scooTUNES #01 - BESA BOGA HOME PAGE

Transcript

scooTUNES #01 - BESA BOGA HOME PAGE
8
scoo tunes
01
11.2009
DR. GONZO chitchats
Visto che è la prima chiacchierata che ci facciamo insieme, è d’obbligo una piccola e breve premessa di quello che il vostro Dr. Gonzo
vi racconterà. Il sottoscritto ha un campionario di storiacce da
mostravi e questa banda di reietti scooteristi reggiani ha deciso di
farmelo fare qua sopra. Armatevi di un Bloody Mary o di un Bianco
macchiato e mettetevi comodi, il Dr. Gonzo vi racconterà di quella
nottata passata una decina di anni fa a Lavarone a un all-nigher tra
le alpi. Potrebbe essere stato il ponte di Ognissanti, la formazione
tipo include me, l’avvocato (un cazzo di mezzo peruviano che tutti
conoscono dietro i piatti) e Duke, un parente di non so quale grado,
ma comunque uno spasso di persona. Partiamo da Reggio e il viaggio non ha intoppi, fino a salire per quei tornanti che non finiscono più e quasi miracolosamente trovare la
location per la cena. Beh non si può fare mistero dei nostri vizi ed è giunta l’ora di dare loro un po di spazio.
Così abusiamo di tutto e ci ritroviamo carichi come molle all’ora di raggiungere la discoteca. Lo so che è
difficile crederlo, ma sembrava di andare su un rifugio dolomitico, noi abituati alle infinite terre pianeggianti,
ai filari di uva piatti come assi di legno, a nebbie che ti fanno perdere la percezione dello spazio e del tempo,
si insomma noi certi posti proprio non li immaginiamo neanche in cartolina. Giunti alla disco le musiche sono
ottime, come tutte le feste con questo tema, il posto è spazioso e pian piano si riempia di gente, ma il nostro obiettivo è già scritto, il bar: un campionario di amari e alcolici di altri tempi, l’avvocato con la sua abilità riesce a mettermi in mano una bottiglia di Amaro Strega, una di Cynar, una di Batida de Coco, e udite
udite... una bottiglia di VOV. A stento mi trattengo dal vomitargli nel taschino. Poi finalmente agguanta uno
scadentissimo Ruhm, che a questo punto nel nostro bottino faceva un figurone. Ci accomodiamo ai divanetti e ci scoliamo tutto passando dai più bevibili e lasciando alla fine gli intrattabili, quando ormai le papille
gustative sono bruciate dall’alcool. In un attimo sono le 5 ma il nostro stato è penoso, quindi si opta per la
grande sfida, il ritorno alle nostre lande sbronzi duri. Partendo dal presupposto che non avevamo idea fin
dal parcheggio se svoltare a destra o sinistra scegliamo per la discesa, dopo un paio d’ore di tornanti e
borghi ameni, troviamo alcune indicazioni per la civiltà, Thiene. Imbarazzo, dove cazzo è Thiene? Chi se
ne frega, accanto al cartello c’è un’indicazione autostradale, ci sentiamo in salvo. Il problema fondamentalmente è smettere di girare in circolo e presentarci per ben tre volte allo stesso cartello autostradale che
indica il casello a 1,5 km. Mi riprometto di abbatterlo alla quarta volta e puntualmente me lo ritrovo davanti. Scendo col bullock in mano lasciando l’auto in mezzo alla strada e mi accanisco su quel maledetto cartello verde, Duke scende e nella semioscurità dell’alba si mette a pisciare davanti a quello che si rivela il cancello d’ingresso di un’abitazione col padrone di casa affacciato alla finestra a respirare le prime fresche
brezze del mattino, nel contempo l’avvocato, sceso con in mano un drink scovato da non si sa quale anfratto dell’auto incrocia una anziana signora in bicicletta e la saluta elegantemente levando il bicchiere in aria.
