Shock anafilattico recidivante con insuline umane in paziente
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Shock anafilattico recidivante con insuline umane in paziente
G It Diabetol Metab 2010;30:118-121 Caso clinico Shock anafilattico recidivante con insuline umane in paziente diabetico di tipo 2 insulino-trattato: induzione progressiva alla tolleranza all’insulina glulisina Introduzione L’allergia all’insulina ricombinante è un fenomeno relativamente raro, che può interessare circa lo 0,5-1% della popolazione diabetica1 ed è a carico soprattutto del diabete mellito di tipo 1 (DM tipo 1), e più frequente in chi abbia impiegato in passato insuline animali. L’allergia all’insulina è un’evenienza drammatica e molto difficile da trattare specie nei pazienti affetti da diabete mellito di tipo 1, essendo l’unico trattamento possibile, ma anche nei pazienti diabetici di tipo 2 in caso di fallimento secondario della terapia antidiabetica orale. La diagnosi deve essere molto accurata, in quanto in meno di un terzo dei pazienti viene riconosciuta una vera allergia all’insulina2. I tipi di reazione allergica spaziano da manifestazioni locali (reazioni eritematose, prurito, indurimento nei siti di iniezione), a reazioni generalizzate (angioedema, orticaria, fino all’anafilassi sistemica). Si riconoscono tre meccanismi di reazione allergica all’insulina3: – tipo I: reazione di ipersensibilità immediata mediata dai linfociti B, che portano alla produzione di autoanticorpi IgE anti-insulina e inducono il rilascio dei mediatori dell’infiammazione; – tipo III: reazioni mediate dagli immunocomplessi via linfociti B con fissazione del complemento, attrazione dei leucociti e risposta infiammatoria al complesso antigeneanticorpo; – tipo IV: ipersensibilità ritardata mediata dai linfociti T, dovuta soprattutto agli eccipienti contenuti nelle preparazioni commerciali delle insuline. I pazienti diabetici di tipo 1 sono più predisposti alla formazione di anticorpi anti-insulina dei pazienti diabetici di tipo 24. Inoltre è stato osservato come i soggetti con HLA DR3 sviluppino meno risposte allergiche dei soggetti con HLA B7, DR2 e DR4. La diagnosi di allergia all’insulina si basa sui dati clinico-anam- M. Vedovato1, A. Filippi1, A. Tiengo1, M. Cancian2, G. Realdi2 1 Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Divisione di Malattie del Metabolismo; 2Istituto di Medicina Interna, Università degli Studi di Padova Corrispondenza: dott.ssa Monica Vedovato, Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Divisione di Malattie del Metabolismo, Azienda Ospedaliera di Padova, via Giustiniani 2, 35128 Padova e-mail: [email protected] G It Diabetol Metab 2010;30:118-121 Pervenuto in Redazione il 09-07-2010 Accettato per la pubblicazione il 22-07-2010 Parole chiave: diabete mellito, allergia all’insulina, desensibilizzazione Key words: diabetes mellitus, insulin allergy, desensitization Shock anafilattico recidivante con insuline umane in paziente diabetico di tipo 2 insulino-trattato nestici, sui test cutanei (prick e intradermal), RAST per insulina; vanno inoltre escluse allergie al lattice, eccipienti dell’insulina, disinfettanti cutanei, sostanze metalliche degli aghi per iniezione. Una volta che sia confermata l’allergia all’insulina, e il paziente necessiti assolutamente del trattamento insulinico per il controllo glicemico, si deve iniziare un trattamento adeguato che includa l’uso di antistaminici sistemici, piccole dosi di steroidi nella siringa in caso di reazioni locali, o il passaggio ad altro tipo di insulina previa desensibilizzazione. La maggior