Pandemia influenzale - Salute Regione Veneto

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Pandemia influenzale - Salute Regione Veneto
PANDEMIA INFLUENZALE H1N1 COSA È STATO FATTO, COSA ABBIAMO IMPARATO, COSA POSSIAMO FARE Dr.ssa Lorena Gottardello e Dr. Giambattista Zivelonghi La Sanità Pubblica ha sempre ipotizzato il verificarsi di nuove pandemie influenzali come è avvenuto in passato. FASE PREPANDEMICA Per comprendere come è stata condotta la Pandemia Influenzale H1N1 del 2009 è necessario sapere che l’allarme nasce nel 1996 quando la sanità veterinaria aveva individuato in estremo Oriente un nuovo virus aviario H5N1 che poteva essere il candidato di una nuova epidemia. Da allora l’OMS ha orientato le Politiche Sanitarie Mondiali nel fronteggiare una nuova pandemia, definendo le fasi di gravità ed intervento e dettando le linee guida per predisporre Piani Mondiali e Nazionali di Preparazione e Risposta per una pandemia influenzale. Le principali indicazioni sono state: 1)
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Sulle modalità di sorveglianza e misure di un primo intervento Sulla previsione di risorse dedicate Sull’uso di antivirali Sulla ricerca di nuovi vaccini antinfluenzali e sul loro utilizzo Nel 2005 anche in Italia era stato approvato il “Piano Nazionale di Preparazione e risposta per una pandemia influenzale”, pensando alla influenza aviaria che sembrava più probabile e prendendo a modello l’andamento delle pandemie del passato. Tra le azioni di preparazione, fin dal 2005, erano compresi non solo lo stanziamento di fondi per rinforzare ed ammodernare laboratori per la ricerca di nuovi virus, ma anche la stipula di contratti di prelazione per l’acquisto di vaccini pandemici, l’acquisto di prototipo di vaccino H1N1, l’acquisto di dosi di antivirali. Nel 2009 questi contratti hanno influenzato le scelte del Governo. Nella Regione Veneto il Piano era stato approvato nel 2007 e ogni Azienda ULSS aveva il compito di preparare un Piano aziendale. FASE PANDEMICA A partire dall’aprile 2009, principalmente ma non esclusivamente in Messico e Stati Uniti furono descritti casi di influenza nell’uomo causati da un nuovo virus influenzale di tipo A/H1N1, noto come influenza suina. Il 25 aprile 2009 il Direttore Generale dell’OMS dichiarò la nuova influenza come “emergenza di sanità pubblica di interesse internazionale” sulle base delle procedure stabilite dal Regolamento Sanitario Internazionale. Il 1 luglio 2009 l’OMS dichiarò la “ fase pandemica” in base alla diffusione e non alla gravità della malattia. Questa dichiarazione era fondamentale per attivare tutto quello che era stato predisposto durante la preparazione degli anni precedenti. La “macchina da guerra “ era stata attivata e non poteva più essere fermata anche se c’erano già i primi dati che indicavano che si trattava di una epidemia influenzale come le altre ma “fuori stagione”. I Governi, le Regioni, le ULSS potevano fare diversamente da come era stato indicato? Le prime istruzioni operative del Ministero della Salute Italiano furono date il 28 aprile 2009 e successivamente si sono succedute numerose direttive, spesso a distanza di qualche giorno l’una dall’altra e talvolta apparentemente contraddittorie. Le azioni che furono definite avevano come obiettivo: 1) dapprima ritardare l’entrata del virus in Italia e poi ridurne la diffusione, in attesa del vaccino non ancora disponibile, attraverso l’isolamento dei malati e l’uso degli antivirali. 2) successivamente, organizzare la campagna vaccinale con l’indicazione delle priorità delle categorie da vaccinare. 3) gestire l’assistenza e i ricoveri evitando quelli inappropriati Dal punto di vista delle responsabilità fu predisposta una “Catena di comando” 1) L’istituzione della Unità di Crisi Nazionale, Regionale di ULSS con il compito di fornire istruzioni e verificarne l’attuazione 2) L’istituzione di una Task Force nella Regione Veneto attiva 24 ore su 24 con l’obiettivo di dare indicazioni sulle attività da attuare 3) La presenza di un Medico reperibile di Sanità Pubblica in ogni Azienda ULSS del Veneto Per quanto riguarda la Comunicazione : In Italia: -
aggiornamento continuo del sito internet del Ministero della Salute con la pubblicazione delle Circolari, Ordinanze, FAD campagna di comunicazione e materiale informativo con “Topo Gigio” Numero Verde telefonico dedicato per rispondere alle domande dei cittadini Nella Regione Veneto: ‐
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Pubblicazione di informazioni sul sito internet della Regione Individuazione di un portavoce nel Segretario Regionale Predisposizione di un Numero Verde per rispondere alle domande dei cittadini Materiale informativo In ogni Az ULSS del Veneto ‐
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Pubblicazione sul sito internet della Azienda ULSS di informazioni sulla pandemia e sulla organizzazione della campagna vaccinale locale Identificazione di un portavoce che in genere era il Direttore Generale Predisposizione di un piano per l’isolamento e il trattamento dei casi gravi ospedalieri Cosa era previsto? -
