il vecchio pds nella gestione delle sale bingo

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il vecchio pds nella gestione delle sale bingo
l'inchiesta
HA PARTECIPAZIONI IN
GIOVEDÌ
7 GIUGNO
2007
5
HA PARTECIPAZIONI IN
HA PARTECIPAZIONI IN
ALFA FINANZIARIA srl
LUDOTECH srl
72
(in liquidazione dal 2003, conta
soci, in
prevalenza federazioni del Pds, tra cui quella
di Genova con una quota di circa
euro e quella di Savona per
euro)
731
(quota
750.000 euro)
2.800
BINGO ONE srl Bologna
PIELLEFFE
LUDOTECH srl
(quota
(quota
(quota
10.000 euro)
BINGO ONE srl Reggio Emilia
soci, in prevalenza federazioni Pds, tra cui
(quota
quella della Spezia per
4.000 euro)
HA PARTECIPAZIONI IN
dai nostri inviati
MARCO MENDUNI e FERRUCCIO SANSA
Dietro un vorticoso giro di scatole
cinesi societarie spuntano le
federazioni locali (Genova, Savona e
La Spezia comprese) del più
importante partito della sinistra.
Sono loro le proprietarie di alcuni
tra i più importanti “tomboloni”
Leggere sulla visura l’oggetto sociale – cioè l’ambito di attività – della
Alfa Finanziaria non aiuta a capire
granché. Si parla, tra l’altro, di «attività di assunzione e di gestione di
partecipazioni e di interessenze in
società ed imprese italiane o estere».
Però è utile esaminare gli altri capitoli del documento. Alla voce “subentri” compare proprio la Beta immobiliare per “scissione”. Mentre
tra le proprietà viene citata una consistente partecipazione nella Ludotech Srl per una quota di 750mila
euro. Ma che cos’è in realtà la Ludotech?Ancoraunavoltaconvieneaffidarsi ai documenti della Camera di
Commercio: la società, costituita nel
2000 è anch’essa in stato di “liquidazione, scioglimento e fallimento”.
Questa volta l’oggetto sociale indicatoèperfortunapiùcomprensibile:
«Organizzazione, acquisizione e ge-
stione di locali per il tempo libero, i
giochi, concorsi a premi, lotterie,
pronostici… Il noleggio e la consegna
inusoaterzidiapparecchiatureelettroniche da intrattenimento». Addirittura «l’organizzazione di corsi di
addestramento, formazione, aggiornamentoeseminari,meetingesimili
limitatamente alle attività di cui ai
punti precedenti. La gestione di
scommesse a libro e o totalizzatore
di qualsiasi genere, lotterie, concorsi, pronostici a premio e o totalizzatore». Il documento poi parla di
trasferimenti di quote tra Beta e Alfa
ealtrecomplesseoperazionisocietarie. Quello che però risulta chiaro è il
punto relativo alle “partecipazioni in
altre società”, ad esempio la Bingo
One oggetto di un recente atto del 25
maggio 2006. In effetti Ludotech è
socia in almeno due Bingo One,
quelli di Bologna e di Reggio Emilia.
LA CONFESSIONE DI UN GIOCATORE ANONIMO
«Noi che siamo rimasti sotto
quella montagna di slot machine»
Dietro al business dei
videogiochi non solo una
passione normale. C’è chi
la vive come una malattia e
distrugge la propria vita
GENOVA. «Giocare, giocare, giocare.
Quando ti prende la scimmia vedi
solo quello, e non riesci più a ridere se
leggi di 27 mila macchinette accatastate una sull’altra. Pensi a quando
funzionano. Tu le guardi che non
dannonienteetieniilconto,uno,due,
tre, quattro tentativi. Adesso tocca a
te. Provi. Non vinci. Ricominci. Uno,
due, tre, quattro tentativi...».
Signor X, lei è un giocatore compulsivo.
«Un malato. Ci ho messo degli anni
per capirlo».
Quando ha cominciato?
«Non me lo ricordo. Se ripenso ai
primi pokerini vedo facce di ragazzi».
Ora ha 42 anni, una moglie e due
figli.
«Miamogliemihaspintoadandare
dai Giocatori Anonimi, che a Genova
sono in via della Consolazione: le
devo la vita».