L’importante è che sei ore dopo eravamo a marcire sui gradoni di cemento dello stadio Giglio con una scorta di borghetti in tasca tale da poter ottimisticamente stare a galla fino al tramonto.
scooTUNES
RUMORI SCOOTERISTICI DEI
BESA BOGA SCOOTER ALLIANCE REGGIO EMILIA
numero 01 . CUSTOM SHOW RIVA DEL GARDA 2009
GOING BESABOGA
Veniamo spesso interrogati sul modo di entrare nei
Besa Boga o di stare con noi o ancora di partecipare
alle nostre iniziative. A Reggio e dintorni ci sono altre
realtà che fanno riferimento al mondo di Vespe e
Lambrette, ci sono i club ufficiali dove guardano che i
mezzi siano tutti originali e dove il massimo dell’emozione è dato da un pezzo di erbazzone e un quarto
di bicchiere di vino bianco attorno all’ultimo restauro a
masturbarsi di fronte al ritrovamento di una crociera
originale del 1956. Poi ci sono alcunie specie di vespa
club dove l’oggetto lambretta rimane piuttosto oscuro e dove impazza il px con ancora qualche residuato bellico degli anni ‘80. Anche in quest’ultimo caso noi c’entriamo
ben poco se non che parte di noi vengono da quell’epoca. Come ampiamente spiegato nel numero 00, non ci vedrete reclutare a tutti i costi semplici possessori di
scooter d’epoca, per essere parte dei BesaBoga bisogna sentirsi parte di un modo di
viverlo lo scooter, non semplicemente averne uno sotto un panno in garage da
riesumare due volte l’anno per andare a 5 km di distanza tenendo ben d’occhio il
tempo in cielo.
Sarà quindi molto più facile che ci vedrete piroettare maldestramente su una pista da
ballo al suono di qualche sezione fiati, oppure appoggiati al bancone a tenere ben
ferma una pinta di ale piuttosto che a contare i bottoni della propria giacca (per l’amor
di Dio, niente di male sia chiaro) o a raccontarsi quanti dadi da 13 ci sono nel modello D della Lambretta Innocenti. BesaBoga vuol dire condividere momenti esilaranti, viaggi impossibili, amicizia fraterna e un campari col bianco.
Forum: http://www.ibfree.org/index.php?mforum=besaboga&act=idx
Sito: http://www.besaboga.it (in preparazione)
MySpace: http://www.myspace.com/besaboga
Facebook: Besa Boga Scooter Alliance
2
scoo tunes
01
11.2009
11.2009
scoo tunes
01
7
porretta scooter festival
2TEMPI Mon Amour! pt.1
Sabato mattina. Come al solito sono
in ritardo, e dopo l’eccesso alcoolico
del venerdì sera mi sento anche piuttosto frastornato. Fortuna che avevo
caricato la Vespa la sera prima! Mi
vesto velocemente ed infilo il casco,
due pedivellate e la PX è pronta per
la sua prima uscita ufficiale dopo l’acquisto ed un lungo periodo di riposo
forzato in officina causa guasto (che
bello comprare un mezzo, assicurarlo
e poi spaccare tutto al primo giretto in
paese!!) . A tutto gas raggiungo i miei
soci a Scandiano (RE) nel luogo di
partenza stabilito: un bar, tanto per
cambiare!
Saluti di rito, cazziatona per il ritardo
anch’essa di rito (sorry mates non ce la posso fare!) e via con la prima ordinazione: eh si,
nonostante il ritardo non abbiamo mai fretta! Dopotutto la vita…è fatta di priorità! Noto
subito con piacere che a questo giro si sono uniti per il viaggio due amici degli Scooter
Boys Cremona , Johnny e Stefano, evidentemente ignari dei nostri ritmi di viaggio rilassati.
Dopo un paio di giri abbiamo il serbatoio pieno e siamo pronti per partire, ci aspetta un
tragitto poco impegnativo di circa 90km attraverso l’appennino Modenese fino a raggiungere Porretta Terme (BO): da lì pochi chilometri ancora ed arriveremo a Granaglione, dove,
presso il ‘Green Valley Pub’, ha sede questo scooter rally organizzato dai Drinkin&Drivin
SC ed Ace Of Spades SC.
