libia: dopo laguerra, gli affari. neltrionfo diplomatico
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libia: dopo laguerra, gli affari. neltrionfo diplomatico
Sabato 03 Settembre 2011 Direttore Antonio Ciliento Anno III - Numero 23 www.gazzettinoeuropeo.it GAZZETTINO EUROPEO PARLAMENTO EUROPEO SETTIMANALE DI INFORMAZIONE E DOCUMENTAZIONE COMUNITARIA PER L’EUROPA E IL MEDITERRANEO GAZZETTINO EUROPEO.IT L’incontro per sancire la fine delle operazioni militari e delineare un progetto per la transizione politica e la ricostruzione della "nuova Libia" LIBIA: DOPO LA GUERRA, GLI AFFARI. NEL TRIONFO DIPLOMATICO DI PARIGI, L’ITALIA RIDIMENSIONATA Senza esclusione di colpi la guerra sotterranea tra Francia, In secondo piano nella coalizione guidata da Parigi e Londra, Italia e Regno Unito, per lo sfruttamento delle risorse libiche l'Italia teme di essere tagliata fuori dalle grandi commesse Le autorità di Damasco continuano a rifiutarsi di fornire una lista dei civili uccisi MISURE ANTICRISI 1 ITALIA: LA NUOVA MANOVRA DELUDE L’EUROPA MISURE ANTICRISI 2 DALL’UE UNA NUOVA CONDANNA PER LE VIOLENZE IN SIRIA: LA “LISTA DEI MORTI” CONTA GIÀ 3.300 VITTIME L'Alto rappresentante della politica estera dell’Ue Catherine Ashton ha invocato uno stop immediato delle violenze «indiscriminate» e della «repressione brutale» messa in atto dalle forze di polizia del presidente dittatore Bashar al Assad. Tra le vittime il vignettista Ali Farzat (nella foto), cui sono state brutalmente spezzate le mani TASSE IN GERMANIA TASSE IN FRANCIA BONN: ARRIVA IL PARCHIMETRO PER LE “LUCCIOLE” IN STRADA UNA TASSA SULLE BIBITE GASSATE: IN FRANCIA LA MANOVRA SI FA COSÌ Una notte di lavoro, costa 6 euro. L'iniziativa è scattata nei giorni scorsi a Bonn dove sono stati installati dispositivi che rilasciano un biglietto apposito Risanare il deficit economico e combattere l'obesità. Con questi due obiettivi nasce la tassa sulle bevande gassate recentemente ideata dal governo di Parigi I RICCHI DI FRANCIA E GERMANIA VOGLIONO ESSERE PIÙ TASSATI 2 Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT L’incontro per sancire la fine delle operazioni militari e delineare un progetto per la transizione politica e la ricostruzione della "nuova Libia" LIBIA: DOPO LA GUERRA, GLI AFFARI. NEL TRIONFO DIPLOMATICO DI PARIGI, L’ITALIA RIDIMENSIONATA Dietro l'intesa annunciata dai partecipanti alla conferenza di Parigi sulla "nuova Libia" si nasconderebbe una guerra sotterranea tra Francia, Italia e Regno Unito per lo sfruttamento delle risorse del paese. Sullo sfondo della guerra, dunque, la sete di petrolio. La rivelazione è di Presseurop, che non ha mancato di registrare le reazioni della stampa dei tre paesi appena conclusa la conferenza del 1° settembre. A sei mesi dall'inizio della campagna contro Muammar Gheddafi, Nicolas Sarkozy e David Cameron hanno, infatti, invitato a Parigi i rappresentanti di una sessantina di Paesi e Ong e quelli del Consiglio nazionale di transizione libico, con l’obiettivo di sancire la definitiva conclusione delle operazioni militari e, al contempo, delineare un progetto per la transizione politica e la ricostruzione della "nuova Libia". Libération ha parlato di una "prova del fuoco vittoriosa in Libia, che rimette in sella la Francia e in sintonia con il nuovo mondo arabo". Secondo il quotidiano quella in Libia è stata "una guerra lampo diplomatica e un scommessa militare audace". Un successo di cui "le imprese petrolifere francesi potranno largamente approfittare". "Almeno questo è ciò che sta scritto nero su bianco in un documento finito nelle mani di Libération. Il testo è firmato dal Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt). Il fatto che i paesi più impegnati nel conflitto al fianco degli insorti saranno i più favoriti dal Cnt, in particolare per quanto riguarda i ricchi (e ancora incerti) contratti petroliferi, è di pubblico dominio. Tuttavia il documento mostra chiaramente che già da mesi sono stati presi impegni precisi con tanto di cifre". Secondo il quotidiano il 3 aprile, ovvero appena 17 giorni dopo l'adozione della risoluzione 1973 da parte del Consiglio di sicurezza dell'Onu, il Cnt ha inviato una lettera all'emiro del Qatar, che ha giocato un ruolo fondamentale nei rapporti tra i ribelli e la Francia. Nella lettera si precisa che l'accordo sul petrolio stipulato tra Parigi e il Cnt come rappresentante legittimo dello stato libico assegna ai francesi il 35 per cento del totale del petrolio greggio. Il trionfo diplomatico francese, con il suo corollario energetico, mette in grande agitazione l'Italia. In secondo piano nella coalizione guidata da Parigi e Londra, l'ex potenza coloniale teme di essere tagliata fuori e di non poter partecipare alla spartizione della torta libica. "E l’Italia, che di Libia era il primo partner economico e legato da un trattato di amicizia siglato a costo di una mésalliance?", si domanda La Stampa. "L’Italia che sarà invece in seconda fila oggi a Parigi, con l’Eni che in futuro dovrà contendere a francesi e inglesi i nuovi contratti energetici?". In ogni caso anche Roma, nota il quotidiano di Torino, "corteggia il Cnt per salvare i suoi contratti". "La strana guerra di Libia è stata voluta essenzialmente da Parigi e in seconda battuta da Londra. Nicolas Sarkozy cercherà quindi di raccogliere i frutti del suo impegno, guidando la ricostruzione economica. La presenza dell’Italia in Libia ne uscirà fatalmente ridimensionata", sottolinea Marta Dassù nel suo editoriale su La Stampa. La politologa ricorda l'ostilità storica nei confronti degli italiani degli abitanti della Cirenaica, la regione dove è nata la ribellione. La portata delle iniziative diplomatiche di Roma è quindi limitata. "L'talia aveva molto da perdere dalla strana guerra di Libia. E tuttavia, particolare che sembra sfuggire, non ha perso. La visita di Paolo Scaroni a Bengasi conferma che l'Eni è in grado di salvaguardare i propri accordi energetici". Quanto agli europei, "dopo essersi divisi sulla guerra […] hanno interesse a promuovere insieme un accordo fra i successori di Gheddafi. […] Le illusioni di un condominio francobritannico sono già fallite in passato, nel Mediterraneo. Falliranno una seconda volta se gli europei, in Libia, si contenderanno una 'torta'. L'interesse comune degli europei, e delle genti di Libia, è di non dover rimpiangere Gheddafi. Dopo di che gli affari verranno, per chi sarà in grado di farli. Questa è l'unica competizione ammissibile fra le democrazie del Vecchio Continente". Nel Regno Unito non ci sono dubbi sulle vere motivazioni della conferenza. Come sottolinea l'Independent "i partecipanti saranno lì per capire quali benefici possono trarne". "Chi otterrà i contratti per lo smaltimento dei rifiuti, il rifornimento d'acqua e lo sfruttamento delle risorse petrolifere di un paese ricco di giacimenti? Per gli occidentali le occasioni di guadagno sono innumerevoli, per questo i libici e gli arabi sono tanto scettici sulle loro intenzioni 'umanitarie'". Per questo motivo, e per evitare che "una situazione politica precaria degeneri in una faida per l'arricchimento personale", il Financial Times suggerisce la creazione di "un sistema di garanzia credibile nel settore dell'energia" e il raggiungimento di un "ampio accordo costituzionale in grado di permettere ai libici di governarsi autonomamente, come un popolo libero". In tale contesto, perplessità si registrano circa la posizione di Berlino che, di fatto, resta relegata in un ruolo assolutamente marginale. Il successo della campagna di Libia ha provocato non poco imbarazzo in Germania. Come è noto, Berlino non aveva approvato l'impiego della forza per stabilizzare il paese, e così mentre ora si discute della ricostruzione e dei contratti futuri è costretta a rimanere ai margini. Secondo la Süddeutsche Zeitung sul banco degli imputati è finito soprattutto il ministro degli esteri Guido Westerwelle. Dopo il successo militare della Nato il ministro aveva attribuito il merito della caduta del regime di Gheddafi all'embargo internazionale nei confronti di Tripoli, sostenuto dalla Germania, e non all'insurrezione armata. In seguito Westerwelle, spinto dalla cancelliera Angela Merkel, ha fatto marcia indietro. Ciononostante, nota il quotidiano bavarese, il ministro "è stato attaccato da tutti i politici, qualsiasi fosse la loro opinione sull'intervento della Nato in Libia. Dopo la sconfitta di Gheddafi la situazione è radicalmente cambiata: tutti esprimono il loro 'rispetto' per la Nato. Il sollievo per la caduta del colonnello rende più facile sostenere una guerra il cui obiettivo reale non è mai stato la sconfitta del dittatore". La tua pubblicità su Efficace, conveniente, diversa. Plausibile alternativa. [email protected] Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] 3 GAZZETTINO EUROPEO.IT REPRESSIONE IN SIRIA La Commissione Europea condanna fermamente l'escalation di repressioni in Siria e annuncia azioni contro il regime al potere. In uno statement, l'alto rappresentante per la politica estera dell'UE, Catherine Ashton, ha ribadito la condanna da parte dell'Unione verso la brutale campagna di Bashar alAssad e del suo regime contro la propria gente, chiedendo che le prepressioni vengano fermate. Allo stesso tempo l'UE ha contattato i partners della regione ed ha chiesto una sessione speciale del Consiglio dei Diritti Umani dell'ONU in Siria. L'alto rappresentante ha espresso la sua continua e profonda preoccupazione «per le violenze perpetrate dal regime siriano contro i dimostranti pacifici, gli attivisti di diritti umani e più in generale il popolo siriano» è scritto in una nota ufficiale. La Ashton ha rinnovato la sua condanna alla repressione, e in particolare all'attacco contro il vignettista Ali Farzat, «rapito e brutalizzato (le forze dell'ordine gli hanno spezzato le mani) per avere espresso le sue opinioni». Un caso tra i più gravi di violazione dei diritti umani, secondo il rappresentante Ue. Nel frattempo si riaggiorna, tristemente il bollettino delle vittime. Sono circa 3.300 i siriani uccisi dalla repressione del regime di Damasco da metà marzo scorso. Lo ha dichiarato l'Organizzazione nazionale per i diritti umani in Siria diretta dal dissidente Ammar Qurabi, che da oltre DISCIPLINA DI BILANCIO DALL’UE UNA NUOVA CONDANNA PER LE VIOLENZE DEL REGIME IN SIRIA. VARATE NUOVE SANZIONI, MA C’È IL NO DELLA RUSSIA dieci anni lavora nel Paese come ricercatore nell'ambito umanitario ma che nelle ultime settimane è stato costretto a fuggire dalla Siria. Il regime siriano dal canto suo si è rifiutato di fornire una lista dei civili uccisi sostenendo che circa 500 tra soldati e poliziotti sono stati uccisi da bande di terroristi armati. Qurabi invece ha fornito agli organi stampa la lista delle vittime, per lo più civili e riporta anche un conto parziale delle centinaia di persone arrestate dai servizi di sicurezza nell'ultima settimana del mese islamico di Ramadan. Le autorità di Damasco hanno bandito gran parte dei media stranieri e arabi dal Paese ed è quindi impossibile verificare sul terreno le informazioni fornite dagli attivisti. Nella sola giornata di martedì, alme- no sette manifestanti anti-regime sono stati uccisi in varie città della Siria dalle forze di sicurezza, che hanno disperso alcune proteste formatesi all'uscita delle moschee, dove si è celebrato il primo giorno dell'Eid al-Fitr, la fine del mese di Ramadan. Di queste, quattro sono morte ad Al-Harra, due a Inkhil, nella provincia di Deraa, e una a Homs. Anche se l'Ong d'opposizione, l'Osservatorio siriano sui diritti umani pala di tre morti e nove feriti. Alle condanne di Ashton, seguono le anticipazioni su