La Scoperta delle Donne James Lawless

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La Scoperta delle Donne James Lawless
La Scoperta delle Donne
James Lawless
Traduzione di Gian Marco Rossetti
Sommario
Titolo Pagina
Altre opera di James Lawless
La Scoperta delle Donne
www.jameslawless.net
Altre opera di James Lawless
Romanzi
Sbucciando arance
(tr Martina Divisoli)
Per Amore di Anna
(tr Claudia Miruzzo)
Il Viale
(tr Luisa Agnese dalla Fontana)
Alla ricerca di Penelope
(tr. Nadine Dresing)
Poesia
Rus in Urbe
(tr Licia Braga)
Giovanile
The Adventures of Jo Jo
Critica
Il sentiero nel bosco intricato:
La poesia, un modo per guardare il mundo
(tr Cristina Cinquini)
La Scoperta delle Donne
“La Scoperta delle Donne”
Autore James Lawless
Copyright © 2015 James Lawless
Tutti i diritti riservati
Distribuito da Babelcube, Inc.
www.babelcube.com
Traduzione di Gian Marco Rossetti
Progetto di copertina © 2015 Vikncharlie at Fiverr.com
“Babelcube Books” e “Babelcube” sono marchi registrati Babelcube Inc.
... Perchè la verità è che gli esseri umani non hanno nè il garbo, nè la fede, nè l’amore più di quel
che serve ad accrescere il piacere dell’istante. Cacciano in branco. I loro branchi scorrazzano per
deserto e si dileguano urlando nelle lande selvagge. Abbandonano i caduti. Si stordiscono con il ber
e rimangono inebetiti nelle loro smorfie.’
da Mrs Dalloway di Virginia Woolf.
‘E accade perchè sei inerme e incapace di ottenere alcunchè, di avere giustizia o compenso,
perciò è in te stesso che ti affatichi, che ti armi e combatti, paghi i debiti, ricordi gli insulti, combatt
replichi, neghi, accusi, denunci, trionfi, superi in astuzia, vinci, vendichi, piangi, insisti, assolvi, muo
e torni a nascere. Tutto da solo! Dove sono tutti? Nel tuo seno e nella tua pelle, l’intero cast.’
da The Adventures of Augie March di Saul. Bellow.
‘Scrivere è giocare con il corpo della madre.’
Roland Barthes.
A Declan Kiberd
Prefazione dell’Autore
Recentemente, sul web, sono stato citato nel blog di un mio amico, in una discussione denomina
The Next Big Thing, una serie di interrogativi circa i progetti futuri degli scrittori. L’intento era d
attirare attenzione su scrittori e i loro blog (a me sembra che al momento gli amici siano più inclini
visitare la mia pagina Facebook piuttosto che il blog). E’ stato allora che ha preso il sopravvento u
romanzo che mi ronzava in testa, ma che avevo al momento lasciato nel cassetto. Il titolo del romanz
è La Scoperta delle Donne, inteso volutamente in due modi: come conoscere le donne e chi, cosa
donne stanno scoprendo.
Da dove ti è venuta l’idea del libro?
Avevo appena riletto e mi aveva piuttosto commosso The Lonely Passion of Judith Hearne
Brian Moore, incentrato sulla difficile situazione di una donna nubile di mezz’età, che si rifug
nell’alcool e nella religione per evitare di cadere nella stretta morsa della vita. Sentivo una grand
simpatia per quel personaggio, la sua solitudine, quel carattere ordinario, la sua vulnerabilità, che m
ricordavano una mia vecchia zia zitella; il mondo reale che Judith deve sopportare, l’altra faccia del
cultura della celebrità (su sei un nessuno allora sei realmente qualcuno nel mio libro); dunque h
cominciato a immaginare di poter scrivere qualcosa di simile ma più aderente al momento attuale (
un’Irlanda postcattolica e multietnica), e così è venuto alla luce il personaggio Laurence J Benbo: un
scapolo, non più nello splendore della gioventù, con il punto debole del sesso piuttosto che dell’alcoo
Può essere che assomigli più a un Herzog che a una Judith, data la sua natura solipsistica e
esistenzialista espressa in modo così eloquente, tuttavia in comune con la creatura di Moore presen
una certa vulnerabilità, nella solitudine della sua persona inviolata.
Come sta una persona così in un mondo fondato sulla vita di coppia? Come viene percepito dal
status quo? Quali sono le sue necessità, sessuali e spirituali (leggere poesia lo aiuta a soddisfa
queste ultime)? E’ un prodotto della nostra società. Quindi abbiamo responsabilità nei suoi confront
Quali sono i pericoli per lui là fuori? Più ci pensavo meno il soggetto mi appariva lontano, e potev
vedere Benbo in carne e ossa camminare per il Giardino Botanico o attraverso le strade di Dublino co
il suo ombrello dall’impugnatura in teak (strumento simbolico? Lo protegge da altro oltre che dal
intemperie?). Potevo vederlo dirigersi al lavoro in PRINT 21 o verso il suo appartamento in Nor
Circular Road, nelle sue deferenti visite alla madre alla casa di riposo, o la domenica quando si recav
a Malahide a trovare la famiglia del fratello; e di notte, con la solitudine che incombe, cosa arriva
fare? Spetta a noi giudicarlo? In fin dei conti i lettori sono la sua giuria; è tanto vero quanto reali son
le lettere di sollecito che giacciono sopra la sua scrivania in attesa di essere aperte. Non tocca a n
occuparcene. Dopo tutto non è né un assassino né un pedofilo (si affretta a sottolineare); non h
intenzione di far male a nessuno. Quindi, piuttosto che ergerci a censori, accompagniamolo durante
sue passeggiate per le vie di Dublino, e vediamo dove ci porta, mentre, come sua abitudine, ci lascia
tempo di meditare lungo il cammino.
A quale genere letterario appartiene il tuo libro?
Narrativa accessibile a tutti.
Se potessi scegliere gli attori per interpretare i tuoi personaggi in un film quali sceglieresti?
Potrei vedere Bob Hoskins, magari ringiovanito, in età lavorativa, nella parte di Benbo ch
cammina solitario portando il suo ombrello, a disagio tra le donne, con la sua vulnerabilità e le su
stranezze.
Per Jadwiga, l’immigrante clandestina bielorussa che lavora come ballerina di lapdance, vedr
bene Scarlett Johansson. Ha quel tipo di fascino che può far girare la testa a uno come Benbo e al
stesso tempo la freddezza per tradirlo facilmente.
Come si potrebbe descrivere in una sola frase il tuo libro?
Uno scapolo vulnerabile viene corrotto sessualmente.
Quanto tempo hai impiegato per la stesura della prima bozza del tuo manoscritto?
Poco più di un anno per la prima stesura e un altro anno e mezzo per la riscrittura, che mi h
portato a delineare i personaggi in tutta la loro vanagloria.
Quali altri libri accosteresti a questa storia, rispetto al genere?
Come affermato in precedenza, The Lonely Passion of Judith Hearne di Brian Moore, ma anch
Herzog di Saul Bellow per il suo viaggio esistenziale.
Chi o cosa ti ha ispirato nello scrivere questo libro?
