Guida alla progettazione: Esempio di progetto degli impianti elettrici

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Guida alla progettazione: Esempio di progetto degli impianti elettrici
Guida alla progettazione: esempio di progetto degli impianti elettrici
in un ambulatorio di fisiokinesiterapia (seconda parte)
Guida alla progettazione:
Esempio di progetto degli impianti elettrici
in un ambulatorio di fisiokinesiterapia
(seconda parte)
Pubblicato il: 17/04/2007
Aggiornato al: 17/04/2007
di Gianluigi Saveri
Gianfranco Ceresini
1. Progettazione ed installazione degli impianti elettrici in un ambulatorio
medico
Per gli ambulatori medici, normalmente alimentati con sistema TT data la non elevatissima potenza
richiesta, le normative principali da considerare e da rispettare sono la sezione 710 della norma CEI
64-8, che riguarda i locali ad uso medico e la guida CEI 64-56 “Guida per l'integrazione degli impianti
elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati negli
edifici. Criteri particolari per locali ad uso medico”.
Poiché un ambulatorio rientra all’interno dei locali ad uso medico, il suo impianto elettrico è sempre
soggetto a progettazione (art, 4 comma c del DPR 447/91) anche se dovesse avere solo locali di
gruppo 0. A sua volta l’installazione deve essere affidata ad una impresa abilitata alla realizzazione
degli impianti di cui all’art. 1 comma 1a) della legge 46/90 e iscritta nell’albo provinciale delle imprese
artigiane. Al termine dei lavori tale impresa deve rilasciare la Dichiarazione di Conformità come
richiesto dall’art. 9 della legge 46/90.
Un ambulatorio medico può essere un locale a se stante, oppure essere inserito all'interno di una
struttura più grande, come un albergo, un centro polisportivo, un villaggio turistico o una fabbrica
Classificazione dei locali
Fra i locali considerati a maggior rischio elettrico, e quindi soggetti a specifiche prescrizioni, rientrano i
locali adibiti ad uso medico. Gli impianti installati in questi locali, come già detto, devono, quando la
potenza impegnata è superiore a 1,5 kW, essere sempre progettati da un tecnico abilitato e
necessitano di alcuni accorgimenti specifici. Le ragioni che inducono a porre tanta cura a questi
particolari ambienti risiedono nel fatto che i pazienti che frequentano questi locali sono solitamente in
precarie condizioni fisiche, tali da rendere pericolose anche scariche elettriche di modesta entità
(microshock), principalmente nei locali di chirurgia, anestesia e rianimazione.
Non tutti gli ambienti medici però sono pericolosi allo stesso modo quindi si rende necessaria, in
funzione del rischio elettrico presunto, un'attenta classificazione dei locali. Una delle difficoltà maggiori
che solitamente incontra il professionista nella stesura del progetto è proprio la classificazione dei
locali che è sempre bene effettuare in collaborazione col direttore sanitario o con il medico titolare.
Trascurando per il momento gli impianti negli ambienti medici delle strutture ospedaliere, ed in
particolare i locali del gruppo 2 destinati ad essere utilizzati per operazioni chirurgiche, cui si rimanda
ad altra trattazione, si vuole concentrare l'attenzione sui più diffusi ambulatori medici alimentati in
bassa tensione direttamente dall’impresa distributrice con sistema TT.
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Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia
s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti.
Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e
omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
Guida alla progettazione: esempio di progetto degli impianti elettrici
in un ambulatorio di fisiokinesiterapia (seconda parte)
È evidente che gli ambulatori non sono tutti uguali (l'ambulatorio del medico di base non è uguale a
quello di un odontoiatra o di un medico veterinario che svolge attività chirurgiche, il negozio di una
parrucchiera non è uguale dal punto di vista impiantistico a quello di un'estetista dove si applicano
apparecchiature elettriche per uso estetico direttamente sulle persone) ed è per questo motivo che la
Norma classifica gli ambulatori in locali di gruppo 0 e di gruppo 1.
Locale di gruppo 1
Sono da considerare locali di gruppo 1 tutti gli ambulatori in cui sono impiegati apparecchi
elettromedicali con parti applicate al paziente esternamente o anche invasivamente entro qualsiasi
parte del corpo, ad eccezione della zona cardiaca (ambulatorio odontoiatrico, trattamenti fisioterapici
dove si impiegano macchine per magnetoterapia, per trattamenti con ultrasuoni, etc.).
Può essere utile a questo punto riportare la definizione che le Norme forniscono di apparecchio
elettromedicale: “Apparecchio elettrico munito di non più di una connessione ad una particolare rete di
alimentazione destinato alla diagnosi, al trattamento o alla sorveglianza del paziente sotto la
supervisione di un medico, e che entra in contatto fisico o elettrico col paziente e/o trasferisce energia
verso o dal paziente e/o rivela un determinato trasferimento di energia verso o dal paziente” (Norma
CEI 62-5).
Diverse, rispetto a quelli del gruppo 0, sono le attenzioni da dedicare a questo tipo di ambulatori in cui
risulta necessario adottare alcuni accorgimenti impiantistici particolari. Solitamente si tratta di locali
inseriti all'interno di strutture con destinazioni d'uso anche diverse da quelle di uso medico (ad
esempio un appartamento di civile abitazione in cui sono ricavati alcuni locali adibiti ad ambulatorio
medico); in questi casi è bene ricordare che tutta l'unità immobiliare che ospita questi locali è soggetta
all'obbligo di progetto (DPR 447/91 art. 4) anche se non tutti i locali sono del gruppo 0 o 1 (ad esempio
una sala d'attesa è da considerare ambiente ordinario).
Continuità del servizio
Assume in questo caso una discreta importanza la continuità del servizio, perciò si consiglia di
realizzare la selettività di intervento, sia verticale sia orizzontale, degli interruttori differenziali. Detta
selettività si può ritenere ottenuta se il rapporto fra la corrente differenziale nominale del dispositivo a
monte è di almeno tre volte superiore a quella del dispositivo a valle con tempi di intervento via via
decrescenti per i dispositivi installati a valle.
