n° 189 - prima pagina
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6 Agosto 2006 Giustizia e Libertà Anno 5 - n° 189 WWW.GIUSTIZIA-e-LIBERTA.COM Distribuzione telematica Anche la sopportazione all’idiozia ... di GL (a pagina 2.3) Hanno fatto un deserto ... di Eugenio Scalfari (a pagina 2, 3, 28) Parlamento alla deriva di Alessandro Menchinelli (a pagina 4) I giorni di Berlusconi di Furio Colombo (a pagina 4, 5) Berlusconi: Casini… di Luciano Seno (a pagina 5) Comprati e venduti di Ferdinand (a pagina 6,7) Indulto “si” / “no” (a pagina 7) Clemente da ... (a pagina 7,8) di Masaniello Gradimento del Governo da ISPO (a pagina 8) Prodi strizza l’occhio di Frida Nacincovich (a pagina 9) L’ “Allargamento”... di AA.VV. (a pagina 9 - 11) Sondaggio sull’ ... da www,repubblica.it. (a pagina 9 - 11) … manovra bis da Corriere della Sera (a pagina 11) Salva-Previti … (a pagina 12) E’ un indulto ... (a pagina 13) di Marco Travaglio Avvenimenti del MedioOriente da AA.VV. (a pagina 14 - 24) Indulto per il calcio di P. D. R. (a pagina 25, 26) Juventus in borsa di Paolo Di Roberto (a pagina 26, 27) Periodico Politico Indipendente Copia gratuita VOTO “NO” sui reati finanziari di Furio Colombo (l’Unità, 29 luglio 2006) La legge sull’indulto così come è stata concordata con l'opposizione ha diviso il Parlamento, ha scheggiato la compattezza del centrosinistra, intaccando anche il governo. Tutto ciò avveniva mentre al Senato gli avvocati di grandi ed importanti colpevo1i di reati finanziari, vestiti da senatori della Repubblica, hanno organizzato manifestazioni di stampo teppistico come, nei peggiori pub di Caracas (per citare uno spot pubblicitario). Questo loro attivismo distruttivo non poteva non richiamare la qualità particolarmente perversa dei reati finanziari, che essi hanno ripetutamente protetto o condonato nella precedente legislatura. Sono reati che ricadono a pioggia su un numero molto alto di cittadini. E negano -come fatto e come valore- la legalità di tutto il Paese. È il senso di cinque anni di governo di Berlusconi. Questa riflessione non ha niente a che fare con i comportamenti del ministro Di Pietro o con le dichiarazioni di Leoluca Orlando o con le accuse a chi ha cercato di salvare a ogni costo la legge sull'indulto pensando all'ansiosa aspettativa creata nelle carceri. le leggi-vergogna. Infatti molti di coloro che ci votano provano ripugnanza per l'infimo livello morale che i reati finanziari, o il condono di essi, mostrano e diffondono. Durante la campagna elettorale non ho mai incontrato elettori distratti o indifferenti sulla questione della legalità e moralità. È la ragione più importante per non poter accettare l'inclusione dei reati finanziari in questa legge. Perciò, “NO”. Se mai mi influenzano le opinioni competenti di senatori come Gerardo D'Ambrosio. Ho firmato con lui una proposta di legge sulla immigrazione che -se approvata- potrà liberare subito molte migliaia di detenuti. La questione grave e drammatica ha due facce: la realtà socialmente devastante del reato finanziario, da Previti a ♦ Moggi. E la bandieINDULTO ra della illegalità che tali reati, estesi, ripetuti e sempre poco puniti, fanno sventolare sulla nostra Repubblica. Perciò ha fatto bene Fassino ad annunciare subito la cancellazione del- 2 Giustizia e Libertà INTERNI 6 Agosto 2006 Anche la Hanno fatto un deserto e Sopportazione lo chiamano pace di Eugenio Scalfari (la Repubblica, 30.07.2006) all’idiozia stato il vertice ne. nei saloni della Farha un limite C'è romano sul Libano, nesina di un prestidi GL Lunedì 31 luglio scorso sul Corriere della Sera nell’articolo “Coalizione allargata. Prodi non si oppone” di Francesco Alberti abbiamo letto che Bonaiuti, portavoce di Berlusconi, ha attaccato Fassino e Rutelli: «Aprono all’opposizione al Senato, ma chiudono sulla Rai dove, dopo presidente e direttore generale, vogliono anche il Cda». Siamo stati sempre contrari a prendere le mosse da qualche frase, per iniziare a fare una polemica. Abbiamo sempre preferito prendercela con un atto politico e non con una “esternazione”. Ma tutto ha un limite! L’imbecillità, la malafede (politicamente parlando) contenuta nella parole di Bonaiuti è tale che non può rimanere senza una risposta. Innanzi tutto vorremmo dire che non ci saremmo mai aspettato simili espressioni da uno come il Bonaiuti che, pur essendo il portavoce del EX-presidente arcoriano, avevamo l’impressione che fosse un uomo dotato di una certa intelligenza, di quel tanto di autocoscienza e senso del ridicolo che gli avrebbero dovuto impedire di fare di simili affermazioni. Per dirla in breve, che scendesse al livello (ahimé) di un Bondi, non ce lo saremmo mai aspettato. Con che faccia di corno (metaforicamente parlando) ha il coraggio di accusare il centrosinistra di “chiudere” «sulla Rai dove, dopo presidente e direttore generale, vogliono anche il Cda», dopo che il suo padrone, aveva fatto quel macello che tutti ricordano: allontanamento di Biagi, Santoro, Luttazzi (ukase bulgaro) censura a Sabrina Guzzanti (Continua a pagina 3) c'è stata la richiesta dell'Onu di una tregua di 72 ore per poter attivare i convogli umanitari, c'è stato l'incontro "risolutivo" di due giorni fa tra Bush e Blair che hanno incoraggiato il Consiglio di sicurezza a studiare "immediatamente" un piano di pace per il Medio Oriente a cominciare dall'invio d'una forza militare dell'Onu che si interponga "attivamente" tra i due Stati allo scopo di disarmare Hezbollah e mantenere la pace che ne seguirà. Condoleezza Rice è rientrata a Gerusalemme per la seconda volta dopo appena cinque giorni di assenza. Massimo D'Alema è lì arriva oggi per incontrare il governo d'Israele e l'Autorità palestinese. L'altro ieri Abu Mazen, presidente della suddetta Autorità, era a Roma dove ha discusso per oltre un'ora con Prodi e poi con Napolitano. Insomma il lavoro politico e diplomatico di tutta la Comunità internazionale e soprattutto delle potenze che contano procede "freneticamente" per