camogli - estetica della citta
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camogli - estetica della citta
IL RITRATTO DI CAMOGLI Marco Romano Se un giorno d’estate un viaggiatore, arrivando sulla via Aurelia a Camogli dalla parte di Genova, la lasciasse per scendere a destra lungo la sua strada principale, ne vedrebbe subito le case con le facciate accuratamente dipinte, traendone l’impressione di una città fin da chissà quali secoli attenta e fiera di questa pervasiva decorazione. E del resto questa attenzione la riscontrerebbe proprio nella prima casa, dove il pittore ha dipinto quelle finestre finte che consentono di leggere a prima vista una facciata simmetrica. Che male c’è? E’ un artificio cui è stato fatto ricorso dovunque: ma qui, tuttavia, rimarrebbe in qualche misura perplesso dalla prepotente e orgogliosa dimensione del casamento, che sembra evocare le case altissime dei caruggi di Genova ma, dopotutto, anche i condomini ottocenteschi sulla sua Circonvallazione a Monte Qualche passo più avanti il nostro viaggiatore resterà confermato in questa sua prima impressione, di una paese più moderno di quanto sembri a prima vista, perché subito incontrerà un altro condominio con ai piedi un portico di fattura recente, un portico isolato che non sarebbe mai esistito in una città medievale, sormontato del resto da una facciata di balconi moderni, quei balconi sporgenti ché le case antiche della Liguria, così decorate, non avrebbero mai ammesso. Ora l’attento viaggiatore ha incominciato a sospettare che, sì, forse il tracciato originario di questa strada era come oggi tortuoso, ma in qualche momento è stato allargato, finché poi, proseguendo più oltre, passato un inspiegabile e ampio piazzale tutto contornato di case con un’improvvisa vista sul porto, e intrufolatosi in un portico che forse segnava davvero il limite di un abitato più antico, gli si apre davanti diritta la strada principale della città – almeno a giudicare dai negozi – sorvegliata da una schiera di facciate tutte orgogliosamente dipinte. 1 L’incerta piazza E subito la curiosa origine della strada gli appare clamorosa, perché il suo intero tracciato, così diritto, è stato realizzato tutto in rilevato, come è subito evidente dalle case di fronte, relegate in un fosso. Via della Repubblica Ora il viaggiatore curioso cercherà più oltre il senso di questo costoso cantiere, ravvivato, poco oltre, dalla piazzetta con il monumento a un cittadino illustre, che risale in se stesso agli ultimi decenni dell’Ottocento, quando monumenti simili verranno di moda, anche se Camogli non potrà rivendicare un concittadino tanto illustre quanto i genovesi, cui toccava un monumento a Cristoforo Colombo. Piazza Schiaffino 2 Sulla medesima piazza Schiaffino l’inquieto viaggiatore, appena proseguendo lungo la strada principale, vedrà una curiosa trasgressione, un portico moderno ai piedi di una casa senza decorazioni, e dobbiamo immaginarla come la manifestazione di quella stessa adesione allo spirito della modernità che ha suggerito di tracciare via della Repubblica. Ma qual’era il seme della modernità intrinseca alla medesima via della Repubblica? che cosa ha suggerito di costruire, letteralmente, questa nuova strada in rilevato? Tutto è incominciato dall’arrivo della ferrovia, perché molte città – grandi e minori - non avevano alcun piano regolatore e sono stati i tecnici delle compagnie ferroviarie a proporre il sito delle stazioni a partire dai loro criteri di convenienza economica ma anche attenti a suggerire un qualche criterio di integrazione con l’abitato esistente. Così a Torino verrà scelto di concludere la sequenza da piazza Castello a piazza San Carlo e via Roma, a Bari verrà suggerita la sequenza della piazza dell’Ateneo e di via Sparano, e così a Parigi sarà una stazione a convincere Haussmann a tracciare quellì’ampio boulevard che legherà finalmente le due rive della Senna. La stazione, in quegli anni del secondo Ottocento, sarà anche il