Da Pretore a Presidente della sezione lavoro di Katia Masserdotti

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Da Pretore a Presidente della sezione lavoro di Katia Masserdotti
La professionalità
al femminile
La dott. Mariarosa Pipponzi nell'impegno di un contenzioso in notevole aumento a Brescia
Da Pretore a Presidente
della sezione lavoro
N
on senza un po’ d’apprensione mi appresto ad incontrare
in Tribunale la Dottoressa Mariarosa Pipponzi: è Giudice e Presidente
della Sezione Lavoro. Non ho trovato una sua fotografia nemmeno in internet; mi conforta però la sua voce,
sentita per telefono, che con cortesia
ha accettato questa intervista.
Entro ed un suo sorriso aperto e cordiale mi accoglie: mi sento tanto a
mio agio che in un batter d’occhio
riesco perfino a raccontarle quasi
tutta la mia vita.
Mi presenta subito il giovane praticante, che le sta accanto per l’esame
di un documento, e che riguadagna
la propria scrivania posta di fronte
alla sua, per farmi accomodare, e
penso: “è proprio così che si può veramente imparare!”.
Il Presidente Pipponzi ha un viso
solare incorniciato dai bei capelli
mossi e occhi vivaci incorniciati da
occhiali da vista decorati come una
mascherina veneziana…bellissimi!
Le chiedo di parlarmi di lei e della
sua carriera professionale.
“Sono nata a Saronno, ho vissuto a Busto Arsizio e attualmente abito vicino a
Bergamo. Sono sposata ed ho un figlio
di Katia Masserdotti Moneta
Mariarosa Pipponzi
di 22 anni che frequenta l’università a
Forlì per specializzarsi in “Verde ornamentale e tutela del paesaggio”.
Mi sono laureata con il prof. Antonio Padoa Schioppa con una tesi
sull’arbitrato nel Basso Medioevo
nell’ambito della “Storia delle fonti
del diritto Italiano”. È curioso come
siano proprio state le indicazioni del
Professore a segnare il mio destino.
Il prof. Padoa Schioppa aveva ravvisato nella mia personalità dei tratti
caratterizzanti la figura del Giudice
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tanto che, quasi a mia insaputa, dopo
la laurea egli mi iscrisse ad un corso
di preparazione agli esami di Stato
per la Magistratura presso la Corte
d’Appello di Milano, che frequentai
nonostante avessi desiderato intraprendere la carriera universitaria.
Le cose andarono comunque diversamente perché, nel frattempo, vinsi
un concorso indetto dall’Agenzia
delle Entrate.
La possibile idea di entrare in Magistratura svanì e il Professore mi
disse: “sbagli ma prima o poi tu diventerai un giudice”.
Poco dopo, con una collega dell’Agenzia delle Entrate e su consiglio di
un compagno di università, che aveva
deciso di fare il concorso da Notaio,
decisi di iscrivermi al concorso per la
Magistratura; entrambe lo vincemmo
e il compagno diventò notaio.
Dopo il tirocinio a Milano e una
breve permanenza al Tribunale di
Busto Arsizio, come Magistrato in
sezione promiscua Civile e Penale,
volendo trasferirmi di sede, un collega Pretore del Lavoro mi invitò a
fare la domanda anche per questo
ruolo affermando che secondo lui
mi sarei trovata molto bene per via
del mio carattere e del rito molto più
veloce di quello Civile.
Così a 32 anni arrivai a Brescia come
Pretore del Lavoro. Qui ebbi la fortuna di imparare tutto dal dott. Onni,
che è ancora giudice di questa sezione, per poi proseguire sempre nel
settore lavoristico a Bergamo; fui a
Monza per 13 anni dove da ultimo
dovetti fare il Presidente facente funzioni della sezione civile II ( che si
occupava di civile, locazioni, condominio e lavoro) per alcuni anni.
Brescia mi è sempre rimasta nel cuore perché qui mi ero sentita come in
famiglia.