arrivare al più presto ad un cessate il fuoco in Libano e nella striscia di Gaza e instaurare una pace "stabile e sostenibile" in tutta la regio- * ** Nel frattempo la strage degli innocenti prosegue e non si sa se e quando avrà termine. Prosegue in tutto il Libano, prosegue nella striscia di Gaza e prosegue naturalmente a Bagdad. Per quanto riguarda la capitale irachena i morti ammazzati quotidiani sono diventati una rubrica alla quale non si fa più caso. Cinquanta, cento, centocinquanta ? C'è un titolo da qualche parte del giornale e qualche riga di notizia. Eppure quello di Bagdad è il tumore centrale, le altre sono metastasi salvo la strage tra israeliani e palestinesi che dura da almeno sessant'anni con intervalli sempre più ravvicinati. Da quattro anni è anch'essa diventata quotidiana come a Bagdad. Ci si è domandato in questi giorni se il vertice di Roma sia stato un successo oppure un fallimento. Se abbia dato il disco verde al proseguimento della strage degli innocenti in Libano o ne abbia predisposto la cessazione. Insomma se è servito a produrre qualcosa di nuovo o soltanto una breve merenda gioso gruppo di Vip internazionali, frastornati dall'anticiclone africano. Bisogna esser chiari su questioni così delicate. Distinguere fra ciò che proclamano i protagonisti interessati e ciò che realmente è avvenuto. Diciamo questo: 1. Dal punto di vista italiano il vertice è stato un reale successo. Ha visto il rientro del nostro paese tra le potenze europee che hanno un ruolo. Condoleezza Rice (ma anche Bush) hanno capito che il governo Prodi può essere un canale politico-diplomatico utilizzabile nei confronti dei palestinesi, dei siriani, del Libano e perfino di Hamas. Perfino di Teheran. Come Mubarak. Anzi meglio di Mubarak. E assai più utile di quanto non sia stata la fervida amicizia tra Bush e Berlusconi. Perfino il ritiro del contingente militare da Nassiriya è stato un fatto positivo dal punto di vista del dipartimento di Stato Usa: ha dato una preziosa credibilità al governo Prodi spendibile sul piano della diplomazia internazionale. (Continua a pagina 3) INTERNI 6 Agosto 2006 Hanno fatto un deserto e lo chiamano pace (Continua da pagina 2) 2. Dal punto di vista della tregua d'armi, il flop del vertice di Roma è stato totale. La Rice l'aveva esclusa addirittura dall'agenda di lavoro e così è stato, salvo uno scambio di battute piuttosto acceso tra lei e il rappresentante francese. Anche del tema di Gaza non si è parlato. Si spera che sia in agenda almeno nel secondo sopralluogo di "Condy" a Gerusalemme. Per la tregua d'armi il governo d'Israele ha risposto alla richiesta di sospensione dei bombardamenti per ragioni umanitarie dicendo che si tratta d'una richiesta priva di senso. Eventuali accordi tecnici per la protezione dei convogli umanitari saranno presi dai dirigenti locali della Croce rossa con i comandi dell'esercito israeliano. Punto e basta. Hezbollah dal canto suo ha dichiarato che i due soldati israeliani prigionieri saranno consegnati a una "parte terza" pronta a liberarli quando si saranno verificate le condizioni per uno scambio. Che per ora non ci sono. 3. Una situazione di stallo analoga si registra a Gaza, dove Hamas ha dichiarato che il soldato israeliano rapito da una banda "amica" di Hamas, sarà reso all'avverarsi delle con- dizioni poste dai rapitori. Di fatto sia Hezbollah che Hamas hanno rapito per essere riconosciuti come partiti contraenti. Esattamente la stessa richiesta delle Br allo Stato italiano nel 1978 ai tempi del rapimento Moro. Con una differenza sostanziale: dietro le Br non c'era nessuna potenza straniera e nessun movimento popolare apprezzabile; dietro i due rapitori di soldati israeliani ci sono invece siriani e iraniani e cospicui settori del fondamentalismo musulmano, sciiti, sunniti, wahabiti, unificati dal comune nemico americano. Il vertice di Roma tanto per dire- avrebbe dovuto tenersi al Cairo o a Sharm el Sheik ma Mubarak ha declinato l'offerta per non sollevare l'odio anti-Usa e antiOccidente della opinione pubblica egiziana. Così, di rimpallo, siamo arrivati al vertice di Roma. *** Intanto, come abbiamo già ricordato, la strage degli innocenti procede. Siamo tornati alla brutalità dell'Iliade, anzi ancora più indietro: dopo le battaglie tra Achei e Troiani, i messaggeri dei due eserciti stipulavano una tregua per seppellire i morti con i dovuti onori e recuperare i feriti. Ma qui nemmeno questo accade. L'altro ieri, secondo i calcoli della Croce rossa e del governo di Beirut, i civili morti sotto le bombe e le cannonate israeliane erano arrivati a seicento. Mentre scriviamo saranno certamente aumentati. I feriti sono migliaia. La distruzione di infrastrutture civili e industriali (oltre che di edifici di abitazione) è in corso in tutto il Libano dal sud al nord. Così pure prosegue il lancio dei razzi "Katyusha" sui villaggi israeliani della Galilea fino a Nazareth e a Tiberiade, su Haifa e oltre, mentre Tiro e Sidone sono stati ridotti a silenziosi cimiteri dalle bombe di Israele. I "Katyusha" lanciati da Hezbollah in 17 giorni di guerra sono stati 1500, le perdite civili israeliane sono una ventina o poco più, ma non è questione ovviamente di contabilità tra morti ammazzati da una parte e dall'altra. La reazione israeliana è stata sproporzionata ? Chi stabilisce la proporzione ? Paragonando i numeri delle vittime la sproporzione sarebbe evidente, ma il criterio non può che essere soggettivo. Per i palestinesi e per Hezbollah l'aggressore è Israele; per Israele gli aggressori sono loro. Ho già scritto domenica scorsa che la disputa sull'aggressore ci riporterebbe (Continua a pagina 28) Giustizia e Libertà 3 Anche la sopportazione all’idiozia ha un limite (Continua da pagina 2) (RaiOT), allontanamento di Paolo Rossi (voleva recitare un brano dell’antica Grecia) solo per fare qualche nome dei tanti a cui è stato impedito l’accesso in TV (senza voler passare sotto silenzio tutti gli altri); vogliamo dimenticare il Cda