurezza, perché non c'
è
la certezza della pena.
Ci sono tanti colleghi all’interno di
quest'
Aula che sono avvocati e che,
giustamente, devono difendere chiunque nei
procedimenti giudiziari, sia gli innocenti, sia i
colpevoli, però oggi la situazione sta in questi
termini. Una persona che è anche rea confessa,
ad esempio di omicidio, all’interno di una
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
villetta, della sfera privata, per rapina o
quant’altro, dopo qualche anno nelle patrie
galere, torna in libertà.
Torna in libertà perché questa persona va
salvaguardata, perché bisogna dargli il
perdono... io ritengo di no, cari colleghi.
Ritengo che i cittadini di questa Nazione, di
questa Regione abbiano la necessità di vedere
tutelata la propria sfera personale. Se questo
non accade, allora sì che entreremo nel far
west, allora sì che accadrà ciò che accade in
altre Nazioni in cui ci sono le armi libere o
quant’altro. Cosa che, personalmente, ritengo
assolutamente non plausibile all’interno della
nostra Nazione.
Però, credo che votare contro questa
mozione, che va incontro alle esigenze reali,
che non sono di centro, né di destra, ma
appartengono alla libertà di ognuno di noi,
indipendentemente da cosa si voti alle
elezioni… Io penso che deve essere approvata
per salvaguardare l’integrità morale e,
soprattutto, la sicurezza che i cittadini in
particolare di questa Regione, chiedono ormai
da tanto tempo.
Sosterrò l’ordine del giorno presentato dal
collega Blasoni perché, secondo me, è
sacrosanto e, forse, potrebbe cercare di iniziare
a fare un po'di giustizia rispetto al linciaggio
che è stato fatto nei confronti di questo
ragazzo, portando l’altra, ahimè, vittima di
quegli eventi, ad essere quasi un santo nei
confronti, invece, di chi cercava di compiere
solamente il proprio dovere.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Franz. Ne ha facoltà.
FRANZ. Grazie, Presidente e colleghi.
Abbiamo presentato oltre un anno fa questa
mozione e riteniamo più che mai opportuno
che ci sia un’ampia discussione all’interno di
questo Consiglio regionale e che ci sia
interesse da parte di tutti i componenti di
questa Assemblea su un tema tanto importante,
senza pregiudizi di natura ideologica, ma penso
che ci dovrebbe essere pure una valutazione di
tipo personale, secondo coscienza, sui
contenuti di questa mozione, che sono già stati
presentati dal collega Venier-Romano.
Mi sembra che non si possa nemmeno
liquidare la questione dicendo semplicemente
che è un problema che deve essere affrontato
dal Governo nazionale. Penso che sia dovere di
questo Consiglio regionale esprimersi, dare
un’indicazione.
Infatti, episodi preoccupanti di violenza
sono avvenuti nelle grandi città, perché questa
mozione è d’iniziativa anche del Ministro
Castelli ed è nata in seguito a gravissimi
episodi accaduti a Milano ed a Roma.
Però abbiamo casi, per fortuna meno gravi,
di micro criminalità sempre presente anche
nella nostra Regione. Per cui penso che sia
dovere di questo Consiglio regionale e dei
singoli di esprimersi su questo tema.
Chiediamo che il Governo si attivi per
modificare l’articolo 52 del Codice Penale, che
dice che non è punibile chi ha commesso il
fatto per esservi stato costretto dalla necessità
di difendere un proprio o altrui diritto contro il
pericolo attuale dell’offesa ingiusta. Sempre
che la difesa sia proporzionata all’offesa.
È su questo punto che esprimiamo forti
critiche. Ossia sulla proporzione fra difesa ed
offesa.
Infatti,
riteniamo
che
sia
importantissimo capire lo stato d’animo,
valutare lo stato psicologico e la situazione
emotiva di chi subisce un’aggressione a casa
propria e di chi cerca di difendere i propri
familiari.
È difficilissimo fare una valutazione in quel
momento che sia obiettiva di quello che è il
reale pericolo per l’incolumità propria e dei
propri familiari. Penso che il diritto alla
sicurezza sia sacrosanto.
Penso che l’Amministrazione pubblica
debba garantire al cittadino la possibilità di
difendersi. Senza incorrere proprio nel pericolo
opposto, come purtroppo è successo a chi,
casualmente, ha risposto e, purtroppo, ha
causato la morte dell’aggressore: non si valuta
come un eccesso di legittima difesa, non
Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
vengono valutati tutti gli aspetti psicologici di
cui ho parlato prima.
Per cui il mio voto è favorevole anche
sull’ordine del giorno del collega Blasoni.
Però, molte volte, si cade nel reato di
omicidio volontario. Penso che questo non sia
più tollerabile. È importante tutelare
personalmente chi, in questa particolare
situazione, sa di mettere a repentaglio la
propria vita e quella dei propri familiari,
quindi, questo va attentamente valutato.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare la
consigliera Fasan. Ne ha facoltà.
Il Ministro Castelli sta facendo un’azione
presso il Governo per fare in modo che
l’articolo 52 del Codice Penale possa essere
modificato. Ritengo che anche il nostro
Consiglio regionale possa esprimersi in questa
direzione.
In particolare, chiediamo che venga
modificato questo criterio di proporzionalità
fra difesa ed offesa che, di per sé,
astrattamente, può essere condivisibile, però,
nella gravità e nell’immediatezza del
momento,
può
portare
a
risultati
diametralmente opposti.
Nel contempo, anche l’azione di chi deve
valutare, del giudice, è di ben difficile
ponderazione, con una norma scritta in maniera
tale che può portare ad eccessi nella direzione
esattamente opposta.
Per quanto riguarda l’ordine del giorno
presentato dal collega Blasoni, mi sembra che
questo sia un caso eclatante di un appartenente
alle forze dell’ordine, nel caso specifico
dell’arma dei carabinieri che, vistosi aggredito,
ha cercato di difendersi e questo,
malauguratamente, ha portato alla morte di un
aggressore.
Però, senz’altro, che da questo si arrivi alla
condanna morale del carabiniere che ha avuto
solo la colpa, in un momento difficile anche
per lui, perché era aggredito da diverse
persone, di sparare un colpo che,
probabilmente, non era certo mirato contro la
persona, bensì in aria… Ora, a poco più di
vent’anni, si trova congedato dall’arma dei
carabinieri: Penso che sia una valutazione
morale sull’operato di questo carabiniere che
assolutamente non va condivisa.
FASAN. È vero che spetta al Parlamento
nazionale legiferare su questo argomento. Però
la mozione presentata è una richiesta di
modifica per il Parlamento perché i tempi sono
maturi.
Troppo spesso succedono dei fatti di
cronaca che sfociano in tragedia e che ci fanno
capire che urgono delle modifiche serie e
precise. Non ci sono più i ladri di mele di una
volta. Ci sono degli incoscienti che girano con
spranghe, martelli ed armi. La gente ha paura,
si trincera in casa ed usa allarmi ed altre cose,
pur di riuscire a riposare almeno di notte e di
essere tranquilli.
I commercianti ed i loro parenti temono per
le vite dei loro cari. Le persone comuni che,
spesse volte, assistono a rapine o quant’altro,
riportano delle sofferenze che, molto spesso,
non riescono a dimenticare.
Le banche subiscono rapine sanguinose che
sono quasi all’ordine del giorno e, molte volte,
finiscono
tragicamente
portando
alla
disperazione molte famiglie che vivono
quotidianamente vicino ai loro cari che, distesi
in un letto d’ospedale, non si riprenderanno
mai più.
Questo che vi cito è un caso che è successo
due anni fa a Sacile: una persona è in coma
profondo ed un’altra ha già subito cinque o sei
interventi.
Quindi, credo che sia da tenere in grande
considerazione questo calvario a cui la gente
va incontro. Per questo motivo penso che ciò
che è stato presentato in quest'
Aula debba
essere sentito come un dovere, da parte dei
Consiglieri regionali, ad interessarsi per ciò
che avviene sia nella nostra terra, sia in tutta
Italia, perché ormai questi sono fatti all’ordine
del giorno.
Infatti, quando apriamo i giornali, di
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
qualsiasi
tipo,
sono
riportati
quasi
quotidianamente episodi che il più delle volte
sfociano in tragedie. Abbiamo il dovere di fare
in modo che questo possa cessare. Quindi,
qualsiasi decisione che verrà presa a livello
parlamentare, anche se non sarà una modifica,
sostanziale, è bene comunque che sia presa. La
legge deve punire chi rovina intere famiglie, e i
singoli individui, che hanno l’esaurimento
nervoso, la depressione o soffrono per la
mancanza di lavoro vanno seguite per tempo
perché non portino alle estreme conseguenze.
Non si può consentire che con la scusa
dell’esaurimento nervoso o con quella della
depressione o della mancanza di lavoro, si
possa arrivare ad uccidere le persone.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Travanut. Ne ha facoltà.
TRAVANUT. Grazie, Presidente. Questa è
uno di quegli oggetti che marca le distanze e le
differenze.
C’è
una
impostazione
sostanzialmente diversa tra una cultura che
attiene al centro-sinistra e quali sono le radici
che alimentano le visioni del centro-destra.
È un dibattito serio; certo, non molto
partecipato. Eppure, nonostante ciò, questo
dibattito mette in evidenza uno spartiacque
netto di impostazione di cultura politica. C’è
una filosofia di fondo che differenzia
profondamente il nostro modo di intendere le
cose ed il vostro.
Ora, vado semplicemente con la memoria, a
ricordarmi quali erano i propositi del governo
Berlusconi appena insediato, tra le varie cose,
che citava nel programma, c’era quella di
frenare tutto il processo di criminalità che
imperversava nel nostro Paese.
A fronte di quattro anni di Governo
nazionale impostato in quel modo, le cose
risultano essere peggiori rispetto a prima. Sta
di fatto che anche quel sistema di pensiero,
Luigi, credo che sia importante anche per i
pensionati, sentire ciò che dico...
(Interruzione)
PRESIDENTE. La regola vale per tutti!
TRAVANUT. Dicevo che, dopo quattro
anni di Governo, quella impostazione non ha
dato frutto. Il che significa che, probabilmente,
quello schema di fondo non è ciò che serve.
Cioè, ha dimostrato tutta la sua fragilità; non è
stato in grado di operare un cambio, una svolta
decisiva.
Siamo ancora qui come nel 2001, di nuovo
a trovarci di fronte a fenomeni simili. Qual è
stata la ricetta del centro-destra? O c'
è stata o
non c'
è stata. Se non c'
è stata, ovviamente, le
cose sono da imputare a chi governava. Se,
invece, c'
è stata, significa che era infruttuosa,
perché le cose sono rimaste com'
erano allora.
Invece, riteniamo che l’impostazione sia
diversa. Qui, purtroppo, la visione che avete si
restringe
parecchio;
l’osservazione
dell’individuo nel suo comportamento, vuoi
che sia un carabiniere in quanto tale, vuoi che
sia il commerciante in quanto tale, vuoi che
sia, comunque, purtroppo, il delinquente che
procede in quelle forme.
La visione che avete del mondo e che ci
consegnate
è
individualistica,
indipendentemente dal fatto che uno faccia il
carabiniere od un altro mestiere. Lo
svolgimento del pensiero sta all’interno di quel
canovaccio che, dal nostro punto di vista, è
restrittivo e minimale.
Qual è, invece, il modo di affrontare questi
temi? Di fatto, è uscire dalla sfera della società
civile composta da soggetti che interloquiscono
tra di loro. Il tentativo di creare un senso
complessivo, uno spirito di un Paese, di una
Nazione, di un continente, è dare un altro senso
all’operare degli uomini.
Se questo è l’intendimento e, quindi, si deve
lavorare su altri gangli, non su quelli lì, è il
senso di appartenenza ad una cultura, il
tentativo di dialogare, la capacità di permettere
a tutti i soggetti di avere in luogo la possibilità
di esprimere e, quindi, non finire con il
pensiero a guardare solo le particelle. È una
visione sicuramente che non ci appartiene. E
capisco che, dal vostro punto di vista, alla fine
Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
vi riparate su una modifica del Codice che la
dice lunga.
stiamo su un altro registro di pensiero. E su
quello, sicuramente, ci attesteremo.
Infatti, se quel Codice è ancora vigente,
significa che è il frutto di una cultura che
considerava le cose in modo diverso. Invece, se
avete l’interesse a modificarla, cosa che già
come poc’anzi ha evidenziato il mio compagno
DS, Alzetta, che, giustamente, ha detto, e poi
anche voi lo avete riconosciuto: è cosa del
Parlamento. Vedremo come questi se ne
occuperà, quali saranno i motivi di fondo, quali
saranno i pre-requisiti, i presupposti culturali,
cosa sarà ciò che sta all’inizio per arrivare a
definire la norma.
Quindi, rigettando, fondamentalmente, tutti
i presupposti di questa mozione, posso dire,
avendo letto velocemente, ma sentendo il senso
ed il peso dell’ordine del giorno formulato da
Blasoni, anche qui l’osservazione è solo rivolta
ad un solo soggetto, secondo un crisma di
visione analitica che ha a che vedere con le
piccole parti, piuttosto che con gli orizzonti più
ampi.
Noi riteniamo che se il Parlamento deve fare
ciò, noi possiamo dare degli indirizzi. Ed avete
fatto bene. Noi diamo degli indirizzi, ma
completamente diversi. Crediamo che un Paese
che vive sicuramente molto più sereno, non è
quel Paese che va a ritoccare il Codice Penale,
in ragione di fenomeni puntiformi. Oggi più
diffusi rispetto ad una volta.
Quindi, ritornando all’inizio, sostengo la
tesi che il governo Berlusconi ne sia
responsabile. Non ci si può nascondere di
fronte a quella cosa. Se dovessimo andare,
quell’auspicio positivo che faceva prima Ciani,
che sta in un’impostazione diversa dalla
nostra... e guai se non fosse così: sarebbe un
mondo indifferenziato.
Invece, vogliamo che il mondo sia
differenziato per idee, per costumi, per
propositi e per programmi politici. Dovessimo
andare al governo sicuramente non andremmo
a far ciò. Quel Codice resterà così da questo
punto di vista.
Il tentativo, invece, di andare ai presupposti
che permettono un altro svolgimento
dell’essere dell’uomo dentro un luogo sociale,
un luogo della produzione, un luogo della
convivenza civile…. Ecco, sono quelli gli
aspetti che ci premono.
Quindi,
rigettiamo
l’impostazione
filosofica, di cultura politica che avete messo
in atto. Capisco: è vostra. Nessuno vi
impedisce di esprimerla. Sappiamo, però, che
Riteniamo che quel fenomeno, accaduto nel
luglio del 2001, sia ascrivibile a quel che è
successo nel G8 di quell’epoca. Quindi, pure a
quella impostazione, che è il frutto della
mozione, diamo un parere contrario perché il
nostro pensiero si muove su altri luoghi e su
altri orizzonti. E, pertanto, siamo contrari a
tutta l’impostazione da voi formulata.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Franzil. Ne ha facoltà.
FRANZIL. Grazie, Presidente. Volevo
chiedere quanto tempo abbiamo come gruppo.
PRESIDENTE. Tre minuti per il vostro
gruppo. Prego.
FRANZIL. Persino abbondanti, rispetto al
solito.
Non volevo intervenire anche perché
condivido le posizioni espresse da Alzetta e,
ancora di più, quelle del collega Travanut, in
quanto danno un’idea di un’impostazione
politica. Quindi, non voglio solo il richiamare
le competenze del nostro Consiglio regionale e
le differenze di livello e quanto possa servire,
ma pure dire il perché siamo contrari a
quell’ordine del giorno.
Inoltre, dico che mi riconosco pienamente
nell’intervento di Travanut per quanto riguarda
l’impostazione di cultura politica.
Faccio solo un inciso sull’ordine del giorno
presentato da Blasoni a cui voteremo contro.
Va sottolineato il fatto che, in fin dei conti,
siamo qui. Nel senso che queste cose che
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
vengono descritte nel vostro ordine del giorno,
questa visione di una manifestazione come
qualcosa di pericoloso, di persone arrembanti,
l’abbiamo anche noi.
Quando sono successi quei fatti, in quelle
piazze camminavo pure io. Quindi, sostegno e
solidarietà al carabiniere Placanica, con la
visione di una solidarietà individuale ad un
ragazzo che si è trovato in una situazione. Però
non si può andare a travisare dei fatti,
dimenticare ciò che è capitato in quei giorni, in
cui noi che manifestavamo pacificamente
siamo stati assaliti dalle forze dell’ordine. E
non eravamo scalmanati. Sapete bene perché
un po'ci conosciamo, frequentiamo quest'
Aula
da un po'di tempo assieme. Sapete bene che
non siamo scalmanati o violenti.
Una revisione di ciò che è capitato non ci
piace. È un tentativo che fate. In particolare
non mi piace il fatto che agli episodi di Genova
siano affiancate le manifestazioni condannabili
degli stadi.
Ribadisco che eravamo in Genova quel
giorno per manifestare pacificamente in
maniera non violenta, scegliendo dei modi di
mobilitazione. Lì c'
è stata una volontà, secondo
noi, di repressione di un movimento che stava
crescendo.
Al di là delle responsabilità individuali di
questo o quell’agente delle forze dell’ordine,
ciò che ci interessa portare avanti ancora, visto
che, comunque, i processi non sono ancora
chiusi, è capire cosa sia successo; perché ad
una manifestazione pacifica si sia risposto con
la violenza; capire come mai, dopo tanto
tempo, c'
è stato un altro morto in piazza dalla
parte dei manifestanti.
Ricordare il no global Giuliani sta a
significare che bisogna difendere la legittimità
di un dissenso nelle formule più variegate per
quanto riguarda la disobbedienza civile, ma
che nessuno Stato ha diritto di utilizzare la
violenza per reprimere l’espressione di un
pensiero.
Questa è una riflessione che è ancora più
difficile per noi, in quanto Genova non è stato
il primo episodio. Quindi, non voglio scaricare
tutto solo su Berlusconi.
Qualche mese prima si camminava nelle
strade di Napoli e anche lì si stava
manifestando, con un altro Governo, e ci fu
una repressione. Quello che si può dire è che
Berlusconi ha portato ciò all’ennesima
potenza.
Però che ci sia un germe che non vede nella
manifestazione del dissenso e di un’opinione,
una cosa positiva, è un dato di fatto. Questa
mozione semplicemente va a mettere tutto
insieme, a non differenziare, a portare avanti
questa linea di pensiero che noi, che eravamo
lì, sicuramente non possiamo condividere. Per
questo votiamo contro decisamente.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Camber. Ne ha facoltà.