L'eventuale presenza di uno o più apparecchi che potrebbero generare una componente continua di
scarica a terra consigliano inoltre, come espressamente richiesto dalla norma, l'impiego di interruttori
differenziali di tipo A anziché di tipo AC (se necessario di tipo B).
Più difficile è ottenere la selettività verticale sul cortocircuito perché impiegando interruttori modulari
sia a monte che a valle esiste sempre la possibilità che in caso di corto circuito possa intervenire
l'interruttore generale o addirittura quello dell’Impresa distributrice.
Protezione contro i contatti indiretti
Il sistema di protezione più frequentemente utilizzato in questi casi è quello con interruzione
automatica del circuito mediante l'impiego di interruttori differenziali con Idn non superiore a 30 mA
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opportunamente coordinati secondo la Norma CEI 64-8, considerando come tensione limite UL 25 V
anziché 50 V come negli ambienti ordinari:
R A × I dn ≤ 25
Dove:
RA è la somma delle resistenze del dispersore dell'impianto di terra e dei conduttori di protezione delle
masse in ohm; Idn è la corrente che provoca l'intervento del dispositivo differenziale.
Negli edifici di nuova costruzione non esistono normalmente problemi ad ottenere un corretto
coordinamento ma qualche problema potrebbe sorgere se l'impianto di messa a terra, che in genere è
quello condominiale, è installato in vecchi edifici. In questi casi sarà bene verificare frequentemente
e con regolarità il buono stato dei collegamenti. Per ridurre a valori non pericolosi la corrente che
potrebbe attraversare il corpo del paziente si rende inoltre necessaria l'equalizzazione del potenziale
effettuando un collegamento a bassa resistenza tra le masse e/o masse estranee.
Con la norma 64-8/710 viene introdotta la cosiddetta zona paziente: "qualsiasi volume in cui un
paziente con parti applicate può venire in contatto intenzionale, o non intenzionale, con altri
apparecchi elettromedicali o con masse estranee, direttamente o per mezzo di altre persone in
contatto con tali elementi". Solo le masse estranee e le masse che si trovano all'interno della zona
paziente devono essere collegate ad un nodo equipotenziale comune. Sono da considerare interne
alla zona paziente le masse e le masse estranee che si trovano in verticale ad una quota inferiore a
2,5 m dal pavimento (figura 3) o, in orizzontale, ad una distanza inferiore a 1,5 m dal paziente (figura
4) considerando anche le eventuali diverse posizioni che il paziente, quando è in contatto con
apparecchi alimentati dalla rete, potrebbe assumere se fosse spostato dal posto originario.
Figura 3 - La zona paziente in verticale
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Figura 4 - La zona paziente in orizzontale
Da ricordare inoltre che la norma introduce l'obbligo dell'interruttore differenziale con Idn inferiore o
uguale a 30 mA a protezione dei circuiti che alimentano prese di corrente fino a 32 A (figura 5).
Figura 5 - Nei locali di gruppo 1 è richiesta la protezione differenziale ( interruttori differenziali di tipo A o B) con Idn inferiore o
uguale a 30 mA su tutti i circuiti che alimentano prese di corrente fino a 32 A
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Rispetto alla vecchia norma CEI 64-4 non è più ammesso l'anello equipotenziale ed è richiesto il
collegamento anche delle masse al nodo. Le masse degli apparecchi fissi e le masse estranee poste
al di fuori della zona paziente non è quindi più necessario che siano collegate al nodo equipotenziale
mentre devono essere collegati al nodo i conduttori di protezione delle prese a spina che alimentano
apparecchi che potrebbero entrare nella zona paziente.
Masse estranee, se di metallo, sono solitamente le tubazioni dell'impianto idrico, termico e del gas,
mentre gli infissi delle finestre e delle vetrine in metallo si considerano masse estranee se risultano in
comune con locali di altri condomini oppure, se di esclusivo uso personale, solo se presentano una
resistenza verso terra inferiore a 200 ohm (figura 6).
Figura 6 – Collegamenti al nodo equipotenziale delle masse estranee
Per collegare le masse estranee al nodo o all'anello equipotenziale dovranno essere impiegati
conduttori in rame con sezione non inferiore a 6 mm2, numerati ai due capi per permetterne una più
facile individuazione durante le misure periodiche. Il nodo equipotenziale non necessariamente deve
servire un unico ambulatorio ma può essere in comune a più locali contigui e sarà realizzato in modo
da facilitare l'esecuzione delle misure prescritte.
Il nodo equipotenziale sarà infine collegato all'impianto di terra mediante un conduttore di sezione non
inferiore a quella del conduttore equipotenziale di maggior sezione connesso al nodo equipotenziale.
Non è ammessa la connessione delle masse estranee in cascata mediante ponticello ad eccezione
delle tubazioni metalliche (acqua calda e fredda, scarichi se di metallo ecc..) per le quali si dovranno
utilizzare per i collegamenti conduttori di sezione non inferiore a 6 mm2 facenti capo ad appositi collari
dotati di vite per la connessione dei conduttori con capocorda a compressione (figura 7).
Il limite di resistenza di tutti i collegamenti, tenuto conto della resistenza di contatto delle connessioni,
con la vecchia norma non doveva essere superiore a 0,15 ohm. Impiegando un conduttore di rame di
6 mm2 e considerando che un metro di conduttore di 6 mm2 di sezione presenta una resistenza di
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circa 0,03 ohm si potevano ottenere, con le connessioni eseguite a regola d'arte, questi valori di
resistenza con una discreta facilità per lunghezze inferiori ai 50 metri.
Ora il valore limite di resistenza è stato aumentato a 0,2 ohm e viene applicato solo ai locali del
gruppo 2 e non più ai locali del gruppo 1 dove non è più richiesta la misura della resistenza dei
collegamenti equipotenziali ma la sola prova di continuità.
