il vecchio pds nella gestione delle sale bingo
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il vecchio pds nella gestione delle sale bingo
l'inchiesta HA PARTECIPAZIONI IN GIOVEDÌ 7 GIUGNO 2007 5 HA PARTECIPAZIONI IN HA PARTECIPAZIONI IN ALFA FINANZIARIA srl LUDOTECH srl 72 (in liquidazione dal 2003, conta soci, in prevalenza federazioni del Pds, tra cui quella di Genova con una quota di circa euro e quella di Savona per euro) 731 (quota 750.000 euro) 2.800 BINGO ONE srl Bologna PIELLEFFE LUDOTECH srl (quota (quota (quota 10.000 euro) BINGO ONE srl Reggio Emilia soci, in prevalenza federazioni Pds, tra cui (quota quella della Spezia per 4.000 euro) HA PARTECIPAZIONI IN dai nostri inviati MARCO MENDUNI e FERRUCCIO SANSA Dietro un vorticoso giro di scatole cinesi societarie spuntano le federazioni locali (Genova, Savona e La Spezia comprese) del più importante partito della sinistra. Sono loro le proprietarie di alcuni tra i più importanti “tomboloni” Leggere sulla visura l’oggetto sociale – cioè l’ambito di attività – della Alfa Finanziaria non aiuta a capire granché. Si parla, tra l’altro, di «attività di assunzione e di gestione di partecipazioni e di interessenze in società ed imprese italiane o estere». Però è utile esaminare gli altri capitoli del documento. Alla voce “subentri” compare proprio la Beta immobiliare per “scissione”. Mentre tra le proprietà viene citata una consistente partecipazione nella Ludotech Srl per una quota di 750mila euro. Ma che cos’è in realtà la Ludotech?Ancoraunavoltaconvieneaffidarsi ai documenti della Camera di Commercio: la società, costituita nel 2000 è anch’essa in stato di “liquidazione, scioglimento e fallimento”. Questa volta l’oggetto sociale indicatoèperfortunapiùcomprensibile: «Organizzazione, acquisizione e ge- stione di locali per il tempo libero, i giochi, concorsi a premi, lotterie, pronostici… Il noleggio e la consegna inusoaterzidiapparecchiatureelettroniche da intrattenimento». Addirittura «l’organizzazione di corsi di addestramento, formazione, aggiornamentoeseminari,meetingesimili limitatamente alle attività di cui ai punti precedenti. La gestione di scommesse a libro e o totalizzatore di qualsiasi genere, lotterie, concorsi, pronostici a premio e o totalizzatore». Il documento poi parla di trasferimenti di quote tra Beta e Alfa ealtrecomplesseoperazionisocietarie. Quello che però risulta chiaro è il punto relativo alle “partecipazioni in altre società”, ad esempio la Bingo One oggetto di un recente atto del 25 maggio 2006. In effetti Ludotech è socia in almeno due Bingo One, quelli di Bologna e di Reggio Emilia. LA CONFESSIONE DI UN GIOCATORE ANONIMO «Noi che siamo rimasti sotto quella montagna di slot machine» Dietro al business dei videogiochi non solo una passione normale. C’è chi la vive come una malattia e distrugge la propria vita GENOVA. «Giocare, giocare, giocare. Quando ti prende la scimmia vedi solo quello, e non riesci più a ridere se leggi di 27 mila macchinette accatastate una sull’altra. Pensi a quando funzionano. Tu le guardi che non dannonienteetieniilconto,uno,due, tre, quattro tentativi. Adesso tocca a te. Provi. Non vinci. Ricominci. Uno, due, tre, quattro tentativi...». Signor X, lei è un giocatore compulsivo. «Un malato. Ci ho messo degli anni per capirlo». Quando ha cominciato? «Non me lo ricordo. Se ripenso ai primi pokerini vedo facce di ragazzi». Ora ha 42 anni, una moglie e due figli. «Miamogliemihaspintoadandare dai Giocatori Anonimi, che a Genova sono in via della Consolazione: le devo la vita». Partiamo dall’inizio. Quando