ulteriori sanzioni contro il regime. La Commissione europea sta infatti preparando l'embargo europeo contro il petrolio siriano. Le nuove sanzioni potrebbero essere concluse entro la fine di questa settimana, in occasione dell'informale esteri (Gymnich) che si tiene a Sopot (Polonia) tra ieri venerdì 2 settembre ed oggi. L'imposizione di nuove misure restrittive per la prima volta colpiranno il settore degli idrocarburi. «C'è un accordo di principio tra i 27 per rafforzare le sanzioni contro Damasco, non solo aggiungendo nomi alla lista degli individui e delle società già colpiti, ma prendendo di mira altri settori, includendo per la prima volta anche quello degli idro- carburi», hanno indicato fonti dell'Unione, da Bruxelles. L'accordo di principio potrebbe tradursi in un prossimo embargo europeo sulle importazioni di petrolio provenienti dalla Siria. Si prevede però che il rafforzamento delle misure restrittive contro il regime siriano, che continua con la violenza e la repressione nonostante i ripetuti appelli della comunità internazionale, possa esser discusso dai ministri degli Esteri dell'Unione europea al consiglio informale Esteri in Polonia. «Tra i 27 non ci sono dubbi sul fatto che il presidente Assad ha perso tutta la sua legittimità e se ne deve andare», hanno rilevato le fonti, affermando poi che «c'è un'intesa di principio sulla necessità di accentuare la condanna del regime, non solo con un rafforzamento dell'attuale impianto sanzionatorio, ma con l'aggiunta di misure restrittive contro nuovi settori». Intanto, una condanna delle possibili nuove sanzioni contro la Siria adottate dall'Ue arriva dal ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, secondo il quale "non porteranno a nulla di buono". A margine di un vertice delle ex repubbliche sovietiche a Dushanbe, in Tagikistan, Lavorv ha affermato, citato dalle agenzie locali: "Abbiamo sempre detto che le sanzioni unilaterali non portano a nulla di buono, danneggiano l'approccio di partnership a qualsiasi crisi". "Siamo contro le sanzioni unilaterali", ha ribadito concludendo. LA NUOVA MANOVRA DELUDE L’EUROPA: TRICHET ESORTA L'ITALIA AL RISPETTO DEGLI IMPEGNI PRESI L'Italia deve rispettare gli impegni presi e portare avanti l'ambizioso piano di risanamento dei conti annunciato ad agosto. Questa, secondo l'attuale Presidente della BCE Jean Claude Trichet è l'unica via per garantire al Bel Paese lo sviluppo delle potenzialità inespresse. Purtroppo, i continui cambiamenti di contenuti della manovra e la mancanza di chiarezza sulle azioni da intraprendere, continuano a spiazzare i mercati e le autorità europee Al 6 di agosto la Commissione Europea aveva chiesto di trasformare subito in misure concrete le “coraggiose decisioni” annunciate dal governo. A bocce quasi ferme, fonti comunitarie - secondo una nota de Linkiesta - commentano così la “nuova” manovra: «Ci saremmo aspettati delle decisioni rapide e soprattutto chiarezza, perché questo vogliono i mercati. Un continuo cambio di misure annunciate e un continuo allungamento dei tempi vanno nella direzione opposta». Dal grande annuncio del premier sono ormai passate quattro settimane tra risse, bisticci, minacce e quant'altro, con una continua modifica delle misure annunciate, aumento Iva sì, anzi no, tassa ai ricchi no, sì, taglio agli enti locali, forse meno, eliminazione province e chi più ne ha più ne metta. Insomma, un caos collettivo. «Le decisioni di lunedì - commentava laconico il Wall Street Journal nei giorni scorsi - indicano per la terza volta quest'estate che il governo proclama misure di austerity, spingendo gli analisti a mettere in dubbia la sua credibilità». Quel che osserva il quotidiano finanziario americano rispecchia ciò che si pensa a Bruxelles. Ufficialmente, la Commissione Europea non si pronuncia, aspetta di vedere nero su bianco le proposte. Si sa però che i contatti, come ha spiegato lo stesso portavoce del commissario Rehn, Amadeu Altafaj, «sono quotidiani». Fuori dai denti e dietro le quinte il tono dei commenti che registriamo è questo: «Di fronte alla gravità della situazione - dicono fonti comunitarie - ci saremmo aspettati delle decisioni rapide e soprattutto chiarezza, perché questo vogliono i mercati. Un continuo cambio di misure annunciate e un continuo allungamento dei tempi vanno nella direzione opposta». Le fonti aggiungono lapidarie: «la risposta l'Italia l'avrà, se non dall'Ecofin informale a Breslavia (il 16 e 17 settembre n.d.r.), dai mercati». Bruxelles preoccupata? Risposta: «eccome». Una cosa è già chiara: i tecnici di Rehn storcono decisamente il naso di fronte a calcoli basati su entrate derivanti dal rafforzamento della lotta all'evasione, che dovrebbe sopperire al gettito che avrebbe portato la tassa ai superricchi, cancellata dal Cavaliere. «Come si è visto nel caso della Grecia - confermano le fonti comunitarie - calcoli di questo genere sono aleatori, e dunque rischiosissimi e di conseguenze difficilmente affidabili». E difficilmente la Commissione si farà abbindolare da misure grottesche come l'eliminazione delle province per via Costituzionale (cioè alle calende greche) anziché di alcune immediatamente, per decreto. Non c'è solo Bruxelles, d'altronde. C'è anche la Banca Centrale Europea, che finora ha salvato l'Italia e la Spagna con massicci acquisti di titoli di Stato dei due paesi. «La Bce - avvertono fonti comunitarie a Bruxelles - non potrà continuare a lungo con gli acquisti di Btp, soprattutto se la manovra italiana non sarà convincente». Del resto Trichet ha già dovuto fronteggiare le pesantissime critiche del presidente tedesco Christian Wulff, proprio per l'acquisto di titoli di stati in crisi debitoria. Ieri, in un'audizione davanti al Parlamento Europeo, Trichet ha da un lato difeso la legittimità giuridica dell'operazione, dall'altro ha lanciato un chiaro avvertimento, il cui destinatario è chiarissimo: «gli acquisti (di titoli di Stato) sul mercato secondario - ha avvertito - non possono essere usati per aggirare il principio della disciplina di bilancio». Peccato invece che proprio il calo dello spread dei Btp con i Bund tedeschi - dovuto alla Bce - abbia indotto i nostri politici a perdere il senso d'urgenza e di rigore nella manovra. 4 Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Istituito dall'UE nel 2003, l'APF è lo strumento tramite il quale l'Unione sostiene il programma per la pace e la sicurezza in Africa L'UNIONE EUROPEA RIBADISCE IL SUO SOSTEGNO ALLA PACE E ALLA SICUREZZA IN AFRICA CON UN FINANZIAMENTO DI 300 MILIONI DI EURO La Commissione europea ha deciso di alimentare il Fondo per la pace in Africa (APF) con 300 milioni di euro, per sostenere iniziative a favore della pace e della sicurezza in Africa a livello sia regionale che continentale. Il finanziamento, messo a disposizione dell'Unione africana e di organizzazioni regionali africane per il periodo 2011-2013, è destinato a sostenere iniziative mirate, regionali e continentali, nei settori della prevenzione, della gestione e della soluzione dei conflitti e della costruzione della pace. Il Fondo per la pace fornisce finanziamenti sostanziosi e certi per operazioni di sostegno alla pace guidate dall'Africa e per il rafforzamento delle capacità di organizzazioni africane. È il principale strumento di finanziamento del partenariato strategico Africa-UE sulla pace e la sicurezza. Catherine Ashton, alto rappresentante per la politica estera dell'UE ha dichiarato: "L'Unione europea non risparmia i suoi sforzi per sostenere il lavoro svolto dall'Unione africana per pacificare il continente, come dimostra questo contributo supplementare. Plaudiamo ai paesi che hanno mobilitato le loro truppe per missioni di sostegno alla pace, quale l'AMISOM in Somalia. Tuttavia, occorre impegnarsi di più. Incoraggiamo quindi gli altri paesi africani a farsi avanti e sostenere l'Unione africana in questo sforzo. Invito inoltre l'intera comunità internazionale a incrementare il suo contributo alla costruzione della pace e della stabilità in Africa". "Si calcola che in Africa più di 200 milioni di persone vivano tuttora in zone di conflitto, il che vanifica gli sforzi per alleviare la povertà", ha affermato il commissario UE per lo sviluppo Andris Piebalgs, aggiungendo: "Per gettare le fondamenta di uno sviluppo sostenibile in Africa, occorre garantire sicurezza e stabilità. Negli ultimi anni il Fondo per la pace ha favorito numerose operazioni africane di sostegno alla pace. La decisione di oggi conferma il saldo appoggio dell'Unione europea alle organizzazioni africane nelle loro iniziative volte a prevenire i conflitti e a mantenere la pace nelle zone critiche". Oltre alle operazioni di pace, l'APF sostiene l'Architettura africana di pace e di sicurezza, imperniata sulla prevenzione, sulla gestione e sulla soluzione dei conflitti. Istituito dall'UE nel 2003 in risposta a una richiesta dell'Unione africana, l'APF è lo strumento tramite il quale l'Unione europea sostiene il programma per la pace e la sicurezza in Africa, adottato a Lisbona nel dicembre 2007 Le operazioni in corso finanziate tramite l'APF sono la missione della Comunità economica degli Stati dell'Africa centrale (CEEAC) per il consolidamento della pace nella Repubblica Centrafricana (MICOPAX) e la missione dell'Unione africana in Somalia (AMISOM). In Somalia, l'APF finanzia l'operazione dell'Unione africana di sostegno alla pace (AMISOM), che appoggia le istituzioni federali transitorie somale nei loro sforzi di stabilizzazione e nel proseguimento del dialogo politico e della riconciliazione. Il contributo complessivo dell'APF all'operazione ammonta a 208,4 milioni di euro e copre costi quali indennità, assistenza sanitaria, alloggio, carburante e apparecchiature di comunicazione. Un altro esempio di iniziative di mediazione finanziate tramite il Fondo è il sostegno al gruppo di attuazione ad alto livello dell’Unione africana AGENDA DIGITALE: UN PROGETTO FINANZIATO DALL'UE PER RENDERE I TERMINALI SELF SERVICE PIÙ ACCESSIBILI A TUTTI Nell'UE esistono centinaia di migliaia di terminali digitali pubblici, compresi i distributori di biglietti dei trasporti pubblici, e almeno 425.000 distributori di banconote. Il mercato offre diverse soluzioni tecniche per agevolarne l'uso, quali le tastiere poste a portata degli utenti in sedia a rotelle, le etichette in Braille sui pulsanti o le istruzioni vocali via altoparlante per gli utenti ipovedenti. Tuttavia, queste soluzioni fondamentali sono spesso semplicemente non disponibili o non attivate perché la loro attivazione è troppo complessa. Un progetto finanziato dall'UE studia il modo di rendere più accessibili i terminali self service, come i distributori automatici di biglietti per i trasporti pubblici o i chioschi informativi e i distributori di banconote, a uno dei sei europei affetti da disabilità o agli 87 milioni di europei ultrasessantacinquenni. Secondo uno studio dell'UE solo il 38% dei distributori automatici di banconote in tutta l'UE offe funzioni vocali ai clienti disabili. Siamo ben lontani dal 61% degli USA e dalla quasi totalità degli sportelli automatici canadesi. La Commissione europea contribuisce con 3,41 milioni di euro alla metà dell'intero bilancio al progetto APSIS4All, che mira a progettare e convalidare interfacce personalizzate, comprese le schede senza contatto, per aiutare a superare gli ostacoli all'accesso esistenti. Le prove, di durata triennale, inizieranno con i distributori di banconote a Barcellona, Spagna, nel settembre del 2011, e con i distributori automatici di biglietti a Paderborn, Germania, nel gennaio del 2012. Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e commissaria responsabile dell'Agenda digitale, ha dichiarato: "I terminali self service pubblici sono disponibili ovunque e il loro numero è in crescita continua. Essi presentano tuttavia problemi per i disabili o per alcuni anziani, che non possono quindi usarli.". Il progetto APSIS4All intende progettare e convalidare in un ambiente reale interfacce personalizzate in grado di sormontare gli ostacoli all'accesso esistenti. In una fase iniziale il progetto raccoglierà informazioni presso 3 000 utenti che proveranno diversi apparecchi al fine di adattarne le interfacce alle loro esigenze e preferenze. Le prove si svolgeranno su 65 distributori di banconote della banca Caixa a Barcellona, Spagna, a partire dal 1° settembre 2011, e su 24 distributori di biglietti gestiti da Höft & Wessel AG a Paderborn, nella Renania settentrionale-Vestfalia, Germania, a partire dal 1° gennaio 2012. Lo scopo di questo progetto è proporre un quadro di riferimento normalizzato suscettibile di favorire ulteriori sviluppi nelle caratteristiche del settore dei distributori di banconote e dei fornitori di servizi. Questo progetto può tradursi infine in una maggiore accessibilità dei terminali digitali pubblici a una più ampia gamma di utenti che non hanno dimestichezza con la tecnologia, persone con difficoltà di (AUHIP) per il Sudan, che ha favorito il processo di mediazione nel paese e ha consentito di far partecipare ai negoziati la società civile. Il lavoro del gruppo ha permesso di contribuire a risolvere il conflitto nel Darfur. Con un finanziamento di 305 milioni di euro, la missione dell'Unione africana in Sudan è quella che finora ha ricevuto la quota maggiore dei fondi dell'UE. PARLAMENTO EUROPEO: COME FARE SVILUPPO RURALE IN TEMPO DI CRISI FINANZIARIA La Commissione Agricoltura riprende i lavori con l'esame del Progetto di parere sul bilancio 2012. Esame del progetto di parere sul bilancio 2012 e presentazione delle proposte della Commissione esecutiva sulla gestione della politica di sviluppo rurale a sostegno degli Stati Membri in condizioni di crisi economico-finanziaria sono infatti i punti all'odg della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo. «Nel parere sul bilancio 2012 - ha dichiarato il Presidente, Paolo De Castro - abbiamo approvato numerosi emendamenti tra cui un progetto pilota sullo spreco alimentare e lo sblocco di 9 milioni per l'ammasso privato dell’olio d'oliva». «Alla Commissione esecutiva - ha proseguito De Castro - abbiamo ribadito l'importanza di alcuni strumenti necessari a razionalizzare la politica di sviluppo rurale come la possibilità, per le autonomie locali, di rendicontare l'Iva sostenuta nelle misure dei Psr e il disimpegno centralizzato delle risorse finanziarie». Si tratta di strumenti opportuni che dovrebbero integrare la proposta dell’Unione e che assumono maggiore importanza in un momento di crisi per l'agricoltura europea. L’Italia ha registrato una contrazione dei redditi agricoli vicina al 3%, a fronte di una crescita media europea del 12,5% trainata da performance positive di paesi vicini come Spagna (+8,3%) e Francia (+34%). «Paesi - ha concluso De Castro - che stanno mettendo in campo politiche di rilancio, come nel caso delle misure anticrisi sull’ortofrutta a cui sta lavorando la Francia tramite il Ministro dell’Agricoltura Bruno Le Maire». lettura, turisti che non conoscono la lingua del luogo o anche persone che potrebbero aver dimenticato gli occhiali da lettura. APSI4All sarà incentrato sull'interazione multimodale e si avvarrà di tecnologie di punta quali la NFC o comunicazione senza fili a corto raggio (Near Field Communication). Le prove potrebbero usare per esempio una scheda programmata contenente le preferenze dell'utente. Nel momento in cui l'utente si avvicina al terminale, questo si adatta immediatamente alle sue esigenze, per esempio modificando la dimensione dei caratteri o la scelta della lingua. Altre interfacce possono comprendere un telefono cellulare con caratteristiche di accessibilità che consentono a un cliente di comprare un biglietto online e pagare presso il distributore in questione per mezzo di un codice sicuro inviato allo stesso telefono. Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] 5 GAZZETTINO EUROPEO.IT Il programma, adottato nel 2002, ha stabilito il quadro degli interventi strategici dell'Unione europea in campo ambientale nel periodo 2002-2012 LA VALUTAZIONE FINALE DEL VI° PROGRAMMA D'AZIONE PER L'AMBIENTE EVIDENZIA CARENZE NELLA SUA ATTUAZIONE Nello scorso decennio il Sesto programma d'azione per l'ambiente ha contribuito a fare sì che la legislazione ambientale fosse in grado di affrontare quasi tutti gli aspetti dell'ambiente. Questo dato emerge dalla valutazione finale del Sesto programma d'azione per l'ambiente (2002-2012) adottata in data odierna. Tra le principali realizzazioni della politica ambientale negli ultimi dieci anni si possono annoverare l'estensione della rete Natura 2000 (che comprende oggi quasi il 18% del territorio dell'Unione europea) l'adozione di una politica globale per le sostanze chimiche e gli interventi strategici in materia di cambiamenti climatici. Resta tuttavia molto da fare per quanto riguarda il conseguimento degli obiettivi e delle norme concordati a livello di Unione europea e il miglioramento della protezione della biodiversità e della qualità dei suoli e delle acque. La dissociazione tra crescita economica e sfruttamento delle risorse non ha portato a una diminuzione del loro utilizzo complessivo. Il commissario Janez Potocnik ha dichiarato: "Abbiamo ottenuto buoni risultati ma non sempre all'altezza delle nostre aspettative. Una migliore applicazione della legislazione dell'Unione europea da parte degli Stati membri è necessaria per colmare le lacune tra le ambizioni legislative del Sesto programma d'azione per l'ambiente e i risultati effettivamente conseguiti. Il nostro obiettivo è ora quello di passare dagli interventi correttivi a quelli preventivi del degrado ambientale". La valutazione finale del Sesto programma d'azione per l'ambiente evidenzia che gran parte delle azioni stabilite dal programma sono state o stanno per essere completate. Le sette strategie tematiche - aria, pesticidi, prevenzione e riciclaggio dei rifiu- ti, risorse naturali, suolo, ambiente marino, Benché il Sesto programma d'azione per l'ambienambiente urbano - sono state sviluppate al fine di te sia giunto all'ultimo anno di attuazione, la valurafforzare la politica ambientale. Alcune strategie tazione presentata nei giorni scorsi pone le basi per hanno permesso di definire nuove politiche, mentre un ulteriore confronto tra la Commissione, il altre sono state indirizzate in Consiglio, il Parlamento europeo, le imprese e la maggior grado al riesame delle società civile, con l'obiettivo di raggiungere una misure esistenti, al fine di posizione consensuale sugli orientamenti strategici migliorarne la coerenza e di col- della politica ambientale, garantirne un'ampia conmare lacune specifiche. divisione e mobilitare le risorse necessarie per gli Il programma si può considerare interventi. Date queste premesse, la Commissione un successo in quanto ha fornito valuterà in che modo un nuovo programma d'azioun contesto globale per la politi- ne per l'ambiente possa apportare un contributo ca ambientale. Esso ha fornito efficace alla politica ambientale in un contesto in agli Stati membri e alle autorità rapida evoluzione. locali un quadro di riferimento per difendere la politica ambientale da esigenze politiche contrastanti, garantire i finanziamenti necessari e assicurare scenari sicuri alle imprese. Non è possibile dimostrare che il Sesto programma d'azione per l'ambiente abbia costituito il fattore dominante alla base dell'ado- Un progetto di legge, discusso ieri in Commissione affazione della legislazione ambientale negli ri economici del Parlamento Europeo, promette di ultimi dieci anni. Ciò si spiega in parte con migliorare la tutela del consumatore e propone norme l'articolazione del programma che conteneva per rendere il mercato dei mutui più stabile e flessibile, un gran numero di azioni molto diverse tra per servire meglio l'economia reale. L'obiettivo è quello loro e quindi di difficile gestione. Le parti di raggiungere alcuni standard comuni a tutta Europa, interessate ritengono tuttavia che l'approva- senza imporre un approccio unico e valido per tutti che zione del programma, nel 2002, da parte del potrebbe minare le numerose (ed utili) differenze cultuConsiglio e del Parlamento europeo nell'am- rali ed economiche tra i vari Stati membri. bito della procedura di codecisione abbia E' la risposta del Parlamento UE alla proposta legislativa conferito allo stesso una maggiore legittimità della Commissione sul credito ipotecario residenziale, e abbia contribuito a creare un senso maggio- considerato un caposaldo per ripristinare la fiducia dei re di condivisione riguardo alle successive consumatori. Il mercato ipotecario dell'UE è enorme: nel proposte politiche. Tra gli aspetti negativi 2009 il totale di mutui ipotecari residenziali nei 27 Stati chiaramente messi in luce figurano l'applica- membri ammontava ad oltre 6.000 miliardi di euro, pari zione e l'attuazione inadeguate della legisla- al 52% del PIL di tutta l'Unione. La proprietà della casa zione ambientale UE da parte degli Stati è vicina al 70%; il mercato ipotecario è di vitale impormembri. tanza per milioni di cittadini europei che attualmente stanno pagando le rate del mutuo e per chi sta per acquistare una casa, soprattutto in un contesto dove i livelli di indebitamento delle famiglie sono in aumento. Rispetto alla proposta della Commissione, il progetto del Parlamento allarga notevolmente il campo di applicaziote uno scanner o una fotografia digitale e a ne della normativa sia per quanto riguarda la protezione caricarlo sul sito web della competizione. In dei consumatori sia per il funzionamento del settore. Ad ciascun paese, una giuria nazionale esempio, si prevedono ulteriori dettagli sull'informativa sceglierà i disegni migliori; il bam- da dare ai consumatori prima che essi decidano di stipubino che risulterà vincitore darà il lare un qualsiasi contratto di mutuo; i Governi sarebbeproprio nome a uno dei satelliti ro, inoltre, obbligati a sviluppare campagne educative. della costellazione Galileo. I satel- Un forte accento è posto sulla vita post-contrattuale del liti saranno lanciati a scadenze mutuo, che deve diventare più flessibile, come è attualregolari a partire del 2012 finché mente la fase precontrattuale. Si propone l'introduzione l’intera costellazione, formata da di standard in materia di rimborsi anticipati, portabilità circa 30 satelliti, non sarà comple- tra istituti di credito, e diritto di convertire un mutuo in ta. L’ordine con cui i nomi dei valuta estera in moneta nazionale. bambini saranno dati ai satelliti è quello del- Si chiede, inoltre, un rafforzamento del ruolo delle autol’ordine alfabetico in cui sono elencati gli rità di vigilanza e dei requisiti di trasparenza, nonché disposizioni ulteriori a garantire una corretta valutazione Stati membri nella/e lingua/e nazionale/i. La competizione sarà annunciata in ciascun degli immobili, per impedire situazioni in cui i creditori, Stato membro mediante comunicati e confe- a causa di sopravalutazione delle proprietà, non hanno renze stampa, e sarà diffusa per posta elettro- sufficienti garanzie per coprirsi in caso di inadempienze. nica a scuole, associazioni di insegnanti e Infine, si richiede che la verifica del reddito diventi più portali dedicati all’istruzione. Ciò contri- di una pratica standard quando i creditori concedono il