Apri il Pdf - Fondazione Sotto i Venti

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Apri il Pdf - Fondazione Sotto i Venti
SOTTO I VENTI
LUNEDÌ 25 FEBBRAIO 2008
Onorevoli
marmotte
Speriamo
che sia femminista
Stranieri:
i soliti ignoti
Ok,
il Mister è giusto
Munnezza
connection
PASQUINO A PAGINA 4
ARMENI A PAGINA 5
JEBREAL A PAGINA 5
LIROSI A PAGINA 5
GIULIANI A PAGINA 6
L'attualità
di Euridice
LIDIA GATTINI
È successo anche a noi: sia-
mo stati contagiati dal virus
degli anniversari che spesso
servono soltanto a riempire le
pagine di quei giornali a corto
di idee. Ebbene sì. Anche su
Sotto i Venti parliamo di Sessantotto ma, ve lo prometto,
non vi riproporremo la solita
carrellata di protagonisti bolsi
e un po’ ingrigiti (magari vostri amici o colleghi).
Proviamo invece a dare la
parola ai ventenni di oggi che
si confrontano con i giovani
di allora - padri, docenti, a
volte nonni - e, nel nostro forum, si chiedono "Cosa resta?" o, più semplicemente
"Perché parlarne?".
La risposta è stata sorprendentemente entusiasta e
articolata. Si va dalla cultura,
all’arte, al cinema (Caterina),
ai sogni, alle aspettative (Roberto) alle critiche sulla distruzione di valori non seguita da
una ricostruzione (Francesca). Stupisce l’assenza di riferimenti alla rivoluzione sessuale - data per scontata - e all’emancipazione femminile.
L’elemento comune a quasi tutti gli interventi è comunque il contrasto tra il mondo di
oggi che sembra pervaso di nichilismo e la speranza per un
futuro diverso propria dei giovani sessantottini, contrapposta all’attuale sfiducia. Bella
scoperta, direte voi. E qui si inserisce il j’accuse di Matteo,
sintetizzato nel nostro titolo.
"A volte litighiamo, con gli
alunni - mi ha riferito un’insegnante - perché dicono: Beati
voi che avevate gli ideali. Avvertono qualcosa che gli manca e quasi ce ne incolpano".
Sono ragazzi meno allegri
di prima? Può darsi, ma certo
vivono uno stato di frustrazione simile a quello degli adulti.
Oggi la solitudine individuale
è diventata un dato della costruzione sociale e questa sarebbe una ragione in più per
rimettere in piedi movimenti
collettivi di trasformazione che
ridiano il gusto di partecipare,
costruire e inventare. Quella
che nel Settecento veniva chiamata la felicità pubblica che si
ha quando le persone si uniscono: ognuno pensa con la
propria testa, ma agisce insieme agli altri. Oggi invece i giovani stanno molto per conto
loro, davanti agli schermi di tv
e computer - e noi pure.
E in Italia che succede? Arriva l’antidoto Famiglia come
Valore Supremo, la quale sta
conoscendo una fortuna che
non ha precedenti. Ipocrisie,
tradimenti, violenza, infelicità
domestiche? Per carità, lasciamo stare. È così tranquillizzante affidarsi alle tradizioni!
Forse ciò che chiederebbero alla classe dirigente di oggi,
composta in gran parte dagli
artefici del Sessantotto, è quella
che Erri De Luca descrive come l’attualità di Euridice; l’attualità di chi cerca e trova
"dike", giustizia. E, quindi, la
non accettazione del finto
"realismo" della politica, del
finto e ormai improponibile
vecchio schema di rapporti familiari: lo scarto fra parole e fatti al quale tragicamente sembriamo tutti
assuefatti. 3
SESSANTOTTO. LA NON-RIVOLUZIONE VISTA DA UN VENTENNE DI OGGI
COMUNICAZIONE
Per quanto vi crediate assolti, siete per sempre coinvolti
E liberaci
da tutti i jingle
Nicolas Sarkozy,tra un’avven-
Cantate con me: "A la rue! A la dienza non violenta contro la guerra
rue!". Un ritornello affascinante ma in Vietnam; si bruciavano le cartoline
al tempo stesso cupo, gioioso ma al di reclutamento. Nel 1966 Trento tortempo stesso carico di rabbia. Ricor- na di prepotenza nella storia d’Italia
da qualcosa? Sono sicuro di sì: quan- dopo i fasti risorgimentali e dà il via
do l’agenda della Storia non offre alle occupazioni universitarie, seguiniente di meglio ci si guarda indietro, ta da Milano, Roma e così via. Gli
si sfogliano i vecchi calendari e si studenti chiedono cose concrete, riscova un anniversario, una ricorren- vendicazioni spicciole, ma è la prima
za, qualcosa da celebrare. Lo scorso crepa in una diga. Agiscono in quananno ne erano passati trenta dal cu- to - come dicevano - "forza lavoro in
po 1977, il prossimo probabilmente formazione". Una revisione ideolosinghiozzeremo per lo sbarco sulla gica in senso utopista, forse ingenuo,
Luna. Quest’anno è il turma comunque devastante
no del Sessantotto, scritto per l’ordine costituito.
per esteso perché sì. Chissà
I gruppi di studio affolPeccato
quanti libri ad hoc, quanti
lano le facoltà, si studiano i
che poi vennero
speciali televisivi andranno
Grundrisse e i Quaderni
in onda; magari anche una
rossi, si legge il Diario in
le P38 e
fiction, che tutto sommato
Bolivia del Che; si cova
Drive in
non si rifiuta a Edda Musqualcosa di enorme. Poi la
solini, figurarsi ai dorati
cronaca è travolgente: il
anni Sessanta. Sono passamaggio francese, e allora
ti quarant’anni, ma dobbiamo ancora continuons le combat, il Quartiere
realizzare cosa sia successo davvero. Latino e le sue barricate; da oltreo"Lottavano così come si gioca, i ceano arrivano gli echi di Woodcuccioli del maggio; era normale: lo- stock, le orecchie di centinaia di miro avevano il tempo anche per la ga- gliaia di giovani ferite da Jimi
lera", cantava Fabrizio de André. Hendrix che suona la chitarra
Una lotta studentesca, universitaria e con i denti e incantate dalle
quindi borghese, attuata dai figli del- melodie di Joan Baez; gli acila società bene contro ciò che loro di, i cannabinoidi, droghe di
stessi sarebbero diventati. Anticapi- ogni tipo per "aprire le
talista, attuata nel santuario e dagli percezioni"; l’amore sveeredi del capitalismo. Antiamerica- stito del talare e riconsena, ispirata dagli antiamericani d’A- gnato al talamo, affrancato
merica. Contro la rigidità e le chiusu- dalle mille ipoteche morali
re di una mentalità ancora preindu- di cui i secoli lo avevano
striale nei suoi comportamenti, ma sommerso.
capace di altrettanto settarismo e alMusica, grida, cortei,
trettante esclusioni. Una lotta totale, botte, libri, manifesti, vocontro qualsiasi istinto di autocon- lantini, fogli, lenservazione; la creazione di una nuova zuola. Queumanità, libera dai tabù e dallo sfrut- sto è stato
tamento. Rivoluzione. Non siete con- il Sessanvinti? Allora ditemi: che cos’è una ri- totto per il
voluzione, se non la distruzione trau- mondo. Si
matica di un sistema di potere e la mette in
sua sostituzione con un altro?
dubbio l’inDurante gli anni Sessanta tutte le tera macchina sociale.
certezze del dopoguerra si erano an- "Mi han detto che
date sgretolando: il riformismo del questa mia generazione ormai non
primo centro-sinistra passava nuova- crede in ciò che spesso han maschemente la mano ad una Democrazia rato con la fede nei miti eterni della
cristiana da tempo adagiatasi sugli Patria o dell’eroe, perché è venuto
allori del ’Fattore K’; il boom si are- ormai il momento di negare tutto ciò
nava, e ’congiuntura’ diventava una che è falsità". Francesco Guccini riuparola fin troppo conosciuta. Intanto scì a catturare nella sua Dio è morto
un intero mondo si stava aprendo al l’essenza stessa di quegli anni: un’indi fuori dei pranzi della domenica. Il tera generazione che vuole scrivere
Village di New York, Londra, le pri- da sé il proprio futuro.
me droghe, Berkeley.
Nel triennio 1966-69 l’Italia è scosArriva l’eco delle proteste nell’a- sa dal movimento studentesco, moviteneo californiano, forme di disobbe- mento generazionale e non di classe: i
Il Sessantotto italiano comin-
cia molto prima di Valle Giulia,
ma la società non se ne accorse;
quando poi un giornalino scolastico osò farglielo notare, la reazione fu tremenda: un processo
per corruzione di minore a mezzo stampa e stampa clandestina.