Nel periodo in cui in Irlanda assistevamo al bombardamento quotidiano di scandali di natu
sessuale, e di recente alla caccia alle streghe sessuali, ho cominciato a indagare sulla natura del
sessualità, su cosa fa il sesso alla gente, come viene sfruttato, venduto e barattato, sulle natura
inclinazioni umane, su come il sesso viene manipolato e distorto dalla società, usato per mascherare
nostre inadeguatezze, su come siamo bravi a classificare e incasellare il minimo peccatuccio in u
nuovo sistema di valori puritano, giustificato a dire il vero dal continuo ripetersi di casi di pedofilia.
ho pensato: stiamo tralasciando qualcosa lungo il percorso? Questa forse è la domanda fondamenta
che il romanzo pone. Stiamo gettando il bambino innocente insieme all’acqua sporca? Pens
all’incremento dei suicidi maschili: ha a che fare qualcosa con l’atteggiamento generalizzato del
società a proposito del ruolo dei sessi? I maschi non si azzardano più ad abbracciarsi o a toccarsi l’u
l’altro per timore di essere bollati come gay – la minima cosa indecente provoca disagio; quando v
bene si ottiene scherno e discredito (buffo che si trovi la parola “indecente” in un sacco di racconti
diventa un marchio, una volta che la voce si sparge la persona diventa un infetto (innocente
colpevole, condannato comunque, come l’avvocato spiega a Benbo). Le conseguenze di un simi
comportamento inibiscono gli scambi emozionali tra le persone, isolano i sessi l’uno dall’altro (com
Miss Ú Ryan e la sua cricca spiegano a Benbo), e tutto questo porta a una società a rischio, a gente ch
avanza senza speranza nel tunnel della solitudine individuale. L’unico modo sicuro è vivere come un
pietra; siamo vittime della nostra natura moralista; terrorizzati dalle nostre debolezze. Ecco quello ch
volevo ottenere con Benbo, mostrare la sua vulnerabilità. Quanto sia facile corrompere qualcuno. Qu
è il ruolo dell’uomo di oggi? Bisogna andare indietro, non necessariamente alla apertura esagera
dello stile elisabettiano, ma almeno a uno stadio in cui possiamo liberarci dai ceppi delle pseud
convenzioni, in sui sappiamo abbracciarci e toccarci l’un l’altro senza per forza essere marchiati
additati, che è davvero solo una forma di sfogare le proprie personali paure, sentenziando a vanve
sulla base di pregiudizi superficiali. A lungo andare siamo tutti perdenti, maschi e femmine. Stiam
negando la nostra psiche, la nostra sessualità, la nostra vera natura. Abbiamo paura di esser
vulnerabili, di essere aperti alle possibilità. Noi per lo più viviamo in un villaggio di sofistica
falsità, in una tribale arretratezza, timorosi di mostrare l’individuo che c’è in noi; timorosi
accettare l’unicità di ogni persona; ci sentiamo minacciati dalle differenze. Non solo in Irland
Succede in ogni contesto; nel posto di lavoro (che Benbo soffre), in Irlanda del Nord, musulman
cristiani, tutti siamo tribali, cerchiamo sicurezze nei numeri. Ci manca il coraggio di rimanere sol
quindi quando vediamo un solitario lo invidiamo nel profondo, lo condanniamo alla lapidazion
sociale; ci siamo convinti che è lui il nemico del popoli (concordo con Brecht quando afferma ‘l’uom
più forte del mondo è uno che sa stare solo’). Dimentichiamo forse quanto suggeriva Beckett, la vi
non è altro che un breve spiraglio tra nascita e morte, in cui stiamo a cavallo della tomba? Quin
sicuramente la cosa da fare, noi così come Benbo, è rivolgersi onestamente alla natura di questo pos
chiamato mondo con una posizione di domanda, per il tempo in cui si rimane, e poi alimentarla prim
di lasciarlo; è il massimo, almeno secondo Benbo, che ci possiamo aspettare. Senza una ricerc
condotta anche correndo il rischio che comporta una domanda aperta a qualsiasi possibilità, possiam
solo provare a infastidire i corvi che gracchiando accompagnano il nostro cammino verso l’obli
Abbiamo a disposizione molti canali multimediali, possiamo comunicare come mai nel passato ci
poteva aspettare, eppure quanto raramente ci si serve di quello più decisivo, da persona a persona, d
anima a anima, da sesso a sesso? (Pensiamo ai ‘reality’ che spuntano in ogni angolo della TV, di cos
trattano, quali bisogni soddisfano, quando la verità vera è che questi show screditano e ridicolizzano
veri rapporti tra le persone). Quindi, ironia, anche nel mondo della comunicazione globale non siam
mai stati più isolati l’uno dall’altro.
Che cos’altro del libro potrebbe sollecitare l’interesse del lettore?
S e Knowing Women è ambientato a Dublino, la solitudine del personaggio, credo, va oltre
geografia. Mi immagino Benbo per le strade di New York o Londra, per le strette vie dei quartie
centrali di Barcellona e Parigi, in cittadine del New Jersey, dove c’è completa solitudine, la solitudin
del mondo.
Dunque il romanzo, se si vuole, è un racconto con una morale, ma senza le limitazioni impos
dalla moralità convenzionale (o un avvertimento alla società, a seconda delle interpretazioni scelte
E’ quella descritta prima la direzione che stiamo prendendo, il modo in cui generalmente vien
trattata la gente come Benbo, una persona, non un santo (lungi dall’esserlo), ma un paradigma p
ognuno, uomo o donna (l’idea di genere viene esaminata in piscina, o con sua madre – gli elemen
femminili nell’uomo, quelli maschili nella donna, il ridimensionamento dell’uomo macho, o piuttos
della donna macho, visto che si interroga sull’androginia che tutti presentiamo)? Quello che manca
Benbo (il suo tallone d’Achille in società forse è simboleggiato dai pantaloni, troppo corti nel retro)
una certa astuzia, un’incapacità a celare la propria onestà; è pronto per essere sfruttato, u
personaggio che la società può facilmente mettere in croce. Probabilmente è questo il punto a cui
romanzo mira arrivare a mostrare: che la complessità e sofisticazione della società attuale altro non
che una patina che cela la sua profonda natura selvaggia, predatoria. Nel progredire stiamo fors
creando più problemi di quanti ne risolviamo? La storia degli innumerevoli fattori che costituiscono
sentimento umano deve ancora essere scritta, questi ricchi e distinti mondi interiori della gen
(Virginia Woolf fu per questo criticata, in verità), l’animo sensibile i cui pensieri così spesso sono i
contrasto con le fredde strutture superficiali della società. Quello che si può dire e quello che non
può dire. Le regole, la falsa grammatica imposta, come siamo analizzati. Il mondo reale fatto
persone che si reggono a malapena, eccentrici, idiosincratici, qualsiasi cosa, è appiattito, sterilizza
da dettami esterni. Allora Benbo decide per sé – non che avrebbe voluto altrimenti – ma il su
problema è che non riesce a trovare una nicchia, un posto dove, senza conseguenze avverse, poss
esprimere realmente il suo essere individuale – la nuda creatura nascosta, che sta cercando di tenere
vita in una giungla di falsità umane. Quello che uno stanco Benbo impara alla fine non è solo che l
non conosce nessuno, ma che nessuno potrà mai essere veramente conosciuto. Tutti noi trasciniam
troppi fardelli; siamo pieni di trucchi e di scuse, simulazioni e montature, sempre a giustificare n
stessi, e quello che non si può evitare, la vita proprio come è, la impariamo solo alla fine. E anco
nonostante tutto un filo c’è: l’innocenza della fanciullezza può essere salvata; una rana può esse
trasformata in un principe.
J.L.
Febbraio 2013
Splende un caldo sole di settembre quando Laurence J Benbo, ricambiando il sorriso di cortesia
simpatico custode seduto dentro la guardiola, varca il cancello del Giardino Botanico di Dublin
Elegante, in giacca militare in lana e cravatta, appoggiandosi al suo ombrello, percorre il sentier
tortuoso per la sua passeggiata giornaliera dell’ora di pranzo. Visto da dietro, uno si può accorger
che i pantaloni grigi in lana pettinata gli salgono sulle corte gambe, lasciando così intravedere
sottili calze di cotone nero. Cammina di buon passo – per tenersi in esercizio, ma anche cosciente d
tempo limitato di cui dispone – lungo il viale di pioppi, e si lascia dietro l’ampia volta della querc
da sughero sotto la quale spesso trova riparo dalla pioggia.
Mentre cammina si toglie il soprabito, lo appoggia con cura sul braccio sinistro, sopra la giacca
tweed, si allenta la cravatta e apre il primo bottone della camicia – il bottone è troppo stretto;
prossima volta che mi compro una camicia, si ripropone, proverò una taglia sedici e mezzo. Tira fuo
dalla tasca destra dei pantaloni un fazzoletto bianco profumato e si asciuga dal sopracciglio un
goccia di sudore appena formatasi; l’attaccatura dei capelli si sta facendo spazio, e lui sembra p
vecchio dei suoi trentasette anni.