buirà anche a ravvivare l’interesse e a diffon- mutuo, a garanzia delle procedure. dere presso gli insegnanti materiale didattico sul tema dello spazio e della navigazione satellita- applicazioni. re. Per accedere alla competizione, consultare il Galileo rappresenta un fatturato di 90 miliardi di euro per l’economia europea per un periodo di 20 seguente indirizzo: anni, in termini sia di ricavi aggiuntivi per l’induhttp://www.galileocontest.eu/it/competition Contesto - Il programma Galileo è un’iniziativa stria che di benefici pubblici e sociali, senza contaeuropea nel campo della navigazione satellitare re i vantaggi dell’indipendenza. destinata a introdurre un sistema globale di naviga- Galileo comincerà a fornire una prima serie di 3 zione satellitare , simile al GPS. Data l’importanza servizi a partire dal periodo 2014-2016 con una sempre crescente, sia per le imprese che per i citta- costellazione iniziale composta da almeno 24 sateldini, delle applicazioni di navigazione satellitare, liti: un servizio di tipo Open Service (2014), il Galileo garantirà l’indipendenza dell’Europa in Public Regulated Service (2016) e il primo questo importante settore e l’accessibilità a tali “Servizio di ricerca e salvataggio” (2014). I SATELLITI DELLA COSTELLAZIONE GALILEO SI CHIAMERANNO CON NOMI DI BAMBINI EUROPEI Il bambino che in ciascun Stato membro avrà fatto i disegni più belli su soggetti come lo spazio o l’aeronautica darà il suo nome a un satellite del programma Galileo. I primi 2 satelliti che saranno lanciati il 20 ottobre avranno i nomi di bambini vincitori in Belgio (Thijs) e in Bulgaria (Natalia), paesi in cui la competizione ha già avuto luogo all’inizio dell’anno . La Commissione europea ha pubblicato nei giorni scorsi il concorso perché anche negli altri 25 Stati membri sia dato un nome a satelliti che saranno lanciati fino al 2019. Vi possono partecipare bambini di età compresa tra 9 e11 anni. Ha dichiarato Antonio Tajani, vicepresidente della Commissione europea e commissario responsabile per le imprese e la politica industriale: “Con la navigazione satellitare, l’esplorazione e l’osservazione dello spazio, questo tema riveste sempre maggior importanza per i cittadini e il nostro futuro economico. Noi vogliamo stimolare la creatività dei bambini e far sì che fin dalla più tenera età essi guardino con entusiasmo allo spazio e alle sue opportunità . Ricompensiamo questa creatività con un’opportunità unica: quella di dare a 27 bambini la possibilità di dare il proprio nome a un satellite.” Dall’1 settembre al 15 novembre, bambini che vivano nell’UE e nati negli anni 2000, 2001 e 2002 - negli anni cioè in cui iniziò il programma Galileo - sono invitati a fare un disegno avente attinenza con lo spazio e l’aeronautica, a riprodurlo median- PARLAMENTO EUROPEO: SUI MUTUI NECESSARIA MAGGIORE TUTELA DEI CONSUMATORI E STABILITÀ DI MERCATO 6 Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Ciascuno Stato membro dovrebbe presentare una domanda per beneficiare di questo nuovo sistema DAL 1° SETTEMBRE LE LAMPADINE A INCANDESCENZA SUPERIORI AI 40 WATT NON SONO PIÙ IN COMMERCIO Dopo le lampadine da 100 W e quelle da 75 W dal 1° settembre 2011 è partita la messa al bando delle lampade a incandescenza da 60 W. La scadenza temporale (terza fase) è stata fissata dal regolamento 18 marzo 2009 n. 244/2009/Ce che ha dettato i nuovi requisiti di progettazione delle lampade e la progressiva sostituzione delle vecchie lampade a incandescenza con prodotti più efficienti (nel 2009 era toccato alle lampade da 100 W, l'anno dopo a quelle da 75 W). Il loro utilizzo ovviamente non sarà vietato, ma le lampadine fuorilegge non potranno più "essere messe sul mercato", come recita il gergo burocratico dell'Ue. Raramente un decisione dell'Unione europea ha avuto conseguenze così tangibili nella vita dei cittadini. In Svezia - secondo quanto riportato dalla stampa locale - come in altri stati membri vicini al circolo polare “l'impatto della sparizione delle lampadine ad alto voltaggio si farà sentire in modo particolare: le serate saranno ancora più lugubri del solito, illuminate a malapena dalle luci fioche delle lampadine a basso consumo”. Molti si domandano - continua la nota del Dagens Nyheter (fondato nel 1864, è il principale quotidiano liberale del paese) - se sia giusto vietare le lampadine classiche per commercializzarne altre che consumano meno energia ma che possono contenere un elemento nocivo come il mercurio. Non bisogna essere esperti per capire che questa decisione rischia di provocare nuovi danni ambientali. Come se non bastasse, il divieto è stato introdotto senza essere preceduto da alcun dibattito pubblico. L'addio alle lampadine classiche non è stato deciso dai politici, ma dai burocrati di Bruxelles. Ecco come è andata. Alla fine del 2003 Margot Wallström, all'epoca commissario europeo all'ambiente, ha proposto un nuova direttiva sul'"ecodesign". Wallström chiedeva una legge in grado di imporre sistemi di illuminazioni a consumo ridotto in tutta l'Ue, ma la direttiva non scendeva nei dettagli. All'epoca la proposta di Margot Wallström ha ricevuto un'accoglienza piuttosto favorevole. Dopo la discussione al consiglio dei ministri e l'approvazione del Parlamento europeo, la legge è stata adottata nel 2005, per poi entrare in vigore in Svezia (2008) e negli altri stati membri. Fino a quel momento i politici sono stati coinvolti nel processo e hanno dato il loro benestare. Ma i problemi sono legati alle piccole decisioni prese in seguito. Quale flusso luminoso, quale potenza e quale soglia bisognava fissare per le lampadine? E come organizzare l'eventuale sparizione dei prodotti fuorilegge? Tutte queste problematiche, in apparenza strettamente tecniche ma in realtà assolutamente politiche, sono state delegate a un comitato composto da funzionari che si è riunito a Bruxelles. Qualche anno dopo i funzionari hanno trovato l'accordo. In tutti i paesi dell'Ue è stato approvato con effetto immediato un regolamento (244/2009) che definisce nei minimi particolari le norme sulle lampadine dell'Unione. Durante i negoziati a Bruxelles l'autorità per l'energia ha convocato una serie di riunioni, seminari e audizioni. Dunque la decisione è stata presa a porte chiuse. La questione delle lampadine sembra riguardare soltanto gli esperti, le imprese e i gruppi di pressione. Non c'è stato alcun dibattito pubblico per soppesare i vantaggi e gli inconvenienti del cambiamento. Inoltre una moltitudine di leggi europee ha seguito lo stesso iter. Quest'anno la "comitologia", ovvero la gestione dell'Unione europea da parte dei funzionari, è stata fatta oggetto di pesanti critiche. Fin qui dunque le critiche della stampa svedese, ma ovviamente non mancano i mille e mille commenti positivi al provvedimento. Il Commissario europeo all'energia Gunter Oettinger ha così scritto sull’argomento. "Hanno fatto parte della nostra vita quotidiana per così tanto tempo che sembra incredibile che debbano sparire: dal 1° settembre le lampadine da 60 watt scompariranno gradualmente dagli scaffali dei negozi, visto che questo tipo di lampadina sarà vietato dalla legislazione dell'UE. Per quale ragione? La lampadina di Edison, che ha prodotto luce per più di 100 anni, non corrisponde più allo stato dell'arte per quanto riguarda l'illuminazione -- consuma troppa energia per la luce che produce. Le nuove lampadine -- che fanno una luce analoga -- (sia che si tratti delle lampadine a risparmio energetico che le lampadine fluorescenti compatte -CFL) consentono di risparmiare fino all'80% di energia rispetto alle lampadine di tipo Edison e durano 10 volte più a lungo. Cambiando tutte le lampadine una famiglia media può tranquillamente risparmiare fino a 50 euro l'anno di elettricità e l'insieme dell'UE può risparmiare l'equivalente della produzione annuale di 10 centrali elettriche e 15 tonnellate l'anno di emissioni di CO2, il che equivale a ritirare dalla circolazione 7 milioni di automobili (tutte le automobili dei Paesi Bassi, ad esempio). Si tratta di cifre importanti e di un contributo significativo alla nostra strategia per ridurre il nostro consumo energetico e le emissioni di gas serra: l'Europa non può permettersi di sprecare energia". Per ricevere il sulla propria mail (in formato .pdf) compilare il modulo sul sito: www.gazzettinoeuropeo.it EUROSTAT: AD AGOSTO CRESCONO PIL E RETAIL, CALANO ORDINI E PRODUZIONE INDUSTRIALE I dati forniti ad agosto dal servizio statistico europeo indicano un quadro economico altalenante. Inflazione stabile al 2,5%, disoccupazione al 10% nell'area euro. In particolare, i principali indici statistici rilasciati da Eurostat nel mese di agosto, denunciano le difficoltà ancora in corso ed una sostanziale debolezza dell’intero sistema economico europeo. Iniziando dai dati relativi al Pil, è possibile notare che relativamente al secondo trimestre del 2011 esso è cresciuto sequenzialmente dello 0,2% sia nell'area euro (Ea17) che in quella dei 27. In rapporto ai dati dello stesso trimestre del 2010 la crescita, per entrambe le zone è più accentuata: +1,7%. Passando al volume del commercio al dettaglio, in raffronto al mese di maggio 2011 quello di giugno ha segnato un aumento dello 0,9% nell'area euro e dello 0,7% nell'Ue27, rispetto al calo dell'1,3% registrato a maggio in entrambe le aree rispetto ad aprile. In confronto allo scorso anno il mese di giugno cala dello 0,4% nell'Ue17 e dello 0,2% nell'Ue27. Il commercio con l'extra-Ue ha fatto registrare a giugno un surplus di 0,9 miliardi di euro nell'area Ea17 e un deficit di 12,2 miliardi nel complesso dell'Ue27. In merito all'inflazione, nell'area euro a luglio è scesa al 2,5% dal 2,7 di giugno (nel 2010 era dell'1,7%), mentre a livello Ue27 è calata al 2,9% dal 3,1% di giugno (l'anno scorso era del 2,1%). A giugno il mercato delle costruzioni ha fatto registrare un calo dell'1,8% nell'Ea17 e dell'1,3% nell'Ue27 rispetto a maggio, quando nell'area euro era cresciuto dello 0,1% e in tutta Europa era stabile. In confronto allo stesso periodo dello scorso anno la contrazione è più sensibile: -11,3% nell'Ea17 e 8,1% in Ue27. Venendo al comparto industriale va registrato il calo della produzione di giugno, dello 0,7% in Ea17 e dell'1,2% nell'Ue27 rispetto a maggio, quando era cresciuta dello 0,2% in tutta Europa. Scendono anche i nuovi ordini, dello 0,7% nell'area euro (mentre a maggio crebbero del 3,6%) e dello 0,3% nell'Ue27, a fronte di una crescita dell'1,2% registrata a maggio. Gli ultimi due dati forniti nel mese riguardano l'inflazione, stabile al 2,5% di luglio, e il tasso di disoccupazione, che per l'area euro a luglio è rimasta allo stesso livello di giugno, il 10% (e in calo rispetto al 10,2% dello scorso anno), come accaduto nell'Ue27: 9,5%, come a giugno e in calo rispetto al 9,7% dello stesso periodo del 2010. Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 E-mail [email protected] 7 GAZZETTINO EUROPEO.IT L'esortazione dell'Unione Europea nei confronti dei politici belgi potrebbe dare un'accelerata al negoziato di risoluzione della crisi SULLA CRISI BELGA INTERVIENE L’UE: O UN GOVERNO, O IL DETERIORAMENTO DELLA CRESCITA ECONOMICA "L'Europa vuole un governo per il Belgio", titola Le Soir la principale testata francofona di Bruxelles. "La Commissione europea ha perso la pazienza" e il 12 settembre, in occasione della pubblicazione del rapporto sulle finanze pubbliche degli stati membri, darà un avvertimento ufficiale al Belgio. L'intromissione dell'Ue nella politica interna belga trova giustificazione nel deterioramento della crescita economica dell'eurozona, in particolare in Germania, spiega il quotidiano. L'Europa teme che il Belgio, senza un governo dall'aprile 2010, possa essere il prossimo bersaglio dei mercati finanziari. L'avvertimento arriva in un momento chiave del negoziato avviato da Elio di Rupo. "Potrebbe essere la svolta", sottolinea Le Soir: l'esortazione dell'Ue nei confronti dei politici belgi potrebbe dare un'accelerata al negoziato. "O in caso contrario velocizzare un 'ritorno in sella' temporaneo della squadra Leterme II [il governo dimissionario attualmente incaricato dell'ordinaria amministrazione]". "Difficile immaginare una pressione esterna più forte", conclude il quotidiano. Ma, la classe politica belga sarà in grado di obbedire al diktat dell’Unione Europea? Ce la può fare il paese senza un potere centrale? Nel bel mezzo della crisi finanziaria ed europea si può davvero ignorare un vuoto di potere a Bruxelles? O forse la monarchia salterà intrepida nella breccia? Niente di tutto questo. Il vecchio problema dell'autorità dello stato centrale e dell'unione tra la parte fiamminga e quella vallona del paese ormai non più essere risolto neanche dai più disponibili al compromesso. E, in effetti, si è giunti al blocco totale. Non solo gli studiosi di diritto pubblico, ma anche i comuni cit- del destino che la capitale di una comunità econotadini belgi si chiedono increduli perché andare mica multi-linguistica e multi-culturale, che va alle urne, se poi gli eletti non sono in grado di for- dalla Lapponia fino alle Canarie, dall'Irlanda al mare un esecutivo. delta del Danubio, debba crollare per simili sciocLe richieste più esplicite proven- chezze. gono dalla confindustria belga: Come può l'Europa definirsi un sistema multilinun esecutivo forte che s'incarichi guistico e aperto, se nella sua capitale la compodi fare riforme per salvaguardare nente francofona è ideologicamente favorita? E l'iniziativa economica, il pareg- come possono turchi e ciprioti, irlandesi ed inglesi, gio del bilancio e le soluzioni catalani e castigliani, italiani e sud-tirolesi, baschi federali per il futuro del mercato e francesi, ungheresi e slovacchi, lettoni e russi del lavoro, dei sussidi di disoc- unirsi pacificamente quando i belgi, dopo quasi cupazione e delle pensioni. duecento anni, mandano all'aria il più antico proUna lista del genere suscita in getto multiculturale europeo? molti belgi solo una cinica risata. L'élite politica del paese, profondamente spaccata, è talmente lontana da tutto questo che già da tempo si parla apertamente di una separazione definitiva delle due parti del paese. La prospettiva di due nuove nazioni nel cuore amministrativo d'Europa piace sempre L'Aia, 1 set. (TMNews) - L'ex capo militare dei serbi di di più agli amareggiati cittadini, mentre i Bosnia Ratko Mladic si oppone alla proposta dell'accusa vicini strabuzzano gli occhi. Uno stato la cui di dividere in due tronconi, di cui uno dedicato al solo parte francofona vive di rendita grazie ai cit- massacro di Srebrenica, il processo a suo carico di frontadini di lingua olandese, la cui storia e cul- te al tribunale penale internazionale. "La difesa domanda tura sono però spudoratamente ignorate, non rispettosamente alla corte di respingere la richiesta nella mette forse a rischio la sua stessa esistenza? sua totalità" afferma il legale di Mladic, Branko Lukic, in Sarà difficile persino governare la capitale una documento datato ieri. La richiesta non è conforme europea – stretta tra Fiandre e Vallonia, sto- alla giurisprudenza del Tpi e darvi seguito compromettericamente fiamminga ma ormai sempre più rebbe il diritto dell'accusato a un processo equo, scrive la francofona – dal punto di vista della logisti- difesa di Mladic, accusato di genocidio, crimini di guerca, del traffico, delle scuole, dei piani regola- ra e contro l'umanità nel corso della guerra di Bosnia del tori. Sono queste le cose che hanno fatto sal- 1992-1995. tare i trattati del compromesso, tutti falliti Lo svolgimento di un secondo processo immediatamenperché accordavano troppi privilegi alle te dopo il primo, come propone il procuratore, non gli comunità francofone. permetterebbe di avere tempo sufficiente per prepararviDi fronte a una tale proliferazione di trattati si. "Con la sua cattiva salute, il generale Mladic avrà e accordi kafkiani, sembra quasi uno scherzo bisogno di più tempo per prepararsi e non di meno tempo" secondo il difensore. Il procuratore del Tpi Serge Brammertz aveva chiesto il 16 agosto scorso l'autorizzazione a scindere in due l'atto d'accusa, per la "necessità di assicurare che sia resa giustizia alle vittime, la necessità di prevedere che la salute Irlanda, Malta, Portogallo, Svezia e, fuori di Mladic possa deteriorarsi". dall'Ue, la Norvegia. Il primo processo dovrebbe vertere sul ruolo di Mladic L'idea di un riconoscimento, però, piace nel massacro di Srebrenica a luglio 1995 durante il quale anche ad attori molto più importanti: la Gran furono uccisi quasi 8.000 uomini e adolescenti musulmaBretagna e soprattutto la ni. Il secondo processo dovrebbe riguardare gli altri criFrancia. Solo due giorni fa il mini di cui è imputato l'ex generale, commessi durante presidente francese Nicolas l'assedio di Sarajevo e nei paesi della Bosnia-Erzegovina Sarkozy, ha esortato l'Ue a oltre che la prosa in ostaggio di personale Onu. una posizione comune. "Celebrando per primo il processo sui fatti di Srebrenica, «Insieme - ha detto - dobbia- aumenteremo le probabilità di arrivare a sentenza", ha mo assumerci le nostre detto il procuratore in una richiesta alla corte. responsabilità. La Francia La difesa di Ratko Mladic avrà tempo fino al 12 settemprenderà le sue iniziative, noi bre 2011 per presentare al Tribunale penale internazionavogliamo l'unità le dell’Aia le richieste preliminari nel processo dove è dell'Europa». A maggio lo stesso capo imputato per genocidio e crimini di guerra. dell'Eliseo aveva preannunciato che in autun- L’accusa, rappresentata dai procuratori Dermot Groome no, in assenza di progressi, la Francia si e Peter McCloskey, ha invece tempo fino al 15 novemsarebbe «assunta le sue responsabilità». bre per esaminare il materiale a disposizione. E’ quanto Tra chi, però, non ci sente sul fronte del via stabilito nei giorni scorsi dal giudice Alphons Orie libera al riconoscimento unilaterale c'è la durante il dibattimento per definire il calendario del proGermania - vincolata per ragioni storiche a cesso. particolare prudenza quando si parla di Israele - l'Olanda, la Repubblica Ceca, e l'Italia. In come Berlino, vuole insomma che il riconoscimenprimavera, il presidente della Repubblica Giorgio to sia esito di un negoziato. Napolitano ha dichiarato che l’Italia è disposta a Per la povera Ashton il compito di trovare un comriconoscere all’Autorità palestinese una piena rap- promesso per una bozza di risoluzione comune presentanza diplomatica. Oltre, però, Roma non dell'Ue a New York è piuttosto arduo. Invano ha vuole andare. E non stupisce, vista la svolta netta- cercato, nelle scorse settimane, di convincere mente filo-israeliana assunta dal governo Abbas a rinviare la richiesta di riconoscimento Berlusconi. Lo stesso Cavaliere, incontrando a giu- all'Assemblea Onu - richiesta già seccamente gno a Roma l'omologo israeliano Netanyahu, è respinta a luglio dal presidente palestinese. stato chiaro: «Non crediamo - ha detto - che una Adesso dovrà trovare una qualche forma di linea soluzione unilaterale possa aiutare la pace, né da comune per cercare di evitare una spaccatura tropparte palestinese, né da parte israeliana». Roma, po plateale. RICONOSCERE LO STATO PALESTINESE? L’EUROPA PRONTA A DIVIDERSI ANCORA (Linkiesta) - Mentre il mondo si concentra sugli sviluppi in Libia, le diplomazie europee al momento hanno un altro rompicapo: la spinosa questione del riconoscimento dello Stato palestinese, che il prossimo 20 settembre approda all'Assemblea generale dell'Onu su richiesta della leadership guidata da Mahmoud Abbas. Ne parlano in queste ore a Sopot, in Polonia, i ministri degli Esteri dell'Ue. Tanto per cambiare, l'Unione Europea è divisa, anche se una cosa accomuna un po' tutti: il senso d'impazienza per il nuovo, drammatico stallo dei negoziati tra israeliani e palestinesi, dopo le speranze aperte quasi esattamente un anno fa. «Siamo uniti sulla questione più importante - ha detto l'Alto rappresentante Ue per la politica Estera Catherine Ashton - e cioè che i colloqui devono ripartire». Per l'Europa la partita è cruciale, visto anche al ritrovato ruolo nel mondo arabo dopo l'intervento in Libia. Il Brasile e vari altri stati dell'America Latina hanno già rotto gli indugi e riconosciuto lo Stato di Palestina. La stessa Ue, un anno fa, aveva approvato una risoluzione in cui diceva sì, in linea di principio, al riconoscimento, «quando appropriato», ma solo in parallelo al progresso dei negoziati di pace e respingendo una soluzione unilaterale. Adesso, invece, l'ipotesi di una risposta affermativa al riconoscimento sta prendendo piede tra vari paesi dell'Unione, vi è già un drappello di paesi Ue pronti a votare a favore all'Assemblea Generale dell'Onu: quasi sicuri sono Belgio, Cipro, Grecia, PROCESSO MLADIC: L’ACCUSA CHIEDE GIUDIZIO PER SREBRENICA SEPARATO DA ALTRI CRIMINI 8 Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 E-mail [email protected] Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] 9 GAZZETTINO EUROPEO.IT Europa Cronache FRANCIA E GERMANIA: I RICCHI CHIEDONO DI PAGARE PIÙ TASSE PER USCIRE DALLA CRISI Alle prese con i bilanci per il 2012, molti paesi europei preparano misure di austerity che peseranno soprattutto sulla classe media. Un movimento trasversale di milionari propone invece di cercare i fondi tra i redditi più alti, nella speranza di proteggere la crescita. La notizia è apparsa su The Guardian il 30 agosto scorso e non ha mancato di suscitare numerosi commenti e polemiche. Così si scopre che questa volta l’Europa non appare divisa su questioni teoriche o di principio, ma semplicemente sulla disponibilità di ciascuno dei suoi più facoltosi contribuenti a sopportare sacrifici per uscire dalla crisi. C’è chi litiga per un contributo di solidarietà oltre i 90 mila euro annui e chi, invece, è pronto a pagare più tasse per aiutare il proprio governo a superare le difficoltà incombenti. A conferma di tale disponibilità, un gruppo di tedeschi ha chiesto al governo guidato da Angela Markel di alzare le imposte a loro carico per i prossimi due anni. “Nessuno di noi è ricco quanto Warren Buffet o Liliane Bettencourt. Siamo professionisti, avvocati, insegnanti. Abbiamo ereditato la nostra fortuna e non abbiamo bisogno di tutto questo denaro per vivere", ha detto Dieter Lehmkuhl, fondatore del movimento Vermögende für eine Vermögensabgabe ("I ricchi per la tassa sul capitale") , al quotidiano The Guardian. Lehmkuhl è convinto che con questo sforzo si potrebbero aiutare i conti pubblici e “fermare il divario tra ricchi e poveri”, grave freno ad una possibilità di ripresa che ancora non c’è. Secondo le stime del gruppo di facoltosi pronti a tassarsi, il loro ‘contributo di solidarietà‘ potrebbe facilmente realizzarsi con un versamento del 5% in più rispetto alle imposte pagate oggi (circa il 42%) e per soli due anni. "Vorrei dire ad Angela Merkel che la soluzione per i problemi fiscali della Germania e per il nostro debito pubblico non risiede nei tagli massicci alla spesa, che colpirebbero in maniera sproporzionata i più poveri, ma nell'aumento delle tasse per i più ricchi", ha spiegato Lehmkuhl. "Si continua a parlare di pacchetti di salvataggio, ma non di aumenti delle tasse. Eppure è questa la soluzione per tirarci fuori da questo disastro. I soldi stanno lì, nelle tasche dei