Partiamo dall’inizio. Quando ha
scoperto il gioco?
«Non lo so. La prima puntata, su un
trisdicavalli.Nonmihafattonécaldo
né freddo e anzi non mi interessava
neppure. Accompagnavo un amico».
Poi?
«Ho conosciuto cosa vuol dire
l’adrenalina che sale».
Cosa vuol dire?
«Ti senti vivo. Il fiato sospeso, i muscoli che fanno male per la tensione, il
tempo che si ferma. E quando vai al
2.600 euro)
Genova (
>> L’INIZIATIVA
IL VECCHIO PDS
NELLA GESTIONE
DELLE SALE BINGO
Tutto ruota intorno a due società,
che rappresentano altrettanti rami
dell’attività economica dei Pds poi
diventati Ds: la Beta Immobiliare,
che si occupa appunto degli interessi
immobiliari (le visure sono state
pubblicate anche sul sito www.genovaweb.org della Casa della Legalità);
la Alfa Finanziaria, che è proprio la
protagonista della nostra storia. La
Alfa, che ha sede a Roma in via Palermo 37, è in stato di scioglimento e
liquidazione dal 2003, anche se risulta dalle visure ancora esistente. I
soci della Alfa sono ben 72, tutti o
quasi impegnati per pochi spiccioli,
come il signor E. G. che ha versato 2
(due!) euro oppure il signor V. P. che
ha rischiato la bellezza di tre euro.
Ma la grande maggioranza dei proprietari sono proprio loro, le federazioni del partito. Sulla visura della
Camera di Commercio risultano
come voci: Democratici di sinistra,
quinditral’altrolefederazionidiAncona, Bari, Bologna, Brescia, Cesena,
Crema, Fermo, Ferrara, Forlì, Genova, La Spezia, Livorno, Mantova,
Milano, Modena, Napoli, Padova,
Parma, Elba, Pisa, Prato, Reggio
Emilia, Savona, Varese, Venezia. E
ancora alcune federazioni regionali
come quella del Molise. Le sezioni
più piccole, come quella di Turriaco,
partecipano con somme simboliche
(106 euro). Savona ci mette poco di
più (731 euro), La Spezia 945 euro,
mentre Genova sborsa 2.866.
Casinò e dai le chiavi della macchina
al portiere sei il padrone del mondo».
Se perdi?
«Pensi alla rivincita».
Se vinci?
«Pensi a giocare ancora. Alla puntata della vita».
Arriva, prima o poi?
«A me non è toccato. Ho sempre e
solo fatto debiti. Mille, duemila, tremila euro».
A chi li ha chiesti?
«All’inizio, ai genitori. Dicevo di
aver bucato o di aver smarrito il portafogli».
Usura, mai?
«Ho scoperto le finanziarie. Stanno
lì apposta».
Ci racconti una soddisfazione.
«Anno 2000, ultima giornata del
campionato spagnolo. Rivaldo che
segna quando l’arbitro ha già il fischietto in bocca. Una martingala da
favola».
Quanto ha vinto?
«C’erano le lire, 7 milioni e passa».
Cosa ne ha fatto?
«Regali. A mia moglie, ai miei figli.
Poi ho scoperto che era un tentativo
di risarcimento».
Perché un risarcimento?
«Perché per anni a casa non c’ero
mai.Sempreagiocare.Lavoroegioco.
Mangiare e gioco. Vacanze e gioco.
Andavo alla partita, sono sampdoriano, e non seguivo niente. Pensavo
ai cavalli».
Si è mai chiesto perché?
«L’ho chiesto anche a uno psicologo. Il problema è che qualsiasi cosa
accadesse io giocavo. Ero felice? Giocavo. Ero triste? Giocavo».
Poi cosa è successo?
«Mi sono venuti gli attacchi di panico».
Pastiglie? Psicoterapia?
«Tutto. Ma continuavo a fregarmi
da solo. Tutte le slot machines della
città erano mie. Se vincevo volevo
continuare a vincere, se perdevo volevo rifarmi delle perdite».
Dove giocava?
«Sotto casa. Accanto al posto di lavoro. Le macchinette adesso sono
ovunque, nei bar, in tabaccheria...».