e il DG erano totalmente soggetti alle sue particolari idee politiche ? e l’allontanamento di Lucia Annunziata ? la spartizione delle Poltrone dirigenziali in Rai che non trova riscontro neppure nei più oscuri anni di regime DC ? il passaggio di RAI DUE a Milano con direzioni vicine alla Lega ? che il direttore di RAI UNO si chiama Mimum, nome non certo lontano dal cuore del Cav ? le sue comparsate nel “salotto politico italiano” (Porta a Porta) diretto e condotto da colui che per la maggior parte degli italiani era il suo “servo sciocco” (relata refero, sempre politicamente parlando) cui è stato concesso un contratto principesco e oltretutto a sforarlo permettendogli di condurre 136 puntate invece delle 100 previste contrattualmente (tutte pagate extra) ? o ancora i programmi di “traino” affidati ad a giornalisti (amici/dipendenti) come, ad esempio, al cosiddetto “Betulla” (alias Renato Farina) che ci ha afflitto per mesi e mesi nelle ore di massimo ascolto (il “Betulla”proveniva da “Il Giornale” che più che un quotidiano è un “house-organ” del Cav ?); che alla vigilia del suo tracollo politico ha ben sistemato giornalisti più che amici come corrispondenti in sedi importanti ?; e per finire la nomina illegale di un DG nella persona di Meocci ex membro dell’Autority sulle telecomunicazioni, per cui ora la RAI dovrà sborsare milioni e milioni di euro di multa ? Non ricorda tutto ciò il nostro Bonaiuti ? E’ solamente distratto o è di corta memoria ? O vuole -ahimé- mettersi al livello del Bondi nazionale ? Glielo sconsiglieremmo. Per il suo bene. GL 4 INTERNI Giustizia e Libertà 6 Agosto 2006 Parlamento alla deriva di Alessandro Menchinelli proprio, prima di tutto, allo sfascio del Parlamento, essendo questo il baluardo principale dell’intero impianto costituzionale, così come ispirato dalla Resistenza. Berlusconi è alla testa del ribaltone della verità. Con la più grande faccia tosta di questo mondo lui e i suoi scudieri sostengono in questi giorni che il governo Prodi, con l’imposizione del voto di fiducia, vuole impedire al Parlamento lo svolgimento della sua autonoma e libera funzione. Tutto ciò come non ci fosse stato il recente tentativo di Berlusconi di imporre la così detta “devolution” L’attacco condotto dalla destra berlusconiana contro la Costituzione democratica attraverso la “devolution” puntava Berlusconi tenta oggi di ribaltare la frittata, dando la colpa agli altri, non perché si sarebbe pentito dopo la bocciatura della sua “devolution”, ma semplicemente nel tentativo di ottenere per altra via quello che si riprometteva prima, e cioè proprio il declassamento del Parlamento. Mentre infatti fa strillare contro l’uso dei voti di fiducia, che impedirebbero all’opposizione, o parte di essa, di convergere su soluzioni concordate in sede parlamentare con la maggioranza, o gran parte di essa, contemporaneamente avverte che in tutti i casi, anche nelle soluzioni eventualmente concordate, il governo deve dimostrare di disporre di una maggioranza autosufficiente, senza della quale avrebbe l’obbligo comunque di dimettersi. Cioè il Governo dovrebbe aprirsi al dialogo con l’opposizione, evitando la blindatura delle sue proposte e il richiamo permanente alla fiducia dei suoi sostenitori, ma dovrebbe ottenere ugualmente da tutti i suoi sostenitori un compatto voto di consenso, analogo alla fiducia, su quanto concordato con l’opposizione o una parte di essa. E’ mai possibile che possa essere accettata una pretesa che obbligherebbe il Governo ad ottenere sempre un voto corrispondente alla fiducia, senza però formale sua espressione, ma con tutte le conseguenze previste dalla Costituzione per il caso di sua assenza ? Perché non conterebbe a sostegno del Governo un largo consenso parlamentare su una proposta concordata nel dialogo con l’opposizione ? Perché mancherebbe, si risponde, il consenso totale di tutta la maggioranza che ha espresso la fiducia al Governo. Ma se questa dovesse essere la risposta come si fa a protestare che non si vogliono voti di fiducia ? Il Governo sarebbe obbligato sempre a chiedere voti di fiducia. In verità Berlusconi non vuole alcun dialogo esercitato nella libertà e nei poteri del Parlamento, vuole semplicemente stringere in una morsa diabolica il governo in carica per farlo cadere e riprendere poi il suo progetto di riforma costituzionale, tutto fondato sul contrario di quello che sostiene oggi, e cioè proprio sulla mortificazione del Parlamento a favore dei poteri supremi del Governo. Il suo giuoco è troppo scoperto e non incanta, anche se è vero che a volte purtroppo qualcuno ci casca anche a sinistra, quando per esempio per paura del dialogo, si chiedono blindature in linea di principio, fuori dal Parlamento. Alessandro Menchinelli I giorni di Berlusconi di Furio Colombo (L’Unità, 4.08.2006) .Ecco il passaggio [di Adriano Sofri] a cui mi riferisco: «Rispetto al regime, così come specificamente lo si evocava - come si chiama regime il ventennio fascista - il centrodestra era contemporaneamente meno e più». «Più, quanto alla morbida capacità di modellare ed emulare uno spirito pubblico incattivito, inebetito e furbo. Più, quanto alla più volgare selezione alla rovescia di una classe pubblica e di go- verno. Meno, infinitamente meno, quanto all'esercizio di un potere persecutorio. Non occorreva coraggio per opporsi al centrodestra, non pendevano la galera o l'esilio o le bastonate sui dissidenti. Si poteva, ed era una vergogna, esser cacciati dal proprio posto alla Rai, e replicare canticchiando "Bella ciao": ma non per salire in montagna, o per sbarcare a Ustica o Ventotene». Poiché è stato l´Unità il primo e il solo giornale a parlare di regime come definizione del governo Berlusconi, credo di essere chiamato in causa (insieme a Padellaro ero allora il direttore, e né lui né io ci siamo mai pentiti del nostro lavoro) e di avere un dovere di chiarimento e di risposta. La breve rievocazione di Sofri salta un punto molto importante, il più importante