ricchi. Bisogna fare qualcosa per evitare che lo scarto tra i ricchi e i poveri continui ad aumentare". Nel resto d’Europa, sembra che l’esempio tedesco non sia un caso isolato. Liliane Bettencourt, la donna più ricca della Francia, si è proclamata favorevole a tale evenienza, contagiando altri 15 miliardari pronti a sacrificare una fettina del loro reddito per far uscire il Paese transalpino dalla crisi. In una lettera a Nicolas Sarkozy hanno chiesto, infatti, di pagare di più. Sono bastate meno di centocinquanta parole a sedici fra direttori generali e presidenti ed azionisti delle aziende francesi per esporre il loro: «Fateci pagare più tasse». La lettera, pubblicata su Nouvel Observateur, è firmata da chi guida aziende chiave per il paese come L’Oreal, Total, Danone, Air France, Société générale, Psa Peugeot Citroën oltre che dal presidente del consiglio di sorveglianza del giornale che la ospita. «Noi, i presidenti o amministatori delegati, uomini o donne del mondo degli affari, finanzieri, professionisti e cittadini ricchi, vogliamo la creazione di un “contributo eccezionale”», inizia così la lettera aperta. Un contributo che, scrivono, deve essere «calcolato in proporzione ragionevole», di modo da allontanare effetti quali «fuga di capitali ed evasione fiscale maggiore». La consapevolezza è quella di «aver ampiamente beneficiato del modello francese e di un ambiente europeo che siamo impegnati a preservare». Una tassa, scrivono gli aspiranti 16 super-contribuenti, che non rappresenta «una soluzione» ma è condizionata ad impegni precisi sulle riforme, che devono riguardare sia le spese che le entrate. Infine, concludono, «il deficit di bilancio e le prospettive di peggioramento del debito pubblico minacciano il futuro della Francia e dell’Europa, e quando il governo chiede a tutti uno sforzo di solidarietà, ci sembra di essere tenuti a contribuire». Chiamato in causa, Sarkozy non pare aver preso alla leggera la proposta, visto che sta pensando di introdurre un ‘contributo speciale’ del 3% per i prossimi due anni a carico di chi guadagna più di mezzo milione di euro. Cosa che, però, non è piaciuta al suo stesso partito, mentre per la sinistra l’iniziativa è apparsa come una cortina fumogena per le tante esenzioni fiscali per miliardi di euro concesse ai ricchi. D’altronde, anche la Spagna non starebbe trascurando quest’ipotesi. Il candidato Alfredo Pérez Rublacaba, socialista, se vincesse le elezioni di novembre, avrebbe l’intenzione di reintrodurre una tassa sugli asset per tre anni. D’altra parte, cosa rappresenta un contributo intorno al 3%, o al 5%, rispetto ai mancati profitti che la crisi sta facendo registrare? In Paesi dove le dichiarazione dei redditi hanno ancora un significato, nulla. Ma dove queste hanno solo un valore formale sarebbe complicato anche trovarli tali contribuenti. Salvo patrimoniali e controlli incrociati. GERMANIA: A BONN LA MACCHINA CHE TASSA LE PROSTITUTE Bonn: prostitute tassate da una macchina. L'idea pare essere quella di riportare a regime fiscale la professione più vecchia del mondo e consiste in una sorta di parchimetro per prostitute. Una notte di lavoro, costerà circa 6 euro. L'iniziativa è scattata in questi giorni a Bonn, nella Germania centrooccidentale. in città sono stati infatti installati dei dispositivi che rilasciano un biglietto apposito. Quest'ultimo permette di "occupare" il suolo pubblico dalle 20.15 di sera alle 6 del mattino seguente. Il contributo è fisso, non dipende cioè dal numero di clienti. Nelle casse del "Rathaus" dovrebbero entrare circa 300.000 euro. L'operazione non sembra però essere stata fatta solo per favorire gli introiti comunali. Bonn da qualche tempo ha riservato sei aree cittadine a prostitute e clienti. I "parchimetri" sono stati installati in corrispondenza delle suddette aree. Queste ultime, secondo quanto riportato dal Telegraph, sarebbero anche state attrezzate con divisori in legno, appositi «box per il disbrigo» (in tedesco Verrichtungsbox), a tutela della privacy dei clienti, che già in passato si erano più volte lamentati. Evitare di prendere il biglietto non sarà per nulla conveniente. 100 euro la multa per la lavoratrice che verrà trovata senza l'apposito tagliando. «Si tratta innanzitutto di equità fiscale», ha spiegato una portavoce della città di Bonn, secondo quanto riporta l’agenzia dpa. Le signore che esercitano la prostituzione in appartamenti e locali già pagano le tasse, ora la nuova misura farà pagare una sorta di occupazione di suolo pubblico alle lucciole. Gli ispettori dell’Agenzia federale delle entrate verificheranno l’osservanza dell’ordinanza, per la quale il biglietto è assolutamente obbligatorio. UNA TASSA SULLE BIBITE GASSATE: IN FRANCIA LA MANOVRA SI FA COSÌ Il primo ministro francese François Fillon, nell' ambito della manovra destinata a ridurre il deficit della Nazione, ha annunciato qualche giorno fa che Fanta, Pepsi, Sprite e l' aranciata nazionale Orangina (gruppo Schweppes) saranno colpite dall' aumento dell' imposizione fiscale unendo così l'utile al salutare: una nuova tassa fa bene al Paese mentre le bibite gassate fanno male alla salute. Risanare, dunque, il deficit economico e combattere l'obesità. Risponde a questi due obiettivi la tassa sulle "Bevande gassate a zucchero aggiunto", recentemente ideata dal governo di Parigi. Accanto ai tradizionali rincari sulle sigarette e sull'alcol (rum escluso, si badi), a finire nel mirino dei legislatori sono aranciata, acqua tonica e, soprattutto, il colosso Coca Cola che già capeggia il partito degli scontenti. La tassa "anti obesità" intende combattere a suon di rincari l'eccesso di peso diventato molto frequente nella popolazione francese, con una quota di obesi quasi raddoppiata dal 1997. Facendo proprie le raccomandazioni dell' Organizzazione mondiale della Sanità, il premier Fillon ha difeso "l' aumento del prezzo delle bevande zuccherate il cui consumo incontrollato favorisce l'aumento di peso, in modo da incoraggiare i cittadini a ridurre il loro consumo". Ma l'intento principale, inutile nasconderlo, pare essere il risanamento dei conti (obiettivo che necessita di 11 miliardi di euro) e il mantenimento della "tripla A" degli organi di rating, capace di tenere la Francia qualche gradino sopra Italia, Spagna, Portogallo e Grecia. A sposare l'iniziativa d'oltralpe è il segretario generale dell'Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, che ritiene "auspicabile tassare quei prodotti alimentari il cui consumo andrebbe moderato per evitare che, a lungo andare, siano causa di pregiudizio per la salute". Secondo Dona "il nostro Governo, che si trova alle prese con la necessità di reperire risorse, dovrebbe seguire il buon esempio". Secondo Dona, infatti, il fatto che certe bevande analcoliche contengano quantità importanti di zucchero (oltre il 10 %) e che un loro abuso possa essere una delle cause dell'obesità, "giustifica strumenti che scoraggino comportamenti alimentari non corretti per limitarne l'acquisto". 10 Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Europa Cronache SPAGNA: COMINCIATA LA CROCIATA CONTRO IL "TURISMO DI BALDORIA" DEGLI INGLESI (Presseurop) - Dopo anni di disordini e problemi legati all’eccessivo consumo di alcol da parte dei turisti britannici, le autorità spagnole hanno deciso di adottare la linea dura. Secondo una cronaca riportata da The Independent ormai da decenni gli spagnoli hanno un occhio di riguardo nei confronti dei turisti stranieri e della marea di alcol che consumano ogni estate nelle località costiere. Ma le cose sono cambiate. A Lloret del Mar, cittadina della Costa Brava e uno dei luoghi simbolo del turismo di massa in Spagna, la festa è finita. In agosto la polizia ha sparato proiettili di gomma contro gruppi di ubriachi che avevano preso d'assalto la città spaccando a calci le vetrine dei negozi e dando fuoco alle macchine della polizia. Dopo due notti di scontri durati fino alle 7 del mattino il bilancio è stato di 20 feriti (9 agenti) e altrettanti arresti. Inutile dire che tutti gli arrestati – in una città di 40mila abitanti con 25 discoteche, 261 bar e un milione di turisti all'anno – erano stranieri. La promessa di mettere fine al fenomeno e "dare una ripulita" risale 2004, quando dopo incidenti dello stesso tipo il ministro degli interni catalano ha coniato l'espressione "turismo di baldoria". Ma quest'anno, dopo che il quindicenne di origini britanniche Andrew Milroy è stato ucciso a coltellate fuori da un locale notturno, le autorità hanno cominciato a fare sul serio. "Abbiamo toccato il fondo", ha dichiarato Roma Codina, sindaco di Lloret del Mar. "Chiuderemo i bar più a rischio e proibiremo la prostituzione in pubblico". L'orario di chiusura delle discoteche sarà anticipato, e verrà contrastato energicamente il fenomeno del consumo di alcol tra i minori. Il numero degli agenti di polizia in pattuglia è stato già parecchio incrementato. Tuttavia, non appena la situazione si è calmata a Lloret del Mar, i problemi sono saltati fuori altrove. Le autorità delle Baleari hanno registrato una nuova ondata di incidenti legati al "balconing", un gioco in cui i turisti ubriachi saltano in piscina dai balconi degli alberghi. Quest'anno ci sono stati già tre decessi - due britannici e un italiano, tutti sulla ventina – e una dozzina di ferimenti negli alberghi di Ibiza e Maiorca. I proprietari degli hotel di Maiorca hanno intenzione di alzare le ringhiere e costruire delle barriere tra i balconi. C'è chi ha chiesto di organizzare campagne di sensibilizzazione nei paesi d'origine dei turisti. Si è arrivati a tanto, ormai: un volantino che spiega i pericoli del lanciarsi di testa da un palazzo. Fino a poco tempo fa a Magaluf non c'era nemmeno bisogno di bere per ubriacarsi. Il 25 agosto la polizia ha sequestrato nei bar e nelle discoteche della località turistica sei macchinari "oxy-shot", che trasformano l'alcool in gas permettendo al corpo di assorbirlo da 10 a 15 volte più rapidamente. L'ultima follia arrivata sull'isola è finalmente stata bandita. "Gli oxy-shot distruggono i polmoni, perché non c'è alcun modo di eliminare le tossine da lì, cosa che invece succede quando l'alcool passa per il fegato", spiega il tossicologo Jose Cabrera. Non tutti si comportano in questo modo, naturalmente. "La maggioranza dei turisti sono qui solo per passare una bella vacanza e divertirsi", garantisce uno spagnolo che ci rivela solo le sue iniziali (Mlc). Da 12 anni Mlc serve birra a El Arenal e Magaluf, due dei "ghetti" (così li chiamano gli spagnoli) britannici e tedeschi di Maiorca. "Ho notato che i bevitori più estremi sono più giovani – 15 o 16 anni – bevono di più e sono più aggressivi di un tempo. Non andrei mai nei ghetti da solo. Fanno paura. Ma soltanto i britannici, sia chiaro. I tedeschi sono tranquilli. Bevono come spugne e cantano come pazzi, tutto qui". La passione degli europei del nord per le vacanze all'insegna dell'alcool a buon mercato – a volte solo 200 euro tutto compreso per una settimana – sembra non avere fine, anche se nella zona di Alicante una mezza dozzina tra i più rinomati hotel a cinque stelle ha chiuso negli ultimi tre anni. Molti altri alberghi sono stati declassati e ora espongono solo quattro (se non addirittura tre) stelle. "Ormai l'happy hour va avanti per tutta la mattina", spiega Mlc. A Bacellona, la terza destinazione più popolare per le feste di addio al celibato dei britannici, l'happy hour è stata bandita due anni fa. Ma a Benidorm e in altre località costiere la guerra dei prezzi ha raggiunto proporzioni ridicole. Ora però gli spagnoli stanno scoprendo che queste offerte sono un arma a doppio taglio. L'alcool a buon