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IL RINASCIMENTO
NELL’ARCHITETTURA
Donato di Angelo
di Pascuccio detto
il Bramante
(Fermignano (PU),
1444 – Roma, 11
marzo 1514)
Tempietto in San
Pietro in Montorio
(1502) Roma
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A.M. 2011
•
L'architettura del Rinascimento è quella fase dell'architettura europea,
ed italiana in particolare, che ebbe origine agli inizi del Quattrocento a
Firenze, principalmente grazie all'operato di alcuni artisti e intellettuali
come Filippo Brunelleschi (Firenze, 1377 – 15 aprile 1446) e Leon
Battista Alberti (Genova, 18 febbraio 1404 – Roma, 20 aprile 1472).
•
Fra i fattori politici e culturali che influenzarono questo nuovo
indirizzo delle arti vi furono senz'altro l'affermazione delle signorie e lo
sviluppo dell'Umanesimo, con il conseguente gusto antiquario e
filologico, che in architettura si traduce nello studio delle forme degli
edifici antichi, cioè romani.
•
Benché il movimento sia temporalmente ben definito, al suo interno è
possibile individuare diverse correnti stilistiche, che la critica
identifica nel "primo Rinascimento", appartenente al XV secolo, nel
"Rinascimento classico" e nel Manierismo, questi ultimi entrambi
coincidenti col Cinquecento. Se il primo Rinascimento segna un punto
di rottura con l'architettura gotica, le seconde fasi rappresentano un
momento di continuità con la precedente, pur mostrando sensibili
mutamenti e sviluppi rispetto ad essa.
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I principali centri del Rinascimento
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I principali centri del Manierismo
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• Il Rinascimento fu un fenomeno strettamente
italiano;
• Il termine Rinascimento fu utilizzato già dai
trattatisti dell'epoca per evidenziare la riscoperta
dell'architettura classica, in particolare di quella
romana. Pertanto, a partire dal XV secolo
troviamo una ripresa degli ordini classici e delle
proporzioni armoniche, nonché la ricerca di
articolazioni ortogonali e l'impiego di semplici
forme geometriche (cerchio e quadrato).
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L'uomo vitruviano
Leonardo di ser Piero da
Vinci (Vinci, 15 aprile
1452 – Amboise, 2
maggio 1519)
Iniziato nel 1490 e
attualmente conservato
nel Gabinetto dei Disegni
e delle Stampe delle
Gallerie dell'Accademia di
Venezia.
Celeberrima
rappresentazione delle
proporzioni ideali del
corpo umano, dimostra
come esso possa essere
armoniosamente
inscritto nelle due figure
"perfette" del cerchio e
del quadrato.
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L'opera dell’uomo vitruviano
viene attribuita al periodo in cui
Leonardo, in viaggio per Pavia
(dal 21 giugno 1490), ebbe modo
di conoscere Francesco di
Giorgio che lo rese partecipe del
suo Trattato di architettura della
lezione di Vitruvio.
Francesco di Giorgio Martini
(Siena 1439- Siena 1501)
Studio delle proporzioni per una
pianta di chiesa
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L’uomo vitruviano
1521 circa
Cesare Cesariano
(Milano, 1475 – 1543)
E’ stato un pittore e architetto
italiano, nonché teorico
dell'architettura, rappresentante
del periodo di transizione tra
l'architettura rinascimentale e
quella manieristica, autore della
prima edizione in italiano del De
architectura di Vitruvio (I sec.
A.C.).
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Leon Battista Alberti – Santa Maria Novella – Firenze (1470)
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La facciata marmorea di Santa Maria Novella è fra le opere più importanti
del Rinascimento fiorentino, pur essendo stata iniziata in periodi
precedenti. Venne completata definitivamente solo nel 1920. L. B. Alberti
tra 1458 e 1478 completò la facciata con le due volute e timpano con marmi
policromi, armonizzandoli con la parte già esistente.
L'intera facciata si inscrive esattamente in un quadrato. Un quadrato
minore, il cui lato è la metà di quello maggiore, definisce il rapporto tra i
due piani.
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L. B. Alberti – S.M. Novella – studio delle proporzioni
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F. Brunelleschi
Lanterna di S. M. del Fiore
Le volute
L. B. Alberti
S.M. Novella
La voluta
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L. B. Alberti - Mantova – Basilica di S. Andrea (dal 1472) – studio della
facciata
Evidente la sovrapposizione fra lo schema templare classico e l’arco di
trionfo romano.