nella esperienza italiana di Berlusconi: il conflitto di interessi. Una presenza pesante, autorevole e quasi totale nel mondo dei media ha fatto di Berlusconi un protagonista privilegiato sulla scena mondiale delle comunicazioni. L´attivismo d´affari e le partecipazioni rilevanti in molti altri rami cruciali dell´attività economica di un Paese con una ristretta classe dirigente -banche, assicurazioni, editoria, finanza- ha posto Berlusconi in condizioni di trovarsi a un crocevia di conve nienti incursioni, notate e non notate, pubbliche e (Continua a pagina 5) INTERNI 6 Agosto 2006 Giustizia e Libertà 5 I giorni di Berlusconi (Continua da pagina 4) segrete, tutte utili sia al potere che al beneficio (clamoroso, come si ricorderà) delle sue aziende. L´esercizio del potere politico, in una situazione giuridica che assegna al capo dell´esecutivo assensi, veti, permessi, licenze, e anche influenza di umori su molti settori, essenziali della vita di un Paese, ha creato un privilegio raro, forse unico: un potere pubblico-privato (o una pe sante sovrapposizione del privato sul pubblico) senza uguali. Per fare un esempio, sotto Berlusconi un giornalista poteva perdere il lavoro all´istante ma non trovarne un altro. Trovo strano che Sofri abb i a s c h e r z a t o sull´«andare in montagna o sbarcare a Ventotene». È evidente che l´immensa ricchezza personale ha messo Berlusconi in condizione di eseguire vere e proprie operazioni di acquisto del consenso, di taglio dei canali di comunicazione agli oppositori: ricordate Enzo Biagi? Ricordate le «500 accuse» a l´Unità, allo scopo di isolare questo giornale ? Ricordate la forte intimidazione di ogni tentativo di dissenso anche parziale? Ricordate il caso Ferruccio De Bortoli ? Ricordate l´ordine di blocco totale della pubblicità fatto pervenire agli inserzionisti potenziali dell´Unità mediante la frase «testata omicida», pronunciata senza obiezioni di alcuno dei presenti in due diverse e popolarissime serate televisive ? Ci sono anche fatti non pubblici però gravi e che è opportuno ricordare, come le pesanti difficoltà create in modo aperto e deliberato nella vita d´affari di alcuni azionisti della nuova Unità. In questo caso «andare in montagna» significa che chi avrebbe potuto cedere la propria partecipazione in questo giornale non lo ha fatto, chi avrebbe potuto tacere non ha taciuto, firme di primo piano abituate a ben altri compensi hanno offerto all´Unità il loro prestigio intatto per quasi niente, e nessuno dei giornalisti che hanno ridato talento e vita a questo giornale si è lasciato intimidire da scenate pubbliche (comprese le conferenze stampa in cui Berlusconi offriva, incontrastato, giudizi infamanti di uomo potente sui nostri giornalisti). Stiamo parlando di un dominio mediatico che ha cambiato e cambia ancora la faccia del Paese. Mai, prima, si erano sommati un immenso potere economico, un assoluto controllo politico (data la passiva obbedienza del Parlamento) e la proprietà di diritto o di fatto di quattro quinti dei mezzi di comunicazione di massa. L´esilio c´è stato, eccome. Consisteva non solo nell´escludere i nemici da ogni accesso professionale a tutte le televisioni (infatti anche quelle non immediatamente controllate si adeguavano) ma anche nell´impedire citazioni e riferimenti ai nomi delle persone messe al bando, e certamente dell´Unità, del suo direttore e del suo condirettore e dei suoi giornalisti. L´Unità era il vero obiettivo perché non ha mollato mai la presa sul cuore del sistema berlusconiano, il conflitto di interessi, un conflitto che viene dall´illegalità e genera illegalità. Sofri mi potrà dire che la mia è una «reazione sproporzionata». Avrebbe ragione se questa risposta (tutta questa risposta) fosse diretta a lui. Invece -come si dice nelle tavole rotonde- devo dirgli grazie per avere sollevato il problema. Ciò che Sofri ha scritto serve per dedicare questa breve rievocazione di un regime mediatico condotto in modo totalitario e senza alcuna distrazione o tolleranza, a coloro che pensano di invitare il proprietario personale di quel regime alla Festa della Margherita, come se si trattasse di una allegra serata con il noto frequentatore del "Billionaire". C´era qualcosa in più da ricordare di quei giorni. Con l´aiuto di Sofri, abbiamo potuto farlo. Furio Colombo (L’Unità, 4.08.2006) Berlusconi: "Casini? E' agosto, Alleato mio non ti conosco" di Luciano Seno (RESISTENZA/MEDITAZIONE - 4/08/2006) Il Cavaliere, in partenza per le vacanze in Sardegna replica ironicamente sulla necessità di una nuova fase politica. Ma ne parlerà con Rutelli Prima di partire per le vacanze in Sardegna, Silvio Berlusconi lancia qualche frecciatina agli alleati. "Che vuole che le dica... E' agosto. Alleato mio non ti conosco...", risponde a un cronista che gli chiede un giudizio sulle dichiarazioni del leader dell'Udc riguardo alla necessità di una nuova fase politica. Poi una battuta per il capo- «Davanti a una maggioranza in difficoltà il nostro compito non deve limitarsi ad un ostruzionismo sterile ma bisogna aprire una nuova fase della politica italiana. Ora andiamo in vacanza, riposiamoci e soprattutto pensiamo, perché credo che a settembre si aprirà una fase nuova». gruppo di Alleanza Nazionale Ignazio La Russa, che aveva espresso irritazione per l'esclusione di esponenti del suo partito dalle cene del lunedì ad Arcore: "Non c'è nessun problema, sarà senz'altro presente in futuro", afferma l'ex premier. "Riprenderemo il lavoro al meeting dove incontrerò Formigoni. Quindi il faccia a faccia con Rutelli", aggiunge il leader di Forza Italia prima di lasciare palazzo Grazioli. Pier Ferdinando Casini, Corsera 3.08,2006 ♦ Il grande fratello maggiore. «La crisi mediorientale? Non ho motivo di telefonare a Bush. Mi tengono sempre informato. Tutti questi capi di governo mi considerano come un fratello maggiore. Mi conoscono come un tycoon. Sanno che un giorno quando lasceranno il governo e la politica, potrebbero venire a lavorare