E’ tentato di sedersi, per il gran caldo, su una delle panchine più vicine, ma decide di proseguire
passeggiata, come suo solito, attraverso la Sequoia Gigante. PRINT 21, dove lavora come design
grafico, non è lontana dai Giardini (sette minuti e mezzo a passo-Benbo, per la precisione, d
cancello anteriore alla poltrona girevole). Un giorno – era l’anno scorso o l’anno prima? – un giorn
non diverso da questo, ricorda, il sole splendeva caldo sulla faccia, come a fargli un’affettuos
compagnia, così piacevole che era rimasto seduto sulla panchina con la testa dondolante e poi e
piombato nel sonno; al risveglio era in completo panico e dovette ritornare di corsa tutto sudato
ufficio, per poi trascorrere nel massimo disagio tutto il tempo che rimaneva del pomeriggio. No
avrebbe permesso che succedesse ancora; niente di buono; niente di valido: Fuori Commercio. L
giovani donne che trovano una comoda scusa per evitarlo. Molto consapevole di ciò, mol
consapevole della propria igiene; quando uno vive da solo, da scapolo, è facile che si trascuri; è faci
essere etichettati, facile che ti aspettino al varco. Quindi deve avere in tali faccende il massim
scrupolo: non fornire spunti per pettegolezzi; niente materiale perché ti possano fare una risata stupid
alle spalle. Si ferma sotto al tasso, sul quale hanno applicato una piccola placca: legno adoperato p
costruire archi. Benbo, l’arciere, l’origine del suo nome; la W si è persa chissà quando nel temp
(bow, cioè arco in inglese, ndt). Pensa al padre scomparso, del quale comunque sa poco; era pi
inglese, a detta di tutti, di tutti gli irlandesi. Quindi perché dopo la guerra non era tornato
Inghilterra se c’era comunque qualcosa che lo interessava? Mamma, in apparenza, non ne volev
sentir parlare. Non aveva forse un buon lavoro come tipografo con quello che allora era il grupp
Smurfit?
Si siederà sotto il grande tronco della Sequoia Gigante per dieci minuti, no – consulta l’orologi
un fiero esagono al quarzo a numeri romani, con il cinturino in pelle rossa comprato da poco – nov
minuti, e poi tornerà in fretta in ufficio. Passerà dallo stagno dei gigli, poi dal fiume e passato
piccolo ponte renderà omaggio alla statua di Socrate, 469-399 a.c. Ci passa sempre, ormai sa
memoria le date. Buffo, il tempo che va all’indietro. Andava tutto all’indietro prima della venuta d
Cristo – un sorrisetto (Laurence J Benbo non è del tutto infelice; sa ancora cogliere il lato curios
nelle cose). Passa attraverso le aiuole, su quel terreno acido di erica e rododendro, percorrendo
sentiero acciottolato, al lato del quale alcuni pilastri riportano incisi versi dell’epoca vittoriana:
friendly word, a kindly smile... e, reso celebre, nella sua veste dorata, da Gairdíní na Lus, verso
cancello verde dell’uscita e l’insegna in vetro che riporta gli orari autunnali di apertura e chiusur
Secondo i suoi calcoli, sarà in ufficio entro cinque minuti, giusto il tempo per farsi una tazza di
prima di riprendere a lavorare.
Come si avvicina alla Sequoia Gigante sente una brezza che scompiglia, meglio, scuote gli ag
come un balsamo gentile, come, gli viene in mente, nell’antichità facevano gli schiavi con le fogl
ondulate di palma. Guarda verso l’alto, ammira la maestosità dell’albero: sembra talmente alto d
poter grattare la cupola blu del cielo (unica interruzione nell’azzurro continuo, la lunga striscia bianc
del fumo di un jet). Il posto sarebbe ottimo, lontano dal percorso dei passanti (inclini come lui
concentrarsi su sé stessi quando si siede in luoghi pubblici), però come si avvicina si rende conto co
disappunto che la panchina è occupata. Mai prima l’ha vista occupata; non questa panchina; non la su
panchina. In fondo a un lato di quella, seduta a leggere, una ragazza dai capelli biondi raccolti, fors
quasi sulla trentina. Da una gonnella in denim blu spuntano gambe lunghe e sinuose. La sua giacc
pure in denim, ripiegata accanto a lei, appoggiata sopra a quella, una borsetta in eco pelle.
Lui prima non ha mai condiviso una panchina; è una regola non scritta: se una è occupata de
cercare nei dintorni finchè non ne trovi un’altra libera. Ma perché, si stupisce Benbo (attratto dal
gambe di lei), solo per questa volta, non dovrebbe sedersi all’altra estremità della panchina; in fin d
conti la legge non scritta se l’è inventata lui, forse un segno della sua nevrosi? E’ stanco e un po
sudato: ha deciso fermamente che il resto può attendere, e di concedersi un premio da nove minut
Perché mai il suo progetto per il pomeriggio dovrebbe andare all’aria per l’apparizione fortuita di u
altro essere?
Laurence J Benbo non è avvezzo alla compagnia femminile (escludendo, certo, al lavoro),
meglio è stato costretto a crescere senza averne l’abitudine per diversi anni a causa del su
fidanzamento con Deborah Mulvany (meglio, per come la vedeva lei erano fidanzati; per quanto no
ci fosse stato lo scambio di anelli, bastavano le garbate parole preliminari a farglielo intendere com
assodato).
A lui era dispiaciuto che fosse finita come era finita, ma lei era troppo possessiva, in mod
sanguinario possessiva, che la metà bastava; e la madre di lei, donna ossuta e cenciosa, minacciava
trascinarlo in tribunale per aver rotto la promessa. ‘Quale promessa? Fammi vedere la promessa
continuava a dire. Che cos’è che rende certa gente tanto possessiva? Lepre e segugio. Non è quello ch
lui voleva. Lo avevano spaventato a morte. Alla fine, concluse, tutta una faccenda per cui non ne va
la pena. A doversi cercare una storia adesso, sarebbe stato da considerare un’eccezione da far entrar
nel suo stile di vita solitario, oltre alla difficoltà, per bene che fosse andata, di rompere con le propr
abitudini, ma in special modo ora che gli anni strisciavano via: dove trovare compagnia? A chi serv
compagnia? Non ora, con Internet che fa svagare la gente; non aveva realmente bisogno di andare d
nessuna parte.
La ragazza si muove. Si bagna un dito e gira una pagina. Adesso é abbastanza vicino per leggere
titolo del libro, un’edizione tascabile di Anna Karenina. Aveva visto il film anni prima con Deborah a
vecchio Corinthian (Deborah andava in estasi per i film strappalacrime, lui ci era andato solo per far
piacere). E’ già arrivata alla scena in cui l’eroina si getta sotto al treno? Ridicolo; quella c’è alla fin
la ragazza è solo all’inizio. Si ricorda delle battute iniziali. Come erano? ‘Le famiglie felici
assomigliano tutte, ma ciascuna famiglia infelice è infelice alla sua maniera.’ (Abbastanza vero,
suppone, solo se uno si volesse soffermare su tali argomenti). Lei legge lentamente; sillaba le paro
come se... quanto ci metterà, così lenta, ad arrivare alla fine di un libro così voluminoso? Violent
come storia; curioso che sia diventata così popolare tra le signore. La ragazza accavalla le gamb
offrendo a Benbo una sbirciata mozzafiato delle mutandine nere. Lui si immagina queste gambe, pel
splendida senza lentiggini, dentro un bikini, uno di quei fili interdentali che ha visto su Internet.
Si siede all’estremità lontana della panchina, al limite estremo, una natica sospesa nel vuoto. L
con il suo libro appare statuaria, sorride (un sorriso dolce) dai suoi occhi verdi come un lucentissim
chicco d’uva, il sole che splende fa risaltare i suoi denti bianchi, poi riprende a leggere. Semb
perplessa; aggrotta le ciglia: è alle prese con una parola. Spunta una penna, tocca le sue labbra; u
appunto preso sopra un taccuino giallo a spirale.
Lui vorrebbe avere un libro, qualcosa per tenere impegnate le mani (altro che tenerle lì impaccia
una sopra l’altra a reggere l’ombrello), girare una pagina, o qualsiasi altra cosa su cui concentrars
Quando uno si siede in luogo pubblico diventa un elemento del panorama, un punto di fuga, l’aspet
fisico di un’idea e niente altro, una curiosità da sottolineare, un esemplare tipo un’erba o il musch
che cresce ai piedi dell’albero. Guarda quello che è spuntato fuori dall’ultima volta che siamo passa
qua. A quale specie appartiene? C’è nel libro? Nella classificazione di Linneo: Homo ludens.