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La Basilica Concattedrale di
Sant'Andrea è la più grande
chiesa di Mantova. Edificata
nel Medioevo in luogo di un
monastero benedettino (i cui
unici resti sono il campanile
gotico e un lato del chiostro
sul lato destro), l'edificio
venne rimaneggiato a partire
dal 1472, su progetto di
Leon Battista Alberti, su
committenza di Ludovico III
Gonzaga.
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Tempio Malatestiano
(1450 -1470 circa)
•
Il Tempio Malatestiano, usualmente indicato dai cittadini come il
Duomo, è la chiesa maggiore di Rimini. Nell'area è documentata già
nel IX secolo una chiesa chiamata Santa Maria in Trivio, sostituita nel
XII secolo da una di stile gotico, detta di San Francesco, retta
dall'ordine francescano.
•
Soltanto in epoca rinascimentale, Leon Battista Alberti concepì l’idea
di rinnovare completamente l'esterno edificando un involucro attorno
alla chiesa preesistente e aggiungere un'imponente cupola.
•
La struttura progettata dal genio genovese non fu completata. Anche
l'ampia cupola, che doveva essere tra le maggiori in Italia, non fu
realizzata in seguito al sopraggiungere della triste situazione
economica dei Malatesta che rese impossibile il completamento
dell'opera. Della cupola non si conosce nemmeno quale sarebbe stata
la sua configurazione e struttura in quanto l'unica documentazione ci
viene data da un’incisione di Matteo de’ Pasti su di una medaglia del
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1450.
RECTO DELLA MEDAGLIA DI
SIGISMONDO MALATESTA
L. B. Alberti
Tempio malatestiano:
facciata principale
RAFFIGURAZIONE DEL
TEMPIO MALATESTIANO
SECONDO IL PROGETTO
DI L. B. ALBERTI
Rimini
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L. B. Alberti - Tempio malatestiano - Rimini
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L’urbanistica
•
Un tratto nuovo ed essenziale dell'architettura rinascimentale fu
l'elaborazione teorica circa la forma da dare alla città. Tali riflessioni,
espresse in scritti, schemi e trattati, sono genericamente riassunti
sotto la definizione di "città ideale" e identificate nello schema
radiale a simmetria centrale in rapporto con le ricerche sulla pianta
centrale che, con le conseguenti simbologie, caratterizza le
esperienze architettoniche più avanzate tra XV e XVI secolo.
•
L'idea di dare alla città una forma geometrica ordinata e razionale in
contrapposizione alla città medioevale, facendone un simbolo della
concezione artistica e filosofica di tutto il Rinascimento, maturò
lentamente nelle opere dei trattatisti del XV secolo, a partire da Leon
Battista Alberti.
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Città ideale- attribuita a Luciano Laurana, m 0,60 x 2,
Urbino Galleria Nazionale delle Marche -1470 circa
La Città Ideale, nell'opera di un ignoto artista fiorentino, esposto nella
Galleria nazionale delle Marche, è il "luogo ideale" in cui la classicità
"moderna" trova la "sua" rappresentazione e raggiunge il suo culmine. Il
pittore (che alcuni identificano in Piero della Francesca o nella sua scuola,
mentre altri optano per un'attribuzione a Leon Battista Alberti o a Luciano
Laurana, secondo quanto descritto in calce allo stesso dipinto) ha voluto
rappresentare il modello di assoluta perfezione della città rinascimentale,
Si tratta di un caso classico di utopia.
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PIENZA
Pienza è un comune di 2.190
abitanti della provincia di
Siena. Per la bellezza del suo
centro storico rinascimentale
nel 1996 è entrata a far parte
dei Patrimoni naturali, artistici,
culturali dell'UNESCO, seguita
poi nel 2004 dalla stessa zona
valliva in cui sorge: la Val
d'Orcia.
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La storia di Pienza, al contrario di quella dei
comuni vicini, non è caratterizzata da lunghi
periodi di vicende medievali e guerre. La città
infatti altro non era che un piccolo borgo fino
al 1462, conosciuto col nome di Corsignano.