Spesso chi scrive la storia nemmeno se ne accorge. Marco De
Poli nel febbraio del 1966 dirigeva "La Zanzara", il giornale scolastico del Liceo Ginnasio "Parini" di Milano, una testata carica
di tradizione: il primo numero
uscì nel 1945, all'indomani della
Liberazione. «La pubblicazione
di giornali scolastici - ricorda De
Poli - era autorizzata da una circolare del 1954 scritta dal ministro
Martino, sotto il controllo dei presidi, anche perché gli studenti di
un liceo all'epoca erano tutti minorenni. I giornali interni erano
l'unico strumento di dibattito in
mano a noi ragazzi,e "La Zanzara" era uno dei migliori: trattava-
giovani ascoltano la stessa musica, Sessantotto ha perso il controllo di
hanno gli stessi passatempi e gli stessi sé, si è dato alla testa. Non parlo, si
interessi, gli stessi timori e le stesse badi bene, della follia collettiva degli
aspirazioni; a tutelare gli interessi dei anni di piombo, ma dei malintesi sui
proletari sono i borghesi delle univer- diritti del lavoratore dipendente sità rampognati da Pasolini. Il Partito specialmente di quello pubblico - e
comunista è ormai imborghesito e cor- del presunto obbligo dei docenti di
rotto da due decenni di attività istitu- ’capire’ i propri alunni; un dissennazionale, va superato.
to permissivismo su tutto, in nome
All’Internazionale si preferisce dell’autodeterminazione e della liContessa di Paolo Pietrangeli, o maga- bertà dell’individuo.
ri la successiva ed esotica El pueblo
Il Sessantotto travolse la famiglia
unido degli Inti Illimani. Il movimento tradizionale, quella dei pizzi a tomtrova la propria koinè nelle
bolo e dei vestiti da pomearti, dalla musica al cinema, riggio; sconvolse la moraalla letteratura. È un perioIl vero problema le, relegando alle barzeldo di formidabili avanguarlette e al cinema cortegdi oggi
die, di sperimentazioni, di
giamenti lunghissimi ed
svecchiamento. È anche un
estenuanti trattative con
è non ricevere
periodo di violenza, ma anbaffuti genitori gelosi. Al
valori
cora ingenua, un gioco apposto di tutto questo, però,
punto, come diceva de Annon è stato in grado di codré.
struire nulla. Ecco il proAlle azioni di quei cuccioli del blema: le generazioni successive. Un
maggio seguì la rivoluzione italiana, conto è ricevere dei valori e rifiutarsilente ma perfettamente riuscita, li, un altro non riceverne affatto.
tanto che la nostra classe diriAlla sacrosantità dell’autorità cogente è composta in stituita non è seguito nulla, se non
massima parte da sberleffo o prevaricazione; alle consuoi artefici. E, se vo- venzioni sociali è seguita la maledugliamo, il successo è cazione esibita come spregiudicatezdovuto all’incompiu- za, alle reti familiari l’individualismo.
tezza: a diffe- È ovvio che nessuno abbia un cattivo
renza dei rivol- ricordo del periodo, portatore di
tosi parigini, istanze di rinnovamento e uguagliancolti in "fla- za, latore di grandi novità per il Paegranza di rivolu- se. Peccato che poi fu seguito nell’orzione" e quindi dine dalle P38 e da Drive in.
travolti dal ri"Ma penso che questa mia geneflusso di razione è preparata a un mondo
nuovo, a una speranza appena nata,
ad un futuro che ha già in mano, a
una rivolta senza armi, perché noi
tutti ormai sappiamo che se Dio
muore è per tre giorni, poi risorge
[…] Nel mondo che faremo Dio è risorto", conclude Guccini. La canzone arriva al termine dei suoi concerti, subito prima dell’altro cavallo di
battaglia, La locomotiva; il pubblico
scatta in piedi, i più alzano il pugno
chiuso e cantano. Tanti sono di mezPompidou, i
za età, figli del boom. Questa canzonostri sessantottini hanno potuto ne era dedicata a loro, ma stiamo angiovarsi di una politica immobile e cora aspettando l’alba del terzo giorscreditata e farsi scudo con il ben più no, mentre in tanti hanno smesso di
minaccioso Autunno caldo del 1969. vegliare il cadavere di Utopia e si soQuanto costruito in quei tre anni non no reinventati come membri rispetfinisce perché sconfitto, ma perché tabili della società che quarant’anni
desideroso di assumere nuove forme fa distrussero, per poi ritrarsi nelpiù congeniali al proprio scopo.
l’ombra. Restano gli strascichi di questo
MATTEO MARCHETTI
movimento, le conseguenze sul futu20 ANNI, ROMA
ro del Paese. Non è un mistero: il
GENERAZIONI A CONFRONTO. COLLOQUIO CON MARCO DE POLI
Il ’68 nel ’66: la zanzara che partorì la montagna
mo tutti gli argomenti, dalla famiglia, alla guerra, alla pace».
La redazione funzionava
esattamente come nei maggiori
quotidiani, un giornale di tipo
anglosassone, con i ragazzi dell'ultimo anno a cooptare quelli
dei primi. «Il nostro era un giornale scolastico come tanti: sopravviveva grazie alle vendite circa 800 copie a numero - ma soprattutto grazie alle inserzioni
pubblicitarie pagate dai genitori;il
nostro era un liceo frequentato da
molti rampolli dell'industria milanese, ma era una borghesia
"buona",quasi illuminata,di idee
progressiste». Certo, però, se tutti
fossero stati così progressisti il
polverone scatenatovi contro
non ci sarebbe stato. «Gli attriti
c'erano, ma erano con una com-
ponente assolutamente minoritaria come Gioventù Studentesca,
antesignana di Comunione e Liberazione: circa un centinaio su
quasi mille studenti,mentre la nostra, l'Associazione studenti pariniani di cui "La Zanzara" era organo ufficiale, era molto più
grande e meno marcata ideologicamente. Le associazioni erano
un embrione di democrazia all'interno della scuola di prima dei
decreti delegati».
Pietra dello scandalo fu
un'inchiesta dal titolo "Che cosa
pensano le ragazze d'oggi?", intervista a tutto tondo su scuola,
famiglia, costume a nove ragazze
del liceo. «Distribuimmo un questionario in tutto il "Parini", poi
selezionammo quelle persone che
secondo noi avevano dato le ri-
sposte più interessanti e le intervistammo, ma non era un'inchiesta
sul sesso, non pretendeva di avere
validità statistica né tanto meno
era così scandalosa o pornografica come si disse in seguito. Arrivammo al processo perché i genitori di alcuni studenti di Gs presentarono un esposto alla procura
della Repubblica.Questo si inseriva nelle azioni tipiche di quell'associazione, contraria al dibattito
tra gli studenti e convinta che la
formazione dovesse avvenire all'interno della famiglia o tutt'al più
della scuola confessionale».
Il processo si apre subito con
un evento paradossale:i tre autori dell'inchiesta - Marco Sassano,
Marco De Poli e Claudia Beltramo Ceppi - vengono sottoposti a
visita fisiopsichica per accertarne
la capacità di intendere e volere;
la ragazza rifiuta, i ragazzi vengono subissati di domande per
individuare eventuali segnali di
depravazione sessuale. «Fummo ingenui: Claudia rifiutò, e il
presidente del tribunale respinse
il ricorso della Procura, giudicando incostituzionale la legge
che istituiva quella visita,non per
nulla inserita nel codice Rocco.
Non credo sia più stata utilizzata
dopo quel giorno». Al processo
arrivano anche il preside e la tipografa. «Il preside era un dantista, un vero liberale. Ci protesse
sempre. L'accusa alla tipografia
per stampa clandestina, invece,
era una minaccia alla sopravvivenza stessa dei giornali scolastici: se ci avessero condannato
avrebbero chiuso tutti».
tura da rotocalco e l’altra, ha anche trovato il tempo di lanciare
una proposta che è risultata particolarmente gradita al corpo elettorale francese:soppressione totale degli spot sui canali pubblici.
L’idea di Monsieur le President ha suscitato però anche qualche reazione negativa tra i dipendenti di radio e tv pubbliche che
hanno scelto di protestare contro
quello che è stato definito un vero
e proprio colpo di mano: quali, infatti,potranno essere gli effetti derivanti dalla perdita di 1,2 miliardi
di euro di introiti pubblicitari è ancora da stabilire.
Sarkozy ha sottolineato come
l’iniziativa avrà conseguenze economiche soprattutto sul borsellino dei contribuenti,che in cambio
della liberazione da jingle e slogan
pubblicitari dovranno essere disposti a un supplemento fiscale.
La notizia, subito rimbalzata
oltralpe, non ha però suscitato
una grande eco, forse a causa dei
capovolgimenti politici che nel
nostro Paese si sono susseguiti
nelle ultime settimane e che rubano giorno dopo giorno tutte le
prime pagine. La proposta del
Presidente francese è stata comunque accolta da un sommesso
mugolio di approvazione, misto a
qualche imbarazzo derivante dal
timore che noi cittadini italiani ci
accorgessimo che il canone lo paghiamo già, pur continuando a
subire l’incessante martellamento degli spot.
"Si può fare anche qui. Forse":questo il succo delle dichiarazioni delle varie autorità, poco
propense alle promesse, ma timorose di apparire da meno dell’affascinante Nicolas; nell’attesa,
è essenziale che i contribuenti sostengano la televisione pubblica
pagando il canone, come è stato
ricordato nel corso dei vari programmi circa un mese fa.
Tuttavia,sembra evidente che
"a chi di dovere" sfugge un dettaglio: i contribuenti pagherebbero
il canone,se non con un sorriso,almeno senza tante invettive, se ad
essere assicurata fosse la qualità di
quello che s’insinua tra uno spot e
l’altro. I programmi, intendo. MARINA MARCHESE
19 ANNI, MILANO
Il processo si conclude in un
mese con l'assoluzione di tutti gli
imputati e un'ammenda pecuniaria alla tipografa per non aver
depositato delle copie in procura. «Il caso sfuggì di mano a tutti,
al di là di ciò che era non dico
prevedibile ma sensato.In un certo senso fu un'anticipazione del
Sessantotto: non perché volessimo creare un movimento di massa, ma perché di fatto mettere in
discussione certi assetti portò ad
una mobilitazione trasversale.