CAMBER. Parto da questa esperienza
soggettiva che ci ha poc’anzi narrato; non ho
nessun dubbio sul fatto che la gran parte sia
andata con la volontà di manifestare
pacificamente. Però, non neghiamo l’esistenza
dei black block, si chiamavano così?, che sono
reparti proprio come quelli ultras dello stadio,
organizzati per creare violenza.
Quindi, a me non crea nessuno scalpore il
fatto di equiparare chi fa del teppismo allo
stadio con chi veniva per creare violenza. Ci
sono gruppi che vengono con quel motivo:
minoranze
sparute,
pochi,
facilmente
individuabili. Però ci sono.
Così come ci sono allo stadio, perché non
possiamo dire che allo stadio, tutti quelli che
vanno in curva sono dei teppisti. Ci sono
piccoli gruppi organizzati che vanno per fare
danni. Sono quelli che vanno a vedere la partita
guardandola di schiena. Non guardano la
partita, bensì guardano gli altri per cercare di
fomentare.
Di fatto sono successi episodi e nell’ordine
del giorno non c'
è alcun richiamo a
responsabilità. C’è una constatazione di fatto.
C’è stato un episodio di legittima difesa,
perché il ragazzo, quando ha sparato, era
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
dentro un furgone, di cui ci sono filmati. Non
era lui che sparava dal furgone o che stava
caricando. In quel momento lui era parte
passiva.
(Interruzione)
Lui era chiuso dentro un furgone. Era in una
posizione difensiva. Lui ha sparato. A seguito
di quel fatto, il ragazzo, conscio della gravità
dell’episodio, ha avuto problemi di carattere
psicologico molto gravi, dichiarati, acclarati.
Nel contempo, però, è stato prosciolto dalla
magistratura.
Quindi, qual è l’oggetto di questo ordine del
giorno? Che dimostra come non vi sia una
certezza di giustizia. Se vengo prosciolto dalla
Magistratura, non posso essere licenziato dal
mio posto di lavoro. Questa è un’altra giustizia
parallela che non deve esistere. E proprio, tra
virgolette, la sinistra, mi insegna come ognuno
debba occuparsi del suo settore. La polizia può
avere prevenzione ed altro, ma non deve fare
giustizia.
Personalmente sono stato membro di
diverse Commissioni, di casi in cui poliziotti
non erano più idonei a svolgere quelle
mansioni per varie questioni: fisiche,
psicologiche, gravi depressioni, come ha
questo ragazzo.
Mai nessuno è stato posto in congedo
assoluto. Veniva riconvertito in altri ruoli
civili. Veniva assegnato ad altri Ministeri.
Veniva mandato a svolgere altre funzioni. Il
diritto al lavoro è un diritto sancito dalla
Costituzione.
Stiamo assistendo ad un episodio che
riguarda un ragazzo, perché mi fa pena, mi fa
pietà cristiana, questo ragazzo che ha ucciso...
E lui stesso si dice disperato e di vivere questo
incubo, perché nessuno vuole uccidere. Nessun
poliziotto va in piazza con l’intenzione di
uccidere o di far del male. Viene mandato e
cerca di assolvere al meglio la propria
funzione. Talvolta puoi avere delle reazioni. E
questa è la legittima difesa che, talvolta, può
avere reazioni anche eccessive, però una
giustizia lo ha assolto, lo ha prosciolto.
Non ci deve essere un’altra giustizia che lo
priva del diritto costituzionale al lavoro. Lui ha
diritto a poter lavorare in altri ruoli nello Stato,
perché lui ha coperto il suo ruolo in maniera
corretta come riconosciuto dalla giustizia.
Però, ripeto, questo ordine del giorno non
vuole entrare nel merito dei fatti di Genova.
Fatti che, comunque, come allo stadio hanno
visto sparute minoranze creare e fomentare una
certa violenza…
Quindi, pregherei Franzil di rileggere questa
mozione. Se c'
è qualcosa da togliere secondo
lui, la togliamo volentieri. In questo momento,
l’attenzione va rivolta a chi oggi viene
condannato due volte.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere De Angelis. Ne ha facoltà.
DE ANGELIS. Grazie, signor Presidente.
Cercherò di essere telegrafico, annunciando il
mio voto. Premesso che a me fa pietà chi viene
ammazzato, piuttosto che chi uccide. Il fatto
che Placanica sia stato giudicato non idoneo
alle mansioni forse è una cosa che dovrebbe far
pensare se fosse stato idoneo anche prima,
visto il comportamento e l’esagerazione che ha
posto in essere in occasione della sua difesa.
A parte questo, volevo semplicemente
sottolineare la barbarie che c'
è nell’ordine del
giorno presentato dalla cosiddetta Casa delle
Libertà che vorrebbe risolvere il problema
della certezza della pena a revolverate. Questo
è il risultato del vostro ordine del giorno.
Direi che la soluzione di Placanica, di tanti
commercianti che si sono difesi, dimostra che
le affermazioni che fate, là dove dite che,
spesso, chi si difende, è trattato peggio
dell’aggressore, sono un falso. Soprattutto è
grave ciò che volete, sperate e cercate di
inserire nel Codice Penale. La cosiddetta
presunzione di legittima difesa nel caso in cui
vi dovesse essere la necessità di proteggere la
propria od altrui proprietà.
Con questa cosa, in sostanza, volete inserire
e dare la possibilità a chiunque di sparare in
testa anche a quello che, magari, ti ha sfilato lo
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
stereo dalla macchina. Cosa deprecabile, cosa
condannabile, ma sicuramente non certo
trattabile come veniva fatto nell’antico far
west, quando, appunto, si veniva impiccati per
aver rubato un cavallo.
Fortunatamente, vi è una parte politica di
questa assise che, peraltro, non rappresenta più
la maggioranza del Paese. Mi auguro, quindi,
che da quest'
Aula ne esca riconfermata la sua
minorità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Ferone. Ne ha facoltà. Solo per
intervenire sull’ordine del giorno.
FERONE. Sull’ordine del giorno relativo
alla legittima difesa sono d’accordo; invece,
con quanto concerne il carabiniere Placanica
non lo sono e mi asterrò.
Voglio sottolineare che in quest'
Aula sono
state dette alcune inesattezze. Intanto, l’arma
dei carabinieri, a cui credo che debba andare il
rispetto di tutti, destra, sinistra, centro, perché
rappresentano l’Italia nel suo complesso, non
ha scaricato Placanica, non gli ha fatto
processi, non se ne è liberata.
Ha preso atto, attraverso la Commissione
medica a ciò deputata, dello stato di salute del
giovane carabiniere che, al di là della vicenda
di Genova, non è questo il luogo per rifare il
processo, già ci pensano i Magistrati, ha avuto
un incidente stradale con gravi conseguenze.
Vorrei ricordare ai colleghi che non è vero
che un poliziotto o un carabiniere, per il
semplice fatto di non essere più idoneo ai
servizi di polizia, viene automaticamente
collocato nei cosiddetti servizi civili, in quanto
deve essere idoneo anche a questi.
Però quando uno è totalmente inidoneo
anche ai servizi civili, viene collocato, se ne ha
il diritto, generalmente è causa di servizio, in
pensione. E non è un capriccio dell’arma dei
carabinieri, bensì è una semplice e legittima
ottemperanza alle norme vigenti dei relativi
Regolamenti dei vari corpi. Quindi, l’arma dei
carabinieri non ha scaricato nessuno. Ha fatto
il proprio dovere.
Per quanto concerne, poi, l’uso legittimo
delle armi è l’articolo 53 e non il 52 che
riguarda il carabiniere Placanica, lasciamo ai
Magistrati ogni giudizio ed auguro a tutti di
non trovarsi nelle condizioni di quel
carabiniere, in quel particolare momento,
quando bande di facinorosi, a cui era estranea
la stragrande maggioranza di quei cittadini che
si erano legittimamente recati a Genova per
manifestare, hanno creato situazioni di disturbo
e di danno non solo ai carabinieri, ma agli
stessi dimostranti. Grazie.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Violino. Ne ha facoltà.
VIOLINO. Trenta secondi, Presidente,
rapidissimo. Mi ha stimolato l’intervento di De
Angelis. Proprio a questi vorrei ricordare che
non un personaggio di destra, ma Pier Paolo
Pasolini, che portate in palmo di mano, come il
referente della sinistra., ebbene, nel ’68, scrisse
una poesia: “Valle Giulia” nella quale disse:
“Io sto con i carabinieri”.
Perché è più figlio del popolo, e voi
dovreste difendere i figli del popolo come
Placanica, che, indipendentemente dalla morte,
per l’amor del cielo, dell’altro, che, invece, era
un radical chic, di quelli che non sanno cosa
fare, figli di borghesi tante volte insoddisfatti
della vita, che cercano qualcos’altro. Non tutti.
Ebbene, rileggetevi Pasolini per trovare
pure, al vostro interno, un po'di identità.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Alzetta. A che titolo?
(Interruzione)
Mi pare che non sia previsto in quanto era
già intervenuto sull’argomento.
ALZETTA. Però devo dire che l’ordine del
giorno è girato dopo.
PRESIDENTE. Allora, prego. Come
abbiamo fatto per il consigliere Ferone, anche
per lei vale la deroga. Per un minuto ne ha
facoltà.
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
ALZETTA. Anche meno, per dire che
sorprende vedere, fra l’altro a firma unica, un
documento di questa natura nell’Aula del
Consiglio regionale. Lo ho ricordato nel mio
intervento prima: è materia dell’ordinamento di
questo nostro Paese.
Pensare di ribaltare, in quanto nella
premessa vengono dette delle cose che non
c’entrano niente con Placanica, il giudizio di
un tribunale in un’Aula di un Consiglio
regionale, mi pare che si sia veramente
travalicare sui nostri compiti e sulle nostre
funzioni.
Quindi, respingeremo in maniera molto
ferma questo ordine del giorno.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Tonutti. Ne ha facoltà.
TONUTTI. Non avevo nessuna intenzione
di intervenire, Presidente, però mi sembra che
non si possa sottacere la strumentalità con cui
certe mozioni vengono presentate e, allo stesso
tempo, l’altrettanta strumentalità con cui si
inseriscono degli ordini del giorno che
richiedono non già la solidarietà per casi
umani, come potrebbe sembrare e così è stato
enfatizzato dal collega Camber, ma
semplicemente
per
situazioni
molto
circoscritte.
Queste diventano simboliche non già di casi
umani, ma di questa cultura che, certamente, è
atta ad alimentare più la paura che altro.
Su questo non sono assolutamente
d’accordo. Credo che il nostro problema sia
chiedere che ognuno faccia il proprio mestiere.
Il Parlamento, l’arma dei carabinieri, e il
Consiglio regionale.
Certamente si può discutere di questi
problemi; si possono formulare auspici, ma
non si possono accettare forme provocatorie di
auspicio, che è cosa diversa.
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Gottardo. Ne ha facoltà.
GOTTARDO. Solo per annunciare che il
gruppo di Forza Italia voterà a favore della
mozione presentata dai colleghi e lascerà
libertà di voto sull’ordine del giorno del
collega Blasoni. L’argomento per noi rimane la
mozione e il contenuto dell’ordine del giorno
non può spostare l’attenzione o sommare le
due questioni, che rimangono diverse.
La mozione è equilibrata, pone un problema
serio che non può essere liquidato con
argomenti del tipo: “armi sì” o “armi no”,
perché, in quest'
Aula, abbiamo più volte
discusso sull’opportunità delle armi ai
forestali, o ai vigili urbani. Ossia, si tratta di
questioni che attengono alla sensibilità non
tanto dei partiti...
Ricordo che, in quest'
Aula, a proporre con
forza le armi ai forestali fu l’allora assessore
dei DS, Mattassi, con argomentazioni molto
forti e molto simili a questa mozione.
Quindi, non credo che ci sia lo schieramento
o il partito che ama o ritiene le armi un fatto da
ripudiare o da usare con disinvoltura. Stiamo
parlando di una questione molto delicata, che
attiene sempre di più allo sviluppo dei rapporti
nella nostra società, che sarà sempre di più
esposta a situazioni difficili, nelle quali
imprenditori e normali cittadini devono
difendersi.
Non auspichiamo una società all’americana,
dove le armi si acquistano al supermercato.
Riteniamo che le armi debbano rimanere sotto
autorizzazione. Non si acquista un’arma se non
si ha un porto d’armi regolare, se non si ha
un’esperienza, se non si fanno le cose che si
devono fare.
Il problema riguarda ciò che, ormai, sta
diventando un fatto paradossale: molto spesso,
chi si difende dalle aggressioni, poi, diventa,
l’accusato principale. Questo è il tema che
attiene alla mozione a cui, ovviamente, diamo
un sostegno convinto.
PRESIDENTE.
Dichiaro
chiusa
la
discussione e comunico che è stato presentato
il seguente ordine del giorno:
Blasoni:
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
“Il Consiglio regionale,
in occasione della discussione della
mozione n. 35 “Legittima difesa: è necessario
tutelare i cittadini apportando le necessarie
modifiche al Codice Penale”,
ricordati i gravi fatti avvenuti durante il G8
tenutosi a Genova nel luglio 2001;
ricordato, altresì, che il giovane carabiniere
Mario Placanica, come è noto, divenne suo
malgrado protagonista dell’episodio che, in
quella occasione, costò la vita al “No Global”
Carlo Giuliani;
ricordato in particolare, che il Carabiniere
Placanica vistosi assalito all’interno della sua
camionetta dai manifestanti pronti a colpirlo
con estintori, spranghe e bastoni e già ferito
esplose un colpo di pistola che, pur se nelle
intenzioni a scopo di dissuasione e non mirato
alla folla, sfortunatamente colpì Giuliani;
atteso che pochi giorni fa Placanica, ragazzo
poco più che ventenne, è stato posto in
congedo assoluto dall’arma dei carabinieri
perché permanentemente non idoneo al
servizio a causa delle lesioni e dei traumi da lui
riportati durante quell’episodio;
rilevato che il congedo però nell’opinione
pubblica ha il sapore di una forma di censura,
considerando anche che l’iter processuale a
carico del carabiniere si è concluso con il
proscioglimento, poiché la Magistratura di
Genova ha giudicato la sua reazione una
legittima difesa;
ravvisati altri esempi di inciviltà quali quelli
di domenica 10 aprile, dove in una “normale”
giornata di calcio un’ottantina fra poliziotti e
carabinieri sono stati feriti e hanno dovuto
ricorrere alle cure dei sanitari a causa delle
intemperanze e degli scontri scatenati da
cosiddetti tifosi, in realtà teppisti mascherati da
supporters,
impegna la Giunta regionale
1) affinché promuova presso il governo e i
vertici dell’arma un’azione volta a riconoscere
le capacità e il valore della persona di Mario
Placanica che, all’epoca dei fatti in servizio di
leva da soli dieci mesi, si trovò a dover
affrontare una vera e propria aggressione che
ne metteva in pericolo la vita. Al suo posto
chiunque, nel caos della guerriglia urbana,
avrebbe reagito così, proteggendo se stesso e il
collega da un assalto di inaudita violenza
(tant’è che i giudici lo hanno prosciolto dalle
accuse a suo carico);
2) affinché rappresenti presso il governo la
necessità di fornire tutto il sostegno possibile,
sia materiale che morale, alle forze dell’ordine,
sempre più spesso in balia di circostanze di
estrema gravità quali quelle ad esempio citate
nelle premesse.”
La parola alla Giunta.
IACOP, Assessore regionale per le
relazioni internazionali, comunitarie e per le
autonomie locali. La Giunta su questo
argomento non ha particolari interventi da
svolgere, considerato che il dibattito che si è
sviluppato in Aula è stato ampio ed
approfondito ed ha posto in evidenza le
posizioni che sono soprattutto politiche e,
quindi, non hanno necessità di ulteriori
precisazioni da parte della Giunta regionale.
PRESIDENTE. La parola al consigliere
Venier-Romano.
VENIER-ROMANO.
Presidente,
ho
ascoltato, con molta attenzione, tutti gli
interventi che ci sono stati nel corso di questo
dibattito. Vorrei fare una premessa: molti
hanno sottolineato come questa materia sia di
competenza del governo e del Parlamento.
Beh, nel testo della mozione c'
è questo.
Quando l’ho illustrata, questa è una cosa che
ho sottolineato. Quindi, non è che abbiamo
accolto questa sottolineatura del consigliere
Alzetta, bensì l’abbiamo detta in premessa, in
quanto conosciamo benissimo le competenze
di questa Regione e dello Stato centrale.
Pertanto, non possiamo non sapere che la
riforma del Codice Penale non è certo di
competenza della Regione Friuli Venezia
Giulia.
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Visto che, però, riteniamo che noi eletti in
Consiglio regionale dobbiamo rappresentare a
tutto tondo gli interessi dei cittadini del Friuli
Venezia Giulia, è evidente che su un tema così
delicato, così caldo e così sentito dalla
popolazione, abbiamo il dovere morale di
stimolare gli organi competenti a porre mano a
questa materia e, come ha detto il mio
Capogruppo, a porre questa modifica che,
sicuramente, è attesa e necessaria.
Detto questo, annuncio che voterò a favore
non solo ovviamente della mozione, ma pure
all’ordine del giorno presentato dal collega
Blasoni.
Inoltre, approfitto, dato che lei Presidente
mi ha dato la parola, e chiedo, in termini
regolamentari, la votazione per appello
nominale sia della mozione n. 35 che
dell’ordine del giorno n. 1.
PRESIDENTE. Poiché sulla votazione della
mozione n. 35, è stato richiesto, dal consigliere
Venier-Romano, l’appello nominale, la
votazione
verrà
effettuata
mediante
procedimento elettronico con registrazione dei
nomi.
Faccio presente che chi risponde “sì”
approva la mozione n. 35, chi risponde “no”
non l’approva.
(Segue la votazione)
Rispondono “sì”:
Asquini
Camber
Ciriani
Fasan
Follegot
Gottardo
Marini
Pedicini
Venier-Romano
Blasoni
Ciani
Di Natale
Ferone
Galasso
Guerra
Molinaro
Salvador
Violino
Rispondono “no”:
Alzetta
Blazina
Brussa
De Angelis
Dolenc
Gerolin
Menis
Paselli
Pupulin
Tonutti
Zorzini
Colussi
Della Pietra
Franzil
Lupieri
Menosso
Petris
Santin
Travanut
Zvech
Si astiene:
il Presidente Monai (prima della votazione)
È in congedo (concesso nella seduta
odierna):
Malattia
Comunico il risultato della votazione:
Presenti:
Astenuti:
Votanti:
Favorevoli:
Contrari:
41
0
40
18
22
Il Consiglio regionale non approva la
mozione n. 35.
