libia: dopo laguerra, gli affari. neltrionfo diplomatico

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libia: dopo laguerra, gli affari. neltrionfo diplomatico
Sabato
03 Settembre 2011
Direttore
Antonio Ciliento
Anno III - Numero 23
www.gazzettinoeuropeo.it
GAZZETTINO EUROPEO
PARLAMENTO EUROPEO
SETTIMANALE DI INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE COMUNITARIA PER L’EUROPA E IL MEDITERRANEO
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
L’incontro per sancire la fine delle operazioni militari e delineare un progetto per la transizione politica e la ricostruzione della "nuova Libia"
LIBIA: DOPO LA GUERRA, GLI AFFARI. NEL TRIONFO
DIPLOMATICO DI PARIGI, L’ITALIA RIDIMENSIONATA
Senza esclusione di colpi la guerra sotterranea tra Francia, In secondo piano nella coalizione guidata da Parigi e Londra,
Italia e Regno Unito, per lo sfruttamento delle risorse libiche l'Italia teme di essere tagliata fuori dalle grandi commesse
Le autorità di Damasco continuano a rifiutarsi di fornire una lista dei civili uccisi
MISURE ANTICRISI 1
ITALIA: LA NUOVA
MANOVRA DELUDE
L’EUROPA
MISURE ANTICRISI 2
DALL’UE UNA NUOVA CONDANNA PER LE
VIOLENZE IN SIRIA: LA “LISTA DEI MORTI”
CONTA GIÀ 3.300 VITTIME
L'Alto rappresentante della politica estera dell’Ue Catherine Ashton
ha invocato uno stop immediato delle violenze «indiscriminate» e
della «repressione brutale» messa in atto dalle forze di polizia del
presidente dittatore Bashar al Assad. Tra le vittime il vignettista Ali
Farzat (nella foto), cui sono state brutalmente spezzate le mani
TASSE IN GERMANIA
TASSE IN FRANCIA
BONN: ARRIVA IL
PARCHIMETRO PER LE
“LUCCIOLE” IN STRADA
UNA TASSA SULLE BIBITE
GASSATE: IN FRANCIA
LA MANOVRA SI FA COSÌ
Una notte di lavoro, costa 6
euro. L'iniziativa è scattata
nei giorni scorsi a Bonn
dove sono stati installati
dispositivi che rilasciano
un biglietto apposito
Risanare il deficit economico
e combattere l'obesità. Con
questi due obiettivi nasce
la tassa sulle bevande
gassate recentemente ideata
dal governo di Parigi
I RICCHI DI FRANCIA E
GERMANIA VOGLIONO
ESSERE PIÙ TASSATI
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Gazzettino Europeo
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L’incontro per sancire la fine delle operazioni militari e delineare un progetto per la transizione politica e la ricostruzione della "nuova Libia"
LIBIA: DOPO LA GUERRA, GLI AFFARI. NEL TRIONFO
DIPLOMATICO DI PARIGI, L’ITALIA RIDIMENSIONATA
Dietro l'intesa annunciata dai partecipanti alla conferenza di Parigi sulla
"nuova Libia" si nasconderebbe una
guerra sotterranea tra Francia, Italia e
Regno Unito per lo sfruttamento delle
risorse del paese. Sullo sfondo della
guerra, dunque, la sete di petrolio.
La rivelazione è di
Presseurop, che non ha
mancato di registrare le
reazioni della stampa dei
tre paesi appena conclusa
la conferenza del 1° settembre. A sei mesi dall'inizio della campagna contro Muammar Gheddafi,
Nicolas Sarkozy e David
Cameron hanno, infatti,
invitato a Parigi i rappresentanti di una sessantina
di Paesi e Ong e quelli del
Consiglio nazionale di
transizione libico, con l’obiettivo di sancire la definitiva conclusione delle operazioni
militari e, al contempo, delineare un
progetto per la transizione politica e
la ricostruzione della "nuova Libia".
Libération ha parlato di una "prova
del fuoco vittoriosa in Libia, che
rimette in sella la Francia e in sintonia
con il nuovo mondo arabo". Secondo
il quotidiano quella in Libia è stata
"una guerra lampo diplomatica e un
scommessa militare audace". Un successo di cui "le imprese petrolifere
francesi potranno largamente approfittare". "Almeno questo è ciò che sta
scritto nero su bianco in un documento finito nelle mani di Libération. Il
testo è firmato dal Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt). Il fatto
che i paesi più impegnati nel conflitto
al fianco degli insorti saranno i più
favoriti dal Cnt, in particolare per
quanto riguarda i ricchi (e ancora
incerti) contratti petroliferi, è di pubblico dominio. Tuttavia il documento
mostra chiaramente che già da mesi
sono stati presi impegni precisi con
tanto di cifre".
Secondo il quotidiano il 3 aprile,
ovvero appena 17 giorni dopo l'adozione della risoluzione 1973 da parte
del Consiglio di sicurezza dell'Onu, il
Cnt ha inviato una lettera all'emiro
del Qatar, che ha giocato un ruolo
fondamentale nei rapporti tra i ribelli
e la Francia. Nella lettera si precisa
che l'accordo sul petrolio stipulato tra
Parigi e il Cnt come rappresentante
legittimo dello stato libico assegna ai
francesi il 35 per cento del totale del
petrolio greggio.
Il trionfo diplomatico francese, con il
suo corollario energetico, mette in
grande agitazione l'Italia. In secondo
piano nella coalizione guidata da
Parigi e Londra, l'ex potenza coloniale teme di essere tagliata fuori e di
non poter partecipare alla spartizione
della torta libica. "E l’Italia, che di
Libia era il primo partner economico
e legato da un trattato di amicizia
siglato a costo di una mésalliance?",
si domanda La Stampa. "L’Italia che
sarà invece in seconda fila oggi a
Parigi, con l’Eni che in futuro dovrà
contendere a francesi e inglesi i nuovi
contratti energetici?". In ogni caso
anche Roma, nota il quotidiano di
Torino, "corteggia il Cnt per salvare i
suoi contratti".
"La strana guerra di Libia è stata
voluta essenzialmente da Parigi e in
seconda battuta da Londra. Nicolas
Sarkozy cercherà quindi di raccogliere i frutti del suo impegno, guidando
la ricostruzione economica. La presenza dell’Italia in Libia ne uscirà
fatalmente ridimensionata", sottolinea Marta Dassù nel suo editoriale su
La Stampa. La politologa ricorda l'ostilità
storica nei confronti
degli italiani degli abitanti della Cirenaica, la
regione dove è nata la
ribellione. La portata
delle iniziative diplomatiche di Roma è
quindi limitata.
"L'talia aveva molto da
perdere dalla strana
guerra di Libia. E tuttavia, particolare che
sembra sfuggire, non
ha perso. La visita di
Paolo
Scaroni
a
Bengasi conferma che l'Eni è in grado
di salvaguardare i propri accordi
energetici". Quanto agli europei,
"dopo essersi divisi sulla guerra […]
hanno interesse a promuovere insieme un accordo fra i successori di
Gheddafi. […] Le illusioni di un condominio francobritannico sono già
fallite in passato, nel Mediterraneo.
Falliranno una seconda volta se gli
europei, in Libia, si contenderanno
una 'torta'. L'interesse comune degli
europei, e delle genti di Libia, è di
non dover rimpiangere Gheddafi.
Dopo di che gli affari verranno, per
chi sarà in grado di farli. Questa è l'unica competizione ammissibile fra le
democrazie del Vecchio Continente".
Nel Regno Unito non ci sono dubbi
sulle vere motivazioni della conferenza. Come sottolinea l'Independent "i
partecipanti saranno lì per capire
quali benefici possono trarne". "Chi
otterrà i contratti per lo smaltimento
dei rifiuti, il rifornimento d'acqua e lo
sfruttamento delle risorse petrolifere
di un paese ricco di giacimenti? Per
gli occidentali le occasioni di guadagno sono innumerevoli, per questo i
libici e gli arabi sono tanto scettici
sulle loro intenzioni 'umanitarie'".
Per questo motivo, e per evitare che
"una situazione politica precaria
degeneri in una faida per l'arricchimento personale", il Financial Times
suggerisce la creazione di "un sistema
di garanzia credibile nel settore dell'energia" e il raggiungimento di un
"ampio accordo costituzionale in
grado di permettere ai libici di governarsi autonomamente, come un popolo libero".
In tale contesto, perplessità si registrano circa la posizione di Berlino
che, di fatto, resta relegata in un ruolo
assolutamente marginale.
Il successo della campagna di Libia
ha provocato non poco imbarazzo in
Germania. Come è noto, Berlino non
aveva approvato l'impiego della forza
per stabilizzare il paese, e così mentre
ora si discute della ricostruzione e dei
contratti futuri è costretta a rimanere
ai margini.
Secondo la Süddeutsche Zeitung sul
banco degli imputati è finito soprattutto il ministro degli esteri Guido
Westerwelle. Dopo il successo militare della Nato il ministro aveva attribuito il merito della caduta del regime di Gheddafi all'embargo internazionale nei confronti di Tripoli, sostenuto dalla Germania, e non all'insurrezione
armata.
In
seguito
Westerwelle, spinto dalla cancelliera
Angela Merkel, ha fatto marcia indietro. Ciononostante, nota il quotidiano
bavarese, il ministro "è stato attaccato da tutti i politici, qualsiasi fosse la
loro opinione sull'intervento della
Nato in Libia. Dopo la sconfitta di
Gheddafi la situazione è radicalmente
cambiata: tutti esprimono il loro
'rispetto' per la Nato. Il sollievo per la
caduta del colonnello rende più facile
sostenere una guerra il cui obiettivo
reale non è mai stato la sconfitta del
dittatore".
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03 Settembre 2011
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REPRESSIONE
IN SIRIA
La Commissione Europea condanna
fermamente l'escalation di repressioni in Siria e annuncia azioni contro il
regime al potere.
In uno statement, l'alto rappresentante per la politica estera dell'UE,
Catherine Ashton, ha ribadito la
condanna da parte dell'Unione verso
la brutale campagna di Bashar alAssad e del suo regime contro la
propria gente, chiedendo che le prepressioni vengano fermate.
Allo stesso tempo l'UE ha contattato i partners della regione ed ha
chiesto una sessione speciale del
Consiglio dei Diritti Umani
dell'ONU in Siria. L'alto rappresentante ha espresso la sua continua e
profonda preoccupazione «per le
violenze perpetrate dal regime siriano contro i dimostranti pacifici, gli
attivisti di diritti umani e più in
generale il popolo siriano» è scritto
in una nota ufficiale. La Ashton ha
rinnovato la sua condanna alla
repressione, e in particolare all'attacco contro il vignettista Ali Farzat,
«rapito e brutalizzato (le forze dell'ordine gli hanno spezzato le mani)
per avere espresso le sue opinioni».
Un caso tra i più gravi di violazione
dei diritti umani, secondo il rappresentante Ue.
Nel frattempo si riaggiorna, tristemente il bollettino delle vittime.
Sono circa 3.300 i siriani uccisi dalla
repressione del regime di Damasco
da metà marzo scorso. Lo ha dichiarato l'Organizzazione nazionale per i
diritti umani in Siria diretta dal dissidente Ammar Qurabi, che da oltre
DISCIPLINA
DI BILANCIO
DALL’UE UNA NUOVA CONDANNA PER LE VIOLENZE DEL REGIME
IN SIRIA. VARATE NUOVE SANZIONI, MA C’È IL NO DELLA RUSSIA
dieci anni lavora nel Paese come
ricercatore nell'ambito umanitario
ma che nelle ultime settimane è stato
costretto a fuggire dalla Siria.
Il regime siriano dal canto suo si è
rifiutato di fornire una lista dei civili
uccisi sostenendo che circa 500 tra
soldati e poliziotti sono stati uccisi
da bande di terroristi armati. Qurabi
invece ha fornito agli organi stampa
la lista delle vittime, per lo più civili
e riporta anche un conto parziale
delle centinaia di persone arrestate
dai servizi di sicurezza nell'ultima
settimana del mese islamico di
Ramadan.
Le autorità di Damasco hanno bandito gran parte dei media stranieri e
arabi dal Paese ed è quindi impossibile verificare sul terreno le informazioni fornite dagli attivisti.
Nella sola giornata di martedì, alme-
no sette manifestanti anti-regime
sono stati uccisi in varie città della
Siria dalle forze di sicurezza, che
hanno disperso alcune proteste formatesi all'uscita delle
moschee, dove si è celebrato il primo giorno
dell'Eid al-Fitr, la fine
del mese di Ramadan.