Noi non fummo portatori delle
nostre istanze ma piuttosto portati da esse». Rileggendo l'editoriale di presentazione,si nota che lei
credeva più in un cambiamento
a partire dall'educazione che
non in un progresso sociale che
sopravanzasse le regole e la pubblica morale. La storia le ha dato
torto… «Sì, ma tenga conto che
avevo diciotto anni». MAT. M.
4
SOTTO I VENTI
onna, nera e comunista:Angela Davis le ha quasi tutte,
mancano solo l’appartenenza
alla comunità ebraica e magari
un’omosessualità latente. "She
is a sweet black angel, not a
sweet black slave" cantavano
di lei i Rolling Stones in una
non proprio celeberrima canzone, e la sua storia, raccontata
nella nuova edizione di Autobiografia di una rivoluzionaria
(Minimumfax, la prima edizio-
D
LUNEDÌ 25 FEBBRAIO 2008
ne italiana è del 1975 con Garzanti), è una di quelle che, una
volta ascoltate o lette, obbligatoriamente concorrono alla
profonda formazione di una
persona, al modellamento della sua coscienza.
Angela Davis è un esempio, una
testimonianza di profonda devozione agli ideali e alla propria
morale. Radicalità e intransigenza di giudizio verso il mondo,
gli altri e se stessi. Autobiografia
di una rivoluzionaria certamente merita di trovare un posto libero (valgono anche le doppie
file!) sugli scaffali delle vostre librerie. Certamente merita di
avere l’opportunità di raccontare la sua verità e di farvi conoscere la più recente storia americana, che non è solo quella della
Coca-Cola e delle luci al neon,
dei Kennedy e delle Marilyn
Monroe, ma che è anche quella
dei negozi per soli bianchi e delle scuole speciali per i "negri",
dei ghetti e delle leggi razziali,
delle discriminazioni e delle ingiustizie sociali.
La testimonianza della Davis
è un libro importante, imponente per mole e contenuti,
che però riesce comunque a
farsi leggere grazie alla vivacità della narrazione a due
registri: quello cinematografico per le splendide pagine
dei capitoli dedicati alla parte più nota della vita della
donna, la latitanza, l’incarcerazione e i processi pubblici;
e quello puramente saggistico
delle pagine didascaliche, dei
resoconti degli studi, della
formazione culturale, delle
lotte nei movimenti, dell’avvicinamento all’ideologia e al
partito comunista americano.
Simbolo della battaglia per l’emancipazione dei neri americani, la Davis è nata e cresciuta
nelle tristi periferie dell’impero
stelle e strisce. Poi gli studi di filosofia, le lezioni di Herbert
Marcuse e le esperienze di preparazione all’estero, con gli
scambi universitari.
Come tutte le personalità radicali, dal carattere esplicito e
FORUM. SETTE REDATTORI A CONFRONTO SULL'EREDITÀ DEL SESSANTOTTO
Carosello e Pop art
CATERINA MASCOLO
18 ANNI, ROMA
Il Sessantotto evoca in prima battuta
cortei,manifestazioni,proteste.Come non
ricordare la Primavera di Praga, la rivoluzione culturale in Cina,l’assassinio di Martin Luther King? Episodi decisivi, nodali;
movimenti che segnarono profondamente la storia moderna. In Italia la sconfitta
dei socialisti,mentre si estendevano le agitazioni studentesche.
In Francia lo sciopero generale ed il
trionfo del partito gaullista.In Cecoslovacchia l’intervento delle truppe ed il conseguente freno all’esperimento riformatore
di Dubcev. La grande offensiva vietcong
nel Vietnam del Sud.
Cosa accadde però nel mondo del cinema, dello spettacolo, dell’arte? La televisione,ad esempio,era ancora in bianco e
nero.Raiuno era nota come "Programma
Nazionale", Raidue come "Secondo Canale". La pubblicità? Solo con Carosello,
tra le 20.50 e le 21.00. Pippo Baudo condusse per la prima volta Sanremo, edizione vinta da Sergio Endrigo e Roberto
Carlos.La canzone più applaudita? Vengo
anch’io no tu no di Enzo Jannacci.
Eccezionale fu un video dei Beatles:
Yellow Submarine divenne un cartone
animato.Al festival di Venezia trionfarono
Die Artisen e Laura Betti (miglior attrice
per Teorema di Pasolini).A Cannes,causa
contestazioni, i premi non vennero assegnati.Alcuni lungometraggi entrarono nel
firmamento cinematografico: Sergio Leone presentò C’era una volta il West, Mike
Nichols Il Laureato, Kubrick 2001: Odissea nello spazio.
Il panorama artistico venne contaminato dalla Pop art,dall’esaltazione dell’oggetto industriale,estraniato e decontestualizzato nella composizione. Oldenburg,
Warhol, Liechtenstein: ingrandimento
delle immagini, rappresentazione dei divi
(Marilyn e Nixon i più celebri), il mondo
della mercificazione.
Nei Giochi Olimpici a Città del Messico gli atleti Smith e Carlos,oro e argento
nei duecento metri, durante la cerimonia
di premiazione alzarono il pugno chiuso in
un guanto nero, simbolo del black power.
Questi sono solo alcuni degli aspetti che
hanno contributo a rendere il Sessantotto
"un rasoio che ha separato per sempre il
passato dal presente"(Time).
Un anno, mille destini
ROBERTO BRETONI
17 ANNI, MONTEROTONDO (ROMA)
Satira
Le musiche di Joan Baez, le manifestazioni contro la guerra del Vietnam,le rivolte dei ragazzi francesi che occuparono
la Sorbona,gli illustri omicidi di Bob Kennedy e Martin Luther King: è impossibile
raccogliere in un articolo tutto ciò che accadde nel 1968,passato alla storia come lo
spartiacque tra le due fasi del Novecento.
Né ha molto senso affidarsi ad un elenco
di date ed eventi per raccontare i sogni, le
ambizioni, i valori, le aspettative, le contestazioni, e tutte le altre componenti che
animarono la ribellione di una generazio-
Venti di
LA RIVOLUZIONE SECONDO UN DOLCE ANGELO NERO
Che cosa resta della meglio gioventù?
ne stanca dei rigidi schemi di una società in
bilico tra i richiami del passato e il desiderio di guardare al futuro.
Tra i tanti protagonisti di quell’anno
indimenticabile,il più rappresentativo,forse, è Jan Palach, lo studente cecoslovacco
che si diede fuoco per protestare contro
l’invasione sovietica di Praga. Il suo gesto
estremo è divenuto un simbolo degli ideali di quella stagione, caratterizzata da un
diffuso spirito ribelle e da un irrefrenabile
desiderio di riformare e ammodernare le
istituzioni.
Tuttavia, al di là della facile retorica
che correda ogni anniversario, il 1968 fu
anche un anno di gravi lutti e dolorose
sconfitte perché,purtroppo,la società non
comprese fino in fondo le pulsioni rivoluzionarie dei movimenti studenteschi. In
quei dodici mesi si compirono i destini di
migliaia di giovani, travolti da una passione e da una frenesia di rinnovamento cui
non si assisteva dai tempi delle grandi rivoluzioni nazionali dei secoli precedenti.
L’errore più grave di chi animò le proteste fu il non aver saputo controllare la situazione,facendosi travolgere dagli eventi
e dalla diffusione di un movimento che si
sviluppò in Francia e,in pochi mesi,dilagò
in tutta Europa.Quarant’anni dopo,è opportuno esaltare lo spirito di quei giorni,
nonostante sia stato sfruttato da alcune
frange per giustificare la propria "degenerazione ideologica" negli anni successivi.
Con le parole di Pasolini
ALICE AVALLONE
22 ANNI, ASTI
Recentemente ho avuto modo di
leggere in biblioteca Droga e cultura, un
vecchio scritto di Pasolini,mai quanto oggi attuale. È con le sue parole che vorrei
raccontare la mia idea del 1968, che non
ho vissuto.Un 1968 che sembrava dare la
speranza di uno sviluppo (e di un futuro)
diverso ai giovani di ieri.
Dopo quarant’anni non è cambiato
molto,nonostante il sapore di rivoluzione
e trasgressione di quegli anni. Noi giovani ingenuamente ci teniamo sempre
stretta la speranza che presto si rovesci il
sistema, ma con meno voglia di combattere.Pasolini,nel suo scritto,parla di consumismo, di cultura, di intellettuali e anche di droga:"ci si droga per mancanza di
cultura […] è chiaro che chi si droga lo fa
per riempire un vuoto, un’assenza di
qualcosa, che dà smarrimento e angoscia
[…] liberarsi da questa mancanza di cultura sembra impossibile; infatti essa proviene probabilmente da un più generale
senso di paura del futuro. Mai come in
questi anni (la cui previsione è divenuta
scienza) il futuro è stato fonte di tanta incertezza, così simile ad un incubo indecifrabile".
È uscito di recente un bellissimo saggio del filosofo Galimberti, L’ospite inquietante.Il nichilismo e i giovani,che racconta come il mondo di oggi, eredità di
quel 1968, sia pervaso dall’assenza di valori e di senso. I giovani si sentono disincantati e sfiduciati,si scoprono disinteressati alla scuola,emotivamente analfabeti,
inariditi dentro. Solo il mercato sembra
interessarsi di loro per condurli sulle vie
del divertimento e del consumo, dove
però - avverte Galimberti - "ciò che si
consuma è la loro stessa vita,che più non
riesce a proiettarsi in un futuro capace di
far intravedere una qualche promessa".
(Trito e) Detrito
FRANCESCA GIULIANI
19 ANNI, ROMA
Cosa resta, oggi, del Sessantotto?
