Il Pinfolone Volante

Transcript

Il Pinfolone Volante
L 'AUTORE
Sergio Cappelletti è nato Livorno ventisette anni fa.
Figlio di Ufficiale di Marina, si è subito abituato ad
una vita di viaggi ed avventure, rimbalzando più volte,
al seguito dei genitori, tra le sedi di Taranto, Roma
ed Augusta.
Ha preferito
una
dapprima
gli
spiccata predilezione
studi Classici,
per
l'arte
acquisendo
figurativa
e
la
letteratura.
Poi, secondo una inafferrabile logica, ha frequentato
l'Accademia Navale di Livorno, completando gli studi di
Ingegneria Elettronica all'Ateneo di Pisa.
Frenetico
divoratore
appassionato
di
di viaggi
libri
di
ogni
e di computer,
genere,
rappresenta
ed
un
dannosissimo esempio di pseudoletterato informatico.
Felicemente
sposato
esperienze
di
da
quasi
imbarco
due
sul
anni,
lamenta
Cacciatorpediniere
Lanciamissili Francesco Mimbelli.
Attualmente
Vascello
in
forza,
delle Armi
Aeromobili Giuseppe
con
Navali,
il
grado
di
Tenente
sull'Incrociatore
Garibaldi, riveste
la
di
Porta
duplice
funzione di Capo Componente del Reparto T.A.O. e di
Redattore della Rivista di Bordo, "La Pecheronza" .
E' ancora alla ricerca di un perché.
Come tutti noi.
2
PREFAZIONE
Scrivere la prefazione di un libro non è facile.
Scrivere la prefazione di un libro non è mai facile.
Scrivere la prefazione di questo libro è impossibile.
Perché questo non è un libro normale.
Perché chi l'ha scritto non è normale.
Questo è il volo contorto di una mente in lotta perenne
con
le
vicissitudini della
vita
e
la
necessità
di
appagare un io ipertrofico ed insaziabile.
Perché
la natura,
dotandolo
di
un
per prima
aspetto
è stata
buffo
e
ironica con lui,
di
una
mimica
fin
troppo espressiva.
Ma soprattutto gli ha donato una fantasia che neppure
un figlio unico possiede, il che è una benedizione per
lui,
ma
una
maledizione
per
noi,
che
dobbiamo
sopportarlo.
E questo libro, seritto rubando attimi fuggenti ad un
"massacrante" lavoro, rappresenta il trionfo di questa
"colorita"
immaginazione
su
una
realtà
in
bianco e
nero.
Nella
vita
di
trent 'anni,
una
tutti
moglie,
i
e,
giorni
se
Sergio
la
natura
ha
non
quasi
sarà
previdente, un giorno anche dei figli.
Quale sarà l'età per mettere finalmente giudizio?
3
Che
contatto
hanno
queste
avventure,
proiezione
incosciente di un Io intimo e nascosto, con la sua vita
di tutti i giorni?
Noi
amici,
dell'Egitto,
nelle
lunghe
l'abbiamo
notti
passate
al
largo
intuito tra queste pagine,
che
abbiamo visto nascere, riga dopo riga.
E abbiamo sorriso.
Marco Masullo
4
IL
PINFOLONE
VOLANTE
5
Ringrazio
Dino, Marco e Max,
che nella lunga navigazione verso l'Egitto,
galleggiando insieme a me in un limbo di
demenza, hanno dato forma, dentro i miei
pensieri, a questa improbabile avventura.
6
dedicato a Chicca,
mia piccola,
sorridente Stellina
7
CAPITOLO 1: GANFELON CASPER, YATTA, ED IL
COLLASSO SIDERALE
Ganfelon
Casper
non
l'essere più misero
si
riteneva,
dell'Universo;
almeno
per
ora,
certo, non aveva
riscontri diretti, ma essendo l'Universo così grande,
doveva esserci, con molta probabilità,
qualcuno più
misero di lui.
Non
erano
mentre,
però
certo
sorseggiando
queste
una
le
raspola
sue
riflessioni
ozonata,
si
accorgeva che gran parte del liquido gassato, a causa
della forte accelerazione del suo pinfolone volante,
8
gli
riusciva
dai
nasi
provocando
uno
sfrigolio
sinistro.
Le
Lune
di
Orione
incontrandosi o
si succedevano
inseguendosi,
l'un
l'altra,
con bagliori
violetti
che a volte superavano in intensità gli stroboraggi
illuminanti
del Viale
dei Mascarponauti.
Circondato
dalle immense sagome delle fabbriche, che a causa dei
giochi
di
luce proiettavano
terreno,
Ganfelon non
ombre
apprezzava
multiformi
sul
particolarmente
neanche il cerchio magenta di Vega.
E questo, o meglio, almeno questo, non perché fosse
particolarmente insensibile.
Infatti
se
esistesse nello spazio
un
luogo dove
splende una sola Luna, probabilmente gli abitanti di
quel luogo si fermerebbero con i loro pinfoloni
osservarla,
a
coglierne
le
ad
sfumature sorseggiando
raspale ozonate, comprimendo la poltiglia visiva per
la
commozione
fino
a
farla collassare
delle loro calotte craniche,
abitanti
di
Yascula
e
di
all'interno
come naturale per gli
qualsiasi
altro
posto
immaginabile.
Invece per Ganfelon, quella sera particolarmente,
lune erano uno sfondo
Medusoidi
trascurabile
e ovvio,
che le sue turbine macinavano
risucchiandoli ed espellendoli
poi
come
le
come
sul
una
i
viale,
densa
pasta mucosa. Come ogni Yasculiano, ed anche di più,
perché,
come
ormai
avrete
capito,
non
era
9
particolarmente
sveglio, realizzava
la sua identità
nella automazione dei gesti e nella immedesimazione
con le macchine che conduceva.
Il
pinfolone accostò
riportandolo
dolcemente fino
fermarsi
alla realtà, o almeno a ciò che i suoi
sensi interpretavano
come tale.
Pigiò ilpulsante
della eiezione e fu scagliato fuori
badando
a
bene
a ricaderecon
le
dall'abitacolo,
proprie
membrane
olfattive, come ovvio, sulla protuberanza più aguzza.
Il
successo fu
accompagnato
da
uno
schiocco,
nel
silenzio più assoluto.
Un
osservatore
grado
di
qualsiasi,
sopravvivere
ad
anzi
una
un
osservatore
atmosfera
satura
in
di
permanganato di piombo, avrebbe visto allargarsi sul
terreno una chiazza color ocra di liquido viscoso ed
avrebbe scorto l'apparato oro-genitale atteggiarsi ad
un
ghigno
di
soddisfazione.
Ganfelon
iniziò
a
deformarsi lentamente verso il suo usuale rifugio, i
Tegumi di Hurra, separandosi con brusche contrazioni
dai composti solfidrici che tanto prurito gli avevano
procurato durante il suo viaggio. Si avvertiva, ormai
che le trentasei lune scomparivano l'una dopo l'altra
dietro
l'orizzonte
pressione
artificiale,
atmosferica,
che
l'aumentare
veniva
della
scandito
inesorabilmente dal suo libbroscopio.
Restare fuori dai Tegumi sarebbe stato letale, ma lo
Yasculiano non era sopravvissuto per trenta ciclotoni
restando
fuori
all'aperto:
non
era
certo
così
10
stupido, (e questa volta lo pensò veramente) . Ad onor
del vero non considerava che stupidi così sarebbero
vissuti
solo
assorbiti
una
dalle
bassopressa,
porosità del
dalla
fase di altopressa,
luna
tramontare,
esistessero);
un
prima
tale
essere
poi
terreno, schiacciati
(quindi
ma
per
di vedere
era
l'ultima
difficile
approfondimento
che
avrebbe
confutato la nostra prima teoria, ovvero che egli era
un po ' stupido. Fu quindi sorpreso,. immerso in queste
riflessioni, dal gorgogliare del suo Lappulone, che
agevolato
dalla
bassa
densità,
lo
aveva
circondato, radiando in modo opalescente
ormai
la propria
gioia.
Come di consueto impugnò l'astrobarda e, con un colpo
netto, separò il Lappulone in due metà uguali, che si
disinteressarono
a
lui
e
si
tuffarono
in
un
gelatinoso duello, cercando di inglobarsi a vicenda.
Erano
veramente
compiaciuto,
e
la
due
lotta
metà
uguali,
questa
volta
rifletté
non
sarebbe
stata impari come quando, affaticato dall 'altopressa
imminente,
calava
l'astrobarda
con
un
moto
asimmetrico che generava due Lappuloni diseguali. In
quel
caso
breve
il più
schermaglia, ad
scomparivano
permanganato
sempre,
piccolo
la
in
una
era
inutile
lontananza
boracifero,
bassopressa
obbligato,
tra
facendo
fuga, e
le
in modo
seguente
dopo
una
i
due
nubi
di
che,
come
mostrasse
il
gorgogliare di un unico Lappulone.
11
Entrò
finalmente
tanto
che,
presenti,
di
nel
colpito
giustificò
essere
ancora
Tegume
ancora
dalle
poltiglie
l'attenzione
ricoperto
sovrappensiero,
visive
dei
suscitata pensando
di
solfuri
invece
di
ricordarsi subito, come ovvio, di essere Ganfelon, il
più misero tra gli Yasculiani.
Spostiamoci adesso sopra la testa di Ganfelon; e non
proprio
alto,
sopra, ma
oltre
dovessimo
la
un milione
Nebulosa di
spostare
problema,
di astroleghe
Kodras.
fisicamente
perché
dovremmo
asteroidale
di
Andromeda,
romperci
calotta (o l'organo
razza
la
la
sostituisce)
più
in
Certo, se
ci
sarebbe
attraversare
dove
contro
un
la
bel
fascia
rischieremmo
che
per
qualche
la
di
nostra
meteorite di
tungsteno.
E,
se riuscissimo
a passare,
incontreremmo
quasi
sicuramente gli Astrocorsari Stellari di Magellano,
che ci utilizzerebbero come materia propellente per
le loro turbine da balzo siderale. O le Ionosirene
Vampiro di Sirio, cybernaute di facili costumi con
cui l'inizio è un piacere, ma la fine non la ha mai
raccontata nessuno. E in fin dei
conti un milione di
astroleghe sono veramente tante, per cui, siccome non
siamo stupidi come Ganfelon,
ci accontenteremo
di
spostarci col pensiero, e di materializzarci proprio
lì, dove si diceva prima.
12
Ecco,
lo vedete? Quel puntino
lì, quasi a tiro di
poltiglia visiva, sembra uno spaziocargo. E, se gli
apparati
uditivi funzionassero a
potreste
sentire un
provenire
suono
dall 'interno
pressione
stridulo
delle
e
lamiere
zero,
metallico
di
silicio-
titanio. No, non stanno lavorando: è la voce cupa e
baritona
(secondo il criterio
Yatta il mercante,
tentacoli
la
dei Lebinziani)
di
che, tenendo salda tra i suoi
cloche
ergonomica,
canta
gli ultimi
astrornelli imparati nelle miniere di makelite, dove
si è rifornito del prezioso minerale e di graziose ed
appetibili Vespertiane. Eh, si, cari miei, ogni mondo
è paese, anche se il senso della parola appetibile è
forse interpretato meglio da Yatta che da qualche
romantico
essere
basato
sui composti
di carbonio
della lontanissima Via Lattea. Egli ha infatti appena
finito di deglutire l'ultima bimba Vespertiana, che
ancora
si
agita
all'interno
delle
sue
cavità
digestive, combattendo una inutile lotta contro i
suoi
succhi
gastrici.
Rimpiange
sicuramente
la
propria ingordigia, che lo ha portato a finire tutte
le sue prelibatezze ad appena un astrociclo dalla
partenza,
ed
è sicuramente
ignaro
di noi,
che
lo
stiamo esaminando dal nostro punto di osservazione
privilegiato.
Lo so cosa state dicendo: "Cosa abbiamo fatto a fare
un milione
di
astroleghe?
Lebinziano panciuto,
Che
ci
interessa
anche un po' brillo,
di
un
che guida
13
uno
scassato
astrocargo?
E'
forse
un
amico
di
Ganfelon?"
Una cosa alla volta, per favore! Innanzitutto lui non
sa neanche
non
si
chi sia Ganfelon, perché
ricoprono
astrocarghi;
facilmente
e poi
non vi
certe distanze
neanche
ho
portato
con
gli
qui a
caso:
state infatti per assistere ad un fenomeno rarissimo,
che neanche
i nostri
personaggi
conoscono,
e
che,
almeno da quello che ho sentito bevacchiando raspole
cianidriche
negli
astroporti
delle
Galassie
Periferiche, qui non è mai accaduto.
Dovete
sapere
succedersi
infatti
di
grandi
che
l'Universo
linee
tutto
è
un
magnetiche, elettriche,
tensiodinamiche, e tante altre cose complicate che si
mescolano
cui
in più delle normali
ogni
essere
progredito
sette dimensioni
è abituato
a
in
vivere.
Perciò quello che fanno Ganfelon e Yatta può, senza
apparente
ragione,
stesso modo
essere
imprevedibile
collegato.
in
cui
raspola cianidrica ghiacciata,
dell 'apparato
oro-genitale,
Magari
la nostra
ingerita
provoca
nello
famosa
dal
un
basso
improvviso
conato a schizzo diffuso delle membrane gastriche di
un comune Yasculiano.
