Una visione dell´adozione e dell´affidamento

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Una visione dell´adozione e dell´affidamento
UNA VISIONE
DELL’ADOZIONE E
DELL’AFFIDAMENTO
Benedetta Baquè
Psicologa - Psicoterapeuta
I BISOGNI DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI
Ogni bambino ha diritto a crescere in una famiglia,
la propria o se questa non è in grado
di prendersi cura dei suoi bisogni,
in una che possa accoglierlo
e accompagnarlo nella crescita.
Legge 184/1983
LA GENITORIALITÀ
«Capacità dei genitori di permettere al minore di
crescere e maturare dal punto di vista fisico,
emozionale, spirituale…capacità di
rispondere ai bisogni evolutivi del figlio»
(M. Ammaniti, 2010)
LA GENITORIALITÀ
Si tratta di un processo in continua evoluzione,
attraverso il quale si impara a «diventare capaci di prendersi
cura e di rispondere adeguatamente ai bisogni dei figli».
Questa dimensione interna ha origine nell’infanzia di ognuno
di noi e si compie nell’evento reale della nascita di un figlio, in
cui ogni genitore riattiva pensieri e fantasie legati ai
propri vissuti di bambino, per poi riproporli nella relazione
genitore-figlio e attraverso lo stile educativo.
(C. Riva Crugnola, 1999)
LE FAMIGLIE E LA GENITORIALITÀ
«…i modi in cui le persone si mettono insieme, si
organizzano, si sposano, non si sposano, fanno figli, non ne
fanno, è importante, ma è importante fino ad un certo
punto. Quello che sembra contare, per quello che possiamo
capire, nella crescita di un bambino sano, è la qualità del
rapporto che questi genitori hanno con lui.
E' la qualità, non la formalità del rapporto».
(L. Cancrini, 2007)
LE FAMIGLIE COMPLESSE
Sono quelle famiglie che hanno compiti educativi e di
cura specifici data la complessità dei legami e degli
intrecci
 Sono quelle famiglie le cui situazioni richiedono – più
di altre - un processo di riconciliazione
 Sono le famiglie estese, ricostituite, adottive ed
affidatarie

COS’È LA
GENITORIALITÀ SOCIALE
Genitorialità diffusa
va oltre i confini della propria
casa per occuparsi dei figli degli altri.
E’ la propensione alla responsabilità verso le nuove
generazioni attraverso sguardi condivisi sulla crescita
dei bambini nella quotidianità spicciola e solidale
 Reciproco aiuto fra le famiglie nello svolgimento di cura
e di attenzione pur con ruoli diversi

IL MINORE è AL CENTRO
COME NASCE LA
GENITORIALITÀ SOCIALE
Incontro di bisogni diversi:
 Adulto che vuole esprimere la propria genitorialità
 Bambino che necessita di cure
La genitorialità in sé è un valore sociale in quanto la
funzione generativa ed educativa primaria è una
risorsa per tutta la comunità
Nella comunità vi sono minori con specifici bisogni
di genitorialità, di famiglia, di appartenenza
GENITORIALITÀ SOCIALE
COME RISPOSTA
E’ dovere sociale attivare percorsi di accoglienza
famigliare e di cura affettiva per minori in situazione
di bisogno
La genitorialità sociale
Tiene insieme gli aspetti affettivi e inclusivi tipici del
legame famigliare e la riposta sociale
Attua un’azione di raccordo tra privato famigliare e
ambiti istituzionali sociali territoriali
ANCORA SULLA
GENITORIALITÀ SOCIALE
La genitorialità sociale si differenzia da quella biologica per i
compiti specifici che affronta nel ‘crescere un figlio altrui’
Compiti
Creare appartenenza
 Aiutare ad integrare la storia precedente del minore
 Accogliere ed aiutare ad elaborare il dolore legato alla
famiglia d’origine