da me». S. Berlusconi, La Stampa, 3 agosto 2006 6 Giustizia e Libertà INTERNI 6 Agosto 2006 COMPRATI e VENDUTI di Ferdinand Tornando in Italia da un viaggio all’estero trovo i giornali impelagati nel l’approvazione dell’indulto e nelle proteste senza fine che lo stesso ha suscitato. Leggo l’intervento di “Giustizia e Libertà” (n.188) sull’argomento e mi pare opportuno e ineccepibile. Come l’Unione, uscita vincitrice malconcia dalle elezioni primaverili, abbia potuto e saputo cacciarsi in un simile equivoco, suscitando proteste e mugugni generalizzati -al punto da far dire a un galantuomo come D’Ambrosio d’essersi pentito di essere sceso in politica- resta un grande mistero. Che tuttavia ha un nome e cognome: Clemente Mastella. Comprati e venduti è il titolo di un noto libro di alcuni anni fa con cui Giampaolo Pansa trattava dei giornalisti che, per puro interesse, cambiano casacca, ideologica e politica, avvicinandosi o allontanandosi al potente di turno. A leggere le vicende italiane di questi ultimi anni, c’è da pensare però che nello sport di saltare da una parte all’altra nessuno possa battere certi personaggi del no- stro panorama politico meritevoli, per tale propensione, di particolare attenzione. Il Mastella nazionale, ad esempio, -mai l’allocuzione “sii clemente, sii clemente” fu più appropriata- della minaccia di passare dall’altra parte ha fatto un’arte. tanto clemente non èdispone di un certo numero di voti che vengono messi a disposizione del migliore offerente salvo decidere poi, di volta in volta, se convenga o meno mantenere fede ai propri impegni. Se, come accade in questi tempi, il governo è in bilico e a causa dell’esiguo margine di vantaggio parlamentare non può perdere nemmeno un voto, per Clemente è una pacchia. Della campagna campana in cui è insediato, il nostro ha fatto una zona franca del paese con cui, volenti o nolenti, ogni governo deve fare i Si alza la mattina, mette conti. a punto una proposta Clemente cioè -che poi che in qualche modo possa interessare anche l’opposizione (che è sempre bene non perdere d’occhio…), esce di casa e al primo giornalista che incontra fa sapere che se il governo non appoggerà la sua proposta, potrebbe anche prendere in considerazione l’idea di uscire dalla maggioranza. Ora è chiaro che in paese poco poco normale, un personaggio del genere (che succedendo come Guardasigilli a un Castelli fa pensare che tale carica debba essere sfigata) sarebbe messo alla gogna e preso a pomidorate in faccia . In Italia invece il ministro in questione minacciando e blandendo, fa passare un indulto che fa dire a tutti “ma è proprio quello che voleva Berlusconi !”. Che dire ? Delle due l’una. O questo signore si sta di fatto predisponendo l’ennesimo passepartout per un eventuale passaggio dal l’altra parte della barricata in caso di default Prodiano, o ha ragione Scalfari quando da ultimo, ha trattato della “Cazzità, categoria dello spirito”. Ma come si può arrivare, si chiedono gli italiani, ad essere clemente nello stesso modo, con un povero se(Continua a pagina 7) INTERNI 6 Agosto 2006 Giustizia e Libertà 7 COMPRATI e VENDUTI (Continua da pagina 6) negalese che per sopravvivere vendeva spinelli e con uno dei tanti “furbetti del quartierino” che, dopo aver fatto miliardi a volontà falsificando bilanci a destra e a manca, stava espiando la sua ‘pena’ a domi- cilio in una favolosa vil- quella dell’indulto salva la immersa nel verde truffatori ? con piscina e belle donne ?... Insomma Clemente è stato messo lì a caso o a Ma è normale che un ragione? governo che doveva segnare una svolta decisi- Ci sarebbe da chiederlo va con il passato come a qualcuno dei tantissiprima battaglia scelga mi politici che hanno partecipato al mega matrimonio del figlio di Mastella. Perché gli stessi che ne parlano con sufficienza sono poi gli stessi che non perdono occasione per tenerselo buono… ferdinand Indulto “sì” / “no” di Masaniello Quindicimilacinquecento detenuti presto fuori. Il 95% per cento degli italiani ha detto no a questo provvedimento di legge. Il ministro delle infrastrutture Di Pietro ha definito il voto”schifoso”. Il vice presidente del CSM ha detto: criticare questa legge non è giustizialismo. Il neo senatore D’Ambrosio si è detto pentito di essersi candidato. Alessandra Mussolini, imitando Di Pietro ha pubblicato sul suo sito i nomi dei senatori che hanno votato l’indulto. La suora di San Vittore ha detto che è un atto che serve più ai politici che ai detenuti. Clemente Mastella fa le corna scaramantiche e poi dedica la vittoria a Wojtyla. Io che faccio parte di quel novantacinque per cento di italiani ai quali questa legge non piace, mi permetterei di motivare il mio dissenso: come molti, credo che, entro breve tempo coloro che usciranno dalle carceri vi rientreranno, non perché mi piaccia fare il profeta di sciagure, ma perché questa gente non usufruirà di un periodo di riabilitazione che possa condurla a reinserirsi nella società, quindi, alla prima occasione tornerà a delinquere, inoltre, in questa legge sono clamorosamente inclusi i reati finanziari, per intenderci, i furbetti del quartierino ne usufruiranno a mani basse. Ci si chiede: è possibile che si tratti di una clamorosa svista ? Domani ci svegliamo e, accendendo la tv vedremo il faccione di Prodi sorridente comunicarci : amici, il ministro della giustizia Clemente Mastella da Ceppaloni mi ha testè comunicato di essere stato frainteso: Previti, Ricucci, Consorte, Tanzi, Cragnotti e Vanna Marchi non usufruiranno dell’indulto. Naturalmente non è così, la prova provata l’ha data Berlusconi, il quale in odore di approvazione dell’indulto ha vissuto una notte brava in Marocco travestito da beduino, danzando appassionatamente con Veronica e regalandole la solita collana di diamanti, deve comprarle all’ingrosso, per i suoi cinquant’anni, e, una volta passata la legge anche al Senato è andato a bisbocciare al Billionarie” per dimenticarsi, finalmente, di Previti. Nei giorni scorsi i giornali ci hanno dato conto di una “cordiale” telefonata tra Prodi e Berlusconi, Travaglio parla di “Scambio di Prigionieri” Di Pietro “di esempio di scambio politico mafioso”, vuoi vedere che ancora una volta il potente tratta e il popolo si gratta ? libera interpretazione di un dubbio che attanaglia l’opinione pubblica. Se il dubbio dovesse rivelarsi un po’ più che tale i “coglioni” come ci definì il cavaliere in campagna elettorale potrebbero anche ripensare sulla loro decisione di voto, perché come dissero Gino e Michele: “nel loro piccolo anche le formiche si incazzano !”