Poiché sulla votazione dell’Ordine del
giorno n. 1 è stato richiesto, dal consigliere
Venier-Romano, l’appello nominale, la
votazione
verrà
effettuata
mediante
procedimento elettronico con registrazione dei
nomi.
Faccio presente che chi risponde “sì”
approva l’ordine del giorno, chi risponde “no”
non l’approva.
(Segue la votazione)
Rispondono “sì”:
Bassa Poropat
Bolzan
Asquini
Camber
Blasoni
Ciani
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Ciriani
Franz
Guerra
Pedicini
Violino
PRESIDENTE. Ha chiesto di parlare il
consigliere Blasoni. Ne ha facoltà.
Di Natale
Galasso
Marini
Venier-Romano
BLASONI. Per fatto personale. Per dire al
collega Travanut, che ha dato una valutazione
negativa su quanto andavo esponendo, che, al
di là di riproporre una sorta di dicotomia
ottocentesca
tra
un
atteggiamento
individualista e un altro che, più che
collettivista, riecheggia la volontà generale di
Jean-Jacques Rousseau, al di là di giocare su
un paralogismo per cui il Governo se ha fatto e
non ha ottenuto risultati, ed ha operato male, se
non ha fatto, peggio, a mio giudizio, non ci ha
detto assolutamente come la pensava.
Rispondono “no”:
Alzetta
Blazina
Brussa
De Angelis
Dolenc
Gerolin
Lupieri
Menosso
Petris
Tonutti
Zorzini
Santin
Bassa Poropat
Bolzan
Colussi
Della Pietra
Franzil
Gherghetta
Menis
Paselli
Pupulin
Travanut
Zvech
(Confusione in Aula)
Sto finendo! È questo il fatto personale!
(Confusione in Aula)
Si astengono:
il Presidente Monai (prima della votazione)
Fasan
Gottardo
Ferone
Salvador
È in congedo (concesso nella seduta
odierna):
Comunico il risultato della votazione:
41
4
40
13
23
Il Consiglio regionale non approva l’Ordine
del giorno n. 1.
Per fatto personale
Le stavo spiegando che mi interessava
capire dal consigliere Blasoni quale fosse e non
l’avevo ancora capito. Però, in ogni caso, è
concluso l’intervento.
(Confusione in Aula)
Consigliere Blasoni, non siamo al mercato!
La prego di non alzare la voce e di attenersi al
Regolamento.
Malattia
Presenti:
Astenuti:
Votanti:
Favorevoli:
Contrari:
PRESIDENTE Consigliere Alzetta ho
capito che non si tratta di fatto personale, ma
se lei lo continua a ripetere a voce alta,
sospendo la seduta.
(Interruzione)
Ero già intervenuto anche nei suoi
confronti, però lei continua ad essere un po'
intemperante.
Discussione sul disegno di legge:
“Integrazioni e modifiche all’articolo 4 della
legge regionale 5 agosto 2004, n. 22
concernente “Tutela e valorizzazione dei
locali storici”” (105)
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IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, al punto
n. 4 dell’ordine del giorno, che prevede la
discussione sul disegno di legge: “Integrazioni
e modifiche all’articolo 4 della legge regionale
5 agosto 2004, n. 22 concernente «Tutela e
valorizzazione dei locali storici»” (105).
È previsto un tempo di trenta minuti che
viene diviso in questo modo: otto minuti alla
maggioranza che vede il Relatore unico
Venier-Romano con tre minuti; DS, tre;
Margherita, due; Cittadini, uno; Intesa, uno;
RC, uno; Misto, uno.
All’opposizione sedici minuti distribuiti:
Forza Italia, sette; Lega Nord, tre; AN, quattro;
Misto, tre. Tre minuti alla Giunta.
La parola la Relatore Venier-Romano.
VENIER-ROMANO, Relatore. Grazie,
signor Presidente di avermi dato la parola.
Credo e spero che questo argomento prenda
pochissimo tempo dei lavori di questo
Consiglio regionale, in quanto la II
Commissione ha già esaminato la questione ed
ha approvato, all’unanimità, questa modifica
legislativa alla legge n. 22.
Sostanzialmente, è un atto dovuto. La legge
sui locali storici attende di essere applicata
dall’agosto scorso.
PRESIDENTE. Prego i Consiglieri di
abbassare il tono della voce in quanto non si
percepisce l’intervento del Relatore. Prego.
VENIER-ROMANO, Relatore. C’è stato un
rilievo governativo, c'
è stata una trattativa tra
Giunta regionale e governo per trovare...
PRESIDENTE. Consiglieri, per cortesia!
Consigliere Pedicini, il vociferare rende poco
percepibile...
(Confusione in Aula)
È un neologismo, consigliere Blasoni, come
quelli che lei usa spesso. Prego, Relatore
Venier-Romano.
VENIER-ROMANO,
Relatore.
Grazie,
Presidente. Riprendo dicendo che c'
è stata una
trattativa tra la Giunta regionale e il Governo
centrale per trovare la soluzione al problema
posto dal Governo centrale stesso, che riguarda
la partecipazione della Soprintendenza alle
belle arti per quanto riguarda la materia di
tutela e valorizzazione dei locali storici.
Per estrema sintesi leggo la brevissima
presentazione che ho fatto a questa modifica
legislativa. Ricordo che sono Relatore unico, il
che sta a dimostrare che in Commissione c'
è
stato l’accordo totale. Ritengo che, forse, si sia
un po' esagerato nel chiedere che la
Soprintendenza abbia ruolo in questa materia,
però, piuttosto che la legge resti ferma ed
inoperativa, è meglio che ci adeguiamo a
questa richiesta, facendo questa modifica
legislativa con preghiera alla Giunta di attuare
velocemente i Regolamenti, visto che la norma
è attesa dagli interessati al problema.
Vado velocissimamente a leggere le
modifiche proposte per, poi, chiedere il voto
possibilmente unanime dei colleghi. Grazie.
Signor Presidente, signori Consiglieri, le
disposizioni
proposte
apportano
un’integrazione all’articolo 4 della legge
regionale 5 agosto 2004, n. 22, concernente
“Tutela e valorizzazione dei locali storici”,
esclusivamente per quanto riguarda i casi dei
locali dichiarati di interesse storico ed artistico,
ai sensi del decreto legislativo 22 gennaio
2004, n. 42.
Il comma 1 bis prevede, infatti, che per i
locali dichiarati di interesse storico ed artistico,
la competente Soprintendenza approvi i
progetti relativi agli interventi di tutela,
restauro e valorizzazione.
Il comma 2 è, di conseguenza, modificato
stabilendo che, in tale ipotesi, il rilascio
dell’autorizzazione agli interventi da parte del
Comune è subordinato all’approvazione della
competente Soprintendenza.
Il comma 3, infine, stabilisce che il Comune
verifica la conformità degli interventi eseguiti
con quelli progettati ed autorizzati d’intesa con
la competente Soprintendenza nei casi di cui al
- (113) 50 -
Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
comma 1 bis.
Il disegno di legge in oggetto dà attuazione
agli impegni assunti dalla Direzione attività
produttive nei confronti del Ministero per i
beni e le attività culturali, che ha richiesto tale
adeguamento agli obblighi previsti dal decreto
legislativo 42 del 2004, al fine di evitare
conflitti di competenza.
Si confida del voto favorevole di codesto
Consiglio regionale. Grazie per l’attenzione.
(La relazione è riportata in allegato al
presente resoconto)
PRESIDENTE. L’attenzione
particolarmente vivace.
è
stata
Visto che non ci sono interventi nella
discussione generale, la parola alla Giunta.
PECOL
COMINOTTO,
Assessore
regionale all'organizzazione, al personale e ai
sistemi informativi. Semplicemente per aderire
a quanto detto dal Relatore.
PRESIDENTE. Se non c’è opposizione,
passiamo all’esame dell’articolo unico di cui
consta il disegno di legge.
Ne do lettura:
“(Integrazioni e modifiche all’articolo 4 della
legge regionale 5 agosto 2004, n. 22)
1. Dopo il comma 1 dell’articolo 4 della
legge regionale 5 agosto 2004, n. 22
concernente “Tutela e valorizzazione dei locali
storici”, è inserito dal seguente:
“1 bis. Qualora i locali di cui al comma 1
siano stati dichiarati di interesse storico o
artistico, ai sensi del decreto legislativo 22
gennaio 2004, n. 42, la competenza ad
approvare il progetto degli interventi di tutela,
restauro e valorizzazione spetta alla
competente Soprintendenza.”.
2. Il comma 2 dell’articolo 4 della legge
regionale n. 22 del 2004 è sostituito dal
seguente:
“2. Il Comune, ricevuta l’approvazione della
competente Soprintendenza nei casi previsti
dal comma 1 bis, rilascia l’autorizzazione agli
interventi e ne dà adeguata informazione alle
Associazioni interessate.”.
3. Il comma 4 dell’articolo 4 della legge
regionale n. 22 del 2004 è sostituito dal
seguente:
“4. Spetta al Comune, d’intesa con la
competente Soprintendenza nei casi di cui al
comma 1 bis, verificare la conformità degli
interventi eseguiti con quelli progettati ed
autorizzati. Tale conformità è vincolante ai fini
della concessione dei contributi.”
Se nessuno chiede la parola, lo pongo in
votazione.
(È approvato all’unanimità)
Pongo in votazione il disegno di legge n.
105 nel suo complesso.
(È approvato all’unanimità)
Il Consiglio regionale approva all’unanimità
il disegno di legge: “Integrazioni e modifiche
all’articolo 4 della legge regionale 5 agosto
2004, n. 22 concernente «Tutela e
valorizzazione dei locali storici»”, nel testo
della Giunta fatto proprio dalla II
Commissione.
Votazione per l’elezione di tre componenti
effettivi e di due supplenti nel Collegio dei
Revisori contabili dell’Agenzia regionale
per la protezione dell’Ambiente - ARPA (L.R. 6/98 - art. 8)
PRESIDENTE. Passiamo, quindi, al punto
n. 5 dell’ordine del giorno, che prevede la
votazione per l’elezione di tre componenti
effettivi e di due supplenti nel Collegio dei
Revisori contabili dell’Agenzia regionale per la
protezione dell’Ambiente - ARPA - (L.R. 6/98
- art. 8).
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Sospendo brevemente la seduta per
permettere agli incaricati di predisporre l’urna
per la votazione.
La seduta è sospesa alle ore 12.48.
La seduta riprende alle ore 12.59.
PRESIDENTE. Dichiaro riaperta la seduta.
Propongo di procedere ad un’unica
votazione per eleggere sia i tre componenti
effettivi che i due supplenti; rammento, infine,
che coloro che risulteranno eletti come membri
effettivi non verranno considerati ai fini
dell’elezione dei membri supplenti.
Ricordo che sono eleggibili solo quei
candidati nei cui confronti si è pronunciata la
Giunta per le nomine, ai sensi dell’articolo 6
della legge regionale 23 giugno 1978, n. 75.
I nominativi degli eleggibili sono stati già
comunicati ai Consiglieri.
L’elezione si svolgerà a scrutinio segreto,
per scheda, ai sensi dell’articolo 90, comma 7,
del Regolamento interno.
I Presidenti dei gruppi consiliari, nella
seduta del 16/03/2005, hanno proposto
all’unanimità che nella presente votazione si
adotti il voto limitato a due nominativi per i
componenti effettivi e ad un nominativo per i
componenti supplenti.
Verrà ora distribuita una scheda da
utilizzare sia per l’elezione dei membri
effettivi che per l’elezione dei supplenti; mano
a mano che i Consiglieri saranno chiamati,
sfileranno davanti all’urna, deponendovi la
scheda piegata in quattro.
Indico, pertanto, la votazione. Prego un
Consigliere segretario di procedere all’appello
in ordine alfabetico.
BAIUTTI, Segretario, fa l’appello.
(Segue la votazione)
Prendono parte alla votazione:
Alzetta
Baiutti
Bolzan
Camber
Ciani
Colussi
Degano
Di Natale
Dressi
Ferone
Galasso
Gottardo
Lupieri
Martini
Menosso
Monai
Paselli
Petris
Ritossa
Santin
Tonutti
Valenti
Violino
Asquini
Blazina
Brussa
Canciani
Ciriani
De Angelis
Della Pietra
Disetti
Fasan
Franzil
Gerolin
Guerra
Marini
Menis
Molinaro
Panontin
Pedicini
Pupulin
Salvador
Špacapan
Travanut
Venier-Romano
Zorzini
PRESIDENTE.
Dichiaro
chiusa
la
votazione. Procederò io stesso, coadiuvato dai
Consiglieri segretari, allo spoglio delle schede.
(Segue lo spoglio delle schede)
Comunico il risultato della votazione:
Presenti:
Astenuti:
Votanti:
Schede nulle:
Schede bianche:
46
0
46
3
6
Hanno ottenuto voti quali componenti
effettivi:
Balestra Marco
Mainardis Stefano
Minardi Roberto
Marega Roberto
Ferrara Giovanna
5
1
23
1
18
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – DISCUSSIONI – SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Ribetti Francesco
Lavagnini Maurizio
18
1
Hanno ottenuto voti quali componenti
supplenti:
Balestra Marco
Mainardis Stefano
Minardi Roberto
Marega Roberto
Ferrara Giovanna
22
12
1
3
1
Proclamo, quindi, eletti nel Collegio dei
Revisori contabili dell’Agenzia regionale per la
protezione dell’Ambiente - A.R.P.A. i
componenti effettivi: Minardi, Ferrara e Ribetti
ed i componenti supplenti: Balestra e
Mainardis.
Sul processo verbale
PRESIDENTE. Poiché non ci sono state
osservazioni sul processo verbale della seduta
n. 111, del 24 marzo 2005, lo stesso si intende
approvato.
Consiglio è convocato, in seduta pomeridiana,
alle ore 14.30, con il seguente ordine del
giorno:
1. Discussione sul disegno di legge:
“Disposizioni per l’adempimento degli
obblighi della Regione Friuli Venezia
Giulia
derivanti
dall’appartenenza
dell’Italia alle Comunità europee.
Attuazione delle direttive 2001/42/CE,
2003/4/ce e 2003/78/CE. Adeguamento
alla sentenza della Corte di Giustizia
delle Comunità europee 15 gennaio
2002,
causa
C-439/99
(Legge
comunitaria 2004)” (109)
(Relatore di maggioranza Travanut)
(Relatori
di
minoranza
AsquiniMolinaro)
2. Discussione sulla mozione:
“Non svendiamo l’acqua della Regione”
(d’iniziativa dei consiglieri Guerra,
Follegot, Franz, Panontin, Violino)
3.
Comunicazioni del Presidente del
Consiglio regionale in occasione del 60°
anniversario della Liberazione.
Dichiaro chiusa la seduta.
Ordine del giorno della prossima seduta
PRESIDENTE. Vista l’ora, comunico che il
La seduta termina alle ore 13.32.
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Relazione scritta a disegno di legge
Relazione del Relatore Venier-Romano sul
disegno di legge n. 105
“Signor Presidente, signori Consiglieri,
signor Assessore,
la Commissione consiliare competente ha
esaminato, ed approvato all’unanimità, il
disegno di legge n. 105 recentemente proposto
dalla Giunta regionale in merito ad alcune
modifiche alla L.R. n. 22 del 5 agosto 2004,
con particolare riferimento all’articolo 4.
Tale legge, va ricordato, si prefigge il
compito d tutelare e valorizzare i locali storici
presenti sul territorio regionale al fine di
preservare un patrimonio irripetibile, di
evidenziare le radici culturali della nostra
società civile e di aumentare l’attrazione della
nostra terra nei confronti dei flussi turistici.
Ma al fine di dare rapidamente operatività a
questo importante provvedimento si rende
necessario prevedere, in ossequio al decreto
legislativo 22 gennaio 2004, n. 42, che sia la
competente Soprintendenza ad approvare i
progetti di restauro e la loro esecuzione per
quanto riguarda i locali dichiarati di interesse
storico-artistico ai sensi del citato decreto
legislativo n. 42, ed esclusivamente per questi.
Un tanto su esplicita richiesta del Ministero
per i beni e le attività culturali, onde evitare
conflitti di competenza.
Auspico, quindi, un voto sollecito e
favorevole di questo Consiglio regionale sul
provvedimento proposto.”
Risposte scritte ad interrogazioni
Risposta dell’assessore regionale
all'
organizzazione, al personale e ai sistemi
informativi, Pecol Cominotto, all’interrogazione
con richiesta di risposta scritta n. 181 del
consigliere Ritossa
La S.V. ha presentato la seguente
interrogazioni con richiesta di risposta scritta:
“Appurato che il Damjan Primozic è
dipendente regionale e risulta presso l’Ente
Regione, per il progetto di lingue minoritarie in
base ai fondi stanziati dal MIUR, legge 842, a
far data dal 19.1.2005;
rilevato che il medesimo, è pure
componente del CDA dell’ATER di Gorizia
dal 14.4.2000 (DPGR N. 117 /Pres del
14.4.2000);
preso atto che allo stato attuale non
risulterebbe che la persona suindicata sia stata
autorizzata dalla Regione a svolgere detto
incarico,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione
per appurare se sia in essere o meno detta
autorizzazione e se sì, quando sia stata
concessa;
in subordine, conoscere se il Primozic si sia
dimesso dal CDA dell’ATER di Gorizia e se,
inoltre, in base al verbale redatto dal Consiglio
di
Amministrazione
dell’ATER,
D.D.
2.2.2005, il Primozic sia risultato presente o
meno alla riunione in oggetto.”
