TERIOL LADIN CIMA SIEF – COL DI LANA
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TERIOL LADIN CIMA SIEF – COL DI LANA
25 Giugno 2006 TERIOL LADIN CIMA SIEF – COL DI LANA Referente Patrizia Paladin Tel. 0422.382781 Partenza: Domenica 25 Giugno 2006 ore 6.30 dal Piazzale della chiesa di Dosson Rientro previsto: ore 20.30 Difficoltà: Gruppo A: EE Percorso sempre ben segnato con un piccolo tratto esposto, assicurato con funi metalliche Gruppo B: E Percorso abbastanza facile su sentiero e strada forestale Lunghezza: Gruppo A: 9,5 km / Gruppo B: 10,5 km Dislivello: Gruppo A: 884 m / Gruppo B: 690 m Quota massima: 2452 m (Col di Lana) Tempi: Gruppo A: 7 ore / Gruppo B: 6 ore Equipaggiamento: Abbigliamento per percorsi di media montagna, buoni scarponi, utili i bastoncini, pranzo al sacco Cartografia: Tabacco 07 - Sentieri n° 21 – Teriol Ladin Costi auto: A/R 280 km x 0,15 € = 42,00 € Avvicinamento: Si prende la SS Feltrina, e quindi a Quero la sinistra Piave che si percorre fino a Busche, si gira a destra e ci si immette sulla SS 50 che si segue fino a Sedico, si svolta quindi a sinistra e si percorre la SS Agordina fino a Caprile, dove si svolta a destra seguendo la SS 563 fino ad immettersi, svoltando a sinistra, sulla SS 48 in direzione Pieve di Livinallongo, dove sul tornante s’imbocca la stradina per Palla. Escursione: Il percorso inizia dal paese di Palla, raggiungibile in poco più di cinque minuti d'auto da Pieve di Livinallongo, percorrendo una stretta strada asfaltata. Poco prima del villaggio un'ampia piazzola consente di abbandonare l'auto prima di inoltrarsi lungo una strada forestale chiusa al traffico veicolare. Il Teriol Ladin, parola che tradotta significa veloce, scorrevole, sale con pendenza dolce lungo una carrareccia per un breve tratto. Arrivati ad un bivio, sì svolta a sinistra inoltrandosi nel bosco; qui domina l’abete rosso e, nel sottobosco è presente la fragola ed il lampone. In questa zono sono presenti: il capriolo, lo scoiattolo, la martora, la civetta capogrosso, il gallo cedrone, il picchio rosso maggiore, la cinciallegra, un piccolo uccello molto comune dalle piume del dorso color giallo-verdastro e la ben più rara rondine di montagna. Continuando, il bosco si fa più diradato e la presenza del larice meno fitta; sulla destra tra gli alberi si aprono ampi squarci, attraverso i quali si gode un meraviglioso panorama. La flora è qui rappresentata dalle specie foraggiere del pascolo d'alta montagna, con la presenza della campanula barbata, il giglio martagone dai bellissimi fiori di colore rosa-violaceo con petali ricurvi all'indietro, la genzianella germanica con i suoi fiori color azzurro-violaceo. Si costeggiano vari fienili e ricoveri di montagna abbandonati, mentre davanti a noi si può già intravedere la cima del Cenglèi, sede del comando italiano La Marmora. Attraversato un piccolo ghiaione si procede a sinistra salendo con un ripido zig-zag fino a raggiungere la cima, 2221 m, dove, resti di trincee italiane, testimoniano la dura battaglia svoltasi in quei luoghi. Da qui è ben visibile la nuda vetta del Col di Lana, meta della nostra escursione. Il Teriol Ladin, prosegue seguendo il fianco nord e costeggiando i resti delle esplosioni delle mine italiane del 1916 e 1917. Ben evidente la natura vulcanica delle vette del Sief e del Col di lana, naturale proseguimento del gruppo del Settsass. Arrivati al passo Sief, 2209 m, gli eventuali due gruppi A e B, si separano. Il gruppo B prosegue seguendo il Teriol Ladin che, rimanendo in quota, conclude ad anello il giro del monte Sief e del Col di Lana. Il gruppo A, svoltando a sinistra sale lungo la dorsale nord del