Attraversare la cosiddetta ‘zona ceramiche’ tra Reggio Emilia e Modena non è esattamente
quella che si può definire un’ “esperienza emozionante”, ma il panorama cambia radicalmente non appena le nostre 3.50x10 ruotano in direzione Vignola: spariscono le grige fabbriche di piastrelle con le loro ciminiere sempre fumanti e si aprono paesaggi di campagna
con prati verdi e colline all’orizzonte; il tempo splendido esalta lo scenario e le strade sempre meno trafficate ci concedono una guida meno tesa.
Breve sosta ad un bar di Vignola giusto per non perdere il vizio e poi via, si comincia a
salire in appennino! Ora, la mia tesi è che esistano due tipi di scooteristi:
-da una parte quelli duri e puri che sentono il motore scoppiettare sotto il culo e non vedono
l’ora di aprire il gas e scendere in piega tra le curve della montagna;
-dall’altra parte il Barba.
Adottando il punto di vista della prima cartegoria, direi che non si poteva chiedere di
meglio! La strada che da Vignola sale lungo Zocca verso Porretta è una vera sborrata,
scooteristicamente parlando, ricca di curve di tutte le sorte e dotata di un asfalto più che
soddisfacente in termini di tenuta (eccolo qui Filini che ci mostra il vero senso delle sue
seghe, ndr). Saliamo veloci (tranne il Barba ovviamente) fino a Zocca, ammirando uno
scenario estivo splendido che domina la pianura sottostante, e divertendoci come bambini nell’impersonare i tanti piccoli Valentino Rossi della situazione.
Ci fermiamo per una sosta benzina nel famoso luogo di nascita di Vasco Rossi (l’ho rivisto recentemente in un’intervista in TV: non pensate anche voi che dovrebbe ricominciare
con le droghe?). Poi, giustamente, è il nostro turno e dopo aver addocchiato un posto
adeguato parcheggiamo e ci togliamo i caschi. La bellezza di queste strade dev’essere
famosa nell’ambiente delle due ruote, infatti davanti al bar troviamo parecchie moto
Strutturalmente il motore a due tempi, di norma, non presenta le classiche valvole d'aspirazione e scarico, sostituite dalle "luci", ovvero fenditure non circolari ricavate direttamente
sul cilindro, aperte e chiuse dal moto alternato del pistone. Una caratteristica che distingue il
motore a due tempi dal quattro tempi è quella di poter funzionare perfettamente in entrambi
i sensi di rotazione. Questo è permesso dal fatto che le luci di scarico/travaso vengono aperte
e chiuse dal pistone in maniera speculare rispetto al punto morto inferiore, dove la luce di
scarico è la prima ad aprire e l'ultima a chiudere. Al contrario, nel 4 tempi la simmetricità non
c'è perché deve essere aperta una soltanto delle due valvole (salvo il breve periodo dell'incrocio, in cui sono aperte entrambe), e tassativamente in modo asimmetrico rispetto al punto
morto inferiore. Un'altra caratteristica che distingue il motore a due tempi dal motore a quattro tempi è la "pompa di lavaggio" che permette l'immissione tramite una compressione dei
gas, generalmente questa pompa è costituita dal carter pompa, dalla superficie interna del
pistone e da un sistema di ammissione dei gas freschi.
L'ammissione dei gas freschi al carter-pompa può avvenire attraverso quattro differenti dispositivi/modi: - Piston port, questo tipo di comando avviene tramite l'apertura e chiusura da
parte del pistone di una luce sul cilindro. Questo tipo d'aspirazione nel carter viene accompagnato dai travasi che vengono a loro volta governati dal pistone. - Hiro Induction System,
questo tipo di comando avviene tramite un sistema misto "Piston port" e "Valvola lamellare".