manifesto della modernità, l’occasione per aprirsi verso un mondo fino ad allora accessibile solo con stradine di campagna tortuose e spesso impraticabili, e le città accoglieranno consapevolmente questo suggerimento creando una nuova immagine finalmente adeguata ai tempi nuovi. E così a Camogli per raggiungere la stazione verrà tracciata quella nuova ambiziosa strada che il nostro viaggiatore ha percorso fin qui, e lì di fronte verrà costruito quel grandioso palazzo municipale che Camogli non aveva mai avuto, e poco più oltre nascerà un teatro, con i suoi palchi, aperto su una piazza - ora con il 3 monumento ai Caduti - seguita da un boulevard alberato, altro connotato dei tempi nuovi. La stazione con il palazzo municipale e il teatro sociale, ora in restauro Il boulevard Passeggiate sulla riva del mare esistevano da tempo, forse ancora ai primi dell’Ottocento quella di Brighton in Inghilterra e appunto, più tardi, la promenade des Anglais a Nizza: ma, ecco, sarà forse la ricostruzione di Reggio Calabria a suggerire nei primi anni del Novecento di contrappuntare la strada principale con una passeggiata a mare, quella di Reggio celebrata da D’Annunzio come la più bella del mondo La strada principale di Reggio Calabria, con a destra la piazza della stazione e sul mare la passeggiata Detto fatto, tutta la schiera di case affacciate sulla spiaggia verrà demolita e su quel terreno e sulla strada interna esistente verrà aperta una nuova passeggiata a 4 mare che completa la vocazione di Camogli alla modernità, una vocazione che qui riprende deliberatamente la tradizione delle facciate decorate che aveva caratterizzato quasi tutta la sequenza della strada a monte e che ormai sottolinea il suo carattere, di una città sostanzialmente moderna ma contrassegnata dalla volonterosa immagine della sua vetustà, di una qualche antichità testimoniata proprio dalla loro decorazione e da qualche traccia davvero antica, la tortuosità del primo tratto della strada alta e il suo accesso attraverso a un portico, e qui da un tratto iniziale stretto tra le case – dove viene conservata e esposta la famosa padella della sagra del pesce – e dalla parte opposta, verso il porto, da un altro accesso porticato: ma la passeggiata è poi bordata da una spiaggia che ne fa una riviera moderna come quelle della riviera di Ponente. Via Cuneo e il suo arrivo sulla passeggiata Via Garibaldi al sua inizio e al suo termine 5 La spiaggia Ora il solerte viaggiatore, passato il portico alla fine della passeggiata, arriverà finalmente sul porto, il cui aspetto pittoresco sembra costituire il seme autentico di quella città moderna ma tutta dipinta alle nostre spalle: solo che in tutta questa pittoresca scenografia che è Camogli non siamo del tutto certi che la strade nuove siano state decorate a partire dall’esempio di quelle del porto antico oppure che, tutto al contrario, quelle sul porto, forse in origine le più povere e modeste, siano state decorate proprio in seguito, sul modello di quelle moderne, a loro volta imitate da altra cittadine liguri, da Varese a Sassello a Celle e soprattutto da quelle secentesche di Novi. A gusrdar bene, in effetti, il nucleo antico non ha una vera piazza principale, il suo cuore collettivo è proprio la banchina del porto con lo sfondo della chiesa, anche questa un tempo affacciata su una piazzetta laterale sul cocuzzolo di una originaria isola – insieme a un vetusto castello - e in seguito decorata con una seconda facciata verso la banchina, a completare l’anima di Camogli, d’essere propriamente la scenografia di una città. 6 La banchina dalla chiesa e la chiesa dalla banchina Ecco la pianta di Camogli, in arancio la stazione, in rosso il municipio, in giallo il teatro sociale, in nero la chiesa e in viola il castello. E, qui sotto, l’esito di questa affascinante scenografia, le ville sparse sulla collina protette dall’antichità del paese Questo ritratto è dedicato a Maria e a Renato Mannheimer www.esteticadellacitta.it 7