Si risponde:
“Con riferimento all’interrogazione a
risposta scritta n. 181 trasmessa dall’Ufficio di
Gabinetto con nota di data 14 marzo
2005,come primo elemento si rappresenta che,
l’art. 10, c. 6 della L.R. n 18/1996, articolo che
determina le incompatibilità per i dipendenti
regionali e le modalità di rilascio di
autorizzazione allo svolgimento di incarichi o
cariche temporanei a favore di Enti pubblici o
di privati, riporta: “le disposizioni del presente
articolo non si applicano qualora il dipendente
Atti consiliari
- (113) 54 -
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
regionale sia chiamato a ricoprire incarichi o
cariche su designazione o nomina della
Regione.”
atteso che tali corsi sono partiti offrendo
garanzia agli iscritti per quanto riguarda la
validità del titolo professionalizzante;
La nomina dei Consigli d’Amministrazione
degli ATER compete, raccolte le proposte dei
vari organismi locali interessati, al Presidente
della Regione, giusta deliberazione della
Giunta regionale, su istruttoria della Direzione
centrale Ambiente e Lavori Pubblici,
conseguentemente non compete alla Direzione
centrale organizzazione, personale e sistemi
informativi
rilasciare
autorizzazioni
ai
dipendenti nominati, essendo detta nomina di
competenza regionale.
verificato che né la legislazione nazionale,
né quella regionale, nonostante le promesse
documentate della suddetta scuola, hanno mai
riconosciuto la validità del titolo;
Si precisa altresì che il dott. Damjan
Primozic in data 15 febbraio 2005 ha
comunicato
alla
Direzione
Centrale
competente per le pratiche istruttorie delle
nomine la variazione della situazione
lavorativa intervenuta rispetto ai precedenti atti
istruttori, comunicando nel contempo la sua
astensione dalle riunioni in attesa di
comunicazioni.
A detta nota la competente Direzione
Centrale ha risposto in data 3 marzo 2005
comunicando che la sottoscrizione del
contratto con l’Amministrazione regionale non
costituisce causa di incompatibilità con
l’incarico stesso e che quindi il dott. Primozic
poteva continuare a svolgere le proprie
funzioni di componente del C.d.A. dell’ATER
di Gorizia.”
Riposta dell’assessore regionale al lavoro, alla
formazione, all’università e alla ricerca, Cosolini,
all’interrogazione con richiesta di risposta scritta
n. 168 della consigliera Guerra
La S.V. ha presentato la seguente
interrogazione con richiesta di risposta scritta:
“Premesso che durante le passate annualità
l’istituto “Manzoni” di Udine ha istituito corsi
di formazione professionale nell’ambito di
diversi settori, tra cui quello per operatore di
massaggi ed estetista;
considerato che gli iscritti ai corsi hanno
speso una considerevole cifra per poterli
frequentare,
convinti
di
esercitare
immediatamente la professione dopo il
conseguimento del titolo;
visto che tale questione ha assunto rilevanza
persino nazionale attraverso la denuncia che la
trasmissione “Le iene” ha recentemente
divulgato attraverso i mezzi televisivi;
la sottoscritta Consigliera regionale,
interroga l’Assessore alla formazione
professionale per sapere:
se, pur non avendo la Regione diretta
responsabilità, non ritenga opportuno trovare
una soluzione per risolvere la questione del
titolo
professionalizzante
e
quindi
contestualmente dare una risposta ai cittadini
ingannati, considerando anche le sempre più
carenti offerte del mercato del lavoro;
se non ritenga utile pubblicizzare
maggiormente il fatto che soltanto alcuni
istituti di formazione professionale possono
rilasciare titoli professionalizzanti, che i corsi
in questi istituti hanno dei prezzi assolutamente
diversi da quelli affrontati dai frequentanti
l’istituto “Manzoni” e che alcuni di questi
corsi, se ritenuti strategici per la Regione,
possono essere addirittura gratuiti.”
Si risponde:
“In relazione all’interrogazione a risposta
scritta numero 168 si comunica che:
a) la Regione pur non avendo alcuna
responsabilità per ovviare al grave danno di cui
sarebbero stati vittime gli iscritti ai corsi citati
- (113) 55 -
Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
nelle premesse ha promosso la realizzazione
della prova per ottenere la qualifica
professionale in due distinte sessioni di cui una
svoltasi in questi giorni e la seconda prevista
per la tarda primavera;
b)
nell’ambito
della
campagna
promozionale a supporto del FSE si è deciso di
valorizzare fortemente la natura dell’offerta
formativa promossa dalla Regione, e ciò sia
per i titoli che consente di conseguire sia per le
condizioni economiche, gratuite per quasi tutti
i corsi, con l’unica eccezione del Catalogo del
Life Long Learning (1,50 euro all’ora di
contributo).
Si è provveduto anche a richiedere alla
trasmissione “Le Iene” di riferire dello sforzo
compiuto dalla Regione per sanare la
situazione a suo tempo denunciata dalla
trasmissione e di ribadire la necessità di una
forte attenzione da parte degli utenti verso
l’offerta di corsi.”
Risposta del Presidente della Regione, Illy, ai
sensi dell’articolo 103, comma 4 del
Regolamento, all’interrogazione orale n. 143 del
consigliere Dressi
La S.V. ha
interrogazione:
presentato
la
seguente
“Il sottoscritto, Sergio Dressi, consigliere
regionale di Alleanza Nazionale,
interroga il presidente della Giunta regionale,
Riccardo Illy,
trova accesso ad un sito personale del
Presidente che gli permette, oltre ad avere un
ampia gamma d’informazioni, anche di
mettersi in contatto telematico con lo stesso.
Lo stesso avviene per gli Assessori di cui il sito
regionale offre una sintetica biografia,
l’indirizzo di posta elettronica, ed altre
informazioni che riguardano la composizione e
l’ubicazione della loro segreteria. Per i
Consiglieri regionali solo il nome, il cognome,
il partito ed il collegio di appartenenza.
Ritengo pertanto indispensabile che in
tempi rapidi gli uffici acquisiscano tutte le
informazioni relative ai Consiglieri regionali, e
che le stesse siano messe in rete, permettendo
ai cittadini di raggiungerli attraverso la posta
elettronica, e, per i Consiglieri che hanno
attivato un sito personale, sia predisposto il
Link che permette di raggiungerlo.”
Si risponde:
“Con l’interrogazione in oggetto è stato
evidenziato che ci sarebbe una disparità di
trattamento delle informazioni trasmesse ai
cittadini attraverso il sito Internet della
Regione, qualora riguardano i membri
dell’esecutivo regionale o gli altri Consiglieri
eletti.
Su questo argomento devo in primo luogo
fare presente che tale strumento di
comunicazione, peraltro già previsto, ha avuto
un grande impulso nella presente legislatura,
stante l’esigenza che è stata avvertita di
instaurare con i cittadini un costante dialogo e
grazie anche all’intenso lavoro svolto a questo
fine dagli uffici competenti.
per sapere se egli non ritiene di dare
disposizioni immediate, agli uffici competenti,
per eliminare una palese disparità di
trattamento che si è concretizzata dall’inizio
della legislatura, e che perdura ancora oggi a
distanza di cinque mesi, tra le informazioni al
cittadino, che sono trasmesse attraverso il sito
Internet della Regione, che riguardano sé
stesso e i membri della sua Giunta e tutti gli
altri Consiglieri eletti.
Il Consiglio regionale gestisce, invece,
autonomamente le informazioni concernenti
l’attività del Consiglio medesimo, tra cui anche
quelle eventuali sui Consiglieri eletti.
Visitando il sito della Regione il cittadino
Il sito Internet, di cui il Consiglio si è
Per quanto attiene la scelta delle notizie e le
modalità della loro presentazione, la Giunta
regionale è responsabile dei servizi informativi
di propria competenza.
- (113) 56 -
Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
dotato, www.consiglio.regione.fvg.it, è uno
strumento caratterizzato da totale autonomia,
sia per quanto concerne le scelte editoriali che i
contenuti, sia per gli aspetti gestionali che per
la dotazione di hardware e di sistemi
informativi.
Il sito www.regione.fvg.it contiene, invece,
doverosamente un link, che consente all’utente
di passare direttamente al sito del Consiglio
regionale, per facilitare l’accesso a tutte le
informazioni messe a disposizione dai diversi
organi della Regione.
Condivido, peraltro, l’esigenza che è stata
espressa dal Consigliere interrogante, di
cercare di instaurare con i cittadini, attraverso
questo strumento, un rapporto d’informazione
e di dialogo sempre più preciso e costante.
Restando a disposizione per eventuali
ulteriori richieste di informazioni, si comunica
quanto sopra, ai sensi e per gli effetti di cui
all’articolo 103, comma 4, del Regolamento
interno del Consiglio regionale.”
Risposta del Presidente della Regione, Illy, ai
sensi dell’articolo 103, comma 4 del
Regolamento, all’interrogazione orale n. 429 del
consigliere Camber
La S.V. ha
interrogazione:
presentato
la
seguente
“Premesso che la Giunta regionale ha
stipulato un contratto di consulenza per la
ricerca sulla competitività della Regione con la
Monitor Group;
atteso che la suddetta consulenza comporta
una spesa di 420.000 euro, IVA compresa, di
cui 150.000 già stanziati dalla Regione;
rilevato che dal sito ufficiale Internet della
Regione “notizie ANSA” veniva data la
seguente notizia: “Trieste - sede Giunta
regionale - ore 12. Conferenza stampa
Presidente Regione Riccardo Illy per
presentazione studio su competitività Friuli
Venezia Giulia.”;
constatato che ben poche notizie, se non
esclusivamente dalla stampa, erano pervenute
ai pur tanti attori della competitività economica
di questa Regione;
ritenuto che un Consigliere regionale non
possa essere considerato un estraneo negli
uffici della Regione;
rilevato che invece la presenza di un
Consigliere regionale ha creato grave
imbarazzo al Presidente e ai suoi consulenti al
punto da non venir volutamente neanche
consegnata la documentazione tecnica che
veniva però distribuita alla stampa;
tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interroga il Presidente della Regione:
1) per sapere se l’accesso alle conferenze
stampa del Presidente della Regione e della
Giunta regionale possano essere interdette ai
Consiglieri regionali i quali esplicano
istituzionalmente una attività di controllo
legata alla loro funzione;
2) se sia corretto fornire informazioni
tecniche inerenti la politica economica
regionale prima alla stampa che ai Consiglieri
stessi venendo così a conoscenza di questi
ultimi solo degli inevitabili sunti;
3) se non si consideri più trasparente
comunicare via Internet e posta elettronica a
tutti i Consiglieri ogni conferenza stampa
istituzionale consentendo loro di poter avere
conoscenza completa dell’attività della
Regione Friuli Venezia Giulia;
4) se in quali modi e tempi il Presidente Illy
intenda fornire a tutti i Consiglieri regionali la
documentazione già fornita agli organi di
informazione.
Si richiede cortesemente risposta scritta ed
in Aula.”
Si risponde:
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
“Con l’interrogazione a risposta orale n.
429, citata in oggetto, il Consigliere fa
riferimento alla conferenza stampa con la quale
è stato presentato lo studio sulla competitività
del Friuli Venezia Giulia, e propone che di
ogni conferenza stampa istituzionale vengano
avvertiti anticipatamente tutti i Consiglieri.
A tal proposito, ricordo al Consigliere
interrogante che l’attività della Giunta
regionale è un’attività autonoma, che
certamente non preclude il controllo da parte
del Consiglio regionale per mezzo degli idonei
strumenti previsti dallo Statuto e dal
Regolamento del Consiglio.
Il luogo naturale, momento di confronto e
quindi di controllo del Consiglio nei riguardi
della Giunta, è la sede istituzionale del
Consiglio stesso.
Per quanto riguarda la vita amministrativa,
della quale fanno parte le conferenze stampa,
mi pare superfluo ricordare che questa attività
dell’esecutivo, per prassi consolidata, non
viene estesa ai signori Consiglieri regionali.
considerato che la struttura di cui trattasi
riguarda una vasta area in una zona
particolarmente apprezzabile dal punto di vista
paesaggistico e che la ragguardevole
costruzione, in completo degrado, è alla mercé
di chiunque;
rilevato che in Provincia di Trieste vi è una
forte carenza di strutture ricreative per anziani
e persone sole,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga
il Presidente della Regione e l’Assessore
competente, per sapere se si ritiene opportuno,
per quanto di competenza, intervenire al fine di
evitare che il Centro in oggetto cada nelle mani
di speculatori e per acquisire la struttura di cui
trattasi, al fine di realizzare un Centro
ricreativo per la terza età, anche attraverso la
partecipazione del Comune di Muggia (TS).”
Si risponde:
Nel comunicare quanto sopra ai sensi e per
gli effetti di cui all’art. 103, comma 4, del
Regolamento interno del Consiglio regionale, e
nella speranza di aver risposto esaustivamente
ai quesiti proposti, si coglie l’occasione per
inviare i più cordiali saluti.”
“Con l’interrogazione in oggetto è stato
segnalato che l’ex Centro balneare della
Polizia di Stato di Muggia (Trieste) si trova da
lungo tempo in una condizione di totale
abbandono e che all’epoca la costruzione della
struttura comportò un considerevole impegno
economico.
Risposta del Presidente della Regione, Illy, ai
sensi dell’articolo 104, comma 4 del
Regolamento, all’interrogazione orale n. 481 del
consigliere Ferone
In considerazione del suo attuale mancato
utilizzo e del pregio della zona dal punto di
vista paesaggistico, con l’atto consiliare in
oggetto è stato proposto di acquisire tale sede e
di realizzarvi un Centro ricreativo per la terza
età, con la partecipazione anche del Comune di
Muggia.
La S.V. ha
interrogazione:
presentato
la
seguente
“Premesso che da anni la struttura dell’ex
Centro balneare della Polizia di Stato di
Muggia (TS) versa in uno stato di vergognoso
abbandono e che tale struttura è costata ai
cittadini diversi miliardi di lire dell’epoca e che
le varie ipotesi di recupero prospettatesi nel
corso degli anni sono tutte miseramente
naufragate;
La Prefettura di Trieste, alla quale sono stati
chiesti, per quanto di sua competenza, elementi
informativi al riguardo, ha reso noto che:
“... il Consiglio di Amministrazione del
Fondo Assistenza, Ente proprietario della
struttura di che trattasi dopo aver tentato, senza
alcun esito, di concedere in locazione il centro
balneare ad un gestore esterno che si accollasse
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Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
i pesanti oneri della necessaria ristrutturazione
e successivamente, di coinvolgere il Comune
di Muggia con la sottoscrizione di una lettera
d’intenti finalizzata al recupero e restituzione
all’utilizzo pubblico della struttura, ha
deliberato la sua vendita.
Nel mese di novembre 2004 è stata pertanto
bandita un’asta pubblica, andata deserta. La
stessa proprietà sta ora valutando la possibilità
di procedere all’alienazione dell’immobile
mediante trattativa privata”.
Confidando di avere fornito precise
informazioni sull’attuale situazione della
struttura ricreativa, oggetto del presente atto
consiliare, e restando a disposizione per
eventuali ulteriori iniziative, si comunica
quanto sopra, ai sensi e per gli effetti di cui
all’articolo 103, comma 4, del Regolamento
interno del Consiglio regionale.”
Risposta del Presidente della Regione, Illy, ai
sensi dell’articolo 103, comma 4 del
Regolamento, all’interrogazione orale n. 579 del
consigliere Camber
La S.V. ha
interrogazione:
presentato
la
seguente
“Premesso che con la deliberazione della
Giunta regionale n. 778 del 02 aprile 2004
sono stati approvati gli obiettivi ed il
programma da attuare nel corso dell’anno 2004
da parte dell’Ufficio stampa e pubbliche
relazioni della Presidenza della Regione e che
fra gli obiettivi di tale programma vi è quello
finalizzato a raccogliere e diffondere le
informazioni di interesse regionale attraverso
agenzie di stampa nazionali ed internazionali
tramite la stipulazione di apposite convenzioni
indicando in particolare che tali convenzioni
saranno stipulate con le Agenzie ANSA, ADN
KRONOS, AGI e ASCA;
rilevato che a seguito di tale deliberazione
sono state approvate le conseguenti
deliberazioni giuntali per l’approvazione delle
convenzioni con le Agenzie ADN KRONOS
(DGR n. 1200 in data 14.05.2004), ANSA
(DGR nn. 2041 e 2042 in data 29.07.2004) e
ASCA (DGR n. 2043 in data 29.07.2004);
rilevato altresì che non risulta essere ancora
stata approvata la deliberazione con la quale si
autorizza la stipula della convenzione con
l’Agenzia AGI;
considerato che ai fini della completezza e
pluralità della diffusione delle notizie di
stampa è opportuno procedere alla stipula
dell’apposita convenzione con tutte le agenzie
di stampa nazionali presenti, e oltretutto
indicate nella deliberazione di approvazione
del programma di attività 2004;
tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interroga il Presidente della Regione
per conoscere se vi siano ostacoli che
impediscono il rinnovo e la stipula della
convenzione con l’Agenzia di stampa
nazionale AGI ai fini del servizio di raccolta e
diffusione delle informazioni di interesse
regionale e, qualora tali ostacoli fossero
presenti, di conoscere la loro natura e se vi sia
la volontà di rimuoverli.”
Si risponde:
“Con l’atto consiliare in oggetto è stato
segnalato che la Giunta regionale ha approvato
gli obiettivi ed il programma da attuare nel
corso del 2004 da parte dell’Ufficio stampa
della Presidenza della Regione, che prevedono,
in particolare, la stipulazione di apposite
convenzioni con le Agenzie ANSA, ADN
KRONOS, AGI e ASCA, al fine di raccogliere
e diffondere le informazioni di interesse
regionale.
A tale riguardo è stata chiesta la ragione del
mancato rinnovo della convenzione con
l’Agenzia AGI.
Nel medesimo atto è stata sottolineata
l’esigenza di assicurare la completezza e la
pluralità della diffusione delle notizie di
stampa, procedendo alla stipula dell’apposita
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
convenzione con tutte le Agenzie nazionali
presenti e indicate nella delibera citata.
Sullo specifico quesito, l’Ufficio stampa
della Presidenza ha informato che nel corso del
2004, per carenza di fondi disponibili, ha
dovuto diminuire la spesa complessiva per le
convenzioni con le Agenzie di stampa.
In particolare, dopo avere contrattato una
riduzione di costi con l’Agenzia Ansa, si è
trovato nella necessità di non rinnovare la
spesa di un’ulteriore Agenzia. Tale scelta ha
interessato l’AGI, in quanto, a differenza di
altre Agenzie, non ha una redazione o un
ufficio di corrispondenza nel Friuli Venezia
Giulia.
Desidero, peraltro, affermare che condivido
la necessità di affidare le notizie, che
interessano la nostra Regione, a una pluralità di
Agenzie di stampa. In questo modo sono,
infatti, garantiti i migliori criteri di diffusione.
Le attuali disponibilità finanziarie impongono,
però, di dover procedere a necessarie
limitazioni.
Confidando di avere fornito precise
informazioni sull’argomento in oggetto e
restando a disposizione per eventuali ulteriori
richieste, si comunica quanto sopra, ai sensi e
per gli effetti di cui all’articolo 103, comma 4,
del Regolamento interno del Consiglio
regionale.”