Di queste, quattro sono
morte ad Al-Harra, due
a Inkhil, nella provincia
di Deraa, e una a Homs.
Anche se l'Ong d'opposizione, l'Osservatorio
siriano sui diritti umani
pala di tre morti e nove
feriti.
Alle
condanne
di
Ashton, seguono le anticipazioni su ulteriori
sanzioni contro il regime. La Commissione
europea sta infatti preparando l'embargo europeo contro il petrolio
siriano. Le nuove sanzioni potrebbero essere concluse entro la fine di
questa settimana, in occasione dell'informale esteri (Gymnich) che si
tiene a Sopot (Polonia) tra ieri
venerdì 2 settembre ed oggi.
L'imposizione di nuove misure
restrittive per la prima volta colpiranno il settore degli idrocarburi.
«C'è un accordo di principio tra i 27
per rafforzare le sanzioni contro
Damasco, non solo aggiungendo
nomi alla lista degli individui e delle
società già colpiti, ma prendendo di
mira altri settori, includendo per la
prima volta anche quello degli idro-
carburi», hanno indicato fonti
dell'Unione, da Bruxelles.
L'accordo di principio potrebbe tradursi in un prossimo embargo europeo sulle importazioni di petrolio
provenienti dalla Siria. Si prevede
però che il rafforzamento delle misure restrittive contro il regime siriano,
che continua con la violenza e la
repressione nonostante i ripetuti
appelli della comunità internazionale, possa esser discusso dai ministri
degli Esteri dell'Unione europea al
consiglio informale Esteri in
Polonia.
«Tra i 27 non ci sono dubbi sul fatto
che il presidente Assad ha perso tutta
la sua legittimità e se ne deve andare», hanno rilevato le fonti, affermando poi che «c'è un'intesa di principio sulla necessità di accentuare la
condanna del regime, non solo con
un rafforzamento dell'attuale impianto sanzionatorio, ma con l'aggiunta
di misure restrittive contro nuovi settori».
Intanto, una condanna delle possibili
nuove sanzioni contro la Siria adottate dall'Ue arriva dal ministro degli
Esteri russo, Sergei Lavrov, secondo
il quale "non porteranno a nulla di
buono". A margine di un vertice delle
ex repubbliche sovietiche a
Dushanbe, in Tagikistan, Lavorv ha
affermato, citato dalle agenzie locali:
"Abbiamo sempre detto che le sanzioni unilaterali non portano a nulla
di buono, danneggiano l'approccio di
partnership a qualsiasi crisi". "Siamo
contro le sanzioni unilaterali", ha
ribadito concludendo.
LA NUOVA MANOVRA DELUDE L’EUROPA: TRICHET
ESORTA L'ITALIA AL RISPETTO DEGLI IMPEGNI PRESI
L'Italia deve rispettare gli impegni presi e portare
avanti l'ambizioso piano di risanamento dei conti
annunciato ad agosto. Questa, secondo l'attuale
Presidente della BCE Jean Claude Trichet è
l'unica via per garantire al Bel Paese lo sviluppo delle potenzialità inespresse.
Purtroppo, i continui cambiamenti di contenuti della manovra e la mancanza di chiarezza sulle azioni da intraprendere, continuano
a spiazzare i mercati e le autorità europee
Al 6 di agosto la Commissione Europea
aveva chiesto di trasformare subito in misure concrete le “coraggiose decisioni” annunciate dal governo. A bocce quasi ferme, fonti comunitarie - secondo una nota de Linkiesta - commentano così la “nuova” manovra: «Ci saremmo aspettati delle decisioni rapide e soprattutto chiarezza,
perché questo vogliono i mercati. Un continuo
cambio di misure annunciate e un continuo allungamento dei tempi vanno nella direzione opposta».
Dal grande annuncio del premier sono ormai passate quattro settimane tra risse, bisticci, minacce e
quant'altro, con una continua modifica delle misure annunciate, aumento Iva sì, anzi no, tassa ai ricchi no, sì, taglio agli enti locali, forse meno, eliminazione province e chi più ne ha più ne metta.
Insomma, un caos collettivo. «Le decisioni di
lunedì - commentava laconico il Wall Street
Journal nei giorni scorsi - indicano per la terza
volta quest'estate che il governo proclama misure
di austerity, spingendo gli analisti a mettere in dubbia la sua credibilità».
Quel che osserva il quotidiano finanziario americano rispecchia ciò che si
pensa a Bruxelles. Ufficialmente, la
Commissione Europea non si pronuncia, aspetta di vedere nero su bianco le
proposte. Si sa però che i contatti,
come ha spiegato lo stesso portavoce
del commissario Rehn, Amadeu
Altafaj, «sono quotidiani». Fuori dai
denti e dietro le quinte il tono dei commenti che registriamo è questo: «Di fronte alla gravità della situazione - dicono fonti comunitarie - ci
saremmo aspettati delle decisioni rapide e soprattutto chiarezza, perché questo vogliono i mercati.
Un continuo cambio di misure annunciate e un continuo allungamento dei tempi vanno nella direzione opposta». Le fonti aggiungono lapidarie: «la
risposta l'Italia l'avrà, se non dall'Ecofin informale
a Breslavia (il 16 e 17 settembre n.d.r.), dai mercati». Bruxelles preoccupata? Risposta: «eccome».
Una cosa è già chiara: i tecnici di Rehn storcono
decisamente il naso di fronte a calcoli basati su
entrate derivanti dal rafforzamento della lotta all'evasione, che dovrebbe sopperire al gettito che
avrebbe portato la tassa ai superricchi, cancellata
dal Cavaliere. «Come si è visto nel caso della
Grecia - confermano le fonti comunitarie - calcoli
di questo genere sono aleatori, e dunque rischiosissimi e di conseguenze difficilmente affidabili». E
difficilmente la Commissione si farà abbindolare
da misure grottesche come l'eliminazione delle
province per via Costituzionale (cioè alle calende
greche) anziché di alcune immediatamente, per
decreto.
Non c'è solo Bruxelles, d'altronde. C'è anche la
Banca Centrale Europea, che finora ha salvato
l'Italia e la Spagna con massicci acquisti di titoli di
Stato dei due paesi. «La Bce - avvertono fonti
comunitarie a Bruxelles - non potrà continuare a
lungo con gli acquisti di Btp, soprattutto se la
manovra italiana non sarà convincente». Del resto
Trichet ha già dovuto fronteggiare le pesantissime
critiche del presidente tedesco Christian Wulff,
proprio per l'acquisto di titoli di stati in crisi debitoria. Ieri, in un'audizione davanti al Parlamento
Europeo, Trichet ha da un lato difeso la legittimità
giuridica dell'operazione, dall'altro ha lanciato un
chiaro avvertimento, il cui destinatario è chiarissimo: «gli acquisti (di titoli di Stato) sul mercato
secondario - ha avvertito - non possono essere usati
per aggirare il principio della disciplina di bilancio». Peccato invece che proprio il calo dello
spread dei Btp con i Bund tedeschi - dovuto alla
Bce - abbia indotto i nostri politici a perdere il
senso d'urgenza e di rigore nella manovra.
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03 Settembre 2011
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Istituito dall'UE nel 2003, l'APF è lo strumento tramite il quale l'Unione sostiene il programma per la pace e la sicurezza in Africa
L'UNIONE EUROPEA RIBADISCE IL SUO SOSTEGNO ALLA PACE E ALLA
SICUREZZA IN AFRICA CON UN FINANZIAMENTO DI 300 MILIONI DI EURO
La Commissione europea ha deciso di alimentare il
Fondo per la pace in Africa (APF) con 300 milioni
di euro, per sostenere iniziative a
favore della pace e della sicurezza in
Africa a livello sia regionale che
continentale. Il finanziamento,
messo a disposizione dell'Unione
africana e di organizzazioni regionali africane per il periodo 2011-2013,
è destinato a sostenere iniziative
mirate, regionali e continentali, nei
settori della prevenzione, della
gestione e della soluzione dei conflitti e della
costruzione della pace.
Il Fondo per la pace fornisce finanziamenti sostanziosi e certi per operazioni di sostegno alla pace
guidate dall'Africa e per il rafforzamento delle
capacità di organizzazioni africane. È il principale
strumento di finanziamento del partenariato strategico Africa-UE sulla pace e la sicurezza.
Catherine Ashton, alto rappresentante per la politica estera dell'UE ha dichiarato: "L'Unione europea
non risparmia i suoi sforzi per sostenere il lavoro
svolto dall'Unione africana per pacificare il continente, come dimostra questo contributo supplementare. Plaudiamo ai paesi che hanno mobilitato le
loro truppe per missioni di sostegno alla pace, quale
l'AMISOM in Somalia. Tuttavia, occorre impegnarsi di più. Incoraggiamo quindi gli altri paesi africani a farsi avanti e sostenere l'Unione africana in
questo sforzo. Invito inoltre l'intera comunità internazionale a incrementare il suo contributo alla
costruzione della pace e della stabilità in Africa".
"Si calcola che in Africa più di 200 milioni di persone vivano tuttora in zone di conflitto, il che vanifica gli sforzi per alleviare la povertà", ha affermato il commissario UE per lo sviluppo Andris
Piebalgs, aggiungendo: "Per gettare le fondamenta
di uno sviluppo sostenibile in Africa, occorre garantire sicurezza e stabilità. Negli ultimi anni il Fondo
per la pace ha favorito numerose operazioni africane di sostegno alla pace. La decisione di
oggi conferma il saldo appoggio
dell'Unione europea alle organizzazioni africane nelle loro
iniziative volte a prevenire i
conflitti e a mantenere la pace
nelle zone critiche".
Oltre alle operazioni di pace,
l'APF sostiene l'Architettura africana di pace e di
sicurezza, imperniata sulla prevenzione, sulla
gestione e sulla soluzione dei conflitti. Istituito
dall'UE nel 2003 in risposta a una richiesta
dell'Unione africana, l'APF è lo strumento tramite il
quale l'Unione europea sostiene il programma per
la pace e la sicurezza in Africa, adottato a Lisbona
nel dicembre 2007
Le operazioni in corso finanziate tramite l'APF
sono la missione della Comunità economica degli
Stati dell'Africa centrale (CEEAC) per il consolidamento della pace nella Repubblica Centrafricana
(MICOPAX) e la missione dell'Unione africana in
Somalia (AMISOM).
In Somalia, l'APF finanzia l'operazione dell'Unione
africana di sostegno alla pace (AMISOM), che
appoggia le istituzioni federali transitorie somale
nei loro sforzi di stabilizzazione e nel proseguimento del dialogo politico e della riconciliazione.
Il contributo complessivo dell'APF all'operazione
ammonta a 208,4 milioni di euro e copre costi quali
indennità, assistenza sanitaria, alloggio, carburante
e apparecchiature di comunicazione.
Un altro esempio di iniziative di mediazione finanziate tramite il Fondo è il sostegno al gruppo di
attuazione ad alto livello dell’Unione africana
AGENDA DIGITALE: UN PROGETTO FINANZIATO DALL'UE PER
RENDERE I TERMINALI SELF SERVICE PIÙ ACCESSIBILI A TUTTI
Nell'UE esistono centinaia di migliaia di terminali
digitali pubblici, compresi i distributori di biglietti
dei trasporti pubblici, e almeno 425.000 distributori di banconote. Il mercato offre diverse soluzioni
tecniche per agevolarne l'uso,
quali le tastiere poste a portata
degli utenti in sedia a rotelle, le
etichette in Braille sui pulsanti o
le istruzioni vocali via altoparlante per gli utenti ipovedenti.
Tuttavia, queste soluzioni fondamentali sono spesso semplicemente non disponibili o non attivate perché la loro attivazione è
troppo complessa. Un progetto finanziato dall'UE
studia il modo di rendere più accessibili i terminali self service, come i distributori automatici di
biglietti per i trasporti pubblici o i chioschi informativi e i distributori di banconote, a uno dei sei
europei affetti da disabilità o agli 87 milioni di
europei ultrasessantacinquenni. Secondo uno studio dell'UE solo il 38% dei distributori automatici
di banconote in tutta l'UE offe funzioni vocali ai
clienti disabili. Siamo ben lontani dal 61% degli
USA e dalla quasi totalità degli sportelli automatici canadesi. La Commissione europea contribuisce
con 3,41 milioni di euro alla metà dell'intero bilancio al progetto APSIS4All, che mira a progettare e
convalidare interfacce personalizzate, comprese le
schede senza contatto, per aiutare a superare gli
ostacoli all'accesso esistenti. Le prove, di durata
triennale, inizieranno con i distributori di banconote a Barcellona, Spagna, nel settembre del 2011, e
con i distributori automatici di biglietti a
Paderborn, Germania, nel gennaio del 2012.
Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione
europea e commissaria responsabile dell'Agenda
digitale, ha dichiarato: "I terminali
self service pubblici sono disponibili ovunque e il loro numero è in crescita continua. Essi presentano tuttavia problemi per i disabili o per
alcuni anziani, che non possono
quindi usarli.".
Il progetto APSIS4All intende progettare e convalidare in un ambiente
reale interfacce personalizzate in
grado di sormontare gli ostacoli all'accesso esistenti. In una fase iniziale il progetto raccoglierà informazioni presso 3 000 utenti che proveranno diversi apparecchi al fine di adattarne le interfacce alle
loro esigenze e preferenze. Le prove si svolgeranno su 65 distributori di banconote della banca
Caixa a Barcellona, Spagna, a partire dal 1° settembre 2011, e su 24 distributori di biglietti gestiti da
Höft & Wessel AG a Paderborn, nella Renania settentrionale-Vestfalia, Germania, a partire dal 1°
gennaio 2012.
Lo scopo di questo progetto è proporre un quadro
di riferimento normalizzato suscettibile di favorire
ulteriori sviluppi nelle caratteristiche del settore dei
distributori di banconote e dei fornitori di servizi.
Questo progetto può tradursi infine in una maggiore accessibilità dei terminali digitali pubblici a una
più ampia gamma di utenti che non hanno dimestichezza con la tecnologia, persone con difficoltà di
(AUHIP) per il Sudan, che ha favorito il processo
di mediazione nel paese e ha consentito di far partecipare ai negoziati la società civile. Il lavoro del
gruppo ha permesso di contribuire a risolvere il
conflitto nel Darfur. Con un finanziamento di 305
milioni di euro, la missione dell'Unione africana in
Sudan è quella che finora ha ricevuto la quota maggiore dei fondi dell'UE.
PARLAMENTO EUROPEO: COME
FARE SVILUPPO RURALE IN
TEMPO DI CRISI FINANZIARIA
La Commissione Agricoltura riprende i lavori
con l'esame del Progetto di parere sul bilancio
2012.
Esame del progetto di parere sul bilancio 2012 e
presentazione delle proposte della Commissione
esecutiva sulla gestione della politica di sviluppo rurale a sostegno degli Stati Membri in condizioni di crisi economico-finanziaria sono
infatti i punti all'odg della Commissione
Agricoltura del Parlamento europeo.
«Nel parere sul bilancio 2012 - ha dichiarato il
Presidente, Paolo De Castro - abbiamo approvato numerosi emendamenti tra cui un progetto
pilota sullo spreco alimentare e lo sblocco di 9
milioni per l'ammasso privato dell’olio d'oliva».
«Alla Commissione esecutiva - ha proseguito
De Castro - abbiamo ribadito l'importanza di
alcuni strumenti necessari a razionalizzare la
politica di sviluppo rurale come la possibilità,
per le autonomie locali, di rendicontare l'Iva
sostenuta nelle misure dei Psr e il disimpegno
centralizzato delle risorse finanziarie».
Si tratta di strumenti opportuni che dovrebbero
integrare la proposta dell’Unione e che assumono maggiore importanza in un momento di crisi
per l'agricoltura europea.
L’Italia ha registrato una contrazione dei redditi
agricoli vicina al 3%, a fronte di una crescita
media europea del 12,5% trainata da performance positive di paesi vicini come Spagna (+8,3%)
e Francia (+34%).
«Paesi - ha concluso De Castro - che stanno mettendo in campo politiche di rilancio, come nel
caso delle misure anticrisi sull’ortofrutta a cui
sta lavorando la Francia tramite il Ministro
dell’Agricoltura Bruno Le Maire».
lettura, turisti che non conoscono la lingua del
luogo o anche persone che potrebbero aver dimenticato gli occhiali da lettura. APSI4All sarà incentrato sull'interazione multimodale e si avvarrà di
tecnologie di punta quali la NFC o comunicazione
senza fili a corto raggio (Near Field
Communication). Le prove potrebbero usare per
esempio una scheda programmata contenente le
preferenze dell'utente. Nel momento in cui l'utente
si avvicina al terminale, questo si adatta immediatamente alle sue esigenze, per esempio modificando la dimensione dei caratteri o la scelta della lingua. Altre interfacce possono comprendere un
telefono cellulare con caratteristiche di accessibilità che consentono a un cliente di comprare un
biglietto online e pagare presso il distributore in
questione per mezzo di un codice sicuro inviato
allo stesso telefono.
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Il programma, adottato nel 2002, ha stabilito il quadro degli interventi strategici dell'Unione europea in campo ambientale nel periodo 2002-2012
LA VALUTAZIONE FINALE DEL VI° PROGRAMMA D'AZIONE PER
L'AMBIENTE EVIDENZIA CARENZE NELLA SUA ATTUAZIONE
Nello scorso decennio il Sesto programma d'azione
per l'ambiente ha contribuito a fare sì che la legislazione ambientale fosse in grado di affrontare
quasi tutti gli aspetti dell'ambiente. Questo dato
emerge dalla valutazione finale del Sesto
programma d'azione per l'ambiente
(2002-2012) adottata in data odierna. Tra
le principali realizzazioni della politica
ambientale negli ultimi dieci anni si possono annoverare l'estensione della rete
Natura 2000 (che comprende oggi quasi
il 18% del territorio dell'Unione europea) l'adozione di una politica globale
per le sostanze chimiche e gli interventi
strategici in materia di cambiamenti climatici.
Resta tuttavia molto da fare per quanto riguarda il
conseguimento degli obiettivi e delle norme concordati a livello di Unione europea e il miglioramento della protezione della biodiversità e della
qualità dei suoli e delle acque. La dissociazione tra
crescita economica e sfruttamento delle risorse non
ha portato a una diminuzione del loro utilizzo complessivo.
Il commissario Janez Potocnik ha dichiarato:
"Abbiamo ottenuto buoni risultati ma non sempre
all'altezza delle nostre aspettative. Una migliore
applicazione della legislazione dell'Unione europea da parte degli Stati membri è necessaria per
colmare le lacune tra le ambizioni legislative del
Sesto programma d'azione per l'ambiente e i risultati effettivamente conseguiti. Il nostro obiettivo è
ora quello di passare dagli interventi correttivi a
quelli preventivi del degrado ambientale".
La valutazione finale del Sesto programma d'azione per l'ambiente evidenzia che gran parte delle
azioni stabilite dal programma sono state o stanno
per essere completate. Le sette strategie tematiche
- aria, pesticidi, prevenzione e riciclaggio dei rifiu-
ti, risorse naturali, suolo, ambiente marino, Benché il Sesto programma d'azione per l'ambienambiente urbano - sono state sviluppate al fine di te sia giunto all'ultimo anno di attuazione, la valurafforzare la politica ambientale. Alcune strategie tazione presentata nei giorni scorsi pone le basi per
hanno permesso di definire nuove politiche, mentre un ulteriore confronto tra la Commissione, il
altre sono state indirizzate in Consiglio, il Parlamento europeo, le imprese e la
maggior grado al riesame delle società civile, con l'obiettivo di raggiungere una
misure esistenti, al fine di posizione consensuale sugli orientamenti strategici
migliorarne la coerenza e di col- della politica ambientale, garantirne un'ampia conmare lacune specifiche.
divisione e mobilitare le risorse necessarie per gli
Il programma si può considerare interventi. Date queste premesse, la Commissione
un successo in quanto ha fornito valuterà in che modo un nuovo programma d'azioun contesto globale per la politi- ne per l'ambiente possa apportare un contributo
ca ambientale. Esso ha fornito efficace alla politica ambientale in un contesto in
agli Stati membri e alle autorità rapida evoluzione.
locali un quadro di riferimento per difendere
la politica ambientale da esigenze politiche
contrastanti, garantire i finanziamenti necessari e assicurare scenari sicuri alle imprese.
Non è possibile dimostrare che il Sesto programma d'azione per l'ambiente abbia costituito il fattore dominante alla base dell'ado- Un progetto di legge, discusso ieri in Commissione affazione della legislazione ambientale negli ri economici del Parlamento Europeo, promette di
ultimi dieci anni. Ciò si spiega in parte con migliorare la tutela del consumatore e propone norme
l'articolazione del programma che conteneva per rendere il mercato dei mutui più stabile e flessibile,
un gran numero di azioni molto diverse tra per servire meglio l'economia reale. L'obiettivo è quello
loro e quindi di difficile gestione. Le parti di raggiungere alcuni standard comuni a tutta Europa,
interessate ritengono tuttavia che l'approva- senza imporre un approccio unico e valido per tutti che
zione del programma, nel 2002, da parte del potrebbe minare le numerose (ed utili) differenze cultuConsiglio e del Parlamento europeo nell'am- rali ed economiche tra i vari Stati membri.
bito della procedura di codecisione abbia E' la risposta del Parlamento UE alla proposta legislativa
conferito allo stesso una maggiore legittimità della Commissione sul credito ipotecario residenziale,
e abbia contribuito a creare un senso maggio- considerato un caposaldo per ripristinare la fiducia dei
re di condivisione riguardo alle successive consumatori. Il mercato ipotecario dell'UE è enorme: nel
proposte politiche. Tra gli aspetti negativi 2009 il totale di mutui ipotecari residenziali nei 27 Stati
chiaramente messi in luce figurano l'applica- membri ammontava ad oltre 6.000 miliardi di euro, pari
zione e l'attuazione inadeguate della legisla- al 52% del PIL di tutta l'Unione. La proprietà della casa
zione ambientale UE da parte degli Stati è vicina al 70%; il mercato ipotecario è di vitale impormembri.
tanza per milioni di cittadini europei che attualmente
stanno pagando le rate del mutuo e per chi sta per acquistare una casa, soprattutto in un contesto dove i livelli di
indebitamento delle famiglie sono in aumento.
Rispetto alla proposta della Commissione, il progetto del
Parlamento allarga notevolmente il campo di applicaziote uno scanner o una fotografia digitale e a ne della normativa sia per quanto riguarda la protezione
caricarlo sul sito web della competizione. In dei consumatori sia per il funzionamento del settore. Ad
ciascun paese, una giuria nazionale esempio, si prevedono ulteriori dettagli sull'informativa
sceglierà i disegni migliori; il bam- da dare ai consumatori prima che essi decidano di stipubino che risulterà vincitore darà il lare un qualsiasi contratto di mutuo; i Governi sarebbeproprio nome a uno dei satelliti ro, inoltre, obbligati a sviluppare campagne educative.
della costellazione Galileo. I satel- Un forte accento è posto sulla vita post-contrattuale del
liti saranno lanciati a scadenze mutuo, che deve diventare più flessibile, come è attualregolari a partire del 2012 finché mente la fase precontrattuale. Si propone l'introduzione
l’intera costellazione, formata da di standard in materia di rimborsi anticipati, portabilità
circa 30 satelliti, non sarà comple- tra istituti di credito, e diritto di convertire un mutuo in
ta. L’ordine con cui i nomi dei valuta estera in moneta nazionale.
bambini saranno dati ai satelliti è quello del- Si chiede, inoltre, un rafforzamento del ruolo delle autol’ordine alfabetico in cui sono elencati gli rità di vigilanza e dei requisiti di trasparenza, nonché
disposizioni ulteriori a garantire una corretta valutazione
Stati membri nella/e lingua/e nazionale/i.
La competizione sarà annunciata in ciascun degli immobili, per impedire situazioni in cui i creditori,
Stato membro mediante comunicati e confe- a causa di sopravalutazione delle proprietà, non hanno
renze stampa, e sarà diffusa per posta elettro- sufficienti garanzie per coprirsi in caso di inadempienze.
nica a scuole, associazioni di insegnanti e Infine, si richiede che la verifica del reddito diventi più
portali dedicati all’istruzione. Ciò contri- di una pratica standard quando i creditori concedono il
buirà anche a ravvivare l’interesse e a diffon- mutuo, a garanzia delle procedure.
dere presso gli insegnanti materiale didattico
sul tema dello spazio e della navigazione satellita- applicazioni.
re. Per accedere alla competizione, consultare il Galileo rappresenta un fatturato di 90 miliardi di
euro per l’economia europea per un periodo di 20
seguente indirizzo:
anni, in termini sia di ricavi aggiuntivi per l’induhttp://www.galileocontest.eu/it/competition
Contesto - Il programma Galileo è un’iniziativa stria che di benefici pubblici e sociali, senza contaeuropea nel campo della navigazione satellitare re i vantaggi dell’indipendenza.
destinata a introdurre un sistema globale di naviga- Galileo comincerà a fornire una prima serie di 3
zione satellitare , simile al GPS. Data l’importanza servizi a partire dal periodo 2014-2016 con una
sempre crescente, sia per le imprese che per i citta- costellazione iniziale composta da almeno 24 sateldini, delle applicazioni di navigazione satellitare, liti: un servizio di tipo Open Service (2014), il
Galileo garantirà l’indipendenza dell’Europa in Public Regulated Service (2016) e il primo
questo importante settore e l’accessibilità a tali “Servizio di ricerca e salvataggio” (2014).