L'evento che cambiò le sorti di Pienza fu la
nascita nel 1405 di Enea Silvio Piccolomini
che 53 anni dopo divenne Papa Pio II. Proprio
un viaggio del pontefice verso Mantova lo
portò ad attraversare il luogo di nascita e il
degrado che trovò lo portò a decidere la
costruzione sopra l'antico borgo, affidandone
il progetto all'architetto Bernardo Rossellino
allievo di Leon Battista Alberti: costruzione
che durò circa quattro anni e portò alla luce
una cittadina armoniosa e con forme
tipicamente quattrocentesche. La morte
prematura di papa Pio II chiuse anche la storia
del comune che da allora è rimasta pressoché
invariata. E’ uno dei rarissimi progetti di città
ideale del Rinascimento messi in pratica.
Pio II, nato Enea Silvio
Piccolomini (Corsignano,
18 ottobre 1405 – Ancona,
14 agosto 1464), fu il 210°
papa della Chiesa cattolica
dal 1458 alla morte.
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Gran parte del rilevante patrimonio storico-artistico di Pienza si
concentra nella suggestiva piazza dedicata al pontefice Pio II, personalità
che tanto ha dato alla cittadina, cercando di farne la sua "città ideale" del
Rinascimento. I suoi progetti, affidati a Bernardo Rossellino, vennero
completati solo parzialmente, ma restano tutt'oggi uno degli esempi più
significanti di progettazione urbanistica razionale del Rinascimento
italiano. Ben visibile è la Cattedrale (1459-62), di fronte il Palazzo
Comunale e accanto Palazzo Vescovile e Palazzo Piccolomini.
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Piazza Pio II: la Cattedrale (1459-62) e Palazzo Piccolomini.
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Piazza Pio II: il municipio, il palazzo vescovile e la Cattedrale
La cattedrale di
Pienza è
dedicata a
Santa Maria
assunta.
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Il Palazzo Piccolomini di Pienza,
residenza estiva di Enea Silvio
Piccolomini, Papa Pio II, è fra i
primi esempi di architettura
rinascimentale.
Edificato nel 1459 dal noto
architetto Bernardo Rossellino,
allievo di Leon Battista Alberti,
attualmente si presenta al
massimo del suo splendore sia
esternamente che internamente
grazie all’importante e recente
intervento di restauro.
La famiglia Piccolomini ha abitato
il Palazzo fino al 1962, anno in cui
la proprietà passò per testamento
all’Ente morale di Siena Società di
Esecutori di Pie Disposizioni.
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Rossellino fa tesoro
dell’esperienza maturata
a Firenze con Palazzo
Rucellai.
Il palazzo, commissionato
dal ricco mercante
Giovanni Rucellai, fu
costruito tra il 1446 e il
1451 da Bernardo
Rossellino, su disegno di
Leon Battista Alberti.
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Palazzo Piccolomini: cortile interno
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Il palazzo presenta un doppio cortile porticato. Uno interno
quadrangolare e uno esterno affacciato sullo splendido panorama della
Val d’Orcia.
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Pio II abbraccia decisamente la nuova architettura in opposizione alla città
medievale dominata dalle dimore turrite e fortificate delle famiglie più potenti.
La vicina San Gimignano (SI)
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Il primo a dare uno schema geometrico rigoroso per una città
utopica e fantastica fu Filarete che, nel suo trattato, disegna la
pianta di Sforzinda, con uno schema di tipo radiale che
caratterizzerà tutte le teorizzazioni successive.
La pianta stellare, derivata dalle strutture centralizzate del
Rinascimento, fonda il disegno di Sforzinda, la città immaginaria su
cui si sviluppa il Trattato di Architettura, datato intorno al 1464, di
Antonio Averlino detto il Filarete.
La figura di base è una stella con otto punte inscritta in un fossato
circolare; dal centro dell'abitato si irradiano sedici vie, unite da un
anello viario intermedio, mentre la piazza principale è ancora legata
alla tradizione medioevale, con il castello e la chiesa che si
fronteggiano in uno spazio di forma rettangolare.
Il nome della città è un omaggio che il Filarete fa al destinatario
dell'opera: il Duca di Milano, Francesco Sforza.
Tuttavia in Sforzinda la scala dimensionale della città è enorme
rispetto alle città dell'epoca e non consente a Filarete una chiara
definizione degli spazi urbani e del tessuto edilizio per il quale non
da alcuna indicazione, forse non riuscendo a conciliare la struttura
radiale delle principali strade con la maglia ortogonale implicita della
rappresentazione del centro città.
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Antonio di Pietro Averlino o anche Averulino
detto il Filarete, cioè "colui che ama le virtù" (Firenze, 1400 – Roma, 1469)
Pianta di Sforzinda (1464)
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Francesco di Giorgio Martini propone un repertorio di
forme simmetriche e rigorose, combinando impianti
radiocentrici ed a scacchiera e tenendo conto delle nuove
esigenze di difesa bastionata dalle artiglierie.