Figura 7 – Non è ammessa la connessione in cascata delle masse estranee ad eccezione delle tubazioni metalliche
Ambulatori di gruppo 0
Sono classificati come ambulatori di gruppo 0 quegli ambienti in cui non sono impiegati apparecchi
elettromedicali con parti applicate al paziente (ad esempio l'ambulatorio del medico di base dove la
visita non comporta l'impiego di nessuna apparecchiatura elettrica applicata al paziente).
Non esistono per gli impianti installati in questi ambienti particolari accorgimenti da adottare; si
applicano le norme elettriche generali e non vige più l'obbligo di proteggere i circuiti mediante
interruttore differenziale con Idn non superiore a 30 mA o realizzare il collegamento equipotenziale
principale.
Come per gli ambulatori di gruppo 1 se si tratta di locali inseriti all'interno di strutture con destinazioni
d'uso diverse da quelle di uso medico la struttura che ospita questi locali è soggetta all'obbligo di
progetto.
Altre prescrizioni
Il grado di protezione minimo degli involucri deve essere IP4X. Il tipo di posa delle condutture può
essere generalmente in tubo incassata o entro canale, anche se non sono vietati altri tipi di posa. I
cavi utilizzabili possono essere N07V-K (CEI 20-20), FROR 450/750V (CEI 20-20).
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Il quadro elettrico può essere del tipo ad uso domestico e similare, rispondente alla norma CEI 23-51,
se la corrente nominale in entrata Inq non è superiore ai 125 A, la tensione nominale non è superiore ai
440 V e la corrente di cortocircuito presunta nel punto di installazione non supera i 10 kA oppure i
15kA quando il quadro è protetto mediante dispositivo limitatore. Se queste condizioni non sono
verificate occorre realizzare un quadro rispondente alla norma CEI 17-13/1.
Il livello di illuminamento medio richiesto è stabilito dalla norma UNI EN 12464-1, che dal 1° luglio
2003 ha sostituito la norma UNI 10380. Tale nuova norma stabilisce un illuminamento medio sopra
l’area dove, per lavoro, occorre svolgere un determinato compito visivo (l’area può essere orizzontale,
inclinata o anche verticale). Questo illuminamento medio non deve scendere al di sotto dei valori
indicati dalla norma indipendentemente dagli anni e dalle condizioni di installazione. Nei vari locali
presenti negli ambulatori medici l’illuminamento medio deve essere di 200 lx nelle reception, nei bagni
e nei corridoi, 300 lx nelle sale di terapia.
Poiché l’ambulatorio è classificato come locale ad uso medico è necessario installare l'illuminazione di
sicurezza. Se il locale è classificato di gruppo 0 vanno illuminati solo alcuni locali, se è classificato di
gruppo 1 occorre un apparecchio di illuminazione alimentato da una sorgente di sicurezza in ciascun
locale. L'illuminazione di sicurezza può essere realizzata mediante apparecchi autonomi con un tempo
di commutazione non superiore a 15 s, che garantiscano almeno 10 lx ad un metro dal piano di
calpestio.
Consegna e messa in funzione dell’impianto e verifiche
Prima della messa in funzione dell'impianto, l'installatore deve procedere alle misure e alle verifiche
atte a stabilirne la corrispondenza normativa. Le verifiche iniziali dell’impianto devono essere
effettuate da una persona esperta, competente in lavori di verifica, anche se non è necessaria
nessuna particolare qualifica.
È bene che i risultati delle verifiche iniziali, qui di seguito elencate, siano riportate su un apposito
registro:
•
Esame a vista
•
Verifica della continuità dei conduttori di protezione e dei collegamenti equipotenziali principali
e supplementari
•
Misura della resistenza di isolamento dell’impianto elettrico
•
Verifica della protezione per separazione nel caso di circuiti SELV o PELV e nel caso di
separazione elettrica
•
Verifica della protezione mediante interruzione automatica dell’alimentazione
•
Prove di polarità
•
Prove di funzionamento
•
Misura della resistenza dell’impianto di terra
•
Misura della resistenza verso terra delle masse estranee (per individuare se una parte
metallica è una massa estranea, per i locali di gruppo 1 lo è se ha resistenza verso terra
inferiore a 200 ohm)
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Le verifiche periodiche, atte ad accertare il mantenimento dei requisiti tecnici iniziali dell’impianto,
devono essere effettuate da una persona esperta, competente in lavori di verifica, anche se non è
necessaria nessuna particolare qualifica.
È bene che i risultati delle verifiche periodiche effettuate ad intervalli di tempo tali da non
compromettere la sicurezza d'uso dell'impianto, qui di seguito elencate, siano riportate su un apposito
registro:
•
Se il locale è classificato di gruppo 0:
o
o
o
o
•
Esame a vista
Misura della resistenza di isolamento
Prova della continuità dei conduttori di protezione
Prove per la protezione contro i contatti indiretti, incluse le prove di funzionamento dei
dispositivi differenziali
Se il locale è classificato di gruppo 1:
o Esame a vista
o Misura della resistenza di isolamento
o Prova della continuità dei conduttori di protezione
o Prove per la protezione contro i contatti indiretti
o Ogni 3 anni – Verifica della continuità dei collegamenti equipotenziali supplementari
o Ogni anno – Prova di intervento a Idn dei dispositivi differenziali
Se nell’ambulatorio medico lavorano dei dipendenti, occorre anche far effettuare anche una verifica,
ogni 2 anni, dell’impianto di messa a terra. Questa verifica è prevista dal DPR 462/01 e va effettuata,
a cura di ASL/ARPA o di un Organismo Abilitato. Il verificatore dovrà rilasciare un regolare verbale
che deve essere custodito dal titolare ed esibito a richiesta agli organi di vigilanza. Occorre anche
effettuare, ogni 2 anni, la verifica degli eventuali dispositivi di protezione contro le scariche
atmosferiche nei rarissimi casi nei quali sono verificate queste due condizioni: la struttura non è
autoprotetta e nell'azienda sono occupati contemporaneamente in un unico edificio a più di un piano
oltre 500 addetti.
Gli interventi di manutenzione e le eventuali modifiche che l'impianto dovesse subire nel corso degli
anni dovranno essere regolarmente documentate integrando eventualmente il progetto quando
necessario. Il tecnico in sede di verifica richiederà tali documenti provvedendo eventualmente
all'aggiornamento dei dati.