parte dei lavori disponibili mostrano una minore incidenza di reazioni allergiche nei soggetti in trattamento con lispro e aspart3: ciò sarebbe dovuto alla loro minore tendenza all’aggregazione e formazione di esameri, che risulta in un assorbimento sottocutaneo più rapido, e perciò in una minore esposizione alle mastcellule del sottocutaneo. Al contrario, agenti ritardanti l’assorbimento di insulina quali protamina e zinco potrebbero incrementare l’immunogenicità di alcune formulazioni insuliniche. La modalità di somministrazione dell’insulina giocherebbe un ruolo importante nella risposta allergica4: l’accesso intravenoso è certamente il metodo meno immunogenico rispetto all’iniezione sottocutanea, e resta il trattamento di scelta nelle situazioni di emergenza. Rispetto alla terapia multiniettiva, l’infusione sottocutanea continua di insulina (CSII) risulta essere a oggi un metodo efficace di desensibilizzazione all’insulina. Storia clinica Un paziente di 70 anni, affetto da diabete mellito di tipo 2 da circa 25 anni, giungeva alla nostra osservazione per allergia all’insulina. Il controllo glicometabolico era scadente (HbA1c 9%) e presentava sintomi compatibili con angina da sforzo per cui era stata posta indicazione ad angiografia coronarica. Il paziente era inoltre affetto da ipertensione arteriosa, vasculopatia carotidea e dislipidemia. Anamnesticamente emergeva allergia all’aspirina, comparsa circa 12 anni prima con eritema e broncospasmo. Ventitré anni prima il paziente aveva presentato una reazione orticarioide a una sulfonilurea di prima generazione, tolbutamide, risoltasi alla sospensione della stessa. Infine aveva presentato due episodi di shock anafilattico all’insulina: il primo 5 anni prima dell’attuale ricovero, secondario all’insulina umana isofano, il secondo l’anno successivo all’uso di insulina umana regolare, nonostante fosse stato sottoposto 5 mesi prima a protocollo di desensibilizzazione sia all’insulina umana regolare sia all’insulina intermedia in regime di ricovero presso un altro ospedale (Tab. 1). Ulteriori accertamenti avevano stabilito la positività per anticorpi anti-insulina dopo il primo shock anafilattico, e la positività dei test cutanei verso l’insulina umana isofano e verso glargine, con ulteriore evidenza sierologica di IgE specifiche anti-insulina umana a titolo moderato (1,62 KUa/L). Dopo il secondo episodio anafilattico il paziente era ritornato alla terapia antidiabetica orale pre-insulina al massimo dosaggio possibile (metformina e glimepiride), con progres- 119 Tabella 1 Riassunto delle reazioni allergiche del paziente nel corso degli anni. Anno Farmaco Tipo di reazione allergica 1987 Tolbutamide Eritema 1998 Acido Eritema e bronchite acetilsalicilico asmatica 2005 Insulina Shock anafilattico umana isofano 2006 Insulina Shock anafilattico umana regolare sivo peggioramento del controllo glicometabolico (HbA1c da 8,4% a 8,9%). In conclusione il paziente presentava sintomi suggestivi di allergia all’insulina in presenza di anticorpi IgE anti-insulina. Dai patch test (serie GIRCA) emergeva positività nei confronti del benzalconio cloruro, contenuto nei comuni disinfettanti. I prick test risultavano negativi nei confronti di tutti e tre gli analoghi rapidi testati (lispro, aspart, glulisina) e anche nei confronti dei medium di diluizione per l’analogo rapido (glicerolo, metacresolo, idrossido di sodio, acido cloridrico, acqua) e del medium contenente protamina (glicerolo, metacresolo, fenolo, fosfato bisodico, idrossido di sodio diidrato, acido cloridrico, acqua (Tab. 2). Approccio terapeutico e risultati È ben