Il restauro di Castello Monticelli ed i materiali usati, 1999

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Il restauro di Castello Monticelli ed i materiali usati, 1999
Il restauro di Castello Monticelli ed i materiali usati, 1999-2013.
L’ultimo restauro di Monticelli è stato iniziato il primo giugno 1999. Nei decenni
precedenti molte parti degli edifici esistenti erano già inagibili. Negli anni novanta
solo 2 appartamenti sono rimasti abitabili fino al 1996 e dal 1996 fino al 2002 più
nessuno. Già prima del 1992 erano state piazzate verticalmente fra i pavimenti ed i
solai o i tetti 30 travi di legno o spranghe di ferro, in modo da evitare il crollo di tetti
e solai e quindi la perdita dei preziosi materiali antichi se fossero crollati. Dopo il
1992 sono stati piazzato ogni anno un numero crescente di travi o spranghe e alla data
dell’inizio dei lavori se ne contavano circa 240. Alla testa ed ai piedi delle travi e
delle spranghe venivano posizionate delle piattaforme di legno di circa 1 metro
quadro per aumentare l’area dei tetti e dei solai direttamente sostenuta dai pali
verticali (si vedano le foto di questa sezione del sito). Così facendo sono stati salvati i
coppi antichi sui tetti, le pianelle antiche in cotto sui soffitti e sotto i tetti e le travi
antiche che li sostenevano. Tutti questi materiali erano ancora in condizioni
relativamente buone e si sarebbe irrimediabilmente danneggiati se i tetti ed i solai
fossero crollati. Invece le pianelle in cotto dei pavimenti erano quasi tutte spaccate e
quindi non più utilizzabili, eccezion fatta per i cotti più grandi e più spessi che erano
e sono sulle 6 scale interne ed esterne di Monticelli e sulla scalinata che porta alla
piscina piccola. Il cotto dei pavimenti è stato acquistato presso una ditta toscana che li
produce usando metodi antichi ed impiegando l’argilla di una cava vicino a Siena
attiva dai tempi dell’Impero Romano. Mentre è stato necessario sostituire il cotto dei
pavimenti di tutti gli appartamenti, siamo riusciti a recuperare il 90% delle pianelle
sotto i tetti ed sui solai, il 90% dei coppi sui tetti ed il 70% delle travi in legno di
quercia e di castagno dei soffitti. Molte di queste travi erano però marce alla base e
ne è stata salvata una percentuale così alta solo segando le basi marce e spostandole
in locali più piccoli. Tutte le finestre di Monticelli sono nuove e sono in legno di
castagno massello. Anche quasi tutte le porte interne sono nuove ed in legno
massello, mentre molti dei portoni esterni degli edifici e degli appartamenti sono
quelli antichi restaurati.
A Monticelli la più imponente ondata di lavori è stata quella del periodo 1999-2005,
quando sono state restaurate una dopo l’altra ed in questo ordine la Torre Grande,
chiamata anche il Palazzo, l’Ala Est, l’Ala Ovest, la Rimessa Attrezzi (o
appartamento Palladio dove c’è ora la reception) e la Torre Piccola. Giuseppe Tullio
ha scelto tutte imprese ed architetti della zona perché sono quelli che conoscono
meglio le antiche tecniche locali di costruzione ed i materiali da usare in restauri e
risanamenti conservativi di questo tipo. I due architetti che Giuseppe Tullio ha scelto
nel 1996 per questa fase dei lavori sono Francesco Bocciarelli e Massimo Barcaccia.
Essendo 6 dei 10 edifici di Monticelli vincolati dal Ministero dei Beni Culturali, ogni
lavoro deve essere autorizzato non solo dal Comune di Marsciano, ma anche dalla
Sopraintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio dell’Umbria, che
interviene con grande attenzione durante i lavori, consigliando per esempio sulla
scelta dei materiali e sulle tecniche da seguire. Per molti anni, e soprattutto in questa
prima fase del restauro, l’architetto della Sopraintendenza che ha seguito da vicino i
lavori è Raffaele Davanzo, un grande conoscitore della storia dell’architettura
medievale italiana. Nel 2003, al momento del picco di questa prima fase dei lavori,
c’erano fino a 25 operai che lavoravano contemporaneamente a Monticelli di 5 ditte
diverse: l’impresa edile, quella elettrica, quella responsabile per gli impianti idricosanitari, i falegnami ed i fabbri.