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2. Progetto di un ambulatorio di fisiokinesiterapia (esempio)
PROVINCIA DI ……………
COMUNE DI ………………….
LOCALITA’:
INDIRIZZO:
DESTINAZIONE D’USO: AMBULATORIO MEDICO
AMBULATORIO DI FISIOKINESITERAPIA (FKT)
…..
PROGETTO DEFINITIVO DEGLI IMPIANTI
ELETTRICI
RELAZIONE TECNICA
…….. 2005
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GENERALITÀ
Il presente elaborato è parte integrante del progetto definitivo per la messa a norma degli impianti
elettrici dell’ambulatorio FKT …., con sede in ………, via …………..
Sono esclusi dal progetto gli impianti a monte del punto di consegna dell’energia elettrica da parte
dell’ente distributore e gli apparecchi utilizzatori collegati all’impianto mediante prese a spina
(apparecchi trasportabili e portatili) e/o fissi (centralini automatismi, quadri e impianti bordo macchina,
ecc.).
Sono altresì esclusi dal presente progetto eventuali impianti già realizzati e non modificati anche se di
pertinenza dell’ambulatorio e/o appartenenti allo stesso proprietario e/o alimentati dallo stesso
contatore di energia elettrica.
RISPETTO DEI CAPITOLATI E DEL PROGETTO
Laddove per le opere richieste esistano specifiche tecniche riguardanti le forme circuitali, il tipo o la
qualità dei materiali, ecc., la ditta esecutrice è tenuta al rispetto integrale di quanto prescritto.
Eventuali modifiche al progetto dovranno in ogni caso essere preventivamente presentate ed
approvate dalla direzione lavori sia sotto l’aspetto tecnico sia sotto l’eventuale aspetto economico.
Sarà cura dell’impresa installatrice assumere in loco, sotto la sua completa ed esclusiva
responsabilità, le necessarie autorizzazioni presso le sedi locali ed i competenti uffici dell’AUSL, VVF
e ente fornitore di energia elettrica competenti per territorio e di prendere con loro ogni necessario
accordo inerente alla realizzazione ed all’eventuale collaudo degli impianti.
NORME DI RIFERIMENTO
Norma It. CEI 0-2 - Classif. CEI 0-2 - CT 0 - Anno 2002 - Fascicolo 6578
Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici
Norma It. CEI 0-11 - Classif. CEI 0-11 - CT 0 - Anno 2002 - Fascicolo 6613
Guida alla gestione in qualità delle misure per la verifica degli impianti elettrici ai fini della sicurezza
Norma It. CEI 11-17 - Classif. CEI 11-17 - CT 11 - Anno 1997 - Fascicolo 3407 R
Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - Linee in cavo
Norma It. CEI 11-17;V1 - Classif. CEI 11-17;V1 - CT 11 - Anno 2003 - Fascicolo 6834
Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione di energia elettrica - Linee in cavo
Norma It. CEI-UNEL 35024/2 - Classif. CEI 20 - CT 20 - Anno 1997 - Fascicolo 3517
Cavi elettrici ad isolamento minerale per tensioni nominali non superiori a 1000 V in corrente alternata
e a 1500 V in corrente continua
Portate di corrente in regime permanente per posa in aria
Norma It. CEI-UNEL 35024/1 - Classif. CEI 20 - CT 20 - Anno 1997 - Fascicolo 3516
Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a
1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua
Portate di corrente in regime permanente per posa in aria
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in un ambulatorio di fisiokinesiterapia (seconda parte)
Norma It. CEI-UNEL 35024/1;Ec - Classif. CEI 20 - CT 20 - Anno 1998 - Fascicolo 4610
Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico o termoplastico per tensioni nominali non superiori a
1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua
Portate di corrente in regime permanente per posa in aria
Norma It. CEI 20-65 - Classif. CEI 20-65 - CT 20 - Anno 2000 - Fascicolo 5836
Cavi elettrici isolati con materiale elastomerico, termoplastico e isolante minerale per tensioni nominali
non superiori a 1000 V in corrente alternata e 1500 V in corrente continua.
Metodi di verifica termica (portata) per cavi raggruppati in fascio contenente conduttori di sezione
differente.
Norma It. CEI 23-51 - Classif. CEI 23-51 - CT 23 - Anno 1996 - Fascicolo 2731
Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse
per uso domestico e similare
Norma It. CEI 23-51;V1 - Classif. CEI 23-51;V1 - CT 23 - Anno 1998 - Fascicolo 4306
Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse
per uso domestico e similare
Norma It. CEI 23-51;V3 - Classif. CEI 23-51;V3 - CT 23 - Anno 2001 - Fascicolo 6330
Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse
per uso domestico e similare
Norma It. CEI 23-51;V4 - Classif. CEI 23-51;V4 - CT 23 - Anno 2003 - Fascicolo 6937
Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove dei quadri di distribuzione per installazioni fisse
per uso domestico e similare
Norma It. CEI 64-8/1 - Classif. CEI 64-8/1 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6869
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500
V in corrente continua
Parte 1: Oggetto, scopo e principi fondamentali
Norma It. CEI 64-8/2 - Classif. CEI 64-8/2 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6870
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500
V in corrente continua
Parte 2: Definizioni
Norma It. CEI 64-8/3 - Classif. CEI 64-8/3 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6871
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500
V in corrente continua
Parte 3: Caratteristiche generali
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500
V in corrente continua
Parte 4: Prescrizioni per la sicurezza
Norma It. CEI 64-8/5 - Classif. CEI 64-8/5 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6873
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500
V in corrente continua
Parte 5: Scelta ed installazione dei componenti elettrici
Norma It. CEI 64-8/6 - Classif. CEI 64-8/6 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6874
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500
V in corrente continua
Parte 6: Verifiche
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Le informazioni contenute nel presente documento sono tutelate dal diritto d’autore e possono essere usate solo in conformità alle norme vigenti. In particolare Voltimum Italia
s.r.l. a socio Unico si riserva tutti i diritti sulla scheda e su tutti i relativi contenuti.