- Valvola a disco rotante o a manicotto rotante, questo tipo di comando avviene tramite l'apertura e chiusura da parte di un disco fenestrato o da parte dell'albero motore, di una luce sul
carter motore, più raramente sul cilindro. - Valvola lamellare, questo tipo di comando avviene
tramite l'apertura e chiusura da parte di una o più lamelle poste su un supporto, che permettono il passaggio del flusso di miscela fresca tramite il cilindro o il carter motore. Questo tipo
d'aspirazione nel carter viene accompagnato dai travasi che vengono a loro volta governati
dal pistone. Il pistone, in salita verso il PMS (Punto Morto Superiore), crea una depressione
nel carter pompa, e contemporaneamente apre la luce di aspirazione. Nel caso del piston
port questa apertura avviene con fasatura simmetrica rispetto al punto morto superiore, con
ovvii svantaggi, mentre nel caso della valvola rotante l'apertura ha una fasatura fissa, ma
ottimizzata per il miglior rendimento in un certo campo di regimi di rotazione. È invece la
depressione presente nel carter
a provocare l'apertura automatica della valvola lamellare, con
fasatura variabile. La depressione (0.2-0.4 bar) richiama la
miscela (aria/benzina) fresca
dalla luce di aspirazione immettendola nel carter pompa, che la
porterà nel cilindro attraverso le
luci di travaso nella fase successiva.
6
scoo tunes
01
11.2009
una cadenza di un bar ogni 40 km, talvolta 30. Insomma giungiamo a Casteldario,
a soli 80 km dalla nostra città che siamo già bolliti. Il paese del mantovano volante
dista solo pochi km da Nogara ma noi niente, piantati li come delle quercie secolari a succhiare i nostri liquidi rossi in santa pace. Ripartiamo considerando che
alla fine i Campari a Billy meritano questo strappo finale, la formula è la stessa
dell’anno scorso, camping e gran parte del raduno al campo da calcio di frazione
e nottata nell’hotel. Stavolta noi siamo accampati come kossovari con qualche
elegantone che ha scelto l’hotel, troviamo, come l’anno prima, il tutto perfetto, il
pomeriggio alle mudande fashion bar, la nottata nell’hotel, vittime di un serrato
susseguirsi di danze alternato a innumerevoli drinks. La formula che trovo vincente a Nogara è il mix di coinvolgimento sano e istintivo che ci trasmettono i
Billies e quella specie di improvvisazione di ogni cosa che tuttavia alla fine sembra preparata e progettata in ogni dettaglio. Ci mettiamo pure d’impegno nell’unirci alla Nogara DaBar, ma perdiamo il trenino dei desideri, così ripariamo, con
pochi sacrifici alle Mudande iniziando l’opera di demolizione alcolica a cui contribuisce anche la trovata dell’edizione 2009, il ciuccio dalla brocca fallica. La
cena non fa che prolungare l’agonia, un rosso fermo autoctono è l’autore della
rimozione quasi integrale del pasto (l’ho mai consumato?). Finalmente inizia l’allnighter, il breve tragitto in scooter mette alla prova le mie abilità besa boganti. I
brani si susseguono all’impazzata e noi al solito occupiamo prepotentemente la
pista. Personalmente ho apprezzato molto la selezione del ‘Pisa’. La mattina si
avvicina, quando le mie 100/90/10 tornano a girare per portarmi maldestramente
al campo base ci sono i primi chiarori, mi infilo nella tenda del Barba tra i mugugni di chi era già appisolato e i venti molesti di tante bevande gasate. Il ritorno si
svolge come da copione tra mille soste e un po di nostalgia, bisogna aspettare un
altro anno per tornare a scalmanarsi nelle lande delle nutrie alcolizzate. Anche
stavolta appoggiando le natiche messe a dura prova sul divano di casa esplodo
con la più sintetica espressione: WILD!!!