Quando il Ministero dei Beni Culturali autorizza il restauro ed il risanamento
conservativo di una dimora storica inserisce spesso nella licenza delle severe e
precise prescrizioni e l’architetto di zona segue da vicino il progredire dei lavori. Per
esempio nel caso di Monticelli il Ministero ha vietato l’uso di intonaci di tipo
moderno sui muri interni. Inoltre è stato imposto di lasciare molti muri interni in
pietra e tutti i muri esterni con le pietra “a vista”. Dove abbiamo messo intonaci,
questi dovevano essere senza fatti cioè senza prodotti chimici moderni. Tenere le
mura interne in pietra a vista è molto più costoso perché inserire i cavi elettrici nei
muri è molto più complicato, perché le pietre rotte vanno sostituite e perché occorre
sabbiare il muro. La sabbiatura va fatta anche sui muri esterni. In tutti gli
appartamenti e nella sala gotica dove vi sono molte mura in pietra abbiamo preferito
installare il riscaldamento a pavimento per evitare che di mettere dei radiatori
davanti alle mura antiche.
Il Ministero dei Beni Culturali è severo ed esigente, ma può essere anche generoso
nell’erogazione di sussidi a fondo perduto e di contributi in conto interessi sui mutui
contratti. E’ stato molto generoso nel caso di Monticelli primo perché considera il
restauro e risanamento conservativo effettuato un “restauro modello” e secondo
perché ha assegnato il compito di seguire i lavori ad un architetto di zona molto
dedicato e competente. La prima ondata di lavori terminata nel 2005 ha portato al
completamento di 16 appartamenti di metratura variabile e della “Sala Gotica”.
La seconda grande ondata di restauri è stata dal 2006 al 2008 sugli edifici vincolati
denominati “Ex autorimessa con forno” (appartamento Marte), “Piccolo Annesso
Agricolo” (Cerere), “Case-Corte con Torre” e sugli edifici non vincolati denominati
“Ex Magazzino Attrezzi” ed “Ex Stalle”. Le autorizzazioni concesse prevedevano la
suddivisione degli spazi di questi 5 edifici in 12 appartamenti più una unità
immobiliare adibita a sauna, bagno turco ed idromassaggio. Contrariamente alla
ondata precedente in questa è stato necessario ricostruire quasi completamente una
torre del 1380, i cui piani superiori sono stati distrutti da colpi di cannone durante il
passaggio del fronte in Umbria (giugno 1944), eliminare diverse aggiunte fatte senza
criterio alle “Case-Corte con torre” negli anni 60 del secolo ventesimo, come per
esempio dei balconi, e ridisegnare completamente sia gli interni che gli esterni dei 2
edifici non vincolati. Giuseppe Tullio ha affidato l’incarico di progettare il restauro di
questi 5 edifici e di dirigere i lavori agli architetti Felice Sinibaldi, Anna Elena
Franzoni e Enrico Natalizi. Un’altra novità è stata quella di affidare il restauro a 3
ditte edili diverse, dividendo fra di esse gli edifici. Ciò ha permesso di accelerare i
tempi dei lavori, durati 3 anni invece che 7 della prima ondata.
La terza ondata di lavori è iniziata nel 2012 su due edifici relativamente piccoli e non
è ancora terminata. I due edifici diventeranno due appartamenti denominati Gaia e
Cronos di circa 100 e 120 metri quadri rispettivamente. Alle fine dei lavori di
restauro i metri quadri lordi restaurati saranno 3500 metri divisi in 32 unità
immobiliari.