Lei si sposta leggermente, aggiusta la posizione. Se si alza, la panchina vibrerà? Manderà u
sussulto lungo le venature del legno? Concentrati, Benbo, si rimprovera, sugli affari tuoi. Cos
cucinarsi per cena stasera? O uscire fuori a mangiare? Sicuramente no, si è già premiato il giorn
prima con il pranzo al nuovo ristorante Botanic. Uscire a mangiare due volte in una stessa settiman
che esagerazione. Non perchè Laurence J Benbo sia frugale, di fatto è indifferente al denaro (eccezio
fatta, certo, per quella piccola scappatella settimanale – non per i soldi, per il piacere dell’azzardo –
brivido di una vincita alla lotteria. Una probabilità su quanti milioni?). La sua natura, modesta p
quanto riguarda certi appetiti (mangiare e bere) – in riferimento ad altri è più marcata, per esemp
(gli piace pensare) la libido, che ha spiccato il volo e si libra come un’anima perduta per tut
l’universo (da Deborah in poi), spazia su livelli a volte alti a volte più bassi, e mai si connette con
cervello – fatto dovuto, gli pare, almeno in parte a un’educazione odiosamente rigorosa impartitag
da una madre rimasta vedova troppo presto.
Ha ancora nel freezer i bastoncini di pesce (altra risatina di Benbo: immaginati un pesce con
dita [in inglese fish fingers sono i bastoncini di pesce, ndt]), potrebbe lessare qualche patata e ha un
scatola di fagioli. Un pasto salutare, facile da mettere su. Forse prendersi un DVD. Niente tra i fil
europei che ci sono in giro adesso; di quelli sembra che non ce ne siano più in Extra Vision (extr
vision starà per visione ridotta?). Ora c’è tutta roba insipida e violenta, con annessi, de rigueu
scontri di auto. A lui piacciono i film che trattano più di relazioni, di intimità; senza restrizion
vedere cosa fanno, una coppia fare cose che solo la sua immaginazione si può figurare. L’ultimo film
che ha visto era abbastanza stranamente chiamato Intimacy. Gli piaceva: gli amanti anonimi, un
contraddizione in termini, forse; ancora, nessuno che fa domande, nessuna responsabilità
coinvolgimento; ecco quello che cerca, non come la storia con Deborah; e pensa al neo sulla su
guancia magra, coperta da una ciocca di capelli. L’ultima volta lei sgranocchiava patatine, mentr
aspettava che lui finisse.
Guarda l’orologio. E’ ora di andare. Si incammina. Si guarda indietro prima di attraversare
ponte. La ragazza alza lo sguardo, sorride ancora, apertamente. Che cos’è il sorriso? Lei sta tentand
di dirgli qualcosa, che le piace, i suoi occhi blu. Diverse ragazze – si, due ragazze per la precisione
gli avevano detto che apprezzavano i suoi occhi; come Steve McQueen, gli disse una, ma quello e
stato tanto tempo prima.
Oggi, per quanto splenda il sole, l’ombra lo sovrasta.
Accelera il passo. Raggiunge la Sequoia Gigante, il sorriso di lei gli illumina ancora l’anima. L
panchina è vuota, al posto dove si trovavano le sue forme perfette sono rimasti la pittura verde e
rivetti che sostengono le tavole. Si siede in cima al lato dove lei aveva appoggiato il suo... sopra...
panca è fredda. Denigra sé stesso perchè prova disappunto – dopo tutto cosa era lei più di una ragazz
a lui sconosciuta, con un libro in mano? E ancora... arriva un refolo di vento che fa tremare i ram
raccoglie una pigna caduta; sente tra le sue dita e rimarca passandoci il dito la precisione delle su
forme. Come si potrebbe riprodurre una simile perfezione su uno schermo?
Quando, dopo circa una settimana, la vede ancora, lei è già scomparsa dalla sua memoria; ques
volta non vicino alla Sequoia, ma alla statua di Socrate oltre la piccola cascata.
Finita la sua pausa di nove minuti sulla panchina verde sotto la Sequoia, sta facendo dopo pranz
la strada di ritorno verso l’ufficio, in un giorno soffocante da estate indiana, come qualcuno l’h
definita in ufficio. (Si è sentito abbastanza coraggioso da lasciare il soprabito appeso all’attaccapan
a fianco della porta dell’ufficio, non l’ombrello comunque; sarebbe da presuntuosi farlo, medi
Benbo, con un clima così imprevedibile come quello irlandese). Lei è sdraiata supina sull’erba, olt
la statua. Lui si ferma di fronte alla statua, illudendosi di razionalizzare quello che già gli dice
cuore. Sguardi furtivi: la conca tra i suoi seni che si intravede dalla camicetta in parte sbottonata;
suo respiro che sale e scende; le braccia allargate, distese dal corpo, la fanno apparire, sembra a lu
deliziosamente vulnerabile. Sta dormendo? Difficile da capire, indossa i Ray-Ban (con quelli s
proprio bene, veramente giusta, pensa Benbo). Se si inginocchiasse e la baciasse se ne accorgerebbe
Probabilmente si stirerebbe, o farebbe un breve gemito, poi ignara continuerebbe il suo sogno nel so
o in qualunque dei mondi si trovi in questo preciso momento. Forse deve anche lei tornare al lavoro
si è appisolata come era successo a lui. Forse dovrebbe svegliarla, darle una scossetta – ch
tentazione! Ma non si attenta. Sedersi al suo fianco, o almeno vicino a lei su una panchina è una cos
toccarla, chissà... potrebbe chiamarlo stupratore. Di questi tempi non puoi mai essere sicuro di com
le donne possano reagire agli approcci, anche alle azioni più innocenti e senza secondi fini. Potrebber
fraintendere le tue buone intenzioni, rivoltartele contro, proprio come aveva fatto la madre
Deborah.
Guarda l’orologio, si ferma un minuto, ruota ancora il polso tanto per rimirare il suo cinturin
rosso nuovo. E’ ora di andare. Quanto gli sarebbe piaciuto sedersi sull’erba a fianco a lei per ammira
quel viso accarezzato dalla luce del sole. Le previsioni meteo a lungo termine sono buone. Ci sarann
altri giorni di sole (contrariamente a quanto andava dicendo in ufficio Mrs Furlong, ‘Oggi è un
giornata asciutta,’ detto come se fosse un miracolo). Domani, pensa Benbo, qualche minuto prim
rispetto a oggi, forse lui la incontrerà di nuovo, anticiperà il pranzo, rompendo per una volta
routine, per permetterci più tempo insieme. Il pensiero lo fa sorridere: pensa con il plurale maiestatis
Il tempo cambia. Le previsioni erano sbagliate. C’è una pioggerella fine quando, tardi, esce per
pranzo (trattenuto dalla consegna di certi modelli, urgentissimi per Culpepper), una pioggia che gli
appoggia dolcemente sopra i capelli, bagna le rade ciocche e rimbalza fino al prato, rinvigorisce l’erb
tagliata bassa, e insomma gli dona una sensazione di benessere. Per nulla sgradita se non fosse per
cielo, tornato al consueto grigio, il colore che lui metterebbe tranquillamente sulla bandiera nazional
Nessuna traccia di lei oggi. Cammina verso la Sequoia Gigante, fedele sentinella, la panchina verd
imperlata delle gocce cadute. Si accorge di una donna di mezz’età che, noncurante della pioggia e d
passanti, accarezza il gigantesco albero, ne circonda il tronco con le braccia (da quello sinistr
penzola una borsetta), lo abbraccia, gli sospira, implorando lo spirito dell’albero perché la possied
Nel suo volto nessuna traccia di smarrimento, convinzione assoluta, una scena di estasi, la forza che
viene infusa per permetterle di affrontare il mondo.
Fuori di Testa, pensa Benbo.
La pioggia si fa più fitta e mentre percorre il ponte apre l’ombrello, supera Socrate, si immagin
lei distesa lì sull’erba sotto il blu assoluto del cielo, il clima è cambiato completamente nello spaz
di ore; solo l’eterno Socrate è ancora quello, con le spalle rivestite da un filo di muffa verde e il suon
dell’acqua torbida che cade precisa dietro di lui.
Passeggia all’interno della serra tinteggiata di recente con uno smalto antiossidante color crem
lei è lì. Si, è la prima volta che la vede in verticale, alta, che fine eleganza, sta ammirando un
gimnosperma protesa quasi a raggiungere la cupola a vetri. Lui si piazza dietro una palma sproposita
e da questa specie di giungla fissa lo sguardo incantandosi di lei, attraverso le felci si sen
sgocciolare l’acqua.
