Anima jazz al Bolzano Festival

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Anima jazz al Bolzano Festival
Anima jazz al Bolzano Festival
Bolzano – Bolzano Festival Bozen 2012, la musica, le sue forme, i suoi interpreti. Dal
primo agosto al 29 settembre Bolzano diviene il palcoscenico internazionale sul quale
brilla il firmamento della musica nella sua essenza più completa. Variazioni sul tema che
confluiscono da “Musica e Gioventù” con la European Union Youth Orchestra e la Gustav
Mahler Jugendorchester, alle esibizioni di giovani valenti pianisti che iniziano la loro
carriera mondiale, dalla musica antica al jazz, fino all’esecuzioni dell’Accademia Gustav
Mahler e al concorso Busoni, un caleidoscopio di emozioni, una sola anima, la Musica…
Stefano Bollani & Friends cavalcate virtuosistiche, chiarezza costruttiva, sonorità
che scivolano sotto pelle
Bolzano – Bolzano Festival Bozen 2012, la musica, le sue forme, i suoi interpreti. Dal
primo agosto al 29 settembre Bolzano diviene il palcoscenico internazionale sul quale
brilla il firmamento della musica nella sua essenza più completa. Variazioni sul tema che
confluiscono da “Musica e Gioventù” con la European Union Youth Orchestra e la Gustav
Mahler Jugendorchester, alle esibizioni di giovani valenti pianisti che iniziano la loro
carriera mondiale, dalla musica antica al jazz, fino all’esecuzioni dell’Accademia Gustav
Mahler e al concorso Busoni, un caleidoscopio di emozioni, una sola anima, la Musica.
Appuntamenti prestigiosi che segnano il tempo come il concerto tenutosi il 9 agosto
scorso presso l’Auditorium di Bolzano “Stefano Bollani & Friends”. Evento nato dalla
collaborazione tra Bolzano Festival e il Sudtirol Jazz Festival.
Quando il jazz incontra Bollani nasce l’improvvisazione e quando Bollani incontra la
classica il lato più gioioso della musica traccia le coordinate del fare musica divertendosi
e divertendo cercando di coinvolgere non solo il pubblico ma anche altri musicisti. Bollani
ha, infatti, proposto un concerto inedito con altri due pianisti scelti personalmente da lui:
Francesco Grillo e Claudio Filippini.
Bollani, come sempre, ha ammaliato per le sue innate qualità, e la grande comunicatività
che lo contraddistingue è stato il collante per una serata che ha spaziato dalla classica al
jazz. Sul palcoscenico due pianoforti Steinway le cui tastiere come un fiume che si apre a
ventaglio si dilatavano, danzavano, respiravano irraggiando le numerose strade che le
mani dei pianisti percorrevano con estrema abilità.
Bollani, istrionico, carismatico, intraprendente, creativo, affabulatore, intellettualmente
curioso seduce con classe ed è subito jazz con Just Friends di Klenner/ Lewis. Una
melodia che permette di giocare con l’improvvisazione e la musica affiora in quella sua
suggestiva evanescenza capace di migrare da un brano all’altro. I successivi brani sono
suonati in duo con Francesco Grillo che ne è anche il compositore. Sono due brani inediti
L’ora dubbia e Andorinhas, Bollani libera la sua dolcezza in modo costante, si mette alla
ricerca del timbro giusto. E’ poesia, è musica che si anima, che si scardina dalle mani di
Grillo e segue la pulsazione interiore di Bollani.
La linea compositiva di Grillo emerge dirompente nei brani che seguono Topazio,
Allodole, En plein air, Highball. Sul palcoscenico solo Grillo e la sua musica, una
coreografia di note filtrata, purificata e resa duttile fino a diventare emozione musicale
che si libera dallo strumento con tutte le sue sonorità, Grillo ne riflette ogni singola
movenza restituendoci la profonda unità.
Ma il concerto è una sinergica evoluzione di forme che nasce e si sviluppa dal dialogo
musicale dei tre musicisti. Bollani ritorna sul palcoscenico e duetta con Claudio Filippini,
interpretano: You must believe in spring di Legrand e Airegin di Rollins. Ritmo, elasticità
e velocità esecutiva, sembrano essere la linfa che bagna il suono emergendo dalla
sensibilità di Bollani. Ogni nota, ogni tasto, ogni pausa, ogni battito è intimamente sentita
e rilanciata dal musicista in vibrazioni che stillano di sensibilità. Filippini, un po’ statuario
a dire il vero, accoglie e rilancia con grande articolazione melodica. La stessa che
scardina quando interpreta A time for love di Mandel, Embraceable You di Gershwin,
Flying horses da lui composta, Alone together di Dietz- Schwartz, Poses di Wainwright,
languida sospensione e approccio strumentale intenso e solido.
L’intera serata è nelle mani del poliedrico Bollani che scherza con il pubblico, presenta i
suoi amici, crea momenti degni de “Il Dottor Djembè”. Ed è sempre Bollani a concludere
la serata con When I am laid in earth di Purcell, Luiza e Aguas de Marco di Jobin e
A panhei-te Cavaquinho di Nazareth, musica brasiliana, il suo grande interesse. Le
improvvisazioni affiorano come miraggi, la bellezza della musica si apre a fasce
multicolori di suoni, è un crescendo di tensione, di raffinate ellissi melodiche. Bollani
freme, pulsa, partecipa con il corpo e con l’anima alla sua musica che trabocca
travolgendoci, deflagra nella percussività del pianoforte, ridisegna il pianismo sensibile
con grazia e ricrea il suono nella sua matericità. Avvincente inventiva nei suoi vividi
riverberi jazzistici che evoca l’eccellenza pianistica di Bollani con ineffabili variazioni ed
invenzioni.
Il pubblico applaude e applaude fin quando Stefano Bollani & Friends non concedono due
bis: Billie’s Bounce di Parker e Il barbone di Siviglia di Bollani. Vitale, energica verve
creativa che s’incastra perfettamente nell’esecuzione del trio. Passaggi che danno vita a
mille registri diversi di colore, ognuno ricco di sfumature. Ogni frase supera d’intensità la
precedente, ma allo stesso tempo dimostra carica ritmica, improvvisazione che fa
scattare Bollani come una molla, il suo corpo è in continuo movimento, si piega, si
contorce, esulta, è dinamismo, è pura espressione musicale. Cavalcate virtuosistiche,
chiarezza costruttiva, sonorità che scivolano sotto pelle, Bollani ne avverte ogni
impercettibile dinamica e ne proietta il suono, con brillantezza di tocco, in repentini
cambi di tempo che danno l’impressione di continua poliritmia. Coinvolgente,
entusiasmante, divertenti ed intelligenti interpretazioni che giocano con l’abilità tecnica
ed il senso innato della creatività.
di Antonella Iozzo © Riproduzione riservata
(11.08.2012)
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Foto ©regor Khuen Belasi
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