Cosa ne pensa?
«Non le criminalizzo. Il gioco fa
parte dell’uomo. Anche mia madre si
fa la sua puntatina al lotto, però solo
quella».
Un giorno ha detto basta.
«Ha detto basta mia moglie. Mi ha
fatto capire che ero malato. Allora
sono andato dai giocatori anonimi».
Come funziona?
«Ci vediamo tutti i lunedì, dalle
19,30 alle 21,30. Parliamo. Nessuno
giudica. C’è un numero di telefono
sempre pronto, 335-15.29.838, se uno
ha bisogno di conforto».
Ne è uscito?
«Non se ne esce mai. Però impari a
convivere con la malattia. E a evitare
ricadute».
Non gioca più?
«Da cinque anni. Soffro, vorrei,
combatto con me stesso: ma non mi
frego più. Ho ripreso a volermi bene».
La stimeranno di nuovo.
«Tutti, sì. Anche se qualcuno me lo
rinfaccia ancora...».
E lei?
«Io sono quello che giocava. Però
ho trovato il coraggio e la forza di dire
basta,enessunopuòfarmilamorale».
PAOLO CRECCHI
250.000 euro)
1.733 euro, di
I padroni del gioco
ROMA. Chissà se i compagni di Ge-
nova, Savona e La Spezia lo immaginavano. Le loro federazioni sono
proprietarie di sale per il Bingo.
Hanno messo su, euro su euro, un tesoretto. Poca roba, presa singolarmente. Ma le visure camerali sembrano dimostrare che ci fu una vera e
propria “colletta”, tra le federazioni
dell’allora Pds (subito dopo il Duemila),per“scommettere”sultombolone del terzo millennio. Che, come
si sa, si è però dimostrato tutt’altro
che un successo.
La Guardia di Finanza che si occupa dell’affare slot machine e dei
Monopoli sta studiando, però, anche
un altro fenomeno: il coinvolgimento economico dei partiti nei giochi e nel Bingo. Del centrodestra, e in
particolare di An, si è già detto nelle
primepuntatedellanostrainchiesta:
il legale rappresentante di una delle
maggiori società concessionarie di
slot machine (la Atlantis) in Italia è
AmedeoLaboccetta,rappresentante
di An a Napoli e amico di Gianfranco
Fini. Labocetta è anche presidente
del cda di Poste Assicura (società del
gruppo Poste Italiane, di proprietà
del ministero dell’Economia).
Ma più va avanti, più il lavoro degli
uomini della Finanza rivela legami
tra il mondo dei giochi e quello dei
partiti. Ad esempio proprio dei Ds
(allora Pds), delle loro federazioni di
tutta Italia, ma soprattutto dell’Emilia Romagna. E’ un complesso gioco
discatolecinesichedallefederazioni
arrivafinoallesocietàchegestiscono
i Bingo. Nulla di illegale, per quanto è
emerso finora. Ma la polemica è riesplosa con l’ultima Finanziaria, che
darà la possibilità di installare, nelle
sale Bingo, anche le slot. Decisione,
questa, che potrà portare ulteriori
introitiallecassedelloStatomacheè
stata avversata, in maniera bipartisan, da diversi parlamentari, convinti che questa decisione «favorirà
la nascita di veri e propri casinò sotto
casa». E altrettanto convinti che non
si può transigere su ogni valutazione
morale in favore degli asfittici forzieri del ministero.
98.800 euro), proprietà di 35
Ma il gioco non è ancora finito.
Entra qui in ballo la Pielleffe (anche
questa in stato di scioglimento e liquidazione) di cui Alfa detiene una
quota di 98.800 euro. Anche qui la
proprietà è distribuita tra un grande
numero di soci, in tutto 35, molti con
quote di pochi euro. Ancora si tratta
in prevalenza di federazioni dell’alloraPds.TralealtreeccoGenovacon
2.600 euro, La Spezia con 1.733,16
euro, Alessandria (1.703,16).
L’oggetto sociale di Pielleffe è, tra
l’altro, «l’attività di concessionaria di
pubblicità, agenzia di pubblicità, organizzazione di fiere, mostre e meeting ed editor». Ma, ancora una volta,
è leggendo le partecipazioni che
emergeilcomplessogiocoaincastro.