In spalla porta un minuscolo zaino (quello che prima gli era sembrato una borsetta), i suoi jean
sono così attillati che l’attenzione del maschio si concentra sulle sue parti basse, in particolare sul
forma delle natiche, perfette curve femminili, sede del mistero, pensa Benbo, misteriosi emisferi
erotismo. E’ proprio quel tipo di forma a sedurre così tanto la mente dell’uomo, ma perchè? si chied
Appena lei si muove il desiderio lo sovrasta, la sua camminata dolcemente ancheggiante,
meraviglia in jeans; ancora quella brama di stendere le braccia per toccare, per sentire cosa è, perch
c’è, e la maledice.
Ci sono diverse persone lungo i corridoi stretti della serra, donne di mezz’età e un pensionato co
un cappello di feltro che legge i nomi, gli stessi nomi, la stessa lingua in Giappone e... Russia. Fors
lei conosce il latino – la lingua di comune uso nel mondo della botanica, una maniera di comunicar
di sentirsi a casa in una terra straniera. Lei è un botanico, la professione che svolge nel suo paese,
Russia. Ancora una volta Laurence J Benbo si congratula con sè stesso per le proprie capaci
intuitive. Il fatto, è costretto ad ammettere, è che la maggior parte dei presenti nella serra, e lei t
questi – è evidente dal modo sbrigativo con il quale esaminano i nomi delle piante – si trova
semplicemente per ripararsi dalla pioggia.
Lei si volta, e lui finge di leggere la targhetta rettangolare ai piedi di una grande palma, e l
mentre esce quasi gli sfiora la schiena. Quasi. Studia i suoi movimenti attraverso il vetro, un guardon
nascosto tra le fronde verdi. Lei si ferma e controlla il cielo, esitante se proseguire o tornare
ripararsi. Non ha l’ombrello. Lui potrebbe correre fuori da lei e offrirle il suo .... Un ges
servizievole e pratico.
Solo che...
Guarda l’orologio. E’ ora di andare. Ma al cancello, invece di svoltare a sinistra per PRINT 21,
sente spinto a destra, la segue mentre cammina verso il centro città. (Che sarà mai un ritardo di u
paio di minuti? Che male c’è? Un fatto così raro da meritare la meraviglia dipinta sulla faccia
Culpepper.)
Si mantiene dietro lei a distanza di forse un centinaio di metri, nascosto in parte dall’oscurità d
pomeriggio, in parte dall’altra gente dedita alle proprie occupazioni – una donna spinge un
carrozzina, un jogger di passaggio, studentesse nelle loro uniformi blu - sufficiente a farlo confonde
tra gli altri per evitare di essere visto; non che lei lo conosca; probabilmente ha dimenticato il sorris
che gli ha fatto tre settimane prima. Come passa il tempo. Quali progressi può registrare? Un sorris
Nel frattempo a quanta altra gente avrà sorriso?
La ragazza sale su un autobus, sollevando sui gradini le sue lunghe fasciatissime gambe. Il bus
giunto velocemente. All’arrivo lei era appena giunta alla fermata, e Laurence J Benbo è colto d
sorpresa. Non ha avuto tempo a sufficienza per vedere il numero; certe volte con gli autobus succed
li aspetti invano per millenni e poi tutto a un tratto, come un mostro spettrale, ne sbuca uno dal
foschia e come arriva se ne riparte (riducendo a dettaglio insignificante l’orario previsto). Lui affret
il ritmo, riesce giusto a vederla mentre paga il biglietto. L’autobus riparte prima che lui la raggiung
le porte scorrevoli la custodiscono come un fiore prezioso.
Giunge Ottobre e si porta, come sempre, foglie che ingialliscono e arrossiscono, l’autunno incipient
Lui sta uscendo dal portone di PRINT 21 per la sua passeggiata dell’ora di pranzo quando se la ved
passare davanti. Indossa blu jeans e la giacca corta in denim blu, il microscopico zainetto ferm
aderente tra le scapole, quasi parte dell’abbigliamento. La segue dentro i Giardini, stavolta proced
dritta, supera la struttura ondulata della serra, attraversa il ponte dai corrimano in metallo verd
bottiglia e giunge al giardino delle rose. Si guarda bene intorno alla ricerca dei migliori boccioli,
ferma di fronte a Ingrid Bergman e ne coglie uno rosso, perfetto, promette un’apertura spettacolar
prima di tirare indietro il braccio controlla bene se qualcuno la osservi, poi apre una linguetta
velcro dello zainetto e vi ripone la rosa. Appena fa per tornare sul ponte e andare verso l’uscita lui
nasconde dietro un cespuglio di rododendri. La giovane si dirige verso Hart’s Corner muovendosi
destra fino alla trafficata e rumorosa Finglas road, fino all’ingresso del cimitero. Entra. Lui la segu
fermandosi e ripartendo di continuo, immergendosi dietro una lapide non appena gli sembra che lei
possa voltare oppure che le si faccia troppo vicino.
Percorre sicura un dedalo di sentieri, supera lapidi abbattute e mausolei dimenticati, secolari, p
arrivare alla parte moderna del cimitero in marmi bianchi e neri, ornati da iscrizioni in oro. Si ferm
davanti a una pietra tombale in marmo, circondata da terra nuda. Si guarda attorno. Lui si ved
scoperto. Si rifugia dietro un tasso. Lei si sfila lo zainetto dalle spalle, tira fuori la rosa e la pianta n
centro della tomba. Si sofferma per qualche istante. Le lacrime le riempiono gli occhi. Non congiung
le mani, rimangono ai fianchi. Di lì a poco prende un fazzoletto di carta da una tasca dei jeans,
sfiora gli occhi e pulisce le mani dalla terra. Guarda da dove è arrivata e se ne va verso l’uscita.
Lui raggiunge la tomba; si china, tocca la rosa, la punta delle dita a danzare leggermente sui peta
chiusi; si inebria del profumo di Ingrid Bergman e accarezza con il palmo la terra argillosa: morbid
friabile, a tratti della consistenza, si direbbe, dell’acqua. Osserva la lapide senza nome.
Si affretta al cancello segnando il percorso con la punta dell’ombrello, pensando vagamen
depresso al regno della morte e al vano trascorrere del tempo, tuttavia il cuore ancora gli si rianim
vedendola superare la scuola dalle inferriate blu. La segue lungo il traffico ruggente di Hart, fino al
pensilina della fermata del bus, dove lei sgancia dalle spalle lo zainetto, estrae da una tasca latera
quello che sembra un orario delle corse, lo controlla, lo ripone e attende, quasi con ansia (se solo fos
io l’oggetto di quell’ansia, pensa Benbo) l’arrivo dell’autobus. Un’anziana in fila, con una borsa verd
dei supermercati Superquinn, le chiede qualcosa. Lei sorride, scuote le spalle.
Laurence J Benbo si piazza dietro la pensilina in vetro; buona scelta, medita, che garantisce sia
vicinanza che una chiara visuale dell’obiettivo. Arriva il numero tredici. Lei sale e si siede al post
anteriore più basso.
Lui si arrampica dentro il bus (in bello stile atletico, come, gli piace immaginare, un giovan
prestante marinaio sale di slancio su una nave), l’ombrello però rimane incastrato tra le por
scorrevoli. Il conducente – un tipo tarchiato – aggrotta le ciglia, apre un’altra volta la porta (tanto p
passare inosservati). Benbo paga il biglietto fino al centro città e si mette dietro lei, guardando
direzione opposta, seduto quattro posti indietro, a fianco di un ragazzetto brufoloso rapito dal su
walkman. Laurence J Benbo prova a sistemarsi sul sedile. Le gambe del teenager ingombran
parecchio. Non si sposta; non cede al contatto con il ginocchio ossuto di Laurence, e allora il timid
Benbo è costretto a sedersi scomodo, per tutto il viaggio mezzo fuori dal bordo del sedile.
Lei scende a Leeson Street, prosegue per Hatch Street. Benbo si ferma all’improvviso (qua
frenandosi, infatti lei aveva proceduto spedita) dinanzi alla cancellata nera; nota il civico dello stabil
78D. Sorride; facile da ricordare, come una taglia maxi di reggiseno; la sbircia guardando dentro
piccola finestra con le tendine aperte, si toglie la giacca, la appoggia sopra una sedia. Da una bors
color magenta tira fuori una parrucca bionda e un laccio fosforescente.