ha scoperto il gioco? «Non lo so. La prima puntata, su un trisdicavalli.Nonmihafattonécaldo né freddo e anzi non mi interessava neppure. Accompagnavo un amico». Poi? «Ho conosciuto cosa vuol dire l’adrenalina che sale». Cosa vuol dire? «Ti senti vivo. Il fiato sospeso, i muscoli che fanno male per la tensione, il tempo che si ferma. E quando vai al 2.600 euro) Genova ( >> L’INIZIATIVA IL VECCHIO PDS NELLA GESTIONE DELLE SALE BINGO Tutto ruota intorno a due società, che rappresentano altrettanti rami dell’attività economica dei Pds poi diventati Ds: la Beta Immobiliare, che si occupa appunto degli interessi immobiliari (le visure sono state pubblicate anche sul sito www.genovaweb.org della Casa della Legalità); la Alfa Finanziaria, che è proprio la protagonista della nostra storia. La Alfa, che ha sede a Roma in via Palermo 37, è in stato di scioglimento e liquidazione dal 2003, anche se risulta dalle visure ancora esistente. I soci della Alfa sono ben 72, tutti o quasi impegnati per pochi spiccioli, come il signor E. G. che ha versato 2 (due!) euro oppure il signor V. P. che ha rischiato la bellezza di tre euro. Ma la grande maggioranza dei proprietari sono proprio loro, le federazioni del partito. Sulla visura della Camera di Commercio risultano come voci: Democratici di sinistra, quinditral’altrolefederazionidiAncona, Bari, Bologna, Brescia, Cesena, Crema, Fermo, Ferrara, Forlì, Genova, La Spezia, Livorno, Mantova, Milano, Modena, Napoli, Padova, Parma, Elba, Pisa, Prato, Reggio Emilia, Savona, Varese, Venezia. E ancora alcune federazioni regionali come quella del Molise. Le sezioni più piccole, come quella di Turriaco, partecipano con somme simboliche (106 euro). Savona ci mette poco di più (731 euro), La Spezia 945 euro, mentre Genova sborsa 2.866. Casinò e dai le chiavi della macchina al portiere sei il padrone del mondo». Se perdi? «Pensi alla rivincita». Se vinci? «Pensi a giocare ancora. Alla puntata della vita». Arriva, prima o poi? «A me non è toccato. Ho sempre e solo fatto debiti. Mille, duemila, tremila euro». A chi li ha chiesti? «All’inizio, ai genitori. Dicevo di aver bucato o di aver smarrito il portafogli». Usura, mai? «Ho scoperto le finanziarie. Stanno lì apposta». Ci racconti una soddisfazione. «Anno 2000, ultima giornata del campionato spagnolo. Rivaldo che segna quando l’arbitro ha già il fischietto in bocca. Una martingala da favola». Quanto ha vinto? «C’erano le lire, 7 milioni e passa». Cosa ne ha fatto? «Regali. A mia moglie, ai miei figli. Poi ho scoperto che era un tentativo di risarcimento». Perché un risarcimento? «Perché per anni a casa non c’ero mai.Sempreagiocare.Lavoroegioco. Mangiare e gioco. Vacanze e gioco. Andavo alla partita, sono sampdoriano, e non seguivo niente. Pensavo ai cavalli». Si è mai chiesto perché? «L’ho chiesto anche a uno psicologo. Il problema è che qualsiasi cosa accadesse io giocavo. Ero felice? Giocavo. Ero triste? Giocavo». Poi cosa è successo? «Mi sono venuti gli attacchi di panico». Pastiglie? Psicoterapia? «Tutto. Ma continuavo a fregarmi da solo. Tutte le slot machines della città erano mie. Se vincevo volevo continuare a vincere, se perdevo volevo rifarmi delle perdite». Dove giocava? «Sotto casa. Accanto al posto di lavoro. Le macchinette adesso sono ovunque, nei bar, in tabaccheria...». Cosa ne pensa? «Non le criminalizzo. Il gioco fa parte dell’uomo. Anche mia madre si fa la sua puntatina al lotto, però solo quella». Un giorno ha detto basta. «Ha detto basta mia moglie. Mi ha fatto capire che ero malato. Allora sono andato dai giocatori anonimi». Come