Il materiale e i contenuti presentati nel documento sono stati attentamente vagliati e analizzati, e sono stati elaborati con la massima cura. In ogni caso errori, inesattezze e
omissioni sono possibili. Voltimum Italia s.r.l. a socio Unico declina qualsiasi responsabilità per errori ed omissioni eventualmente presenti nel sito.
Guida alla progettazione: esempio di progetto degli impianti elettrici
in un ambulatorio di fisiokinesiterapia (seconda parte)
Norma It. CEI 64-8/7 - Classif. CEI 64-8/7 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6875
Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500
V in corrente continua
Parte 7: Ambienti ed applicazioni particolari
Norma It. CEI 64-12 - Classif. CEI 64-12 - CT 64 - Anno 1998 - Fascicolo 3666 R
Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario
Norma It. CEI 64-12;V1 - Classif. CEI 64-12;V1 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6950
Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario
Norma It. CEI 64-14 - Classif. CEI 64-14 - CT 64 - Anno 1996 - Fascicolo 2930
Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori
Norma It. CEI 64-14;V1 - Classif. CEI 64-14;V1 - CT 64 - Anno 2000 - Fascicolo 5779
Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori
Norma It. CEI 64-50 - Classif. CEI 64-50 - CT 64 - Anno 2001 - Fascicolo 5901
Edilizia residenziale. Guida per l'esecuzione nell'edificio degli impianti elettrici utilizzatori e per la
predisposizione per impianti ausiliari, telefonici e di trasmissione dati. Criteri generali
Norma It. CEI 64-56 - Classif. CEI 64-56 - CT 64 - Anno 2003 - Fascicolo 6824
Edilizia ad uso residenziale e terziario
Guida per l'integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione di impianti ausiliari,
telefonici e di trasmissione dati negli edifici
Criteri particolari per locali ad uso medico
Norma It. CEI 81-1 - Classif. CEI 81-1 - CT 81 - Anno 1998 - Fascicolo 3681 C
Protezione delle strutture contro i fulmini
Norma It. CEI 81-3 - Classif. CEI 81-3 - CT 81 - Anno 1999 - Fascicolo 5180
Valori medi del numero dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei Comuni d’Italia, in
ordine alfabetico
Norma It. CEI 81-4 - Classif. CEI 81-4 - CT 81 - Anno 1996 - Fascicolo 2924
Protezione delle strutture contro i fulmini
Valutazione del rischio dovuto al fulmine
Norma It. CEI 81-4;V1 - Classif. CEI 81-4;V1 - CT 81 - Anno 1998 - Fascicolo 4814
Protezione delle strutture contro i fulmini
Valutazione del rischio dovuto al fulmine
Norma It. CEI 81-8 - Classif. CEI 81-8 - CT 81 - Anno 2002 - Fascicolo 6364
Guida d'applicazione all'utilizzo di limitatori di sovratensioni sugli impianti elettrici utilizzatori di bassa
tensione
Norma It. CEI 306-2 - Classif. CEI 306-2 - CT 306 - Anno 2003 - Fascicolo 6779
Guida per il cablaggio per telecomunicazioni e distribuzione multimediale negli edifici residenziali
DM 18/09/2002 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la
costruzione e l’esercizio delle strutture sanitarie pubbliche e private.
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Guida alla progettazione: esempio di progetto degli impianti elettrici
in un ambulatorio di fisiokinesiterapia (seconda parte)
DESTINAZIONE D’USO
La destinazione d’uso dei locali è riportata negli elaborati grafici.
Come si vede i locali saranno adibiti ad ambulatori di fisiocinesiterapia con relativi locali di servizio
(WC, sale di attesa, reception).
CLASSIFICAZIONE DEI LOCALI
Secondo quanto riferito dalla committenza (vedi dichiarazione allegata) gli ambulatori (o i box) in cui
vengono eseguite le terapie sono da classificarsi “Locali ad uso medico di gruppo 1”.
La classificazione dei locali, approvata e firmata dal Direttore Sanitario, è parte integrante del presente
progetto, in quanto ne costituisce parte fondamentale dei “dati di ingresso”.
In mancanza della suddetta classificazione, gli impianti previsti dal presente progetto non debbono
essere realizzati.
All’interno dei locali non saranno presenti materiali combustibili in quantità tale da far assumere al
compartimento una classe uguale o superiore a 30 e non sussistono particolari problemi dovuti ad una
notevole presenza di persone.
Ad eccezione dei locali medici gli altri ambienti vengono quindi a classificarsi “ambienti ordinari”.
CARATTERISTICHE DELL'ALIMENTAZIONE
L'alimentazione dell'impianto elettrico avverrà direttamente in BT dall’ente distributore.
I principali dati del sistema sono i seguenti:
−
Tensione nominale
Un= 400V 3F+N
−
Sistema di distribuzione
TT
−
Frequenza
50 Hz
−
Neutro
Distribuito
−
Corrente di corto circuito nel punto di consegna (dati ente distributore)
Icco <= 6 kA
−
Fattore di potenza
Cos ∅ >= 0,9
−
Caduta di tensione massima ammessa
U% <= 4%
−
Potenza nominale
6 Kw
LIMITI DI BATTERIA
L'impianto elettrico in oggetto ha i seguenti limiti di batteria:
− a monte i morsetti di uscita del limitatore di proprietà dell’ente distributore.
− a valle gli utilizzatori allacciati all'impianto in modo fisso o tramite prese a spina e i quadri di
comando degli automatismi.
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Guida alla progettazione: esempio di progetto degli impianti elettrici
in un ambulatorio di fisiokinesiterapia (seconda parte)
DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI
L’intervento consiste nella messa a norma degli impianti già realizzati in modo da renderli conformi a
quanto previsto dalle Norme CEI per gli ambienti ad uso medico.