I SATELLITI DELLA COSTELLAZIONE GALILEO SI
CHIAMERANNO CON NOMI DI BAMBINI EUROPEI
Il bambino che in ciascun Stato membro avrà fatto
i disegni più belli su soggetti come lo spazio o l’aeronautica darà il suo nome
a un satellite del programma Galileo. I primi 2 satelliti che saranno lanciati il
20 ottobre avranno i nomi
di bambini vincitori in
Belgio (Thijs) e in
Bulgaria (Natalia), paesi in
cui la competizione ha già
avuto luogo all’inizio dell’anno . La Commissione europea ha pubblicato nei
giorni scorsi il concorso perché anche negli altri 25
Stati membri sia dato un nome a satelliti che saranno lanciati fino al 2019. Vi possono partecipare
bambini di età compresa tra 9 e11 anni.
Ha dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente della
Commissione europea e commissario responsabile
per le imprese e la politica industriale: “Con la
navigazione satellitare, l’esplorazione e l’osservazione dello spazio, questo tema riveste sempre
maggior importanza per i cittadini e il nostro futuro economico. Noi vogliamo stimolare la creatività
dei bambini e far sì che fin dalla più tenera età essi
guardino con entusiasmo allo spazio e alle sue
opportunità . Ricompensiamo questa creatività con
un’opportunità unica: quella di dare a 27 bambini la
possibilità di dare il proprio nome a un satellite.”
Dall’1 settembre al 15 novembre, bambini che
vivano nell’UE e nati negli anni 2000, 2001 e 2002
- negli anni cioè in cui iniziò il programma Galileo
- sono invitati a fare un disegno avente attinenza
con lo spazio e l’aeronautica, a riprodurlo median-
PARLAMENTO EUROPEO: SUI MUTUI
NECESSARIA MAGGIORE TUTELA DEI
CONSUMATORI E STABILITÀ DI MERCATO
6
Gazzettino Europeo
03 Settembre 2011
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GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Ciascuno Stato membro dovrebbe presentare una domanda per beneficiare di questo nuovo sistema
DAL 1° SETTEMBRE LE LAMPADINE A INCANDESCENZA
SUPERIORI AI 40 WATT NON SONO PIÙ IN COMMERCIO
Dopo le lampadine da 100 W e quelle da 75 W dal 1° settembre 2011 è partita la messa al bando delle lampade a incandescenza da 60 W. La scadenza temporale (terza fase) è stata
fissata dal regolamento 18 marzo 2009 n. 244/2009/Ce che
ha dettato i nuovi requisiti di progettazione delle lampade e
la progressiva sostituzione delle
vecchie lampade a incandescenza
con prodotti più efficienti (nel 2009
era toccato alle lampade da 100 W,
l'anno dopo a quelle da 75 W).
Il loro utilizzo ovviamente non sarà
vietato, ma le lampadine fuorilegge
non potranno più "essere messe sul
mercato", come recita il gergo
burocratico dell'Ue.
Raramente
un
decisione
dell'Unione europea ha avuto conseguenze così tangibili nella vita
dei cittadini. In Svezia - secondo quanto riportato dalla stampa locale - come in altri stati membri vicini al circolo polare
“l'impatto della sparizione delle lampadine ad alto voltaggio
si farà sentire in modo particolare: le serate saranno ancora
più lugubri del solito, illuminate a malapena dalle luci fioche
delle lampadine a basso consumo”.
Molti si domandano - continua la nota del Dagens Nyheter
(fondato nel 1864, è il principale quotidiano liberale del
paese) - se sia giusto vietare le lampadine classiche per commercializzarne altre che consumano meno energia ma che
possono contenere un elemento nocivo come il mercurio.
Non bisogna essere esperti per capire che questa decisione
rischia di provocare nuovi danni ambientali. Come se non
bastasse, il divieto è stato introdotto senza essere preceduto
da alcun dibattito pubblico. L'addio alle lampadine classiche
non è stato deciso dai politici, ma dai burocrati di Bruxelles.
Ecco come è andata.
Alla fine del 2003 Margot Wallström, all'epoca commissario
europeo all'ambiente, ha proposto un nuova direttiva
sul'"ecodesign". Wallström chiedeva una legge in grado di
imporre sistemi di illuminazioni a consumo ridotto in tutta
l'Ue, ma la direttiva non scendeva nei dettagli. All'epoca la
proposta di Margot Wallström ha ricevuto un'accoglienza
piuttosto favorevole. Dopo la discussione al consiglio dei
ministri e l'approvazione del Parlamento europeo, la legge è
stata adottata nel 2005, per poi entrare in vigore in Svezia
(2008) e negli altri stati membri.
Fino a quel momento i politici sono stati coinvolti nel processo e hanno dato il loro benestare. Ma i problemi sono
legati alle piccole decisioni prese in seguito. Quale flusso
luminoso, quale potenza e quale soglia bisognava fissare per
le lampadine? E come organizzare l'eventuale sparizione dei
prodotti fuorilegge? Tutte queste problematiche, in apparenza strettamente tecniche ma in realtà assolutamente politiche, sono state delegate a un comitato composto da funzionari che si è riunito a Bruxelles.
Qualche anno dopo i funzionari hanno trovato l'accordo. In
tutti i paesi dell'Ue è stato approvato con
effetto
immediato
un
regolamento
(244/2009) che definisce nei minimi particolari le norme sulle lampadine dell'Unione.
Durante i negoziati a Bruxelles l'autorità per
l'energia ha convocato una serie di riunioni,
seminari e audizioni.
Dunque la decisione è stata presa a porte
chiuse. La questione delle lampadine sembra
riguardare soltanto gli esperti, le imprese e i
gruppi di pressione. Non c'è stato alcun
dibattito pubblico per soppesare i vantaggi e
gli inconvenienti del cambiamento. Inoltre
una moltitudine di leggi europee ha seguito lo stesso iter.
Quest'anno la "comitologia", ovvero la gestione dell'Unione
europea da parte dei funzionari, è stata fatta oggetto di
pesanti critiche.
Fin qui dunque le critiche della stampa svedese, ma ovviamente non mancano i mille e mille commenti positivi al
provvedimento. Il Commissario europeo all'energia Gunter
Oettinger ha così scritto sull’argomento.
"Hanno fatto parte della nostra vita quotidiana per così tanto
tempo che sembra incredibile che debbano sparire: dal 1°
settembre le lampadine da 60 watt scompariranno gradualmente dagli scaffali dei negozi, visto che questo tipo di lampadina sarà vietato dalla legislazione dell'UE. Per quale
ragione? La lampadina di Edison, che ha prodotto luce per
più di 100 anni, non corrisponde più allo stato dell'arte per
quanto riguarda l'illuminazione -- consuma troppa energia
per la luce che produce. Le nuove lampadine -- che fanno
una luce analoga -- (sia che si tratti delle lampadine a risparmio energetico che le lampadine fluorescenti compatte -CFL) consentono di risparmiare fino all'80% di energia
rispetto alle lampadine di tipo Edison e durano 10 volte più
a lungo. Cambiando tutte le lampadine una famiglia media
può tranquillamente risparmiare fino a 50 euro l'anno di elettricità e l'insieme dell'UE può risparmiare l'equivalente della
produzione annuale di 10 centrali elettriche e 15 tonnellate
l'anno di emissioni di CO2, il che equivale a ritirare dalla circolazione 7 milioni di automobili (tutte le automobili dei
Paesi Bassi, ad esempio).
Si tratta di cifre importanti e di un contributo significativo
alla nostra strategia per ridurre il nostro consumo energetico
e le emissioni di gas serra: l'Europa non può permettersi di
sprecare energia".
Per ricevere il
sulla propria mail (in formato .pdf)
compilare il modulo sul sito:
www.gazzettinoeuropeo.it
EUROSTAT: AD AGOSTO
CRESCONO PIL E
RETAIL, CALANO
ORDINI E PRODUZIONE
INDUSTRIALE
I dati forniti ad agosto dal servizio
statistico europeo indicano un
quadro economico altalenante.
Inflazione stabile al 2,5%, disoccupazione al 10% nell'area euro.
In particolare, i principali indici
statistici rilasciati da Eurostat nel
mese di agosto, denunciano le difficoltà ancora in corso ed una
sostanziale debolezza dell’intero
sistema economico europeo.
Iniziando dai dati relativi al Pil, è
possibile notare che relativamente
al secondo trimestre del 2011 esso
è cresciuto sequenzialmente dello
0,2% sia nell'area euro (Ea17) che
in quella dei 27. In rapporto ai dati
dello stesso trimestre del 2010 la
crescita, per entrambe le zone è
più accentuata: +1,7%.
Passando al volume del commercio al dettaglio, in raffronto al
mese di maggio 2011 quello di
giugno ha segnato un aumento
dello 0,9% nell'area euro e dello
0,7% nell'Ue27, rispetto al calo
dell'1,3% registrato a maggio in
entrambe le aree rispetto ad aprile.
In confronto allo scorso anno il
mese di giugno cala dello 0,4%
nell'Ue17 e dello 0,2% nell'Ue27.
Il commercio con l'extra-Ue ha
fatto registrare a giugno un surplus di 0,9 miliardi di euro nell'area Ea17 e un deficit di 12,2
miliardi nel complesso dell'Ue27.
In merito all'inflazione, nell'area
euro a luglio è scesa al 2,5% dal
2,7 di giugno (nel 2010 era
dell'1,7%), mentre a livello Ue27
è calata al 2,9% dal 3,1% di giugno (l'anno scorso era del 2,1%).
A giugno il mercato delle costruzioni ha fatto registrare un calo
dell'1,8% nell'Ea17 e dell'1,3%
nell'Ue27 rispetto a maggio, quando nell'area euro era cresciuto
dello 0,1% e in tutta Europa era
stabile.
In confronto allo stesso periodo
dello scorso anno la contrazione è
più sensibile: -11,3% nell'Ea17 e 8,1% in Ue27.
Venendo al comparto industriale
va registrato il calo della produzione di giugno, dello 0,7% in
Ea17 e dell'1,2% nell'Ue27 rispetto a maggio, quando era cresciuta
dello 0,2% in tutta Europa.
Scendono anche i nuovi ordini,
dello 0,7% nell'area euro (mentre
a maggio crebbero del 3,6%) e
dello 0,3% nell'Ue27, a fronte di
una crescita dell'1,2% registrata a
maggio.
Gli ultimi due dati forniti nel mese
riguardano l'inflazione, stabile al
2,5% di luglio, e il tasso di disoccupazione, che per l'area euro a
luglio è rimasta allo stesso livello
di giugno, il 10% (e in calo rispetto al 10,2% dello scorso anno),
come accaduto nell'Ue27: 9,5%,
come a giugno e in calo rispetto al
9,7% dello stesso periodo del
2010.
Gazzettino Europeo
03 Settembre 2011
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GAZZETTINO
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L'esortazione dell'Unione Europea nei confronti dei politici belgi potrebbe dare un'accelerata al negoziato di risoluzione della crisi
SULLA CRISI BELGA INTERVIENE L’UE: O UN GOVERNO,
O IL DETERIORAMENTO DELLA CRESCITA ECONOMICA
"L'Europa vuole un governo per il Belgio", titola
Le Soir la principale testata francofona di
Bruxelles. "La Commissione europea ha perso la
pazienza" e il 12 settembre, in occasione della pubblicazione del rapporto sulle finanze
pubbliche degli stati membri, darà
un avvertimento ufficiale al Belgio.
L'intromissione dell'Ue nella politica interna belga trova giustificazione nel deterioramento della crescita
economica dell'eurozona, in particolare in Germania, spiega il quotidiano. L'Europa teme che il Belgio,
senza un governo dall'aprile 2010,
possa essere il prossimo bersaglio dei mercati
finanziari. L'avvertimento arriva in un momento
chiave del negoziato avviato da Elio di Rupo.