Proprio
in
ragione
oscura,
rigurgito
questa
di
ottica,
dobbiamo,
gemellare tra
Vespertiana
agevolato
dallo
canzonacce,
con
per
qualche
loro
l'improvviso
compiuto da
Yatta, forse
sguaiato
stridio
l'improvvisa escrezione
delle
sue
di zolfo di
14
Ganfelon, vistosi
peggiori
Tegume.
paure,
Il
ancora una volta,
soggetto
collasso
spettacolare
del
siderale
come tramandarono
come nelle
ridicolo
che
ne
sue
dell 'intero
seguì
in molti,
non
e voi
fu
che
siete lì, vicino a Yatta, potete confermarlo. Non ci
furono bagliori
luminescenti e accecanti, e nemmeno
rombi di tuono, o voci prodigiose, ma solo un diffuso
odore di solfuro di metilene nel Tegume di Yascula,
accompagnato da un soffio sordo, che nel linguaggio
astruso
di un mondo
costretti
a
conoscere,
"loffia" . Tanto
non avevano
lontano,
può
che quegli
lanciato
che
tra poco
essere
abitanti
la poltiglia
saremo
definito
come
del Tegume
visiva
che
contro
il
nostro amico Ganfelon furono gli ultimi ad andare in
allarme, ed attribuirono lo stupito vocio degli altri
alla banale
constatazione
che Ganfelon
lo stupido,
anche questa volta, se la era fatta sotto.
Voi invece non avete visto nulla, anzi, se mi fossi
ricordato di posizionarvi in un punto con riferimenti
coerenti al sistema inerziale in cui si muoveva
il
cargo del povero Yatta, i più furbi di voi avrebbero
solo notato un impercettibile cambiamento di rotta.
Ma non è stato Yatta a provocarlo, perché Yatta, o
almeno ciò che noi ci figuriamo ancora come Yatta,
non esiste più. Adesso dalla cloche pende, muovendosi
con strane contrazioni,
qualche
astrociclo
fa,
una massa
era
una
putrescente
ridente
che,
bimba
Vespertiana.
15
"E se non abbiamo visto nulla perché ci hai portato
fin quissù?
ragione,
Fa freddo
ma
non
e non si vede nulla." Avete
è facile
lontani tra loro. Adesso
successo
dove
nel
le
terzo
energie
seguire
scendiamo a vedere
vertice
si
avvenimenti
sono
del
collasso
scaricate,
così
cosa è
siderale,
e
mi
farò
perdonare.
E' facile,
coerente
lontano
e
basta
ci
seguire
il
flusso
troveremo
in
un
chiamato
Terra.
E'
di
antimateria
posto
minuscolo e
vero,
è il
posto
più
lontano e strano che ci potesse capitare, ma non l'ho
scelto io, perciò silenzio e seguitemi.
Sulla Terra, invece, le cose non andarono esattamente
nello
stesso modo,
anzi forse non si capì neanche
troppo bene come andarono.
Ganfelon
e
Yatta
provarono
entrambi
una
medesima,
spiacevole sensazione, simile a quella che si prova
quando
si
vede
decrementare
la
pressione
di
una
capsula siderale e gli organi gastrici incominciano
ad attanagliarsi tra loro in una spirale senza fine.
Trasportati
dal
flusso
di
antimateria
vagarono
incoscienti, mutando forma ed energia, fino a che le
calotte
tegumentose
cervicali
si
che contenevano
contrassero,
facendo
le loro mucose
perdere
loro
conoscenza.
16
Dennis Fournier
era seduto su un ceppo di abete, e
si
tutta calma la
godeva con
intorno
a
lui
si
stendevano
Canada Occidentale,
almeno
suoi
avrebbero
discendenti,
sua
Lager fresca;
le verdi
foreste
fino a quando
lasciato
del
lui, o i
in
piedi
abbastanza alberi da poter chiamare foresta ciò che
li circondava. Dagor gironzolava intorno al fuoco dei
suoi amici, che avevano appoggiato le pesanti scuri
ai
tronchi
circostanti
per
impadronirsi
degli
imponenti sandwiches che costituivano il loro pasto,
e sperava, come ogni buon cane che si rispetti, in un
pezzo di hamburger da addentare con voracità.
Il bagliore fu intensissimo, tanto che ancora adesso
Mitch racconta, al Seven Crowns Pub, che quella fu
l'unica volta nella sua vita che una birra gli cadde
dalle mani, andando così sprecata.
La cosa più curiosa, sostiene sempre Mitch,
fu che
quell'idiota che lanciò il petardo restò lì, stupito,
con una faccia più da imbecille della loro. Ma quello
che più va in bestia, in quelle sere piovose al Seven
Crowns,
è
il
povero
Dennis:
"Dagor
gli
si
è
avvicinato come per annusarlo, lui lo ha guardato, ha
guardato l'ascia di Mitch, e lo ha diviso in due, in
due,
capite?" e qui Dennis,
se ha superato
le tre
birre, inizia a versare qualche lacrima.
La storia ormai è leggenda a Western
sempre
qualcuno
che
domanda:
"E
Hills, ma c'è
voi,
cosa
avete
17
fatto?
Lo
avrete
quell 'imbecille,
A questo punto
con un'aria
gonfiato
almeno
per
bene
spero."
Denhis e Mitch si guardano tra loro
smarrita,
come se avessero
qualcosa
da
nascondere, .e la discussione si smorza con una frase
generica
ma
poco convinta, del
credi!"
oppure
avessero
fatto
"Preferisco
qualcosa
non
di
tipo
"Certo, cosa
dirtelo" ,
troppo
come
brutto
o
se
se
avessero paura di non essere creduti.
Ed è proprio per questo motivo
che, quando la sera
Dennis e Mitch superano le tre birre, al Seven Crowns
c'è
sempre
ascoltarli.
chi
"In
è
disposto
fondo
a
questo
stimolarli
cesso
di
e
posto
ad
di
Western Hills è un vero cimitero ambulante" , pensano,
"e un giorno o l'altro dovremo pur riuscire a farci
dire chi era questo maledetto
forestiero che tirava
petardi nel bosco della Wood Incorporateci" .
In
effetti Ganfelon
riprese
conoscenza
proprio a
Western Hills, ma non interpretò il panorama attorno
al lui con la stessa tranquillità di Dennis Fournier.
Innanzitutto
cinquecento
una
pressione
atmosferica minore
chilogrammiper centimetro
lui equivaleva al
vuoto, per
cui
quadrato
di
per
si sentì stupito
quando si accorse che riusciva a respirare .
In
secondo
rigidità
luogo
quando
avvertì
cercò
di
un
fastidioso
deformarsi
per
senso
di
guardarsi
intorno. E poi, guardarsi! , come mai la sua poltiglia
18
visiva fuoriusciva da sola, senza che lui desiderasse
emetterla? Non sarebbe riuscito a secernerne in tempo
per rimediare al consumo.
Infine
il
quello
lo
Lappulone,
aveva
quasi
filiforme,
riconosciuto,
anche
ma
se
almeno
arrivava
saltellando. Non era certo la sua astrobarda, quella
poggiata lì, ma sarebbe servita allo scopo.
La impugnò con una protuberanza sconosciuta, che gli
indigeni del posto, ma lo avrebbe scoperto più tardi,
chiamavano mano, e lo separò con un colpo leggero, ma
pur sempre vibrato ad atmosfera zero. Il Lappulone si
scisse agevolmente, ma invece di offrirgli la solita
danza
cannibalesca
le
due
metà
si
adagiarono
fiduciose l'una vicina all'altra, in modo innaturale.
E, ancora più innaturalmente vide altri tre o quattro
Lappuloni
che,
invece
di
inglobarsi
a
vicenda,
corsero vociando verso di lui, certo nel tentativo di
farsi scindere per continuare il loro gioco.
Chissà che cosa si sarebbe raccontato al Seven Crowns
Pub
se
Ganfelon
Invece,
forse
avesse
perché
deciso
di
accontentarli!
spaesato,
forse
indispettito dal
comportamento dei
Lappuloni,
di ignorarli, e si diresse verso
decise
due
perché
precedenti
una nube di permanganato di piombo. Senza dubbio non
sapeva
che
queste
nubi,
da
lui
facilmente
attraversate quando la sua struttura corporea aveva
la densità del nucleo terrestre, in questo luogo si
19
chiamavano alberi, né che la differenza di densità in
questo luogo non era certo a suo vantaggio.
La velocità, a pressione zero, fu tale da consentire
due
cose:
presunti
dall'altro
da
un
lato
Lappuloni
con
consentì
intimidì
le
loro
all'impatto
e
mise
in
camicie
con
a
la
fuga
i
quadri,
presunta
"nube-albero" di acquisire una certa rilevanza.
Di certo non fu una giornata fortunata per Ganfelon
Casper.
L'impatto fu,
in
molti aspetti, analogo
a
quello
volontariamente procuratosi su Yascula, ed in effetti
la macchia che si allargò sul terreno fu rossa invece
che ocra, ma Ganfelon si accorse, con triste stupore,
che le sensazioni provocate dallo spiattellamento del
suo
apparato
olfattivo
contro
il
tronco
non
suscitarono in lui un analogo compiacimento.
Lasciamolo per un momento lì, rivolto supino verso il
cielo
da
cui
era
appena
giunto,
e
occupiamoci
di
Yatta.
20
CAPITOLO 2: STRANIERI ALLA TERRA
Avrete ormai capito che Ganfelon Casper è ormai un
alieno con sembianze umane, a meno che il vostro
quoziente intellettivo terrestre non occupi, nella
scala
relativa
quello
dello
dei valori,
Yasculiano
il medesimo
nella
sua
posto
di
Galassia
di
Origine.
E
immaginerete, per un comune senso di analogia, che
la
sorte
di
Yatta non
possa essere stata tanto
diversa.
Ma perché?
21
Anche
una
astrocervice
intergalattica,
dare corpo a delle elucubrazioni,
elementi
su
cui
supposizioni,
collasso
ma
basare
nessuno
siderale
sia
le
potrà
un
per
poter
deve avere degli
proprie
mai
evento
teorie
spiegare
o
se
il
deterministico
o
casuale.
In alcuni mondi primitivi, come quello in cui vi ho
trasportato,
pratica
si ritiene ancora il teletrasporto
immaginaria
e
doverci necessariamente
misteriosa.
Perciò,
una
senza
atteggiare a droidi sapienti
delle Nebulose Centrali, accettiamo il fatto di non
conoscere le regole del collasso siderale e andiamo a
vedere dove è stato scagliato Yatta il Lebinziano.
Harris Cole viaggiava alla modica velocità di trenta
miglia orarie sulla Highway 10 New Orleans - Orlando.
Faceva un caldo da impazzire e per nessuna ragione al
mondo, pensò, sarebbe uscito dalla sua Toyota Corolla
con climatizzatore.
Non poteva sbagliarsi di più.
Aveva
gli
occhi
d'altronde, alle
aveva
concluso
quasi
tre
del
un pranzo
socchiusi
dal
pomeriggio, un
d'affari in un
sonno,
e
uomo che
ristorante
italiano non poteva non risentire degli effetti del
vino e di un abbondante piatto di spaghetti.
L'unica cosa che lo manteneva sveglio erano i saluti
ed i giochi delle due bambine che, nella Ford davanti
lui, si divertivano
a fare capolino
dai sedili, a
22
guardarlo,
e
poi a
scomparire con
aria furba
e
compiaciuta.
Poi fu la luce. Ma più luce che in Florida alle tre
del pomeriggio in estate. Molta di più.
Ed era cominciata lì, dentro la Ford.
Questa sensazione gli era rimasta fissa nella testa
mentre restava accecato, cercava di frenare, udiva lo
stridio
dei
fiancata
suoi
pneumatici
contro
irrazionalmente,
il
quante
e
l'impatto
guard-rail;
migliaia
della
Calcolò,
di
dollari
gli
sarebbe costato rimettere in sesto la sua Toyota, e
lo fece ancora prima di fermarsi completamente, per
assicurarsi
che
le
spese
sarebbero
state
di
carrozziere e non di clinica ortopedica.
Per Yatta la discontinuità fu invece molto minore di
quanto avreste potuto credere.
Aveva percepito un senso di malessere,
è vero, ma lo
aveva
rigurgito
incoscientemente
Vespertiana
che
aveva
collegato
causato,
al
da
parte
sua,
di
il
collasso siderale.
Perciò,
dimentico
di
qualsiasi
altra
cosa,
quando
tornò alla coscienza avvertì un abitacolo intorno a
sé, la presenza di uno strano tepore, e maledisse il
suo astronavigatore
una
volta
lo
aveva
siderale automatico,
condotto
troppo
che ancora
vicino
ad
una
stella bianca.
23
Poi
riprese
la
Vespertiana
rigurgitata,
piacere che aveva terminato di contrarsi,
e
si
preparò
ad
sonnecchiando
una
notò
con
la deglutì
tranquilla
digestione.
Ma chi avesse voluto osservare
la sua nuca in quel
momento, avrebbe dovuto scrutare nel vetro posteriore
di una Ford semicarbonizzata,
tra i fumi oleosi, ed
avvicinandosi, si sarebbe trovato di fronte una scena
orribile.
Fu proprio
il caso di Harris Cole,
che decise che
questa per lui sarebbe stata una giornata da eroe. Si
avvicinò alla Ford e vide muoversi
uomo,
che
posteriore.
prima
non
aveva
la sagoma di un
notato,
Nel fumo aprì la portiera
sul
sedile
e, a stento,
intravide le braccia di una delle bambine. Iniziò a
tirare, a tossire, si accorse che il corpo inerte era
rimasto incastrato da qualche parte. Si spinse ancora
più in dentro, agguantò il vestitino, proseguì sulla
coscia e incontrò a circa venti centimetri da se due
occhi bianchi, spalancati, interrogativi.
Due
occhi
e
una
bocca, che
appartenevano ad
uno
stesso viso allucinato.
Harris
Cole
non
raccontò
alla
Polizia
quello che
aveva visto fare a quella bocca, perché, dopo avere
restituito con un lungo conato al mondo circostante
tutte le libagioni appena consumate, perse conoscenza
24
e
si
risvegliò solo
poche
ore
dopo
in
un
letto
d'ospedale.