Un’idea sfaccettata, il beneficio del ricordo che si tramanda di padre in figlio condito di gioventù,di sfide contro le forze del
male e dell’Ordine mondiale costituito, di
suggestive sregolatezze tra il brigante e il
maudit: il Sessantotto è una leggenda, più
che un capitolo sui libri di storia.
Tra coloro che sono stati lì,anche solo
anagraficamente, c’è chi lo dipinge come
l’età dell’oro nella quale tutto era possibile, in cui finalmente si respirava un’aria di
cambiamento e di novità.
In questa categoria rientrano gli intellettuali nostalgici, quelli che "i giovani
d’oggi non hanno ideali",quelli che salutano ogni segno di vita di questi ultimi (frustrati e umiliati dal confronto con la mitologica generazione dei padri) come un
nuovo piccolo impeto di Rivoluzione, o
come un buon momento per far prendere
un po’ d’aria al vecchio eskimo chiuso in
soffitta.
L’altra faccia degli innamorati del Sessantotto, per il suo connotato di giovanilismo eroico e rampante che cambia il
mondo, sono proprio quei ragazzi con il
complesso d’inferiorità, per i quali "La
meglio gioventù" è un canone al quale riferirsi e "l’eskimo ce lo compriamo anche
noi" (in fondo si abbina bene con la tunica da prete e il tridente di Lucifero, per
cacciare il Papa dall’Università).
Esiste un altro Sessantotto,parallelo a
quello ideale intriso di romanzesco. Un
Sessantotto realistico, che è passato come
un male stagionale attraverso la gente,
senza troppe vittime. Il Sessantotto dei
miei genitori,ad esempio.
È il 1968 di chi guardava i cortei dei
manifestanti dalle finestre del liceo Tasso,
nel quale all’epoca - sfatiamo un mito - di
reazionari sessantottini in senso proprio ce
n’erano ben pochi (anzi, l’unico militante
del quale si è avuta notizia è stato Giorgio
Baumgartner, di Autonomia Operaia, poi
arrestato nel ’79 perché sorpreso a trasportare armi in autostrada).
Gli altri studenti,invece,quando la parata contestatrice si avvicinava a via Sicilia
abbandonavano i libri e i vocabolari per il
troppo chiasso e aspettavano che la quiete tornasse per continuare le lezioni.Cosa
ne pensavano i ragazzi di quel Tasso, del
Sessantotto? Forse non lo avevano anco-
ra capito appieno, da una prospettiva
troppo ravvicinata.
Alcuni erano disinteressati, altri più
attivi, altri ancora critici. Critici verso
aspetti del Sessantotto tuttora criticabili: demolizione della società esistente,
ma con quale alternativa? Dov’è la proposta? È solo distruzione per la distruzione? Le risposte a queste domande
sono anche oggi materia di scontri ideologici, di rivisitazioni della storia e di
polveroni fra dottori ed accademici.
Ecco, il Sessantotto non riesce a
convincermi del tutto proprio per questo motivo.Carver mi perdonerà la storpiatura, ma non capisco di cosa parliamo (e con quali intenti strumentali)
quando ne stiamo parlando.
Cos’è stato, questo benedetto Sessantotto? Si leva un coro di "Rivolta generazionale, il mondo finalmente migliorato dai giovani". È stato questo, ma
solo in parte - rispondo io - per l’assenza di quelle proposte costruttive (e soprattutto attuabili, che di utopie se ne
sono sfornate a bizzeffe) che lo avrebbero reso un traguardo sociale, anziché
una generalizzata tempesta ormonale.
E poi non riesco a provare simpatia per
un concetto che è diventato un logo,utilizzabile dagli amici e dai nemici per dire tutto e il contrario di tutto. Un’arma
ideologica multifunzione, non un fatto
storico. Una (contundente) parola etichetta.
Le accuse e le calunnie
GIULIA CERINO
21 ANNI, ROMA
Internazionale, internazionalista,
policulturale e interclassista. Cocktail
esplosivo e variopinto, si innestò sul filone della protesta operaia e, quindi, sulla
tradizione del socialismo e del comunismo internazionale, ma con una fantasia
e libertà d’espressione a questi sconosciuti.
Il 68 è stato un anno particolare nel
quale grandi movimenti di massa socialmente disomogenei ma spontanei fecero vacillare i sistemi politici in nome di
una trasformazione radicale della società. Nemico comune l’autorità, il
conformismo dei ruoli e la guerra come
forma di relazione tra Stati.
Il 68 non ha conquistato potere politico, ha però colonizzato parte delle coscienze nel nostro Paese, compiendo un
profondo cambiamento nel vissuto sociale. Combinandosi con diversi fattori,
ha contribuito alla conquista dello Statuto dei lavoratori, alla battaglia sul divorzio e sull’aborto, ha prodotto, come effetto indotto, la nuova legislazione sulla
scuola e l’università.
Oggi molti giovani, potenziali simpatizzanti del movimento, hanno solo
una conoscenza vaga dei suoi ideali e
obiettivi. Il risultato paradossale è che
mentre gli amici non ne valutano l’en-
tità, i nemici ne testimoniano il carattere
"formidabile" con una lunga serie d’accuse, alcune fondate ma calunniose.
Qualche responsabilità nel favorire
questa campagna nei confronti di quegli
anni ce l’hanno,in effetti,alcuni suoi protagonisti, che si sono rapidamente riciclati nei nuovi modelli di comportamento rinnegando se stessi e gli ideali in cui
hanno creduto.
Si tratta di un gruppo ristretto ma
rumoroso, perché il sistema al quale si
sono venduti tenta di dimostrare, con cinismo camaleontico,la debolezza dei valori che animavano il 68.
Il motivo dell’accanimento si può riconoscere non solo nella sua forza e durata (1968-1975/76), ma nel fatto che sono
proprio quei valori a preoccupare i conservatori,quegli ideali che sono,per natura, contrapposti all’ideologia del capitale.
Non tornerà
GIULIO SERRA
21 ANNI, VENEZIA
Noi ventenni il Sessantotto lo apprendiamo dai libri, ne conosciamo i
dettagli dai racconti dei genitori e fantastichiamo su idee, ribellioni e rivolte
con le nostre menti.A quarant’anni da
quel movimento che andò a segnare nel bene e nel male - l’inizio di una
nuova era, restano i filmati, le immagini di studenti in protesta, i documenti,
le miriadi di libri, e rimangono indelebili negli animi di chi ha vissuto quei
momenti le cicatrici di un tempo che
non tornerà.
Il Sessantotto è stato, e non sarà
più. Le nuove generazioni non vedranno mai con i loro occhi masse di studenti francesi invadere la Sorbona e
schiere intere di operai in rivolta contro salari da fame e padroni aguzzini.
Non vedranno mai nemmeno personaggi politici come Martin Luther
King o Mao Zedong. E mai potranno
assistere ad un mondo intero in fermento, voglioso di cambiamento e di
un futuro migliore.
I giovani d’oggi non potranno mai
partecipare al più grande avvenimento
di unione e fratellanza fra musica e pace che fu Woodstock, e ancor meno
sentire parole di sangue "Creare due,
tre, molti Vietnam" da bocche piene di
sacrificio come quella di Ernesto Che
Guevara.
Il Sessantotto è passato, tra ricordi
e speranze svanite negli anni, fra scioperi e cortei di uomini e donne, bambini e ragazzi, tutti uniti uno con l’altra
nel nome del cambiamento. Domani
non accadrà. Giovani da una parte e
adulti dall’altra. I primi abbandonati a
se stessi, gli altri disillusi da una vittoria
mutilata che poco ha cambiato.
I ventenni, perciò, dovranno accontentarsi di vivere questo anniversario come una sorta di non-ricordo di un
DISCOVERY CHITORIO. NEL BESTIARIO DELLA POLITICA PEPERONATA
Dopo il lungo inverno la
natura si risveglia: le gemme sui
rami colorano di un chiaro verde speranza i nostri viali, il cielo si sgombra delle nubi, gli armadi dei cappotti; inoltre, ogni pe, cappelli, portaocchiali, actipo di fauna esce dalla tana e cessori verdi o folte chiome trariprende le proprie funzioni vi- piantate; il periodo della vita
tali. Nella nostra bellissima ter- che preferisce, a parte quello
ra - quei sette colli che già più degli accoppiamenti, viene
di qualcuno ha defichiamato dagli etonito fatali - la fauna logi “campagna eletè costituita essenEcco una giovane torale”, una vera e
zialmente da ‘li paspropria lotta per la
marmotta
seracci che so’ usisopravvivenza; il
gnoli’ di cui parlava
piuttosto avvezza suo verso in genere
Venditti e, soprattutè “fidatevi”, correalle mute
to, dagli splendidi
dato da varie sfuma‘parlamentari’, aniture in base alla razmali presenti anche
za e all’età.
in altri habitat, ma che da nesLa riserva del monte Citosuna parte come a Roma rag- rio – un vero paradiso costellagiungono vette di fierezza e ar- to di margherite, girasoli, rose
monia estetica.
europee e gabbiani in cui gli
Il parlamentaris romanus animaletti più vispi possono vipresenta un manto che può es- vere indisturbati per decine di
sere blu scuro o su varianti del anni – ospita alcuni esemplari
beige, a volte corredato da pi- spettacolari: uno di essi, dal
ris porcus transpadanus, abilissimo nel rendere impossibile la
vita dei suoi simili studiando
norme astruse per la composizione del nuovo branco, o come
il verrum ceppalonicus, capace
di instancabili migrazioni: lo
vedrete schizzare come impazzito da destra a sinistra milioni
di volte; esausto, è poi sua abitudine schiacciare una pennichella al centro esatto della riserva.