. ♦ Clemente da Ceppaloni Diciamo la verità, uno che si chiama Clemente e fa per mestiere il ministro della giustizia cosa poteva mai perorare se non un indulto. Lo hanno subito rimproverato neanche avesse, con questa legge favorito i potenti e non i poveracci che affollano le carceri italiane in numero spropositato, di fare un piacere a Previti, ancora lui, non se ne può più, il quale risparmierà tre anni della sua condanna a cinque, però dovrà essere affidato ai servizi sociali e sa Dio cosa gli capiterà, pover’uomo. Ancora, lo hanno accusato di sistemare le faccende giudiziarie dei furbetti del quartierino, via, sono amici, cosa poteva fare un anima sensibile come Clemente da Ceppaloni ! (Continua a pagina 8) 8 Giustizia e Libertà INTERNI 6 Agosto 2006 Clemente da Ceppaloni (Continua da pagina 7) E i furbetti ? Vogliamo mettere poi la pressione su quest’uo mo giunto al ministero più contestato della passata legislatura quello del leghista Castelli, doveva dimostrare che lui certi errori e certi favoritismi non li avrebbe mai fatti, infatti, ha mantenuto la promessa che era stata fatta al Papa e ha favorito solo Vanna Marchi che non conta niente. Calmi, ci saranno i processi, vedrete che fra una diecina d’anni nessuno si ricorderà più di questo indulto firmato Clemente da Ceppaloni, un nuovo governo provvederà a varare l’amnistia e alla guida del ministero della giustizia ci sarà Berlusconi ad interim ! Masaniello GRADIMENTO del GOVERNO al 23 luglio 2006 6 Agosto 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 9 Allargare la maggioranza ? Prodi strizza l’occhio ai “delusi” del centrodestra di Frida Nacinovich (Liberazione, 1 agosto 2006) L'Inter sogna Luca Toni, il Milan Pierluigi Buffon. L'Unione pensa a Marco Follini, a Bruno Tabacci, ai delusi del centrodestra (quelli che sono finiti in serie "b", tanto per restare nella metafora). Rinforzare il centrocampo ? C'è chi dice sì, chi invece scuote la testa pensando che la squadra va bene com'è, anche chi esagera. Il dipietrista "ribelle" Sergio De Gregorio (ancora lui) sogna una grande coalizione Margherita-Ds-Forza Italia. Riesce a suscitare un'emozione solo nella Dc di Gianfranco Rotondi. Sandro Bondi. La voce (del padrone) di Forza Italia giudica grave «che il presidente del Consiglio solleciti operazioni di trasformismo Di più: politico». «L'unica cultura politica che conosce Prodi conclude Bondi- è quella dell'abigeato politico». Tant'è. Aggiungi un posto a tavola che c'è un amico in più, se sposti un po' la seggiola stai comodo anche tu. Più che a un allargamento della maggioranza, Romano Prodi sembra interessato a chi nella Casa delle libertà viveva male ieri e oggi vive ancora peggio. Insomma ci potrebbe essere qualche new entry sotto i rami dell'Ulivo. Il centrodestra berlusconiano la prende male, malissimo. Altro che "operazione simpatia". Irritazione. Accuse di esortazione al ribaltonismo. Previsioni di crisi di governo in tempi brevi. La reazione dell'opposizione è violenta e scomposta. «L'appello rivolto da Prodi a parlamentari del centrodestra perché si facciano calamitare dal suo governo è patetico», dice senza giri di parole Michele Vietti, portavoce dell'Udc. E l'Ulivo che fa ? Discute. «Dobbiamo approvare la finanziaria e poi continuare ad andare a- Niente meno. Per il segretario della Democrazia cristiana, Gianfranco Rotondi «quello che propone Prodi è un inno al trasformismo, fa rima più con il giolittismo che con il bipolarismo». Da che pulpito. dell'Ulivo alla Camera dice di non vedere «soggetti disponibili, se si intende un allargamento politico». Insomma, per Franceschini quello di un allargamento della maggioranza è un tipico dibattito "estivo": «Mi sembra aggiunge- un discorso del tutto teorico». Il segretario del Pdci Oliviero Diliberto dice che i provvedimenti devono essere presentati al Senato senza fiducia e se la maggioranza va sotto si torna al voto. «Soluzione -risponde Franceschini- tecnicamente possibile, perché prevista dalla Costituzione, ma politicamente dirompente. La cui valutabilità, peraltro, spetterebbe non a noi "Allargamento" Ecco uscir fuori la nuova parola magica: allargamento. Dove per allargamento si intende l'ingresso nella maggioranza di alcune componenti moderate dell'attuale opposizione, al doppio scopo di rendere meno precari i margini di vantaggio al Senato e di controbilanciare il peso dei gruppi radicali. L'ipotesi non può considerarsi del tutto accademica, visto che ne parla con favore Fassino e lo stesso Bertinotti non la esclude a priori. Giovanni Sabbatucci. Il Messaggero vanti con le nostre gambe -spiega Dario Franceschini- Se poi qualcuno si aggiungerà, ben venga. Ma è cosa diversa dal teorizzare un cambiamento di maggioranza». In una intervista a Il più critico di tutti è "l'Unita", il capogruppo po ulivista a Montecitorio- riguardava la politica estera e lo abbiamo superato rifinanziando le missioni». Con qualche fatica. L'Unione discute, non solo sotto l'ombrellone, non solo di calcio. Clemente Mastella osserva: «C'è un'autosufficienza, si può governare con quello che c'è, se ognuno è responsabilmente legato agli impegni presi prima delle elezioni». «Abbiamo sottoscritto un programma -ricorda il guardasigilli- c'è una maggioranza più che sufficiente alla Camera, c'è una difficoltà al Senato. Basta attivare un meccanismo: quello di un governo che fa disegni di legge e li porta