Ma del resto non ce ne sarebbe stato bisogno, perché
quando la Polizia giunse sul luogo del disastro Yatta
non
aveva
ancora
deglutito
la
sua Vespertiana. Si
risvegliò solo quando avvertì la strana sensazione di
qualcuno
che cercava
rigurgito,
ed
sensazioni
di
di provocare
allora
si
accorse
sgomento
che
in lui un nuovo
di
tutte
quelle
aveva
subito
Ganfelon
provato.
Non
ci furono
metri.
fughe eroiche
Lui non proveniva
o
salti di decine
da un
di
luogo ad atmosfera
liquida, né era uso a maneggiare astrobarde. La sua
superiorità,
tipo
se così la si vuole
intellettivo,
e
così
chiamare,
si lasciò
era di
ammanettare
e
condurre alla Prigione di Stato, tra lo sguardo di
orrore e
disgusto di
rigidi
filiformi
e
tutti
di
cui,
quegli strani
accidenti,
esseri
ora
se
ne
parlarono
di
un
accorgeva, aveva la stessa sagoma.
I Telegiornali
attentato
di
paramilitari
di
tutto
il mondo
integralisti
di
estrema
islamici,
o
destra, . ma
ad
di
sette
ogni
modo
l'esplosione nucleare che cancellò buona parte di New
Orleans fece passare in secondo piano la cattura del
"Mostro della Highway" , o "Autostoppista
Cannibale" ,
come era stato definito. E se qualcuno, nel marasma
che ne seguì, lo ricordò, fu per dire che almeno lui
25
era sicuramente in città al momento dell'esplosione,
visto
che
si aggirava
in due metri
di gabbia.
Di
sicuro nessuno ipotizzò una connessione di causa ed
effetto, sbagliando, ovviamente.
La cella di Yatta era isolata dalle altre. Nessuno
dei
si
secondini
responsabilità
ergastolani,
di
anche
era
voluto
metterlo
se,
in
cella
sostenevano
la
prendere
gli
con
in coro,
se
lo
sarebbe meritato. Ormai tutti sapevano il motivo per
cui era stato rinchiuso,
ed aspettavano
solo l'ora
d'aria per fare capire a quel sudicio, che finora non
aveva
detto
una
parola,
che
tipo
di vita
sarebbe
stata la sua lì dentro.
Yatta aveva impiegato ventisei minuti per analizzare
la composizione chimica e biologica della atmosfera e
degli uomini
capire
la
esseri
che lo circondavano;
strutturazione
con
cui
della
interagiva
dieci minuti per
società
e
di
considerava
quegli
ormai
dominanti in questo ambiente.
Aveva poi utilizzato sedici minuti per comprendere e
decodificare il linguaggio umano.
Infine aveva impiegato meno di tre secondi per capire
le intenzioni che avevano nei suoi confronti, e che
era
necessario
togliere
il
disturbo
il
prima
possibile.
Come è
nucleare
chiaro
è
ad ogni essere
la
fonte
progredito,
primaria
di
l'energia
potenza
a
26
disposizione:
tutte
le
altre,
dal
fuoco
alla
elettricità, sono solo forme derivate.
Fu per questo che Yatta, essendo impossibilitato ad
aprire meccanicamente le pesanti serrature della sua
cella, ricorse ad un meccanismo per lui così naturale
quanto per un essere umano sarebbe stato girare la
maniglia.
Con
uno
strano
fagottino
rosso
con
la
scritta
Marlboro, una vaschetta d'acqua e una pila esaurita,
creò il congegno di innesco della massa critica, che
accumulò nel lavandino, provocando una fusione fredda
tra le posate
di plastica
composti di piombo
a sua disposizione
e i
grattati dalle sbarre. L'analisi
biologica della propria struttura gli chiarì in modo
evidente che non sarebbe sopravvissuto all'evento. La
elementare
soluzione
canalizzare
il
fu
flusso
quella
di
di
parzializzare e
energia
della
fusione
fredda, usando come catodi del campo elettromagnetico
di protezione
le estremità metalliche
della propria
branda.
E poi fu il boato.
Per la scala dei valori umani, sicuramente, Ganfelon
non era stupido quanto saremmo portati istintivamente
a credere. Era solo, per così dire un po ' ingenuo. E
così
il
suo
adattamento
ad
un
ambiente
nuovo fu, inizialmente, traumatico.
totalmente
Ci
volle
del
non mettere
alzò
infatti,
perché
riuscisse
insieme un codice di comportamento
mettere
stessa
tempo,
continuamente
sopravvivenza:
e,
dimentico
sensazione
di
repentaglio
a
appena
delle
dolore
che
riprese
cause
gli
a
tale da
la propria
conoscenza
della
si
sgradevole
avvolgeva il
volto,
ricominciò a correre stravolto dalla paura, cercando
di rifugiarsi tra immaginarie nubi di permanganato e
di
solfuro,
che
lo
respingevano
ogni
volta
con
cozzare sempre più secco. Alla fine, esausto e ormai
quasi sfigurato
aceri,
dai continui
frontali con abeti ed
si concesse un attimo di riflessione.
ombra di dubbio
adesso
capiva
Senza
che le sue capacità
visive non decrescevano col passare del tempo, come
si sarebbe aspettato.
Provò quindi il gusto, scontato per un terrestre ma
proibito per uno Yasculiano, di soffermarsi a lungo
sugli oggetti circostanti, di toccarli, di constatare
che, in questa
attraversare
da uno
atmosfera
stregata,
era
impossibile
col corpo ciò che non era trapassabile
sguardo.
E,
credetemi,
per
Ganfelon
Casper
questo fu un risultato.
Iniziò quindi a camminare più spedito, evitando gli
ostacoli
con
un
ghigno
furbesco
sul
viso,
e
e, mentre
le
guardandosi attorno con curiosità crescente.
La sera
calava
sul Canada Occidentale
televisioni di mezzo mondo gridavano ai quattro venti
la tragedia di New Orleans, mentre
lui si aggirava
beato nei boschi di Western Hills, spuntò la luna.
Ebbene
sì, la luna, che cosa c'è di strano direte
voi.
La Luna, dico io, UNA LUNA, una luna sola!
E soprattutto lo pensò Ganfelon.
Si accorse di non essere stato spiaccicato per terra
dalla altopressa imminente, ma ne provò un sollievo
appena
momentaneo:
aspettare
ancora!
non
aveva
Aveva
certo
bisogno
intenzione
urgente
di
di
un
rifugio!
Jessica Bird era accoccolata sul suo divano in preda
ad un senso di angoscia crescente.
Le immagini di New Orleans, o meg"iio di ciò che un
tempo si poteva chiamare New Orleans, le scorrevano
davanti, lasciandola incredula e timorosa.
Merda! Non timorosa ma terrorizzata! Cosa era venuta
a fare in quel bosco spettrale? Non certo a preparare
l'esame di letteratura inglese, dato che ormai erano
passati
tre
rigorosamente
giorni
custodito
dove era stato posato
neanche
a
dimenticare
ed
il
nella
libro
cartella
era
ancora
sul divano,
il giorno del suo arrivo. E
Steven,
se
non
aveva
mai
provato neanche l'impulso di telefonargli.
Era prigioniera
aveva
di una specie
cominciato
a
leggere
di apatia, da quando
quello
incredibile libro: IL PINFOLONE VOLANTE.
strano
ed
Prima
non
l'aveva
gli
aveva
trovato
Vancouver, ma
su
dopo
dato
alcun
una
aver
credito,
panchina
letto
nel
quando
parco
dell 'atomica
a
a
New
Orleans ed averla vista, subito dopo, esplodere ...
Si sentiva una cretina, un'inutile, ma continuava a
domandarsi angosciata perché proprio lei, una ragazza
con i piedi per terra, era rimasta stregata da una
coincidenza scritta su libro e da quella incredibile
storia
in cui
una
ragazza,
di
nome
Jessica,
come
lei ....
La porta non si aprì, e neanche si scardinò: possiamo
forse
dire
lasciando
i
che
si
pensieri
disintegrò,
si
di
a
Jessica
parcellizzò,
sgretolarsi
a
mezz 'aria, ed il suo fisico in bilico tra una sincope
ed un infarto.
Non
fu
storia,
forse
la presentazione
tenendo
praticament
nudo
anche
e
più
conto
ridotto
romantica
che
ad
una
della
Ganfelon
maschera
era
di
sangue.
Lo
Yasculiano
disinteressandosi
si
lanciò
contro
completamente
le
della
finestre
ragazza,
tentando di chiuderle e serrarle, e mugolando in un
linguaggio sconosciuto.
Jessica dopo il primo attimo di terrore, lo capì, e
individuò nell'esterno il vero pericolo; si lanciò ad
aiutarlo, sprangando porte e finestre, spingendo con
lui per spostare il grosso armadio di noce (mio dio,
come poteva quell'uomo spostare in quel modo trecento
chili di legno?) dove poco prima era la sua porta di
ingresso.
Alla
fine,
terra,
stremati, si
l'uno di
fronte
lasciarono
all'altra,
scivolare
e
si
per
guardarono
negli occhi, entrambi con aria più interrogativa che
spaurita.
Non è di sicuro un uomo pericoloso, pensò Jessica, ma
intanto è meglio se gli procuro un paio di mutande, e
magari gli laverò anche un po' la faccia.
Al suo ritorno in salotto Ganfelon aveva gli occhi
strabuzzati fuori dalla testa, ed indicava il disegno
di copertina di un libro, che era stato scagliato sul
pavimento durante il trambusto precedente.
Raffigurava una macchina
immaginaria
(o no?), e in
caratteri a stampatello portava scritto: IL PINFOLONE
VOLANTE. Jessica, insospettita, corrucciò la fronte,
si avvicinò
indagatoria,
poi
aprì
la bocca
in un
atteggiamento di stupore. Fu in quell'attimo che ebbe
la folgorazione e, contro ogni logica, incominciò a
capire.
Poi, siccome una brava ragazza della Columbia, anche
davanti alla fine del mondo, deve sempre prendere le
sue precauzioni, diede le mutande a Ganfelon Casper.
Tornando a noi, ci sono tre ipotesi fondamentali che
spiegano il comportamento dell'umana Jessica Bird:
La prima è che essa facesse sin dall'inizio parte del
meccanismo del collasso siderale.
La seconda è che, come ogni femmina delle Galassie
Periferiche, fosse dotata di ciò che qui è definito
sesto senso (ma che ad Altair, ad esempio, chiamano
centodecima percezione) .
La
terza
è che
fosse
semplicemente
matta
come
un
lascerò
ad
cavallo.
Visto
l'incertezza
ognuno
di
voi
generale
la
propria
a riguardo,
interpretazione;
con
l'impressione però, almeno questo concedetemelo, che
qualunque fosse la spiegazione di questa improvvisa
presa di coscienza _ da parte di Jessica, quest 'ultima
fosse effettivamente matta come un cavallo.
Ma torniamo adesso alle sensazioni che si affollavano
nella mente di Ganfelon.
Certo, adesso, che non vedeva più la luna, si sentiva
rassicurato,
e
forse,
con
le
mutande
addosso,
avvertiva un senso maggiore di protezione.
Poi, in tutta la sua vita, e trenta astrocicli non
sono
pochi,
comprensione
non
e
era mai
stato
sollecitudine
da
trattato
parte
di
con
tanta
nessuno.
Forse questo strano luogo non era poi così male come
era
seritbrato
all'inizio,
e
questi
Lappuloni
filiformi, che non volevano essere divisi, erano dopo
tutto simpatici.
Mille altri pensieri,
contorti
percorsi
in contemporanea,
neuronali
nell
disegnavano
'imprevedibile
cervello di Ganfelon Casper.
Aveva
ormai
accettato
con
rassegnazione
la
sua
mutazione fisica.
Certo, provava un senso di fragilità nel vedere quei
suoi
strani
arti,
così
diversi
dalle
rassicuranti
rotondità Yasculiane, anche se iniziava ad apprezzare
alcuni dei vantaggi forniti dalla presenza di dita e
mani
così lunghe: dovete sapere che gli Yasculiani
tuttora
possiedono
circa
dieci
diversi
apparati
olfattivi, tutti ben al di fuori della portata delle
loro tozze e corte estremità. Si, certo, saranno pure
una civiltà intersiderale, ma non sono mai riusciti a
scaccolarsi
con la dovuta
soddisfazione.
Il nostro
mutante mostrava invece di apprezzare particolarmente
questa
gradita
novità,
ed
il
suo
unico
apparente
rammarico era che la natura, beffarda, avesse ridotto
solo a due le narici di una razza che aspettava la
possibilità
di
scaccolarsi
gigacicli rotazionali.
da
circa
sessanta
CAPITOLO 3: LA MUTUA RICERCA
Se anche voi foste degli esseri neuronogeni, cioè che
rinnovano
i
propri
tessuti
neuronali,
ovvero
appartenenti ad una specie siderale delle Galassie di
Beetelgeeuse, e soprattutto se sapeste che i neuroni,
tutto sorrunato, servono a diventare più intelligenti,
non vi stupireste dell'aria divertita di Yatta, che
osservava la vita di una grande città.
La città era Tampa, non più New Orleans, ma Yatta,
sceso dal pullman della protezione civile, localizzò
significative
differenze
radioattività
solo
nei
tassi
di
(e grazie!) , negli agenti atmosferici
più carichi di iodio, e nei maggiori rigonfiamenti,
che
sembravano
esplodere
dai
succinti
abiti
delle
aliene del luogo, sdraiate al tepore della polvere di
silicio sulla riva di una immensa distesa di acqua.
Eh, sì, le aliene gli sembravano ancora appetitose,
ma non aveva certo intenzione di ripetere, in nessuna
circostanza, una azione come quella per cui era stato
appena imprigionato.
Yatta il Lebinziano provava, incredibile a dirsi, una
specie di senso di colpa.