funziona? «Ci vediamo tutti i lunedì, dalle 19,30 alle 21,30. Parliamo. Nessuno giudica. C’è un numero di telefono sempre pronto, 335-15.29.838, se uno ha bisogno di conforto». Ne è uscito? «Non se ne esce mai. Però impari a convivere con la malattia. E a evitare ricadute». Non gioca più? «Da cinque anni. Soffro, vorrei, combatto con me stesso: ma non mi frego più. Ho ripreso a volermi bene». La stimeranno di nuovo. «Tutti, sì. Anche se qualcuno me lo rinfaccia ancora...». E lei? «Io sono quello che giocava. Però ho trovato il coraggio e la forza di dire basta,enessunopuòfarmilamorale». PAOLO CRECCHI 250.000 euro) 1.733 euro, di I padroni del gioco ROMA. Chissà se i compagni di Ge- nova, Savona e La Spezia lo immaginavano. Le loro federazioni sono proprietarie di sale per il Bingo. Hanno messo su, euro su euro, un tesoretto. Poca roba, presa singolarmente. Ma le visure camerali sembrano dimostrare che ci fu una vera e propria “colletta”, tra le federazioni dell’allora Pds (subito dopo il Duemila),per“scommettere”sultombolone del terzo millennio. Che, come si sa, si è però dimostrato tutt’altro che un successo. La Guardia di Finanza che si occupa dell’affare slot machine e dei Monopoli sta studiando, però, anche un altro fenomeno: il coinvolgimento economico dei partiti nei giochi e nel Bingo. Del centrodestra, e in particolare di An, si è già detto nelle primepuntatedellanostrainchiesta: il legale rappresentante di una delle maggiori società concessionarie di slot machine (la Atlantis) in Italia è AmedeoLaboccetta,rappresentante di An a Napoli e amico di Gianfranco Fini. Labocetta è anche presidente del cda di Poste Assicura (società del gruppo Poste Italiane, di proprietà del ministero dell’Economia). Ma più va avanti, più il lavoro degli uomini della Finanza rivela legami tra il mondo dei giochi e quello dei partiti. Ad esempio proprio dei Ds (allora Pds), delle loro federazioni di tutta Italia, ma soprattutto dell’Emilia Romagna. E’ un complesso gioco discatolecinesichedallefederazioni arrivafinoallesocietàchegestiscono i Bingo. Nulla di illegale, per quanto è emerso finora. Ma la polemica è riesplosa con l’ultima Finanziaria, che darà la possibilità di installare, nelle sale Bingo, anche le slot. Decisione, questa, che potrà portare ulteriori introitiallecassedelloStatomacheè stata avversata, in maniera bipartisan, da diversi parlamentari, convinti che questa decisione «favorirà la nascita di veri e propri casinò sotto casa». E altrettanto convinti che non si può transigere su ogni valutazione morale in favore degli asfittici forzieri del ministero. 98.800 euro), proprietà di 35 Ma il gioco non è ancora finito. Entra qui in ballo la Pielleffe (anche questa in stato di scioglimento e liquidazione) di cui Alfa detiene una quota di 98.800 euro. Anche qui la proprietà è distribuita tra un grande numero di soci, in tutto 35, molti con quote di pochi euro. Ancora si tratta in prevalenza di federazioni dell’alloraPds.TralealtreeccoGenovacon 2.600 euro, La Spezia con 1.733,16 euro, Alessandria (1.703,16). L’oggetto sociale di Pielleffe è, tra l’altro, «l’attività di concessionaria di pubblicità, agenzia di pubblicità, organizzazione di fiere, mostre e meeting ed editor». Ma, ancora una volta, è leggendo le partecipazioni che emergeilcomplessogiocoaincastro. Infatti Pielleffe detiene una consistente quota proprio di Ludotech (in tutto circa 250 mila euro). Quindi la filiera sembrerebbe completa: le federazioni ex-pidiessine sono proprietarie di quote della Alfa che a sua volta è tra i proprietari di Ludotech che