all'approvazione del Parlamento nella sua interezza». Il diessino Fabio Mussi è più tagliente: «Non vorrei che i prossimi mesi li passassimo a discutere a chi si allarga e quanto si allarga. Sarà bene occuparsi delle cose da fare». «E' un tormentone», ta glia corto il ministro dell'Università. «Sapevamo delle difficoltà della legislatura perché abbiamo vinto di una incollatura. Prodi dice che è sexy: è un sexy horror. Il problema è che bisogna essere saldi nell'applicazione del programma». ma al presidente della Prima di tutto il programRepubblica». ma, il resto si vedrà, anSecondo il segretario ge- che se la via del governo nerale della Cgil Epifani è lastricata di pietre sconc'è il rischio che il gover- nesse, soprattutto al Seno Prodi cada sulla fi- nato. nanziaria. «Il passaggio più diffi- ♦ cile -replica il capogrup- INTERNI 10 Giustizia e Libertà 6 Agosto 2006 L’inconsistente (e prematuro) dibattito sulla maggioranza più larga di Stefano Folli (SOLE 24 ORE, 01.08.2006) Il dibattito sull'allargamento della maggioranza è un tipico argomento estivo tanto petulante quanto inconsistente. Non serve a rafforzare la coalizione di governo, perché non sono alle viste passaggi di campo individuali o collettivi. Ma contribuisce, al contrario, a offrire della maggioranza un'immagine di crescente debolezza. Se il presidente del Con siglio si espone in prima persona, offrendo un approdo agli eventuali transfughi del centrodestra,vuol dire che la situazione è davvero precaria. In verità il tema dell'allargamento è stato posto male e nel momento sbagliato. Soprattutto perché si devono ancora consumare gli eventi politici che potrebbero cambiare lo stato delle cose. Primo fra tutti l'esame della legge finanziaria in autunno. Qui ha ragione Piero Fassino nell'intervista alla «Stampa»: la Finanziaria è il vero test per il centrosinistra. Berlusconi e i suoi sono convinti che Prodi inciamperà proprio sulla manovra economica. Ne consegue che nessuno, nella Casa delle libertà, vorrà cambiare schieramento prima di vedere se la profezia si realizza. Se invece, come dice il segretario dei Ds, il governo Prodi supera l'esame d'autunno, allora il quadro può mutare in fretta: e nel 2007 potrebbero esserci novità. In altre parole: oggi è la maggioranza in condizioni di evidente fragilità. Ma se riesce ad approvare la Finanziaria senza sfaldarsi, allora il premier avrà di fronte a sé un orizzonte più sicuro. E i problemi politici saranno tutti del centrodestra. In quel caso sì che potrebbe verificarsi qualche smottamento nelle file della Casa delle libertà, a tutto vantaggio del centrosinistra. Ma questo non avverrà prima dell'anno venturo e solo dopo che Prodi avrà dimostrato di sopravvivere alla manovra economica. In sostanza il segretario diessino ha fatto capire al presidente del Consiglio di aver sbagliato i tempi delle dichiarazioni. Non è oggi il momento di parlare di allargamento. Il governo deve ancora dimostrare qualcosa: a se stesso e all'opposizione. Finora si è tenuto in piedi grazie ai voti di fiducia al Senato. Domani dovrà rinforzarsi, se ne sarà capace,e solo in seguito gestire un possibile allargamento. Non sarà facile. Perché le ipotesi sono due. La prima è che l'allargamento -sempre dopo la Finanziaria, quindi nel 2007- riguardi pochi Allargamento della maggioranza C'è chi parla di «allargamento della maggioranza», di «grande coalizione» e altre formule che, comunque, richiamano il superamento dell'attuale maggioranza. Ma non si farà nulla, in attesa di tempi migliori. Che non verranno. Solo allora si tenteranno iniziative per dare un governo al paese o per tornare a votare. In ogni caso, tutto sarà più difficile per tutti, anche perché non ci saranno più gli schieramenti con i loro leader così come li abbiamo conosciuti e votati. Chi vivrà vedrà. Emanuele Macaluso Il Riformista 1.8.2006 individui che decidono di fare il salto. Magari sei o sette senatori. È la soluzione preferita da Prodi e da alcuni dei suoi alleati, per la buona ragione che non metterebbe a rischio gli assetti politici della coalizione. Nessun partito si sentirebbe emarginato,non si potrebbe parlare di «deriva neocentrista». Viceversa, la seconda ipotesi è più compromettente dal punto di vista politico. Se un pezzo della Cdl si stacca e, con un'operazione trasformistica, passa a sinistra, si capisce che gli equilibri del centro sinistra ne sarebbero sconvolti. In particolare, l'estrema sinistra verrebbe tagliata fuori, mentre il centro moderato sarebbe premiato oltre misura. Ma è difficile immaginare che sarebbe Prodi a gestire un tale terremoto. In ogni caso, non è adesso il momento di parlarne. «Prima devono esplodere le contraddizioni della sinistra» dice Vietti, dell'Udc. Anche lui pensa alla Finanziaria e la vede come il macigno che si abbatterà sui fragili puntelli della maggioranza. Anche Fassino pensa alla Finanziaria, ma per ricavarne la lezione opposta. Non c'è che aspettare, con l'aiuto dell'estate. ♦ DOSSIER ONU 6 Agosto 2006 Giustizia e Libertà 11 Sondaggio sull’ Allargamento della maggioranza da www.repubblica.it Il governo incontra difficoltà per gli scarsi margini al Senato. E nella maggioranza si fanno diverse ipotesi per risolvere il problema. 