E
non
per
avere
distrutto
una
città
con
una
esplosione atomica, no di certo. In fondo non vi era
altro modo per uscire da quella maledetta cella.
Era per la bimba della FORD.
Ora,
intendiamoci, non
Lebinziani
un
importanza,
principale
sentimento
in
quanto
il
a
la
l'utilitarismo;
è
Lebinziani
sono
sicuramente
saprete,
confinati
che
in
in
rimorso
cui
se
non
qualche nebulosa
per
attribuire
loro
i
tanta
caratteristica
la maggior
effetti dei
sia
parte
mercanti,
avete finora
periferica
dei
come
vissuto
oltre
i
buchi neri di Vakuum.
Forse, più che rimorso, vi era il timore di cacciarsi
ancora nei guai, adesso che non era al sicuro nella
cabina del suo astrocargo, e dopo che aveva notato
che i terrestri
non erano
Vespertiani (ed anche molto
in fondo stupidi come i
più
fibrosi, ma
non
si
volle soffermare a lungo su questo pensiero).
Si decise quindi a comportarsi come un terrestre.
Impiegò l'intera mattinata, bighellonando nel centro
della
città,
compiendo
per
piccoli
rendersi
utile,
gesti
solidarietà
di
sdebitarsi,
e
di
socievolezza.
Sapete com'è, con gli estranei questi terrestri sono
sempre in grado di dare un'idea di se stessi migliore
della realtà, e Yatta ci era rimasto male, voleva, in
un certo modo,
apprezzabile
lasciare
di
quello
loro un ricordo di se più
legato
al
suo
sfortunato
esordio.
E sarebbe di sicuro stato ricordato con affetto da
quel signore sudato e infuriato che aveva incontrato
accanto al cofano fumante di una Civic.
Yatta si era subito fatto avanti per aiutarlo e, di
fronte ai suoi occhi perplessi, aveva aggeggiato per
non più
di cinque minuti,
invertendo
semplicemente
qualche polarità.
L'uomo, infatti, gli era stato riconoscente sin dal
momento in cui era riuscito a ripartire, e d'altronde
lo aveva detto subito che aveva molta fretta.
Chissà
quando,
che pensieri
dopo
l'elettrolisi
grati avrebbe
pochi
del
minuti
benzene
di
avrebbe
rivolto a Yatta,
funzionamento,
modificato
le
proprietà chimiche
della
combustione, portando la
macchina ad una velocità costante e non modificabile
di settecento chilometri orari.
Anche quei ragazzi dalla pelle
scura erano rimasti
entusiasti di lui.
Non riuscivano
a far partire
la macchina,
di cui,
maledizione, avevano scordato le chiavi. E anche loro
avevano
molta
qualcuno
vero?,
fretta,
potesse
se Yatta
beh ... loro
perché
vederli e,
avesse
intanto
avevano
si
potuto
avrebbero
sa
dar
paura
com'è
loro
che
la
una
controllato
vita
mano,
che
non
arrivasse nessuno ...come dire ...ecco, nessuno vestito
di blu e con un cappello con lo stemma dorato.
Poche
ore
aggirava
dopo
per
le
una
banda
strade
di
teleavviatore-telecomando
per rubare
strana,
qualsiasi
incredibile
a
di
piccoli
Tampa
con
distanza,
teppisti si
in
un
utilizzabile
veicolo
parcheggiato
forma
di
un
mano
e con la
pacchetto
di
noccioline.
Non furono di certo solo queste le imprese di Yatta,
in quella strana mattinata.
Tra le palme, che, immobili per l'assenza di vento,
fornivano un minimo
di refrigerio
dal caldo afoso,
gli abitanti di Tampa credettero di vedere vecchiette
con pesanti borse della spesa levitare sorridenti sui
marciapiedi, a bordo di monopattini volanti; o uomini
isterici
dalla
gioia
che,
nei
bar
condizionati,
svuotavano intere file di slot-machines con monete da
cinquanta cents stranamente sagomate.
Poi scese la sera su uno Yatta a cui l'ingegno e gli
avvenimenti della giornata avevano procurato vestiti
costosi,
denaro
a
ed
fiumi
un
senso
di
beato
appagamento.
Ma, si sa, anche le menti migliori a volte si fanno
distrarre
quando
da
le
questioni
stelle,
di
non
secondaria
più
importanza;
sopraffatte
dal
sole,
iniziarono ad apparire nel cielo azzurro cobalto, che
sfumava verso i toni cupi della notte, Yatta sentì un
brivido
ghiacciato
schiena,
nella
scendergli
quale
si
lungo
trovava
quella
suo
strana
malgrado,
e
ricordò che il suo posto non era lì.
L'immagine di Jessica in camicia di notte,
sul tappeto
provocato
maschi
un
di
siderali
di pelliccia
serio
vicino
turbamento
quell'ormonale
in tutti
pianeta
gli
le
cartine
la
camicia da .notte stentava ad offrire protezione
ai
ondulati
capelli
esseri
collo,
ed
I
che
avrebbe
le
folti
Terra.
fuoco,
neri
scendevano
definisco"no
al
sdraiata
lungo
il
suoi seni irrequieti, che tendevano ad uscire dalle
ampie
scollature,
affusolate, si
le
gambe
muovevano
noncuranza: Jessica
era,
bellezza forte e sensuale.
accavallate,
piano con
e
sapeva
pigra
di
lisce
e
essere,
e
falsa
una
Ma
Ganfelon
non
era
un
abitante
della
Terra,
nonostante tutte le apparenze, e perciò non imprecate
sulla sua dabbenaggine,
se egli non fu in grado di
apprezzare assolutamente lo spettacolo che si offriva
ai suoi occhi.
Certo, come dite, avrei potuto teletrasportarvi
sul
luogo del racconto, ma so che avrei perso gran parte
della vostra attenzione, perciò ho preferito tenervi
qui con me, ad osservare tutto dall'alto, al buio ed
al freddo dei cieli di Proxima Centauri.
Ganfelon intanto sedeva vicino al camino, buttandovi
lentamente
dentro
un pezzo
di
carta
dopo
l'altro,
pago e felice dell'affetto ricevuto, sazio del cibo
terrestre,
che
aveva
contemplando con
aria
imparato
a
conoscere,
interrogativa e
curiosa
il
processo di combustione dell'ossigeno che i terrestri
chiamano fuoco.
Il
pavimento
era
cosparso
di
dimensione, disegnati, scritti,
Bicchieri
poteva
e matite, palle
fornire
spiegazione
fogli
di
ogni
strappati, piegati.
e camicie, tutto ciò che
o
confronto
era
stato
analizzato, o ne era stato pronunciato il nome.
Alla fine Jessica era giunta a svariate conclusioni:
La prima era che Ganfelon non conosceva assolutamente
nulla
del mondo,
rapidamente.
anche
se dava
l'idea
di imparare
Poi che, basandosi sulle sue conoscenze a riguardo di
quello strano libro, era, effettivamente, o un alieno
oppure l'autore del PINFOLONE VOLANTE.
Infine,
che,
ovviamente, non
essendo
in
grado
di
leggere e scrivere, non sarebbe stato mai in grado di
scrivere un libro come il PINFOLONE VOLANTE, né tanto
meno di leggerlo.
Un
rapido
sillogismo
le permise
quindi
di passare
alla fase successiva:
Ganfelon era senza dubbio un alieno, e per aiutarlo
doveva trovare la soluzione sul libro.
Cercò con lo sguardo il libro sul pavimento, guardò
sul tappeto,
fece
scorrere
lo
sguardo
su Ganfelon
Casper, indugiando un attimo sul promettente gonfiore
che si notava sotto i suoi slip, e si concesse un
sorriso malizioso. Poi vide il libro tra le sue mani,
e si paralizzò per · la sorpresa scorgendo una pagina
scendere lentamente verso il fuoco, annerirsi su un
margine
e poi
consumarsi totalmente
in un bagliore
rossastro.
Gli
tolse
il
libro
con
era
di
cautela,
con
un
sorriso
sforzato.
D'altronde
non
sicuro
"l'Azione
Furba
dell'Anno" , pensò, fare andare in bestia qualcuno che
sposta gli armadi doppia stagione in noce, e con una
mano sola.
Poi
sfogliò
freneticamente
il
libro,
cercando
di
ricordarsi a memoria quel CAZZO di posto del Nebraska
dove
si
sarebbero
dovuti
incontrare
Ganfelon
e
l'altro alieno che si chiamava Yatta.
Girò
l'ultima
pagina
rimasta
lesse:
e
"...si
sarebbero dovuti incontrare Ganfelon e l'altro alieno
che si chiamava Yatta."
E guardò
sconsolata
il fuoco che scoppiettava
nel
camino.
Ah
!
Le
stelle ...
il
limpido
cielo
stellato
rappresentava per Yatta ciò che per un marinaio può
essere
la
infrangono
visione
i
di
marosi
una
scogliera,
di
una
su
ventosa
cui
si
giornata
d'autunno.
Ed
il
navigatore
solitario
dello
spazio,
quasi
rinchiuso in una gabbia dorata di ossigeno ed azoto,
ed in un fragile corpo di reticoli carbonici, provò
una struggente sensazione di nostalgia, e sentì, per
la
prima
volta
nella
sua
vita,
una
lacrima
scivolargli sulla guancia.
Si sarebbero mai ripetute le folli corse tra le fasce
asteroidali,
l'emozione?
con
il
cuore
(prendetela per
tra
le
buona,
ginocchia
è inutile
per
adesso
spiegarvi perché il cuore dei Lebinziani è posto tra
l'apparato
genitale
e
la
vertebra
coccigea,
accontentatevi della intuitiva spiegazione che forse
è giusto che sia lì, più vicino alle vere motivazioni
di ogni essere vivente)
Dicevamo, sarebbe mai più entrato in un bordello di
Damagon
Aster,
con
l'atmosfera
satura
del
fumo
allucinogeno del cocainato di ammoniaca, e le femmine
Asteriane,
cinque
che ancheggiavano
metri
infiniti
di
altezza,
tentacoli
gli
e sorridevano dai loro
sfiorando
apparati
con
i
loro
genitali
degli
avventori?
Avrebbe mai più dormito sul suo meraviglioso
Vegentiano, di
cui
aveva
cuscino
personalmente controllato
l'essiccatura per evitare inutili pericoli?
(anche in
questo caso . dovete sapere che i cuscini Vegentiani,
noti
per
essere
i
più
comodi
dell'Universo,
catalizzatori di sogni rilassanti, vengono
e
catturati
nel mare Vegentiano della Costellazione di Hazimmuth,
uccisi, ed essiccati
ioniche.
dal
L'unico
fatto
che,
alle radiazioni delle tempeste
loro
se
inconveniente
essiccati
in
è
rappresentato
modo
inadeguato,
possono riprendere vita ed inglobare il loro ospite.
Ma
non fate quelle
facce preoccupate!
E' un evento
molto raro, ed i vostri saranno sicuramente essiccati
a dovere!)
Insomma, Yatta aveva i suoi pensieri, e siccome era
una
persona
giustificata
estremamente
fase
di
razionale,
dopo
autocompatimento
rapidamente all'azione, meditando
una
passò
sulle ignote cause
che lo avevano condotto fin lassù.
Non c'è bisogno
per
sapere
che
di essere intelligenti,
il
teletrasporto
non
come Yatta,
può
essere
effettuato contro la volontà dell'individuo: infatti
il trasporto del campo magnetico elettrochimico, che
costituisce
l'intelligenza
saldarsi alle connessioni
di
un
essere,
neuronali
deve
con un atto di
volontà, a meno di non voler trasportare un idiota
permanente attraverso le porte del Cyberspazio.
E' inoltre noto alla maggior parte delle specie delle
Galassie
Centrali,
Periferiche
Materia
della
della
e
individuo
e
deve
quindi
Via
Lattea,
Antimateria
restare
non
che
la
alle
Razze
somma
della
appartenente
costante,
a
ad
meno
un
di
distorsioni cosmiche.
Fu
questa
la
molla
della
ricerca
di
Yatta,
che
iniziò, con un apposito convertitore di antineutrini
portatile,
le
misurazioni
della
sua
struttura
nucleare.
Di certo non aveva riflettuto sul fatto che ciò che
egli
aveva
costruito
in
circa
venti
minuti,
utilizzando il televisore della sua camera d'albergo
e
la
pasta
ionocatalizzatrice
saponetta), avrebbe
nucleari
del
sull'atomo,
mondo
risolto
reso
e
i
inutili
gli
(scusate,
tutte
istituti
problemi
la
le centrali
di
energetici
ricerca
e
di
inquinamento di tutta la terra e, cosa ben più grave,
buttato sul marciapiede tutti i ricercatori e fisici
terrestri.
Ma adesso c'era ben altro nei suoi pensieri.
Dopo
aver
eseguito
a mente
una
serie di complesse
operazioni che avrebbero sciolto come burro l'intera
batteria
del
R.I.S.C.
Processors
della
N.A.S.A.,
arrivò finalmente alla soluzione.
Il
raccordo
autostradale
di
Seattle
stava
ormai
scomparendo dai finestrini posteriori della Escort di
Jessica Bird, e la fitta pioggia rendeva la luce dei
fari delle automobili
opalescente, che
come un alone, passeggero
illuminava
a
tratti
ed
l'espressione
ebete di Ganfelon Casper per scivolare all'indietro e
perdersi nel buio della notte.
Il Nebraska sembrava irraggiungibile, ma tutto questo
non scoraggiava l'umana, anzi, la entusiasmava ancora
di più, e consolidava
incontrollabile
sempre
condotto
che,
in lei quel senso di euforia
nel
alle
corso
della
imprese più
storia,
ha
incredibili
o
ai
fallimenti più disastrosi.
I soldi, inizialmente, non sembravano un problema, a
meno
che Ganfelon
non avesse ripetuto costantemente
pasti come quello di quel pomeriggio.