è tra i soci del Bingo One. Non solo, l’incastro può essere studiato anche da un altro lato: Alfa (di proprietà prevalentemente del partito) è anche tra i proprietari di Pielleffe(icuisocisonoancheinquesto caso soprattutto le federazioni) che detiene una quota di Ludotech. Quindi del bingo. Ma chissà se gli iscritti e gli elettori questo lo sapevano. UNA LOTTERIA PER LA SOLIDARIETÀ ••• ROMA. Giocare, tentare la fortuna e fare del bene: è quello che consente la Lotteria Nazionale «FIABA per una Vita Solidale». Si tratta del primo concorso a premi italiano il cui ricavato sarà destinato alla realizzazione di progetti solidali: un’ occasione che giunge proprio nell’anno celebrato all’Unione Europea per le Pari Opportunità. Se i fini sono solidaristici, la Lotteria FIABA (la cui estrazione è stabilita al 21 giugno prossimo) ha però tutte le caratteristiche delle altre lotterie nazionali: assegnerà un premio da 500 mila euro e ai biglietti (costo di 5 euro) è allegato anche il tagliando “Tenta la fortuna”, un Gratta e Vinci che consente vincite fino a 10 mila euro. «Ci sono ancora due settimane - rilevano gli organizzatori del progetto - per testimoniare la propria solidarietà e per dare un piccolo contributo affinché si possano creare migliori condizioni di vita per tutti». >> SCOMMESSE MILAN CAMPIONE SOCIETÀ VA IN CRISI ••• LONDRA. La società di scommesse online Sportingbet ha annunciato che il successo del Milan in Champions League, il mese scorso, ha colpito duramente i suoi profitti e che è ancora in colloqui con la società austriaca omologa Bwin Sportingbet, che lo scorso anno ha dovuto ammortizzare una perdita di 398,6 milioni di dollari. Il bookmaker austriaco online Bwin aveva annunciato in marzo di essere in trattativa per l’acquisizione di Sportingbet. Colloqui che sono ancora in corso, ha detto l’amministratore delegato Andrew McIver, ma preoccupazioni legali su possibili iniziative delle autorità giudiziarie Usa hanno fatto slittare ogni decisione. La vittoria del Milan per 2-1 sul Liverpool nella finale di Champions League ad Atene ed altri risultati favorevoli agli scommettitori in Spagna e Italia hanno ridotto i margini dell’azienda tra il 4 e il 5%. >> WEB ARBITRO AGGREDITO C’È IL GIOCO ON LINE Un giocatore impegnato alla slot ••• COPENAGHEN. «L’imbecille del calcio». Si chiama così il gioco on line ideato da una società di grafica danese, la KathArt Interactive, e ispirato all’episodio avvenuto durante Danimarca-Svezia, partita di qualificazione agli Europei 2008 sospesa sul risultato di 3-3 per un’aggressione all’arbitro Herbert Fandel da parte di un tifoso. Il direttore di gara tedesco aveva da poco espulso il danese Christian Poulsen e assegnato il rigore alla Svezia a pochi minuti dal termine. Nel gioco, il protagonista è proprio l’arbitro Fandel che deve evitare la doppia aggressione, del tifoso e del giocatore, scappando e lanciando cartellini rossi. Quando l’arbitro è raggiunto da uno dei due aggressori, il gioco termina con il risultato di 0-3, lo stesso che venerdì dovrebbe essere inflitto alla Danimarca dall’Uefa. l'inchiesta VENERDÌ 8 GIUGNO 2007 5 IL DOSSIER SULLE SLOT MACHINE Bingo con l’immobiliarista rosso >> CONSORTE Casale, amico di Consorte, è l’anello di congiunzione tra i Ds e le società dei giochi dai nostri inviati MARCO MENDUNI FERRUCCIO SANSA ROMA. Arcobaleno. Gli affari dei Ds nel mondo dei giochi passano per i sette colori dell’iride. E per alcuni nomi chiave: il finanziere Vittorio Casale, l’immobiliare Porta Castello, la società concessionaria di slot machine Codere e