HTML, Java Script e...tanta esperienza

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HTML, Java Script e...tanta esperienza
HTML, Java Script e...tanta esperienza
HTML, Java Script e...tanta esperienza
corso di linguaggi e tecnologie multimediali
1998/2000
Tesi di
PIERFAUSTO MARTINA
HTML, JAVA SCRIPT E…TANTA
ESPERIENZA
Azienda ospitante per lo stage:
LINFA
HTML, Java Script e...tanta esperienza
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L’azienda che mi ha ospitato per lo stage si chiama Linfa e si occupa di produzioni
multimediali.
Il termine estremamente generico, ma comunque, il solo che può riassumere globalmente la
sua essenza; non a caso i suoi soci fondatori hanno tutti frequentato il precedente Corso
Media.
Attualmente Linfa è composta di una decina di persone di cui cinque sono soci, tre
collaboratori e tre stagisti.
Il Core Businnes di Linfa è incentrato sulle applicazioni della tecnologia “Streaming” di “Real
Player” per lo sviluppo di teche multimediali studiate per sistemi di formazione a distanza. Altro
settore di produzione per Linfa è quello riguardante il multimediale Off-Line.
Il primo lavoro: Logo 2000.
Il mio stage in Linfa è iniziato con un periodo di affiancamento che mi ha consentito di
prendere confidenza con il primo lavoro che ho portato avanti. Obiettivo di questo incarico era
quello di mantenere i contatti con il cliente prendere il materiale, lavorarlo ed infine consegnare
per il giorno concordato. Il committente, Logo 2000, necessitava dell’inserimento di contenuti
all’interno di una struttura di navigazione per il web che viene utilizzata per realizzare piccoli
corsi on line. Questa struttura è totalmente realizzata in Java Script ed è stata concepita per
essere riadattata a varie tipologie di corso. Per inserire i contenuti, dunque, non si è trattato di
un semplice lavoro di impaginazione, ma anche di adeguamento del codice J.S. in maniera
che la struttura rispondesse alle esigenze concettuali del corso.
Acquisito il know how necessario nei giorni di affiancamento, per poi proseguire il lavoro da
solo, ho preso i contatti con la responsabile dei progetti di Logo 2000. Così ho iniziato a
gestire la commessa in maniera autonoma, avendo la responsabilità dell’intero progetto, e
come unico punto di riferimento la committenza.
Ho strutturato il mio lavoro creando per prima cosa dei templates che ho utilizzato per
impaginare; di seguito ho dato la priorità alla risoluzione di problemi di programmazione così
da rendere navigabile il sito per poi passare alle correzioni di formattazione del testo e di
ripristino di alcune immagini. Man mano che il lavoro è andato avanti ho inviato le pagine
aggiornate e mentre proseguivo mi sono organizzato per portare avanti anche le correzioni.
Certamente ciò che ha complicato il mio lavoro è stata la mancanza di esperienza nel trattare
col committente, la difficoltà nell’interpretare i suoi desiderata; questo ha comportato spesso
perdite di tempo e l’insoddisfazione dello stesso. Incomprensioni sovente dovute alla
mancanza di documenti in cui fossero descritte le specifiche per la trattazione delle varie parti
del sito non solo per la formattazione di testi e tabelle, ma anche per alcuni script con
particolari funzioni per i quali spesso ho dovuto perdere parecchio tempo per renderli
funzionanti e, naturalmente, tutto ciò mal si concilia con tempi di consegna molto brevi.
L’esperienza .
Per la prima volta mi sono trovato ad avere la responsabilità totale di una commessa; questo,
come ogni cosa, ha avuto dei risvolti più o meno positivi a seconda del punto di vista.