noto, in letteratura, che in molti casi di allergia attribuiti all’insulina, la causa è da attribuirsi ad altre componenti quali protamina5,6, lattice7, cresolo, zinco ecc. Proprio per tale motivo abbiamo optato pertanto per l’insulina glulisina, essendo l’unica formulazione di analogo rapido di insulina umana priva di zinco e fenolo rispetto agli altri analoghi lispro e aspart, e per questo meno immunogenica. Vista la gravità delle reazioni precedenti, verificatesi in un caso dopo desensibilizzazione, pur con test cutanei negativi è stato scelto un protocollo per uno schema di tipo desensibilizzazione, previo consenso informato scritto del paziente. Lo schema prevedeva quantità crescenti dell’analogo glulisina (Apidra®) in 4 giorni consecutivi, come indicato in tabella 3. Tale procedura è stata ben tollerata dal paziente e nei giorni successivi si è assistito a un graduale miglioramento dei profili glicemici nictemerali con la somministrazione totale di 25 U giornaliere (5 U a colazione e 10 U prima di pranzo e cena). Attualmente, a distanza di 2 anni, il controllo glicometabolico è buono (HbA1c 7,1%), e il paziente non ha manifestato alcun disturbo ascrivibile a fenomeni allergici. Discussione L’allergia all’insulina è una complicanza nota della terapia insulinica, sin dagli inizi del suo utilizzo. Con l’introduzione 120 M. Vedovato et al. Tabella 2 Eccipienti contenuti nelle insuline attualmente in commercio. Insulina Principio attivo Eccipienti (nome commerciale) Novorapid® Aspart Glicerolo, fenolo, metacresolo, cloruro di zinco, fosfato bisodico diidrato, cloruro di sodio, acido cloridrico e/o idrossido di sodio (aggiustamento del pH). Acqua per preparazioni iniettabili Humalog® Lispro Protamina solfato m-cresolo (2,20 mg/ml), fenolo (1,00 mg/ml), glicerolo, sodio fosfato bibasico, zinco. Acqua per preparazioni iniettabili. Acido cloridrico e idrossido di sodio possono essere usati per aggiustare il pH a 7,0-7,8 Apidra® Glulisina Metacresolo, cloruro di sodio, trometamolo, polisorbato 20, acido cloridrico concentrato, idrossido di sodio. Acqua per preparazioni iniettabili ® Lantus Glargine Zinco cloruro, m-cresolo, glicerolo, acido cloridrico, sodio idrossido. Acqua per preparazioni iniettabili Levemir® Detemir Mannitolo, fenolo, metacresolo, acetato di zinco, fosfato bisodico diidrato, cloruro di sodio, acido cloridrico 2 N (regolazione pH), idrossido di sodio 2 N (regolazione pH). Acqua per preparazioni iniettabili Actrapid® Insulina Zinco cloruro, glicerolo, metacresolo, idrossido di sodio e/o umana acido cloridrico (per l’aggiustamento del pH). Acqua per preparazioni iniettabili Protaphane® Insulina Zinco cloruro, glicerolo, metacresolo, fenolo, fosfato bisodico umana diidrato, idrossido di sodio e/o acido cloridrico (per isofano l’aggiustamento del pH). Protamina solfato. Acqua per preparazioni iniettabili Tabella Tempo t 0′ t 30′ t 60′ t 90′ t 120′ t 180′ t 240′ 3 Protocollo di desensibilizzazione. 1° giorno 2° giorno 3° giorno 4° giorno 0,00002 U 0,02 U 1U 8U 0,0002 U 0,02 U 0,002 U 0,1 U 2U 0,02 U 0,02 U 0,5 U 4U 12 U 0,02 U 1U 8U 16 U delle insuline umane ricombinanti altamente purificate, le reazioni allergiche a queste molecole sono divenute estremamente rare. Nel caso di ipersensibilità contro la protamina, la sostituzione con insuline prive di tale molecola è la strategia più logica per risolvere il problema. Il passaggio a insulina umana e agli analoghi rapidi8,9 è risultato essere efficace nel trattamento della maggioranza dei pazienti, mentre nei casi più gravi si è dovuti ricorrere al trapianto di pancreas10. Recentemente è stato