Unipol. Un intreccio tra il mondo degli immobiliaristi e quello del gioco. E’ la ricostruzione che sembra emergere dalle visure camerali e che trova conferma in un libro bianco al quale sta lavorando il senatore leghista Massimo Polledri, autore di diverse interrogazioni parlamentari sul mondo dei giochi e dei Monopoli. La prima interrogazione, dello scorso aprile, era sui 98 miliardi di euro che, come ha denunciato il rapporto della commissione d’inchiesta pubblicato dal Secolo XIX, invece di finire nelle casse dello Stato sarebbero rimasti nelle tasche delle società concessionarie di slot machine. La seconda, ormai pronta, segue un filo rosso che collega il mondo della finanza diessina e l’immobiliarista Vittorio Casale, a lungo socio della Codere, un gruppo che ha ottenuto dai Monopoli la concessione per gestire migliaia di slot machine ed è citato più volte nel rapporto della commissione d’inchiesta. Codere dovrebbe pagare ancora allo Stato imposte per 9.401.397,11 euro. L’ipotesi del leghista Polledri è chiara: i giochi sarebbero diventati il nuovo modo usato dai partiti per finanziarsi. Niente di illegale, stando a quanto emerso finora. Un sistema utilizzato da entrambi gli schieramenti. Ma torniamo ai Ds e a Vittorio Casale. Lo snodo del rapporto tra il partito e l’immobiliarista parmigiano sarebbe appunto la Arcobaleno, una società immobiliare. A guardare le visure camerali, a prima vista non salta fuori quasi nulla. Quasi. L’oggetto sociale è: «La società ha per oggetto la compravendita di immobili. La società inoltre potrà svolgere altre attività connesse al fine… nonché compiere in misura non prevalente rispetto alle operazioni sopraccitate qualsiasi operazione commerciale,industriale,mobiliareeimmobiliare, finanziaria e di credito». Tutto o quasi, insomma. Il capitale sociale è di cinque milioni e 500 mila euro, interamente in mano alla società Operae Spa di Vittorio Casale. Ma poche righe più sotto, alla voce “società o enti che esercitano attività di direzione e coordinamento” si legge che il 28 luglio 2005 è stata presentata una “dichiarazione di inizio controllo” da parte della Porta Castello spa. Ecco l’anello prima mancante che collega i Ds a Casale, l’uomo che ha portato il Bingo in Italia e che ha dato una mano a Gianni Consorte nella tentata scalata dell’Unipol alla Bnl. Un’operazione che dalla Borsa è fi- La Sala Bingo di Albenga nel momento iniziale di massimo splendore, cinque anni fa Un intreccio tra il mondo degli immobiliaristi e quello del gioco d’azzardo emerge dalle visure camerali nita in procura. Ma seguiamo un filo per volta. L’immobiliare Porta Castello è di proprietà della federazione provinciale del Pds, oggi Ds, di Bologna, che detiene 435.487 azioni ordinarie per un totale di due milioni e 247 mila 164 euro. Su un totale di due milioni 267 mila. La Porta Castello nasce da una costola (una scissione) della Beta Immobiliare, che insieme alla Alfa Finanziaria (come spiega l’articolo pubblicato ieri dal Secolo XIX) è il contenitore direttamente partecipato dalle federazioni del Pds-Ds. VittorioCasaleèsemprestatoconsiderato amico di ambienti della sinistra, in particolare della Lega delle Cooperative e di Unipol, almeno fin- ché quest’ultima era guidata da Consorte. Ma l’uomo vanta amicizie trasversali e contatti negli ambienti più diversi e internazionali. Per esempio con multinazionali “ingombranti” come l’americana Carlyle e con i servizi segreti. Sia tricolori, sia a stelle e strisce. L’imprenditore di Parma è, però, soprattutto il proprietario della Operae spa, con la quale in