Interrogazioni ed interpellanze annunziate
Interrogazione a risposta scritta
“Visto che Trenitalia ha ordinato 100
locomotori E 464 alla Canadese Bombardier
Transportation, commessa del valore di circa
250 milioni di Euro;
rilevato che detto ordine giunge dopo
precedenti commesse, rispettivamente risalenti
al 1999, 2001 e 2003;
appurato che sino ad oggi la Bombardier
Transportation ha consegnato ben 240
locomotori di tipo E 464 a Trenitalia;
preso atto che i cento nuovi locomotori
saranno
costruiti
nello
stabilimento
Bombardier, a Vado Ligure, in provincia di
Savona dove i sistemi di propulsione e i
sistemi elettrici saranno forniti dallo
stabilimento tedesco di Mannheim e da quello
spagnolo di Trapaga,
destinati a potenziare e sostituire, in parte, la
flotta locomotori impegnata nel trasporto
passeggeri regionale.
Quanto in premessa, a sostegno delle
continue proteste sollevate dagli utenti
regionali, che rimangono “fermi in linea” a
causa della vetustà dei mezzi di locomozione
messigli a disposizione.”
(193)
“Ritossa”
Interrogazioni a risposta orale
“Premesso che:
il Consiglio comunale del Comune di
Aquileia ha recentemente approvato lo Statuto
comunale;
interroga il Presidente della Regione
alcuni Consiglieri comunali sostengono che
nell’espletamento delle modalità di voto ci
sono state delle irregolarità tali da rendere
illegittima la votazione, fatto che come
conseguenza, comporterebbe la nullità dell’atto
adottato;
per conoscere quali saranno le azioni che
verranno adottate dalla Regione FVG per far sì
che detti mezzi siano utilizzati anche nella
nostra Regione, visto che i medesimi, sono
tali fatti, se confermati, proprio per la natura
dell’atto oggetto della votazione, fondamentale
nell’attività dell’Ente locale, sarebbero di
notevole gravità, e pregiudicherebbero il
il sottoscritto Consigliere regionale,
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Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
regolare funzionamento del Comune;
il sottoscritto Consigliere regionale,
chiede:
se alla luce della segnalazione sovraesposta,
la Giunta intende disporre un’ispezione al fine
di verificare la regolarità delle procedure
seguite dal Comune nel percorso di adozione
dello Statuto comunale;
a fronte di riscontri che confermino
l’irregolarità del percorso di adozione dello
Statuto seguito dal Comune di Aquileia, quali
azioni si intendano promuovere.”
“Asquini”
(674)
“Premesso:
che il comma 50 dell’art 7 della LR 1/2005
(legge finanziaria 2005) prevede che gli Enti
locali, sul cui territorio si trovano gli immobili
appartenenti al patrimonio immobiliare
disponibile della Regione Friuli Venezia
Giulia, oggetto di dismissione attraverso
operazioni di cartolarizzazione, hanno facoltà
di acquistare in via di prelazione i beni di cui
all’articolo 1, comma 13, della legge regionale
25 gennaio 2002, n. 3 (legge finanziaria 2002),
alienati a titolo oneroso al medesimo prezzo
stabilito nell’atto di alienazione;
che il successivo comma 51 dispone che la
società di cui all’articolo 1, comma 15, della
legge regionale 3/2002, deve rendere noto il
diritto di prelazione nel bando di gara relativo
alla vendita di ogni singolo bene;
che è espressamente previsto che le
disposizioni citate si applicano alle procedure i
cui
bandi
d’asta
sono
pubblicati
successivamente alla data di entrata in vigore
della presente legge;
che, a quanto risulta, i beni destinati alla
vendita in cartolarizzazione sono stati già
ceduti alla cosiddetta "società veicolo" e che la
norma sembra quindi porre una prelazione su
beni appartenenti a soggetti terzi e per di più
privati;
che tali previsioni legislative appaiono
chiaramente al di fuori delle competenze del
Consiglio regionale in materia di diritto
privato, materia indubitabilmente rimessa alla
competenza esclusiva del legislatore statale;
che, a quanto sembra, la norma è stata
suggerita da alcuni amministratori locali per
aggiudicarsi beni situati nei rispettivi territori
comunali;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione per
sapere:
a) chi abbia predisposto la norma;
b) quale sia stato il parere della Giunta
regionale in sede di approvazione e quali
verifiche siano state effettuate sull’impatto di
tale norma sulla cartolarizzazione in corso;
c) se ritiene la norma legittima e strumentale
al perseguimento dell’interesse pubblico
ovvero destinata esclusivamente, seppur in
modo molto maldestro e dilettantesco, a
favorire
Amministrazioni
politicamente
contigue alla maggioranza regionale;
d) se intende porre rimedio a tale norma
illegittima o intende aspettare una sentenza
della Corte Costituzionale.”
(675)
“Panontin”
“Premesso che con delibera n. 370 del 24
febbraio 2005 la Giunta regionale, nell’ambito
dell’Accordo di programma quadro tra il
Ministero dell’economia e delle finanze, il
Ministero delle infrastrutture e dei trasporti,
l’ANAS Spa in materia di “infrastrutture viarie
e di comunicazione nell’FVG”, ha previsto un
programma di diffusione della banda larga
utilizzando percorsi ciclabili di nuova
realizzazione,
cofinanziato
dal
Fondo
montagna, da Fondi CIPE e dal Piano
pluriennale
delle
infrastrutture,
legge
662/1996, art. 2, comma 203;
richiamato che la fibra ottica, secondo le
dichiarazioni dell’Assessore competente, si
Atti consiliari
- (113) 61 -
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
inserisce
nell’ambito
della
politica
infrastrutturale della Regione per la montagna,
consentirà il massimo della larghezza di banda
e in questo modo offrirà alle aree interessate un
vantaggio competitivo di grande rilievo,
facendole diventare luoghi eletti della politica
regionale della ICT;
rilevato che nella Provincia di Pordenone il
primo intervento di percorsi ciclabili e fibre
ottiche, il cui costo previsto è di euro
4.535.000, interesserà i Comuni di Maniago,
Montereale Valcellina, Fanna, Cavasso Nuovo,
Medino, Barcis, Travesto, Sequals e Pinzano al
Tagliamento;
atteso che tale intervento è la precondizione
per raggiungere gradualmente i territori dei
Comuni montani inseriti nella Zona C oggi
esclusi dagli interventi, per assicurare a queste
realtà facili collegamene telematici, per
favorire il telelavoro ed altre attività che non
richiedano spostamenti all’esterno delle
vallate;
constatato che oggi gli abitanti residenti nei
Comuni montani della Provincia di Pordenone
con il più alto svantaggio socio-economico
sono costretti ad utilizzare le vecchie linee
telefoniche con le quali il collegamento ad
Internet è quasi sempre lentissimo o
impossibile;
riaffermato che le obiettive situazioni di
difficoltà della montagna friulana richiedono
un forte slancio per il rovesciamento delle
attuali tendenze e per un recupero delle
capacità e dell’orgoglio di comunità che hanno
dato tanto alla nostra Regione e che nel passato
hanno trovato le vie per reagire alle difficoltà
di un ambiente per tanti versi assai difficile e
che in questo contesto la politica della Regione
in materia di diffusione della banda larga
utilizzando percorsi ciclabili va nella giusta
direzione e sta suscitando vivo interesse;
considerato che la Provincia di Pordenone,
in coordinamento con la Comunità montana, ha
elaborato in questi anni uno studio di fattibilità
specifico per l’individuazione di un sistema di
itinerari turistico-ciclabili nel territorio della
zona Pedemontana e montana della Provincia,
in particolare definendo il percorso ciclabile
denominato “Itinerario pedemontano”, di una
lunghezza complessiva di 80 km. da Caneva a
Pinzano, asse principale del sistema dei
percorsi ciclabili del territorio pedemontano,
che per ragioni finanziarie si intende realizzare
per lotti di cui il primo è già stato, progettato e
già finanziato;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione e
l’Assessore competente per sapere:
1. se condivide che l’esigenza fondamentale
è quella di creare in montagna quelle
condizioni di vivibilità che pongano fine
all’esodo e allo spopolamento;
2. se tra tali condizioni non possa rientrare
anche quella della diffusione della banda larga
nei Comuni montani con il più alto svantaggio
socio-economico;
3. i tempi che la Giunta regionale prevede
per la diffusione capillare della fibra nei
Comuni montani della Provincia di Pordenone
inseriti nella Zona C: Andreis, Cimolais, Claut,
Clauzetto, Erto e Casso, Frisanco, Tramonti di
Sopra, Tramonti di Sotto e Vito d’Asio;
4. con quali risorse verranno finanziati
questi ulteriori e improcrastinabili interventi;
5. i tempi, infine, che la Giunta regionale
prevede per coprire anche il territorio dei
Comuni di Arba, Vivaro e Castelnovo del
Friuli;
6. se la Giunta regionale preveda di
coinvolgere nell’attuazione degli interventi in
oggetto l’Amministrazione provinciale di
Pordenone.”
“Salvador”
(676)
“Premesso: che per le finalità di cui
all’articolo 1, comma 32, della legge regionale
15 febbraio 1999, n. 4 (legge finanziaria 1999)
che prevede l’erogazione di servizi di pubblica
utilità a favore della popolazione residente
nelle zone montane, la Regione ha stipulato
Atti consiliari
- (113) 62 -
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
con la Poste Italiane Spa la convenzione n.
13/SASM del 24 novembre 1999, con la quale
sono stati definiti i servizi da erogare, le
modalità e tutti gli adempimenti connessi con
l’attuazione degli interventi; che con la
medesima normativa si dispone che
l’Amministrazione regionale assuma una parte
degli oneri finanziari che la Poste Italiane Spa
sostiene per l’erogazione di servizi di pubblica
utilità a favore della popolazione residente
nelle zone montane;
che con successive convenzioni sono stati
attivati ulteriori servizi; che con delibera della
Giunta regionale n. 1613 del 18 giugno 2004 è
stata autorizzata la stipula di una ulteriore
convenzione con Poste Italiane Spa per la
definizione dei servizi aggiuntivi collegati alla
residenza da erogare a favore della
popolazione montana e dei relativi costi e
relativa autorizzazione di spesa pari a euro
258.000;
che con tale convenzione si intende
proseguire nella fornitura dei servizi erogati,
constatata l’utilità dei medesimi e la continua
richiesta di mantenimento degli stessi da parte
dell’utenza, degli Enti locali, delle strutture
sanitarie e che si intende dare continuità
all’azione intrapresa al fine di assicurare il
mantenimento dei servizi collegati alla
residenza della popolazione in particolare nelle
zone montane con il più alto svantaggio socioeconomico;
che tale convenzione ha durata fino al 31
luglio 2005;
che con nota del 9 febbraio 2005, Poste
Italiane, Divisione Rete Territoriale, Direzione
regionale Friuli Venezia Giulia, filiale
Pordenone,
Servizio
commerciale
ha
comunicato agli Enti locali della Provincia di
Pordenone interessati dalla convenzione che a
seguito della rendicontazione del primo
semestre della convenzione stessa, è emerso
che i fondi messi a disposizione dalla Regione
per le impostazioni dei Comuni convenzionati
non sono sufficienti a coprire l’intera durata
della convenzione stessa e che, pertanto, non è
più
possibile
accettare
corrispondenza
derivante dalla convenzione citata;
che l’esigenza fondamentale di creare in
montagna quelle condizioni di vivibilità che
pongano fine all’esodo e allo spopolamento
richiede, tra l’altro, la prosecuzione di questi
servizi;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione per
sapere:
quali provvedimenti la Giunta regionale
intende assumere per reperire le risorse
necessarie a coprire l’intera durata della
convenzione e permettere a Poste Italiane di
dare continuità ai servizi previsti, in particolare
per quanto riguarda le impostazioni dei
Comuni convenzionati;
cosa intenda fare la Giunta regionale per
implementare e migliorare i servizi erogati da
Poste Italiane a favore della popolazione
residente nelle zone montane, alla luce del
fatto che la convenzione in premessa verrà a
scadere il 31 luglio 2005.”
“Salvador”
(677)
“Premesso che il contratto collettivo del
2002 prevede per i dipendenti degli Enti locali
dei Comuni del Carso triestino, rientranti nel
territorio dove vigeva il memorandum di
Londra, l’indennità di bilinguismo per i
dipendenti assunti in virtù della loro
conoscenza della lingua slovena;
vista la legge 38/01, che reca provvedimenti
a favore della minoranza linguistica slovena, e
all’articolo 8 prevede la possibilità dell’uso
delle due lingue, italiana e slovena, nella
pubblica Amministrazione nei territori
compresi nell’ambito di applicazione della
stessa;
visto l’articolo 8 della su citata legge, che
finanzia a partire dal 2001 le iniziative per
favorire l’uso dello sloveno nella pubblica
Amministrazione;
considerato che la fascia dei 32 Comuni che
hanno chiesto l’inclusione nei benefici della
legge 38 si estende alle tre Province di Trieste,
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Gorizia e Udine;
constatato che analogo provvedimento è già
operativo nelle Amministrazioni pubbliche
delle Province autonome di Trento e Bolzano e
della Regione Valle d’Aosta,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione e
l’Assessore competente per sapere:
quando i dipendenti dei Comuni inclusi nei
benefici della legge di tutela della minoranza
slovena potranno usufruire dell’indennità per la
prestazione lavorativa in due lingue;
se i dipendenti dei Comuni del Carso
triestino della Provincia di Trieste fin d’ora, e
con provvedimento retroattivo, possano
accedere ai benefici loro spettanti per aver
ottenuto il posto di lavoro sostenendo una
prova d’ingresso di conoscenza della lingua
slovena, che di fatto li parifica all’acquisizione
dei “patentini” in vigore in Alto Adige.”
(678)
“Špacapan”
“Premesso:
che la nostra Regione annovera tra i propri
mezzi un elicottero destinato al pronto
intervento delle persone incorse in incidenti di
qualunque tipo e gravità;
che la tempestività dell’intervento è spesso
condizione necessaria per poter salvare la vita
delle persone, ovvero per mettere le stesse in
sicurezza;
che l’organizzazione del servizio di 118
prevede codici e protocolli di comportamento
ben precisi, e la rete di soccorso predisposta ha
dato prova più volte di elevata capacità tecnica
e professionale;
che presso la sede del 118 dell’ospedale
civile di Udine è sempre pronta a partire una
squadra (l’equipaggio dell’elisoccorso) che
comprende sia i sanitari che i tecnici di
soccorso alpino.
Considerato:
che sabato scorso 19 marzo si è visto
arrivare in Val Rosandra un elicottero dei
Vigili del Fuoco di Venezia per un intervento
che i quotidiani hanno giudicato addirittura “da
brivido”, con “scene da film”, ecc.;
che, per quanto letto e sentito, il recupero
della persona è durato oltre due ore, suscitando
seri dubbi sulle procedure e sui sistemi.
Accertato:
che l’elisoccorso regionale del 118 non era
impegnato in altri interventi,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Giunta regionale e
l’Assessore competente per sapere:
perché si è preferito chiamare il mezzo da
Venezia con grave ritardo di tempo;
se è previsto il rimborso della spesa al
Ministero degli interni per l’uso del mezzo;
se quanto è accaduto
comportamenti canonici;
corrisponde
a
se ci può essere tanta discrezionalità nella
decisione di tenere a terra la squadra di
elisoccorso.”
(679)
“Menis”
“Vista la Delibera di Giunta nr. 483 del
11.03.2005 con la quale si affida al Sig.
Riccardo Breveglieri di nuovo un incarico di
collaborazione
e
consulenza
per
il
perseguimento di obiettivi strategici per l’anno
in corso nel settore dello sport e delle politiche
giovanili per un compenso pari a 50.000 euro,
al netto degli oneri per contributi previdenziali
ed assistenziali, nonché degli oneri per il
rimborso di eventuali spese per trasferte entro
il limite massimo di 8.000 euro;
considerato che già per l’anno 2004 con
delibera n. 380 del 20.02.2004 veniva conferito
pari incarico allo stesso Sig. Riccardo
- (113) 64 -
Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
Breveglieri per dodici mesi per un compenso di
50.000 euro netti;
preso atto dalla delibera di Giunta nr. 483
del 11.03.2005 che la Direzione regionale per
le identità linguistiche e i migranti,
l’istruzione, la cultura, lo sport e le politiche
della pace e della solidarietà rappresenta la
necessità di avvalersi di un consulente di
comprovata esperienza nel settore, nella
persona del Sig. Riccardo Breveglieri, il quale,
per la preparazione e competenza professionale
posseduta nonché per l’attività svolta e per
l’apporto già positivamente prestato alla stessa
Regione Fvg nell’anno 2004, risulta senz’altro
idoneo all’espletamento di tali compiti;
considerato infine che in riferimento alla
legge n. 8 del 03.04.2003 non risulta siano stati
emanati tutti i Regolamenti in legge richiamati;
preso atto infine della difficile situazione in
cui versa il Servizio Sport e Attività Ricreative
per carenza di personale e per il notevole
lavoro a cui deve far fronte;
ciò premesso, il sottoscritto Consigliere
regionale,
interroga il Presidente della Regione per
sapere:
1. quali siano gli obiettivi ed i risultati
raggiunti nell’anno 2004 dalla costosa
consulenza affidata al Sig. Riccardo
Breveglieri;
2. se non esistevano ancora delle figure
professionali all’interno dell’Amministrazione
regionale, in grado di svolgere la consulenza in
parola;
3. se non si ritiene, infine, anche per
quest’anno 2005 dannoso per l’immagine della
nostra Regione ricorrere ad un esperto esterno
e soprattutto se non si ravvisi un possibile
danno erariale e un probabile rilievo della
Corte dei Conti rispetto alla procedura adottata
anche in relazione al notevole compenso
assegnato al Sig. Breveglieri;
4.
se
non
ritiene
infine
opportuno
riorganizzare il Servizio Sport e Attività
Ricreative che sta venendo a mancare quale
punto di riferimento fondamentale per le
migliaia di Associazioni e Società Sportive.”
“Ciriani”
(680)
“Premesso che:
con propria deliberazione n.608 dd.