Elencare tutte le perle che
Madre Natura ha offerto a noi
romani amanti della fauna,
però, è impossibile. Mi limito
quindi a chiudere questa puntata di Discovery Chitorio parlando di qualcosa che mi sta
molto a cuore: il coraggio dei
valori, come si ostina a strillare
il porcino sogghigno di uno
LUCA SAPPINO
20 ANNI, ROMA
tempo che fu loro e che, sebbene per
una manciata di minuti, andò a consegnare alle loro mani le chiavi del mondo. Il Sessantotto è stato questo: vivere
sapendo di contare qualcosa, di poter
dire la nostra consapevoli di essere
ascoltati e rispettati.
Nulla di fatto
LUIGI MARIANO GUZZO
19 ANNI, CATANZARO
È facile comprendere gli stati d’animo, le pretese e le ambizioni dei giovani sessantottini. Erano figli di un sistema troppo borghese, troppo razionalistico e troppo illuministico. Erano
rampolli di una scuola troppo classista.
Nel 1967, don Lorenzo Milani, il
priore di Barbiana, in Lettera a una
professoressa, per bocca di un ragazzo
scriveva: "Alle elementari lo Stato mi
offrì una scuola di seconda categoria.
Cinque classi in un’aula sola. Un quinto della scuola cui avevo diritto. È il sistema che adoperano in America per
creare le differenze tra bianchi e neri.
Scuola peggiore ai poveri fin da piccini.
Finite le elementari avevo diritto ad altri tre anni di scuola. Anzi la Costituzione dice che avevo l’obbligo di andarci. Ma a Vicchio non c’era ancora
scuola media. Andare a Borgo era
un’impresa. Chi s’era provato aveva
speso un monte di soldi e poi era stato
respinto come un cane. Ai miei poi la
maestra aveva detto che non sprecassero soldi: ’Mandatelo nel campo. Non
è adatto per studiare’. Il babbo non le
rispose".
Dalle rivoluzioni giovanili, dalla radicalizzazione dello scontro sociale, sono passati quarant’anni. E nulla è cambiato! Nel ’68 i ragazzi hanno provato
a mettere a nudo il volto di una società
chiusa su stessa.Hanno gridato al mondo intero che il figlio dell’operaio non
deve essere per forza operaio. Ma nessuno l’ha voluto sentire. E chi l’ha urlato forse neanche ci credeva in fondo.
Se nel ’68 le intenzioni c’erano tutte, è
mancata comunque la buona volontà
per realizzarle. Alla fine per molti la
contestazione si è tradotta quasi in un
nulla di fatto. Chi nel ’68 ha combattuto per una rigenerazione della classe
dirigente, adesso non è più disponibile
a lasciare la poltrona alle giovani generazioni.
Se però guardiamo l’altra faccia
della medaglia la protesta qualche riscontro positivo nel rinnovamento degli anni a venire l’ha avuto. Figlio delle
rivolte del ’68, benché concepito con
un ritardo di ben trenta anni, è lo "Statuto delle studentesse e degli studenti"
(che quest’anno compie il decimo anniversario dall’approvazione). La Carta degli studenti è la prova che la società considera i giovani come una risorsa strategica su cui investire per il
presente e per il futuro del paese.A loro bisogna garantire una formazione
qualificata e moderna che sappia tenere conto delle esigenze attuali della società. Lo studente, quindi cittadino della comunità scolastica, è titolare di doveri, ma anche di diritti.
lui giura: almeno un 7%. È talmente intelligente che non capisco nemmeno cosa gli dica la
testa. Buonanotte, il letto mi reclama.
che con la sua esistenza contiForse avrò gli incubi: in
nua a ricordare perché gli “Ita- uno dei più ricorrenti mi vedo
liani nel mondo” non godano a seguire una Fiamma coperta
di una gran fama (almeno co- di nero che sbuca da chissà
me alleati).
quale anfratto, anche se io soOra basta, spenno protetto da un
go la televisione e centinaio di scudi
vado a dormire, anVado a dormire. crociati apparenteche perché non mi
mente identici ma
Rialzarmi
sento bene: qualcosa
in fondo radicala cena deve essermi
mente diversi. Masarà
andato di traverso, e
gari domani sarà
molto difficile
ora non mi va più
una bella giornata,
giù. Sarà stato il polcon un Arcobaleno
lo con i peperoni o il
sulla Sinistra del
Partito socialista? Un bicarbo- cielo, e il sole che ride aiuterà
nato basterà? Non lo so, sarà il una Rosa bianca a sbocciare.
caso di chiedere consiglio a Rialzarmi come si chiede all’Iquel grande giornalista che si talia sarà molto difficile. Cocandida per ottenere una mo- munque “viva l’Italia”. O alratoria sulla civiltà e che sfida meno sopravviva tutti i suoi ormai ex colleghi
PASQUINO DI ALBA
sulla percentuale che otterrà;
Safari nella riserva del Parlamento italiano
canto particolarmente dolce
perché educato alle armonie
durante lo svezzamento (trascorso rigorosamente su navi
da crociera) e dal manto folto e
nerissimo, può arrivare a parlare degli stessi irrealizzati cambiamenti epocali per ben quindici anni; un altro – una sorta di
giovane marmotta piuttosto avvezza alle mute (passa indistintamente dal rosso Lenin al verde pastello in men che non si
dica) – melodiosamente scandisce dolci citazioni anglofone, da
Kennedy a Obama. Avvistare
queste due particolarissime fiere non sarà molto difficile, visto
che tendono ad essere attirate
da qualsiasi assembramento
con più di quattro persone.
Ci sono poi le varianti più
rare e preziose, come il singula-
netto, Angela Davis deve essere
naturalmente presa con le pinze, discussa e, magari, parafrasata. Però, vale la pena di conoscerla, di leggerla e di farsi
spiegare quanto "la rivoluzione sia una cosa profondamente seria e che, quando ci si impegna nella lotta, l’impegno deve durare per sempre". SOTTO I VENTI
LUNEDÌ 25 FEBBRAIO 2008
a battaglia per decidere chi
sarà il nuovo presidente degli Stati Uniti d’America è ormai entrata nel vivo. Primarie
in pieno svolgimento, Hilary
contro Obama, McCain contro
Huckabee, Bill Clinton contro
tutti. Caucus, Big Tuesday, amicizie negate e rivendicate, insomma, tutto piuttosto complicato.
Per sbrogliare la matassa un
modo c’è: politico.com, sicura-
L
mente il sito più completo, affidabile, interessante dedicato alla politica made in Usa (e a
quanto pare quello più letto anche dagli stessi candidati alla
Casa Bianca). Politico è da
sempre considerato un vangelo
da giornalisti, curiosi, addetti ai
lavori e da chiunque voglia o
debba districarsi all’interno dello spigoloso mondo politico
americano.
POLITICO.COM, GUIDA POP ALLE ELEZIONI AMERICANE
Per l’anno elettorale lo staff del
sito si è superato: la copertura è
davvero impressionante, le notizie sono aggiornate in continuazione, in pratica è possibile
seguire il cammino di Obama
& co. minuto per minuto. Fra le
cose più interessanti c’è Campus Politico, una sezione interamente dedicata agli elettori più
giovani dove sono spiegati in
termini comprensibili e spesso
che forma di pressione sul Congresso americano e sulle decisioni di democratici e repubblicani (è importante ricordare
che la parola “lobby” negli Usa
non ha la stessa valenza negativa che noi le attribuiamo).
Ah, quasi mi scordavo la vera
chicca: Politico’s Kingmaker, un
gioco di fantapolitica in cui si
guadagnano punti predicendo
esattamente i risultati delle varie
LA PROVOCAZIONE. L'APPELLO DI UNO STUDENTE
ironici i meccanismi che regolano la contesa per la Casa Bianca (coro di sospiri pensando al
mare magnum in cui sono lasciati affogare i giovani votanti
italiani).
Un’altra sezione accoglie i profili di tutti i candidati con tanto
di studio sull’andamento dei diversi siti web, spazi Facebook,
video Youtube (contatti, amici,
commenti ecc.). Una cartina in-
terattiva permette di visualizzare, Stato per Stato, tutti gli appuntamenti della campagna
elettorale, dalla data delle primarie a quelle di vari dibattiti e
conferenze. Per avere uno
sguardo più ’interno’ sui temi al
centro del dibattito politico è interessante consultare le pagine
dedicate alle proposte sulle cose
da fare e alle lobby, ovvero ai
gruppi che esercitano una qual-
5
tornate elettorali, si acquista
credibilità politica giustificando
le proprie posizioni, si sfidano
gli amici non nell’asta per Kakà
ma nelle previsioni per le primarie democratiche.
Perché, rielaborando il celebre
motto, la situazione politica è
grave ma non è seria. In Italia lo
sappiamo fin troppo bene. MARCO BILLECI
20 ANNI, PISA
LA RISPOSTA. ANTONIO LIROSI, GARANTE PER LA SORVEGLIANZA DEI PREZZI
BIANCA ERBA, 19 ANNI, BOLOGNA
In che modo Mr Prezzi ci salverà dal caro-vita? Faremo crescere il senso civico degli italiani
La figura di un Garante per la sorveglianza dei prezzi non è una novità
italiana: l'ispirazione al ministro per
l'Attuazione del programma Giulio
Santagata per la Finanziaria 2008 è
venuta dalla Svizzera, dove Monsieur
Prix esiste dal 1991. Si stenta a credere che un Paese virtuoso come quello
dei quattro cantoni, citato ovunque a
modello per il senso civico dei suoi
abitanti, sia dovuto ricorrere a un'iniziativa del genere, segno evidente del
fatto che il nuovo assetto politico dell'Europa ha reso necessario nei vari
Stati un ripensamento globale del
proprio sistema economico.