passato ha costruito di tutto: tra l’altro molte caserme in tutta Italia, di cui si dice conservi le foto in formato poster nella sede della società. Quello di Vittorio Casale è un gruppo immobiliare con un patrimonio superiore ai 900 milioni di euro. Un personaggio certamente non di secondo piano nel panorama economico italiano, eppure, fino a due anni fa, il suo nome era rimasto abbastanza al di fuori delle cronache. Poi ecco arrivare lo scandalo Antonveneta. E anche Casale compare nelle intercettazioni con Giovanni Consorte. Sono le 9,43 del 6 luglio 2005 quando Consorte parla al telefono con Carlo Cimbri, direttore generale di Unipol. Discute dei possibili candidati a un 2 per cento di Bnl e tra questi un non meglio specificato «Palacio del fondo Patron». L’allora numero uno di Unipol La conferma in un libro bianco al quale sta lavorando il senatore leghista Massimo Polledri, autore di diverse interrogazioni dice: «Carlo chiama Vittorio Casale, lui adesso ti dà il nominativo e il numero di telefono di questo Palacio... no? Del fondo “Patron” che ieri si sono dichiarati disponibili a prendere un 2 per cento, e poi ti dà... dovrebbe essere Mitrovic credo... il nome dell´amministratore delegato della Royal Bank of Scotland». Telefonate, ripetute. Casale consiglia a Consorte le linee da seguire per raccogliere investitori per arrivare al 51 per cento di Bnl, dai magnati dell’acciaioaiproduttoridipreservativi. Insomma, Casale è consigliere fidato di Consorte. Non solo: attraverso la sua holding Operae (con un core business negli immobili e clienti come il ministero delle Finanze) ha LE TELEFONATE SVINCOLATE DAL SEGRETO Intercettazioni, Mastella “marca” i magistrati Il ministro della Giustizia chiede spiegazioni al gip Forleo. “Dossier Brasile”, Berlusconi esprime solidarietà a D’Alema ROMA. Sarà, come sostiene il presidente della Camera Fausto Bertinotti, che il Palazzo non ha paura ma chiede chiarimenti per applicare la legge e «prevenire un danno». Ma è un dato che, dopo i presidenti delle Camere, anche il Guardasigilli, Clemente Mastella vuole dal tribunale di Milano lumi sugli atti del gip, ClementinaForleo.Echel'ariachesirespira in Transatlantico, e non solo in ambienti della maggioranza, è di fibrillazioneeattesaperlarispostadel presidente, Livia Pomodoro. Prima di lunedì? «Risponderò quando avrò le informazioni richieste» taglia cortoinseratailmagistrato.Nelfrattempo, la diffusione delle trascrizioni delle telefonate, in cui compaiono sei parlamentari, pende come una spada di Damocle sulla politica. E ricrea una saldatura tra maggioranza e opposizione, inedita in una stagione di scontro frontale che preoccupa il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che ieri ha auspicato «uno spirito di riconciliazione nazionale». Una riconciliazione che in qualche modo sembra già iniziata dopo il “dossier dei veleni”, com’è stato ribattezzato, pubblicato dalla “Stampa” sui presunti conti off shore del ministro degli Esteri, Massimo D’Alema. Al vicepremier ieri è arrivata anche la solidarietà dell’ex premier, Silvio Berlusconi: «A Massimo D’Alema faccio tanti auguri che questa cosa possa finire come immagino debba finire: nel nulla. Io ho una certa esperienza in questo genere di veleni. Noi siamo assolutamente contrari agli attacchi personali, soprattutto contro i protagonisti della politica - ha proseguito - ma in generale contro chiunque. Siamo soprattutto ostili ai veleni e a tutto ciò che secondo noi può inquinare l’ordinato svolgimento della dialettica politica». A chi gli ha chiesto se non notasse una