24.3.2005, la Giunta regionale ha stanziato
300.000 euro per la partecipazione a Vinitaly,
affidando la gestione e l’organizzazione della
presenza ad Agrapromo;
la situazione economica della società citata
è stata oggetto di ripetuti e rilevanti interventi
che sono stati oggetto di attenzioni pubbliche;
Agrapromo, è stata oggetto più volte di
“attenzioni” per l’operato, in particolare per la
parte di promozione e gestione di esercizi
pubblici, e numerosi atti relativi ad essa sono
anche stati trasmessi alla Corte dei Conti;
appare ragionevole ritenere che una
riduzione
dello
stanziamento,
anche
considerevole, non muterebbe il risultato
complessivo della promozione;
si ritiene comunque opportuna la
partecipazione a Vinitaly, anche se con
metodologie e stanziamenti di tutt’altra natura;
il sottoscritto Consigliere regionale,
chiede
per quali motivi sia stata scelta Agrapromo
quale soggetto gestore della partecipazione in
premessa;
in che modo abbia inciso il “curriculum”
economico della società nella scelta;
come sia stata quantificata la spesa ed il
finanziamento destinato ad Agrapromo;
quale sia l’elenco dettagliato del preventivo
di spesa inerente l’iniziativa in menzione;
quale siano i rientri economici diretti
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
previsti dalla partecipazione in premessa, con
che modello economico sono stati calcolati, e
come verranno controllati;
se vi siano altri soggetti che compartecipano
alla spesa e in che termini;
se a tale importo dovranno essere sommate
le spese di partecipazione all’iniziativa da parte
degli Assessorati alle Risorse Agricole e
Attività Produttive;
già scaduti;
rilevato come appaia quantomeno strano che
la responsabilità di questi disservizi possa
essere delle poste italiane visto che altri
rotocalchi settimanali o mensili arrivano
puntuali agli abbonati e comunque in nessun
caso registrano ritardi neppur lontanamente
paragonabili a quelli dei BUR,
il sottoscritto Consigliere regionale,
se anche l’ERSA prevede di partecipare alla
manifestazione e con che budget.
interroga il Presidente della Regione e
l’Assessore competente per sapere:
Alla luce delle considerazioni sopracitate, a
quanto sia stimato complessivamente il costo
della partecipazione della Regione a Vinitaly,
comprendendo anche spese di personale,
missioni e quant’altro verrà presumibilmente
attuato;
se l’Amministrazione regionale sia a
conoscenza di questi ripetuti e gravi disservizi
a danno dei cittadini abbonati;
a quanto ammontino complessivamente le
erogazioni straordinarie a qualunque titolo
concesse dal gennaio 2004 ad oggi ad
Agrapromo.”
(681)
“Asquini”
“Appreso da numerose segnalazioni di
cittadini abbonati che il Bollettino Ufficiale
della Regione Friuli Venezia Giulia arriva a
domicilio con notevole ritardo;
rimarcato che detti ritardi riguarderebbero in
particolare la Provincia di Udine e in alcuni
casi sfiorerebbero il mese dalla data di
pubblicazione;
osservato
che
detti
ritardi
si
verificherebbero con frequenza da almeno un
paio d’anni;
preso atto che questi disservizi costringono i
malcapitati abbonati a ricevere notizie ormai
superate;
sottolineato come, in alcuni dei casi
segnalati, i ritardi avrebbero addirittura
comportato l’impossibilità per gli abbonati di
presentare domande per gare o concorsi in
quanto il bollettino era arrivato loro a termini
come intenda intervenire per porre rimedio
a questa incresciosa situazione.”
(682)
“Franz”
“Premesso che il Governo nazionale intende
realizzare un Centro di permanenza
temporanea per immigrati a Gradisca d’Isonzo;
premesso, inoltre, che il Sindaco di
Gradisca, il Presidente della Provincia di
Gorizia ed il Presidente della Regione hanno
espresso la loro netta contrarietà a Centri di
questo tipo in tutto il territorio regionale nel
corso di un incontro con il Ministro Pisanu il
13.9.2004 in Prefettura a Gorizia;
appreso che il Sottosegretario all’Interno,
Saponara,
rispondendo
recentemente
(10.3.2005 - Seduta del Senato n. 761) ad
un’interrogazione dei senatori Budin e
Guerzoni, che chiedevano la sospensione
immediata dei lavori per la realizzazione del
C.P.T. di Gradisca, ha testualmente affermato
che la “Regione Friuli Venezia Giulia ha
espresso in merito alla realizzazione del
Centro, un parere tecnico favorevole al
progetto strutturale predisposto”;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Giunta regionale
per sapere:
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
se tale affermazione corrisponda al vero e,
in questo caso, quale sia il tenore del suddetto
parere e da quale ufficio regionale sia stato
redatto.”
“Gherghetta”
(683)
“Premesso che il territorio di Ovaro (UD) è
interessato da un preoccupante movimento
franoso rappresentato da migliaia di metri cubi
di materiale che scende nel rio Mozza dalla
zona Tamarot, nei pressi di Col Gentile, e che
tale movimento franoso si è già manifestato in
occasione di precedenti alluvioni, e proprio nei
giorni di Pasqua e Pasquetta la situazione si è
ulteriormente aggravata con l’arrivo del
materiale dello smottamento sino alla frazione
di Agrons, dopo aver riempito le briglie di
contenimento;
rilevato che da notizie di stampa si apprende
che il Sindaco, dopo un sopralluogo con i
tecnici comunali, ha deciso di chiudere tutte le
strade che dalle frazioni Mione e Agrons
portano alla zona dello smottamento;
preso atto che il Sindaco ha avanzato serie
preoccupazioni per i rischi che tale
smottamento rappresenta per gli acquedotti
comunali che metterebbe in pericolo il
rifornimento idrico della zona,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione e
l’Assessore competente,
per sapere quali urgenti iniziative intendono
intraprendere per bloccare la frana e mettere in
sicurezza tutta l’area interessata allo
smottamento nel Comune di Ovaro (UD).”
(684)
“Ferone”
“Preso atto da dichiarazioni giornalistiche
rilasciate dai responsabili organizzativi che il
Giro del Friuli per dilettanti 2005 non verrà
effettuato per il mancato finanziamento
regionale, da sempre garantito nelle passate
edizioni;
rilevato che allo stesso Giro del Friuli in
passato hanno partecipanti importantissimi
atleti e campioni e che si tratta di una delle
Manifestazioni sportive più importanti e
storiche della Regione Friuli Venezia Giulia;
considerato che l’iniziativa ha sempre
riscosso un grandissimo successo di
partecipazione di atleti e di pubblico presente
lungo
le
strade
attraversate
dalla
manifestazione;
rilevata infine la grande valenza, anche
turistica, dell’iniziativa che oltre agli atleti
partecipanti e al pubblico appassionato, ha
sempre
comportato
notevoli
ricadute
economiche positive nell’ambito del territorio
regionale;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Giunta regionale,
l’assessore Antonaz e l’assessore Bertossi per
sapere:
a) se è vero che la Regione non ha
finanziato l’iniziativa garantendo il sostegno
economico come nelle passate edizioni;
b) quali siano le motivazioni che hanno
determinato il mancato supporto economico
della Regione alla storica manifestazione
ciclistica;
c) se non si ritiene di aver in tal modo
penalizzato e demotivato l’ambiente sportivo
in genere che non riceve più le dovute
attenzioni e il supporto determinante da parte
dell’Amministrazione regionale.”
(685)
“Ciriani”
“Premesso che si apprende dalla stampa di
notizie riguardanti presunte infiltrazioni
d’acqua del bacino della diga di Ravedis verso
l’abitato di Montereale Valcellina;
atteso che le risposte date da autorevoli
intervistati, e pubblicate sulla stampa locale,
appaiono perlomeno contraddittorie poiché da
un lato si ammette la permeabilità della roccia
del monte Farra, mentre dall’altro si afferma la
non pericolosità del fatto, adducendo altresì
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
che ciò era noto da tempo e che appositamente
la legge prevede che facciano schermi di
impermeabilizzazione;
atteso altresì che si apprende, sempre dalla
stampa, che a Ravedis le opere di
impermeabilizzazione sarebbero in via di
realizzazione;
rilevato che numerose sono le voci,
nell’abitato di Montereale Valcellina, che
lamentano il fenomeno di infiltrazioni d’acqua,
peraltro smentito tassativamente da un
Assessore comunale;
considerato che situazioni di questo tipo
fanno ritornare alla mente la vecchia tragedia
del Vajont;
tutto ciò premesso,
Consigliere regionale,
il
sottoscritto
interroga il Presidente della Regione e
l’Assessore competente per conoscere:
se siano a conoscenza dei fatti citati in
premessa e quali siano i provvedimenti finora
attuati in relazione ai suddetti fatti
dall’Amministrazione regionale;
se e come si intenda risolvere il problema
denunciato;
se la permeabilità del monte Farra sia già
stata rilevata in esito alle prove geologiche
propedeutiche alla realizzazione della diga di
Ravedis;
se il progetto in via di esecuzione preveda
interventi
specifici
ai
fini
della
impermeabilizzazione delle rocce e quanto
ammontino i fondi per questo specifico
intervento.”
(686)
“Pedicini”
“Premesso che:
da fonte stampa si è appreso che la Regione
ha assunto, con contratto di tipo giornalistico, e
a chiamata, la dott.ssa Elisabetta Pozzetto;
dalla stessa fonte si apprende che la
valutazione è stata effettuata restringendo la
cernita a nove soggetti, motivando la scelta con
il fatto che il soggetto interessato era l’unico ad
aver sostenuto l’esame di giornalista in
“marilenghe”;
l’incarico oggetto del contratto dovrebbe
consistere
nella
responsabilità
della
comunicazione in lingua friulana;
prendendo a riferimento le notizie apparse
sulla stampa, appare singolare la metodologia
scelta dalla Giunta regionale per l’affidamento
dell’incarico in menzione, proprio in
considerazione alle frequenti e ripetute
dichiarazioni espresse dal Presidente della
Regione e dall’Assessore al personale, che
hanno sempre ribadito che le modalità di
passaggio
all’Amministrazione
regionale
devono essere pubbliche e rispettose delle
normative in materia di accesso alla P.A.;
il sottoscritto Consigliere regionale,
chiede:
con quali procedure è stato attivato il
contratto citato in premessa;
in che cosa consista esattamente l’oggetto
del contratto stipulato tra la Regione e la
dott.ssa Elisabetta Pozzetto;
a quanto ammonti il compenso per le
prestazioni richieste;
se le procedure adottate dalla Giunta
regionale siano compatibili con le normative
vigenti in materia di accesso alla Pubblica
Amministrazione;
se corrisponda al vero che la scelta dei
potenziali soggetti è stata circoscritta a soli
nove soggetti, e se sì, se ne chiede le
conseguenti motivazioni;
se tra i criteri che hanno portato alla scelta,
sia rientrato anche quello relativo ad una
possibile assonanza politica tra il soggetto
interessato e l’area politica di riferimento della
Giunta regionale;
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
quanto materiale (di cui si chiede cortese
copia) sia stato prodotto dalla citata alla data
odierna, in lingua friulana.”
(687)
“Camber”
“Premesso che con deliberazione n. 40 del
20 marzo 2005, il Co.Re.Com. Friuli Venezia
Giulia ha proceduto all’approvazione della
graduatoria delle emittenti televisive con sede
nel Friuli Venezia Giulia e nel Veneto, a cui
vengono riconosciuti i benefici previsti
dall’art. 45, comma 3 della legge 448/1998 e
successivo bando di cui al D.M. 21 dicembre
2004;
rilevato che dal verbale dello stesso
Co.Re.Com. si rileva che non è stato possibile
controllare la copertura, da parte delle emittenti
di cui trattasi, del 70% della popolazione
regionale (come previsto per le emittenti con
sede fuori regione dall’art. 1, comma 4 del
Regolamento) perché la richiesta di verifica
inoltrata
all’Ispettorato
territoriale
del
Ministero delle Comunicazioni - Friuli Venezia
Giulia, sarebbe stata considerata da questo
come “prestazione per conto terzi” e quindi
soggetta a tariffa, e non appare chiaro se sono
stati effettuati controlli sulle dichiarazioni
relative al fatturato dell’attività svolta nella
nostra Regione;
livello dei programmi messi in onda,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione e
l’Assessore competente,
per sapere se si ritiene opportuno, prima
della effettiva erogazione dei contributi di cui
in
premessa,
attivarsi
affinché
sia
effettivamente controllato il livello di copertura
riguardante la nostra Regione, delle emittenti
comunque aventi sede fuori Regione, dal
momento che si deve ritenere che il possesso di
questo importante requisito sia stato
riconosciuto alle emittenti di cui trattasi, su
dichiarazioni delle stesse e se si ritenga, altresì,
sollecitare un controllo, qualora non vi fosse
stato, delle dichiarazioni relative al fatturato
delle emittenti di cui sopra, relativo all’attività
svolta in Friuli Venezia Giulia.”
(688)
“Ferone”
“Considerato che il
completamento
dell’A28 è opera indispensabile per l’economia
e per i cittadini del pordenonese e dell’intero
Nord Est;
ricordato che tale realizzazione è attesa da
lunghissimo tempo;
considerato che i 4/5 della somma stanziata
per i contributi alle emittenti televisive sono
attribuiti alle prime sei emittenti in graduatoria
e solo 1/5 da dividere fra ben dieci emittenti;
osservato che non ci sono impedimenti alla
realizzazione del lotto 29;
sottolineato che fra le prime sei emittenti in
graduatoria figurano ben due emittenti che non
hanno
sede
nella
nostra
Regione,
“Reteazzurra” e “TV7 Triveneta” e si
presuppone che queste due emittenti abbiano il
requisito della copertura del 70% della
popolazione della nostra Regione, anche se il
sottoscritto, fedele telespettatore, non ne ha
mai visto il segnale;
evidenziato come tale situazione sia grave
ed inammissibile e che la Regione Friuli
Venezia Giulia deve assumersi precise
responsabilità in merito alla prosecuzione ed
ultimazione in tempi rapidi dell’opera;
ritenendo che la Regione Friuli Venezia
Giulia debba tutelare i diritti delle emittenti che
hanno sede nella nostra Regione e che troppe
volte sono costrette ad enormi sacrifici, proprio
per problemi economici, per garantire un buon
preso atto che i lavori procedono a rilento;
i sottoscritti Consiglieri regionali,
interrogano il Presidente della Regione e
l’Assessore competente
per sapere quale sia il termine previsto per
la fine dei lavori, quale sia l’attuale stato di
avanzamento dell’opera, se vi siano
contenziosi in atto che rallentano la
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Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
realizzazione.”
(689)
“Follegot-Violino-Guerra”
“Premesso che risultano essere oltre mille le
badanti che lavorano a Udine e nei Comuni
contermini e che provengono, per la maggior
parte, dall’Europa dell’est;
considerato che un elevato numero di queste
badanti si trova ancora in situazione di
clandestinità, nonostante l’approvazione nei
mesi scorsi della legge regionale 24
sull’assistenza familiare, che prevede tra l’altro
la possibilità, per i nuclei familiari che devono
assumere delle badanti, di ottenere un
contributo volto a ridurre gli oneri da
sostenere;
ricordato che la causa di questa situazione
va imputata principalmente all’assenza del
Regolamento attuativo che rende, in concreto,
non applicabile la legge;
rilevato, altresì, che le organizzazioni
sindacali segnalano, soprattutto nella zona di
Udine, molte situazioni di contenzioso tra
badanti e famiglie datrici di lavoro, riguardanti
richieste di più denaro da parte delle
lavoratrici, contestazioni in merito alla fascia
oraria stabilita o all’assistenza notturna,
oppure, più semplicemente, il desiderio di
andare a lavorare presso una famiglia con più
disponibilità economiche;
preso atto che molte famiglie vengono
abbandonate perché non riescono a farsi carico
delle spese relative al mantenimento dei loro
congiunti non autosufficienti o perché le
lavoratrici a domicilio non regolarizzate spesso
abbandonano il nucleo familiare ove prestano
servizio, senza obbligo di preavviso, per
rispondere ad una domanda in continuo
aumento ed ottenere un trattamento economico
migliore;
sottolineato che gli anziani preferiscono
l’assistenza a casa al ricovero in casa di riposo
e che solo se l’attività delle badanti viene
concretamente
regolamentata
mediante
l’applicazione della legge si garantisce il
controllo dei servizi sociali dei Comuni su tutte
quelle situazioni di abuso sugli anziani che la
clandestinità rende possibile;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione e
l'
Assessore competente,
per conoscere le motivazioni che,
nonostante siano trascorsi quasi sei mesi
dall’approvazione della legge regionale
24/2004, hanno impedito che il Regolamento
attuativo sia entrato in vigore nei termini
previsti, vale a dire entro sessanta giorni
dall’entrata in vigore della legge stessa;
per sapere se e quando intendano attuare
quanto la legge prevede soprattutto in
considerazione del fatto che in assenza di
questo Regolamento si verifica una paralisi,
non potendosi stabilire l’entità del contributo
mensile per le famiglie che devono assumere le
badanti, né erogarlo, né tanto meno verificare i
livelli massimi di reddito oltre i quali non è
possibile ricevere il contributo;
per sapere, visto il notevole ritardo già
accumulato, come intendano nell’immediato
alleviare la grave situazione in cui si trovano
molte famiglie a basso reddito che hanno a
carico persone anziane e desiderano assisterle a
casa e che attendono di usufruire di incentivi,
già stanziati, necessari a consentire la
permanenza degli anziani presso il proprio
nucleo familiare.”
(690)
“Blasoni”
“Considerato che il cementificio sito nel
Comune di Fanna (PN) della ditta Cementizillo
S.p.A. sembrerebbe usare o aver recentemente
usato farine animali come combustibile nel
forno di cottura del cemento, così come del
resto previsto con D.L. 11/1/01.
Ricordato che in data 4/2/2002, in occasione
di parere per l’autorizzazione del suddetto
cementificio all’uso e stoccaggio di farine
animali,
il
Dipartimento
Provinciale
dell’ARPA, di Pordenone, prescriveva
l’installazione entro il mese di marzo 2002 di
sistemi
automatici
di
rilevazione
e
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
monitoraggio dei fumi, con trasmissione via
modem dei risultati al Comune di Fanna e allo
stesso Dipartimento provinciale ARPA. (prot.
N. 326/2002 SA-PA-12).
Ricordato che nel settembre 2004, il su
citato cementificio, richiedeva l’autorizzazione
a modificare l’impianto, dotandosi di sito per
la macinazione del coke, di 2 silos di
stoccaggio del combustibile macinato e 1 silos
di stoccaggio di combustibile alternativo.