Salutato come un sorvegliante super partes a cui segnalare violazioni
della concorrenza o scostamenti di
prezzi significativi, Mr Prezzi ha il
compito di vigilare e dare pareri sulle
tariffe decise in toto o in parte da organi pubblici (come luce, gas, telefonia, pedaggi autostradali, prezzi dei
biglietti dei treni, tariffe del trasporto
pubblico, canone Rai) ma anche di
denunciare la mancanza di una reale
concorrenza e libero mercato, di evidenziare, attraverso la comparazione,
le principali e più evidenti differenze
di prezzo rispetto al resto dell'Europa.
Tra gli ultimi provvedimenti annunciati dall'instancabile Mister
Prezzi, per esempio, quello che interesserà l'Rc Auto. Lirosi ha, infatti,
convocato per il 6 marzo i rappresentanti dell'Ania, l'Associazione delle
imprese assicuratrici, per un confronto sulle tariffe. Annunciata, poi, una
"Se le politiche sono impo-
sinergia operativa con le Fiamme
Gialle, in campo anch'esse contro il
carovita. La Guardia di Finanza aumenterà i controlli del 30% rispetto
al 2007: questa stretta collaborazione
mirerà a impedire manovre speculative, frodi e aumenti ingiustificati dei
prezzi, in particolare di pane, carne e
latte. Nonostante tutto però le associazioni dei consumatori sembrano
scettiche: secondo il Codacons "in assenza di norme che definiscano il
'prezzo anomalo', i propositi della
Gdf si risolveranno in un buco nell'acqua".
Ecco qui un punto cruciale: in un
regime di libero mercato le possibilità
per lo Stato di intervenire sui prezzi
al consumo sono decisamente ridotte.
I prezzi sono, infatti, fissati liberamente dagli operatori e non c'è nessun tetto oltre il quale scatta un potere sanzionatorio (questo vorrebbe dire avere dei prezzi amministrati); al
contrario i mercati regolamentati sono soggetti a tariffe stabilite da enti
pubblici o autorità indipendenti. Mr
Prezzi, allora, non rischia di rimanere
- come qualcuno l'ha già definito una mera figura mitologica le cui decisioni poco o nulla avranno a che fare con la vita dei cittadini?
Trasparenza e buon funzionamento della concorrenza dovrebbero essere ingredienti fondamentali
nell'economia di una democrazia,
eppure tutti ricordano il freno imposto dagli interessi delle varie corporazioni (farmacisti, benzinai, tassisti…) al decreto sulle liberalizzazioni
solidarietà
Con un mercato unico e libero
come quello comunitario in cui l'Italia rientra, il potere sanzionatorio
non è in alcun modo compatibile, ma
si può intervenire aumentando la
sorveglianza per evitare le speculazioni e migliorare il sistema informativo. Attraverso questi strumenti infatti si può ottenere una maggiore
sensibilizzazione riguardo all'anda-
Ci è piaciuto
Il numero incriminato de "La Zanzara" di cui parliamo nell'articolo a pag. 4 e che scatenò il famoso processo verrà ristampato in copia anastatica nel quarantesimo anniversario della maturità della
classe del direttore di allora. Gli studenti di oggi del Liceo Ginnasio
"Parini" di Milano scriveranno i commenti. I proventi dell'iniziativa verranno destinati alla costruzione di una scuola in India: due generazioni di studenti unite nel nome della cultura e del riscatto sociale. Applausi.
Non ci è piaciuto
La Fondazione Pubblicità Progresso ha scelto come tema per la campagna 2008 l'emergenza delle morti bianche, su cui anche il presidente della Repubblica ha più volte richiamato l'attenzione del mondo
politico. La scelta è lodevole: il tema infatti, nonostante la portata, non
suscita molto clamore presso il grande pubblico; desta, invece, perplessità lo slogan: "Usa la testa per evitare la croce". Non solo il motto è poco incisivo, ma anche a tratti macabro. Promosso nella sostanza, bocciato per la forma. Atasthalìa
mento dei prezzi e far sì che i consumatori siano in grado di reagire di
fronte ad aumenti ingiustificati. Il
problema del mercato italiano è proprio questo: in un sistema economico
a regime liberale nel quale c'è confusione o carenza informativa si annidano speculazioni e rincari e si perde
il senso civico necessario per tenere
sotto controllo i prezzi e il tasso d'inflazione, in modo che risultino essere
in linea con il resto d'Europa.
La mission quindi è quella di far crescere il senso civico degli italiani rispetto ai prezzi e i poteri consistono
nello stimolare l'attività di sorveglianza e l'esercizio dei poteri di controllo che già esistono, affidati ad autorità quali la Guardia di Finanza e i
Comuni, e nell'utilizzare strumenti
informativi che ci permettono di arrivare direttamente al cittadino-consumatore.
Abbiamo già il sito www.osservaprezzi.it che consente ai cittadini di
controllare il livello dei prezzi di un
ampio paniere di beni di consumo;
siamo intenzionati a potenziarlo e a
utilizzarlo anche per promuovere le
iniziative virtuose. L'importanza dell'informazione è facilmente comprensibile: in Italia nessuno verifica
l'attendibilità della fonte quando i
media parlano in tono allarmistico
dell'aumento di un prodotto e questo
crea una situazione in cui tutti si sentono giustificati a ritoccare verso l'alto i prezzi; il cittadino da parte sua
non ha gli strumenti per capire se
questo comportamento è giusto o no.
IL PUNTO DI VISTA. RITANNA ARMENI SUL FEMMINISMO DI IERI E DI OGGI
La nascita del Garante per la
sorveglianza dei prezzi, insieme alle
misure sulla portabilità dei mutui,
alla class action, alle liberalizzazioni
e agli altri provvedimenti inseriti
nell'ultima Finanziaria dimostrano
un'attenzione nei confronti del cittadino-consumatore che in passato
non c'è stata e indicano che il Parlamento non è stato fermato dalle corporazioni. Si pensi a come è cambiato il concetto di consumatore con il
pacchetto Bersani: al di là dei benefici economici che le liberalizzazioni
hanno portato in alcuni casi, sul piano politico e culturale esso ha cambiato l'agenda politica ponendo il
cittadino-consumatore al di sopra
degli interessi di parte; è riuscito a
portare il tema della concorrenza e
della liberalizzazione vicino alle famiglie toccando aspetti di vita pratica, mentre la visione che se ne aveva
in precedenza lo considerava lontano dai cittadini. Eppure resta il luogo comune che le liberalizzazioni
siano state fermate dalle corporazioni; a me sembra che, nonostante vi
sia tantissimo da fare ancora, un bel
passo in avanti ci sia stato.
Sarà difficile per qualsiasi successivo governo tornare indietro rispetto a questo percorso evolutivo,
apprezzato anche in Europa. Fino a
poco tempo fa eravamo considerati
molto in ritardo per quanto riguarda
le tematiche dei consumatori, ora ci
guardano con rispetto e abbiamo
agito persino da apripista in alcuni
campi. schile vada ridiscussa. Le seconde invece sono anche capaci di ribellarsi a quell'uomo o a
quell'altro - come nel caso Santanché-Fini, ma non si ribellahanno sostenuto le stesse cau- no al modello maschile. Finise, mentre in passato il femmi- scono al contrario per adottarnismo si identificava con la lo: sono aggressive, con la bava
corrente di sinistra.
alla bocca, incazzate. Ma neanIl femminismo è stato asso- che a destra le donne si acconciato all'emancipazione, soste- tentano dei ruoli tradizionali,
nuta da leggi, norme e iniziati- oggi anche loro cercano un
ve di cui, per molto tempo, pro- ruolo maggiore nella società.
tagonista è stata la siFarsi ascoltare
nistra, non solo in mantenendo la proItalia, ma in tutta
pria specificità non
Al ministero
Europa. Oggi è vero
deve essere semplidella Difesa
che vediamo molte
ce: personaggi come
donne di destra in
dovrebbe andare Ségolène Royal e
politica che affermaHilary Clinton sono
una donna
no di voler lottare
considerate relatiper i diritti delle donvamente perdenti in
ne: questo è un fatto
politica
perché
di grande positività. C'è una troppo "femminili", come se la
differenza però tra le femmini- femminilità fosse una debolezste di sinistra e di destra.
za, mentre si impongono figure
Le prime vogliono rompe- come quella di Angela Merkel
re con i modelli maschili; non e Condoleeza Rice: il trionfo
solo vogliono rompere con gli delle non-donne. uomini, ma con i modelli che
MARTINA CHICHI
questi uomini rappresentano,
21 ANNI, ROMA
pensano che la politica al ma-
Al potere trionfano le non-donne come Angela e Condoleeza
state senza considerare il genere, uomini e donne non possono che beneficiare in modo
diverso dei loro effetti", così si
apre il rapporto Istat dell'ulti- sato la separazione era necesmo Global Forum on gender saria, perché dovevamo prenstatics: i dati sono quelli allar- dere coscienza di noi stesse, un
manti di sempre, ma ogni an- uomo avrebbe inquinato il nono ci stupiamo.
stro dibattito interno, avevamo
Negli ultimi mesi le donne bisogno di star sole. Adesso,
sono scese in piazza due volte, proprio perché abbiamo perper manifestare contro la vio- corso un po' di strada, questo
lenza di genere e per
bisogno non c'è
difendere la legge più, c'è invece quel194, sono tornate
lo che gli uomini
Il 90% dei posti
per strada nel moprendano consapemanageriali è
mento in cui sono
volezza di quale sia
riaffiorati temi fonil rapporto con le
occupato da
damentali del femdonne.