Il problema non erano i centododici hamburger, anzi,
quello sembrava un problema all'inizio ...
Dopo
le prime
cameriera
sette
avevano
o
otto
iniziato
ordinazioni
a
lei
sorridersi,
e
la
prima
imbarazzate, dopo esplicitamente divertite.
Al
quarantesimo
panino
si
era
già
formato
un
capannello di curiosi e volavano le prime scommesse;
poi il gestore era uscito e con un tono poco educato
le aveva chiesto di mostrarle, per cortesia, la sua
carta di credito.
A quota settanta la gente era disgustata e stupefatta
allo stesso tempo, e lei aveva ormai aspettato tanto
per fare i suoi bisogni
alle belle
ragazze,
o
che, Cristo!, capita
no?,
se
la
stava
è
si
precipitò
anche
per
fare
addosso.
Ordinò
trenta
cheesburgers
alla
Toilette, dove dovette aspettare, quasi in lacrime,
una vecchia imbecille decrepita che si dava il rimmel
con la porta chiusa.
Ci mise tenta secondi e poi si precipitò
di nuovo
fuori, ma come temeva, il casino era già scoppiato:
la gente rideva, anzi si sganasciava, ma Ganfelon era
sempre seduto lì, al suo posto, con un'aria smarrita
ed il tavolo pieno di scatole vuote di hamburger.
Allora perché quella troietta di cameriera continuava
a gridare lì vicino all'acquario ... vuoto ...?
Le discussioni
infinite che seguirono, il conto da
fantascienza
sulla
spropositato
attribuito
l'espressione
incoscientemente
Casper,
non
macchina, ad
furono
carta
a
però
impedirle
di
credito,
quattro
serena
sufficienti,
di
il
valore
pesci
rossi,
di
Ganfelon
una
volta in a
scoppiare
ridere
fino
fonda
strada,
non
alle lacrime.
E
ancora
adesso,
a
notte
sulla
riusciva a soffocare le risa; poi Ganfelon si mosse,
i fari di una macchina illuminarono
il suo volto e
lei vide che lui la guardava.
E, anche lui, stava ridendo.
Le luci di un Motel lampeggiavano
nel buio, qualche
centinaio di metri più avanti.
Una
Jessica
Bird
incuriosita,
stupita,
insomma,
una
perplessa,
Jessica
contenta,
rallentò,
Bird,
mise la freccia ed entrò nel piazzale.
Capire dall 'orbita degli antineutrini
la percentuale
di antimateria residua nella composizione nucleare di
un
essere
era
una
procedura
che
i
Lebinziani
acquisivano nell'equivalente, per loro, della nostra
terza elementare.
Non fu pertanto difficile per Yatta stabilire che la
sua struttura mancava,
senza possibilità
di errore,
di almeno due fantastiliardi di nucleobosoni.
Il problema
consisteva
soprattutto
nel
capire
dove
erano finiti.
Verificò
allora,
per
puro
scrupolo,
l'orbita
degli
estrobosoni, che sono, come tutti sanno, attratti dai
nucleobosoni
(come
gli
elettroni
dai
protoni
o,
solo
una
meglio, come il cacio dai maccheroni) .
Il
risultato
fu
incredibile:
probabilità . su trentasei
Vi
era
fantastiliardi,
ma
i suoi
nucleobosoni erano qui, sulla Terra, vicino a lui!
Insomma,
vicino,
forse
a
qualche
migliaio
chilometri, ma almeno non a distanze siderali.
di
Con
rapidi
calcoli
mise
su
grafico
le
orbite,
sottrasse le inclinazioni di polo magnetico dedotte
dall'analisi temporale dei solstizi (facile, vero?) e
ricavò la direzione approssimata del suo obiettivo:
Nord Ovest!
Beh, non era però così facile; a Nord Ovest c'era la
paninoteca
ventina
di
d'angolo,
stati
Tampa
Bay,
federali,
il
l'Alabama,
un'altra
Canada,
l'Alaska,
volendo anche la calotta polare ...
Aveva bisogno
di costruirsi
strumenti più precisi,
per iniziare una ricerca veramente accurata, ma era
sulla buona strada.
Se
gli
apparati
elettronici
avessero
un'anima,
la
radiosveglia posata sul comodino avrebbe accolto con
un agghiacciante brivido di terrore lo sguardo che le
rivolse Yatta il Lebinziano.
CAPITOLO
4:
LA
FOLLE
CORSA
VERSO
IL
NEBRASKA
....... _
'•.
""-. ·.. ''·,\ \
'
.
..
) )
. \ !
\
-
-- --·
Se mai una donna avesse provato la sensazione di
essere sbriciolata pezzo a pezzo, quella donna era
Jessica Bird.
E non avrebbe mai supposto che fosse un procedimento
così piacevole.
Diciamo che il pensiero le era venuto in mente vicino
al camino, quando aveva potuto ammirare, per la prima
volta,
quel
fisico potente
e quei
lineamenti
così
particolari, quello sguardo così ingenuo.
Alla
decisione
avevano
senza
dubbio
contribuito
motivi meno facilmente intuibili:
La personalità
di Jessica era senza dubbio
forte e
decisa, era una di quelle ragazze che non hanno paura
di prendere una decisione, e spesso la prendono in
controtendenza, per stupire o per apparire.
Quando
al College
squadra
di
aveva
deciso
Football
aveva
di iscriversi
suscitato
alla
l'ilarità
generale.
Ma
quando
invece,
Accademico,
con
nella
partita
finale del Torneo
una spalla slogata
ed il
numero
trentasette sulla maglia, aveva schiacciato per terra
quel maledetto pallone oltre la linea di meta, circa
duemila persone
avevano
applaudito
in piedi
quella
figura minuta e dolorante che usciva in barella dal
campo.
Insomma,
Jessica
Bird
era
una
persona a
cui
non
mancava la determinazione e la forza di volontà.
E quando aveva deciso che portarsi a letto un alieno
sarebbe stata una esperienza unica e da provare, in
quel momento, praticamente, l'aveva già fatto.
Le sensazioni che il pianeta Terra aveva fornito in
rapida
successione
a
Ganfelon
Casper
si
erano
susseguite in un modo estremamente appagante:
Dal dolore per gli impatti con gli alberi, al terrore
per la luna calante, passando per la tranquillità e
la fiducia per quel tiepido
essere che si chiamava
Jessica.
Poi la sazietà
di
terrestre,
poi,
e
impossibile
l'altra
cibo,
bocca,
fantastico
Motel,
al
tentativo
dalla
il nuovo,
di
quello
entrarsi
all'opposto
strano,
dentro
l'uno
dei
cibo
Lappuloni
e
...Jessica avrebbe dovuto subito capire che non era
possibile, poi ci avevano provato da sotto, ma anche
da lì era molto difficile, e ... poi non aveva capito
più nulla, con quella strana sensazione, e chi se ne
importa se Jessica non capiva che lui non sarebbe mai
riuscito
a passare
tutto
lì dentro,
a lui bastava
continuare quello strano gioco ...
La macchina correva veloce sulla strada per Cheyenne,
e
siccome,
quando
due
persone
si
vogliono
bene,
attorno a loro tutto sembra più bello, le foreste di
abeti dell 'Idaho rilucevano di un meraviglioso verde
cupo, e sopra una piccola Escort rossa che viaggiava
spedita
verso
il
Nebraska
splendeva,
benevolo, il
sole.
La
radiosveglia
dell'opera
di
non
era
costruzione
stata
di
l'unica
Yatta:
vittima
era
stato
addirittura necessario scendere ad un ferramenta, ed
acquistare una varietà di generi inimmaginabile per
chi avesse posto attenzione al loro comune campo di
impiego,
invece
che
alla
variabilità
polarizzazione delle loro orbite estrobosoniche.
di
Ma,
si
sa,
pongono
gli
con
stolti
fabbricanti
frequenza
terrestri
queste
non
fondamentali
informazioni sui prodotti da loro messi in vendita, e
così il venditore rimase fermamente convinto di aver
venduto del materiale ad un pazzo allucinato, e fu
solo contento di essere stato lasciato in vita.
Adesso
il
triangolatore
estrobosonico
era
pronto
all'uso, ed anche se la sua sagoma corrispondeva
quella
di
un
determinare,
comune
se
sufficientemente
televisore, era
posto
in
in
sequenza in
lontani
tra
loro,
il
grado
a
di
due luoghi
punto
di
accumulo degli estrobosoni, ovvero, in poche parole,
la posizione di Ganfelon Casper.
Ma costruire un apparato del genere costituiva una
prova severa anche per Yatta, nonostante l'immensità
delle
sue
posizione
conoscenze:
l'apparato
sufficientemente
precisa
non
a
dava
meno
una
che
il
rilevato, ovvero Ganfelon, non restasse assolutamente
fermo nel medesimo punto in tutto il tempo intercorso
tra le due successive misurazioni.
Dopo aver effettuato la prima misura a Tampa, Yatta
pagò
il conto
ad un esterrefatto
albergatore,
che
rimase, con cinquemila dollari in mano, a vedere che
cosa era rimasto della sua stanza, e a cercare di
capire:
a che
cosa
cassetto
di
comodino
elettrici insaponati
sarebbe
mai
segato
che si
potuto
in
due,
avvolgevano
tubo a raggi catodici del televisore?
servire
con
un
fili
intorno
al
Non prendetevi gioco di lui; bisogna essere del ramo
per riconoscere
senza esitazioni un convertitore
di
antineutrini portatile!
La seconda mossa di Yatta fu quella di acquistare una
Buick
Station
Wagon,
caricarvi
televisore-triangolatore,
e
dentro
il
dirigersi alla
suo
massima
velocità verso Atlanta.
Ma quando, nel tardo pomeriggio,
fu
completa,
Jessica
e
la sua misurazione
Ganfelon
si
erano
ormai
spostati di più di settecento chilometri.
Alla luce della lampada della sua stanza d' albergo,
dopo
una lunga
serie di calcoli,
Yatta
tracciò
un
cerchio intorno a Tonopah, Nevada.
E, come sappiamo, si sbagliò.
L'aereo per Las Vegas partiva
all'ora
di
pranzo, e
Yatta
solo il giorno
si
concesse
dopo,
quindi
un
lungo, meritato riposo.
Il giorno dopo, all'aeroporto di Atlanta, si presentò
trasportando un baule su un grande carrello, con la
scritta "Fragile" su tutti i lati.
Comprò un biglietto per Las Vegas,
d'attesa
e cercò
invano
si recò in sala
la rivista
"Astrocarghi
ed
Equipaggiamenti per le Nebulose Erranti" .
Poi,
sconsolato,
lettura
si
decise
ad
minimamente interessante,
acquistare
un
l'unica
manuale sugli
attrezzi da lavoro preistorici, dal titolo "Io Robot"
di un certo Asimov, e si sedette ad aspettare.
Fortunatamente
la
costantemente
fame
di
stabilizzata
Jessica:
di
almeno
ad
sosta,
della
gente
ogni
livelli
sui
terrorizzato
sei,
Ganfelon
sicuro
non
che
avevano
i sandwiches
ma
almeno
era
erano
l'attenzione
nei confronti dell'alieno non rischiava
di diventare preoccupante
ogni volta che la piccola
Escort rossa entrava in una piazzola di rifornimento.
Jessica infatti voleva che Ganfelon fosse al sicuro
in
Nebraska,
prima
che qualsiasi
attirare
l'attenzione
fastidi,
o,
arrivare
all'appuntamento
peggio
su di
evento
potesse
lui e procurargli
ancora,
rendergli
con
l'altro
dei
impossibile
misterioso
alieno.
Ma
non
aveva
considerato che
forse,
nei
bar
che
costeggiavano quelle infinite e spopolate strade, non
sarebbe stato certo Ganfelon Casper, tra i due, ad
attirare maggiormente
l'attenzione
dei camionisti
e
dei boscaioli del Wyoming.
Rock Springs è definita, sulle guide turistiche del
Wyoming, come una ridente cittadina circondata da una
natura selvaggia ed incontaminata.
Provate però a chiedere ad un abitante della città se
è divertente vivere lì e vi ritroverete con il sedere
per
terra
ed
il
naso
sanguinante,
perché
a
Rock
Springs c'è veramente poco da ridere, anzi, non c'è
veramente nulla.
Se
questa
affermazione
è valida
in generale,
era
ancor più valida, quella mattina, per Kevin Redneck:
aveva
già
tracannato
tre
birre,
e
ne
aveva
sicuramente molte altre in prospettiva se, come aveva
deciso con i suoi amici, si erano veramente stufati
di spaccare legna per cinque dollari al metro cubo da
quello spilorcio del vecchio Grinsby.
All 'Hoover 's Bar, sulla strada per Denver, i clienti
abituali
non
superavano
la
decina,
ed
i
numerosi
camionisti che si fermavano per bere un goccetto non
erano certo tipi in vena di confidenza o di amicizia.
E i tavolacci di legno e gli spifferi gelati, che si
incanalavano
rendevano
dalle vecchie
di
certo
imposte decrepite,
il locale un'attrazione
non
per
i
pochi giovani del posto.
Fu per questo che, quando Jessica entrò, seguita da
Ganfelon,
catturò
immediatamente l'attenzione
della
poca clientela presente e di Kevin Redneck.
Soprattutto di Kevin Redneck.
Che fece un errore.
Jessica lasciò Ganfelon al tavolo, e si avvicinò al
bancone
per
le ordinazioni,
quando
sentì alle
sue
spalle una grossa, ruvida, pesante mano posarsi dove
sicuramente non avrebbe dovuto.
Si girò appena in tempo per ricevere in pieno viso
una
fetida
alitata
di
birra
e
noccioline, e
per
vedere, a pochi centimetri da lei, lo stupido ghigno
di quel disgustoso, puzzolente energumeno.