Nell’atrio di ingresso si installerà un quadro generale che conterrà tutte le protezione delle linee
elettriche a servizio dei locali di servizio (ingresso, WC, corridoi) e della linea principale (in cavo N07VK di sezione minima pari a 6mmq) che alimenterà i quadretti posti in ogni singolo ambulatorio.
Le calate dalla linea principale ai singoli quadretti avverranno con cavi N07V-K di sez. non inferiore a
4 mm2.
In ogni ambulatorio (od in ogni stanza box) si installeranno ulteriori quadretti che saranno alimentati
dalla linea principale ed ai quali faranno capo le linee di dorsale (costituite da conduttori N07V-K di
sez. pari a 2,5 mm2), del singolo ambulatorio (o della stanza box).
La distribuzione avverrà principalmente con tubi PVC posati a parete mentre per alcuni tratti si
utilizzeranno le preesistenti condutture incassate.
L’alimentazione delle singole utenze dovrà avvenire con l’impiego di conduttori N07V-K aventi le
seguenti sezioni minime
•
•
Alimentazione punti luce e circuiti luce 1,5 mm2;
Alimentazione prese o gruppi presa interbloccate e non 2,5 mm2;
All’interno dei locali classificati “Locali ad uso medico di gruppo 1” si dovrà inoltre provvedere
all’egualizzazione del potenziale secondo i criteri riportati nell’apposito paragrafo.
ILLUMINAZIONE E ILLUMINAZIONE DI EMERGENZA
L’illuminazione ordinaria è stata realizzata con plafoniere al neon di diversa tipologia.
Il livello di illuminamento ora presente è stato dichiarato idoneo in base all’entità del compito visivo.
L’illuminazione di emergenza nei singoli locali e lungo le vie di fuga sarà realizzata con plafoniere al
neon autoalimentate aventi un’autonomia non inferiore a 1h dopo 12 ore di ricarica.
IMPIANTI DI FM
È prevista l’installazione di prese a spina 230V 10/16A nei vari locali.
Negli ambulatori sarà prevista anche l’installazione di una presa 230 V 16 A di tipo interbloccato.
Nella stanza del laser le prese dove questo sarà collegato saranno comandate da un interruttore
bipolare che accenderà contemporaneamente un segnale luminoso da posizionarsi fuori dalla stanza.
Il laser presenterà anche un sistema di sicurezza che prevede l’immediato arresto della macchina nel
caso in cui venga aperta la porta di accesso alla stanza.
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in un ambulatorio di fisiokinesiterapia (seconda parte)
IMPIANTI DI TERRA
L’impianto di terra farà capo ad un dispersore (esistente) posto all’esterno in prossimità della zona di
installazione della caldaia.
Il dispersore sarà collegato all’impianto mediante un conduttore di terra di sezione pari a 16mm2
posato in tubo PVC.
In prossimità della caldaia si realizzeranno, mediante conduttori N07V-K G/V di sez. pari a 6mm2, i
collegamenti equipotenziali principali sulle condutture del gas e della mandata e ritorno del
riscaldamento.
La dorsale principale di terra verrà distribuita lungo i percorsi della linea che alimenterà i quadretti
negli ambulatori ed avrà una sezione non inferiore a 6 mm2 (o una sezione pari a quella del conduttore
di fase nei tratti in cui la sezione della dorsale è maggiore) e da questa si deriveranno i conduttori di
protezione dei singoli circuiti che avranno una sezione non inferiore a quella del conduttore di fase
corrispondente.
I conduttori che collegano la dorsale di terra ai nodi equipotenziali posti negli ambulatori dovranno
avere comunque una sezione non inferiore alla sezione del conduttore di sezione maggiore collegato
al nodo equipotenziale stesso.
Per quanto riguarda gli impianti di terra da eseguirsi all’interno dei locali ad uso medico si fa
riferimento alla Tav. 03 che contiene gli schemi dei nodi equipotenziali da installarsi in ciascun locale,
ed al paragrafo successivo.
PRESCRIZIONI PARTICOLARI PER I LOCALI AD USO MEDICO
Negli ambulatori medici (tutti di gruppo 1 in base alla classificazione fatta dalla Direzione Sanitaria) si
provvederà a proteggere i circuiti che alimentano le prese a spina dell’intero locale mediante
interruttore differenziale ad alta sensibilità di classe “A”.
La “zona paziente” nella quale l’impianto elettrico deve possedere requisiti particolari è stabilita dalle
norme fino ad una distanza da 1,5 m dal paziente per un’altezza di 2,5 m dal pavimento.
L’estensione delle varie “zone paziente” è riportata nell’apposita tavola planimetrica.
In corrispondenza di ciascun ambulatorio (o box) si provvederà a realizzare un nodo equipotenziale
supplementare al quale saranno collegati tutti i conduttori di protezione delle masse situate in “zona
paziente” (sezione del PE pari a quella del corrispondente conduttore di fase), il conduttore di
protezione delle prese a spina del locale (sezione del PE pari a quella del corrispondente conduttore
di fase) e le masse estranee (sezione del conduttore EQS 6mmq).
I nodi equipotenziali saranno collegati all’impianto di dispersione mediante cavi di sezione non
inferiore a quella del conduttore di sezione maggiore che si deriva dal nodo stesso.
Non necessità nessun nodo per i locali ad uso medico che presentano una sola presa a spina e nei
quali non vi sono masse estranee in zona paziente.
All’interno della “zona paziente” sono da considerarsi masse estranee (e pertanto da collegarsi al
nodo) le parti metalliche che presentano verso terra una resistenza inferiore a 200 ohm.
Se possibile si dovrà collegare anche i ferri del cemento armato.
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Guida alla progettazione: esempio di progetto degli impianti elettrici
in un ambulatorio di fisiokinesiterapia (seconda parte)
Se una parte metallica entra ed esce dalla zona paziente questa dovrà essere collegata al nodo sia
all’ingresso che all’uscita.
In caso di dubbio per stabilire se una parte metallica all’interno della “zona paziente” è una massa
estranea si dovrà quindi misurare, ai fini della sicurezza, la resistenza di terra nei confronti del nodo
equipotenziale.