"Potrebbe essere la svolta", sottolinea Le Soir: l'esortazione dell'Ue nei confronti dei politici belgi
potrebbe dare un'accelerata al negoziato. "O in
caso contrario velocizzare un 'ritorno in sella' temporaneo della squadra Leterme II [il governo
dimissionario attualmente incaricato dell'ordinaria
amministrazione]". "Difficile immaginare una
pressione esterna più forte", conclude il quotidiano.
Ma, la classe politica belga sarà in grado di obbedire al diktat dell’Unione Europea? Ce la può fare
il paese senza un potere centrale? Nel bel mezzo
della crisi finanziaria ed europea si può davvero
ignorare un vuoto di potere a Bruxelles? O forse la
monarchia salterà intrepida nella breccia?
Niente di tutto questo. Il vecchio problema dell'autorità dello stato centrale e dell'unione tra la parte
fiamminga e quella vallona del paese ormai non
più essere risolto neanche dai più disponibili al
compromesso.
E, in effetti, si è giunti al blocco totale. Non solo gli
studiosi di diritto pubblico, ma anche i comuni cit- del destino che la capitale di una comunità econotadini belgi si chiedono increduli perché andare mica multi-linguistica e multi-culturale, che va
alle urne, se poi gli eletti non sono in grado di for- dalla Lapponia fino alle Canarie, dall'Irlanda al
mare un esecutivo.
delta del Danubio, debba crollare per simili sciocLe richieste più esplicite proven- chezze.
gono dalla confindustria belga: Come può l'Europa definirsi un sistema multilinun esecutivo forte che s'incarichi guistico e aperto, se nella sua capitale la compodi fare riforme per salvaguardare nente francofona è ideologicamente favorita? E
l'iniziativa economica, il pareg- come possono turchi e ciprioti, irlandesi ed inglesi,
gio del bilancio e le soluzioni catalani e castigliani, italiani e sud-tirolesi, baschi
federali per il futuro del mercato e francesi, ungheresi e slovacchi, lettoni e russi
del lavoro, dei sussidi di disoc- unirsi pacificamente quando i belgi, dopo quasi
cupazione e delle pensioni.
duecento anni, mandano all'aria il più antico proUna lista del genere suscita in getto multiculturale europeo?
molti belgi solo una cinica risata. L'élite politica del paese, profondamente spaccata, è talmente lontana da tutto questo che già da
tempo si parla apertamente di una separazione definitiva delle due parti del paese.
La prospettiva di due nuove nazioni nel
cuore amministrativo d'Europa piace sempre L'Aia, 1 set. (TMNews) - L'ex capo militare dei serbi di
di più agli amareggiati cittadini, mentre i Bosnia Ratko Mladic si oppone alla proposta dell'accusa
vicini strabuzzano gli occhi. Uno stato la cui di dividere in due tronconi, di cui uno dedicato al solo
parte francofona vive di rendita grazie ai cit- massacro di Srebrenica, il processo a suo carico di frontadini di lingua olandese, la cui storia e cul- te al tribunale penale internazionale. "La difesa domanda
tura sono però spudoratamente ignorate, non rispettosamente alla corte di respingere la richiesta nella
mette forse a rischio la sua stessa esistenza? sua totalità" afferma il legale di Mladic, Branko Lukic, in
Sarà difficile persino governare la capitale una documento datato ieri. La richiesta non è conforme
europea – stretta tra Fiandre e Vallonia, sto- alla giurisprudenza del Tpi e darvi seguito compromettericamente fiamminga ma ormai sempre più rebbe il diritto dell'accusato a un processo equo, scrive la
francofona – dal punto di vista della logisti- difesa di Mladic, accusato di genocidio, crimini di guerca, del traffico, delle scuole, dei piani regola- ra e contro l'umanità nel corso della guerra di Bosnia del
tori. Sono queste le cose che hanno fatto sal- 1992-1995.
tare i trattati del compromesso, tutti falliti Lo svolgimento di un secondo processo immediatamenperché accordavano troppi privilegi alle te dopo il primo, come propone il procuratore, non gli
comunità francofone.
permetterebbe di avere tempo sufficiente per prepararviDi fronte a una tale proliferazione di trattati si. "Con la sua cattiva salute, il generale Mladic avrà
e accordi kafkiani, sembra quasi uno scherzo bisogno di più tempo per prepararsi e non di meno
tempo" secondo il difensore.
Il procuratore del Tpi Serge Brammertz aveva chiesto il
16 agosto scorso l'autorizzazione a scindere in due l'atto
d'accusa, per la "necessità di assicurare che sia resa giustizia alle vittime, la necessità di prevedere che la salute
Irlanda, Malta, Portogallo, Svezia e, fuori di Mladic possa deteriorarsi".
dall'Ue, la Norvegia.
Il primo processo dovrebbe vertere sul ruolo di Mladic
L'idea di un riconoscimento, però, piace nel massacro di Srebrenica a luglio 1995 durante il quale
anche ad attori molto più importanti: la Gran furono uccisi quasi 8.000 uomini e adolescenti musulmaBretagna e soprattutto la ni. Il secondo processo dovrebbe riguardare gli altri criFrancia. Solo due giorni fa il mini di cui è imputato l'ex generale, commessi durante
presidente francese Nicolas l'assedio di Sarajevo e nei paesi della Bosnia-Erzegovina
Sarkozy, ha esortato l'Ue a oltre che la prosa in ostaggio di personale Onu.
una posizione comune. "Celebrando per primo il processo sui fatti di Srebrenica,
«Insieme - ha detto - dobbia- aumenteremo le probabilità di arrivare a sentenza", ha
mo assumerci le nostre detto il procuratore in una richiesta alla corte.
responsabilità. La Francia La difesa di Ratko Mladic avrà tempo fino al 12 settemprenderà le sue iniziative, noi bre 2011 per presentare al Tribunale penale internazionavogliamo
l'unità le dell’Aia le richieste preliminari nel processo dove è
dell'Europa». A maggio lo stesso capo imputato per genocidio e crimini di guerra.
dell'Eliseo aveva preannunciato che in autun- L’accusa, rappresentata dai procuratori Dermot Groome
no, in assenza di progressi, la Francia si e Peter McCloskey, ha invece tempo fino al 15 novemsarebbe «assunta le sue responsabilità».
bre per esaminare il materiale a disposizione. E’ quanto
Tra chi, però, non ci sente sul fronte del via stabilito nei giorni scorsi dal giudice Alphons Orie
libera al riconoscimento unilaterale c'è la durante il dibattimento per definire il calendario del proGermania - vincolata per ragioni storiche a cesso.
particolare prudenza quando si parla di
Israele - l'Olanda, la Repubblica Ceca, e l'Italia. In come Berlino, vuole insomma che il riconoscimenprimavera, il presidente della Repubblica Giorgio to sia esito di un negoziato.
Napolitano ha dichiarato che l’Italia è disposta a Per la povera Ashton il compito di trovare un comriconoscere all’Autorità palestinese una piena rap- promesso per una bozza di risoluzione comune
presentanza diplomatica. Oltre, però, Roma non dell'Ue a New York è piuttosto arduo. Invano ha
vuole andare. E non stupisce, vista la svolta netta- cercato, nelle scorse settimane, di convincere
mente filo-israeliana assunta dal governo Abbas a rinviare la richiesta di riconoscimento
Berlusconi. Lo stesso Cavaliere, incontrando a giu- all'Assemblea Onu - richiesta già seccamente
gno a Roma l'omologo israeliano Netanyahu, è respinta a luglio dal presidente palestinese.
stato chiaro: «Non crediamo - ha detto - che una Adesso dovrà trovare una qualche forma di linea
soluzione unilaterale possa aiutare la pace, né da comune per cercare di evitare una spaccatura tropparte palestinese, né da parte israeliana». Roma, po plateale.
RICONOSCERE LO STATO PALESTINESE?
L’EUROPA PRONTA A DIVIDERSI ANCORA
(Linkiesta) - Mentre il mondo si concentra sugli
sviluppi in Libia, le diplomazie europee al momento hanno un altro rompicapo: la spinosa questione
del riconoscimento dello Stato palestinese, che il
prossimo 20 settembre approda
all'Assemblea generale dell'Onu
su richiesta della leadership guidata da Mahmoud Abbas.
Ne parlano in queste ore a Sopot,
in Polonia, i ministri degli Esteri
dell'Ue. Tanto per cambiare,
l'Unione Europea è divisa, anche
se una cosa accomuna un po'
tutti: il senso d'impazienza per il
nuovo, drammatico stallo dei negoziati tra israeliani e palestinesi, dopo le speranze aperte quasi esattamente un anno fa. «Siamo uniti sulla questione
più importante - ha detto l'Alto rappresentante Ue
per la politica Estera Catherine Ashton - e cioè che
i colloqui devono ripartire». Per l'Europa la partita
è cruciale, visto anche al ritrovato ruolo nel mondo
arabo dopo l'intervento in Libia.
Il Brasile e vari altri stati dell'America Latina
hanno già rotto gli indugi e riconosciuto lo Stato di
Palestina. La stessa Ue, un anno fa, aveva approvato una risoluzione in cui diceva sì, in linea di principio, al riconoscimento, «quando appropriato», ma
solo in parallelo al progresso dei negoziati di pace
e respingendo una soluzione unilaterale.
Adesso, invece, l'ipotesi di una risposta affermativa
al riconoscimento sta prendendo piede tra vari
paesi dell'Unione, vi è già un drappello di paesi Ue
pronti a votare a favore all'Assemblea Generale
dell'Onu: quasi sicuri sono Belgio, Cipro, Grecia,
PROCESSO MLADIC: L’ACCUSA
CHIEDE GIUDIZIO PER SREBRENICA
SEPARATO DA ALTRI CRIMINI
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FRANCIA E GERMANIA: I RICCHI CHIEDONO DI
PAGARE PIÙ TASSE PER USCIRE DALLA CRISI
Alle prese con i bilanci per il 2012, molti paesi europei preparano misure di austerity che peseranno soprattutto sulla
classe media. Un movimento trasversale di milionari propone invece di cercare i fondi tra i redditi più alti, nella speranza di proteggere la crescita.
La notizia è apparsa su The Guardian il 30
agosto scorso e non ha mancato di suscitare
numerosi commenti e polemiche.
Così si scopre che questa volta l’Europa non
appare divisa su questioni teoriche o di principio, ma semplicemente sulla disponibilità
di ciascuno dei suoi più facoltosi contribuenti a sopportare sacrifici per uscire dalla
crisi. C’è chi litiga per un contributo di solidarietà oltre i 90 mila euro annui e chi, invece, è pronto a pagare più tasse per aiutare il
proprio governo a superare le difficoltà
incombenti. A conferma di tale disponibilità, un gruppo di tedeschi ha chiesto al
governo guidato da Angela Markel di alzare le imposte a
loro carico per i prossimi due anni. “Nessuno di noi è ricco
quanto Warren Buffet o Liliane Bettencourt. Siamo professionisti, avvocati, insegnanti. Abbiamo ereditato la nostra
fortuna e non abbiamo bisogno di tutto questo denaro per
vivere", ha detto Dieter Lehmkuhl, fondatore del movimento Vermögende für eine Vermögensabgabe ("I ricchi per la
tassa sul capitale") , al quotidiano The Guardian. Lehmkuhl
è convinto che con questo sforzo si potrebbero aiutare i conti
pubblici e “fermare il divario tra ricchi e poveri”, grave
freno ad una possibilità di ripresa che ancora non c’è.
Secondo le stime del gruppo di facoltosi pronti a tassarsi, il
loro ‘contributo di solidarietà‘ potrebbe facilmente realizzarsi con un versamento del 5% in più rispetto alle imposte
pagate oggi (circa il 42%) e per soli due anni. "Vorrei dire ad
Angela Merkel che la soluzione per i problemi fiscali della
Germania e per il nostro debito pubblico non risiede nei tagli
massicci alla spesa, che colpirebbero in maniera sproporzionata i più poveri, ma nell'aumento delle tasse per i più ricchi", ha spiegato Lehmkuhl. "Si continua a parlare di pacchetti di salvataggio, ma non di aumenti delle tasse. Eppure
è questa la soluzione per tirarci fuori da questo disastro. I
soldi stanno lì, nelle tasche dei ricchi. Bisogna fare qualcosa per evitare che lo scarto tra i ricchi e i poveri continui ad
aumentare".
