I SECONDI DIECI ANNI DEL CASPUR, QUALI PROSPETTIVE PER

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I SECONDI DIECI ANNI DEL CASPUR, QUALI PROSPETTIVE PER
I SECONDI DIECI ANNI DEL CASPUR,
QUALI PROSPETTIVE PER IL FUTURO?
Il Professor Alfonso Miola è l’attuale Presidente del CASPUR.
Dopo il racconto del progetto NIC da cui è nato il Consorzio
(cfr. articolo del Prof. Gianturco) e del primo decennio di attività (cfr. articolo del Prof. Sabetta), ben introdotti dai ricordi
del primo Direttore (cfr. articolo del Prof. Bizzarri), a lui l’in-
Alfonso Miola
Presidente CASPUR dal 2006 a oggi
[email protected]
carico di descrivere cosa è accaduto – e cosa sta accadendo
– negli anni della sua presidenza, come sono cambiate le
attività del Consorzio e quali sono le prospettive future.
Sono diventato Presidente del CASPUR nel 2006, dopo Filippo Sabetta e Franco Gianturco che hanno avuto
l’onere e l’onore di strutturare il Consorzio, dargli un’identità forte, instradarne le attività e fare in modo che
venisse riconosciuto come centro di eccellenza nel panorama nazionale del calcolo scientifico e delle tecnologie
al servizo dell’università e della ricerca.
Ingenuamente qualcuno potrebbe pensare che, ereditando il loro operato, io abbia avuto la strada spianata,
essendo chiamato a presiedere un Consorzio ormai maturo e ben radicato nel territorio. Questo però è vero
solo parzialmente: con nove università consorziate, ormai il CASPUR aveva una sede prestigiosa in una zona
centrale di Roma e gli investimenti realizzati in precedenza avevano portato a poter contare su risorse tecnologiche (i calcolatori) e umane (le competenze) adeguate a rispondere e, in alcuni casi, ad anticipare le sfide
del mondo della ricerca.
La costante crescita della domanda di calcolo in diversi settori scientifici lasciava intravedere promettenti
sviluppi in termini sia quantitativi che qualitativi, cosa che ha permesso di prestare una continua e puntuale attenzione all’innovazione tecnologica dei sistemi di calcolo, privilegiando però anche la crescita professionale di
tutto il personale. Acquisito l’incarico, quindi, ho subito sentito l’esigenza di dare continuità al lavoro dei miei
predecessori ma, nella pratica, insieme al nuovo Direttore, Francesco Proietti, ci siamo presto trovati ad affrontare
sfide del tutto nuove rispetto al passato (specie sul piano organizzativo).
Prima fra tutte l’assenza di un’organica politica nazionale nei settori del calcolo e delle reti ad alte prestazioni,
che è andata di pari passo con la progressiva e, negli anni, sostanziale riduzione del contributo del MIUR. La diminuzione dei finanziamenti ha portato con sé, per il Consorzio, l’esigenza di aprirsi sul mercato in un momento
in cui, probabilmente, non si era orientati verso questa strada: il CASPUR, infatti, era nato come centro di calcolo
e, nei nostri pensieri, il focus era orientato principalmente alla ricerca scientifica a cui si affiancavano pochi, pochissimi servizi, realizzati solo per le università consorziate e per il Ministero. Tuttavia la mancanza di investimenti
a livello politico e la riduzione del contributo ministeriale ci ha costretti, in qualche modo, ad adeguarci ai cambiamenti in corso e a considerare la possibilità di offrire servizi anche alle amministrazioni pubbliche e alla società civile in generale.
Tutto questo è accaduto, al di là delle perplessità e della difficoltà di accettare un cambiamento di prospettiva
nelle attività del Consorzio, in un momento propizio, direi. Parliamo di una fase in cui le tecnologie HPC, ICT business e ICT commodity, seppur declinate in modi diversi, stavano convergendo, aprendo nuove opportunità e
ambiti di intervento, ma soprattutto esplicitando una generale esigenza di dare supporto a quell’innovazione
tecnologica e organizzativa necessaria per rispondere alle sfide di una società globale, sempre più interconnessa.