segnalato un caso analogo di allergia all’insulina, trattato efficacemente con l’insulina glulisina11. In quel caso però, gli autori descrivevano un quadro di allergia topica caratterizzato da sole reazioni locali, in assenza di alcun test allergologico (patch/prick test) per insuline, disinfettanti o metalli degli aghi; inoltre non era riportato l’intervallo di osservazione del paziente dopo il trattamento. Abbiamo pertanto riportato il caso di un paziente diabetico di tipo 2 con indicazioni assolute alla terapia insulinica, stante il cattivo controllo glicemico e la sospetta coronaropatia, che mostrava sintomi e segni tipici di allergia all’insulina. Anche se i test cutanei non avevano mostrato reazioni agli analoghi dell’insulina testati, considerando la gravità dei precedenti episodi anafilattici, abbiamo optato per una procedura di desensibilizzazione. L’insulina glulisina veniva scelta per la sua mancanza di agenti ritardanti (zinco e protamina) e di fenoli, risultando perciò la formulazione insulinica meno immunogena e più sicura, per il nostro paziente, tra quelle in commercio. La scelta di un analogo rapido dell’insulina è stata fatta anche nell’ottica di poter considerare in futuro l’utilizzo dell’infusione sottocutanea continua mediante microinfusore, qualora il controllo glicemico del paziente dovesse peggiorare, migliorandone il controllo e al contempo riducendo il fabbisogno insulinico, come è stato dimostrato, anche dal nostro gruppo12, nei pazienti diabetici di tipo 1, trattati con insulina rapida umana o con gli analoghi rapidi dell’insulina (lispro, aspart, glulisina) mediante CSII. Shock anafilattico recidivante con insuline umane in paziente diabetico di tipo 2 insulino-trattato Flow-chart diagnostico-terapeutica Uomo di 70 anni, affetto da diabete mellito di tipo 2 da circa 25 anni, con allergia all’insulina Storia clinica Esame obiettivo Esami di laboratorio e test effettuati Terapia Follow-up a 24 mesi Diabete mellito di tipo 2 da 25 anni in scadente controllo, pregresse reazioni allergiche a tolbutamide, ASA e 2 episodi di shock anafilattico all’insulina umana isofano e regolare Longitipo, normopeso, BMI 24 kg/m2 HbA1c 9%; positività dei test cutanei verso l’insulina umana isofano e verso glargine; IgE specifiche anti-insulina umana a titolo moderato (1,62 KUa/L); test cutanei (prick e intradermal) negativi nei confronti di tutti e tre gli analoghi rapidi testati (lispro, aspart, glulisina) e nei confronti dei medium di diluizione per l’analogo rapido dell’insulina e per la protamina; patch test (serie GIRCA) positivi nei confronti di benzalconio cloruro, contenuto nei comuni disinfettanti Schema di tipo desensibilizzazione, con quantità crescenti dell’analogo glulisina in 4 giorni; buon controllo glicemico con 25 U giornaliere ripartite nei tre pasti (5 + 10 + 10 U) HbA1c 7,1%, in assenza di disturbi riferibili a fenomeni allergici 121 Bibliografia 1. 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Ringraziamenti Si ringrazia la Novo (nella persona di Angela Bullotta) per aver fornito il kit contenente il medium di diluizione per l’analogo rapido della protamina e le informazioni relative agli eccipienti delle insuline attualmente in commercio. 11. Mollar-Puchades MA, Villanueva IL. Insulin glulisine in the treatment of allergy to rapid acting insulin and its rapid acting analogs. Diabetes Res Clin Pract 2009;83:e21-2. Epub 2008 Dec 13. 12. Bruttomesso D, Costa S, Baritussio A. Continuous subcutaneous insulin infusion (CSII) 30 years later: still the best option for insulin therapy. Diabetes Metab Res Rev 2009;25:99-111.