Infatti Pielleffe detiene una consistente quota proprio di Ludotech (in
tutto circa 250 mila euro).
Quindi la filiera sembrerebbe
completa: le federazioni ex-pidiessine sono proprietarie di quote della
Alfa che a sua volta è tra i proprietari
di Ludotech che è tra i soci del Bingo
One. Non solo, l’incastro può essere
studiato anche da un altro lato: Alfa
(di proprietà prevalentemente del
partito) è anche tra i proprietari di
Pielleffe(icuisocisonoancheinquesto caso soprattutto le federazioni)
che detiene una quota di Ludotech.
Quindi del bingo. Ma chissà se gli
iscritti e gli elettori questo lo sapevano.
UNA LOTTERIA
PER LA SOLIDARIETÀ
••• ROMA. Giocare, tentare la
fortuna e fare del bene: è
quello che consente la Lotteria Nazionale «FIABA per una
Vita Solidale». Si tratta del
primo concorso a premi italiano il cui ricavato sarà destinato alla realizzazione di progetti solidali: un’ occasione
che giunge proprio nell’anno
celebrato all’Unione Europea
per le Pari Opportunità. Se i
fini sono solidaristici, la Lotteria FIABA (la cui estrazione è
stabilita al 21 giugno prossimo) ha però tutte le caratteristiche delle altre lotterie nazionali: assegnerà un premio
da 500 mila euro e ai biglietti
(costo di 5 euro) è allegato
anche il tagliando “Tenta la
fortuna”, un Gratta e Vinci che
consente vincite fino a 10 mila
euro. «Ci sono ancora due
settimane - rilevano gli organizzatori del progetto - per
testimoniare la propria solidarietà e per dare un piccolo
contributo affinché si possano
creare migliori condizioni di
vita per tutti».
>> SCOMMESSE
MILAN CAMPIONE
SOCIETÀ VA IN CRISI
••• LONDRA. La società di
scommesse online Sportingbet ha annunciato che il successo del Milan in Champions
League, il mese scorso, ha colpito duramente i suoi profitti
e che è ancora in colloqui con
la società austriaca omologa
Bwin Sportingbet, che lo
scorso anno ha dovuto ammortizzare una perdita di
398,6 milioni di dollari. Il bookmaker austriaco online Bwin
aveva annunciato in marzo di
essere in trattativa per l’acquisizione di Sportingbet.
Colloqui che sono ancora in
corso, ha detto l’amministratore delegato Andrew McIver,
ma preoccupazioni legali su
possibili iniziative delle autorità giudiziarie Usa hanno
fatto slittare ogni decisione.
La vittoria del Milan per 2-1 sul
Liverpool nella finale di
Champions League ad Atene
ed altri risultati favorevoli agli
scommettitori in Spagna e Italia hanno ridotto i margini
dell’azienda tra il 4 e il 5%.
>> WEB
ARBITRO AGGREDITO
C’È IL GIOCO ON LINE
Un giocatore impegnato alla slot
••• COPENAGHEN. «L’imbecille del calcio». Si chiama
così il gioco on line ideato da
una società di grafica danese,
la KathArt Interactive, e ispirato all’episodio avvenuto durante Danimarca-Svezia, partita di qualificazione agli Europei 2008 sospesa sul risultato di 3-3 per un’aggressione
all’arbitro Herbert Fandel da
parte di un tifoso. Il direttore
di gara tedesco aveva da
poco espulso il danese Christian Poulsen e assegnato il rigore alla Svezia a pochi minuti
dal termine. Nel gioco, il protagonista è proprio l’arbitro
Fandel che deve evitare la
doppia aggressione, del tifoso e del giocatore, scappando e lanciando cartellini
rossi. Quando l’arbitro è raggiunto da uno dei due aggressori, il gioco termina con il risultato di 0-3, lo stesso che
venerdì dovrebbe essere inflitto alla Danimarca dall’Uefa.
l'inchiesta
VENERDÌ
8 GIUGNO
2007
5
IL DOSSIER SULLE SLOT MACHINE
Bingo con l’immobiliarista rosso
>> CONSORTE
Casale, amico di Consorte, è l’anello di congiunzione tra i Ds e le società dei giochi
dai nostri inviati
MARCO MENDUNI
FERRUCCIO SANSA
ROMA. Arcobaleno. Gli affari dei Ds
nel mondo dei giochi passano per i
sette colori dell’iride. E per alcuni
nomi chiave: il finanziere Vittorio
Casale, l’immobiliare Porta Castello,
la società concessionaria di slot machine Codere e Unipol. Un intreccio
tra il mondo degli immobiliaristi e
quello del gioco.