Siede sotto la Sequoia Gigante con un libro a fianco; il Longman Dictionary of Contemporar
English, un tascabile spesso, dalla copertina in blu, giallo e rosso, dal quale ogni tanto ricopia paro
nel taccuino a spirale che ha in mano, con una biro Bic.
Lui si piazza dietro il ricco fogliame del corniolo, giusto un paio di passi. Poco dopo lei si alz
sistema nello zainetto dizionario e taccuino e schizza verso l’uscita, per la fermata dell’autobus.
La segue come al solito ormai, si mette dietro la vetrata della pensilina, e quando l’autobus arriv
si siede quattro posti dietro a lei, nel sedile inferiore davanti a tutti.
Scende in centro città e percorre Westmoreland Street, seguita da Benbo alla solita distanza, co
maggiore attenzione ai suoi movimenti, per non perderla di vista tra la folla. Addenta una tavoletta d
cioccolato. Si ferma e getta la carta in un bidone; entra da un portone verde: la Dublin School o
English.
Ecco, realizza Laurence J Benbo, complimentandosi per un’altra scoperta, lei studia l’ingles
segue regolari lezioni. Legge Anna Karenina in inglese e ciò denota ambizione. E’ russa. Si pu
supporre tranquillamente che abbia già letto il romanzo nella sua lingua madre, così lo può p
facilmente seguire in inglese. Certo!
Ma perchè la segue? (E’ tanto più giovane di lui. Almeno nove o dieci anni, che poi, sono co
tanti? Non ha parametri di riferimento). Così rimugina, mentre da Beshoff mescola l’aceto nella razz
del suo fish and chips (così si risparmia di cucinarsi più tardi), seduto davanti a una grande finest
panoramica sulla strada. Prima di tutto, il solito ovvio mistero: la femmina per sua natura riman
misteriosa al maschio, non si scappa. Magari si potrebbe considerarlo un hobby, il tentativo in fond
di avere un’amicizia perchè, santiddio, va pur detto, Laurence J Benbo è solo. Questo pedinare, ques
indagine alimenta la sua immaginazione, gli dà una ragione per alzarsi ogni mattina. (Come avev
fatto i giorni precedenti a tirarsi su? Lento, con le braccia che sembravano di piombo). In second
luogo – ok quella di prima, per quanto deve ammettere a sé stesso che a spiegarla è cosa lunga, è tut
un’unica ragione – c’è l’elemento erotico. Questa donna, questa ragazza eccita Laurence J Benbo, so
che avrà mai... potrebbe mai raccogliere il coraggio sufficiente per, veramente... un gesto amichevol
un sorriso benevolo. E chiudi quella bocca, Benbo. Tutti questi motti in stile Vittoria ti stann
bombardando il cervello. Basta. Niente più voli con il pensiero sulle prossime passeggiate al Giardin
Botanico. Ma come si fa a rompere il ghiaccio, la cortina di ferro che c’è tra le persone? Riflette u
attimo sull’adeguatezza della metafora nel contesto del passato, presunto, di lei. Che tipo
linguaggio o di gesti si devono adottare per farsi ascoltare dalla gente? Ci vuole un punto di partenz
dove trovarlo; come? C’è gente che se lo ritrova sin dalla nascita, un linguaggio stereotipat
universale, come per esempio quel laureato del Trinity college che, a detta di tutti, aveva incantat
Deborah. Tutti i capitalisti licenziano, ma dove andremo a finire? E’ forse tutto il denaro? Ti dà ogn
cosa? Ancora, gli immigranti sono di solito sfruttati per cavarne soldi; è a quello che servono. Dire
cose giuste: per sembrare alla moda usare argomenti scontati e banali, per rimanere nella cerchia
una compagnia mediocre. Proprio come la cricca femminile in PRINT 21. L’intera società riduc
l’individuo a un livello normalizzato. Questo è tutto quello che sa sulla questione. La misura d
possedimenti, accomunata proprio a dimensioni falliche, appassiona alcune signore quando vengon
menzionate la parola terra o proprietà. Come successe in PRINT 21, un matrimonio, una giovan
ragazza di campagna che si sposò il vecchio Culpepper, dalla pelle tutta chiazze, perché lui avev
ereditato una casa in Morehampton Road del valore di oltre un milione. ‘Io ho due case, una la lascio
affermò il vecchio Culpepper. ‘Ooh,’ fecero in coro le signore impressionate, praticamente com
attribuendogli il potere di suscitare orgasmi multipli spontanei. Quanto attira il potere del
seduzione. Passi tutta la vita a pagare il mutuo – quanti soldi hai già dato agli strozzini? Laurenc
ancora si consola con il fatto di non doversi preoccupare di nessuna ipoteca, ma sa che non c
nemmeno modo di aggirare e battere il sistema, pagare in eterno l’affitto a un padrone di casa sul
North Circular Road, un multipossidente, cioè uno, al di là dell’aspetto, sicuro di attirare femmine, u
uomo che negli ambienti giusti è adocchiato dalle donne, conclude Benbo, le stesse donne che p
fanno la morale al mondo. Lei è davvero russa? Tutti i paesi dell’Est si sono ormai rivolti verso dov
va il capitale; punto, gioco e partita per i capitalisti. Guarda l’orologio; gli è scivolato lungo il pols
Quanto ancora si fermerà? Aspetterà. Ha finito il suo fish and chips e scolato l’ultimissima goccia d
Coca Cola dalla cannuccia, dunque adesso ha il disagio di avere le mani libere, non appena osserv
l’altra gente divorare il proprio pranzo. (Perché la gente sembra sempre così di fretta nei ristorant
Certo, chi va in un fast food cerca di fare in fretta, ma a parte quello, non hanno tutti un cer
imbarazzo, temendo di essere visti là? Perfino i più raffinati e rispettabili trangugiano le loro patatin
come se un domani non ci fosse, nascosti dietro un giornale). Lei non compare da almeno un pa
d’ore. Lui aspetta, non più dentro Beshoff. Da Easons. Fa passare un pò di tempo. Controlla
settimanali recenti dagli scaffali più in alto.
Quando lei riemerge dalla scuola i lampioni hanno quel colore sull’arancio, che hanno quando
sono appena accesi, prima di risplendere in bianco. Dall’altro lato della strada Benbo è immobile,
spalle contro la porta a vetri di Building society. (Offrono mutui ai tassi più convenienti, control
scrupolosamente, anche se non interessato). Non ci voleva, lei sta con qualcuno; si, è solo una ragazz
forse di diciannove o vent’anni, una brunetta con capelli alle spalle e il naso aquilino. Però le s
attaccata. Potrebbero solo essere amiche, lo fanno tra loro. Tra le ragazze può succedere. Per i masch
non sarebbe un comportamento solito. Nel caso succedesse, uno non avrebbe dubbi. La ragazza
leggermente più alta di quella pedinata, più pienotta, un cappotto largo marrone dalle code svolazzan
al vento, indossa grandi stivali, gonna corta nera e cintura, dalla grande fibbia argentata, che le s
lenta all’altezza dell’inguine.
Camminano svelte, si sente dal marciapiede il rumore dei tacchi. Lui le segue, mantenendo
distanza tra Grafton Street e Stephen’s Green, fino a Leeson Street, ove scendono i gradini fino a u
sottoscala, fino a un locale illuminato dai neon, chiamato Club Revelo.
E’ venerdì notte quando si ferma ad aspettare fuori dal Club Revelo – ha trovato il coraggio, e po
domani non lavora. Temporaneamente ha messo da parte cravatta e ombrello; sente un venticell
freddo attorno al collo, tira su il bavero della giacca, ancora quella sensazione di disagio che prov
stando là, guardando passare gente che considera più trendy di sé, nelle loro giacche in pelle e jean
ultimo grido.
Investire, devo spendere per qualcuno di quei capi. Dietro la vetrata, sul muro del club, no
fotografie di ragazze più o meno spogliate (controlla che nessuno lo fissi prima di avventurarsi p
vicino). Ballerine di lapdance. Aveva visto un programma su di loro alla TV: stavano di fronte
uomini o gli si sedevano in grembo, dimenando il culo, con gli uomini a infilargli banconote in og
cavità che trovavano. C’è un’immagine di lei, legata, inginocchiata a quattro zampe, e un’altra di un
ragazza nera che lecca un palo verticale.
Si sente eccitato.