Sief raggiungendo la vetta, 2424 m. Durante tutta la salita si possono osservare le trincee “nemiche” parzialmente recuperate. Sulla cima è propizio fermarsi per ammirare il bellissimo e vasto panorama che vi si gode: si vedono il Setsass, il Lagazuoi, le Tofane di Mezzo e di Rozes, l'Averau il Nuvolau e la Gusella, la Croda da Lago e i Lastoni de Formin, il Monte Pore, il Pelmo e il Civetta, la Marmolada e a chiudere il cerchio il Gruppo del Sella. Proseguendo il tracciato si fa un po’ più impegnativo, ma la presenza di una corda fissa lungo tutto il percorso, attraverso il cratere prodotto dalla mina, permette anche ai meno esperti di procedere. Ancora una breve salita, lungo la quale s’incontrano anche delle scalette, ci permette di raggiungere in breve la vetta del Col di Lana 2452 m dove è stata innalzata una grande croce di legno. Poco più in basso, nel 1927 è stata costruita una graziosa chiesetta e, più recentemente, subito sotto la cima è stato eretto anche un piccolo bivacco incustodito. Sul lato orientale, appena sotto la cima, là dove si vede l'enorme cratere scavato dalla mina fatta brillare il 17 aprile 1916 durante la Grande Guerra, quando quassù si sono affrontati lungamente e cruentamente popoli e genti della montagna, c'è un monumento eretto nel 1995 con iscrizioni in tre lingue: italiano, tedesco e ladino. Il percorso di ritorno si snoda sul versante sud, la pendenza si fa subito accentuata ed in breve ci si trova a dover affrontare un tratto abbastanza ripido, superato il quale si prosegue fino al Capello di Napoleone 2200 m dove si possono osservare i resti delle fortificazioni italiane. Sui versanti del Col di Lana, anche nelle vicinanze del sentiero percorso, vi sono alcune gallerie artificiali scavate durante la Grande Guerra; queste gallerie sono oggi indicate con iscrizioni commemorative e l'entrata, sia pure non agevole, non è comunque stata chiusa totalmente. Terminato il tratto più ripido si raggiunge la località nominata Plan de la Chicia 2100 m dove troviamo una lapide ricordo. E’ qui che i due gruppi si riuniranno per tornare, dopo un breve tratto ancora con forte pendenza, ad incrociare la strada forestale, da imboccare svoltando a sinistra, che passando per il Museo della Grande Guerra posto in località Plan de La Lasta, raggiunge il parcheggio vicino all’abitato di Palla da cui siamo partiti. Cenni storici: Il Col di Lana è tristemente ricordato con il nome di “Col di Sangue o di morte “ poiché lungo tutte le sue pendici nell’arco di due anni sono morti 6800 fanti italiani e 1800 austriaci. La vetta del Col di Lana fu uno dei capisaldi austriaci più ambiti dalle forze armate italiane che riuscirono solo con l’esplosione di una mina da 5 tonnellate, fatta brillare il 17 aprile 1916, ad avere le meglio sull’artiglieria nemica. Contrariamente a quanto si pensi, furono le truppe di fanteria ad avere il maggior numero di caduti in questi luoghi, soprattutto le brigate Alpi e Calabria. I resti dei soldati italiani sono tumulati nell’ossario che s’incontra a Pian dei Salesei salendo verso Pieve di Livinallongo, mentre i militari austriaci riposano all’ossario del passo Pordoi. Non possiamo infine dimenticare i 120 soldati morti durante l’esplosione della mina i cui resti giacciono sotto le rocce sul Col di Lana. Ancora oggi non è raro poter trovare ossa che casualmente emergono tra i ghiaioni dei torrenti, che il disgelo estivo fa scendere dalla cima… Grafici del percorso: Prossima escursione: Sabato 08 - Domenica 09 Luglio 2006 VAL DI FUNES – RIFUGIO GENOVA – SASS DE PUTIA Referente: Gobbo Gianpiero / tel. 348.5425069 Presentazione: Giovedì 06 Luglio 2006 ore 21,00