Fu
istintivo
"Aiuto! "
girarsi
verso
Ganfelon
e
ma non aveva idea di quanto
gridare:
si sarebbe
pentita di quel gesto.
Quando Kevin Redneck toccò il soffitto dello Hoover 's
Bar, probabilmente, stava ancora sorridendo.
Il secondo, imperdonabile errore di Kevin, fu quello
di
rialzarsi
salvare
ciò
e,
seppure,
che
restava
malconcio,
della
tentare
propria
di
dignità,
lanciandosi contro Ganfelon Casper.
L'unica cosa che riuscì a toccare fu una mano.
Dura.
Terribilmente dura.
Risultò difficile, allo Sceriffo Perry, credere che
quell'attaccabrighe
di
Kevin
Redneck
fosse
stato
conciato così da un uomo, e non fosse stato invece
schiacciato da un trattore.
Ma
i testimoni
erano
troppo
numerosi,
e bisognava
accettare senza dubbio questa versione dei fatti.
Il ragazzo se la sarebbe cavata, anche se forse non
sarebbe
tornato
esattamente
come prima:
tre costole
rotte, un trauma cranico, una mandibola praticamente
liofilizzata, il naso cancellato dal viso; si, anche
lui
era
prima
o
stato
poi
sempre
meritato
dell'idea
una
che
lezione,
Kevin
ma
avrebbe
questo
era
decisamente troppo.
Bisognava prenderlo,
aveva ridotto così.
quel figlio di puttana che lo
Viaggiavano verso Denver con una Ford rossa, ed erano
in due,
lui
e quella
bruna
che
l'aveva
trascinato
via, prima che riuscisse a dividere Kevin in due come
un'anguria
(e
solo
voi
sapete
quanto
Perry
andò
vicino alla realtà con questa intuizione) .
Ormai avevano almeno sei ore di vantaggio, e se tutto
andava
loro
bene,
potevano
aver
già
lasciato
lo
stato.
Merda! Se almeno uno di quei dannati imbecilli avesse
letto
la
targa
della FORD,
invece
di
cercare
di
riappiccicare a quell 'idiota di Kevin i pezzi di naso
che aveva seminato in giro per l'Hoover 's Bar!
Ad
ogni modo
radio,
e
si avvicinò
comunicò
a
abitante
di
alla macchina,
tutte
le
prese
stazioni
il
la
suo
messaggio.
Qualsiasi
orgoglioso
del
suo
Las
Vegas
moderno,
è
sicuramente
fantascientifico,
gigantesco aeroporto.
Ma
il
medesimo,
tronfio
abitante
di
Las
Vegas,
muterebbe radicalmente la propria idea se potesse per
un attimo vedere l'intera struttura con gli occhi di
Yatta.
Disgustato per aver dovuto viaggiare ore ed ore con
una
specie
di
chiamano DC9,
miliardesimo
relitto
per
di
iposonico,
percorrere
parsec,
Yatta
che
i
terrestri
una distanza
si
di
allontanò
un
dai
fatiscenti capannoni e dai rumorosi rulli metallici
davanti
ai
quali
aveva
dovuto
attendere
il
suo
triangolatore.
Affittò un altro di quei fetidi ed insicuri carghi a
propulsione esotermica, le automobili terrestri, e si
diresse spedito verso Tonopah, con al suo fianco una
cartina stradale ed acceso, sul sedile posteriore, il
triangolatore estrobosonico.
La vettura procedette più di un'ora nello spettrale
deserto del Nevada ma, chilometro dopo chilometro, il
segnale emesso dal rilevatore non dava alcun segno di
incrementare
sensibilmente,
anzi,
si faceva
sempre
più debole.
Il
Lebinziano
decise
allora
effettuare un completo prelievo
sulla
statale
complicato
deserta;
apparecchio
di
per
di dati, e accostò
scaricò
sul
fermarsi
quindi
ciglio
della
il
suo
strada, e
cominciò la sintonizzazione.
Erano
passati
pochi minuti
dal momento
in cui
la
procedura aveva avuto inizio, quando udì un motore
rallentare
e fermarsi lentamente
dietro
la propria
vettura.
"Ehi amico! Ti sei bevuto il cervello? Lo sai che un
televisore non potrà mai accendersi se non attacchi
prima la spina?"
Un
idiota in
più in
quella zona
del
mondo era
l'ultimo problema che Yatta desiderasse avere tra i
piedi, perciò non lo degnò di uno sguardo e, sotto il
sole che ormai cominciava a tramontare, continuò il
proprio lavoro.
"Ehi!
Dico
a
te pezzo
di
imbecille!
Stai cercando
rogne? Oppure ti sei cotto il cervello sotto il sole
del deserto?"
La porta di un lercio fuoristrada si aprì, e ne uscì
un
vecchio,
baffuto
arteriosclerotico, con
la
voce
impastata dal whisky.
Con la stessa, pacata
indifferenza di prima,
Yatta
valutò che aveva veramente troppo da fare per poter
perdere tempo con lui.
Le cose non stavano andando affatto bene.
Così decise che, anche se ci fosse stato un idiota in
meno in quella parte del mondo, non sarebbe stato un
suo problema.
Senza girarsi collegò tra loro due fili all'interno
dello schermo, e un altro al tasto di avviamento.
"Allora
non mi hai sentito proprio, testa di legno!
Come credi di poter accendere questo affare qui, in
mezzo al deserto?"
"Credevo premendo
il tasto POWER ON, signore" disse
Yatta "o forse resterà spento?"
"Per mille bufali della prateria! Guarda che roba! In
settanta
vedere
anni
un
di vita
simile
non mi
rimbambito.
era mai
Se
capitato
schiacci
di
questo
pulsante non potrà mai succedere nulla, non vedi?"
Accade molto raramente che delle affermazioni e dei
fatti si contraddicano cosi apertamente come accadde
al povero, ignoto cow-boy del Nevada.
Sotto
gli
perdere
occhi
piano
spazientiti
piano
di
Yatta,
di definizione,
iniziò
e ad
a
assumere
un'espressione stupita.
Quando
Yatta
si
accorse
che
la
sua
autovettura
iniziava ad intravedersi in trasparenza attraverso il
corpo del disgraziato, ne concluse che l'esperimento
avrebbe avuto
una
certa
nucleidi
successo, e calcolò mentalmente,
approssimazione,
si
stavano
quanti
scindendo
con
miliardi
di
materia
ed
in
antimateria.
Ne concluse che, come previsto,
stata
assorbita
circostante,
pericoli
continuò
e
mentre
regolazioni,
senza
la
la reazione sarebbe
dall'ambiente
tranquillo
dissoluzione
le
volgeva
sue
al
termine.
Come
temeva,
diminuita;
l'intensità
Il suo obiettivo
dei
nucleobosoni
era
si stava allontanando!
Decise di tornare verso l'interno e si diresse alla
massima velocità verso Salt Lake City.
La Escort sfrecciava a tutta velocità tra gli abeti
di Cheyenne, ormai vicina al confine con il Nebraska.
Jessica sapeva che si erano messi nei pasticci, ma
non aveva forse ben chiaro quanto: e se Ganfelon lo
aveva ammazzato? CRISTO, quando
aveva sentito quel
rumore
di
ossa
che
scricchiolavano
le
si
era
ghiacciato il sangue addosso, e si era quasi convinta
che quel poveretto fosse rimasto ucciso all'istante.
Poi, mentre
trascinava
Ganfelon
fuori
dal bar,
lo
aveva visto muoversi per terra.
Però, che sveglia! Se esisteva un modo di difendersi
Ganfelon lo conosceva di sicuro! E l'aveva fatto per
lei. Lo guardò di sottecchi: era imbronciato, un po'
contrariato, non era sicura che avesse capito quello
che era successo. Poi si girò, le sorrise e disse con
una voce stentata: "Tutto O.K. Jessica?"
Aveva cominciato
a
quando pronunciava
parlare già
dalla
prima sera,
i nomi degli oggetti che Jessica
gli suggeriva, ma questa forse era la prima volta che
lo faceva di sua iniziativa.
Jessica scosse la testa sorridendo.
Solo una pazza furiosa come lei poteva imbarcarsi in
un "coast to coast" con un alieno. E andarci a letto,
stava per aggiungere, ma decise che non era quello il
momento delle riflessioni impegnate.
"Si, tutto O.K., adesso dormi."
Più tardi, quando stava ormai calando la sera, lesse
finalmente il cartello "Welcome to Nebraska" , e tirò
un sospiro di sollievo.
Sostare ad un posto di blocco della polizia, su una
strada
in
cui
la
densità
di
bar
è di
uno
ogni
cinquanta chilometri, non è esattamente il sogno di
ogni
appartenente
alla
Guardia
Nazionale
del
Nebraska.
Quando poi ci si trova lì perché quel fottuto del tuo
sceriffo, Stone,
ha
deciso di
tirarsi fuori
dai
turni, e sta al caldo nel suo ufficio, a pomiciarsi
la centralinista, non ci si trova nelle condizioni di
spirito più brillanti.
Aggiungete
moglie
il fatto di aver litigato con la propria
prima di uscire,
fretta di
riempire
la
di aver dimenticato per la
propria
"fiaschetta
fuori
ordinanza" e di essersene accorto solo dopo quaranta
chilometri,
ed otterrete lo stato d'animo del vice
sceriffo Arnold Mastrantonio.
D'altronde la gente come lui, pensava, che passa metà
della sua
vita a
rincorrere stronzetti,
come
la
trattate? Appena vi accorgete che all'aperto iniziano
a fare meno di dieci gradi, fuori!
In mezzo ad una strada!
E
non
tenere
la macchina
accesa
per
riscaldarti,
Arnold, perché il tuo rimborso è a chilometraggio, e
se
devi
stare
sei
ore
fuori
al
freddo,
fondamentalmente, sono cazzacci tuoi.
E poi quell'imbecille di Perry. Uno che ti telefona
dal Wyoming per dirti che due tipi hanno menato un
po ' troppo
le mani
e se ne sono andati,
forse
in
Nebraska, con una Escort rossa.
stone, il bastardo, non aspettava altro, con quella
troietta
calda
lì
in ufficio:
"Ehi,
Mastrantonio,
vatti a mettere di pattuglia sulla 107 e vedi un poco
se li becchi, quei due."
"Lester,
ma
lo
sai
che
non
è un
reato
federale
mettere a posto i denti di qualcuno? E poi, anche se
lo fosse, dovremmo avere un mandato! "
"Tu intanto fermali, e un motivo per fargli passare
una brutta mezz 'oretta lo troveremo di sicuro!"
Aveva
sbattuto
la
porta,
infuriato,
combinato
un
mezzo casino mentre passava a casa a dare l'allegra
notizia a sua moglie, e adesso eccolo qui, come uno
stronzo, a morire di freddo in mezzo alla strada.
Ah,
ma
pagato,
qualcuno
se
avrebbe
lui
si
pagato,
certo
chiamava
che
ancora
avrebbe
Arnold
Mastrantonio!
Di sicuro non poteva esserci un momento più sbagliato
per una
macchina,
e specialmente
per
una
Escort
rossa, per sfrecciare a novanta miglia orarie davanti
al posto di blocco di Arnold Mastrantonio ed al suo
sguardo allibito.
La sorpresa si tramutò presto in un ghigno feroce sul
viso del vice sceriffo .
Si buttò nella macchina
accese la sirena e, con un
rapido testacoda, si lanciò all'inseguimento.
Jessica vide
nello
specchietto
il lampeggiante,
udì distinto il suono della sirena.
Si morse le labbra con espressione di disappunto.
ed
Non
sapeva
nulla
di reati federali
o meno,
e non
pensò ai limiti di velocità del Nebraska, che aveva
appena ridicolizzato.
Il suo pensiero era fisso all'immagine del boscaiolo
steso
per
terra,
e
immaginò
Ganfelon
dietro
le
sbarre, impossibilitato a raggiunge.re il suo luogo di
incontro.
O.K. Ganf, - pensò, - uno a uno, adesso rischio io
per te!
E,
invece
di
fermarsi,
schiacciò
tavoletta
a
l'acceleratore.
Ma,
per
ragioni molto
evidenti,
l'inseguimento
tra
una macchina della polizia ed una utilitaria, su un
infinito rettilineo
circondato
di foreste,
non può
certamente essere molto incerto ed avventuroso.
Dopo pochi minuti Arnold
Mastrantonio
raggiunse
la
FORD.
Avrebbe dovuto sorpassarla e obbligarla a fermarsi,
ma ormai la rabbia ed il rancore accumulati durante
tutta la giornata avevano completamente stravolto le
sue residue facoltà di discernimento e di misura, e
preso il sopravvento su di lui.
Con un sogghigno diabolico accelerò ancora e tamponò.
Jessica perse con un grido il controllo dell 'auto, e
la avvertì sbandare e uscire fuori strada.
Le mani robuste di Ganfelor la afferrarono mentre la
macchina,
nell 'erba.
rovesciandosi,
terminava
la
sua
corsa
Il
vice
sceriffo
accostò,
scese,
e,
con
aria
compiaciuta, si accese un grosso sigaro.
"Avete
fatto i furbi amici?
I furbi con Arnold
Mastrantonio?" - mormorò tra sé e sé - "Allora adesso
auguratevi di stare male, molto male, in maniera da
non finire nella mia gabbia, perché lì stareste
peggio. "
Poi
si
incamminò
fino
alla
Escort,
posata su
un
fianco, e, sporgendosi oltre la coppa dell 'olio, aprì
la portiera,
facendo attenzione
a non sporcarsi la
camicia.
Ma se la sporcò ugualmente.
Un
piede
lo
setto nasale
colpì
in pieno
viso,
e scaraventandolo
spaccandogli
il
per terra, privo
di
sensi.
Ganfelon uscì dall 'abitacolo agilmente, poi si chinò
ed estrasse Jessica, escoriata ma illesa.