Nel resto d’Europa, sembra che l’esempio tedesco non sia
un caso isolato. Liliane Bettencourt, la donna più ricca della
Francia, si è proclamata favorevole a tale evenienza, contagiando altri 15 miliardari pronti a sacrificare una fettina del
loro reddito per far uscire il Paese transalpino dalla crisi. In
una lettera a Nicolas Sarkozy hanno chiesto, infatti, di pagare di più. Sono bastate meno di centocinquanta parole a sedici fra direttori generali e presidenti ed azionisti delle aziende francesi per esporre il loro: «Fateci pagare più tasse». La
lettera,
pubblicata
su
Nouvel
Observateur, è firmata da chi guida
aziende chiave per il paese come L’Oreal,
Total, Danone, Air France, Société générale, Psa Peugeot Citroën oltre che dal
presidente del consiglio di sorveglianza
del giornale che la ospita.
«Noi, i presidenti o amministatori delegati, uomini o donne del mondo degli affari,
finanzieri, professionisti e cittadini ricchi,
vogliamo la creazione di un “contributo
eccezionale”», inizia così la lettera aperta. Un contributo che, scrivono, deve
essere «calcolato in proporzione ragionevole», di modo da allontanare effetti quali «fuga di capitali
ed evasione fiscale maggiore».
La consapevolezza è quella di «aver ampiamente beneficiato del modello francese e di un ambiente europeo che siamo
impegnati a preservare». Una tassa, scrivono gli aspiranti 16
super-contribuenti, che non rappresenta «una soluzione» ma
è condizionata ad impegni precisi sulle riforme, che devono
riguardare sia le spese che le entrate. Infine, concludono, «il
deficit di bilancio e le prospettive di peggioramento del
debito pubblico minacciano il futuro della Francia e
dell’Europa, e quando il governo chiede a tutti uno sforzo di
solidarietà, ci sembra di essere tenuti a contribuire».
Chiamato in causa, Sarkozy non pare aver preso alla leggera la proposta, visto che sta pensando di introdurre un ‘contributo speciale’ del 3% per i prossimi due anni a carico di
chi guadagna più di mezzo milione di euro. Cosa che, però,
non è piaciuta al suo stesso partito, mentre per la sinistra l’iniziativa è apparsa come una cortina fumogena per le tante
esenzioni fiscali per miliardi di euro concesse ai ricchi.
D’altronde, anche la Spagna non starebbe trascurando quest’ipotesi. Il candidato Alfredo Pérez Rublacaba, socialista,
se vincesse le elezioni di novembre, avrebbe l’intenzione di
reintrodurre una tassa sugli asset per tre anni. D’altra parte,
cosa rappresenta un contributo intorno al 3%, o al 5%,
rispetto ai mancati profitti che la crisi sta facendo registrare?
In Paesi dove le dichiarazione dei redditi hanno ancora un
significato, nulla. Ma dove queste hanno solo un valore formale sarebbe complicato anche trovarli tali contribuenti.
Salvo patrimoniali e controlli incrociati.
GERMANIA: A BONN LA MACCHINA CHE TASSA LE PROSTITUTE
Bonn: prostitute tassate da una macchina. L'idea pare essere quella di riportare a regime fiscale la professione più
vecchia del mondo e consiste in una sorta di parchimetro
per prostitute. Una notte di lavoro, costerà circa 6 euro.
L'iniziativa è scattata in questi giorni a Bonn, nella Germania centrooccidentale. in città sono stati infatti
installati dei dispositivi che rilasciano
un
biglietto
apposito.
Quest'ultimo permette di "occupare"
il suolo pubblico dalle 20.15 di sera
alle 6 del mattino seguente. Il contributo è fisso, non dipende cioè dal
numero di clienti. Nelle casse del
"Rathaus" dovrebbero entrare circa
300.000 euro.
L'operazione non sembra però essere stata fatta solo per
favorire gli introiti comunali. Bonn da qualche tempo ha
riservato sei aree cittadine a prostitute e clienti. I "parchimetri" sono stati installati in corrispondenza delle suddette
aree. Queste ultime, secondo quanto riportato dal
Telegraph, sarebbero anche state attrezzate con divisori in
legno, appositi «box per il disbrigo» (in tedesco
Verrichtungsbox), a tutela della privacy dei clienti, che già
in passato si erano più volte lamentati.
Evitare di prendere il biglietto non sarà
per nulla conveniente. 100 euro la multa
per la lavoratrice che verrà trovata senza
l'apposito tagliando.
«Si tratta innanzitutto di equità fiscale»,
ha spiegato una portavoce della città di
Bonn, secondo quanto riporta l’agenzia
dpa. Le signore che esercitano la prostituzione in appartamenti e locali già
pagano le tasse, ora la nuova misura farà
pagare una sorta di occupazione di suolo
pubblico alle lucciole.
Gli ispettori dell’Agenzia federale delle entrate verificheranno l’osservanza dell’ordinanza, per la quale il biglietto è
assolutamente obbligatorio.
UNA TASSA SULLE
BIBITE GASSATE:
IN FRANCIA LA
MANOVRA SI FA COSÌ
Il primo ministro francese
François Fillon, nell' ambito della
manovra destinata a ridurre il deficit della Nazione, ha annunciato
qualche giorno fa che Fanta,
Pepsi, Sprite e l' aranciata nazionale Orangina (gruppo Schweppes) saranno colpite dall' aumento
dell' imposizione fiscale unendo
così l'utile al salutare: una nuova
tassa fa bene al Paese mentre le
bibite gassate fanno male alla
salute.
Risanare, dunque, il deficit economico e combattere l'obesità.
Risponde a questi due obiettivi la
tassa sulle "Bevande gassate a
zucchero aggiunto", recentemente
ideata dal governo di Parigi.
Accanto ai tradizionali rincari
sulle sigarette e sull'alcol (rum
escluso, si badi), a finire nel mirino dei legislatori sono aranciata,
acqua tonica e, soprattutto, il
colosso Coca Cola che già capeggia il partito degli scontenti.
La tassa "anti obesità" intende
combattere a suon di rincari l'eccesso di peso diventato molto frequente nella popolazione francese,
con una quota di obesi quasi raddoppiata dal 1997. Facendo proprie le raccomandazioni dell'
Organizzazione mondiale della
Sanità, il premier Fillon ha difeso
"l' aumento del prezzo delle
bevande zuccherate il cui consumo incontrollato favorisce l'aumento di peso, in modo da incoraggiare i cittadini a ridurre il loro
consumo". Ma l'intento principale,
inutile nasconderlo, pare essere il
risanamento dei conti (obiettivo
che necessita di 11 miliardi di
euro) e il mantenimento della "tripla A" degli organi di rating, capace di tenere la Francia qualche
gradino sopra Italia, Spagna,
Portogallo e Grecia.
A sposare l'iniziativa d'oltralpe è il
segretario generale dell'Unione
Nazionale
Consumatori,
Massimiliano Dona, che ritiene
"auspicabile tassare quei prodotti
alimentari il cui consumo andrebbe moderato per evitare che, a
lungo andare, siano causa di pregiudizio per la salute". Secondo
Dona "il nostro Governo, che si
trova alle prese con la necessità di
reperire risorse, dovrebbe seguire
il buon esempio".
Secondo Dona, infatti, il fatto che
certe bevande analcoliche contengano quantità importanti di zucchero (oltre il 10 %) e che un loro
abuso possa essere una delle cause
dell'obesità, "giustifica strumenti
che scoraggino comportamenti
alimentari non corretti per limitarne l'acquisto".
10
Gazzettino Europeo
03 Settembre 2011
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GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Europa
Cronache
SPAGNA: COMINCIATA LA CROCIATA CONTRO
IL "TURISMO DI BALDORIA" DEGLI INGLESI
(Presseurop) - Dopo anni di disordini e problemi legati
all’eccessivo consumo di alcol da parte dei turisti britannici,
le autorità spagnole hanno deciso di adottare la linea dura.
Secondo una cronaca riportata da The Independent ormai da
decenni gli spagnoli hanno un occhio di riguardo nei confronti dei turisti stranieri e della marea di alcol che consumano ogni estate nelle località costiere. Ma le cose sono cambiate. A Lloret del Mar, cittadina della
Costa Brava e uno dei luoghi simbolo del
turismo di massa in Spagna, la festa è finita. In agosto la polizia ha sparato proiettili di gomma contro gruppi di ubriachi che
avevano preso d'assalto la città spaccando
a calci le vetrine dei negozi e dando fuoco
alle macchine della polizia. Dopo due
notti di scontri durati fino alle 7 del mattino il bilancio è stato di 20 feriti (9 agenti)
e altrettanti arresti. Inutile dire che tutti gli
arrestati – in una città di 40mila abitanti con 25 discoteche,
261 bar e un milione di turisti all'anno – erano stranieri.
La promessa di mettere fine al fenomeno e "dare una ripulita" risale 2004, quando dopo incidenti dello stesso tipo il
ministro degli interni catalano ha coniato l'espressione "turismo di baldoria". Ma quest'anno, dopo che il quindicenne di
origini britanniche Andrew Milroy è stato ucciso a coltellate fuori da un locale notturno, le autorità hanno cominciato
a fare sul serio. "Abbiamo toccato il fondo", ha dichiarato
Roma Codina, sindaco di Lloret del Mar. "Chiuderemo i bar
più a rischio e proibiremo la prostituzione in pubblico".
L'orario di chiusura delle discoteche sarà anticipato, e verrà
contrastato energicamente il fenomeno del consumo di alcol
tra i minori. Il numero degli agenti di polizia in pattuglia è
stato già parecchio incrementato.
Tuttavia, non appena la situazione si è calmata a Lloret del
Mar, i problemi sono saltati fuori altrove. Le autorità delle
Baleari hanno registrato una nuova ondata di incidenti legati al "balconing", un gioco in cui i turisti ubriachi saltano in
piscina dai balconi degli alberghi. Quest'anno ci sono stati
già tre decessi - due britannici e un italiano, tutti sulla ventina – e una dozzina di ferimenti negli alberghi di Ibiza e
Maiorca. I proprietari degli hotel di Maiorca hanno intenzione di alzare le ringhiere e costruire delle barriere tra i balconi. C'è chi ha chiesto di organizzare campagne di sensibilizzazione nei paesi d'origine dei turisti. Si è arrivati a tanto,
ormai: un volantino che spiega i pericoli del lanciarsi di testa
da un palazzo.
Fino a poco tempo fa a Magaluf non c'era nemmeno bisogno
di bere per ubriacarsi. Il 25 agosto la polizia ha sequestrato
nei bar e nelle discoteche della località turistica sei macchinari "oxy-shot", che trasformano l'alcool in gas permettendo
al corpo di assorbirlo da 10 a 15 volte più rapidamente.
L'ultima follia arrivata sull'isola è finalmente stata bandita. "Gli oxy-shot
distruggono i polmoni, perché non c'è
alcun modo di eliminare le tossine da lì,
cosa che invece succede quando l'alcool passa per il fegato", spiega il tossicologo Jose Cabrera.
Non tutti si comportano in questo
modo, naturalmente. "La maggioranza
dei turisti sono qui solo per passare una
bella vacanza e divertirsi", garantisce
uno spagnolo che ci rivela solo le sue iniziali (Mlc). Da 12
anni Mlc serve birra a El Arenal e Magaluf, due dei "ghetti"
(così li chiamano gli spagnoli) britannici e tedeschi di
Maiorca. "Ho notato che i bevitori più estremi sono più giovani – 15 o 16 anni – bevono di più e sono più aggressivi di
un tempo. Non andrei mai nei ghetti da solo. Fanno paura.
Ma soltanto i britannici, sia chiaro. I tedeschi sono tranquilli. Bevono come spugne e cantano come pazzi, tutto qui".
La passione degli europei del nord per le vacanze all'insegna
dell'alcool a buon mercato – a volte solo 200 euro tutto compreso per una settimana – sembra non avere fine, anche se
nella zona di Alicante una mezza dozzina tra i più rinomati
hotel a cinque stelle ha chiuso negli ultimi tre anni. Molti
altri alberghi sono stati declassati e ora espongono solo quattro (se non addirittura tre) stelle. "Ormai l'happy hour va
avanti per tutta la mattina", spiega Mlc.
A Bacellona, la terza destinazione più popolare per le feste
di addio al celibato dei britannici, l'happy hour è stata bandita due anni fa. Ma a Benidorm e in altre località costiere la
guerra dei prezzi ha raggiunto proporzioni ridicole.
Ora però gli spagnoli stanno scoprendo che queste offerte
sono un arma a doppio taglio. L'alcool a buon mercato fa
schizzare le vendite, ma significa anche più aggressioni e
bravate insensate. Fino a quando la questione alcolica non
sarà risolta sarà molto difficile mettere fine a tutto questo.