somiglianza con il suo caso personale, il Cavaliere ha risposto: «Io ho una certa esperienza in veleni Il ministro degli Esteri D’Alema e quindi credete, come si dice, a chi ha fatto l’esperimento». D’Alema, in un’intervista al Tg1 delle 20, ieri sera ha detto: «La notizia non esiste. Già da due anni e mezzo su un sito internet scandalistico brasiliano sono riportate queste voci calunniose e persino ridicole. Quello che colpisce è che un giornale serio come “La Stampa”, che ha quella proprietà, utilizzi questa spazzatura, la faccia diventare una notizia e la getti nella vita poli- tica italiana. Colpisce, ferisce e preoccupa. Ora però la questione va chiarita. C’è il conto? Ne rispondo. Ma se non c’è, chi ha usato questa accusa per destabilizzare deve risponderne. Questo si fa in un Paese serio». Un Paese alle prese con la faccenda delle intercettazioni ai politici. Dal presidente della giunta per le Autorizzazioni, Carlo Giovanardi (Udc) al socialista Roberto Villetti, dall'azzurra Chiara Moroni al segretario Ds, Piero Fassino, si appoggia l'iniziativa dei presidenti delle Camere, sostenendo che non è difesa della “casta” ma prerogativa parlamentare, prevista dall'articolo 68 della Costituzione, l'autorizzazione del Parlamento in caso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari. È responsabilità, invece, solo politica il fatto che il disegno di legge sulle intercettazioni sia fermo in commissione al Senato. «È singolare che non vada avanti per beghe interne all'Unione, tenuto conto che basta una seduta» mastica amaro Mastella. compiuto affari sull’asse Brescia-Bologna, Gnutti-Consorte. Casale ha fatto trading su Unipol. Due anni fa, il colosso del mondo cooperativo cedette i suoi immobili non strumentali a una società partecipata dal fondo Glenbrook, rappresentato dall’avvocato Alvaro Pascotto, e da Operae. Unipol realizzò una consistente plusvalenza, ma pochi mesi dopo Pascotto e Casale hanno rivenduto a Pirelli Re e MorganStanleyottenendo,sidice,40milioni di guadagno. Un’operazione oggetto di indagini giudiziarie. E poi… poi c’è appunto il gioco. Tutto comincia nel 2000, quando Casale si mette in società con l’ex “re dei registratori di cassa”, quel Leonardo Ceoldo già proprietario della Sweda. Insieme, i due si alleano con il gruppo spagnolo Codere (in mano ai fratelli Joaquin e Jesus Franco) per portare in Italia il gioco del Bingo. Un’iniziativa voluta, tra gli altri, dall’allora presidente del Consiglio, Massimo D’Alema. La Codere è un gigante del Bingo e del gioco d’azzardo legale che nel 2006 ha fatturato 761 milioni. E qui, come accusa Polledri, s’innesta la vicenda di un prestito «che Unipol Merchant, Bnl e Meliorbanca avrebbero concesso alla Codere Italia; in particolare – sostiene Poliedri – Unipol nel 2004 avrebbe concesso un prestito di quattro milioni e mezzo di euro, mentre Bnl, tra il 2004 e il 2005, avrebbe offerto due milioni e Meliorbanca uno. Il debito sarebbe stato ripianato dalla Codere internazionale» sostiene Polledri. Niente d’illegale, ma l’ulteriore prova di un legame di fiducia. Intanto Vittorio Casale, nel 2005, lascia la Codere. Perché? Le previsioni della vigilia, per lo sbarco del tombolone elettronico in Italia, erano ottimistiche. In realtà l’affare ha fatto flop. Tanto che, per risollevare i conti dello Stato (e anche, indirettamente, le sorti delle sale) l’ultima finanziaria ha dato il via libera all’installazione delle slot machine - inevitabile richiamo di pubblico - nei Bingo. La Codere ha dovuto bruscamente ridimensionare i suoi piani di conquista. I conti sono