mercato fa schizzare le vendite, ma significa anche più aggressioni e bravate insensate. Fino a quando la questione alcolica non sarà risolta sarà molto difficile mettere fine a tutto questo. (traduzione di Andrea Sparacino) ECCO L’HAMBURGER ARTIFICIALE, 250MILA EURO IL COSTO (Newnotizie) - Carne artificiale da cellule staminali. Un gruppo di scienziati olandesi ha utilizzato cellule animali per creare una forma di carne artificiale senza la necessità di allevare e di macellare del bestiame. Gli scienziati, che stanno facendo esperimenti con le cellule staminali di maiale, dicono che potrebbero volerci anche solo sei mesi prima di poter ottenere la prima 'salsiccia in provetta' ed entro un anno stimano di poter coltivare in laboratorio hamburger con cellule staminali di mucca. La 'carne in vitro' potrebbe servire a sfamare le popolazioni più bisognose di cibo, influendo positivamente sull'inquinamento atmosferico e cancellando le sofferenze degli animali. Un aspetto non invitante e costi esorbitanti. Mark Post della Maastricht University, che sta coordinando la ricerca, ha riferito, come riporta il quotidiano britannico Daily Telegraph, che la tecnica è ben lungi dall'essere pronta per la produzione di massa. Il primo hamburger artficiale potrebbe infatti raggiungere un costo esorbitante, stimato oltre le 220mila sterline (250mila euro). Ma una volta che la carne sarà pronta per il consumo, le linee di produzione potrebbero rientrare in impianti di produzione di enormi quantità, rendendo il processo più rapido ed economico. Al momento, però, gli esperimenti non sembrano dare i frutti sperati e la carne artificiale appare ben diversa da quella tradizionale derivata da un normale processo di allevamento e macellazione. "Il colore chiaro è dovuto alla mancanza di sangue e alla scarsità di mioglobina, proteina che contiene ferro", spiega Post. E aggiunge: "Stiamo cercando dei modi per aumentare il livello di mioglobina per far sì che la carne in vitro assuma un colore naturale". Quanto al sapore, è difficile dare un giudizio: nessuno ha ancora potuto assaggiare la carne in vitro, perché la legge vieta di consumare materiale creato in laboratorio da tessuti animali. Il problema, assicurano gli esperti, potrà essere risolto utilizzando un nutrimento sintetico per le cellule staminali. Nonostante gli argomenti morali ed etici sulle cellule staminali i ricercatori ritengono che sia inevitabile che un giorno, in futuro, saremo costretti a mangiare carne artificiale. Ma il dibattito etico è ancora aperto. IL PARLAMENTO BULGARO RESPINGE PROPOSTA DI LEGGE SULL’EUTANASIA L’eutanasia sui malati terminali non sarà ammessa in Bulgaria dopo che i membri del Parlamento hanno votato il 1° settembre 2011 per respingere il progetto di legge proposto dal socialista Lyuben Kornezov. La proposta in discussione ha provocato numerose polemiche tra professionisti medici, personaggi pubblici e politici. Nonostante Kornezov abbia espresso l'intenzione di "prevedere un comitato speciale con potere decisionale sull'eutanasia delle singole persone, sotto il controllo della Corte suprema e l'applicazione certificata da un notaio", i professori dell'università di Sofia hanno ribadito che "in vista dei problemi che abbiamo nell'assistenza sanitaria e nella magistratura, è meglio astenersi da decisioni affrettate". Le politiche in materia di eutanasia nel mondo sono sviluppate da diverse organizzazioni non governative, dalle associazioni mediche più importanti e da organizzazioni di avvocati. Pertanto professori e personale sanitario in Bulgaria insistono per un ampio dibattito pubblico e per una competente discussione per lo studio della pratica medica nel nostro paese prima che qualcuno proponga una soluzione legale. L'eutanasia attiva è consentita solo in Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi. L'eutanasia assistita è ammessa in Svizzera e negli stati americani del Washington e dell'Oregon. Il disegno di legge proposto, però, non fa una distinzione tra eutanasia e rifiuto di cure mediche, mentre la definizione di eutanasia sottolinea solo l'applicazione ai malati terminali, senza stabilire con precisione quanto grave debba essere il malato. Le principali obiezioni sono state indicate dalla dott.ssa Valentina Kaneva, professore di etica all'università di Sofia "St. Kliment Ohridski: - Le prestazioni di eutanasia attiva non possono essere attribuite a tutti i medici come un obbligo. - Perché è previsto nel progetto di legge l'anonimato per i medici, i quali hanno il diritto di partecipare anonimamente alla morte di qualcuno? - L'attività del medico deve essere correlata principalmente agli standard etici, accettati dalla comunità professionale a cui egli appartiene. - Il disegno di legge consente alle famiglie dei pazienti di decidere per la morte, per la quale loro potrebbero nutrire propri interessi. Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] 11 GAZZETTINO EUROPEO.IT Cultura orizzonti transnazionali Un francese ambasciatore del vino italiano in patria: è Jacques Orhon "Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino" Se c’è un personaggio, nel panorama mondiale, a cui l’Italia del vino deve molto, quello è Jaques Orhon. Come riferisce il portale winenews.it, il giornalista e sommelier francese, nella sua lunga carriera che l’ha portato ad esplorare i quattro angoli del mondo enoico, è stato infatti il profeta del vino italiano nel mondo francofono, grazie ad opere come la "Guida ai vini d’Italia", vera e propria Bibbia per ogni amante del vino italiano. Ma tra i meriti di Orhon c’è anche quello di aver fatto del Canada, dove ha fondato e presieduto l’Associazione dei Sommelier Professionisti, uno dei principali Paesi importatori di vino di qualità, senza dimenticare "I vini del nuovo mondo", pubblicazione in due tomi che costituisce un significativo approfondimento sui vini dell’Australia, della Nuova Zelanda, del Sud Africa e del Sud America. È per questi e per molti altri meriti che la Fondazione Masi ha deciso di insignire con il "Premio Internazionale Masi Civiltà del Vino" il wine writer francese, già Cavaliere al merito agricolo del Governo francese. Accanto a lui, il 24 settembre a Verona, per il Premio Masi n.30, verranno insigniti del "Premio Masi per la Civiltà Veneta" Giuseppe Battiston, giovane e talentuoso attore teatrale e cinematografico, Arrigo Cipriani, massimo esempio dell’ospitalità veneta nonché patron e animatore del mitico Harry’s Bar di Venezia, e Massimo Marchiori, matematico e informatico, tra i protagonisti della rivoluzione tecnologica del web, inventore dell’algoritmo di Google. Il "Grosso d’Oro Veneziano", riservato a personaggi che hanno contribuito a diffondere nel mondo un messaggio di solidarietà, pace e progresso, sarà infine consegnato a don Luigi Mazzucato, fondatore e storico direttore dell’Associazione Cuamm, medici con l’Africa. Ma il Premio Masi è anche e soprattutto altro, è espressione di una fondazione (www.fondazionemasi.it) che fa dell’impegno e del volontariato la sua missione, portando alla ribalta temi di grande spessore, come la promozione in Africa del diritto fondamentale alla salute, la conoscenza delle aree viticole del nuovo e del vecchio mondo alla ricerca dell’espressione tecnico-culturale dei diversi territori, il talento espresso dalle Venezie nell’arte della recitazione, nell’intuizione che porta all’innovazione tecnologica e nell’ospitalità, diventata simbolo del made in Italy nel mondo intero. Per questo Isabella Bossi Fedrigotti, presidente della Fondazione Masi, ci tiene a spiegare che "l’opportunità offerta da una ricorrenza, soprattutto se importante come quella del trentennale del Premio Masi, non è data soltanto dai festeggiamenti per un traguardo tanto significativo, quanto dalla possibilità di procedere allargando ulteriormente l’orizzonte delle iniziative. È opportuno che quello della giuria sia un lavoro d’indagine approfondita, alla ricerca di figure non ovvie, non in vista, però esemplari. Non è un compito facile perché il premio era inizialmente indirizzato a riconoscere delle carriere, non delle speranze, delle promesse, quali inevitabilmente sono i talenti più giovani, anche se è questa la strada che intendiamo percorrere". Sandro Boscaini, vicepresidente e anima della Fondazione Masi, oltre che presidente di Masi Agricola, sottolinea invece il ruolo che ha avuto il "suo" vino, l’Amarone, nell’ideazione di un Premio che in questi trent’anni ha contribuito al successo della Valpolicella e dei suoi vini nel mondo: "Se è vero che il vino è uno dei testimoni più importanti del territorio, è altrettanto vero che il territorio e la sua cultura accreditano e valorizzano il vino e i suoi produttori: questa", spiega, "è l’idea iniziale da cui nasce il Premio Masi Civiltà Veneta, per sottolineare che nella cultura veneta hanno un posto di rilevanza i vini tradizionali della zona. È particolarmente significativo come l’Amarone costituisca l’oggetto reale del Premio, per cui, se l’Amarone premia la civiltà veneta, la civiltà veneta riconosce l’Amarone come uno dei suoi emblemi". (aise) A SIDNEY AZIENDE ITALIANE A “FINE FOOD 2011” La Camera di Commercio Italiana di Sydney sta organizzando la partecipazione di oltre una decina di aziende italiane all’edizione 2011 del Fine Food, la più grande fiera dell’agroalimentare in Australia, che si svolgerà nella capitale del New South Wales dal 5 all’8 settembre. Le imprese e gli enti partecipanti, tra cui il Consorzio del Prosciutto di Parma e la Camera di Commercio di Trapani, avranno a disposizione uno spazio di 108 metri quadrati presso il Sydney Convention and Exhibition Centre. Il padiglione verrà inaugurato ufficialmente lunedì prossimo, 5 settembre, alla presenza dei media e delle istituzioni italiane e locali; l’evento, organizzato in collaborazione con CIRA (Consiglio dei Ristoranti Italiani in Australia), sarà aperto agli operatori di settore e ai visitatori, e includerà una degustazione offerta dalle aziende italiane espositrici. Nel dettaglio, le imprese che prenderanno parte a Fine Food sono specializzate nella produzione di olio d’oliva, vino, prodotti da forno e pasticceria, formaggi, dolci, verdure surgelate, inscatolati, farina. Per loro conto, la Camera di Commercio ha organizzato un’agenda di appuntamenti BtoB con operatori locali, attivi nella distribuzione di prodotti enogastronomici e nella ristorazione; gli incontri d’affari si svolgeranno nel contesto della manifestazione fieristica. Fine Food, che quest’anno si prepara ad accogliere oltre 1000 espositori e numerosi visitatori provenienti da tutto il mondo, è dedicata anche alle attrezzature; nata nel 1994, è cresciuta di dimensioni e importanza nel corso degli anni, di pari passo con il crescente apprezzamento degli australiani per la buona cucina. Aumentata anche la presenza degli italiani all’evento, a testimonianza di una maggior attenzione al mercato locale del food, che presenta ancora notevoli opportunità di penetrazione, sia con riferimento alla grande distribuzione, che al canale Horeca. "Berlin Italy": viaggio nella moda italiana al Me Collectors Room di Berlino BERLINO\ aise\ - Inaugurazione in grande stile per "Berlin Italy – Ein Ausflug in die italienische Mode", organizzata dal Ministero dello Sviluppo Economico in collaborazione con le principali Associazioni italiane del sistema moda, ieri sera a Berlino al "me Collectors Room Berlin". Un progetto, quello del Ministero dello Sviluppo Economico, che si pone l’obiettivo di potenziare la presenza economica italiana sul mercato tedesco. "La moda italiana coniuga tradizione e innovazione e con questa iniziativa vogliamo