Ci siamo quindi aperti a questa nuova prospettiva continuando a investire sul supercalcolo, diversificandone
però l’offerta, non solo tempo macchina ma anche consulenza tecnica e scientifica per realizzare progetti di ri-
cerca avanzata nelle scienze computazionali, e offrendo anche servizi e applicazioni in ambito ICT ad altre realtà,
prima tra tutte la pubblica amministrazione. Scelta che, nel tempo, si è rivelata a dir poco strategica: nel giro di
pochi anni il fatturato relativo ai servizi erogati è notevolmente aumentato, portando il Consorzio ad attestarsi
come centro di eccellenza sia per il supercalcolo che per le infrastrutture di connettività e i servizi in ambito ICT.
In questo modo siamo quindi riusciti a fronteggiare la riduzione dei fondi ministeriali e a investire in un aggiornamento costante di competenze e apparati, essenza stessa dei servizi erogati dal Consorzio.
Cito, a titolo esemplificativo, la realizzazione dell’auditorium, struttura localizzata accanto alla sede principale
e utilizzata per svolgere corsi di formazione di alto livello su tematiche scientifiche e non, ma soprattutto della
seconda sala macchine dove sono allocati i più moderni sistemi di calcolo, quale ad esempio il cluster con le
GPU che permette l’esecuzione di più di 35.000 miliardi di operazioni al secondo. Rientra in questa politica
anche l’investimento in competenze e il desiderio di offrire ai dipendenti una prospettiva di crescita: nel giro di
dieci anni il personale stabilmente impiegato nel Consorzio è letteralmente raddoppiato, comportando la nascita
delle prime attività sindacali, altro elemento di complessità che ci siamo trovati a gestire.
Per rispondere in maniera efficace ed efficiente alle esigenze delle strutture con cui lavoriamo, spesso ci
siamo trovati a dislocare il personale in altre sedi (penso ad esempio al MIUR e al Policlinico Umberto I), così
come per acquisire specifiche competenze abbiamo cominciato a fare ricorso a contratti atipici che si sono affiancati all’offerta di borse di studio di alto profilo. Tutti elementi che hanno determinato un aumento della complessità organizzativa e delle problematiche connesse alla gestione delle risorse umane e del loro livello di
soddisfazione. Penso all’esigenza di affrontare il tema della precarietà chiedendo al Consiglio Direttivo di intraprendere una politica organica di lungo periodo capace di dare una prospettiva futura al personale: ad esempio,
laddove possibile, abbiamo preferito optare per i contratti di formazione-lavoro o di apprendistato che permettono di formare le risorse e mettere a punto un piano di inserimento graduale.
Insomma, l’aumento sia delle attività che della complessità organizzativa del CASPUR ci ha posto di fronte a
problematiche e sfide del tutto nuove rispetto al passato a cui abbiamo risposto e stiamo rispondendo con innovazioni organizzative e gestionali che hanno permesso un’amministrazione più collegiale e partecipata delle
attività di governo: al Consiglio Direttivo e al Comitato Tecnico Scientifico si sono spesso affiancate Commissioni
permanenti e gruppi di lavoro con l’obiettivo di svolgere attività istruttorie e supportare la Direzione nelle attività
di gestione del Consorzio.
Questa nuova organizzazione, che ci stiamo progressivamente dando, mira ad ampliare le prospettive di lettura delle problematiche affrontate e a dare un conseguente nuovo impulso alle attività. Il suo impatto probabilmente sarà chiaro solo tra qualche anno, ma in un periodo di forte crisi economica, come quella che negli
ultimi mesi si è trovato ad affrontare anche il Consorzio, seppur dopo un lungo periodo di stabilità e crescita,
manifesta l’esigenza di far diventare la complessità organizzativa un punto di forza.
Assistiamo a una riduzione diretta e indiretta dei fondi e a una crescita parallela della competizione, che si
riflette visibilmente sul bilancio e sulle attività in corso e future. Nonostante ciò, l’attestarsi a ottimi livelli nel
Data Intensive Computing, l’eccellenza di progetti come Open Wifi e la risposta alle nuove esigenze del sistema
universitario con applicazioni, come SCRIPTA e SOUL, sono segnali dell’ottimo lavoro che il CASPUR continua a
svolgere. In aggiunta l’apertura di una nuova sede a Bari e l’adesione al Consorzio dell’Università degli Studi di
Catania e della Scuola Normale Superiore di Pisa, conquiste degli ultimi due anni, sono elementi che mi permettono di guardare con ottimismo al futuro.
Siamo pronti, quindi, ad affrontare nuove sfide.
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