Le parti metalliche entranti in zona paziente sono comunque sempre da considerarsi masse estranee
e pertanto andranno sempre collegate al nodo.
Nella realizzazione dei collegamenti equipotenziali è possibile solo un sub-nodo tra masse e/o massa
estranea e nodo equipotenziale locale.
Tutti i conduttori facenti capo al nodo equipotenziale dovranno essere staccabili singolarmente e
identificabili mediante appositi cartellini segnafili.
Nessun requisito particolare è necessario per gli impianti e le masse estranee posti fuori dalla “zona
paziente”.
PROTEZIONE CONTRO I CONTATTI DIRETTI E INDIRETTI
La protezione contro i contatti diretti sarà realizzata utilizzando cavi aventi isolamento rimovibile solo
mediante distruzione.
Le parti attive dei componenti elettrici saranno racchiuse in involucri avente grado di protezione
minimo IP XXD (o IP 4X) per tutte le superfici orizzontali a portata di mano e IP XXB (o IP 2X) negli
altri casi.
In particolare si utilizzeranno apparecchiature con grado di protezione non inferiore a IP21.
Gli involucri dei componenti attivi rispetteranno la Sezione 412 della norma CEI 64-8.
La protezione contro i contatti indiretti sarà realizzata mediante l’interruzione automatica dei circuiti.
Il coordinamento fra l'impianto di terra ed i dispositivi di protezione sarà realizzato in modo da ottenere
tensioni di contatto limite non superiori a 25V.
Tutti i circuiti terminali saranno protetti con interruttore magnetotermico differenziale avente corrente di
intervento pari a 30 mA.
Gli interruttori magnetotermici differenziali a protezione delle linee che alimentano circuiti dei locali ad
uso medico saranno di tipo “A”.
PROTEZIONE CONTRO LE SOVRACORRENTI
Tutti i conduttori, ad eccezione delle calate che andranno ad alimentare i quadretti negli ambulatori
(quadri QS1, QS2 e QTA) saranno protetti contro i sovraccarichi ed i cortocircuiti mediante l’impiego di
interruttori magnetotermici avente corrente nominale non superiore alla portata del cavo e potere di
interruzione non inferiore alla corrente di cortocircuito prevista nel punto di installazione.
Le calate dalla linea di dorsale ai quadri degli ambulatori saranno protetti contro i cortocircuiti
dall’interruttore magnetotermico posto nel quadro QGD, mentre la protezione contro i sovraccarichi
sarà ottenuta mediante interruttori magnetotermici installati nei quadro stessi.
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Guida alla progettazione: esempio di progetto degli impianti elettrici
in un ambulatorio di fisiokinesiterapia (seconda parte)
Le portate dei cavi sono state calcolate secondo le tabelle CEI-UNEL 35024/1, in base alle condizioni
di posa e al tipo di isolante dei conduttori.
IMPIANTO DI PROTEZIONE CONTRO LE SCARICHE ATMOSFERICHE
Dalla valutazione del rischio, effettuata secondo la Norma CEI 81-1, gli ambulatori risultano
autoprotetti contro le scariche atmosferiche dirette ed indirette.
In base a quanto dichiarato dalla committenza non si è proceduto alla verifica della convenienza
economica della protezione contro le scariche atmosferiche.
Si fa presente infatti che l’installazione di dispositivi di protezione contro le scariche atmosferiche è
facoltativa e derivante da pure considerazioni economiche se l’installazione deriva esclusivamente
dall’avere un rischio di “perdite economiche” mentre tutti gli altri rischi considerati (perdite di vite
umane, perdite inaccettabili di servizi pubblici essenziali, perdite di patrimonio culturale insostituibile)
sono, come in questo caso, al di sotto dei valori massimi tollerabili ammessi dalla norma.
COMPONENTI UTILIZZATI
CAVI
I cavi utilizzati saranno del tipo non propagante l'incendio ed a bassa emissione di fumi tossici e gas
corrosivi.
In particolare si utilizzeranno i seguenti tipi di cavi:
− NO7V-K per i circuiti posati in tubazioni in PVC esterne od incassate.
TUBI PROTETTIVI E CANALI
Posa incassata o a parete
Per la posa incassata si dovranno utilizzare tubi in PVC flessibile pesante con un diametro interno non
inferiore a 10,7 mm e comunque almeno uguale ad 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al
fascio dei cavi in esso contenuto.
Nelle tubazioni non potranno coesistere circuiti appartenenti a sistemi diversi a meno che tutti i
conduttori presentino un livello di isolamento idoneo a quella del sistema a tensione maggiore.
Non é ammessa la posa dei tubi in diagonale.
Se non diversamente specificato, i tubi a parete dovranno essere raccordati con manicotti aventi
grado di protezione non inferiore a IP40
CASSETTE DI DERIVAZIONE
Le cassette di derivazione dovranno essere dimensionate in modo che, le giunzioni ed i cavi in esse
contenute non occupino uno spazio superiore al 50% del volume interno della cassetta stessa.
Si utilizzeranno i seguenti tipi di cassette di derivazione:
− in materiale plastico autoestinguente IP44 se installate in vista
− in poliestere da incasso con fissaggio del coperchio a vite IP 40 se installate incassate a parete.
QUOTE DI INSTALLAZIONE
L’installazione dei componenti elettrici, anche al fine dell’eliminazione delle barriere architettoniche,
dovrà avvenire orientativamente alle seguenti quote riferite al pavimento:
− Comandi luce
90
cm
− Prese e cassette di derivazione
> 17,5
cm
− Prese interbloccate
circa
150
cm
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CONSEGNA ELABORATI
La ditta esecutrice dei lavori è tenuta, subito dopo la conclusione dei lavori e comunque entro 30
giorni dalla consegna degli impianti, alla consegna alla committenza della dichiarazione di conformità
completa dei seguenti allegati:
−
−
−
−
Relazione con le tipologie dei materiali utilizzati;
Verbale delle verifiche effettuate in conformità alle norme CEI;
Il presente progetto;
Fotocopia del certificato di riconoscimento dei requisiti tecnico-professionali.