E’ la ricostruzione che sembra
emergere dalle visure camerali e che
trova conferma in un libro bianco al
quale sta lavorando il senatore leghista Massimo Polledri, autore di diverse interrogazioni parlamentari
sul mondo dei giochi e dei Monopoli.
La prima interrogazione, dello
scorso aprile, era sui 98 miliardi di
euro che, come ha denunciato il rapporto della commissione d’inchiesta
pubblicato dal Secolo XIX, invece di
finire nelle casse dello Stato sarebbero rimasti nelle tasche delle società concessionarie di slot machine.
La seconda, ormai pronta, segue
un filo rosso che collega il mondo
della finanza diessina e l’immobiliarista Vittorio Casale, a lungo socio
della Codere, un gruppo che ha ottenuto dai Monopoli la concessione
per gestire migliaia di slot machine
ed è citato più volte nel rapporto
della commissione d’inchiesta. Codere dovrebbe pagare ancora allo
Stato imposte per 9.401.397,11 euro.
L’ipotesi del leghista Polledri è
chiara: i giochi sarebbero diventati il
nuovo modo usato dai partiti per finanziarsi. Niente di illegale, stando a
quanto emerso finora. Un sistema
utilizzato da entrambi gli schieramenti.
Ma torniamo ai Ds e a Vittorio Casale.
Lo snodo del rapporto tra il partito
e l’immobiliarista parmigiano sarebbe appunto la Arcobaleno, una
società immobiliare. A guardare le
visure camerali, a prima vista non
salta fuori quasi nulla. Quasi.
L’oggetto sociale è: «La società ha
per oggetto la compravendita di immobili. La società inoltre potrà svolgere altre attività connesse al fine…
nonché compiere in misura non prevalente rispetto alle operazioni sopraccitate qualsiasi operazione commerciale,industriale,mobiliareeimmobiliare, finanziaria e di credito».
Tutto o quasi, insomma.
Il capitale sociale è di cinque milioni e 500 mila euro, interamente in
mano alla società Operae Spa di Vittorio Casale.
Ma poche righe più sotto, alla voce
“società o enti che esercitano attività
di direzione e coordinamento” si
legge che il 28 luglio 2005 è stata presentata una “dichiarazione di inizio
controllo” da parte della Porta Castello spa.
Ecco l’anello prima mancante che
collega i Ds a Casale, l’uomo che ha
portato il Bingo in Italia e che ha dato
una mano a Gianni Consorte nella
tentata scalata dell’Unipol alla Bnl.
Un’operazione che dalla Borsa è fi-
La Sala Bingo di Albenga nel momento iniziale di massimo splendore, cinque anni fa
Un intreccio tra il
mondo degli
immobiliaristi e
quello del gioco
d’azzardo
emerge dalle visure
camerali
nita in procura.
Ma seguiamo un filo per volta.
L’immobiliare Porta Castello è di
proprietà della federazione provinciale del Pds, oggi Ds, di Bologna, che
detiene 435.487 azioni ordinarie per
un totale di due milioni e 247 mila
164 euro. Su un totale di due milioni
267 mila.
La Porta Castello nasce da una costola (una scissione) della Beta Immobiliare, che insieme alla Alfa Finanziaria (come spiega l’articolo
pubblicato ieri dal Secolo XIX) è il
contenitore direttamente partecipato dalle federazioni del Pds-Ds.
VittorioCasaleèsemprestatoconsiderato amico di ambienti della sinistra, in particolare della Lega delle
Cooperative e di Unipol, almeno fin-
ché quest’ultima era guidata da Consorte.