‘Vuoi entrare, Amico?’ Un buttafuori alto (accento Cockney; colonialismo di ritorno, pens
Benbo), uniforme nera e testa rasata, sta con uno più basso e corpulento alla ringhiera. Benbo
suggestionato dalle punte della cancellata a forma di freccia. Immagina che le donne che non
prestino vengano prese e scagliate fuori dalle finestre, poi impalate sulle punte di freccia, che il lavor
del buttafuori consista nel rimuovere i corpi, e ripulire il sangue.
‘Quella ragazza,’ dice, puntando alla sua foto.
Il buttafuori basso ammicca. ‘Quella è Jadwiga; molto calda.’
‘Allora entri o cosa?’ chiede il buttafuori alto con aria annoiata.
‘Magari solo.... capisci, per dare un’occhiata.’
‘Certo, lo sappiamo,’ fa sorridendo il buttafuori basso. ‘Dico bene, Cecil bello?’
Laurence J Benbo scende i gradini in pietra malamente illuminati. Arrivato quasi in fondo il pied
scivola – la suola in cuoio scivola sul bordo dell’ultimo scalino – e atterra con il fondoschiena, tra
risate dei buttafuori, proprio sulla porta del Club Revelo.
Non li degna di attenzione. E’ abituato a questo tipo di situazione – essere oggetto di scherno d
gente primitiva (di entrambi i sessi); Dio sa quanto ha dovuto sopportare crescendo, e anche ora
PRINT 21 ne deve affrontare tutti i giorni, dunque niente di nuovo. Basta allontanare il suono dal
propria testa, tirarsi su, darsi una spolverata (come faceva quella canzone di Fred Astaire?)
ricominciare tutto daccapo. (Solo che stavolta ha anche il desiderio contrario; tornare su di cors
rifare gli scalini e scappare da questi rozzi individui).
Passa attraverso una tenda a perline che risuonano al suo tocco. All’interno, al suono della music
di sottofondo, le ragazze ballano, ballano con mestiere, si spogliano a ritmo su un palcoscenico ch
ruota, si avvolgono ai pali, ci salgono e scendono, ci appoggiano lingue distese come lucertole vers
gli insetti, come nelle fotografie sopra il muro fuori, rimangono in tanga, con il seno nudo e oliato,
posizioni sempre diverse sul palco, inginocchiate, inarcando la schiena, divenendo – quadrupedi per
sesso.
Laurence J Benbo suda. L’ambiente è caldo, ma non abbastanza per giustificare la miriade d
gocce di sudore che dalle tempie gli cominciano a gocciolare giù. Qualcosa lo sta cominciando
prendere. E’ da parecchio che non si sentiva così: quasi non si ricorda cos’è: attrazione sessuale pe
esseri
viventi. Finchè era attratto dalle cose manteneva il controllo, pulsanti o icone o immagini su car
che rimangono inattive finchè non le attivi. Ma non adesso, non qui; qui lui è la vittima – e lo sa ben
ma non riesce a resistere – del commercio della carne. Cosa che gli era mancata dopo Deborah.
Un tremito di paura: pensa a Dublino, la città che sa; qui potrebbe essere riconosciuto; la gen
potrebbe vederlo, ma Benbo, rincuorati, se qualcuno che conosci è anche lui qui nella tua stess
situazione, cerca riservatezza e non di mettere in piazza la propria lussuria.
Ci sono diverse; donne, mogli, fidanzate, lesbiche, bisessuali? sedute ai tavoli a godersi lo ‘show
la maggior parte del pubblico comunque è costituita da uomini, alcuni dei quali soli, e vederli confor
Laurence J Benbo. Si siede a un tavolo vuoto. Una cameriera a seno nudo, come una coniglietta
Playboy senza la coda, con un sorriso smagliante gli prende l’ordine: un gin tonic.
Le ballerine scendono dal palco, si dividono per la stanza poco illuminata, si avvicinano ai tavol
con fare seduttivo saltellano davanti agli uomini, mentre le loro compagne vengono lasciate
guardare divertite? irritate? imbarazzate? Fai la tua scelta, pensa Laurence. Dagli il tuo segnal
banconote ficcate nel perizoma.
Arrivano sopra al palco altre tre ragazze in micro gonna e tacchi stile trampoli. Come
sopportano, come fanno a ballarci sopra? si chiede Benbo, rapito dai reggiseni con inserti in metall
come quelli che si mette Madonna nei suoi video sexy.
La riconosce nonostante la parrucca che indossa, il body che luccica e la smorfia imbronciata del
bocca, abbellita dal rossetto scarlatto (da qualche parte, in un paradiso del makeup, avrà lasciato il su
volto). Adesso la musica è lenta e squallida. Le ragazze si spogliano; abbassano la zip delle gonne ch
scivolano agevolmente. Laurence J Benbo si asciuga il sopracciglio.
Lei ha i seni scoperti. Lui pensa a quanto vedeva coperto ai Giardini, al respiro di questi seni dal
forme meravigliose ora esibiti in tutta la loro magnificenza, senza più segreti per nessuno, com
quelli delle altre due ballerine. Si chiede, se fosse bendato, e tutte le altre parti delle ragazze fosser
coperte, saprebbe distinguere tre seni, uguali per dimensioni?
Lei con il corpo olia il palo, vi avvolge le gambe, lo lecca, lo accarezza con le mani. Quand
guarda dalla sua parte lui si eccita sempre più, non sta fermo; lo fissa seduttiva proprio come fann
tutte dalle foto dei giornali, solo che questa è viva; questa è reale; questa vuole Laurence J Benbo.
Si muove come una farfalla dietro la luce della candela al centro del suo tavolo. E’ di fronte a lu
languida; la candela tremola; lei è in deliquio, bocca aperta lussureggiante, succhia il dito, geme
suo piacere simulato, ondeggia, si piega e si rannicchia sulle ginocchia. Si gira, si china mostrando
meraviglia delle sue curve. Laurence J Benbo si trattiene a malapena; il suo occhio destro si contra
velocemente. Perché non ha gli occhiali da sole? Ridicolo portarli dentro una stanza illuminata mal
tuttavia due uomini dall’altra parte li indossano e, gli sembra, come se fosse la prima volta, la cosa
diverte, ma c’è qualcosa che più degli occhiali attira il suo sguardo.
Lei è sopra al suo grembo, e lentamente, sensualmente dondola le natiche coperte dal tanga, avan
e indietro alla patta dei suoi pantaloni, facendo all’instante gemere di piacere Laurence J Benbo. Gli
ormai sopra, fuori controllo, e allora lui si abbandona al ritmo imposto dalla straniera che gli
stringe contro. Gli altri clienti lo guardano (con invidia), se ne accorge, ma non... non se ne preoccup
Lei si succhia il dito che si è ficcato fino alla gola; geme, con gli occhi praticamente in estas
apparente. Si rialza, si gira con aria d’attesa, non guarda che lui, senza però riconoscerlo nel modo p
assoluto: un semplice cliente, qualcuno che le mette soldi in tasca.
Almeno, lo presumeva Laurence J Benbo, che lei non l’avesse riconosciuto. Ma si sbagliava.
giorno seguente ai Giardini la vede dietro alla statua di Socrate scrivere qualcosa sulla base, con u
pezzo di gesso. La osserva dietro al corniolo (una presenza avvertita; è un gioco che va avanti d
quando lei gli ha lanciato un’occhiata sorridente); vede il suo braccio, il polso muoversi. Rimette
gesso nella piccola tasca esterna dello zainetto. Dove avrà preso il gesso? Di sicuro dalla School o
English, dal ripiano della lavagna prima di uscire dalla classe.
Lei si guarda attorno. Le è rimasto ancora un sorrisetto sulle labbra... le stesse labbra che nel
notte assumono un aspetto diverso, e ora si mostrano così innocenti; labbra rosa senza rossetto, co
normali, semplici alla semplice luce del giorno. (Che cos’è che rende così importanti le labbra, s
tutto quello che possono donare è un sorriso?). Si allontana per il sentiero di cespugli di erich
Socrate scruta solenne. E’ stato messo in mezzo a un intrigo. Attraversa il giardino di rose – si
voltata: ruotando per metà il capo – muovendosi lentamente, quasi volesse essere seguita, muovend
il corpo sinuosamente, per attirarlo a lei come la luna attira le onde del mare.