FAMIGLIE ADOTTIVE E AFFIDATARIE
Le famiglie adottive e affidatarie presentano una grande
complessità
Si tratta di uno specifico legame familiare con dinamiche
particolari e precisi compiti di sviluppo
Occorrono determinate competenze per affrontare le
naturali tappe del ciclo di vita della famiglia che risultano,
in questo caso, più complesse e soggette a molteplici
sfide
ADOZIONE E AFFIDAMENTO
Esprimono a pieno le caratteristiche della genitorialità
sociale
Sono due istituti che rispondono al diritto del minore a
una famiglia (Legge 184/1983)
IDEE DI RIFERIMENTO
I bambini possono far fronte in modo positivo a
eventi traumatici di varia natura ed intensità, se
sostenuti da una rete sociale nella quale sviluppare
relazioni interpersonali significative e di sostegno
alla crescita.
 La
relazione cura
IDEE DI RIFERIMENTO
Il bambino è posto al centro dell'interesse del
sistema sociale di cui fa parte, dando particolare
importanza ai legami e alle relazioni che
caratterizzano il suo sviluppo.
 Il
bambino trova una famiglia
IDEE DI RIFERIMENTO
Si tratta di una scelta di accoglienza.
Non si sceglie il bambino che corrisponde alle
fantasie dei genitori, ma si sceglie di amare un
bambino,
con le sue caratteristiche e la sua unicità.
 Accoglienza
I BAMBINI CON IL LORO PASSATO
Il bambino non inizia la propria esistenza con l’incontro con i
genitori adottivi/affidatari, né con l’ingresso nella nuova
famiglia.
I genitori accolgono l’intera esperienza del bambino (la
sua storia, il suo nome, anche i vuoti).
ADOZIONE
Significa fare una scelta di genitorialità per la vita, accogliendo
nel proprio nucleo familiare un minore che viene riconosciuto
come figlio.
Chi sceglie di adottare deve svolgere un percorso adottivo
che precede l’arrivo del minore.
-
Adozione nazionale
Adozione internazionale
IDEE DI RIFERIMENTO
La scelta di adottare non appartiene solo all’l’inizio del
percorso adottivo: i genitori sono chiamati anche nel
tempo a scegliere di essere padre e madre di quel figlio.
Il figlio a sua volta compie una scelta e decidere
di essere figlio di quei genitori.
 Reciprocità
IDEE DI RIFERIMENTO
L’adozione è un patto in cui sono presenti tre soggetti:
- Il bambino
- I genitori adottivi
- I genitori d’origine
 La
Triade adottiva
QUALE FAMIGLIA PER L’ADOZIONE?
In Italia:
 Coppie coniugate e conviventi da almeno 3 anni
 Differenza d’età fra il bambino e i genitori non inferiore ai
18 anni, né superiore ai 45 (coniuge più giovane)
 Coppie idonee all’adozione secondo il Tribunale dei
Minorenni
All’estero…
BAMBINI VERSO L’ADOZIONE
Legge: situazione di abbandono morale o materiale
Minori:
 Italiani o stranieri
 Abbandonati
 Istituzionalizzati
 Affidi precedenti
 Attaccati e lasciati
L’ASSOCIAZIONE PER TALEA
AFFIDAMENTO FAMILIARE
“Significa accogliere nella propria famiglia un bambino o un
ragazzo, assicurandogli il mantenimento, l’educazione,
l’istruzione e le relazioni affettive di cui ha bisogno, senza
spezzare i legami con la famiglia di origine, per il tempo
necessario perché questa superi le difficoltà e sia di nuovo in
grado di accoglierlo” (L.149/2001).
IDEE DI RIFERIMENTO
L’affidamento familiare è un sostegno temporaneo ad un
minore che vive un momento di difficoltà nel mantenere i
propri legami familiari.

Temporaneità
IDEE DI RIFERIMENTO
Lo scopo è quello di unire e far crescere le famiglie,
non di separarle.
Viene utilizzato infatti per prevenire gli allontanamenti dei
minori dalle proprie famiglie.
La famiglia è una risorsa
 Il bambino ha una doppia appartenenza

IDEE DI RIFERIMENTO
L’affidamento è un patto in cui sono presenti quattro soggetti:
- Il bambino
- I genitori affidatari
- I genitori d’origine
- I servizi sociali di riferimento

I quattro attori dell’affidamento
GLI AFFIDAMENTI FAMILIARI
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Affidamento familiare consensuale: è disposto dai Servizi
Sociali in accordo con la famiglia del bambino, può essere sia
intrafamiliare che eterofamiliare e ha durata massima di 24 mesi,
ma prevede la possibilità di essere prorogato.
Affidamento familiare giudiziale: è disposto dal Tribunale per i
Minori, nei casi in cui non c’è il consenso di coloro che esercitano
la patria potestà.
Affidamento intrafamiliare/ eterofamiliare: prima di
procedere ad affidare un minore ad una famiglia si valuta se
parenti fino al quarto grado di relazione siano disponibili, idonei,
e abbiano un rapporto positivo e significativo con il bambino.
GLI AFFIDAMENTI FAMILIARI
In base ai bisogni del bambino e all’intensità dei problemi familiari,
l’affidamento assume forme diverse: dalle forme più leggere che non
implicano la separazione del bambino dalla sua famiglia, ai più
intensi, che implicano una separazione temporanea e l’accoglienza del
bambino in una famiglia affidataria.
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Affidamento familiare diurno/semiresidenziale: il bambino
trascorre solo parte della giornata con la famiglia affidataria.
Affidamento familiare a tempo parziale: il bambino trascorre
solo un periodo definito di tempo con i genitori affidatari (fine
settimana, brevi periodi nell’anno).
Affidamento familiare residenziale: il bambino vive stabilmente
con la famiglia affidataria.
AFFIDAMENTO: COME E QUANTO
Percorso di conoscenza della famiglia affidataria da
parte del servizio sociale del Comune di riferimento
 Abbinamento fra minore e famiglia affidataria da parte
del servizio sociale

Permanenza del minore prevista per un massimo di
2 anni
 Rinnovabile
 Fino a 18 anni (21anni) del minore

QUALE FAMIGLIA PER L’AFFIDAMENTO?
La famiglia “che si apre all’affido non è eroica, né speciale, ma si
chiede che sia una “buona famiglia”, con una solida struttura
relazionale, aperta e interessata agli altri, con un’elevata capacità di
fare rete e sentirsi parte di una comunità” (A. Tagliaferri).
Possono diventare genitori affidatari:
 una persona singola
 una coppia
 una famiglia con figli
QUALI BAMBINI VERSO L’AFFIDO
Hanno da 0 a 17 anni (o fino a 21)
 Possono essere italiani o stranieri
 Hanno genitori naturali in difficoltà o che vivono situazioni
di disagio sociale temporaneo (di breve, media o lunga
durata)
 Hanno vissuto privazioni, maltrattamenti
 Possono essere in attesa del decreto di adottabilità

L’ASSOCIAZIONE CODICE ADAF