Ma l’uomo vanta amicizie trasversali e contatti negli ambienti più diversi e internazionali. Per esempio
con multinazionali “ingombranti”
come l’americana Carlyle e con i servizi segreti. Sia tricolori, sia a stelle e
strisce.
L’imprenditore di Parma è, però,
soprattutto il proprietario della Operae spa, con la quale in passato ha costruito di tutto: tra l’altro molte caserme in tutta Italia, di cui si dice
conservi le foto in formato poster
nella sede della società.
Quello di Vittorio Casale è un
gruppo immobiliare con un patrimonio superiore ai 900 milioni di euro.
Un personaggio certamente non di
secondo piano nel panorama economico italiano, eppure, fino a due anni
fa, il suo nome era rimasto abbastanza al di fuori delle cronache.
Poi ecco arrivare lo scandalo Antonveneta. E anche Casale compare
nelle intercettazioni con Giovanni
Consorte.
Sono le 9,43 del 6 luglio 2005
quando Consorte parla al telefono
con Carlo Cimbri, direttore generale
di Unipol. Discute dei possibili candidati a un 2 per cento di Bnl e tra
questi un non meglio specificato
«Palacio del fondo Patron».
L’allora numero uno di Unipol
La conferma in un
libro bianco al
quale sta lavorando
il senatore leghista
Massimo Polledri,
autore di diverse
interrogazioni
dice: «Carlo chiama Vittorio Casale,
lui adesso ti dà il nominativo e il numero di telefono di questo Palacio...
no? Del fondo “Patron” che ieri si
sono dichiarati disponibili a prendere un 2 per cento, e poi ti dà... dovrebbe essere Mitrovic credo... il
nome dell´amministratore delegato
della Royal Bank of Scotland».
Telefonate, ripetute. Casale consiglia a Consorte le linee da seguire per
raccogliere investitori per arrivare al
51 per cento di Bnl, dai magnati
dell’acciaioaiproduttoridipreservativi.
Insomma, Casale è consigliere fidato di Consorte. Non solo: attraverso la sua holding Operae (con un
core business negli immobili e clienti
come il ministero delle Finanze) ha
LE TELEFONATE SVINCOLATE DAL SEGRETO
Intercettazioni, Mastella “marca” i magistrati
Il ministro della Giustizia
chiede spiegazioni al gip
Forleo. “Dossier Brasile”,
Berlusconi esprime
solidarietà a D’Alema
ROMA. Sarà, come sostiene il presidente della Camera Fausto Bertinotti, che il Palazzo non ha paura ma
chiede chiarimenti per applicare la
legge e «prevenire un danno». Ma è
un dato che, dopo i presidenti delle
Camere, anche il Guardasigilli, Clemente Mastella vuole dal tribunale
di Milano lumi sugli atti del gip, ClementinaForleo.Echel'ariachesirespira in Transatlantico, e non solo in
ambienti della maggioranza, è di fibrillazioneeattesaperlarispostadel
presidente, Livia Pomodoro. Prima
di lunedì? «Risponderò quando avrò
le informazioni richieste» taglia
cortoinseratailmagistrato.Nelfrattempo, la diffusione delle trascrizioni delle telefonate, in cui compaiono sei parlamentari, pende come
una spada di Damocle sulla politica.
E ricrea una saldatura tra maggioranza e opposizione, inedita in una
stagione di scontro frontale che preoccupa il capo dello Stato, Giorgio
Napolitano, che ieri ha auspicato
«uno spirito di riconciliazione nazionale». Una riconciliazione che in
qualche modo sembra già iniziata
dopo il “dossier dei veleni”, com’è
stato ribattezzato, pubblicato dalla
“Stampa” sui presunti conti off
shore del ministro degli Esteri, Massimo D’Alema.
Al vicepremier ieri è arrivata
anche la solidarietà dell’ex premier,
Silvio Berlusconi: «A Massimo
D’Alema faccio tanti auguri che questa cosa possa finire come immagino
debba finire: nel nulla. Io ho una
certa esperienza in questo genere di
veleni. Noi siamo assolutamente
contrari agli attacchi personali, soprattutto contro i protagonisti della
politica - ha proseguito - ma in generale contro chiunque. Siamo soprattutto ostili ai veleni e a tutto ciò che
secondo noi può inquinare l’ordinato svolgimento della dialettica politica». A chi gli ha chiesto se non notasse una somiglianza con il suo caso
personale, il Cavaliere ha risposto:
«Io ho una certa esperienza in veleni
Il ministro degli Esteri D’Alema
e quindi credete, come si dice, a chi
ha fatto l’esperimento».