rinnovare il sostegno al made in Italy", ha detto l’ambasciatore d'Italia, Michele Valensise, nell’intervento che ha aperto la mostra. "La Germania è al primo posto nell’interscambio economico con l’Italia e Berlino è il luogo appropriato per presentare alle nuove generazioni il nostro saper fare". "Berlino Italia – Un viaggio nella moda italiana" ha portato in Germania una rappresentazione collettiva, data da una sommatoria di mostre messe a disposizione dalle associazioni aderenti al progetto, del meglio del made in Italy: vestiti, occhiali, borse, scarpe, oreficeria, cappelli e i nostri stilisti del futuro. Su questo ultimo aspetto si è concentrata la partecipazione al progetto di CNA Federmoda, portando a Berlino la mostra "Future in Progress", che rappresenta il meglio del XXI Concorso Nazionale Professione Moda Giovani Stilisti – Riccione Moda Italia 2011. "Abbiamo voluto presentare al mercato tedesco quella che è l’anima del made in Italy: il coniugarsi di creatività e di saper fare", ha dichiarato Antonio Franceschini, responsabile nazionale CNA Federmoda, intervenendo alla conferenza stampa che ha preceduto l’opening berlinese. "Gli stilisti italiani hanno a disposizione una filiera costituita da imprese artigiane e da piccole imprese che è in grado di affiancarli nella realizzazione dei loro progetti creativi", ha aggiunto. Per Franceschini "il consumatore internazionale cerca sempre più di riconoscere il valore intrinseco dei nostri prodotti e con questa partecipazione", ha concluso, "abbiamo voluto dare una rappresentazione del percorso di ricerca, ideazione e progettazione che porta alla realizzazione del prodotto moda". "Berlino Italia – Un viaggio nella moda italiana" si apre proprio con la mostra Future in Progress. 12 Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 E-mail [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT Cultura orizzonti transnazionali La Macroregione Adriatico-Ionica per lo sviluppo dell'Europa: successo del percorso espositivo ad Ancona Grande successo per il percorso espositivo "La Macroregione adriatico - ionica per lo sviluppo dell'Europa", allestito in questi giorni ad Ancona. "Il coinvolgimento che si ottiene attraverso la spiegazione e l'approfondimento di quello che si sta facendo - spiega il presidente della Regione Marche, Gian Mario Spacca – è prezioso per la riuscita di qualsiasi iniziativa. Abbiamo fortemente voluto questa esposizione perché riteniamo che la creazione della Macroregione adriatico ionica sia un'opportunità unica e da non perdere per la crescita e lo sviluppo della comunità marchigiana". "Comunità che – ha aggiunto - deve però essere partecipe del progetto con consapevolezza, in modo da dare alle istituzioni europee quella spinta dal basso necessaria per centrare l'obiettivo. Per questo, nella mostra non si parla di concetti astratti, ma si evidenziano i progetti concreti realizzati in collaborazione con i Paesi al di là dell'Adriatico per la protezione e conservazione del'ambiente, l'energia, i cambiamenti climatici, la ricerca e l'innovazione, la tutela delle aree sottomarine, le risorse culturali, la competitività e la creazione di posti di lavoro, il commercio, i trasporti e la logistica". "I cittadini – ha proseguito - hanno immediatamente colto il valore dell'iniziativa dimostrando una grande apertura nei confronti delle tematiche internazionali e dello scambio culturale tra popoli. Questa risposta così positiva ci spinge a continuare con ancora più entusiasmo il nostro lavoro a Bruxelles". Nella capitale europea, il 12 e il 13 ottobre prossimi, in occasione della sessione plenaria del Comitato delle Regioni, è prevista infatti l'approvazione del parere definitivo sulla Macroregione adriatico ionica. Sul tema è intervenuto anche il vicepresidente della Regione Abruzzo e assessore allo Sviluppo economico, Alfredo Castiglione, secondo il quale "la sfida è impegnativa, ma necessaria". Come Spacca, che ha dichiarato che la Macroregione "può rappresentare un'importante occasione per avviare un percorso di condivisione delle politiche di sviluppo dell'area", anche Castiglione si dice "d'accordo, specialmente per le notevoli opportunità che la MacroRegione Adriatica può produrre. È importante – per Castigione - essere riconosciuti dall'Unione Europea ed essere messi in condizioni di partecipare a finanziamenti a Bando, così come acquisire un necessario potere contrattuale con organismi finanziari ed economici nazionali ed europei e la forza di penetrazione nei mercati economici confinanti, ed altro. Ma, appunto perché sono tante le opportunità e le iniziative a tal riguardo, esse andrebbero condivise con tutte le realtà che si riconoscono in quest'area territoriale e non solo leggerle sugli organi di stampa. Questo perché le Regioni Adriatico-Ioniche sono attori e non spettatori dell'iniziativa. Il 2014, anno in cui è fissato il termine per la concretizzazione del progetto della Macroregione AdriaticoIonica, - ha spiegato Castiglione - è alle porte: bisogna arrivare preparati, con proposte progettuali definite, che tengano conto delle priorità di questo territorio, che conta quasi 100 milioni di abitanti, e che rispondano concretamente alla logica della concertazione interregionale in materia di sviluppo economico, di sanità, di infrastrutture". "La Regione Abruzzo, - ha aggiunto - da subito ha creduto in questo progetto, lavorando sinergicamente alla sua realizzazione con le altre istituzioni coinvolte. Faremo però in modo che all'interno di questo progetto trovi posto la nostra politica industriale, che è ormai ben delineata ed è coerente con quanto avviene a livello europeo: mi riferisco - ha detto ancora Castiglione - alle Reti di impresa e ai Poli d'innovazione, strategie imprescindibili per la competitività e lo sviluppo in contesti internazionali. Nei tavoli della concertazione continueremo a portare il nostro contributo perché si sviluppi una politica interregionale univoca, che preveda, ad esempio, un'unica strategia infrastrutturale comprendente nodi logistici specializzati e d'eccellenza, evitando inutili duplicazioni o peggio ancora nodi competitivi. Immagino ha proseguito l'assessore - che la macroregione possa e debba avere al proprio interno delle grandi infrastrutture "specializzate": un grande porto turistico, un porto multimodale, un aeroporto per il trasporto merci ed uno per il trasporto di passeggeri, un interporto interregionale, un grande hub ferroviario ecc. (aise) Nasce Celebritaly: il partner ufficiale per l’Italia della Columbus Citizens Foundation Promuovere l’Italia e l’italianità negli Stati Uniti al di là di stereotipi e luoghi comuni. Coinvolgere le più importanti realtà italiane nelle manifestazioni culturali e celebrative che ogni anno, in occasione dell’anniversario della scoperta dell’America, vengono organizzate a New York dalla comunità italo americana. Nasce con questi scopi il Comitato Celebritaly, partner ufficiale per l’Italia della Columbus Citizens Foundation, la Fondazione che si dedica a diffondere la cultura italiana negli Stati Uniti, mantenendo vive lingua e tradizioni degli italiani d’America, finanziando ricerca e borse di studio per gli studenti italo-americani più meritevoli e organizzando nel mese di ottobre le "Columbus Celebrations", che culminano con la celebre parata sulla Quinta Strada. Promotori di Celebritaly sono Lorenzo Candelpergher (presidente), Alberto Cecchini (vicepresidente), Berardo Berardi (segretario), Benedetta Pasero, Roberto Race e Carla Rodomonte. Celebritaly nasce come iniziativa di supporto promozionale ed operativo alla Columbus Citizens Foundation, con lo scopo di promuovere e organizzare iniziative culturali, manifestazioni ed eventi, di raccogliere sponsorizzazioni e patrocini e di portare ai figli e ai nipoti degli antichi migranti un po’ di quell’Italia a cui loro continuano a sentire di appartenere. Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] 13 Bandi e Concorsi Europei APRILE SETTEMBRE SETTEMBRE GAZZETTINO EUROPEO.IT PARLAMENTO EUROPEO ISTRUZIONE E CULTURA EACEA/16/11 - APPRENDIMENTO PERMANENTE PROMOZIONE DELL’INTEGRAZIONE DELLE COMUNITÀ ROM NELL’ISTRUZIONE E ATTRAVERSO L’ISTRUZIONE Sostegno a progetti di cooperazione transnazionale Stanziamento: € 584.000 - GUUE 2011/C 193/08 Scadenza: 16 settembre 2011 RICERCA E INNOVAZIONE ENIAC-2011-2 - Quinto invito a presentare proposte nell’ambito del programma di lavoro per l’ENIAC Joint Undertaking I progetti di ricerca ENIAC sono progetti volti all’industria nel settore delle nanotecnologie. Stanziamento: € 88.253.080 - GUUE 2011/C 183/07 Scadenza: 15 settembre 2011 ISTRUZIONE E CULTURA EACEA/19/11 - MEDIA 2007 - SOSTEGNO ALLA DIGITALIZZAZIONE DEI CINEMA EUROPEI Il presente invito a presentare proposte si propone di favorire la transizione digitale delle sale che proiettano film europei, sostenendo i costi indiretti legati all’acquisto di un proiettore digitale. Stanziamento: € 2.000.000 - GUUE 2011/C 191/09 Scadenza: 15 settembre 2011 MERCATO INTERNO E SERVIZI 2011/S 125-206541 - B-Bruxelles: Studio sulla protezione dell'indicazione geografica per i prodotti non agricoli nel mercato interno Lo studio fornirà una valutazione approfondita sul potenziale impatto economico della protezione per i prodotti non agricoli. Stanziamento: € 250.000 - GUUE 2011/S n. 125 Scadenza: 15 settembre 2011 COOPERAZIONE EUROPEAID EuropeAid/131142/C/ACT/Multi - NSA/LA COOPERAZIONE, SINERGIE E DIALOGO STRUTTURATO NELL’AMBITO DELLA COOPERAZIONE ALLO SVILUPPO TRA LE RETI DELLA SOCIETÀ CIVILE, LE LORO ORGANIZZAZIONI E LE ISTITUZIONI UE Stanziamento: € 3.174.500 - EuropeAid/131142/C/ACT/Multi Scadenza: 15 settembre 2011 ISTRUZIONE E CULTURA EACEA/18/11 - PROGRAMMA JEAN MONNET ATTIVITA’ CHIAVE 1 - ATTIVITA’ DI INFORMAZIONE E RICERCA PER «APPRENDERE L’UE A SCUOLA» Sviluppare contenuti sull'Unione europea per l’istruzione Stanziamento: € 2.000.000 - GUUE 2011/C 174/06 Scadenza: 15 settembre 2011 AMBIENTE “AZIONE PREPARATORIA BEST” (SISTEMA VOLONTARIO PER LA BIODIVERSITA’ ED I SERVIZI ECOSISTEMICI NEI TERRITORI DELLE REGIONI ULTRAPERIFERICHE ED I PAESI ED I TERRITORI D'OLTREMARE DELL'UNIONE EUROPEA) Stanziamento: € 2.000.000 - BEST 2011 Scadenza: 09 settembre 2011 SALUTE E TUTELA DEL CONSUMATORE EAHC/2011/CP/ECCNET - ASSEGNAZIONE DI UN CONTRIBUTO FINANZIARIO ALLA RETE DEI CENTRI EUROPEI DEI CONSUMATORI Le attività che potranno essere finanziate ai centri europei dei consumatori riguardano azioni di informazione, aiuto e rimedio Stanziamento: € 4.500.000 - EAHC/2011/CP/ECCNET Scadenza: 09 settembre 2011 AMBIENTE LIFE+ Invito a presentare proposte 2011 Obiettivo principale: proteggere, conservare, ripristinare, monitorare e favorire il funzionamento dei sistemi naturali, degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatiche, al fine di arrestare la perdita di biodiversità all'interno dell'UE. Stanziamento: € 267.431.506 - GUUE 2011/C 62/07 Scadenza: 09 settembre 2011 IMPRESE E INDUSTRIA CIP-EIP-ECO-INNOVATION-2011 - CALL FOR PROPOSAL 2011 ECO - INNOVATION PROGETTI DI PRIMA APPLICAZIONE E DI RIAPPLICAZIONE COMMERCIALE NEL CAMPO DELL'INNOVAZIONE E DELL'ECOINNOVAZIONE Stanziamento: € 36.000.000 - CIP-EIP-ECO-INNOVATION-2011 Scadenza: 08 settembre 2011 AVVISO: Per maggiori dettagli sui Bandi soprariportati o per accedere agli elenchi ed alle schede complete dei Bandi in scadenza a settembre, ottobre, novembre e dicembre 2011, consultare “GAZZETTINO EUROPEO - Eurofinanziamenti”, rivista quindicinale in abbonamento. Quote di sottoscrizione sul sito www.gazzettinoeuropeo.it/eurofin.htm 14 Gazzettino Europeo 03 Settembre 2011 Pubblicità [email protected] GAZZETTINO EUROPEO.IT