uomini
minismo
storico,
Intanto da inhanno rivendicato il
ternet le femminiseparatismo.
ste lesbiche urlano
Le donne hanno fatto un contro gli uomini, colpevoli di
lungo percorso di emancipa- perpetuare uno stupro ogni
zione e liberazione grazie al qual volta fanno sesso, anche
quale, contrariamente a quan- se la partner è consenziente,
do facevano le prime manife- colpevoli per il semplice fatto
stazioni separatiste, è utile che che esistono; rispondono gli
oggi partecipino gli uomini - antifemministi, che dal sito
afferma la giornalista e scrit- Anti-Feminist
dichiarano
trice Ritanna Armeni - In pas- "bizzarre" le richieste più ele-
Venti di
voluto dal ministro per lo Sviluppo
economico Pierluigi Bersani. Le categorie professionali sono brave a difendere i privilegi che ereditano da
generazioni, ma il povero cittadino,
che non ha gli strumenti per capire
se un aumento è giusto o no e se la
concorrenza si attua davvero senza
cartelli, come fa a difendere il suo
potere d'acquisto? In un periodo nel quale gli
immigrati sono continuamente
chiamati in causa per ogni episodio di cronaca nera e il razzismo ha raggiunto livelli allarmanti per un paese civile, fa
piacere acquisire la testimonianza di una giornalista coraggiosa come Rula Jebreal,
che con il libro Divieto di soggiorno ha compiuto un’indagine su una categoria sociale che
molti giudicano e quasi nessuno conosce.
Rula, nel libro afferma che
nei casi di cronaca nera, se il
colpevole è un immigrato sui
giornali si legge "Marocchino"
o "Tunisino assassino", se si
tratta di un italiano invece:
"Mario Rossi ha ucciso la moglie".
Purtroppo nei nostri giornali e telegiornali - senza distinzioni tra destra e sinistra - leggiamo e ascoltiamo definizioni
nei confronti degli immigrati
come nero, prostituta, maroc-
mentari in materia di pari opportunità.
Modi del passato che riaffiorano in alcune correnti femministe, mentre le altre donne
tornano a farsi sentire sui
grandi problemi, anche questi
affrontati già ieri. Sembra che
il femminismo di oggi non riesca a percorrere un cammino
suo, come se credessimo di
avere la strada spianata: forse
troppo abituate all'immagine
della donna vincente che i media mostrano, non percepiamo
come dovremmo il problema
delle discriminazioni di genere
e ci fermiamo solo a riflettere
sulle questioni più gravi o più
superficiali.
Di strada da fare ce n'è ancora molta, però tanta ne è stata già fatta. Prendiamo ad
esempio il ministero delle Pari
opportunità: con la sua stessa
esistenza riconosce il fatto che
le pari opportunità non ci so-
no, almeno completamente, altrimenti non ci sarebbe un emisfero che si pone questo problema. Le donne hanno conquistato punti importanti nella
società, una strada in questa direzione si è aperta, ma è necessario allargarla; è vero infatti
che nonostante le donne vadano a scuola, raggiungano posizioni alte nell'istruzione e nel
lavoro, continuano ad avere
pochissimo potere.
Un'indagine condotta da
Federmanager rileva che il
90% dei posti manageriali è
occupato da uomini; dai
commenti raccolti emerge
che è diffusa la convinzione
che le donne per fare carriera debbano comportarsi come uomini, che avere dei figli
è considerato un handicap,
che sono considerate meno
autorevoli. Sul fronte politico non va meglio: le candidate donne sono poche e quel-
le elette ancora meno.
Il potere politico è tutto
maschile. Il Parlamento è a
maggioranza maschile, ma in
misura enorme: tra Camera e
Senato le donne raggiungono
sì e no il 15%. Questo è un
punto sul quale è necessario lavorare ancora molto. Nel caso
del ministero alle Pari opportunità è stata messa a capo una
donna perché più adatta a ricoprire quel ruolo, non perché
una figura maschile fosse ritenuta sprecata a ricoprire quella
posizione; ritengo invece davvero grave che non si metta
una donna al ministero della
Difesa, ad esempio, perché significherebbe rompere alcuni
schemi e ruoli. Nonostante siano poche, le donne protagoniste della politica negli ultimi
anni hanno sempre dimostrato grande attenzione verso le
problematiche di genere; politiche di schieramenti opposti
IMMIGRAZIONE. DIVIETO DI SOGGIORNO, IL LIBRO DI RULA JEBREAL
Quegli estranei che si sentono italiani
chino, rumeno, extracomunitario, accovacciato, mare che vomita clandestini. Un linguaggio
crudo, crudele.Vengono emesse
sentenze senza valutare caso
per caso.
La violenza non è una prerogativa di una nazione o di un
popolo; tutti i popoli ne hanno
una quota e non è che sia migliore o peggiore a seconda del
luogo dal quale proviene.
Nella premessa descrive il
suo stupore quando, giunta in
Italia, si recò ad una manifestazione e vide la polizia che non
attaccava la folla ma la proteggeva da eventuali disordini.
L’aspetto più commovente
della nostra società sono i giovani che vanno a manifestare
contro le idee di altri, contro le
iniziative di un governo o di
un altro e lo fanno liberamente nelle piazze con la polizia
che è lì per controllare e tutelare l’ordine affinché tutto si
svolga in maniera pacifica e i
partecipanti siano protetti da
attacchi delle frange estremiste. È una lezione di grande
democrazia: quando in un
Paese i giovani non hanno
paura della polizia si è raggiunta una convivenza civile.
Mi piacerebbe che in futuro
anche gli immigrati, incontrando un poliziotto per strada, si sentissero tutelati e protetti perché in qualche modo
fanno parte della stessa società. Quel poliziotto è un cittadino e rappresenta le istituzioni, non le oppressioni dello
Stato, ma la sua parte più nobile, quella che tutela la sicu-
rezza anche quando protestiamo contro di esso.
In tutti i racconti del libro
la protagonista è la sofferenza
interiore dell’immigrato.
È ciò che si crea ignorando
il fenomeno dell’immigrazione
o approcciandolo in maniera
ideologica, dogmatica, demagogica. Il risultato è un disagio
nel quale noi ci sentiamo cittadini europei integrati, ma siamo
percepiti dagli altri come estranei. Mia figlia è nata qui, da padre italiano; è italiana a tutti gli
effetti eppure è considerata ancora un’estranea.
La classe politica è sotto
accusa per le malversazioni e i
comportamenti poco virtuosi;
qualche tempo fa l’europarlamentare leghista Mario Borghezio gridò "roba cristiana,
mai musulmana". Come mai
l’indignazione non è stata la
stessa?
Forse perché non fa audience, non fa vendere i giornali. Il
livello d’intolleranza verso i nostri concittadini, che sono una
parte importante della nostra
economia e della nostra società,
li sta portando a sentirsi alieni
dentro la propria casa. Non ne
posso più di leggere sui muri
scritte come "Negri fuori dall’Italia". Mia figlia mi chiede: di
chi parlano, chi sono questi negri?
Non è più accettabile una risposta singola o frazionata ogni
tanto; ci vuole una risposta collettiva che crei una coscienza
nazionale, che coinvolga tutti,
dall’insegnante dell’asilo nido,
al ministro, per affrontare que-
sto tema in tutti i suoi aspetti.
Quanto può essere importante la scuola nel progetto
d’integrazione e che cosa auspica per il futuro in Italia?
La scuola è il primo impatto con la società oltre la famiglia. È un laboratorio nel quale sperimentiamo la convivenza; al suo interno ci sono migliaia di bimbi extracomunitari e questo apre le nostre menti. Se vai in una scuola americana vedi cinesi, giapponesi,
l’americano "puro" - come lo
chiamano loro - nato in Texas,
il messicano; tutti si sentono
americani, parte di uno stesso
progetto. Auspico per il nostro
futuro una frase di Giovanni
Paolo II: "Non importa che ci
guardiamo l’uno con l’altro,
l’importante è che tutti noi
guardiamo nella stessa direzione". ROBERTO BERTONI
17 ANNI, MONTEROTONDO (ROMA)
6
LUNEDÌ 25 FEBBRAIO 2008
dotta un disegno" è una
mostra particolare: gioca
con i colori, la musica, le immagini televisive. Non ha un percorso obbligato, non ha limiti geografici né tavole cronologiche; le
opere sono collegate dalla richiesta urgente di farsi ascoltare, di
far conoscere tutte quelle realtà
troppo spesso ignorate.
Quale mezzo più indicato del disegno? Un linguaggio universale, comune ai bambini come agli
"A
adulti. Gli schizzi sono stati raccolti negli ospedali di Emergency
e rielaborati da artisti di fama internazionale come Mike Kelley,
Daniel Buren, Nan Goldin. Disegni reinventati, non "ceduti per
beneficienza"; l’artista ha creato,
ha costruito attivamente qualcosa per i bambini.
Fuksas, per esempio, interpreta
con carta da lucido, tempere e
matita le immagini di Ali, ospite
AL VITTORIANO I DISEGNI DEI BAMBINI DI EMERGENCY
di Emergency in Sudan. Kelley,
da una bambina che fluttua nello
spazio con delle farfalle (l’autrice è Shimiar), relizza un inchiostro su carta dove l’Afghanistan,
ovvero la bambina-volante, tocca un uomo, gli Stati Uniti.
