articolo - Piccole Sorelle del Vangelo
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articolo - Piccole Sorelle del Vangelo
TESTIMONIANZA DI UNA POSTULANTE Vanna, Italiana, ha fatto un anno di postulando nella fraternità di Mulhouse (Francia). Prima di partire per Salapumbe (Camerun) e continuare la formazione. Ci scrive: Dare forma scritta a un momento del mio vissuto è per me una grande sfida, ma altrettanto grande è il desiderio di condividere con voi la mia esperienza. La fine di ogni esperienza dà sempre a ciò che si vive un sapore particolare; le relazioni con le colleghe di lavoro si sono fatte più profonde, i legami con la gente del quartiere sono divenuti più stretti, la vita in fraternità si è fatta sempre più fraterna… Avrei voglia di raccontarvi tutte le cose straordinarie vissute nell’ordinario, le esperienze più particolari o più simpatiche, ma mi limiterò a qualche aneddoto. Le scarpe simbolo dell’incontro… Nella fraternità di Mulhouse bisogna fare attenzione quando si cammina nello stretto corridoio dell’appartamento perché si rischia di inciampare nelle scarpe! Mi piace vederle, lì per terra, fuori dalla porta della cappella, segno che qualcuno sta vivendo un incontro con il Signore… mi piace togliere le mie.. per prepararmi, per ricordare con questo gesto l’importanza, la sacralità di quel momento… La porta rotta “Vado da B.- mi dice una sorella- vive sola, sette piani sopra il nostro… Ha una malattia psichica… Nel suo appartamento non c’è niente, giusto un tavolo, un letto, il fornello a gas. Vado a portarle da mangiare perché la sua porta non chiude più e lei non può andare a far la spesa lasciandola aperta. Non ha nessuno che le stia vicino. La polizia ha rotto la porta per entrare da lei quando non si è presentata all’ospedale per prendere i medicinali…, ci vuole pazienza, aspettare che la sua tutrice faccia le pratiche necessarie per aiutarla, nel frattempo la aiutiamo in questo modo…” Questa disavventura di B. è cominciata il giorno dopo il mio arrivo ed è durata diversi giorni. Ho avuto subito l’occasione di fare esperienza dell’aspetto più “crudo” del quartiere. E questa era una cosa da poco in confronto con tutte quelle che vediamo o che ci sono raccontate! Il quartiere dei Coteaux è un crocevia di culture, nazionalità, necessità molto diverse. Qui, dove è raro incontrare degli abitanti di origine francese, si capisce subito cosa possa essere la povertà nel nostro occidente molto evoluto! A Mulhouse mi sono scontrata con realtà che fino a quel momento avevo conosciuto solo in teoria: la solitudine, l’isolamento, la malattia psichica, la violenza, la povertà economica, quella affettiva e sociale, l’assenza di amore…, abbastanza per restarne sconvolti! Il fiore nel deserto Nello stesso tempo, in contrasto, ecco il lato meraviglioso del quartiere: ricchezza di umanità, solidarietà, accoglienza, condivisione, sorriso, desiderio di progredire, di migliorare la propria vita… è straordinaria la forza che anima tante persone ferite dalla vita… Forza che stupisce, che colpisce una ragazza come me che ha avuto una vita relativamente semplice; subito mi si è presentata la domanda: “E tu, al loro posto?” seguita da: “Signore, sii Tu la mia forza!”, e ancora: “Signore manda il tuo Spirito su chi non ne può più, su chi è oppresso da uno scoraggiamento troppo forte!”. Impotenza ricreatrice Vivere il senso dell’impotenza davanti alle sofferenze delle vicine, e anche del mondo, che grazie alla Fraternità mi è sempre più vicino, è stato doloroso ma molto importante. Mi ha ridimensionato come persona, come creatura. Questa sensazione è stata, come in passato, una benedizione perché mi ha spinto verso la preghiera, verso la contemplazione della croce e mi ha fatto riflettere sull’importanza di “esserci”, di ascoltare, di accogliere, con tutta la mia povertà. E’ un cammino di spogliazione che dura tutta la vita. Per il momento vivo del desiderio di poterci arrivare un giorno, per grazia. Il giornale e la Bibbia A Mulhouse ho scoperto più da vicino l’importanza della politica sociale e l’importanza di conoscerla per poter indirizzare alle istituzioni competenti le persone che sono nel bisogno. Mi sono resa conto della mia ignoranza di ciò che avviene veramente nel mio Paese. Un giorno un amico mi ha detto: “in una mano la Bibbia, nell’altra il giornale”… anche in questo ho davanti a me un lungo cammino! Una giovane cattolica che esce dal suo piccolo mondo Mulhouse mi ha riservato un altro bel regalo: l’interculturalità, l’interreligiosità, l’ecumenismo e anche un altro volto di Chiesa. Per un’Italiana che è nata e cresciuta in ambiente cattolico è stato molto arricchente poter partecipare al gruppo studentesco cattolico-protestante, fare volontariato alla Caritas con volontari e utenti di diversi credo religiosi, lavorare in un ristorante con persone di origini molto diverse e partecipare agli incontri tra la nostra parrocchia e la parrocchia protestante. E’ stato bello confrontarmi nella vita quotidiana con le mie colleghe, parlare col pastore protestante, partecipare alla festa delle religioni. Ora vi lascio, parto per Salapumbe (Cameroun) con un piccolo brivido nel cuore. So che sarà una tappa molto importante per il mio cammino. Spero, con l’aiuto dello Spirito, di lasciarmi sconvolgere e scuotere tanto quanto sarà necessario. Vi chiedo di continuare a pregare per noi postulanti, perché i nostri cuori siano aperti e pronti ad ascoltare il messaggio nel “soffio leggero” rivolto personalmente a ciascuna di noi … Che i nostri cuori siano attenti ed aperti per comprendere se veramente il Signore ci chiama alla vita religiosa per diventare insieme a voi, giorno dopo giorno, sempre più pazze del suo Amore per tutta l’umanità!