Costruire in montagna - michael ohneberg architektur
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Costruire in montagna - michael ohneberg architektur
speciale Architettura alpina Costruire in montagna di Pietro Cremona Adolf Loos, a chi costruisce in montagna, raccomandava di essere vero: “La natura sopporta soltanto la verità”. Vero vuol dire “non darti arie. Ma non abbassarti neppure.” Significa parlare un linguaggio che scopre le ragioni di una forma e conosce i progressi capaci di migliorarla. Schermi lignei filtrano la luce corpuscolare del mezzogiorno alpino; sottolineano l’orizzontalità dell’edificio rispetto ai picchi circostanti, proteggono e animano d’ombra il volume sdoppiato dall’inserzione delle doghe. Organismi leggono l’Alpe come storia del mondo, antenato che ne custodisce i sommovimenti zoologici: sono cellule acquose e spinose che gelano e fluidificano secondo il ritmo incessante del tempo oppure gusci fossili che la tecnica rinviene e cristallizza quale attrazione a cielo aperto. Ripari si affidano alla memoria di un patrimonio tramandato evocando figure di baite che rifuggono il pittoresco per definirsi architettonicamente attraverso la stilizzazione lineare o la modellazione plastica, incastonando materiali e aprendo inusuali spazi di veduta. Intersezioni di volumi sono poggiate sugli alti prati calando la loro nivea purezza nella coltre invernale o frastagliandosi similmente all’erba estiva. Occhieggiano e ritagliano il paesaggio esprimendosi in una lingua propria che cammina veritiera al fianco del sorgivo idioma roccioso. Curvature spaziali relativizzano l’osservazione dell’arco montano spingendo morbidamente lo sguardo da una calonna lignea a un bosco puntuto o inquadrando la vetta attraverso un sommovimento ondulato: il primitivo si scioglie nel futuro levitando verso la quota delle nuvole. Emergenze, come nascite improvvise, si formano in bozza dalle asperità rocciose secando scintillanti piani non finiti e aggregati da instabili puntellature; oppure, quali ultracorpi germogliati dalle nevi, suggono linfaticamente la luce e la conducono nei recessi dove il nostro organismo s’imbeve del tepore che la montagna stimola a ricercare. Mario Botta, Centro benessere Tschuggen Berg Oase, Arosa, Svizzera, 2006 (foto Urs Homberger) 55 progettare 0609 speciale Architettura alpina 2 L’utilizzo prevalente del legno è un richiamo alle radici alpine del costruire Schermi 1 Herault Arnod Architectes, Centro culturale e sportivo Amphibia, Les Deux Alpes, Francia, 2005 (foto André Morin) 2 e 3 Plasma Studio, Hotel Strata, Sesto, Bolzano, 2007 (foto Cristobal Palma) 4 Zaha Hadid, Stazione della funicolare, Innsbruck, Austria, 2007 (foto Hafelekar). 5 e 6 R&Sie(n), Water Flux – Museo d’arte e stazione di ricerca sui ghiacci, Évolène, Svizzera, 2009 (concessione François Roche). L’edificio è avvolto da un “pizzo” traforato basato sulla reiterazione di un motivo tradizionale La sospensione lineare dello schermo accentua l’orizzontalità dell’architettura 1 3 Lo schermo ligneo funge da brisesoleil e da parapetto mediando la relazione con lo spazio naturale 56 progettare 0609 Le fasce orizzontali si staccano dal volume generando una diversa geometria “virtuale” L’architettura mira a generare uno scenario abitativo che rifugge il pittoresco Organismi 4 Le forme fluide delle pensiline sono realizzate in vetro termo-curvato rivestito in resina poliuretanica bianca con fughe in silicone nero L’alternanza di concavità e convessità punta a una definizione chiaroscurale dei gusci d’ispirazione morenica I plinti basamentali in cemento reggono uno scheletro metallico con giunzioni plastiche per la pelle vitrea 5 6 Le doghe orizzontali in larice definiscono una schermatura avvolgente contrapposta alla verticalità del paesaggio montano L’aspetto dell’edificio muta in rapporto alla trasformazione climatica dell’habitat alpino Le cavità sono scolpite da una fresatrice a controllo numerico in 180 elementi di legno e montate in loco con collanti e tasselli Il volume è composto da una sovrapposizione di sezioni a mimare una stratificazione rocciosa Elementi plastici di forma organica sono convertiti in un assemblaggio architettonico 57 progettare L’acqua fluisce lungo0609 l’edificio cambiando stato secondo il ritmo stagionale L’interno culmina in una vetrata sottotetto che ingloba il paesaggio nella costruzione speciale Architettura alpina L’abitazione è una libera sovrapposizione di due volumi scostati e plasmati plasticamente pur nella differenza materica La massa dell’edificio è scavata dalla contemporanea pressione dello spazio domestico e dell’ambiente esterno Ripari 7 58 progettare 0609 8 Il legno è utilizzato per la struttura portante e i rivestimenti dei piani di facciata, copertura e calpestio Inserti in pietra sbozzata rompono la continuità degli angoli scomponendo le superfici dell’edificio 9 7 e 9 Drexler Guinand Jauslin, Casa per weekend, Pigniu, Svizzera, 2004 (foto Ralph Feiner). 