Se Mursal disegna un mazzo di
fiori, Lara Favaretto costruisce
una bombola di azoto che suona
una lingua di Menelik. Ogni opera si sdoppia, diviene qualcosa di
assolutamente originale. La mostra è inoltre dotata di una serie
di cabine di ascolto dove è possibile assistere alla proiezione di
estratti del film-documentario
curato da Vauro Senesi e Paolo
Rossi ed ascoltare i brani ispirati
dai disegni.
Le storie dei bambini, intanto,
scorrono su dei pannelli: Kualid
e Samir, afghani, l’uno con l’uretra lesionata, l’altro colpito dal-
l’esplosione di una mina. Souk
ha il femore fratturato, dovuto al
rovesciamento del pick-up su
cui viaggiava. Una brusca frenata e il pick-up carico di persone
si rovescia. Così si viaggia in
Cambogia, a grappoli umani.
Asiuda, due deliziosi fiocchi
rossi, senza un braccio. La guerra però non è solo morte. L’arte
e la comunicazione devono essere strumenti efficaci di contra-
sto, devono proteggere la speranza. Ha spiegato Vauro: "Chi
denuncia le barbarie della guerra tentando di raccontarne gli effetti su chi è costretto a subirla, a
volte si sente rispondere che usare l’argomento dei bambini che
ne sono vittima è facile, retorico
e demagogico. È vero, è facile,
come è facile che siano i bambini ad essere uccisi. È vero è retorico, perché ognuno di loro è un
Parlare di rifiuti e del loro EMERGENZA RIFIUTI. NON BASTA CERCARE UNA NUOVA TERRA PROMESSA
smaltimento oggi in Italia è nominare la corda in casa dell’impiccato o, per usare un altro luogo comune, mettere il dito in una piaga
che è una voragine mai cicatrizzata. Profonda e sanguinante. Infetta di percolato.
ti hanno certamente ragione di tizzazione del problema abbia d’acqua piovana: il percolato, cioè petrolio e alberi (risorse sempre
Alla ribalta mediatica c’è il ca- contestare: non basta spostare prodotto un’estensione significati- il liquame che si produce nella de- più rare) molto ingenti.
so della Campania e l’immagine di l’immondizia da un luogo ad un va del dibattito sul tema, che non composizione della frazione orgaAgendo in questo modo diun’Italia poco diligente e sudicio- altro (anche dal centro alla perife- è più affare dei singoli comuni ma nica dei rifiuti, può così infiltrarsi venterebbe superfluo anche cona, nonostante i severi rimproveri ria della stessa città) sperando che obiettivo nazionale (anche allo nel terreno (se questo non è debi- struire inceneritori, che costano
Ue, che contrasta violentemente nel tragitto si dissolva. Soprattut- scopo di mantenere un briciolo di tamente impermeabilizzato e so- molto e inquinano a loro volta. Lo
con l’idea delle belle vedute pae- to, non si può continuare a pren- credibilità al cospetto delle istitu- prattutto in assenza di sistemi di sanno bene i nostri soccorritori tesaggistiche, del bel mare, della dere in giro i contribuenti - che zioni comunitarie, per le quali non drenaggio) e inquinare le falde ac- deschi, che dopo la svolta ecologibuona cucina, delle tradizioni che nel frattempo pagano la tassa sui siamo i primi della classe sotto quifere. Le discariche non sono ri- ca a base di compostaggio e riciattirano turisti da ogni
rifiuti più alta d’Italia svariati profili), sembra che si stia solutive, sono anzi nociclaggio si trovano con
parte del mondo, idee per vivere assediati dal tergiversando e proponendo per ve, e sono soprattutto impianti di termovalosulle quali la fama e il
pattume - impunemen- l’ennesima volta soluzioni preca- antieconomiche, calcorizzazione che hanno
È dal 1995
Per l’ennesima
prestigio internazionale
te. O addirittura lucran- rie. Dei palliativi, insomma, niente lando che la separaziopoco da termovalorizche si nominano do sui problemi della re- tagli chirurgici.
volta
della città di Napoli e
ne dei materiali e il loro
zare, e accoglieranno a
dei suoi dintorni si sono
gione quel tanto che baSì, perché non basta ricercare riciclo non solo contribraccia aperte l’immonCommissari
palliativi senza
sempre fondati. Proprio
sta per assumere consu- la "terra promessa" dove edificare buirebbe a ridurre i codizia nostrana per teStraordinari
tagli chirurgici
nell’ottica di "salvare la
lenti e impiegati in via nuove discariche, nuovi siti di sti di gestione degli imnerli in attività anziché
faccia" a livello pubbliclientelare, per ristrut- stoccaggio, si dovrebbe anzi inter- pianti di accumulo, ma
chiuderli.
co, infatti, ci si è solleciturare la villa al mare venire sulle tre erre della questio- diventerebbe una risorGli inceneritori, antamente mobilitati per la pulizia (magari abusiva), per foraggiare ne: Ridurre, Riusare, Riciclare. sa per le imprese e un considere- zitutto, non bruciano indistintadel centro storico di Napoli, e con attività camorriste.
Una formula magica che rende- vole risparmio per le famiglie in mente ogni tipo di materiale, anzi
la benedizione del Presidente NaPerché sarebbe fiabesco, se rebbe inutile anche la costruzione termini fiscali.
ottengono resa energetica migliopolitano il Maschio Angioino è non ridicolo, il voler farci credere dei "termovalorizzatori" (lemma
I rifiuti urbani, infatti, si com- re da carta, legno e plastica, nulla
nuovamente lindo e pinto, libero che il patatrack della munnezza più raffinato per dire "incenerito- pongono di residui alimentari e da materiali inerti e lavorano con
da cumuli di spazzatura e pronto a abbia colto alla sprovvista le am- ri"), che allo stato attuale delle co- potature per il 34%, carta e carto- fatica la frazione umida. Dai mefarsi fotografare dai visitatori (che ministrazioni locali.
se sembrano essere l’unico antido- ne per il 23%, plastica per l’11%, talli, invece, gli impianti vengono
hanno comunque annullato in
La Campania, infatti, ha sem- to contro l’invasione degli ultra- legno per il 2%, metalli per il 3%, addirittura danneggiati, poiché
massa le loro prenotazioni di sog- pre avuto con il problema dei ri- corpi, o dell’immondizia.
vetro per il 6% e altro per il re- questi vi fondono dentro. Un incegiorno nel capoluogo campano e fiuti un contenzioso aperto: dal
Le discariche, per prima cosa, stante 21%. Mentre la frazione neritore ben funzionante presupnelle altre città d’interesse storico 1995 si parla di "emergenza" e si sono estremamente inquinanti. La umida, cioè quella organica, po- pone che il materiale da trattare
e artistico).
nominano Commissari Straordi- loro costruzione può avvenire so- trebbe essere trasformata in com- venga selezionato da un impianto
Le reazioni dei cittadini cam- nari. Tredici anni di emergenza lo in siti con terreni impermeabili, post (concime, ottimo per l’agri- di produzione di Cdr (combustibipani - sacrosante - non hanno tar- continuata, dunque. E molti mi- argillosi, e non sono altro che im- coltura, per la florovivaistica o per le da rifiuto) altrettanto efficiente.
dato a scatenarsi: polemiche come liardi investiti per la ricerca di so- pianti per il confinamento dell’im- la bonifica di siti inquinati), la car- Come minimo, dunque, questo impiovesse, sollevazioni, scontri ac- luzioni concrete, ovviamente mai mondizia, spesso sommariamente ta, il cartone, la plastica, il metallo, plica che gli impianti da mantenecesi con le forze dell’ordine, un trovate.
radunata in ecoballe che esposte il legno e il vetro possono essere re (da costruire, nel caso della
clima da guerra civile. E i poveretTuttora, nonostante la media- agli agenti atmosferici si bagnano riciclati o riusati, con risparmi di Campania) siano due.
Le tre erre della questione: Ridurre, Riusare, Riciclare
mondo nella sua unicità. Per
questo abbiamo deciso di raccogliere e raccontare le storie di
Souk, Ali, Kualid, Asuda e degli
altri che hanno potuto regalarci
un disegno, anche se a loro spesso è stato tolto tutto". Tutte le
opere sono esposte al Complesso del Vittoriano di Roma, fino
al 2 marzo 2008. CATERINA MASCOLO
18 ANNI, ROMA
In Italia è costume diffuso non
prendere in considerazione le soluzioni più ovvie ed immediate (al
grido di "la gente non ha senso civico") per lanciarsi in faraonici
progetti, opere pubbliche che non
verranno mai rese operative e che
appesantiranno le voci della spesa
pubblica per creare nuove falle
laddove sarebbe servito un rammendo ben fatto. Il movente economico è sicuramente una molla
fondamentale del processo decisionale: commesse, appalti e incarichi sono sempre una ghiottissima occasione di speculazione sulla pelle dei cittadini, per i quali
anche dal punto di vista sanitario
si prospettano rischi gravissimi,
specialmente con l’arrivo della
stagione estiva.
Contraddizioni, sperperi, progetti dissennati, supercommissari
che vanno e che vengono. Speriamo solo che non si continui a fronteggiare l’emergenza rifiuti con
altri 13 anni di inerzia. FRANCESCA GIULIANI
19 ANNI, ROMA
PROGETTO DE I CANTIERI DELL'ETERE S.R.L.
VIA NAZIONALE 5 - 00184 ROMA
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ogni moderna democrazia. Non futuri giornalisti i lettori-redattori di Zai.net (almeno non tutti), ma quanto
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Ma Zai.net non è solo un mensile, è un progetto formativo che si articola attraverso:
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