Casualmente, durante un convegno,
incontrai un avvocato che si disse
convinto che avrei fatto domanda per
il posto di Presidente della Sezione
Lavoro resosi vacante in questa bella città. Feci domanda, pur senza la
completa approvazione della mia famiglia, e, anche se consapevole della enorme mole di lavoro di questo
Tribunale, comunque convinta che
non sarei stata scelta. Ma sono qui,
le pratiche sono numerosissime; per
fortuna ho due colleghe bravissime
e, come detto, il dott. Onni, grande
esperto, sia nel civile che nel lavoro”.
Confrontandosi con i colleghi uomini, ritiene di avere un approccio
diverso nella gestione dei problemi
da affrontare? Le chiedo.
“In questo ambiente io non ho sentito differenze tra uomo e donna
nell’approccio alla soluzione dei
problemi che si presentano: siamo
solo tutti “Giudici”.
Ritengo comunque che se il gruppo di lavoro è formato da colleghe
donne e da colleghi uomini si riesca
a raggiungere la soluzione migliore
ritenendo complementari le une con
gli altri. Non sopporto il discorso
“quote rosa”, ritengo che ciascuno
debba avanzare per i propri meriti.”
Ha mai avuto ripensamenti dopo
una sentenza?
“Una volta emessa io non penso più
alla mia sentenza. Invece prima cer-
co di sviscerare in modo rigoroso e
approfondito le questioni da decidere e cerco di scrivere la sentenza in
modo chiaro, in modo che sia comprensibile, anche al cliente e non
solo all’avvocato, il motivo per cui
ho preso una certa decisione
Vuole indicarci alcune delle sue
sentenze di particolare successo?
“I miei successi stanno nella mediazione del conflitto e nella conciliazione tra le parti sia che si tratti
di grandi aziende o di piccoli imprenditori. Davanti ad una vertenza
per prima cosa cerco di capire qual
è il conflitto che ha portato le parti
davanti a me qual è il vero motivo
della causa.. e poi come posso fare a
mettere d’accordo le parti”.
Quali sono i tipi di cause presentate?
“Sono cause che riguardano sia i
rapporti di lavoro in senso stretto,
sia il rispetto delle norme previdenziali e assistenziali (INPS, INAIL)
da parte dei datori di lavoro, sia richieste di prestazioni assistenziali o
previdenziali ( maternità malattia,
indennità varie e assegni sociali).
Trattiamo oltre ai rapporti di lavoro
fra privati anche quelli del pubblico
impiego privatizzato. Ci occupiamo
di pagamenti di retribuzioni, infortuni,
sanzioni disciplinari, licenziamenti, qualificazione dei dipendenti,
contratti di agenzia, accertamenti della Direzione Territoriale del
Lavoro, azioni di accertamento
del comportamento antisindacale
e azioni contro la discriminazione,
solo per indicare i più ricorrenti.
Sono molte le pratiche di discriminazione?
“A Brescia non ricordo di avere
avuto cause di discriminazione per
ragioni di genere ; qualche rara
causa si è presentate durante la mia
lunga permanenza a Monza. Non so
dire la ragione..
Rispetto al penale e al civile, questo
settore è più appagante?
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“Il “lavoro” mi piace perché è molto immediato. Considero il “civile”
più lento e il “penale” interminabile.
Presiedere la sezione lavoro mi dà
l’idea di poter organizzare al meglio
la sezione in modo da cercare, nonostante la mole di lavoro, una via per
accelerare la soluzione delle cause,
aiutare le colleghe più giovani con
la mia esperienza e in ultima analisi
essere utile alle persone”.
Si sente dire che il contenzioso nel
settore dell’impiego sia aumentato
a causa della crisi..
“Si è vero. Il contenzioso è molto aumentato negli ultimi anni perché, se
licenziati, i lavoratori adesso fanno
più frequentemente causa nel timore
di non poter trovare un altro lavoro;
se devono ricevere arretrati non riescono ad ottenerli in breve perché il
datore di lavoro ha anche lui problemi..
Per concludere, una domanda forse
un po’ indiscreta: quali sono le sue
“frivolezze”?
“Le mie passioni sono la bigiotteria
americana anni Trenta e……. gli
occhiali”.
Intervista a cura di
Katia Masserdotti Moneta