La
ragazza
poliziotto,
si
accertò
gli prese
delle
condizioni
le chiavi della macchina,
del
e,
dopo un attimo di incertezza, gli sfilò la pistola
dalla fondina. Facendosi aiutare da Ganfelon trascinò
il corpo inerte vicino alla FORD e lo ammanettò al
montante della portiera.
Poi corsero verso l'auto della polizia e si diedero
ad una fuga precipitosa.
Sì, fuggivano, ma dove?
Erano già nel Nebraska.
Un trasduttore all'esperia!
Un unico, fetido, minuscolo trasduttore all'esperia!
Ed avrebbe potuto conoscere
con precisione il luogo
dove si trovava quell 'imbecille che stava cercando.
Ma in quella giungla primitiva
che i suoi abitanti
chiamano Terra, Yatta non trovava l'esperia, né tanto
meno riusciva a sintetizzarlo.
E anche la seconda misura aveva dato dei risultati
assurdi!
Evansville, Indiana.
Ma valeva la pena spostarsi di nuovo?
Se avesse aspettato
complementare
nucleobosoni
poteva
ancora a lungo,
essere
essere dispersi
il suo essere
disgregato,
nello
ed
spazio
i
suoi
come una
cascata di biglie che viene rovesciata da una cesta.
Agghiacciante.
Solo a pensarci.
Doveva trovarlo, e subito.
Ma se era costretto a muoversi
sue
speranze
di
precederlo
così lentamente, le
sarebbero
sempre
state
troppo basse.
Ah, avesse avuto un'aeromobile ...
Fu così che gli venne un'idea.
Gary Chester chiuse la serranda della sua officina
verso le sei del pomeriggio,
e si incamminò stanco
verso casa.
Giapponesi, sempre fottute macchine giapponesi.
Avrebbe riparato gratis una Mercedes
continuavano
sempre
a
portargli
o una BMW, ma
quelle
maledette
scatolette nipponiche.
Ma se aggiustare le storture che combinavano i musi
gialli
doveva
mangiare,
essere
allora,
il
che
modo
schifo,
per
procurarsi
avrebbe
da
continuato
a
appena
il
farlo.
Yatta
si
avvicinò
alla
serranda
non
meccanico ebbe girato l'angolo.
Era ancora del tutto convinto che il modo migliore
per aprire una porta fosse una esplosione nucleare,
ma
aveva
così
capito
sfacciato
che
attirare
non
era
l'attenzione
certo
in modo
conveniente,
così
inumidì la serratura con un goccia di acido di sua
creazione.
Una densa fumata biancastra
lui,
esalando
un
miasma
si sprigionò
insopportabile.
entrò senza esitare nell'ampio varco
serranda
metallica, e
davanti
scorse
a
L'alieno
creatosi nella
l'ignara
Subaru, col
cofano aperto, nella penombra del locale.
Gary Chester, la mattina seguente, entrò allibito in
quella
che,
officina.
poche
Il motore
ore
e
prima,
le ruote
era
della
stata
la
Subaru
sua
erano
posate per terra ordinatamente, ma la carrozzeria era
sparita.
Sul tavolo degli attrezzi era posato un mazzetto di
banconote da cento dollari, sulla prima delle quali
era seritto: "Se compri batterie con amperaggio così
basso, le tue macchine non potranno mai volare sopra
i trecento metri. Un amico."
Dopo
alcune
difficoltose
regolazioni,
Yatta
si
impadronì dei meccanismi di manovra dell'aeromobile.
Selezionando
appositamente
le
polarizzazioni
dei
respingenti elettromagnetici, stabilizzò la quota sui
duecento
chilometri
metri,
orari,
la
e
velocità
puntò
sui
dritto
su
quattrocento
Evansville,
Indiana.
Il suo rivelatore d'intensità, acceso accanto a lui,
emetteva un debole ronzio.
CAPITOLO 5: L 'INCONTRO
Liberare
dalle
Mastrantonio fu
manette
un
il
compito
vice
sceriffo
estremamente
Arnold
pericoloso
per chi lo dovette svolgere, ma allo stesso tempo una
scena esilarante
per
chi, a distanza
di sicurezza,
poté assistervi.
Furioso oltre ogni limite, cercava di trascinare con
sé
la
FORD,
di
svellere
i
montanti
a
cui
era
Dopo
vari
tentativi,
immobilizzarlo,
tre
agenti
riuscirono
ad
a liberarlo, ed a condurlo fino al
ciglio della strada, dove lo attendeva un impassibile
sceriffo Stone.
"Bel lavoro, Mastrantonio,
e la tua macchina? A chi
l'hai regalata?"
L'occhiata ricevuta da
talmente
carica
quel
d'odio
volto
che
insanguinato
Lester
Stone
si
fu
sentì
accapponare la pelle.
"Ci
sono
quei
due
figli
di
puttana
sopra,
Stone,
PRENDIAMOLI! "
"Certo Arnold, andiamo."
Pochi minuti dopo, qualsiasi persona dello Stato del
Nebraska che avesse indosso una divisa della polizia
stava cercando Jessica e Ganfelon Casper.
Adesso correre non serviva a nulla, adesso bisognava
solo evitare di pensare perché si erano cacciati in
quel maledetto pasticcio.
Poliziotto bastardo, li stava quasi uccidendo!
Se
Ganfelon
quell'attimo
non
la
terribile,
avesse
stretta
adesso
la
a
sua
sé,
in
macchina
sarebbe stata decorata da un disgustoso cachemire di
cervello
e ...bisognava
trovare
una
città, un mezzo
qualsiasi per lasciare questa macchina.
Restare lì dentro era come presentarsi ad una festa
di cannibali unti d'olio, con un limone in bocca ed
una carota nel sedere, e Jessica ne era pienamente
consapevole.
Ma in quel rettilineo infinito non si vedeva una via
d'uscita.
E ancora, in lontananza, udì il suono delle sirene.
No, non poteva finire così. Non era giusto.
"Lì, Jessica!" Ganfelon le indicò un vicolo sterrato
che si apriva sulla destra.
Jessica sterzò con decisione, e la macchina, tra lo
stridere
di
polverosa
pneumatici,
tra
gli
infilò
si
nella
almeno
scomparendo,
alberi,
strada
momentaneamente, alla vista.
Seduto
al
posto
del
passeggero
sulla
macchina
lanciata a folle velocità, Arnold Mastrantonio aveva
assunto una espressione assassina, che impressionava
l'intimidito, giovane agente alla guida.
Un ghigno diabolico si scorgeva sotto le macchie di
sangue incrostato, che gli sporcavano il volto, e il
naso
fratturato
mostrava
una
vistosa,
irregolare
gobba.
"Accelera
Evans,
o
ti
avvolgo
intorno
al
tuo
cervello!"
Il
ragazzo,
davanti
a
sudato,
se e,
continuò
se possibile,
a
guardare
pigiò
ancor
dritto
di più
sulla tavoletta dell'acceleratore.
Mastrantonio
sull'asfalto
notò
il segno
fresco
di
pneumatici
e gridò: "Ferma!" La macchina
decelerò
bruscamente, rischiando seriamente di scontrarsi con
le vetture che lo seguivano.
Scese, incurante degli insulti che· provenivano dagli
altri
agenti,
e
contemporaneamente
raggiunse
a
Stone,
la
che
traccia
proveniva
dalla
vettura dietro di lui.
"Ehi, Arnold,
vuoi farti ammazzare? Non si inchioda
quando
così
si
va
a
centodieci
miglia
all'ora,
amico."
Dal volto tumefatto uscì un sibilo soddisfatto:
"Di
là, sono andati di là."
E indicò il viottolo.
Adesso era veramente un'altra storia.
Certo,
navigazione
magneticamente,
provenivano
questo
e
atmosferica,
quei
maledetti
stimata
spifferi
che
dal finestrino di dietro, ma almeno in
modo
gli
aggiornamenti
forniti
dal
triangolatore avevano una certa affidabilità.
Voleva ben vedere, Yatta, che qualcun altro di questi
selvaggi
primitivi
fosse
in
grado
di
spostarsi
a
quattrocento chilometri all'ora.
E
avrebbe
settecento,
potuto
se
agevolmente
avesse
voluto,
portarsi
ma
il
oltre
catorcio
i
si
sarebbe sicuramente spaccato in due.
Non
si
sentiva
qualcos 'altro,
nei
certo
pochi
in
grado
secondi
separato dal contatto col terreno.
di
che
inventare
lo
avrebbero
E poi, perché tanta fretta? Ancora poco più di un'ora
e sarebbe arrivato.
prima
La
Subaru
volante
della
storia
vibrò
pesantemente, e continuò la sua corsa.
Direzione North Platte.
Nebraska.
Ganfelon
ebbe
un
moto
inchiodò
bruscamente,
di
stizza
sollevando
quando
una
Jessica
montagna
di
polvere.
Il
lungo
sentiero
in
terra
battuta, dopo
essersi
esteso per una trentina di chilometri, sfociava in un
piazzale pieno di tronchi tagliati, dove si stagliava
solitario, un vecchio trattore arrugginito.
E
finiva lì.
Scesero
dalla
macchina
per
guardarsi
intorno,
cercando una via di fuga, ma da ogni lato vi erano
solo cataste di tronchi e foresta.
Non poteva andare peggio.
Anzi, sì.
Dalla
direzione
indietro,
una
minacciosa,
del
sentiero,
nuvola
di
vari
polvere
indicando l'approssimarsi
chilometri
si
più
sollevava
della resa dei
conti.
Jessica
avvertì
un
nodo
di
paura
nella
gola,
abbracciò Ganfelon, poi si riscosse, e strinse nella
mano la pistola.
Lo sceriffo Stone era preoccupato.
Le
tracce
fresche
indicavano
con
di
pneumatici
chiarezza
che
sul
terriccio
Mastrantonio
aveva
trovato la pista giusta, ma forse avrebbe preferito
perderli, quei due.
L'espressione del suo aiutante lo aveva impaurito, e
non voleva certo che quel pazzo li cacciasse tutti
nei guai, magari ammazzando qualcuno a bruciapelo.
Le sensazioni giuste sono sempre le prime, rifletté,
e
quello
squilibrato
non
gli
era
piaciuto
sin
dall'inizio.
Troppo rissoso, troppo attaccabrighe, per portare una
stella attaccata addosso. E non doveva continuare a
guardare Vivian così, porco cane, perché quando uno
si
accorge
che
centralinista,
il
cazzo,
suo
capo
si
sta
facendo
si
deve
togliere
dai
la
piedi,
almeno se vuole vivere tranquillo.
E adesso meglio stargli incollato come una ventosa,
per evitare che perda completamente il controllo.
Ci sarà tempo, da domani in poi, per fargli la festa.
Il
cicalino
calabroni,
delle
e
strade,
ormai
Yatta
ronzava
cercava
cercando
come
di
branco
un
seguire
di mantenere
la
i
di
percorsi
calma
ed
aguzzando la vista.
Si tratta di minuti, ormai, è inutile farsi prendere
dalla frenesia - continuava a ripetersi il Lebinziano
- pochi minuti e fuggirò da questo inferno ...
Ormai aveva rallentato la velocità a sessanta miglia
orarie, ed ogni tanto restava sospeso sulla verticale
di una casa o di una macchina,
sperando
invano di
udire il segnale del triangolatore alzarsi di tono.
Alzò
ancora
lo
sguardo
verso
l'orizzonte,
e vide,
lontano, tra gli alberi, una nuvola di polvere.
Senza
perdere
di vista
il terreno
sottostante,
si
diresse lentamente in quella direzione.
Li attendevano, celati dietro una catasta di tronchi.
Avevano
nascosto
la
macchina
dietro
il
grosso
trattore, nella remota speranza di non essere scorti,
ma sapevano che non sarebbe andata così.
Quando la prima automobile fece il suo ingresso nella
radura
si
schiacciarono
dietro
il
tronco,
nascondendosi alla vista.
L'autista
catasta,
girò
ed
a
sinistra,
iniziò,
allontanandosi
lentamente,
a
dalla
percorrere
il
perimetro del piazzale in senso orario.
La macchina
di
Stone
opposto, e
fu
la
iniziò
prima a
il percorso
nel verso
intravedere, dietro il
trattore, il lampeggiante della polizia.
"Arnold! E' lì, il tuo catorcio!" fece Stone.
La testa di Jessica fece capolino lateralmente.
"E loro sono lì, i bastardi!" gridò Mastrantonio, ed
esplose, in rapida successione, due colpi di pistola.
Jessica trattenne Ganfelon, schiacciandolo per terra
con
la
forza
della
disperazione,
poi
si
alzò
con
rabbia e sparò in direzione degli agenti.
Il
parabrezza
investendo
della
macchina
lo sceriffo ed
di
Stone
il suo agente
esplose,
con mille
frammenti di vetro.
"Mastrantonio,
sei
giocato
bastardo!
la
La pagherai!
stella!"
e,
Con questa ti
rivolto
all'agente:
"Ragazzo, stai bene?"
"Si, signore."
"E allora muoviti, usciamo di qui e andiamo a stanare
quei due. Ma
stai giù, idiota, devi farti fare un
buco in fronte, per capire che sono armati?"
"No, signore."
Sporgendo appena la testa, Jessica riuscì ad avere
una visione di assieme del piazzale.
Cristo! Quattro autopattuglie! E con chi credevano di
avere a che fare, con Bonnie e Clyde?
Gli agenti erano schierati a semicerchio attorno alla
catasta,
protetti
aspettavano
dietro
l'attimo
le
propizio
loro
per
vetture,
ed
completare
l'accerchiamento.
Solo
Mastrantonio
si
sporgeva
con
rischiosa
frequenza, ormai fuori di sé, innervosendo i colleghi
e urlando in direzione dei fuggiaschi:
"Voi
due,
piombo
venite
fuori!