11.2009
scoo tunes
01
3
sportive con relativi piloti bardati di tutto punto. L’orecchio
mi cade su di una conversazione tra un gruppo di motociclisti: si discute di passi di
montagna
attraversati.
Vengono snoccio-lati in modo
un po’ altezzoso alcuni nomi,
tutti piuttosto famosi. Mi scappa un mezzo sorriso nel constatare che nella mia breve
attività di scooterista ho già
percorso ed imparato a
conoscere questi ed altri
luoghi cari ai centauri,il tutto
senza la necessità di dover
guidare un mostro di nonsoquanticavalli! Anzi, con tutta la
calma e il piacere ( e i problemi) che solo un vecchio scooter a marce ti sa dare. Lo spritz scende meglio del solito.
Ripartiamo per l’ultimo tratto di strada che ci separa da Granaglione. Avremmo voluto
coprirlo in un colpo solo…ma quel baretto a lato della strada ad Osteria Cà Ida sembra proprio chiamare il nostro nome: come non rispondere? Il bello di queste nostre incursioni sta
anche nello scoprire lo spirito del luogo: spesso un barettino all’apparenza insignificatnte
nasconde al suo interno lo specchio dell’intero paese; e il fatto di viaggiare su Vespe e
Lambrette accende la curiosità dei presenti, diventando il pretesto perfetto per fare quattro
chiacchiere: il vecchietto che nei 50’s usava la vespa per uscire con la morosa; il tizio che
negli 80’s scorrazzava su di un PX super-preparato da 160 km/h (seee!); il barista che da
piccolo aveva una zia che passava a trovarlo su di una lambretta. Vi suona familiare?
Questa sosta non costituisce alcuna eccezione: anche a questo giro le birre, gli spritz e i
discorsi sull’eterna rivalità tra Piaggio ed Innocenti si sprecano. Riprendiamo la nostra strada mentre il cielo incomincia ad imbrunire, ormai è ora di arrivare! Ennesimo paesaggio
spettacolare nel tratto di strada che dal confine tra le province di Modena e Bologna inizia
a scendere nella vallata verso Porretta. Giunti in paese incontriamo un traffico inaspettato,
sicuramente dovuto al festival Soul che da anni si tiene proprio in questo piccolo centro di
montagna. Superato il via vai di auto iniziamo a vedere i primi scooters parcheggiati o in
movimento….eccoci, finalmente ci siamo! La location è indubbiamente azzeccata: posto
tranquillo circondato dal verde, ristorante a fianco del dancefloor, spazio per le tende sul
retro, parcheggio scoots sul davanti e di lato…c’è anche un simpatico laghetto per gli
amanti dello sport preferito dagli scooteristi: il “nuoto da sbronzi”! La temperatura poi è ottima: un raduno tra il fresco dei monti nella calda estate italiana si gode sempre!
Salutiamo il grosso dei presenti che si accinge a partire per lo scooter-run e ci fiondiamo
al bancone prima di incominciare ad importunare quelli rimasti con lunghi discorsi senza
capo ne coda…il “meeting & greeting” è un must per ogni raduno, ed il rivedere persone
che non si incontravano da settimane o mesi è una delle cose magiche dei rally. Cala ormai
il tramonto mentre si discute di RB20 ed altri lamellari, e sale il livello alcoolico quando la
pattuglia di rientro dallo scooter-run affolla il bancone. Il ristorante nella sala accanto ci permette di mettere qualcosa sotto i denti senza bisogno di sportarsi…..ed in men che non si
dica è già ora di muovere il culo sul dancefloor! Il ritmo sale a suon di ska, reggae e soprattutto northern soul e ad ogni anthem le emozioni si concentrano in un brivido che scorre
lungo la schiena. I DJ si susseguono a rotazione sfoderando i loro mix di classici e non:
merita menzione lo special guest di questo evento, il DJ inglese Steve C, che ha l’abitudine
di parlare al microfono tra un pezzo e l’altro. Non ci giurerei, ma forse due parole in tutta la
4
scoo tunes
01
11.2009
serata le ho anche capite! Sua figlia invece ha l’abitudine di bere. E questo l’han capito
tutti!!
