Vedi - Una Chiesa a Più Voci

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Vedi - Una Chiesa a Più Voci
4
Scontro
critte e sterco
la redazione
del giornale Tempi
di Carlo
I
AMEN
SABATO 17 GENNAIO 2015
Tecce
l pugno di papa Francesco ha colpito,
ovunque. Sennò non
sarebbe intervenuta
la sala stampa vaticana con
una rettifica che appare una
postilla a una dichiarazione
di Jorge Mario Bergoglio,
un’appendice studiata da
padre Federico Lombardi
per smentire l’ovvio e sedare
lo stupore per un drastico
cambio di linguaggio: “Con
l’esempio il Papa non voleva
giustificare la violenza”. E allora? “Si riferiva a una reazione spontanea che si può
sentire e che, di fatto, uno
sente, quando offeso profondamente”.
Il pugno di papa Francesco
colpisce, secondo padre
Lombardi, però non fa male.
È un classico, un miscuglio
di reminiscenze fra Adriano
Celentano e Giovanni XXIII:
una carezza in un pugno. Ma
la battuta è già vecchia, mentre la tenzone è ancora vivida.
Spazio per i santi, non per
il gesto del pontefice
Il pugno di papa Francesco,
indirizzato ai dileggiatori che
insultano le mamme, e cioè ai
vignettisti (a Charlie Hebdo)
che sbeffeggiano le religioni,
ha colpito, in casa propria.
Sennò non sarebbe scattato il
sistema di emergenza che
l’Osservatore Romano, il giornale ufficiale vaticano, attua
per insabbiare le notizie non
agiografiche di Francesco: il
“pugno”, che tanti quotidiani
hanno definito cazzotto e alcuni hanno annacquato (vedi
il Corriere, ndr), non compare
nei titoli, ma merita un passaggio anodino, dopo che s’è
riportata con dovizia di particolari la citazione su Angela
da Foligno, canonizzata, e sui
miracoli non accertati perché
sufficiente il “culto di santità”
IL DIRETTORE: “CAMPAGNA
NAZI CONTRO LA FAMIGLIA”
Intimidazione alla redazione del
settimanale Tempi a Milano. Ieri,
i redattori del giornale diretto da
Luigi Amicone hanno trovato
dello sterco davanti al portone, e
la scritta sul muro esterno del
palazzo: “Tempi, merde omofobe e sessiste!”. Il giornale è fra i
promotori del convegno sulla famiglia tradizionale, al centro di
numerose polemiche, che si terrà oggi alla sede della Regione
Lombardia e che vedrà impegnato come moderatore il diret-
il Fatto Quotidiano
tore del periodico. A Tempi è
giunta la solidarietà dell’intero
centrodestra del governo della
Lombardia. Amicone, invece, sul
suo profilo Twitter ha commentato così l’episodio: “Complimenti alla campagna nazi contro
convegno sulla famiglia”.
IL PUGNO FA RUMORE:
RETTIFICHE, CENSURE
E L’ELOGIO TURCO
LA SALA STAMPA VATICANA COSTRETTA A PRECISARE CHE
IL GESTO DI PAPA FRANCESCO NON SIGNIFICA VIOLENZA
L’OSSERVATORE ROMANO IGNORA LA NOTIZIA NEI TITOLI
Il gesto del Papa. E il portavoce del Vaticano, padre Lombardi Ansa
di Giuseppe Vaz, anch’egli
canonizzato. Il pugno poi
piomba nel testo, non prima
di aver riferito che il pontefice era “stanco per sua stessa
ammissione e sorridente”.
Il pugno di papa Francesco
ha colpito, in profondità.
Sennò non sarebbe relegato
in un sommario con dei vistosi virgoloni su Avvenire, il
foglio dei vescovi italiani. I
LIBERTÀ E FEDE
Erdogan, il padrone
della Turchia che manda
i giornalisti in galera, cita
Borgoglio sulla mamma
e il cazzotto per definire
Hebdo “famigerato”
caratteri in grassetto vengono utilizzati per marcare la
“libertà” e il “rispetto”, sintesi
un po’ buonista (o quantomeno parziale) del ragionamento di Francesco con tanto di braccio destro che mima
un gancio al povero Alberto
Gasbarri, responsabile dei
viaggi papali, attore non protagonista della scenetta ripresa sul volo per le Filippine.
Il Pakistan lo menziona
nella risoluzione
Il pugno di papa Francesco ha
colpito. Sennò non l’avrebbe
elogiato e condiviso Recep
Tayyip Erdogan, il presidente
di una Turchia che fa arrestare i giornalisti. E non avrebbe
sfruttato l’occasione per denigrare il settimanale francese, forse pentito, chissà, per
aver spedito il primo mini-
stro a piangere le vittime con
la matita al corteo di Parigi:
“Charlie Hebdo è famigerato
per le sue pubblicazioni provocatorie. I disegni contro i
cristiani e i musulmani non
dovrebbero essere paragonati a espressioni di libertà. Persino il Papa ha criticato questa rivista”. Notare il “persino”, il partecipare a un fronte
comune, il desiderio di aggiungere energia a quel pugno che, vale la pena ripetere,
la Santa Sede intima di non
confondere con la “violenza”.
Il pugno di papa Francesco ha
colpito, e vale per il presente e
il futuro. Sennò la commissione Affari esteri del Senato
pachistano non l’avrebbe
menzionato nella risoluzione
che ha adottato per condannare le nuove vignette su
Maometto, pubblicate mercoledì scorso dai redattori superstiti di Charlie Hebdo,
un’edizione che ha venduto
oltre 5 milioni di copie.