8 e 10 Ofis arhitekti, Baita alpina, Stara Fuzina, Slovenia, 2009 (foto Tomaz Gregoric). Finestre e ante a libro sono in legno di larice La parte inferiore è realizzata in cemento armato a vista gettato in casseforme modulari Il livello superiore è tamponato con pannelli prefabbricati in legno ricoperti da scandole di larice tagliate a mano 10 Il profilo classico della baita alpina viene ripreso e stilizzato secondo una canone di estrema razionalità L’abitazione ha una superficie di 6x11 metri e un tetto a falde con inclinazione di 42 gradi L’ampia finestratura d’angolo capta il calore solare limitando l’uso del riscaldamento invernale 59 progettare 0609 Le pareti sono interamente rivestite in bianchi pannelli di fibro-cemento speciale Architettura alpina Il paesaggio è inquadrato da grandi scatole-finestra aggettanti in rame L’edificio si trova al centro delle piste da sci e ha una copertura a terrazzo assolutamente piana Intersezioni 11 60 progettare 0609 12 L’inserzione dei volumi avviene secondo piani sghembi che hanno inclinazioni dai 2 ai 5 gradi Gli accessi sono ricavati dallo slittamento laterale dei blocchi cementizi I tagli finestrati in testata consentono alla luce di attraversare completamente gli spazi 13 11 e 13 Ventira architekten, Addis Abeba – Padiglione dopo-sci, Galtür, Austria, 2007 (concessione Felicitas Wolf). 12 e 14 Michael Ohneberg, Fattoria Metzler Molke, Egg, Austria, 2000. (foto Felder Images). I volumi si intersecano fra loro evitando ogni riferimento a stilemi tipici della montagna Logge terrazze e finestre invitano a una sosta contemplativa Il trattamento dei fronti annulla la distinzione cromatica col contesto 14 Il terminale in rame patinato sporge come un obiettivo verso la montagna I corpi dell’edificio hanno un trattamento in cemento grezzo e si sviluppano a cannocchiale La costruzione poggia senza mediazioni sul prato alpino destinato al pascolo 61 progettare 0609 Il rivestimento in scandole di legno esposto agli agenti atmosferici vira a un colore grigio-argenteo 15 speciale Architettura alpina Finestre e balconi intagliano in profondità la bolla lignea L’edificio s’incurva verso la montagna dal bordo di un pendio sopra la città 15 e 17 Sir Norman Foster, Chesa Futura Appartamenti, St. Moritz, Svizzera, 2004 (foto Tino Grisi). 16 e 18 Herault Arnod Architectes, Sede mondiale Rossignol, Centr’Alp 2, Francia, 2009 (foto André Morin). Il legno di larice e il vetro sono i materiali di base del complesso L’apertura curva si apre osmoticamente ai picchi alpini La struttura in acciaio ha una forma scheletrica organica attorno alla quale si avvolgono le superifici 16 62 progettare 0609 Curvature “Casa Futura” si compone di tre piani residenziali e un interrato per il parcheggio auto Il volume avvolgente si sviluppa dal livello inferiore fino alla copertura senza soluzione di continuità La costruzione curvilinea è sollevata dal terreno tramite 8 pilotis inclinati in metallo L’edificio si sviluppa come un rilievo topografico in continuità con l’ambiente Nella nuova sede trovano posto attività che vanno dalla produzione al commerciale organizzate senza cesure fra i reparti 17 Le doghe in larice non trattato creano un manto ondulato continuo di rivestimento 63 progettare 0609 18 Emergenze speciale Architettura alpina Il sistema fotovoltaico integrato permette un’autosufficienza energetica pari al 90 per cento Il corpo sfaccettato è rivestito in alluminio brillante con isolamento minerale La baita emerge dalla roccia cui è ancorata da fondazioni in acciaio inossidabile 64 progettare 0609 19 La struttura in legno visibile all’interno è stata prefabbricata con tecnica digitale I nastri a triplice vetratura frammentano asimmetricamente l’involucro 19 e 20 Politecnico Federale di Zurigo, Nuovo rifugio sul Monte Rosa, Zermatt, Svizzera, 2009. 21 Mario Botta, Centro benessere Tschuggen Berg Oase, Arosa, Svizzera, 2006 (foto Enrico Cano). Il rifugio può ospitare fino a 120 persone in 19 camere 20 Efflorescenze architettoniche spuntano dalla terra per portare luce in profondità 21 Un simbolismo ancestrale lega le grandi “foglie” al profilo delle Alpi Metallo e vetro sono i materiali costituenti di questa vegetazione meccanica 65 progettare 0609