Laurence J Benbo si avvicina alla statua, ci gira intorno, attento al basamento in marmo, cui prim
non aveva mai fatto caso; nella vita servono suggerimenti per capire le cose, per accorgersi del
consistenza delle cose, e nel nudo marmo ne trova facilmente uno; una traccia tangibil
concretamente lasciata sul retro. Legge scritto in stampatello, bianche lettere:
SEI TANTO CARINO. PERCHE’ TI NASCONDE?
Prova sufficiente. Lo ha notato; sa di lui. Tuttavia Laurence J Benbo non ne è gratificato, irritat
piuttosto. Ha rotto l’incantesimo; si sta facendo beffe di lui. Come può dire che è tanto carino? S
serve di lui per fare pratica con l’inglese, è la sua cavia. Una frase da scuole elementari. Un uom
carino. Cosa significa carino? Che non conosce il termine e allora non c’è pericolo, oppure, dato che
tratta di una femmina, che una moltitudine di segnali le hanno dato la conferma di esse
meravigliosa, che nella sua bellezza è racchiuso un qualche potere capace di irretire maschi credulon
Ecco quello che lo irrita, la sensazione di essere percepito come un fessacchiotto. Ecco cosa l
intende per carino. Dopo tutto chi è lei? Basta aprire i giornali: donne irlandesi pagate duemila eur
per sposare clandestini. Potrebbe accadere lo stesso agli uomini? Per garantirgli la cittadinanza. E
questo che lei ha in mente? Vorrebbe comprarlo? Carino è una parola innocua che non vuol dir
niente. Sta usando quella; lo sta adescando. Mi vuole usare, pensa Laurence J Benbo. O forse... è m
possibile? ... che io le piaccia per davvero, anche solo di vista? Attrazione reciproca – quale tra
feromoni viene coinvolto? Quale riesce a comunicare con le femmine? Il pensiero torna a Deborah
al laureato del Trinity. Davvero la scritta è un pensiero indirizzato a lui? Se lei sente questo, perch
non glielo dice direttamente? Che strano e complicato atteggiamento hanno le donne.
Rapido si dirige verso di lei; gli verrebbe da correre, ma significherebbe attirare l’attenzione deg
altri, non ha mica l’aspetto di un jogger in tuta e scarpe da ginnastica: di tanto in tanto se ne vedono
Giardini, una parentesi tra la calma bucolica del contesto; un passaggio veloce tra cinquanta ac
profumati dalle rose. Invece un uomo in soprabito e ombrello che si mette a correre, con le sue scarp
in cuoio nero, non sembrerebbe proprio una cosa normale (gli torna in mente il giorno in cui,
ritardo, si era messo a correre); si penserebbe a uno che corre da o per qualcosa della massim
importanza, un’emergenza a cui prestare immediata attenzione. ‘Che succede, signore? Un ladro
Magari un fantasma che nel boschetto ti ha terrorizzato, mister’ e di sicuro un’altra possibilità è
passare per lo zimbello dei giovani giardinieri che in questo periodo sbucano da ogni parte come
fiori stessi.
Percorre con buon passo il ponte dai corrimano verde bottiglia diretto al giardino delle rose. Di l
nessun segno. Si è attardato a decifrare il significato nascosto – casomai ce ne fosse uno – d
messaggio. Si avvicina a Ingrid Bergman: due steli tagliati, un’estremità di legno verde giovane
penzolare.
In ufficio, per tutta la mattina si sogna la notte trascorsa, richiamando dagli scaffali della memor
ogni istante, chiedendosi se quanto successo è reale o semplicemente la fantasia di un’immaginazion
troppo fertile, nutrita a giornaletti vari e Internet. Concentrati sul lavoro, si rimprovera, oppu
Culpepper ti comincerà a soffiare sopra il collo. Stampa parecchi libri di computer come i consue
articoli, loghi, progetti, pubblicità, poster e ogni sorta di biglietto. Un attività svolta in parallel
l’ideazione della grafica di un libro di biologia, un testo accademico, l’anatomia umana, le parti,
nostri apparati, quello di cui siamo fatti. Di che cosa siamo fatti? Pensa per un momento, apre il fi
dal disco rigido, taglia e incolla le immagini sullo schermo. Dissezione: la rana, il coniglio, l’uom
tutti quegli organi penzolanti. Divertente come possono modificarsi: capezzolo eretto, pene turgid
(Nessun accenno ai pensieri, all’influenza del cervello sulla tumescenza). Il soggetto, donna nuda
piedi, i pixel che non ti permettono immagini chiare, aggiustare dettagli in punti delle curv
l’immagine (visualizzata) dell’esame minuzioso condotto in aula. Ma come sarebbe se si insinuass
se un pensiero malizioso si sviluppasse, l’inanimato e l’astratto manomessi dall’immaginazione
Senza toccare nulla. Al solo pensiero, gli arriva un’erezione, un comando inatteso. Guarda attorno
spera che nessuno tra i giovani impertinenti si accorga del suo stato. Rimarrà a sedere ancora qualch
minuto, prima della pausa per il tè, si distrae stampando una pagina (pagina generata in 1,27
secondi). Riflette: quanto siamo fatti strani noi umani.
Tornerebbe al Club Revelo ma – tanta è la mancanza di fiducia in sè – si chiede, lei ci sarà o si
trattato solo di un sogno? Poi, nessun discorso, nessun contatto tra clienti, queste le regole. (In real
non troppo diverso, se uno ci pensa, da giornali e immagini sul web, dopo tutto). Le farebbe scivola
nella borsa un biglietto tra le banconote, per chiederle un appuntamento, o addirittura
presenterebbe davanti a casa sua in Hatch Street, aspettando il suo rientro. Laurence J Benbo sorrid
Con la fantasia tutto è possibile.
Incontra Cecil Bello al cancello, che gli regala un sorriso sdentato. Chi ti ha buttato giù i denti?
chiede Laurence J Benbo. ‘Stasera sai dove andare Capo?’ (Come si fa presto a diventare un abitual
un cliente corteggiato).‘Si,’ risponde Benbo e per qualche sconosciuta ragione getta una moneta
buttafuori, che gli fa con le dita il saluto militare, in segno adulatorio di gratitudine. ‘Grazie, capo
Che cosa sta pensando veramente, si chiede Laurence J Benbo; che cosa vede? Disprezza quelli ch
lavorano dietro una scrivania, i colletti bianchi? E’ tutta finzione, l’eleganza, tutto un gioco; uno
toglie il berretto in segno di riverenza, come quando si preme la leva di una macchina automatica p
far lavorare il gettone. Scende, stavolta sondando prima i gradini, con cautela; fa tintinnare la tenda
perline, l’occhio si abitua alla luce soffusa. La sala è ampia, circolare. Un ventilatore ruota s
soffitto; le ragazze danzano sul palco ruotante al ritmo della musica, come al solito lentamente. Tutt
è come l’altra volta. Tranne che di lei non c’è traccia. Attenderà il cambio di turno. Una ragazza i
tanga si avvicina al suo tavolo, si dirige verso... le mette soldi nel suo borsellino, congedandola con u
cenno del capo. Un abituale è uno che conosce le sfumature.
La cameriera gli serve un gin tonic, il seno che (deliberatamente?) quasi gli sfiora la faccia ment
appoggia il bicchiere, i capezzoli che si sporgono a centimetri dalle sue labbra, il ghiaccio che tintinn
e il giallo del limone che affiora a cercare la luce tremolante della candela sul tavolo. Lei sorride. H
visto Jadwiga? ‘Chi?’ ‘O Jad?’ ‘Ah, Jad.’ ‘Si,’ dice quasi a tirare a indovinare, o piuttosto per l
deduzione precisa, gli piace pensare. ‘No,’ risponde con accento russo o slavo, ‘stasera non viene.’
Cammina lungo Hatch Street. Le lunghe scie di luci rosse delle auto che vanno (taxi soprattutto)
di luci bianche delle auto che arrivano (lente, silenziose, bestie di metallo). Innamorati avvinghiat
semiintossicati, lo superano nel tragitto. Una risata rauca, il suono di una bottiglia che rotola, un uom
triviale in un vicolo. Ragazze che tirano dritto, lo vedono, ridacchiano. Senza vergogna. Notte
quelle in cui normalmente starebbe a casa distratto da altri eventi, nascosto alla cruda bruttezza d
mondo, tanto per aumentare il suo senso di smarrimento.
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