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Lavorare in condizione di stress molto elevato non è facile soprattutto perché si rischia di fare
errori grossolani, poi il relazionarmi direttamente con il committente senza intermediari mi ha
messo in crisi ed ho pagato carissimo lo scotto di non aver avuto mai esperienze del genere
per es.: saper dire di no, interpretare correttamente quello che ha in mente, capire se si trova
in difficoltà o meno in determinate situazioni. Tutto ciò quindi non ha reso facile il mio lavoro e
spiega la parziale insoddisfazione del cliente. Se da un lato tutto ciò, in un primo momento ,
può sembrare piuttosto sgradevole e di poco successo, dall’altro questa esperienza mi ha dato
la possibilità di sperimentare nuovi tipi di comportamento e mi ha fatto crescere acquisendo
nuova flessibilità e capacità di adattamento alle situazioni.
IL secondo lavoro: Adnkronos
L’obiettivo era quello di realizzare una sezione del sito http://www.museionline.it/ che trattasse
nello specifico dei musei di Marche e Abruzzo riguardanti i Piceni. In pratica un itinerario
archeologico dal quale poter attingere informazioni sui contenuti dei vari musei, i servizi da loro
offerti, orari e prezzi.
Anche questa volta la commessa è stata affidata interamente a me. Preso il lavoro, ho
analizzato le esigenze del committente e seguendo le specifiche fornitemi ho creato per prima
cosa un layout grafico fatto in base allo stile del sito, poi la struttura di navigazione. Infine ho
adattato i contenuti fornitemi alle strutture create. Il lavoro è stato consegnato funzionante
compreso di correzioni e altri aggiornamenti per il giorno concordato.
L’esperienza.
Di sicuro si è trattato di un lavoro molto meno difficile rispetto al precedente in virtù del fatto
che, erano stati stabiliti in precedenza gli standard da seguire e che ho potuto usufruire di
maggiore spazio creativo; con questi presupposti il lavoro è andato a buon fine lasciando
soddisfatto il committente.
Durante gli ultimi giorni di stage mi sono dedicato alla creazione della sezione Portfolio del sito
di Linfa curando struttura, grafiche e contenuti in modo che rispondessero alle esigenze
dell’azienda.
Gli strumenti utilizzati.
Per realizzare i miei lavori ho sempre usato Personal Computer con Windows NT.
Programmi utilizzati per la grafica : Adobe Photoshop e Illustrator.
Programmi utilizzati per il web: Macromedia Dreamweaver…insostituibile.
Editor utilizzati : Allaire Home Site indispensabile per una lettura chiara e una scrittura corretta
del codice.
|| PASSAGGIO DI ESPERIENZA ||
osservazioni su gli affiancamenti e la trasmissione di Know How
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Mi è capitato, durante lo stage, di affiancare e di essere affiancato da altri collaboratori ciò mi
ha fatto riflettere su quanto il passaggio di Know How all’interno di un’azienda sia un punto
nevralgico e di fondamentale importanza per la buona riuscita dei lavori che si affrontano ed
un valido supporto per creare affiatamento fra chi lavora. Dare il giusto Know How consente
inoltre anche di risparmiare tempo, errori e figuracce.
Rifacendomi alla mia esperienza ho tracciato le linee base di come strutturare il: ”Passaggio
del Know how”.
Bisogna tenere presente che le persone che stanno per ricevere il passaggio di Know How
hanno già delle competenze e, che quello che stanno per fare non è un corso di formazione,
ma si tratta di trasmettere informazioni specifiche relative ad un prodotto o sulle modalità di
lavoro da utilizzare.
La mia idea è quella di suddividere il Passaggio di Esperienza in due parti principali: una prima
parte immediata, lo “start up”, e una successiva a questa che ha luogo a lavoro iniziato, “work
in progress”.
Nella fase di start up si distinguono 5 punti fondamentali:
1. presentazione del prodotto: in questa fase si descrive il prodotto sul quale si lavorerà,
le particolarità, la struttura in generale;
2. strutturare la comunicazione: stabilire un protocollo, un codice con il quale
comunicare in modo da evitare incomprensioni, facilitare l’intesa, accelerare i tempi di
acquisizione delle informazioni, per capirsi subito e senza lasciare dubbi e ambiguità
evitando così errori grossolani;
3. cose da fare: è il momento di iniziare ad entrare nei dettagli spiegando il lavoro che
bisognerà effettuare descrivendone i particolari tecnici, le problematiche connesse
4. le modalità: creare (se non esiste già) un documento sul quale vengano descritte le
specifiche del lavoro, capire quanta libertà di inventiva ci è concessa, conoscere le
direttive del cliente e se ci sono particolari regole da rispettare.