(traduzione di Andrea Sparacino)
ECCO L’HAMBURGER ARTIFICIALE, 250MILA EURO IL COSTO
(Newnotizie) - Carne artificiale da cellule staminali. Un
gruppo di scienziati olandesi ha utilizzato cellule animali
per creare una forma di carne artificiale senza la necessità
di allevare e di macellare del bestiame. Gli scienziati, che
stanno facendo esperimenti con le cellule staminali di maiale, dicono che
potrebbero volerci anche solo sei mesi
prima di poter ottenere la prima 'salsiccia in provetta' ed entro un anno stimano di poter coltivare in laboratorio hamburger con cellule staminali di mucca.
La 'carne in vitro' potrebbe servire a sfamare le popolazioni più bisognose di
cibo, influendo positivamente sull'inquinamento atmosferico e cancellando
le sofferenze degli animali.
Un aspetto non invitante e costi esorbitanti. Mark Post della
Maastricht University, che sta coordinando la ricerca, ha
riferito, come riporta il quotidiano britannico Daily
Telegraph, che la tecnica è ben lungi dall'essere pronta per
la produzione di massa. Il primo hamburger artficiale
potrebbe infatti raggiungere un costo esorbitante, stimato
oltre le 220mila sterline (250mila euro). Ma una volta che
la carne sarà pronta per il consumo, le linee di produzione
potrebbero rientrare in impianti di produzione di enormi
quantità, rendendo il processo più rapido ed economico. Al
momento, però, gli esperimenti non sembrano dare i frutti
sperati e la carne artificiale appare ben diversa da quella tradizionale derivata da un normale
processo di allevamento e macellazione. "Il colore chiaro è dovuto
alla mancanza di sangue e alla
scarsità di mioglobina, proteina
che contiene ferro", spiega Post. E
aggiunge: "Stiamo cercando dei
modi per aumentare il livello di
mioglobina per far sì che la carne
in vitro assuma un colore naturale". Quanto al sapore, è difficile
dare un giudizio: nessuno ha ancora potuto assaggiare la carne in vitro, perché la legge vieta
di consumare materiale creato in laboratorio da tessuti animali. Il problema, assicurano gli esperti, potrà essere risolto utilizzando un nutrimento sintetico per le cellule staminali. Nonostante gli argomenti morali ed etici sulle cellule
staminali i ricercatori ritengono che sia inevitabile che un
giorno, in futuro, saremo costretti a mangiare carne artificiale. Ma il dibattito etico è ancora aperto.
IL PARLAMENTO
BULGARO RESPINGE
PROPOSTA DI LEGGE
SULL’EUTANASIA
L’eutanasia sui malati terminali
non sarà ammessa in Bulgaria
dopo che i membri del Parlamento
hanno votato il 1° settembre 2011
per respingere il progetto di legge
proposto dal socialista Lyuben
Kornezov.
La proposta in discussione ha provocato numerose polemiche tra
professionisti medici, personaggi
pubblici e politici.
Nonostante Kornezov abbia
espresso l'intenzione di "prevedere un comitato speciale con potere
decisionale sull'eutanasia delle
singole persone, sotto il controllo
della Corte suprema e l'applicazione certificata da un notaio", i
professori dell'università di Sofia
hanno ribadito che "in vista dei
problemi che abbiamo nell'assistenza sanitaria e nella magistratura, è meglio astenersi da decisioni
affrettate". Le politiche in materia
di eutanasia nel mondo sono sviluppate da diverse organizzazioni
non governative, dalle associazioni mediche più importanti e da
organizzazioni
di
avvocati.
Pertanto professori e personale
sanitario in Bulgaria insistono per
un ampio dibattito pubblico e per
una competente discussione per lo
studio della pratica medica nel
nostro paese prima che qualcuno
proponga una soluzione legale.
L'eutanasia attiva è consentita
solo in Belgio, Lussemburgo e
Paesi Bassi. L'eutanasia assistita è
ammessa in Svizzera e negli stati
americani del Washington e
dell'Oregon. Il disegno di legge
proposto, però, non fa una distinzione tra eutanasia e rifiuto di cure
mediche, mentre la definizione di
eutanasia sottolinea solo l'applicazione ai malati terminali, senza
stabilire con precisione quanto
grave debba essere il malato.
Le principali obiezioni sono state
indicate dalla dott.ssa Valentina
Kaneva, professore di etica all'università di Sofia "St. Kliment
Ohridski:
- Le prestazioni di eutanasia attiva
non possono essere attribuite a
tutti i medici come un obbligo.
- Perché è previsto nel progetto di
legge l'anonimato per i medici, i
quali hanno il diritto di partecipare anonimamente alla morte di
qualcuno?
- L'attività del medico deve essere
correlata principalmente agli standard etici, accettati dalla comunità
professionale a cui egli appartiene.
- Il disegno di legge consente alle
famiglie dei pazienti di decidere
per la morte, per la quale loro
potrebbero nutrire propri interessi.
Gazzettino Europeo
03 Settembre 2011
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11
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Cultura
orizzonti transnazionali
Un francese ambasciatore del vino italiano in patria: è
Jacques Orhon "Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino"
Se c’è un personaggio, nel panorama mondiale, a cui
l’Italia del vino deve molto, quello è Jaques Orhon. Come
riferisce il portale winenews.it, il giornalista e sommelier
francese, nella sua lunga carriera che l’ha portato ad esplorare i quattro angoli del mondo enoico, è stato infatti il profeta del vino italiano nel mondo francofono, grazie ad opere
come la "Guida ai vini d’Italia", vera e propria Bibbia per
ogni amante del vino italiano.
Ma tra i meriti di Orhon c’è
anche quello di aver fatto del
Canada, dove ha fondato e presieduto l’Associazione dei
Sommelier Professionisti, uno
dei principali Paesi importatori
di vino di qualità, senza dimenticare "I vini del nuovo mondo",
pubblicazione in due tomi che
costituisce un significativo
approfondimento sui vini
dell’Australia, della Nuova
Zelanda, del Sud Africa e del
Sud America.
È per questi e per molti altri
meriti che la Fondazione Masi
ha deciso di insignire con il
"Premio Internazionale Masi
Civiltà del Vino" il wine writer
francese, già Cavaliere al merito agricolo del Governo francese. Accanto a lui, il 24 settembre a Verona, per il Premio
Masi n.30, verranno insigniti
del "Premio Masi per la Civiltà
Veneta" Giuseppe Battiston,
giovane e talentuoso attore teatrale e cinematografico, Arrigo
Cipriani, massimo esempio dell’ospitalità veneta nonché patron e animatore del mitico
Harry’s Bar di Venezia, e Massimo Marchiori, matematico e
informatico, tra i protagonisti della rivoluzione tecnologica
del web, inventore dell’algoritmo di Google. Il "Grosso
d’Oro Veneziano", riservato a personaggi che hanno contribuito a diffondere nel mondo un messaggio di solidarietà,
pace e progresso, sarà infine consegnato a don Luigi
Mazzucato, fondatore e storico direttore dell’Associazione
Cuamm, medici con l’Africa.
Ma il Premio Masi è anche e soprattutto altro, è espressione di una fondazione (www.fondazionemasi.it) che fa dell’impegno e del volontariato la sua missione, portando alla
ribalta temi di grande spessore, come la promozione in
Africa del diritto fondamentale alla salute, la conoscenza
delle aree viticole del nuovo e del vecchio mondo alla ricerca dell’espressione tecnico-culturale dei diversi territori, il
talento espresso dalle Venezie nell’arte della recitazione,
nell’intuizione che porta all’innovazione tecnologica e nell’ospitalità, diventata simbolo del made in Italy nel mondo
intero. Per questo Isabella Bossi
Fedrigotti, presidente della
Fondazione Masi, ci tiene a spiegare che "l’opportunità offerta da
una ricorrenza, soprattutto se
importante come quella del trentennale del Premio Masi, non è
data soltanto dai festeggiamenti
per un traguardo tanto significativo, quanto dalla possibilità di procedere allargando ulteriormente
l’orizzonte delle iniziative. È
opportuno che quello della giuria
sia un lavoro d’indagine
approfondita, alla ricerca di figure non ovvie, non in vista, però
esemplari. Non è un compito facile perché il premio era inizialmente indirizzato a riconoscere delle
carriere, non delle speranze, delle
promesse, quali inevitabilmente
sono i talenti più giovani, anche se
è questa la strada che intendiamo
percorrere".
Sandro Boscaini, vicepresidente e
anima della Fondazione Masi,
oltre che presidente di Masi
Agricola, sottolinea invece il
ruolo che ha avuto il "suo" vino,
l’Amarone, nell’ideazione di un
Premio che in questi trent’anni ha contribuito al successo
della Valpolicella e dei suoi vini nel mondo: "Se è vero che
il vino è uno dei testimoni più importanti del territorio, è
altrettanto vero che il territorio e la sua cultura accreditano
e valorizzano il vino e i suoi produttori: questa", spiega, "è
l’idea iniziale da cui nasce il Premio Masi Civiltà Veneta,
per sottolineare che nella cultura veneta hanno un posto di
rilevanza i vini tradizionali della zona. È particolarmente
significativo come l’Amarone costituisca l’oggetto reale del
Premio, per cui, se l’Amarone premia la civiltà veneta, la
civiltà veneta riconosce l’Amarone come uno dei suoi
emblemi". (aise)
A SIDNEY AZIENDE ITALIANE A “FINE FOOD 2011”
La Camera di Commercio Italiana di Sydney sta organizzando la partecipazione di oltre una decina di aziende italiane all’edizione 2011 del Fine Food, la più
grande fiera dell’agroalimentare in Australia,
che si svolgerà nella capitale del New South
Wales dal 5 all’8 settembre.
Le imprese e gli enti partecipanti, tra cui il
Consorzio del Prosciutto di Parma e la
Camera di Commercio di Trapani, avranno a
disposizione uno spazio di 108 metri quadrati presso il Sydney Convention and Exhibition
Centre. Il padiglione verrà inaugurato ufficialmente lunedì prossimo, 5 settembre, alla presenza dei media e delle istituzioni italiane e
locali; l’evento, organizzato in collaborazione
con CIRA (Consiglio dei Ristoranti Italiani in Australia),
sarà aperto agli operatori di settore e ai visitatori, e includerà
una degustazione offerta dalle aziende italiane espositrici.
Nel dettaglio, le imprese che prenderanno parte a Fine Food
sono specializzate nella produzione di olio d’oliva, vino,
prodotti da forno e pasticceria, formaggi, dolci, verdure surgelate, inscatolati, farina. Per loro conto, la
Camera di Commercio ha organizzato un’agenda
di appuntamenti BtoB con operatori locali, attivi
nella distribuzione di prodotti enogastronomici e
nella ristorazione; gli incontri d’affari si svolgeranno nel contesto della manifestazione fieristica.
Fine Food, che quest’anno si prepara ad accogliere oltre 1000 espositori e numerosi visitatori provenienti da tutto il mondo, è dedicata anche alle
attrezzature; nata nel 1994, è cresciuta di dimensioni e importanza nel corso degli anni, di pari
passo con il crescente apprezzamento degli
australiani per la buona cucina. Aumentata anche
la presenza degli italiani all’evento, a testimonianza di una
maggior attenzione al mercato locale del food, che presenta
ancora notevoli opportunità di penetrazione, sia con riferimento alla grande distribuzione, che al canale Horeca.
"Berlin Italy": viaggio nella
moda italiana al Me
Collectors Room di Berlino
BERLINO\ aise\ - Inaugurazione
in grande stile per "Berlin Italy –
Ein Ausflug in die italienische
Mode", organizzata dal Ministero
dello Sviluppo Economico in collaborazione con le principali
Associazioni italiane del sistema
moda, ieri sera a Berlino al "me
Collectors Room Berlin".
Un progetto, quello del Ministero
dello Sviluppo Economico, che si
pone l’obiettivo di potenziare la
presenza economica italiana sul
mercato tedesco. "La moda italiana coniuga tradizione e innovazione e con questa iniziativa vogliamo rinnovare il sostegno al made
in Italy", ha detto l’ambasciatore
d'Italia, Michele Valensise, nell’intervento che ha aperto la
mostra. "La Germania è al primo
posto nell’interscambio economico con l’Italia e Berlino è il luogo
appropriato per presentare alle
nuove generazioni il nostro saper
fare".
"Berlino Italia – Un viaggio nella
moda italiana" ha portato in
Germania una rappresentazione
collettiva, data da una sommatoria
di mostre messe a disposizione
dalle associazioni aderenti al progetto, del meglio del made in
Italy: vestiti, occhiali, borse, scarpe, oreficeria, cappelli e i nostri
stilisti del futuro.