Il party avanza tra uptempos e bicchieri di birra, il dancefloor a tratti fatica a contenere l’energia collettiva ed affacciandosi all’esterno la situazione cambia di poco, con molta gente
che parla e fuma una sigaretta al fresco di questa nottata appenninica. Il brusio e gli echi
della musica proveniente dall’interno sono rotti soltanto dal suono dei motori 2Tempi dei
primi scooteristi rinunciatari, che si allontanano con un’andatura incerta e le teste pesanti
(non per via del casco!). Ma c’è anche chi si allontana con stile: Dean Orton con la sua
Speedball seleziona attentamente l’ordine d’accensione dei vari Lucas, Miller & co. prima
di caricare la propria dolce metà e far cantare lo scarico sdoppiato rigorosamente ‘cromed’.
This is the modern way, baby! L’ allnighter prosegue quasi fino al mattino, alle prime luci
dell’alba si contano ancora qualche manciata di irriducibili intenti a barcollare dopo gli
eccessi delle ore precedenti.
E’ proprio arrivato il momento di ricaricare un minimo le pile! E così in pieno stile scooterrom ci sbattiamo sull’erba sotto all’ombra di un paio di alberi e dormiamo qualche ora. Il
risveglio non è neanche poi così tanto duro, soprattutto perché le emozioni del raduno
appena vissuto sono ancora forti e la felicità, il divertimento e la soddisfazione contrastano
efficacemente gli stomachi aggrovigliati, i fegati che gridano vendetta, i muscoli intorpiditi e
le ossa bloccate. Dopotutto…se non le facciamo adesso queste cose quando le facciamo?
All’età di Massi? Impossibile… (peccato che Massi queste cose le faccia ancora oggi ed
era proprio dietro di te che ti scoreggiava in faccia per tutta quella magica notta, ndr).
Raccattiamo le nostre cose e ricarichiamo i mezzi. Anche questo giro è andato. Dobbiamo
riprendere la via di casa, stavolta senza gli amici cremonesi ma con la compagnia del
Prampo che viaggerà con noi fino a Modena. Come da tradizione ci fermiamo di nuovo per
rifornimenti vari ed eventuali, ed ovviamente un buon pranzo in una trattoria di collina non ce lo toglie nessuno! Stanchi ma soddisfatti percorriamo gli ultimi chilometri fino alla casa base, il solito bar di
Scandiano, che raggiungiamo verso metà pomeriggio. Al tramonto mi alzo dal tavolo, saluto tutti (compresa una pattuglia
dei Souls SC che si è unita sulla strada del rientro) e riparto
verso casa.
Cosa siamo stati a fare al bar da metà pomeriggio fino al tramonto? Provate ad immaginare…
Cheers Dam!
11.2009
scoo tunes
01
5
E se la pioggia fosse
di... cAMPARI!!!
Anche quest’anno c’è grande
attesa tra noi per questo che a
detta di molti è l’happening più
selvatico e godibile per mostri da
bancone come noi. Quindi alla
fine della fiera riusciamo a portare
9 besa boganti nelle terre del
Campari. Il fatto non trascurabile
che ogni volta che ci dobbiamo
recare a Nogara o ci dobbiamo
tornare comporta un impegno di
tempo non indifferente, quest’anno decidiamo di far fumo coi due tempi abbastanza presto. Fatto sta che il meeting point a Guastalla, nella bassa reggiana, è abbastanza preciso, salvo che io,
sulla sip racing accuso un mal di culo e morroidi a grappolo non indifferenti, e che
lasciamo a casa tutti i volantini del nostro rally. Dopo la solita fila di bianchini mattutini, che ci danno quel cinguettio nel casco che tanto ci piace, si parte alla volta
del... prossimo bar. E’ appurato che beviamo più dei nostri mezzi, infatti abbiamo