5. organizzazione: se il lavoro è organizzato in gruppo si illustreranno gli incarichi e i ruoli
che hanno gli altri collaboratori così da fornire dei punti di riferimento a chi si sta
approcciando al nuovo lavoro. Di seguito si stabiliranno le priorità e l’ordine con cui
procedere alla lavorazione
La seconda parte si sviluppa nel tempo perché comprende la trasmissione di piccole ma
preziose informazioni che facilitano il lavoro e ne accelerino la risoluzione. Nel work in
progress ci si concentra, più che a dare delle informazioni relative al prodotto, nella
trasmissione della esperienza personale tecnica di chi si è già confrontato con problemi,
situazioni ed ha già trovato soluzioni e le può fornire ai nuovi arrivati.
Naturalmente il periodo di work in progress ha una durata indeterminata nel tempo ma mira
a rendere sempre più indipendente chi ha iniziato a prendere le redini del lavoro e, per fare
ciò, si avvale, oltre che dell’esperienza altrui, anche di alcuni strumenti.
In primo luogo potrà essere molto utile informare di particolari funzioni di un determinato
programma, per esempio come automatizzare una serie di operazioni in Photoshop oppure
trucchi e scorciatoie che facciano risparmiare tempo e fatica.
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Riferire periodicamente dell’andamento del lavoro in modo da esporre i propri problemi, se
e come sono stati risolti così da individuare tempestivamente gli errori e limitarne le
conseguenze.
Gli strumenti.
Le nuove tecnologie ci mettono a disposizione strumenti che se sfruttati saggiamente ci
consentono di operare meglio sfruttando al massimo le nostre possibilità.
È molto importante avere a disposizione una rubrica sulla quale è possibile trovare indirizzi e
numeri di telefono dei nostri superiori, colleghi, o i numeri diretti per chiamare i responsabili dei
progetti delle varie aziende. Una rubrica come questa trova la sua collocazione ideale nella
intranet aziendale, a portata di mano disponibili a tutti in qualsiasi momento.
Essere reperibili on line con un sistema di instant message, costituisce un valido supporto
veloce ed economico , per scambiarsi informazioni al volo e piccoli file.
Un ultimo accorgimento, ma non meno importante è quello di lasciare tracce scritte per ogni
lavoro che descrivano ad esempio il funzionamento di script, il perché si è utilizzata una
determinata procedura, come e se si sono risolti inconvenienti. Il lasciare tracce scritte
consentirà a chi si troverà tra le mani il nostro lavoro, per riutilizzarlo o modificarlo, di non
dover perdere tempo ad interpretare le nostre scelte tecniche.
CONCLUSIONI
Il modo di lavorare e gli incarichi che mi sono stati dati mi hanno fatto crescere molto sia
dal punto di vista professionale sia da quello umano; mi sono trovato spesso in condizioni
di stress che mi hanno messo a dura prova ma, nonostante tutto, sono molto contento dei
risultati ottenuti.
In una piccola società non è sempre facile lavorare spesso si è soli nello svolgere le
mansioni assegnateci: un errore, un comportamento non adeguato possono
compromettere il rapporto con il cliente, la pressione per i tempi di consegna brevissimi, la
responsabilità addossata ad una sola persona, non semplificano la cosa. Di contro tutto
ciò contribuisce a crescere molto velocemente, ad imparare ad adeguarsi alle situazioni
nuove e difficili e a rendersi sempre utili per fare qualsiasi cosa, in una società
multimediale tutti devono saper fare di tutto, la flessibilità è un elemento essenziale.
Ho molta fiducia in “Linfa” dei cui uomini ho molta stima e a cui sono legato da una forte
amicizia, ma soprattutto con loro condivido l’idea della loro Mission: portare lavoro al
Sud.sicuramente per me ci sarà un seguito in questa società e molto probabilmente
lavorerò per Linfa direttamente da Lecce.