Che il 15‐25% della popolazione si ammalasse e il 20% andasse dal Medico di Medicina Generale Che il 0.3 – 1% dei malati avrebbero avuto necessità di ricovero Che si verificassero fino al 15% di complicanze nei malati Il decesso del 0.05% dei malati Una organizzazione della campagna vaccinale per grandi numeri e una buona adesione dei cittadini CONCLUSIONI Cosa è accaduto? -
Meno malati e ricoverati rispetto a quelli previsti (Tabella 1). Meno vaccinati rispetto a quelli previsti (Tabella 2) Meno utilizzo di antivirali rispetto a quello previsto Perché pochi si sono vaccinati? -
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Per il verificarsi precoce dell’inizio della epidemia (fine ottobre) quando il vaccino non era ancora stato tutto distribuito per vaccinare la popolazione interessata ( inizio della vaccinazione i primi di novembre) ; successivamente, i cittadini non ne hanno più avvertito l’utilità Per la evidenza della benignità della malattia Per i messaggi contraddittori sulla sicurezza dei vaccini con conseguente bassa accettazione della vaccinazione Per le diverse posizioni degli operatori sanitari (mancato esempio, parare non unanime, voglia di protagonismo) Per il sospetto che la pandemia fosse stata inventata su spinta delle case farmaceutiche (tesi del complotto) per vendere antivirali e vaccini e il sospetto di conflitto di interesse tra gli esperti e i decisori politici Quali sono le responsabilità della Sanità Pubblica ? -
Non avere saputo comunicare in modo convincente le evidenze acquisite fino ad allora su vaccini e antivirali Non avere gestito una campagna di comunicazione tempestiva Non avere agito con maggior trasparenza in tema di acquisti Quali sono le responsabilità dei Mass Media? -
La predilezione per lo scoop invece dell’informazione, provocando disorientato tra i cittadini L’utilizzo di nuovi mezzi di comunicazione (google, facebook, twitter, blog, youtube, siti dedicati) dove tutti potevano dire tutto in ogni momento senza alcun filtro. Quali sono stati i limiti del Piano Pandemico Italiano 1)
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Scarsa flessibilità Mancanza di una sperimentazione sul campo Poca indipendenza della componente tecnica dalla component politica Assenza di una chiara definizione della “Catena di comando” Presenza di diversi interlocutori sanitari con diverse modalità di partecipazione (Es. Medici di Medicina Generale e Pediatri di Libera Scelta) 6) Carenza di chiare indicazioni sulla comunicazione 7) Limitato coinvolgimento delle istituzioni non sanitarie E i Servizi di Sanità Pubblica della Regione Veneto come hanno agito? Hanno saputo adattarsi alla nuova emergenza mettendo in campo risorse e personale per: 1. la sorveglianza 2. l’ informazione 3. l’organizzazione di una campagna vaccinale per grandi numeri come era stato previsto contemporaneamente alla campagna antinfluenzale stagione, ma hanno anche saputo rivedere rapidamente la loro strategia quando era evidente la bassa adesione della popolazione Cosa fare per i futuro? 1)
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Ridefinire i criteri per la dichiarazione di Pandemia Rilanciare la credibilità della Sanità Pubblica Continuare la ricerca per i vaccini Continuare la ricerca per efficaci antivirali Migliorare la trasparenza dei rapporti tra Governi, ditte farmaceutiche, esperti Migliorare la collaborazione tra i MMG e PLS, coinvolgendoli fin dall’inizio e responsabilizzandoli 7) Migliorare la collaborazione con le Istituzioni non sanitarie 8) Migliorare la collaborazione con i mass‐media ricercando un consenso con i principali interlocutori su cosa e come pubblicare, che errori evitare 9) Implementare l’uso del web 10) Precostituire “cabine di regia” per la comunicazione nazionale, regionale, di ULSS Fonti: Ministero della Salute: http://www.salute.gov.it/ Regione http://www.regione.veneto.it/Servizi+alla+Persona/Sanita/Prevenzione/mappa+Prevenzione.htm Veneto: Dialogo sui Farmaci. Epicrisi sulle modalità di contrasto della pandemia influenzale 2009 – 13 aprile 2010: http://www.dialogosuifarmaci.it/ Tabella 1: Italia: Risultati della Epidemia Influenzale H1N1 • N. Casi 4.408.000 • N. Ricoveri Ospedalieri 448 • Morti 228 • 1 solo picco pandemico • Il ceppo è diventato “stagionale” nella stagione successiva Tabella 2: Risultati della Campagna Vaccinale H1N1 Italia • N. dosi ordinate: 24 milioni (costo previsto € 184 milioni) Successivo annullamento di metà dosi ordinate? • N. dosi distribuite: 10.047.421 • N. dosi somministrate: 871.277 • Il 15% del personale socio‐sanitario si è vaccinato (il 70% in Svezia, il 40% in Irlanda, il 50% in Olanda Altri Paesi: Francia: acquistate 94 milioni di dosi per € 675 milioni, vaccinati circa 5 milioni Germania: acquistate 50 milioni di dosi, vaccinato il 5% della popolazione USA : acquistate 251 milioni di dosi Regno Unito: acquistate 130 milioni di dosi L’adesione è stata scarsa in tutto il Mondo In Italia, l’adesione è stata bassa in tutte le Regioni indipendentemente dalla strategia di vaccinazione scelta che poteva prevedere solo i Servizi di Sanità Pubblica o anche i Medici di Medicina Generale