VERIFICHE PERIODICHE
Per il regolare funzionamento degli impianti e l’efficienza dei componenti di protezione si dovranno
eseguire le seguenti verifiche:
a) Mensilmente:
− controllo del funzionamento dell’interruttore differenziale mediante tasto di prova
b) Ogni 6 mesi:
− verifica del corretto funzionamento delle lampade di emergenza
c) Ogni anno:
− prova strumentale dell’interruttore differenziale
d) Ogni tre anni
− Misura della resistenza di terra e dei conduttori equipotenziali (periodicità attualmente allo
studio)
− Misura di isolamento dei circuiti (periodicità attualmente allo studio).
Le verifiche dovranno essere registrate su apposito registro e quelle eseguite da un personale
competente.
Eventuali variazioni e modifiche all’impianto devono essere immediatamente riportate sugli schemi
disponibili presso l’impianto stesso.
Si fa presente inoltre che nel caso di cambiamento di destinazione d’uso o modifiche e/o
potenziamento dell’impianto si ci dovrà rivolgere, prima di iniziare i lavori, a questo o altro studio
tecnico per le verifiche del caso.
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PRESCRIZIONI PER IL DATORE DI LAVORO
Nel caso in cui siano impegnati lavoratori dipendenti (o equiparati) in base al DPR547/77 e al DPR
462/01 il datore di lavoro, entro 30 giorni dalla messa in esercizio dell’impianto, deve inviare copia
della dichiarazione di conformità all’ISPESL e all’ASL competenti per territorio.
Le suddette dichiarazioni, nel caso sia stato attivato nel comune di appartenenza, devono essere
inviate tramite lo sportello unico.
Il datore di lavoro è inoltre tenuto a mantenere in perfetta efficienza l’impianto elettrico ed i dispositivi
di protezione mediante idonea manutenzione.
Ogni due anni dovrà far sottoporre l’impianto a verifica da parte dei tecnici ASL oppure rivolgendosi a
organismi individuati dal ministero delle attività produttive.
…. Giugno 2005
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CLASSIFICAZIONE LOCALI
Spett. Studio Tecnico ……………..
Oggetto: Classificazione dei locali ad uso medico
Il sottoscritto ……………, in qualità di Direttore Sanitario dell’ambulatorio ……….. con sede in
…………… - DICHIARA di essere stato informato che gli impianti elettrici nei locali ad uso medico
vengono classificati dalle Norme CEI 64-8 Cap. 710 e dalla Guida CEI 64-56 in base alle prestazioni
mediche che si intendono eseguire nel locale.
Per la precisione le suddette Norme definiscono i seguenti locali ad uso medico:
Locali di gruppo 0
Locale ad uso medico nel quale non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicate;
Locale di gruppo 1
Locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate esternamente o
invasivamente centro qualsiasi parte del corpo ad eccezione della zona cardiaca.
Locali di gruppo 2
Locale ad uso medico nel quale le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate in applicazioni
quali interventi intracardiaci, o il paziente è sottoposto a trattamenti vitali dove la mancanza di
alimentazione elettrica può comportare pericolo di vita.
Secondo la Guida CEI 64-56 per stabilire il gruppo del locale ad uso medico occorre verificare se:
− è un locale dove si eseguono interventi intracardiaci od altre operazioni chirurgiche con pericolo di
microschock;
− è un locale dove esiste la possibilità che la mancanza di alimentazione elettrica comporti pericolo
di vita per il paziente, per esempio, anestesia generale;
− è un locale dove si eseguono le attività di preparazione alle operazioni, ingessature chirurgiche,
risveglio postoperatorio e viene praticata l’anestesia generale.
Se nessuna delle condizioni sopra elencate è verificata il locale medico deve essere classificato di
gruppo 1, altrimenti di gruppo 2.
In riferimento all’ambulatorio suddetto il sottoscritto ………… dichiara, sotto la sua personale
responsabilità, quanto segue:
− TUTTI gli ambulatori ed i box di terapia sono da classificarsi LOCALI MEDICI di GRUPPO 1;
− non si impiegano apparecchi elettromedicali che richiedano alimentazione di sicurezza e da
considerarsi “vitali”.
− all’interno della struttura non sono previsti materiali combustibili e/o infiammabili tali da far
assumere al compartimento antincendio una classe pari o superiore a 30;
− non si utilizzeranno gas anestetici infiammabili;
− non sono previste elevate densità di affollamento e/o elevati tempi di sfollamento degli ambienti;
− non sussistono particolari condizioni di danno economico in caso di caduta fulmini che
giustifichino la messa in opera di dispositivi di protezione dalle scariche atmosferiche e dalle
extratensioni.
− di essere stato informato che gli impianti elettrici sono stati progettati in base alla distribuzione dei
locali ed alla classificazione effettuata e che eventuali cambiamenti potrebbero comportare varianti
all’impianto elettrico;
− di essere stato informato che nella relazione tecnica sono riportati gli adempimenti di burocratici e
le verifiche da effettuarsi sugli impianti elettrici stessi.
…….. lì.....................
Timbro e firma
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in un ambulatorio di fisiokinesiterapia (seconda parte)
ELENCO ELABORATI PROGETTUALI
Il presente progetto esecutivo e definitivo degli impianti elettrici dell’ambulatorio di FKT …………….., è
costituito dalle seguenti parti inscindibili:
Parte 1 di 4 – Relazione tecnica
− Relazione tecnica
Parte 2 di 4 – Tavole planimetriche
− Tav. 01 Classificazione e destinazione dei locali
− Tav. 02 Impianto elettrico
Parte 3 di 4 – Quadri elettrici
− Schema quadro elettrico QGD;
− Schema quadro elettrico QS1;
− Schema quadro elettrico QS2;
− Schema quadro elettrico QTA
Parte 4 di 4 – Varie
− Tav. 03
Schema dei nodi equipotenziali dei locali ad uso medico
Il presente progetto deve intendersi non completo, e quindi non eseguibile, se mancante di una o più
parti sopra specificate
…… giugno 2005
Il Tecnico
21
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