Evidenziato che in data 2/11/2004 il
Dipartimento Provinciale di Pordenone,
dell’ARPA prescriveva l’installazione sul
camino del mulino di apposito sistema di
monitoraggio in continuo delle emissioni di
polveri, con trasmissione dei dati ogni 6 ore
per via telematica allo stesso Dipartimento.
Considerato che in data 2/12/2004, il
Dipartimento Provinciale di Pordenone,
dell’ARPA, prendendo atto di nuove proposte
fatte dall’azienda, non ribadiva la necessità di
monitoraggio continuo e della trasmissione dei
dati da parte del cementificio al Dipartimento
stesso, ma sottolineava l’opportunità che
l’azienda si dotasse di apposite sonde per il
controllo del grado di funzionalità dei sistemi
di abbattimento delle polveri e ribadiva
“almeno per il primo anno” che venissero
eseguiti campionamenti mensili, in presenza di
personale dell’ARPA.
Richiamato il decreto n. ALP.10 2658 PN/INAT/818/1, del 21/12/2004, della
Direzione Centrale Ambiente e Lavori Pubblici
avente per oggetto: “autorizzazione di una
modifica sostanziale ad un impianto di
produzione di cemento. Società Cementizillo
S.p.A.” con il quale, viene autorizzata la
modifica
dell’impianto
produttivo,
prescrivendo controlli mensili delle emissioni
(per il primo anno) con l’aggiunta di
monitorare in continuo (da parte dell’azienda) i
seguenti parametri: Carbonio organico totale,
Hcl, biossido di zolfo (So2), monossido di
carbonio (CO), ossido di azoto (NO2), nonché
polvere totale, ossigeno, temperatura e portata.
Ricordato che in data 14/12/2004 a seguito
di una anomala fuoriuscita di fumi dal camino
del forno di produzione, l’ARPA interveniva
sul posto, evidenziando che al momento
dell’incidente ”non erano in funzione gli
elettrofiltri né i filtri a maniche” e riportava i
valori di concentrazione dei vari inquinanti
emessi in atmosfera, rilevandoli dalla apposita
centralina fissa, posta nel Comune di Fanna
dalla Provincia di Pordenone e non i dati che
avrebbero dovuto essere stati rilevati da
eventuali rilevatori posti al camino, la cui
installazione era stata prescritta a suo tempo.
Ricordato altresì che anche in data
13/3/2005, è stata segnalata da alcuni cittadini,
la fuoriuscita di notevole fumo nero
dall’impianto della suddetta azienda.
Ricordato altresì che in data 9/3/2004,
l’Ente Provincia di Pordenone, aveva
comunicato al Comune di Fanna, l’intenzione
di produrre CDR (combustibile da rifiuti) da
far bruciare nel locale cementificio e che di
tale progetto nulla è più dato di sapere,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente o l’Assessore
competente per sapere:
se nei vari forni del cementificio di Fanna,
vengono ancora bruciate farine animali. Quali
e quanti controlli e da chi, questi sono stati
eseguiti, per verificare l’eventuale superamento
dei livelli di inquinamento consentiti dalla
legge per i vari inquinanti emessi dal
cementificio in atmosfera;
se il locale cementificio ha installato (così
come prescritto dall’ARPA in data 4/2/2002) i
sistemi di monitoraggio automatico dei fumi
realizzando altresì la loro comunicazione via
modem al comune ed all’ARPA stessa ed in
caso contrario come mai non si è intervenuti a
far rispettare la prescrizione e chi avrebbe
dovuto vigilare per verificare il rispetto della
prescrizione fatta;
come mai in caso di installazione di sistemi
automatici di rilevamento delle concentrazioni
di inquinanti aerei, non sono stati riportati i
dati da questi registrati in occasione
dell’intervento dell’ARPA in data 14/12/2004,
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
bensì solamente
centralina fissa;
quelli
registrati
dalla
quali motivi hanno condotto i competenti
uffici regionali a modificare la prescrizione
dell’ARPA del 2/11/04, in riferimento
all’ulteriore sistema di rilevamento automatico
dei vari inquinanti presenti nei fumi e la
trasmissione dei dati all’ARPA, sostituendo
detto metodo con il più blando controllo
mensile (per il primo anno);
quali dati risultano sulle caratteristiche
qualitative e quantitative, delle emissioni in
atmosfera;
se, in caso di incenerimento di farine
animali, si sono mai effettuati campionamenti
del terreno circostante l’impianto in questione,
per verificare anche l’eventuale presenza di
diossina;
se non si ritiene opportuno far rispettare le
prescrizioni date dal dipartimento provinciale
dell’ARPA di Pordenone, circa l’installazione
ai camini, di rilevatori che comunichino in
automatico all’ARPA ed al Comune di Fanna,
la concentrazione ed il tipo di inquinanti
immessi in atmosfera.”
(691)
“De Angelis”
“Venuto a conoscenza che da oltre un anno
la signora Mariolina Errico, giornalista con
incarico di Caposervizio in forza alla redazione
di Udine dell’Agenzia Regione Cronache - e
residente a Palmanova - è in missione
permanente presso il Centro di Produzione
Televisiva regionale (CPRT);
rilevato come questo stato di “missione
permanente” comporta una notevole spesa per
l’Amministrazione
regionale,
facilmente
eliminabile, o con una sua assegnazione
permanente al CPRT, o con l’utilizzo di
giornalisti già assegnati alla sede di Trieste;
constatato come il trattamento di missione
per i giornalisti è equiparato a quello di tutti gli
altri dipendenti regionali;
il sottoscritto Consigliere regionale,
chiede al Presidente della Giunta, Riccardo
Illy,
quali siano le ragioni che hanno permesso
un ingiustificato esborso di denaro per un così
lungo periodo, e se non ritiene, pur in notevole
ritardo, di provvedere alla immediata
rimozione delle cause che lo determinano.”
(692)
“Dressi”
“Premesso che sul BUR n. 13 del 30 marzo
2005 è stato pubblicato l’avviso pubblico per il
conferimento dell’incarico di Direttore del
Servizio bonifica e irrigazione della Direzione
centrale risorse agricole, naturali, forestali e
montagna con contratto di lavoro a tempo
determinato;
rilevato che gli aspiranti devono possedere i
seguenti requisiti soggettivi funzionali al
predetto incarico:
a) essere in possesso di un diploma di laurea
in ingegneria e relativa abilitazione
professionale;
b) aver prestato attività lavorativa in Enti
pubblici con esperienze conseguite per almeno
un quinquennio in funzioni dirigenziali;
c)
aver
maturato
particolare
specializzazione nell’ambito dei lavori
pubblici, anche a seguito dello svolgimento di
attività di collaudo tecnico e amministrativo;
d) essere in possesso di particolare
esperienza
maturata
nell’ambito
della
pianificazione e del recupero ambientale;
e) avere svolto attività funzionale alla
gestione e all’ottimizzazione delle risorse
energetiche naturali;
osservato che i requisiti richiesti appaiono
piuttosto restrittivi per l’individuazione di una
rosa di candidati adatti a svolgere l’incarico di
Direttore del Servizio bonifica e irrigazione e
che ciò rischia di pregiudicare una corretta
selezione;
il sottoscritto Consigliere regionale,
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
interroga il Presidente della Regione e
l’Assessore competente per sapere:
quali siano i motivi per cui si ritiene
necessario che l’incarico di Direttore del
Servizio bonifica e irrigazione possa essere
assegnato esclusivamente a chi possiede un
diploma di laurea in ingegneria e relativa
abilitazione professionale e non, ad esempio,
ad un dottore agronomo o forestale;
quali siano i criteri con cui sono stati
individuati i requisiti e per quale motivo al
futuro Direttore del Servizio bonifica e
irrigazione venga richiesto di aver svolto
attività
funzionale
alla
gestione
ed
all’ottimizzazione delle risorse energetiche
naturali e non altre attività più strettamente
legate alla bonifica ed all’irrigazione, come
sarebbe più logico ed opportuno;
se non si ritengano le richieste troppo
restrittive e specifiche, tanto da correre il
rischio di far ritenere il bando disegnato ad
personam;
se sia già stata individuata la persona adatta
ad assumere l’incarico ed in caso affermativo
per quale motivo non si proceda ad
un’assunzione da “esterno” evitando così di
creare false illusioni in eventuali altri aspiranti
a questo posto di lavoro.”
(693)
“Violino”
“Premesso che non passa giorno che il
Presidente della Giunta, Riccardo Illy, non
annunci tagli drastici alla spesa della macchina
regionale, salvo poi smentirsi quotidianamente
accrescendo in tutti i settori i costi di gestione,
appare evidente come nel settore della
comunicazione, Riccardo Illy, non badi a
spese, e anche a sprechi.
Dopo la creazione di una Direzione Speciale
per la Comunicazione, distinta dall’Ufficio
Stampa, affidata al dottore in farmacia, Fabio
de Visentini, e alla dotazione di personale a
quella Direzione, assunto anche con contratti a
termine senza concorso;
dopo aver segnalato il caso anomalo di una
giornalista, in forza alla sede di Udine, che da
oltre un anno viene a lavorare a Trieste, al
Centro di Produzione Televisiva Regionale,
percependo, oltre allo stipendio, una
sostanziosa indennità di missione quotidiana;
ora vengo a conoscenza di un altro limpido
esempio di spreco di denaro pubblico di cui
chiedo conto: ieri, 12 aprile, si è svolta a Udine
la cerimonia per l’assegnazione del “Premio
Innovazione”, cerimonia trasmessa in diretta
TV via Web, organizzata dal Centro di
Produzione
Televisiva
Regionale,
ciò
nonostante erano presenti a Udine ben sette
giornalisti di Agenzia Regione Cronache così
suddivisi: cinque giornalisti (di questi ben tre
del Centro Tv…) un giornalista - fotografo un
giornalista - operatore un assistente operatore
non giornalista di questi sette giornalisti ben
sei (più l’assistente) erano in missione,
percependo quindi la prevista indennità.
Il Presidente Illy ha annunciato che i tre
lunghi filmati promozionali, relativi alle tre
aziende private premiate, erano stati realizzati
con i mezzi e a spese del Centro Regionale di
Produzione Televisiva.
Come intervistatore dei premiati è stato
scelto il dott. Isaac Getz, professore di Idea
Involvement Innovation Management alla
ESCP - EAP, European School of Management
di Parigi, che non conoscendo l’italiano ha
svolto la sua intervista in inglese, con un certo
imbarazzo degli intervistati che hanno avuto
bisogno della traduzione, e che, di
conseguenza, hanno risposto in italiano.
Tutto ciò premesso, riconoscendo che
comunque si è risparmiato sul costo di un
presentatore, avendo il dottore in farmacia,
nonché Direttore alla Comunicazione, Fabio de
Visentini, svolto brillantemente questa
funzione, il sottoscritto Sergio Dressi,
consigliere regionale di Alleanza Nazionale,
chiede al Presidente della Giunta, Riccardo
Illy:
se si potevano risparmiare i soldi della
missione a ben sette dipendenti regionali,
considerato che alcuni degli stessi potevano
tranquillamente seguire la cerimonia in diretta
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
via Web Tv;
se è corretto spendere soldi pubblici per
realizzare filmati promozionali di Società
private;
se infine non si potevano risparmiare altri
soldi pubblici (con richiesta di conoscerne
l’entità) invitando come intervistatore un
docente del MIB di Trieste, di certo non
inferiore al professor Isaac Getz, e sicuramente
in grado di svolgere, a vantaggio di tutti,
l’intervista in italiano.”
“Dressi”
(694)
“Premesso che a tutt’oggi l’Aeroporto di
Ronchi dei Legionari non è stato ancora
intitolato a nessuno dei tanti personaggi illustri,
proposti da più parti;
considerato
che
tanti
altri
scali
internazionali, come quelli di Genova e
Venezia hanno assunto nomi di personaggi di
livello mondiale;
in considerazione della recente scomparsa di
Papa Giovanni Paolo II, che tanta commozione
ha suscitato in tutto il mondo e che proprio con
il Friuli Venezia Giulia ha dimostrato di avere
un particolare legame,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione e
l’Assessore competente,
per sapere se si ritiene opportuno assumere
iniziative affinché l’Aeroporto di Ronchi dei
Legionari (GO) venga intitolato a Papa
Giovanni Paolo II.”
(695)
“Ferone”
“Premesso che tanti cittadini di Basiliano
(UD) ed amministratori locali sono molto
preoccupati per la possibilità che Basiliano
possa essere privata della presenza della
stazione dei Carabinieri che rappresenta per
tutti i cittadini, non solo di Basiliano, ma anche
per quelli di altri Comuni compresi nella
giurisdizione della stazione di cui trattasi, un
indispensabile punto di riferimento per l’intera
collettività;
sottolineato che la presenza dell’Arma dei
Carabinieri rappresenta per Basiliano e per il
circondario una forte garanzia di legalità sul
territorio e che l’attività della stessa, nel corso
degli anni, ha rafforzato l’enorme stima ed
affetto che i cittadini nutrono nei confronti
dell’Arma benemerita;
evidenziato che la Stazione dei Carabinieri
di Basiliano (UD) è ospitata in un edificio
inadeguato alle esigenze del personale
dell’Arma e che una fitta corrispondenza a
questo proposito, stando a notizie di stampa,
fra l’Amministrazione comunale di Basiliano
ed i vertici dell’Arma di Udine, avrebbe
sottolineato chiaramente la necessità di reperire
una sede più dignitosa per la Caserma dei
Carabinieri,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione e
l’Assessore competente,
per sapere se si ritiene di dover intervenire
per garantire all’Arma dei Carabinieri di
disporre a Basiliano una sede decorosa, che
potrebbe
essere
assicurata
con
la
ristrutturazione
dell’edificio
attualmente
occupato o individuando una nuova sede che
potrebbe essere la dismessa Caserma “Lesa”.”
(696)
“Ferone”
“Premesso che:
la legge regionale 4 del 2005, votata nelle
scorse settimane nonostante i voti contrari
della Casa delle Libertà, prevede all’articolo 34
la modifica dell’articolo 24 della legge
12/2002 sull’artigianato;
la modifica succitata prevede, in sostanza,
l’abrogazione delle autorizzazioni per l’attività
di panificazione;
una tale limitazione dei controlli per
un’attività così delicata non parrebbe essere
stata adottata in altre Regioni italiane;
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Atti consiliari
Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
la norma apparirebbe tale da minare la
tradizionale produzione artigiana di pane
friulano;
la revisione normativa potrebbe essere
sinergica alle mutate condizioni normative e di
mercato che favoriscono l’insediamento di
centri commerciali;
sono stati emanati numerosi altri atti di
interesse della grande distribuzione senza
radici locali,
il sottoscritto Consigliere regionale,
chiede:
quali siano le motivazioni che hanno spinto
la Giunta regionale a proporre e far approvare
tale normativa;
quali siano le norme che tutelano gli attuali
panificatori artigiani da una “liberalizzazione
selvaggia” dell’attività;
quali siano gli interventi, anche economici,
che la Giunta regionale intende mettere in atto
o ha già messo in atto per evitare o contrastare
la svalutazione delle attuali attività di
panificazione in seguito alla modifica
normativa;
quali saranno le azioni di tutela e
salvaguardia delle attività tradizionali friulane
di panificazione che la Giunta regionale
intende mettere in atto;
quali saranno le azioni a tutela del
consumatore e del cittadino in materia di
requisiti igienico-sanitari delle attività di
panificazione (in particolare quelle nuove);
se non siano state valutate le possibili
conseguenze che rischiano di favorire
l’insediamento di attività industriali, in luogo
di quelle tradizionali e artigianali, sinergiche
alla grande distribuzione e lontane dal tessuto
naturale e storico delle attività della nostra
Regione;
se vi sia un disegno strategico, e se la
modifica normativa citata in premessa vi
rientri, volto a indebolire e ridurre le attività
commerciali e artigianali tradizionali del Friuli
Venezia Giulia in direzione di un disegno
favorevole alla grande distribuzione senza
radici locali.”
“Asquini”
(697)
“Premesso che in Consiglio regionale viene
distribuito caffè esclusivamente di una nota
marca triestina, mentre l’acqua minerale è di
provenienza extraregionale;
rilevato che rientra nel programma
dell’attuale maggioranza la valorizzazione
delle produzioni regionali e che, anche in
conseguenza delle frequenti riprese televisive,
oltre che delle numerose visite, è opportuno
che venga preferito l’utilizzo di risorse del
nostro territorio;
atteso che, come anche evidenziato nelle
recenti discussioni sul recepimento della legge
Galli, il Friuli è terra ricca di risorse idriche
che andrebbero valorizzate e che le aziende
friulane possiedono impianti tra i più avanzati
nel settore di produzione delle acque minerali;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interroga il Presidente della Regione per
sapere:
se non ritenga opportuno che in Consiglio
regionale e più in generale in tutti gli edifici
pubblici della Regione vengano utilizzati per
quanto possibile prodotti friulani, bisiachi e
triestini;
se ed in che modo ci s’intenda attivare in
particolare affinché in Consiglio regionale
venga distribuita acqua friulana.”
(698)
“Violino”
“Premesso che tra tutte le emergenze che
potrebbero colpire i cittadini di Trieste e
Provincia non si può escludere quella relativa
al rischio di incidente nucleare.
Infatti il porto di Trieste è inserito
nell'
elenco dei porti messi a disposizione dal
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Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
governo italiano per ospitare navi e
sommergibili nucleari delle flotte alleate che
potrebbero teoricamente ospitare al loro
interno anche ordigni nucleari, come recenti
notizie confermano verificarsi presso la base di
Aviano;
considerato che gli incidenti a vascelli
nucleari sono molto più frequenti di quanto si
pensi, come dimostra quello occorso l’anno
scorso all’Hartford al largo della Maddalena in
Sardegna. E che anche il porto di Brindisi è
stato coinvolto il 22 giugno 2001 in un
incidente, quando il peschereccio San Pietro di
Monopoli "pescava" un minisommergibile
nucleare USA NR-1, in missione segreta a 14
miglia della costa;
tenuto conto che l’Unione Europea ha
aperto una procedura di infrazione contro
l’Italia per la mancata divulgazione dei Piani di
Protezione civile in caso di incidente nucleare
dovuto al traffico navale militare a propulsione
atomica;
visto che a seguito di un’interrogazione
presentata dall’on. Bulgarelli, il governo
affermava che è stata data facoltà ai Prefetti di
desecretare e diffondere questi piani e che,
quindi, presso la Prefettura di Trieste dovrebbe
essere presente per legge un piano di
emergenza in caso di incidente nucleare, e
questo piano dovrebbe essere messo a
disposizione delle autorità competenti per
territorio, comprese le Amministrazioni e le
aziende sanitarie, oltre che di tutti i cittadini
che lo richiedessero;
tenendo conto che già nel 2000
l'
Osservatorio
etico
ambientale
aveva
presentato
documentata
richiesta
d'
informazione, ottenendo dalla Prefettura un
sostanziale diniego all'
accertamento dei
documenti ed alla loro diffusione;
preposte, il Piano di emergenza in caso di
incidente nucleare al fine di salvaguardare
l’integrità dell’ambiente e della popolazione
della nostra Regione, come già effettuato anche
dai prefetti di La Spezia, Taranto e Gaeta, e
come espressamente previsto dalla legge e
dalle direttive europee anche alla luce di
quanto stabilito nel nuovo Statuto del Friuli
Venezia Giulia, dove viene ribadito il ripudio
della guerra come strumento di soluzione delle
controversie tra i popoli, ed il sostegno al
processo di moratoria delle armi di distruzione
di massa, con tutte le implicazioni che il
complesso degli adempimenti istituzionali
comporta.”