D’Alema, in un’intervista al Tg1
delle 20, ieri sera ha detto: «La notizia non esiste. Già da due anni e
mezzo su un sito internet scandalistico brasiliano sono riportate queste voci calunniose e persino ridicole. Quello che colpisce è che un
giornale serio come “La Stampa”,
che ha quella proprietà, utilizzi questa spazzatura, la faccia diventare
una notizia e la getti nella vita poli-
tica italiana. Colpisce, ferisce e preoccupa. Ora però la questione va
chiarita. C’è il conto? Ne rispondo.
Ma se non c’è, chi ha usato questa accusa per destabilizzare deve risponderne. Questo si fa in un Paese
serio».
Un Paese alle prese con la faccenda delle intercettazioni ai politici.
Dal presidente della giunta per le
Autorizzazioni, Carlo Giovanardi
(Udc) al socialista Roberto Villetti,
dall'azzurra Chiara Moroni al segretario Ds, Piero Fassino, si appoggia
l'iniziativa dei presidenti delle Camere, sostenendo che non è difesa
della “casta” ma prerogativa parlamentare, prevista dall'articolo 68
della Costituzione, l'autorizzazione
del Parlamento in caso di intercettazioni che vedono coinvolti parlamentari. È responsabilità, invece,
solo politica il fatto che il disegno di
legge sulle intercettazioni sia fermo
in commissione al Senato. «È singolare che non vada avanti per beghe
interne all'Unione, tenuto conto che
basta una seduta» mastica amaro
Mastella.
compiuto affari sull’asse Brescia-Bologna, Gnutti-Consorte.
Casale ha fatto trading su Unipol.
Due anni fa, il colosso del mondo cooperativo cedette i suoi immobili
non strumentali a una società partecipata dal fondo Glenbrook, rappresentato dall’avvocato Alvaro Pascotto, e da Operae. Unipol realizzò
una consistente plusvalenza, ma
pochi mesi dopo Pascotto e Casale
hanno rivenduto a Pirelli Re e MorganStanleyottenendo,sidice,40milioni di guadagno. Un’operazione oggetto di indagini giudiziarie.
E poi… poi c’è appunto il gioco.
Tutto comincia nel 2000, quando
Casale si mette in società con l’ex “re
dei registratori di cassa”, quel Leonardo Ceoldo già proprietario della
Sweda.
Insieme, i due si alleano con il
gruppo spagnolo Codere (in mano ai
fratelli Joaquin e Jesus Franco) per
portare in Italia il gioco del Bingo.
Un’iniziativa voluta, tra gli altri,
dall’allora presidente del Consiglio,
Massimo D’Alema.
La Codere è un gigante del Bingo e
del gioco d’azzardo legale che nel
2006 ha fatturato 761 milioni.
E qui, come accusa Polledri, s’innesta la vicenda di un prestito «che
Unipol Merchant, Bnl e Meliorbanca
avrebbero concesso alla Codere Italia; in particolare – sostiene Poliedri
– Unipol nel 2004 avrebbe concesso
un prestito di quattro milioni e
mezzo di euro, mentre Bnl, tra il
2004 e il 2005, avrebbe offerto due
milioni e Meliorbanca uno. Il debito
sarebbe stato ripianato dalla Codere
internazionale» sostiene Polledri.
Niente d’illegale, ma l’ulteriore
prova di un legame di fiducia.
Intanto Vittorio Casale, nel 2005,
lascia la Codere. Perché?
Le previsioni della vigilia, per lo
sbarco del tombolone elettronico in
Italia, erano ottimistiche. In realtà
l’affare ha fatto flop.
Tanto che, per risollevare i conti
dello Stato (e anche, indirettamente,
le sorti delle sale) l’ultima finanziaria
ha dato il via libera all’installazione
delle slot machine - inevitabile richiamo di pubblico - nei Bingo.