Fu proprio l'evoluzione delle tecniche di fortificazione "alla
moderna", dovuta all'introduzione, a partire dal
Quattrocento, delle armi da fuoco, che darà, all'idea
rinascimentale di città radiocentrica, la possibilità di
materializzarsi in concrete realizzazioni.
Infatti la ricerca teorica circa la forma della città,
sull'esempio di Francesco di Giorgio Martini, si orientò
rapidamente verso la definizione geometrica della forma
urbana affidata al perimetro fortificato che a sua volta
diventò poligonale, verso forme sempre più complesse
fino alla configurazione stellata.
L'ideale geometrico ed utopico della città rinascimentale si
trapiantò nella tecnica delle fortificazioni, sopravvivendo
così come forma e non come immagine simbolica, al
contatto di precise esigenze funzionali.
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Palmanova (Palme in friulano) è un comune di 5.352 abitanti della
provincia di Udine. Città fortezza costruita dai Veneziani nel 1593, è
chiamata la città stellata per la sua pianta poligonale a stella con 9 punte.
Dal 1960 è monumento nazionale.
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Per rafforzare le difese sul
territorio friulano, Venezia
decise di costruire ex-novo
una fortezza al centro della
pianura friulana, che potesse
fermare le scorrerie dei
Turchi e arginare le mire
espansionistiche degli
Asburgo. Alla realizzazione
del progetto partecipò
un’equipe di ingegneri,
trattatisti ed esperti architetti
militari dell’Ufficio
Fortificazioni di Venezia fra
cui il soprintendente
generale Giulio Savorgnan. Il
7 ottobre 1593 fu posta la
prima pietra per la
costruzione della nuova
fortezza e Marc’Antonio
Barbaro fu nominato primo
Provveditore Generale di
Palma.
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Palmanova (UD)
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Durante il periodo
veneto la fortezza fu
dotata di due cerchie
di fortificazioni con
cortine, baluardi,
falsebraghe, fossato e
rivellini a protezione
delle tre porte
d’ingresso alla città.
Palmanova fu
concepita soprattutto
come macchina da
guerra: il numero dei
bastioni e la
lunghezza dei lati
furono stabiliti in base
alla gittata dei cannoni
del tempo.
Palmanova - Piazza Grande
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SABBIONETA
Sabbioneta è un comune italiano di 4.372 abitanti
della provincia di Mantova in Lombardia. È stata
dichiarata nel 2008 con Mantova Patrimonio
dell'umanità dall'UNESCO.
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La cittadina, costruita in base ai principi umanistici della città ideale,
ospita al suo interno diversi monumenti fra cui il Palazzo Ducale o
Palazzo Grande, residenza ducale e luogo deputato all'amministrazione
dello stato, il Teatro all'Antica o Teatro Olimpico (1590) progettato da
Vincenzo Scamozzi, la Galleria degli Antichi o Corridor Grande, deputata
ad ospitare la collezione di marmi antichi nonché i trofei di caccia. La
città fu fondata da Vespasiano Gonzaga Colonna tra il 1554/1556 e il
1591, anno della sua morte, nel luogo in cui sorgevano una rocca e un
antico insediamento.
Vespasiano I Gonzaga (Fondi
1531 – Sabbioneta 1591) è
stato un mecenate italiano.
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Sabbioneta: palazzo Ducale
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Sabbioneta: teatro Olimpico
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Sabbioneta: teatro Olimpico
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Sabbioneta: galleria degli Antichi
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Sabbioneta: galleria degli Antichi
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Sabbioneta: galleria degli
Antichi
ingresso
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GRAMMICHELE (CT)
(13.452 abitanti)
Distrutta dal terremoto del 1693 la
città di Echetla, gli abitanti si
trasferirono nel luogo attuale,
dove fu fondato il borgo di
Grammichele, che ebbe in
seguito rapido sviluppo.
La pianta della città fu ideata dal
principe Carlo Maria Carafa
Branciforte, signore del luogo, e
disegnata dal frate architetto
Michele da Ferla.
Evidente il riferimento alla città –
fortezza di Palmanova.
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Lavagna in ardesia incisa
da Fra Michele da Ferla
nel 1693 anno di
fondazione della Città ad
opera del Principe Carlo
Maria Carafa.
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