Anche Bertone riprende
la parole per difenderlo
I pachistani hanno inviato
una copia del documento
agli ambasciatori europei
presenti a Islamabad, non è
piaciuto il Profeta con il car-
Papa Francesco in viaggio
apostolico nella Filippine. Qui è a
Manila e scherza con il cardinale
filippino Tagle Ansa
tello “io sono Charlie” disegnato da Luz.
Il pugno di papa Francesco
ha colpito, anche i non amici. Sennò non si sarebbe mobilitato il cardinale Tarcisio
Bertone, il segretario di Stato rapidamente silurato, la
porpora che l'argentino non
adora e che abita in un attico
con terrazza in Vaticano.
Eppure Bertone s’è speso in
difesa di Bergoglio. Ha intagliato gli stessi termini: “Invito a riflettere sulle parole
del Papa, che devono far
prendere coscienza: la libertà non può offendere le religioni, deve avere certi limiti”. Un limite più di tutti:
non toccare i santi. E l’avviso, più che la preghiera, proviene da numerosi cardinali
e vescovi.
LE REAZIONI
“Perché Charlie continua a provocare?”
di Irene
Buscemi
on hanno capito nulla,
N
continuano a provocare,
offendono il Profeta, la nostra
religione, il governo francese
dovrebbe fermare la pubblicazione”. Nel cuore pulsante
musulmano di Roma, davanti
alla grande Moschea in zona
Parioli, la risposta alla copertina di Charlie Hebdo dopo la
strage di Parigi è unanime.
Odore di spezie e falafel dei
diversi banchetti accompagna la fiumana di gente che
entra in moschea al richiamo
dell’imam per la preghiera del
pomeriggio. In Francia è il giorno dei funerali
dei disegnatori morti nell’attentato, il giorno
dei blitz in tutta Europa contro il terrore. E
nelle edicole si vendono ancora milioni di copie dell’ultimo numero di Charlie Hebdo, “Tutto è perdonato”, con la lacrima di Maometto e
il cartello Je suis Charlie, disegnati da Luz, uno
dei vignettisti superstiti alla strage. Pochi tra
coloro che passeggiano in via della Moschea
hanno tenuto in mano la rivista satirica francese, molti hanno visto la copertina in televisione, tutti la condannano. Si acclamano le
L’interno della Moschea di Roma Ansa
parole proferite da Papa Francesco nelle Filippine: “La violenza è un’aberrazione, ma
non si possono deridere le religioni” . “Noi
condanniamo la violenza, ma anche le parole
possono essere armi, c’è il diritto della libertà
d’espressione, ma ogni diritto ha il dovere di
capire i propri limiti, e questi non possono
essere superati”, afferma Tarek, di origini tunisine. “È benzina sul fuoco dare la possibilità
ai lupi di arrivare in casa, cosa possiamo fare
noi se si continua su questa strada, un attentato in Italia o in un altro paese sarebbe
terribile” aggiunge Samir. C’è sempre un “ma” ciarsi, il corano predica il bene non il male”
dopo la condanna della violenza. E quelli di aggiunge Hassan. “Ci stanno derubando della
Charlie non vengono capiti, compresi, vengo- parola jihad, si parla di jihadisti come violenti,
no visti come dei scolaretti bischeri che non ma jihad non è imbracciare un fucile, è lo
hanno recepito la lezioni impartita il 7 gen- sforzo quotidiano di andare avanti, di lavonaio. “Offrono la scusa a questi pazzi di agire, rare, di combattere contro se stessi, ognuno di
come fanno a non pensarci, allora se la cer- noi fa la jihad” spiega Karima. Pazzi, ignocano, vogliono questo massacro” dicono a ranti, folli, così si descrivono coloro che si
stretti denti. “Perché se sono atei parlano di armano in nome di Allah. Ai loro occhi però
Maometto, non ci credono ma perché deri- l’Islam è impotente, non può far altro che
derlo - ci spiega Khalid - serve rispetto per condannarli. “Il terrore si combatte con l’intutti, ma la risposta alla satira è la parola, non tegrazione, il rispetto e la collaborazione tra le
si può uccidere, non esiste l’islam moderato e culture” dice ancora Tarek. Ma gli occidentali,
integralista, dicono che i terroristi sono mu- per loro, dovrebbero farsi una bella analisi di
sulmani, ma non lo sono agli occhi di Allah”. coscienza. “Chi è andato in Siria, chi ha fatto
Il terrore seminato dall’Isis e dalla sua pro- casini in Iraq, in Libia? I governi occidentali
paganda che invita a colpire
hanno tante responsabilità,
dovrebbero dire la verità, mitutti i miscredenti occidentali
ha anche ripercussioni nelle
lioni di soldi arrivano all’Isis,
MOSCHEA DI ROMA
vengono armati - sostiene Saloro vite. “Lo vedo quando accompagno i figli a scuola che
mir - hanno tutto in mano e
Tra i musulmani che
possono combattere il terrore
l’aria è cambiata, prima mi salutavano con affetto, adesso
con le loro mani, prima di tutplaudono al pontefice:
to stoppando le pubblicazioni
mi stanno alla larga, accomu“Offrono la scusa
di Charlie Hebdo”. Si rinuncia a
nare l’Islam al terrorismo è figlio dell’ignoranza, invito Salpriori a esercitare quella liai terroristi, come fanno
vini a leggere, invece di istibertà invocata dalla rivista,
gare al razzismo solo per la
a non pensarci? Vogliono quella di ignorare quello che
poltrona” afferma ancora Tanon si apprezza cestinandoil massacro?”
lo.
rek. “L’Islam non deve disso-