La Codere ha dovuto bruscamente
ridimensionare i suoi piani di conquista.
I conti sono presto andati in affannoelostessocollegiosindacaleha
mosso pesanti appunti su un’altra
operazione:l’acquistodiunapartecipazione per sette milioni di Opergiochi. Nel dicembre 2004, furono società legate allo stesso gruppo iberico, a Casale e al suo socio Leonardo
Ceoldo, a vendere Opergiochi a Codere Italia. I sindaci strigliano l’operazione. Casale, qualche mese dopo,
lascia il cda.
PerilsenatorePolledri,però,cen’è
abbastanza per disegnare un intreccio che, secondo il parlamentare leghista, «evidenzia ancora una volta i
contatti tra i partiti e le società che
hanno ottenuto concessioni dai Monopoli». E che compaiono nel rapporto della commissione d’inchiesta,
pubblicato dal Secolo XIX.
••• Ex numero uno di Unipol,
Giovanni Consorte nel 2005
tentò la scalata alla Bnl contando
sui ”furbetti del quartierino”.
L’operazione approdò in procura
e Consorte attende il processo.
Nell’inchiesta, intercettazioni di
telefonate con Fassino e D’Alema
>> GRANDI
••• Sottosegretario all’Economia, 63 anni, bolognese, Alfiero
Grandi s’è occupato dei Monopoli. Oggi presiede la Commissione d’inchiesta che ha prodotto
la clamorosa relazione pubblicata dal Secolo XIX: lo Stato
avrebbe perso 98 miliardi di euro
>> POLLEDRI
••• Senatore della Lega, Massimo Polledri in aprile ha presentato un’interrogazione sui 98 miliardi di euro persi dallo Stato.
Sta anche preparando un libro
bianco: «Unipol merchant e altre
banche avrebbero prestato 5 milioni di euro al gruppo Codere»
>> INCHIESTA «TOGHE LUCANE»
PERQUISIZIONI NEGLI UFFICI DI BUBBICO (DS)
ALLA VIGILIA DEL BALLOTTAGGIO DI MATERA
••• POTENZA. Una serie di perquisizioni sono state effettuate ieri in
Basilicata negli uffici e nelle abitazioni di politici, magistrati e membri delle forze dell’ordine. In particolare sono stati perquisiti gli uffici
e il domicilio di Filippo Bubbico
(Ds), ex presidente della Regione e
attuale sottosegretario allo Sviluppo economico; Vincenzo Tufano, procuratore generale di Potenza; Luisa Fasano, dirigente
della squadra mobile di Potenza e
Giuseppe Labriola, presidente
dell’Ordine degli avvocati di Matera. A effettuare le perquisizioni
sono stati gli uomini della Guardia
di Finanza coordinati dal pm della
procura di Catanzaro Luigi De Magistris, che ieri si è recato personalmente a Potenza. Il pm calabrese è titolare dell’inchiesta
aperta alcuni mesi fa e denominata
«Toghe lucane», che coinvolge
imprenditori, politici, amministratori locali, magistrati e professionisti lucani accusati, a vario titolo e
per vicende non sempre collegate
tra di loro, di «far parte di un vero
e proprio centro di affari occulto
che tutela interessi personali e di
un ristretto gruppo». Il sottosegretario Bubbico è indagato per associazione per delinquere e truffa
aggravata per il conseguimento di
erogazioni pubbliche. I fatti contestati risalirebbero all’epoca in cui
Bubbico era presidente della Regione Basilicata, nella scorsa legislatura. Il sottosegretario ha ribadito ieri in una nota la sua «estraneità agli addebiti mossi», aggiungendo che chiederà «di essere
sentito dai giudici per fornire ogni
utile chiarimento». Bubbico è
stato difeso anche dal leader dei
Ds Piero Fassino, che in un comunicato si augura che «la magistratura operi celermente accertando
quello di cui noi siamo già oggi assolutamente sicuri: la totale estraneità di Filippo Bubbico a qualsiasi
illecito». Fassino solleva anche
perplessità sul fatto che le perquisizioni, «dall’evidente impatto
pubblico e mediatico», siano state
effettuate alla vigilia del ballottaggio del prossimo fine settimana
che vedrà impegnata Matera.