“Zorzini”
(699)
Interpellanze
“Tenuto conto che sono stati resi noti i dati
emersi dal rapporto SIGEA, azione di
monitoraggio dei livelli di inquinamento durata
due anni e sostenuta anche con fondi europei
alla quale hanno collaborato i Comuni di Pavia
di Udine, di Pozzuolo, di Udine, il consorzio
Z.I.U., la Provincia di Udine, l’ARPA,
l’Azienda Sanitaria n. 4 e la Regione stessa;
avuto notizia che dal primo gennaio ad oggi
sono stati rilevati ben 24 sforamenti del limite
di PM10 nella Zona Industriale Udinese
facendo presagire un aggravamento della
situazione rispetto alle rilevazioni dell’anno
precedente
e
che
il
problema
dell’inquinamento acustico risulta essere
altrettanto grave;
sottoscritta
rilevato tuttavia che la discontinuità dei
rilevamenti dell’ARPA e dell’Azienda
Sanitaria N. 4 Medio Friuli non consentono
una verifica continuativa del livello di
inquinamento
atmosferico
della
zona
soprattutto nell’area circostante l’insediamento
industriale dell’ABS;
chiede al Presidente della Giunta e
all’Assessore competente di intervenire
affinché il Prefetto di Trieste metta a
disposizione dei cittadini e delle Autorità
avuto notizia infatti che le Amministrazioni
comunali di Pavia di Udine, Pozzuolo del
Friuli e Udine, in relazione a tale situazione e a
fronte della difficoltà da parte del Dipartimento
provinciale
dell’ARPA
a
condurre
tutto ciò premesso,
Consigliera regionale,
la
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Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
efficacemente l’attività di individuazione delle
sorgenti di inquinamento presenti a causa della
carenza di personale, hanno sollecitato la
Regione ad assumere idonee iniziative per
consentire all’ARPA un intervento efficace;
avuto notizia inoltre che le stesse
Amministrazioni comunali sopra menzionate
hanno fatto presente all’Assessore competente
e al Presidente della Regione la necessità di
intervenire in materia di inquinamento acustico
predisponendo le necessarie linee guida
regionali;
rilevato inoltre che comunque dai dati sopra
citati emerge una scarsa capacità di
abbattimento delle polveri sottili da parte delle
apparecchiature tecnologiche in essere, anche
in considerazione del fatto che negli ultimi
mesi si è avuto un notevole incremento delle
produzioni con un costante superamento dei
limiti di inquinamento previsti;
avuto modo infine di riscontrare la
comprensibile preoccupazione e il disagio dei
residenti di Lumignacco (Pavia di Udine) e
Cargnacco (Pozzuolo del Friuli) per
l’inquinamento atmosferico e acustico e la loro
richiesta di un monitoraggio costante di quanto
succede nell’area;
i sottoscritti Consiglieri regionali,
interpellano il Presidente della Regione e
l’Assessore competente per sapere:
1. se non ritenga di dover intervenire per
sollecitare le parti interessate ad un costante
monitoraggio dei livelli di inquinamento nella
Zona Industriale Udinese, assumendo anche le
iniziative idonee al fine di consentire
all’ARPA di condurre uno studio dettagliato
sulla caratterizzazione del PM10;
2. se non ritenga di dover attivare il tavolo
tecnico tra i diversi soggetti interessati ovvero
l’Azienda Sanitaria n. 4, l’ARPA, i Comuni, la
Z.I.U., la Provincia di Udine e le aziende
interessate per trovare delle soluzioni al
problema dell’inquinamento da PM10 nell’area
in oggetto;
3. se non ritenga di dover intervenire per far
rispettare gli impegni assunti da parte delle
aziende al momento dell’insediamento nella
Z.I.U.”
“Menosso-Travanut”
(336)
“Preso atto dei contenuti della sentenza del
TAR Friuli Venezia Giulia n. 50/2005
depositata alla cancelleria del Tribunale il
01.03.2005 - annullamento della deliberazione
della Giunta regionale n. 797 del 02.04.2004
inerente il riparto del Fondo di cui all’art. 16
della L.R. 23.02.2001 n. 38 - annullamento del
presupposto parere della Commissione
consultiva della minoranza slovena nella parte
in cui la comunità economico culturale slovena
non viene ammessa al riparto - annullamento
del parere della III Commissione permanente
del Consiglio regionale del 04.03.2004 nella
parte in cui esprime parere favorevole;
rilevato che nell’iter della predisposizione
degli atti è stato violato l’art. 13 della L.R.
20.03.2000 n. 7 oltre che l’art. 5, c. 3, della
L.R. 23/01 accettando - la Giunta regionale acriticamente
la
deliberazione
della
Commissione senza appurare sulla base di
quali criteri si definiscono l’interesse primario
in modo obiettivo e predeterminato;
preso atto che il TAR ha stabilito come
conseguenza la permanenza dell’Associazione
Comunità Economico Culturale Slovena
nell’elenco di cui all’art. 5, 2 c., lettera b) della
L.R. n. 23/2001,
il sottoscritto Consigliere regionale,
interpella il Presidente della Regione per
conoscere a seguito della sopra citata sentenza
del Tribunale Amministrativo Regionale quali
saranno le azioni che verranno attivate:
riconoscimento e concessione del contributo
come da anni pregressi all’associazione SGPSCECS ed in via subordinata quali saranno i
comportamenti della Regione per l’anno in
corso, visto e considerato che mancando un
censimento ufficiale degli appartenenti alla
minoranza slovena è oltremodo difficile poter
stabilire a priori le valutazioni ed i criteri certi
per appurare la valenza delle organizzazioni
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Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
rappresentative della stessa minoranza.”
“Ritossa”
(337)
“Premesso che il tema dell’e-government
sta lentamente conquistando posizioni anche
nell’agenda politica e nell’opinione pubblica
regionale poiché racchiude in sé numerosi
concetti, che spaziano dall’innovazione
tecnologica a quella organizzativa interessando
aspetti normativi ed economici;
ricordando come l’e-government rappresenti
la transizione da una forma di governo e di
Amministrazione basata su strumenti deboli
(carta, archivi, ecc.) ad un’altra dominata
dall’informatica e dalla telematica;
premesso, altresì, che
consentirebbe alla Regione:
l’e-government
a) di amplificare il ruolo di aggregazione e
di indirizzo che svolge per le Amministrazioni
locali, interpretando e traducendo in azioni
operative le indicazioni generali che giungono
dal livello europeo e nazionale;
b) di collegare in rete la Regione con le
Province, i Comuni e tutti gli altri Enti
territoriali che devono fornire servizi avanzati
a favore dell’occupazione e dello sviluppo
della società regionale;
c) di innovare le macchine amministrative
delle P.A. che operano in Regione
migliorandone i servizi con la riduzione e la
semplificazione
dei
procedimenti
amministrativi e quindi riducendo i costi
operativi delle Amministrazioni stesse;
atteso, che la Regione per il tramite della
Direzione della comunicazione, ha prodotto un
lavoro
relativo
all’intranet
dell’Amministrazione regionale, presentandolo
come nuovo;
rilevato che quanto è stato presentato come
una realizzazione della Giunta Illy è già
operativo da molto tempo ed è stato inaugurato
molto tempo fa, e non da questa Giunta
regionale, e più precisamente le date di
attuazione più significative dell’intranet
regionale sono le seguenti:
a) 16 ottobre 2002: viene evidenziata la
necessità di creare (incontro Regione-Insiel)
l’intranet dell’Amministrazione regionale;
b) 22-23 novembre 2002: viene annunciata
alla dirigenza regionale l’intenzione di fornire
alla Regione lo strumento intranet;
c) 4 dicembre 2002: ulteriore incontro
tecnico Regione-Insiel per l’intranet;
d) 15 gennaio 2003: presentazione del
progetto attuale dell’intranet;
e) 8 maggio 2004: il Presidente Tondo porta
il progetto del portale intranet in Giunta per
l’approvazione;
f) 4 giugno 2004: il presentazione ufficiale
del portale intranet a direttori e sindacati;
considerato che della c.d. nuova intranet,
fermo restante le teorie sul suo utilizzo e i suoi
contenuti generali annunciati dalla Direzione
della comunicazione hanno ben altre paternità:
a) è lampante la sterilità di immaginazione
sulla loro applicazione per il miglioramento
dello svolgimento dell’attività lavorativa dei
dipendenti dell’Amministrazione regionale;
b) si rileva solo lo sviluppo delle strutture
intranet già valide e che erano già state previste
ed inserite originariamente;
c) del tanto annunciato fine ultimo
dell’intranet e cioè quello della semplificazione
delle procedure amministrative, anche interne,
non c’è alcuna traccia;
tutto ciò premesso, i sottoscritti Consiglieri
regionali,
interpellano il Presidente della Regione e
l’Assessore competente, per sapere:
1. se siano a conoscenza che quanto già
prodotto, e forse solo rimaneggiato, è stato
rappresentato come nuovo;
Atti consiliari
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Regione Friuli Venezia Giulia
IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
2. se e quanto si sia speso, non solo in
termini finanziari ma anche economici,
quantificando le ore lavoro necessarie per
predisporre la presentazione di un lavoro che
già esisteva;
3. se si sia a conoscenza che altre
Amministrazioni
utilizzano
il
sistema
“paperless” che consente tramite posta
elettronica di gestire domande ferie,
autorizzazioni degli straordinari e missioni,
richieste materiali e segnalazioni guasti oltre
alla condivisione dei progetti;
4. se e quando sarà operativa via intranet la
banca dati dei procedimenti amministrativi e
quanto potrà servire per progettare e gestire
operazioni amministrative in materie devolute
alle Autonomie locali;
5. se e quando sarà operativa via intranet la
banca dati della ragioneria generale relativa
alle attività contabili del bilancio e della
finanziaria regionali o si intenda mantenerla
ancora non accessibile agli stessi uffici
regionali?;
6. se e quando sarà definitivamente
operativa via intranet una completa banca dati
relativa alle deliberazioni della Giunta
regionale, servita da un valido motore di
ricerca;
7. se e quando sarà disponibile un concreto
sistema di login unico che consenta all'
utente
della intranet, una volta autenticato, di
accedere ad ogni banca dati a seconda del
proprio profilo invece che tramite una serie di
singole password, magari tramite strumenti di
autenticazione quali le smart card a garanzia di
più elevati livelli di sicurezza e riservatezza dei
dati;
8. se siano state fatte, e di quale entità,
operazioni di innovazione sulla rete intraneteellfvg per cercare di mettere in linea le
Amministrazioni locali del comparto unico,
rilevato che tale progetto, presentato nel
giugno 2002 ed avviato in via sperimentale a
partire dal febbraio 2003, risulterebbe privo di
ogni ulteriore sviluppo;
9. se siano state fatte, e di quale entità,
operazioni di innovazione sul portale della
Regione
per
cercare
di
avvicinare
l’Amministrazione ai cittadini.”
“Gottardo-Asquini-Valenti-Camber”
(338)
“Premesso che i Comuni di Duino Aurisina / Devin Nabrežina, Sgonico/Zgonik e
Monrupino/Repentabor costituiscono assieme
un unico ambito territoriale per i servizi sociosanitari, nel quale i rapporti tra gli Enti,
sottoscriventi
anche
di
una
relativa
convenzione, si fondano sulla reciproca
collaborazione, prevedendo che le decisioni
siano collegiali e condivise;
visto il bando di selezione per il
conferimento di un posto di “assistente
sociale” Cat. D - posizione economica 1 - a
tempo pieno e determinato, emesso dal
Comune di Duino - Aurisina / Devin Nabrežina
in data 22 febbraio 2005;
verificato che nei requisiti per l’accesso alla
selezione non vi è quello della conoscenza
della lingua slovena ma che tale requisito è
previsto solo facoltativamente;
constatato che gli operatori, assunti dal
Comune di Duino - Aurisina / Devin
Nabrežina, capofila degli Enti interessati,
saranno chiamati a svolgere il loro compito
istituzionale su tutto il territorio delle comunità
locali facenti parte dell'
ambito;
rilevato che i Comuni costituenti l'
ambito
territoriale, già per la loro denominazione,
denotano la presenza di una elevata
percentuale, quando non addirittura della
maggioranza della popolazione di lingua
slovena;
dato che i servizi sociali sono rivolti in
particolar modo alle persone più esposte dal
punto di vista socio-economico (anziani,
persone diversamente abili, bambini con
situazioni familiari difficili) e che più di altre
necessitano di persone vicine ai problemi
quotidiani;
valutato che l’approccio linguistico assume
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Atti consiliari
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IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
un particolare momento comunicativo,
soprattutto nelle situazioni di grave disagio
sociale;
visto che le realtà amministrative in
questione hanno statuti comunali in cui il
bilinguismo è sancito come regola di
amministrazione quotidiana, e tutti rientrano
nell'
ambito del territorio in cui vigono le leggi
per la tutela dei gruppi linguistici minori e
della comunità nazionale slovena;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interpella il Presidente della Regione e
l’Assessore competente per sapere:
come possa il Comune di Duino - Aurisina /
Devin Nabrežina assumere con regolare
concorso una persona da adibire ai servizi
sociali senza che questa possegga il requisito
fondamentale della conoscenza della lingua
slovena;
come il suddetto Comune, capofila
dell'
ambito socio-sanitario, possa assumere una
simile decisione senza il dovuto accordo e
d'
intesa con gli altri due Comuni costituenti
l'
ambito;
se non ritengano opportuno sollecitare il
Sindaco di Duino - Aurisina / Devin Nabrežina
ad operare ai fini del raggiungimento di
accordi condivisi, soprattutto su provvedimenti
che toccano da vicino la sensibilità e la vita
della popolazione.”
(339)
“Špacapan”
“Premesso che:
la variante n. 66 al PRGC del Comune di
Trieste (variante di revisione e adeguamento al
PURG), è stata approvata nel 1997;
considerato che:
ai sensi della L.R. 52/1991, art. 36 Decadenza dei vincoli, comma 1 “Nelle parti
che assoggettano singoli beni a vincoli
preordinati all’esproprio, e salvo che detti
vincoli non abbiano validità permanente in
quanto imposti in applicazione di specifiche
disposizioni di legge, le indicazioni di piano
perdono efficacia, qualora non sia stato
approvato un piano particolareggiato che le
comprenda o non sia stata iniziata la procedura
per l'
espropriazione degli immobili in
questione e non siano state depositate le
relative indennità, entro 5 anni dall’entrata in
vigore del piano medesimo”;
visto che:
ai sensi del medesimo art. 36, comma 2
“Cessata l'
efficacia dei vincoli, il Comune è
tenuto ad adottare nel termine di un anno una
variante al PRGC finalizzata a verificare lo
stato di attuazione del piano e ad apportare le
variazioni eventualmente ritenute necessarie,
nonché a determinare il conseguente
fabbisogno di servizi pubblici e di attrezzature
di interesse collettivo e sociale.
Qualora il Comune non provveda entro il
termine predetto, la Giunta regionale dà l'
avvio
al procedimento sostitutivo di cui all'
art. 120”;
considerato che:
l’Amministrazione comunale non risulta
abbia ad oggi provveduto al citato obbligo di
legge, con il conseguente svuotamento e
sostanziale annullamento del carattere generale
del vigente strumento urbanistico comunale;
visti anche:
gli effetti di legge di cui agli artt. 37 Norme transitorie in pendenza della decadenza
dei vincoli e 38 - Decadenza dei vincoli
urbanistici
e
competenze
urbanistiche
comunali di cui alla medesima L.R. 52/1991.
PRGC del Comune di Trieste. Variante
generale n. 66, Revisione e Adeguamento al
PURG, ATTI: deliberazione consiliare n. 37
d.d. 15.4.1997, con cui il Comune di Trieste ha
approvato la variante; DPGR n. 0300/Pres. dd.
23.9.1997, con il quale il Presidente della
Giunta regionale, nel confermare l'
esecutività
della predetta delibera consiliare n. 37/1997, ha
disposto l'
introduzione delle modifiche ritenute
indispensabili
a
fronte
del
parziale
superamento, conseguito dal Comune, delle
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IX LEGISLATURA – ALLEGATI ALLA SEDUTA DEL 19 APRILE 2005
riserve formulate in ordine alla variante
medesima con deliberazione della Giunta
regionale n. 1271 del 22 marzo 1996;
il sottoscritto Consigliere regionale,
interpella l’Assessore regionale alla
Pianificazione Territoriale, Mobilità e
Infrastrutture di Trasporto per sapere:
1) quali iniziative abbia assunto la Giunta
regionale nei confronti del Comune di Trieste,
affinché lo stesso proceda all’adozione della
variante al PRGC di cui all’art. 36, c. 2 della
L.R. 52/1991 (essendo ampiamente scaduti i
termini previsti dalla norma medesima);
2) se sia già stato avviato il procedimento
sostitutivo di cui all’art. 120 della stessa L.R.
52/1991:
3) se sia stata effettuata una ricognizione, da
parte della competente Direzione, sulle
possibili conseguenze - in termini di
volumetrie e localizzazioni delle nuove
edificazioni - rese possibili dall’avvenuta
decadenza dei vincoli di cui sopra, con
particolare attenzione per quanto già accade o
potrebbe accadere nelle aree destinate a “parco
urbano”, o in quelle comunque soggette a
vincolo paesaggistico.”
“Metz”
(340)
A cura del Servizio Resoconti del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia.
Trascrizione: ART.Co Bassa Friulana, San Giorgio di Nogaro.
Stampa e rilegatura: Stamperia del Consiglio Regionale, Trieste.