presto andati in affannoelostessocollegiosindacaleha mosso pesanti appunti su un’altra operazione:l’acquistodiunapartecipazione per sette milioni di Opergiochi. Nel dicembre 2004, furono società legate allo stesso gruppo iberico, a Casale e al suo socio Leonardo Ceoldo, a vendere Opergiochi a Codere Italia. I sindaci strigliano l’operazione. Casale, qualche mese dopo, lascia il cda. PerilsenatorePolledri,però,cen’è abbastanza per disegnare un intreccio che, secondo il parlamentare leghista, «evidenzia ancora una volta i contatti tra i partiti e le società che hanno ottenuto concessioni dai Monopoli». E che compaiono nel rapporto della commissione d’inchiesta, pubblicato dal Secolo XIX. ••• Ex numero uno di Unipol, Giovanni Consorte nel 2005 tentò la scalata alla Bnl contando sui ”furbetti del quartierino”. L’operazione approdò in procura e Consorte attende il processo. Nell’inchiesta, intercettazioni di telefonate con Fassino e D’Alema >> GRANDI ••• Sottosegretario all’Economia, 63 anni, bolognese, Alfiero Grandi s’è occupato dei Monopoli. Oggi presiede la Commissione d’inchiesta che ha prodotto la clamorosa relazione pubblicata dal Secolo XIX: lo Stato avrebbe perso 98 miliardi di euro >> POLLEDRI ••• Senatore della Lega, Massimo Polledri in aprile ha presentato un’interrogazione sui 98 miliardi di euro persi dallo Stato. Sta anche preparando un libro bianco: «Unipol merchant e altre banche avrebbero prestato 5 milioni di euro al gruppo Codere» >> INCHIESTA «TOGHE LUCANE» PERQUISIZIONI NEGLI UFFICI DI BUBBICO (DS) ALLA VIGILIA DEL BALLOTTAGGIO DI MATERA ••• POTENZA. Una serie di perquisizioni sono state effettuate ieri in Basilicata negli uffici e nelle abitazioni di politici, magistrati e membri delle forze dell’ordine. In particolare sono stati perquisiti gli uffici e il domicilio di Filippo Bubbico (Ds), ex presidente della Regione e attuale sottosegretario allo Sviluppo economico; Vincenzo Tufano, procuratore generale di Potenza; Luisa Fasano, dirigente della squadra mobile di Potenza e Giuseppe Labriola, presidente dell’Ordine degli avvocati di Matera. A effettuare le perquisizioni sono stati gli uomini della Guardia di Finanza coordinati dal pm della procura di Catanzaro Luigi De Magistris, che ieri si è recato personalmente a Potenza. Il pm calabrese è titolare dell’inchiesta aperta alcuni mesi fa e denominata «Toghe lucane», che coinvolge imprenditori, politici, amministratori locali, magistrati e professionisti lucani accusati, a vario titolo e per vicende non sempre collegate tra di loro, di «far parte di un vero e proprio centro di affari occulto che tutela interessi personali e di un ristretto gruppo». Il sottosegretario Bubbico è indagato per associazione per delinquere e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. I fatti contestati risalirebbero all’epoca in cui Bubbico era presidente della Regione Basilicata, nella scorsa legislatura. Il sottosegretario ha ribadito ieri in una nota la sua «estraneità agli addebiti mossi», aggiungendo che chiederà «di essere sentito dai giudici per fornire ogni utile chiarimento». Bubbico è stato difeso anche dal leader dei Ds Piero Fassino, che in un comunicato si augura che «la magistratura operi celermente accertando quello di cui noi siamo già oggi assolutamente sicuri: la totale estraneità di Filippo Bubbico a qualsiasi illecito». Fassino solleva anche perplessità sul fatto che le perquisizioni, «dall’evidente impatto pubblico e mediatico», siano state effettuate alla vigilia del ballottaggio del prossimo fine settimana che vedrà impegnata Matera.