Su questo ultimo aspetto si è concentrata la partecipazione al progetto di CNA Federmoda, portando a Berlino la mostra "Future in
Progress", che rappresenta il
meglio del XXI Concorso
Nazionale Professione Moda
Giovani Stilisti – Riccione Moda
Italia 2011.
"Abbiamo voluto presentare al
mercato tedesco quella che è l’anima del made in Italy: il coniugarsi
di creatività e di saper fare", ha
dichiarato Antonio Franceschini,
responsabile nazionale CNA
Federmoda, intervenendo alla
conferenza stampa che ha preceduto l’opening berlinese. "Gli stilisti italiani hanno a disposizione
una filiera costituita da imprese
artigiane e da piccole imprese che
è in grado di affiancarli nella realizzazione dei loro progetti creativi", ha aggiunto. Per Franceschini
"il consumatore internazionale
cerca sempre più di riconoscere il
valore intrinseco dei nostri prodotti e con questa partecipazione", ha
concluso, "abbiamo voluto dare
una rappresentazione del percorso
di ricerca, ideazione e progettazione che porta alla realizzazione del
prodotto moda".
"Berlino Italia – Un viaggio nella
moda italiana" si apre proprio con
la mostra Future in Progress.
12
Gazzettino Europeo
03 Settembre 2011
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GAZZETTINO
EUROPEO.IT
Cultura
orizzonti transnazionali
La Macroregione Adriatico-Ionica per lo sviluppo
dell'Europa: successo del percorso espositivo ad Ancona
Grande successo per il percorso espositivo "La
Macroregione adriatico - ionica per lo sviluppo
dell'Europa", allestito in questi giorni ad Ancona.
"Il coinvolgimento che si ottiene attraverso la spiegazione e
l'approfondimento di quello che si
sta facendo - spiega il presidente
della Regione Marche, Gian Mario
Spacca – è prezioso per la riuscita di
qualsiasi iniziativa. Abbiamo fortemente voluto questa esposizione perché riteniamo che la creazione della
Macroregione adriatico ionica sia
un'opportunità unica e da non perdere per la crescita e lo sviluppo
della comunità marchigiana".
"Comunità che – ha aggiunto - deve
però essere partecipe del progetto con consapevolezza, in
modo da dare alle istituzioni europee quella spinta dal basso
necessaria per centrare l'obiettivo. Per questo, nella mostra
non si parla di concetti astratti, ma si evidenziano i progetti concreti realizzati in collaborazione con i Paesi al di là
dell'Adriatico per la protezione e conservazione del'ambiente, l'energia, i cambiamenti climatici, la ricerca e l'innovazione, la tutela delle aree sottomarine, le risorse culturali, la
competitività e la creazione di posti di lavoro, il commercio,
i trasporti e la logistica".
"I cittadini – ha proseguito - hanno immediatamente colto il
valore dell'iniziativa dimostrando una grande apertura nei
confronti delle tematiche internazionali e dello scambio culturale tra popoli. Questa risposta così positiva ci spinge a
continuare con ancora più entusiasmo il nostro lavoro a
Bruxelles".
Nella capitale europea, il 12 e il 13 ottobre prossimi, in
occasione della sessione plenaria del Comitato delle
Regioni, è prevista infatti l'approvazione del parere definitivo sulla Macroregione adriatico ionica.
Sul tema è intervenuto anche il vicepresidente della Regione
Abruzzo e assessore allo Sviluppo economico, Alfredo
Castiglione, secondo il quale "la sfida è impegnativa, ma
necessaria".
Come Spacca, che ha dichiarato che la Macroregione "può
rappresentare un'importante occasione per avviare un percorso di condivisione delle politiche di sviluppo dell'area",
anche Castiglione si dice "d'accordo, specialmente per le
notevoli opportunità che la MacroRegione Adriatica può
produrre. È importante – per Castigione - essere riconosciuti dall'Unione Europea ed essere messi in condizioni di partecipare a finanziamenti a Bando, così come acquisire un
necessario potere contrattuale con
organismi finanziari ed economici
nazionali ed europei e la forza di penetrazione nei mercati economici confinanti, ed altro. Ma, appunto perché
sono tante le opportunità e le iniziative
a tal riguardo, esse andrebbero condivise con tutte le realtà che si riconoscono in quest'area territoriale e non solo
leggerle sugli organi di stampa. Questo
perché le Regioni Adriatico-Ioniche
sono attori e non spettatori dell'iniziativa. Il 2014, anno in cui è fissato il termine per la concretizzazione del progetto della Macroregione AdriaticoIonica, - ha spiegato Castiglione - è alle porte: bisogna arrivare preparati, con proposte progettuali definite, che tengano conto delle priorità di questo territorio, che conta quasi
100 milioni di abitanti, e che rispondano concretamente alla
logica della concertazione interregionale in materia di sviluppo economico, di sanità, di infrastrutture".
"La Regione Abruzzo, - ha aggiunto - da subito ha creduto
in questo progetto, lavorando sinergicamente alla sua realizzazione con le altre istituzioni coinvolte. Faremo però in
modo che all'interno di questo progetto trovi posto la nostra
politica industriale, che è ormai ben delineata ed è coerente
con quanto avviene a livello europeo: mi riferisco - ha detto
ancora Castiglione - alle Reti di impresa e ai Poli d'innovazione, strategie imprescindibili per la competitività e lo sviluppo in contesti internazionali. Nei tavoli della concertazione continueremo a portare il nostro contributo perché si
sviluppi una politica interregionale univoca, che preveda,
ad esempio, un'unica strategia infrastrutturale comprendente nodi logistici specializzati e d'eccellenza, evitando inutili
duplicazioni o peggio ancora nodi competitivi. Immagino ha proseguito l'assessore - che la macroregione possa e
debba avere al proprio interno delle grandi infrastrutture
"specializzate": un grande porto turistico, un porto multimodale, un aeroporto per il trasporto merci ed uno per il
trasporto di passeggeri, un interporto interregionale, un
grande hub ferroviario ecc. (aise)
Nasce Celebritaly:
il partner ufficiale
per l’Italia della
Columbus Citizens
Foundation
Promuovere l’Italia e l’italianità
negli Stati Uniti al di là di stereotipi e luoghi comuni. Coinvolgere
le più importanti realtà italiane
nelle manifestazioni culturali e
celebrative che ogni anno, in
occasione dell’anniversario della
scoperta dell’America, vengono
organizzate a New York dalla
comunità italo americana.
Nasce con questi scopi il
Comitato Celebritaly, partner ufficiale per l’Italia della Columbus
Citizens
Foundation,
la
Fondazione che si dedica a diffondere la cultura italiana negli Stati
Uniti, mantenendo vive lingua e
tradizioni
degli
italiani
d’America, finanziando ricerca e
borse di studio per gli studenti
italo-americani più meritevoli e
organizzando nel mese di ottobre
le "Columbus Celebrations", che
culminano con la celebre parata
sulla Quinta Strada.
Promotori di Celebritaly sono
Lorenzo Candelpergher (presidente), Alberto Cecchini (vicepresidente), Berardo Berardi (segretario), Benedetta Pasero, Roberto
Race e Carla Rodomonte.
Celebritaly nasce come iniziativa
di supporto promozionale ed operativo alla Columbus Citizens
Foundation, con lo scopo di promuovere e organizzare iniziative
culturali, manifestazioni ed eventi, di raccogliere sponsorizzazioni
e patrocini e di portare ai figli e ai
nipoti degli antichi migranti un
po’ di quell’Italia a cui loro continuano a sentire di appartenere.
Gazzettino Europeo
03 Settembre 2011
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Bandi e Concorsi Europei
APRILE
SETTEMBRE
SETTEMBRE
GAZZETTINO
EUROPEO.IT
PARLAMENTO EUROPEO
ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/16/11 - APPRENDIMENTO PERMANENTE PROMOZIONE DELL’INTEGRAZIONE
DELLE COMUNITÀ ROM NELL’ISTRUZIONE E
ATTRAVERSO L’ISTRUZIONE
Sostegno a progetti di cooperazione transnazionale
Stanziamento: € 584.000 - GUUE 2011/C 193/08
Scadenza: 16 settembre 2011
RICERCA E INNOVAZIONE
ENIAC-2011-2 - Quinto invito a presentare
proposte nell’ambito del programma
di lavoro per l’ENIAC Joint Undertaking
I progetti di ricerca ENIAC sono progetti volti all’industria nel
settore delle nanotecnologie.
Stanziamento: € 88.253.080 - GUUE 2011/C 183/07
Scadenza: 15 settembre 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/19/11 - MEDIA 2007 - SOSTEGNO ALLA
DIGITALIZZAZIONE DEI CINEMA EUROPEI
Il presente invito a presentare proposte si propone di favorire la
transizione digitale delle sale che proiettano film europei, sostenendo i costi indiretti legati all’acquisto di un proiettore digitale.
Stanziamento: € 2.000.000 - GUUE 2011/C 191/09
Scadenza: 15 settembre 2011
MERCATO INTERNO E SERVIZI
2011/S 125-206541 - B-Bruxelles: Studio sulla
protezione dell'indicazione geografica
per i prodotti non agricoli nel mercato interno
Lo studio fornirà una valutazione approfondita sul potenziale
impatto economico della protezione per i prodotti non agricoli.
Stanziamento: € 250.000 - GUUE 2011/S n. 125
Scadenza: 15 settembre 2011
COOPERAZIONE EUROPEAID
EuropeAid/131142/C/ACT/Multi - NSA/LA COOPERAZIONE, SINERGIE E DIALOGO STRUTTURATO NELL’AMBITO DELLA COOPERAZIONE ALLO
SVILUPPO TRA LE RETI DELLA SOCIETÀ CIVILE, LE
LORO ORGANIZZAZIONI E LE ISTITUZIONI UE
Stanziamento: € 3.174.500 - EuropeAid/131142/C/ACT/Multi
Scadenza: 15 settembre 2011
ISTRUZIONE E CULTURA
EACEA/18/11 - PROGRAMMA JEAN MONNET ATTIVITA’ CHIAVE 1 - ATTIVITA’ DI
INFORMAZIONE E RICERCA PER
«APPRENDERE L’UE A SCUOLA»
Sviluppare contenuti sull'Unione europea per l’istruzione
Stanziamento: € 2.000.000 - GUUE 2011/C 174/06
Scadenza: 15 settembre 2011
AMBIENTE
“AZIONE PREPARATORIA BEST” (SISTEMA VOLONTARIO PER LA BIODIVERSITA’ ED I SERVIZI
ECOSISTEMICI NEI TERRITORI DELLE REGIONI
ULTRAPERIFERICHE ED I PAESI ED I TERRITORI
D'OLTREMARE DELL'UNIONE EUROPEA)
Stanziamento: € 2.000.000 - BEST 2011
Scadenza: 09 settembre 2011
SALUTE E TUTELA DEL CONSUMATORE
EAHC/2011/CP/ECCNET - ASSEGNAZIONE DI
UN CONTRIBUTO FINANZIARIO ALLA RETE
DEI CENTRI EUROPEI DEI CONSUMATORI
Le attività che potranno essere finanziate ai centri europei dei
consumatori riguardano azioni di informazione, aiuto e rimedio
Stanziamento: € 4.500.000 - EAHC/2011/CP/ECCNET
Scadenza: 09 settembre 2011
AMBIENTE
LIFE+ Invito a presentare proposte 2011
Obiettivo principale: proteggere, conservare, ripristinare, monitorare e favorire il funzionamento dei sistemi naturali, degli habitat
naturali e della flora e della fauna selvatiche, al fine di arrestare
la perdita di biodiversità all'interno dell'UE.
Stanziamento: € 267.431.506 - GUUE 2011/C 62/07
Scadenza: 09 settembre 2011
IMPRESE E INDUSTRIA
CIP-EIP-ECO-INNOVATION-2011 - CALL FOR
PROPOSAL 2011 ECO - INNOVATION PROGETTI DI
PRIMA APPLICAZIONE E DI RIAPPLICAZIONE
COMMERCIALE NEL CAMPO DELL'INNOVAZIONE
E DELL'ECOINNOVAZIONE
Stanziamento: € 36.000.000 - CIP-EIP-ECO-INNOVATION-2011
Scadenza: 08 settembre 2011
AVVISO: Per maggiori dettagli sui Bandi soprariportati o per accedere agli elenchi ed alle schede complete
dei Bandi in scadenza a settembre, ottobre, novembre e dicembre 2011, consultare
“GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento.
Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm
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