Venite
ad
assaggiare
il
di casa Mastrantonio ! Allora bastardi? Avete
paura? "
Ganfelon
e
Jessica
si
guardarono
negli
occhi
e
lessero l'un l'altra la rassegnazione.
"Dobbiamo arrenderci Ganf, o ci ammazzano. "
"Va bene Jessica."
Il rumore degli spari arrivò ben lontano, fino alla
Subaru
di Yatta,
che,
incuriosito,
planò
verso
la
radura.
Di
colpo
trillare
il
cicalino
del
come impazzito,
triangolatore
iniziò
a
e la scena dell'assedio,
illuminata dalle ultime luci della sera, si stagliò
nitida sotto gli occhi del navigatore .
Vide
Ganfelon,
e
vide
nel
medesimo
istante
il
pericolo che correva.
Il pericolo che correvano!
Si lanciò in picchiata dietro la catasta, e si librò
ad
un
metro di
altezza, davanti
alle
loro
facce
stupite: "Presto, salite!"
Il fatto che Jessica, stravolta dalla sorpresa, non
gli scaricò in fronte l'intero caricatore della Colt,
è uno di quegli eventi imponderabili che cambiano la
vita di un uomo, e qualche volta la storia.
Dopo un attimo di sbigottimento i due iniziarono ad
inerpicarsi, sotto lo sguardo attonito della polizia
del Nebraska.
Ma, per Arnold Mastrantonio, non poteva finire così.
Con una folle rincorsa attraversò la radura, scavalcò
la catastae si attaccò
gamba
di Jessica,
con entrambe
mentre
l'aeromobile
le mani alla
si alzava
di
nuovo verso il cielo.
Il
grido
di
l'attenzione
Jessica
di
appena
attirò
la
Ganfelon, che
in
afferrò
tempo
per
la
giacca.
Intanto Mastrantonio risaliva a fatica, incurante del
pericolo di trascinare con sé nel vuoto la ragazza;
arrivò allo stipite della portiera, si sollevò verso
l'alto con una mano, e colpì in pieno viso Ganfelon,
impegnato con entrambe le braccia a sorreggere i loro
corpi a penzoloni nel vuoto.
E
colpì,
e
schiacciata
colpì
dal
ancora,
suo
mentre
corpo
Jessica
gridava,
pavimento
sul
della
macchina.
La Subaru oscillava pericolosamente, e Yatta riusciva
a stento a mantenere
il controllo,
voltandosi
ogni
tanto in preda al panico, senza poter intervenire in
alcun modo
nella
cruenta lotta che si svolgeva sui
sedili posteriori.
Poi
Ganfelon,
Jessica
con
con
una
uno
mano,
sforzo
e
lasciò
terribile un
solo
, reggendola con
braccio, parò l'ennesimo colpo del suo avversario, lo
guardò negli occhi, e lo fulminò con un sinistro alla
mascella.
Lo resse appena in tempo, prima che precipitasse nel
vuoto,
e con un ultimo
sforzo, li issò entrambi a
bordo.
Seduti
intorno
al
fuoco,
al
riparo
delle
montagne
disabitate del Nebraska, Jessica, Ganfelon e Yatta si
stavano
raccontando, a
turno,
la
loro
incredibile
avventura.
Jessica sentiva dentro una strana malinconia, adesso
che tutto stava finendo.
"Assurda
questa
storia
di nucleobosoni " sentenziò
"perché, se vi fosse un minimo di verità, quando tu e
Ganfelon vi siete toccati avreste dovuto sparire di
colpo, puff! , mentre mi sembra che siate ancora qui,
vicino a me, o sbaglio?"
"Ascolta ragazza, non farmi innervosire. Ci vorranno
ancora
trentamila
anni
prima
che
i
più
sapienti
scienziati della tua razza possano scoprire quello di
cui tu stai parlando con tanta incoscienza, e tu ti
permetti di dare questi giudizi?"
Yatta si interruppe un attimo per controllare il vice
sceriffo
che,
legato
come
un
salame,
non
sembrava
aver ancora ripreso del tutto conoscenza.
"Devi sapere" continuò con voce condiscendente "che i
nucleobosoni hanno un comportamento inerziale, ovvero
ci vuole del tempo per cambiare le loro orbite. Per
fare avvenire
la reazione
io e Ganfelon
dovremmo
stare appiccicati l'un l'altro almeno cinque minuti. "
"Per fare cosa?" intervenne Ganfelon.
"Per
tornare
sui nostri mondi, microcefalo,
non lo
avevi ancora capito?" ribatté sprezzante Yatta.
"Ma io voglio restare qui."
Due visi stupiti si volsero verso lo Yasculiano, ma
erano due stupori di natura totalmente diversa.
"Qui, con Jessica." E sorrise.
"Idiota! Vuoi lasciarmi a marcire in questo letamaio
di
ossigeno
ed
idrogeno,
in
un
corpo fatto
di
stecchini imbottiti? Io devo tornare nello spazio!"
Yatta
si alzò, in preda al furore, e si avvicinò a
Ganfelon,
che
si mise
in piedi
a
sua volta
e lo
fronteggiò.
Era inutile, pensò Yatta, non ce l'avrebbe fatta mai.
Almeno non con questo energumeno.
Si portò le mani al viso e risedette, disperato.
Jessica ora
posato
si era avvicinata a Yatta
la mano
soluzione,
o
sulla
no?
spalla:
"Ma
E' possibile
e gli aveva
ci sarà pure una
che
solo
lui
abbia
questi stramaledetti nucleobosoni?" .
"Sì, è pieno di nucleobosoni, ma la somma deve essere
costante,
non
possono
lasciare
gli
estrobosoni
disaccoppiati, a meno che ...."
E
il
suo
sguardo
si
posò
sul
corpo,
legato
e
tutto
il
mugolante, di Arnold Mastrantonio.
Se non si
futuro
fosse giocato
della
persona
in quel momento
cheamava,
Jessica
avrebbe
senz'altro trovato divertente quello strano groviglio
di uomini nudi: Ganfelon e Yatta tenevano stretto tra
loro il corpo legato del poliziotto,
ormai
del
tutto,
gridava
si
divincolava
cianotico:
che, ripresosi
furiosamente,
"Lasciatemi,
e
pervertiti!
Lasciatemi o vi arrimazzo ! Vi inseguirò per l'intera
America! "
Erano
passati circa
sei
minuti, e
nulla sembrava
ancora accadere.
Ganfelon e Jessica si guardavano negli occhi, mentre
lui
cercava
di
trattenere
il
suo
prigioniero, e
a
Jessica rimbombavano nella mente, sempre più confuse,
le spiegazioni di Yatta. Ponte di nucleobosoni,
ce ne frega nulla
detto che
di dove va
a finire,
Ganfelon resterà qui,
non
sì, ti ho
per chi
mi
hai
preso ...
Poi un lampo, un grido strozzato dai tre uomini, e
Jessica,
completamente
abbagliata, si lanciò verso
il punto in cui si trovavano i tre.
"Ganfelon,
amore!"
e,
a
tastoni
un
uomo,
cercava
per
terra
"dove sei, rispondi!"
Toccò,
il braccio
di
lo
risalì
fino
ad
arrivare alla bocca, si accorse che respirava.
"Jessica, sono io."
"Sì, sì, lo so."
Gli
scivolò
sopra e
si abbandonò
inarrestabile, pianto liberatorio.
ad
un
frenetico,
EPILOGO
Arnold
Mastrantonio avvertì
la
medesima, orribile
sensazione che aveva provato la prima ed unica volta
che era salito su un otto volante.
Cioè ebbe la matematica certezza che le sue budella
si fossero disciplinatamente messe in fila e avessero
cominciato, piano piano, a risalirgli fino alla gola.
Ma,
prima
potessero
che
uscire
le
avanguardie
a prendere
delsuo
una
boccata
intestino
d'aria,
Arnold perse i sensi e galleggiò a lungo, sballottato
dal flusso di antimateria.
Avvertì poi un senso di incredibile pesantezza, come
se
stesse
respirando
un
liquido
amniotico, o
del
burro.
Aprì gli occhi,
e quello
che vide
non gli piacque
assolutamente: sotto una cappa plumbea una decina di
orridi mostri lo stava circondando.
Intravide
qualcosa
di
simile
ad
una
porta,
ed
emettendo un animalesco grido di terrore si precipitò
fuori.
Gasteron lo Yasculiano adesso non ne poteva più.
La gente continuava a scomparire e ad apparire senza
criterio
questo
nel
poteva
Tegume
di
anche
Hurra,
essere
per
e,
tutto
lui
sommato,
una
cosa
di
secondaria importanza.
Ma
per
tutte
le Galassie
Implose,
dovevano
sempre
fargli cadere la sua tazza di raspola cianidrica?
E poi,
dove
poteva
essersi
andato
a
cacciare,
quell 'ebete?
Non aveva guardato il cielo?
Lo vedevano tutti che c'erano, ormai, solo due lune.
Nello spazioporto di Malakon
irrespirabile.
3 l'aria era veramente
Ciò,
d'altronde,
problema
per
i
non
costituiva
Malakoniani,
un
perché
particolare
essi
sono
una
specie anaeroba, ovvero non respirano aria.
Per Yatta invece la cosa avrebbe potuto rappresentare
un problema, se non avesse avuto a disposizione, come
tutti
gli
altri
decompressione
e
mercanti,
l'immenso
condizionamento
che
edificio
di
circondava
lo
spazioporto.
Non gli sembrava vero di poter riprendere le sue
abituali usanze di vita, contrattare nei tecnoempori
con gli avidi mercanti Asteriani, analizzare la merce
con
i suoi
sensori
a rivelazione
nucleare,
e
incontrare i vecchi amici, mercanti come lui, che, al
termine dei loro balzi siderali, si concentravano
nell 'immenso pianeta mercato.
Comprò prima un carico di tessuti da combattimento di
Kaveen, resistenti
alle
esplosioni atomiche e
ai
raggi ionizzanti, da rivendere, con grande profitto,
ai guerriglieri della nebulosa di Vetusta Centauri.
Si interessò poi
a minuscoli
teletrasportatori,
ad
apparati di comunicazioni, a distorsori, e stava per
concludere l'acquisto di un riempitore di buchi neri,
quando udì una voce che lo chiamava:
"Yatta, vecchio
ladrone, da quanto tempo non ti si
vedeva! In quale distorsione temporale ti eri andato
a cacciare?"
Erano ormai vari astrocicli che non vedeva un altro
Lebinziano, ma incontrare proprio
Yassa il mercante
era una gradita sorpresa!
Avvilupparono
cospargendosi
i
tentacoli
in
l'un l'altro,
segno
come
di
di
saluto,
consuetudine,
delle loro secrezioni mucose.
"Caro mio,
carico
ho
qualcosa
di dieci
bimbe
di meraviglioso
Vespertiane
focacce di Beetelgeeuse,
un vero
per
morbide
te, un
come
spettacolo,
le
e per
soli trenta crediti sierali."
I Lebinziani erano sempre prima mercanti e poi amici,
e
quindi
contrattarono
fino
all'alba,
quasi
azzuffandosi, prima di addivenire ad un accordo.
Si allontanarono
poi
sorridenti,
Yatta
con
le
sue
Vespertiane e Yassa con ventitré crediti siderali in
tasca.
Per entrambi, ormai, era ora di partire.
Yatta regolò il propulsore fotonico alla velocità di
crociera, e si concesse un meritato pisolino.
Fu svegliato dal segnale sonoro dell'astronavigatore
automatico che gli segnalava il raggiungimento delle
coordinate impostate.
Yatta aprì pigramente gli occhi e scorse, dalle ampie
vetrate dell 'astrocargo, le lussureggianti foreste di
Vesperon Quarto.
Attivò lo sgancio del modulo di salvataggio e lo vide
planare dolcemente verso la superficie del pianeta.
Non appena si apri, dieci minuscole
figure uscirono
sorprese all'aperto, e spalancarono per lo stupore i
loro
grandi,
rotondi
occhi blu,
sbattendo
le
loro
piccole ali anchilosate dalla lunga prigionia.
Dopo un momento
di smarrimento riconobbero
il loro
pianeta di origine.
E, poco alla volta, dal rifugio degli alberi molti
altri piccoli
esseri
alati
corsero
verso
le bimbe
Vespertiane, le abbracciarono increduli e, rivolgendo
sguardi
timorosi
nell 'atmosfera
all'astronave
sopra
di
loro,
che
le
torreggiava
condussero
al
sicuro, nel fitto della foresta.
Yatta sorrise,
impostò i nuovi dati di rotta
astronavigatore,
Lebinziano,
si
vero?)
asciugò
una
(incredibile
lacrima,
e
sull'
per
un
il
suo
diresse
astrocargo verso il buio dello spazio infinito.
Poco a
Sud
di
Vancouver, in una
immersa nel verde,
zona
periferica
sorge una villetta in legno, di
proprietà di una simpatica coppia di giovani sposini.
Sono veramente dei ragazzi adorabili, che non hanno
mai
suscitato
pettegolezzi
o dicerie,
se non fosse
che per un paio di inspiegabili stranezze.
Sebbene la loro situazione finanziaria sembri godere
di ottima salute, continuano ad andare in giro con
una Subaru vecchissima e malandata, che tengono con
la massima cura.
Lei poi, ogni Lunedì, scende in paese, al mercato, e
compra quattro pesci rossi.
Ma, per quello che si sa, non possiedono un acquario.
Ed ogni sera, al tramonto, escono a passeggiare
sul
loro viale alberato.
Camminano un poco, fino a quando non arrivano in cima
a
quella
collinetta
dalla
quale,
nelle
serate
più
limpide, si riesce a vedere il mare.
Poi si baciano,
per un lungo, tenerissimo
istante,
rivolgono lo sguardo al cielo con una espressione di
complice saluto, e si allontanano tenendosi per mano.