1 - ALLARGARE LA MAGGIORANZA CON ALCUNE FORZE DELLA CDL 11% 2 - ALLARGARE LA MAGGIORANZA CON SINGOLE ADESIONI 3 - SCIOGLIERE SOLO IL SENATO E TORNARE AL VOTO 4 - ANDARE AVANTI SOLO CON LE FORZE del CENTROSINISTRA 5 - NON SO 17% 17% 52% 2% Sondaggio aperto alle 14:35 del 31-07-2006 37.458 voti alle 23:48 - del 3.08.2006 Nell'aula di Montecitorio i voti a favore sono stati 278, quelli contrari 193 Camera, via libera definitivo alla manovra bis da Il Corriere della Sera (4.08.2006) Bersani-Visco sono stati 278, 193 quelli contrari. Due deputati si sono astenuti. Il provvedimento era già stato approvato dal Senato e quindi con il sì di Montecitorio la manovrina diventa legge. IL DOPPIO SCIVOLONE ROMA Alla fine il via libera alla manovra bis con il decreto Bersani sulle liberalizzazioni è arrivato. Dopo le tensionidi mercoledì, con le dure critiche arrivate dall’opposizione per la decisione del governo di porre una nuova fiducia, l'aula di Montecitorio ha detto sì al decreto legge studiato per riequilibrare i conti e rilanciare l'economia. LA VOTAZIONE I voti a favore del decreto Nel passaggio alla Camera va registrato però un doppio scivolone del governo, battuto su due ordini del giorno sulla manovra bis. Il primo, presentato da Prc, in materia di servizi pubblici locali. Il secondo, promosso da Forza Italia, punta ad evitare che al parco dello Stelvio vengano tagliati fondi come previsto dall'ultima Finanziaria. Il voto finale sull'intero provvedimento previsto nel tardo pomeriggio. Con l'ok di Montecitorio, la manovrina (che comprende anche il pacchetto Bersani sulle liberalizzazioni) diventerà legge. È quindi scattato l'applauso dell'assemblea, e Bertinotti ha chiesto subito scuDurante la seduta, il Mo- sa ai colleghi: «Dovete vimento per le autonomie consentirmi qualche tedi Raffaele Lombardo si è nerezza...». esibito in una protesta. I cinque deputati del grup- MONTECITORIO po si sono presentati con IN FERIE la bocca coperta da un na- Il voto sulla manovra bis è stro adesivo per denuncia- stato l'ultimo provvedire «l'oscuramento opera- mento all'ordine del giorno to dagli organi di infor- della Camera prima della mazione e in particolare pausa ferragostana. Il preBertinotti ne ha dalla televisione pubbli- sidente così approfittato per rivolca». gere gli auguri per una «estate serena» ai deputati LAPSUS e alle loro famiglie e al personale in servizio a DI BERTINOTTI I ritmi serrati dei lavori Montecitorio. L'appuntaparlamentari hanno gioca- mento è ora a settembre to a Fausto Bertinotti un quando il braccio di ferro piccolo, innocente, scher- tra l'Unione e la Cdl è dezo: mentre era in aula, il stinato a riprendere. Per presidente della Camera entrambi gli schieramenti puntati sulla manoinvece di dire che il go- occhi vra finanziaria, considerata verno era favorevole alla da molti il vero banco di «riformulazione» di un prova per la tenuta della ordine del giorno alla ma- maggioranza. novra bis, si è lasciato sfuggire «il governo è favorevole alla rifondazio- ♦ ne». AUTONOMISTI IMBAVAGLIATI INTERNI 12 Giustizia e Libertà 6 Agosto 2006 Salva-Previti: sembra ieri, 1, 2, 3 di Marco Travaglio (la Repubblica, 25 ,26, 26 luglio 20069 Forza Italia non voterà con noi questo provvedimento. E vorrei ricordare a tutti che il quorum per farlo passare è di due terzi" (Pierluigi Mantini, Margherita-Ulivo, Ansa, 20 luglio 2006). (25 luglio 2006) "Un provvedimento scandaloso, che dimezza i tempi di prescrizione per usura, mafia, corruzione. Per dare una scappatoia a un deputato di FI vicino al premier, si rimetteranno mafiosi e usurai in libertà" "Cercano di salvare Previti con un'altra norma ad personam". (Massimo D'Alema, la Repubblica, 1 novembre 2005). "Purtroppo alcune norme, quando le avremo abolite, avranno fatto effetto: chiuderemo le (Francesco Rutelli, Mar- stalle quando i buoi sagherita, 15 dicembre ranno scappati, perché molte leggi sono legate a 2004). scadenze precise". "Il lodo Schifani, la sal- (Massimo D'Alema, a va Previti e tutte le leggi proposito delle varie ad personam fatte per norme salva-Previti, la 20 ottobre salvare i suoi soci e ami- Repubblica, 2005). ci le avete votate come un sol uomo, avete sfa- "Una volta al governo, sciato la giustizia a vo- faremo subito un provstro uso fino a quest' vedimento per sospendeultima legge che aboli- re gli effetti delle leggi sce l'appello del pm (la ad personam e dopo le Pecorella, ndr) che r i s c r i v e r e m o " . Ciampi ha rinviato alle (Piero Fassino, La ReCamere!" pubblica, 29 ottobre 20(Francesco Rutelli a Silvio Berlusconi, Matrix, Canale5, 20 gennaio 2006). "Con quello che sta succedendo con Bancopoli, saremmo dei pazzi a fare un'amnistia per i reati finanziari". (Giuseppe Fanfani, Margherita, la Repubblica, 16 dicembre 2006). "Se non lasciamo nel testo la possibilità di far beneficiare dell'indulto anche Cesare Previti, nente della maggioran- "Hanno sconvolto i lavoza". ri del Parlamento per (Luciano Violante, 15 fare un regalo di Natale dicembre 2004). della Cdl a Previti. Una vera vergogna, un insul"La salva-Previti è una to agli italiani onesti. La porcata". coscienza civile del no(Anna Finocchiaro, 14 stro paese deve ribellarsi dicembre 2004). a queste arroganti violazioni" "Ci avevano dato dei (Alfonso Pecoraro Scamatti quando avevamo nio, Verdi, 15 dicembre parlato di scambio, e lo 2004) scambio eccolo qua: la salva-Previti". "Anche le massime cari(Gavino Angius, Ds, 5 che dello Stato (durante luglio 2005). il dibattito sulla salvaPreviti, ndr) siano chia"Se non lasciamo nel mate a un sovrappiù di testo la possibilità di far sorveglianza" beneficiare dell'indulto (Fausto Bertinotti, Prc, anche Cesare Previti, 15 dicembre 2004) Forza Italia non voterà con noi questo provvedi- "Sono contrario (alla mento. E vorrei ricorda- salva-Previti, ndr) senza re a tutti che il quorum se e senza ma" per farlo passare è di (Fausto Bertinotti, la Repubblica, 28 giugno due terzi". (Pierluigi Mantini, Mar- 2005). gherita-Ulivo, Ansa, 20 luglio 2006). D. Quando la pena e lo (26 luglio 2006) "Noi siamo prigionieri di un'etica diversa e della maestà della legge. C'è uno sfascio etico nel Paese. Il problema non è non far prigionieri, ma ripristinare il senso della 05). legge. Le leggi ad persosono per definizio"La Cirielli è una legge nam ne da modificare" a fini privati. E' stato (Romano Prodi, la Recompiuto un altro grave pubblica, 10 marzo 200strappo istituzionale, è 5). stata approvata un'altra legge ad personam che "Dalla Cirami alla salstravolge il funziona- va-Previti: delle leggi ad mento della giustizia". hoc non salveremo nulla. (Piero Fassino, la Re- Toglieremo tutti gli hoc. pubblica, 11 novembre Perché la legge è uguale 2005). per tutti: c'è scritto in i tribunali d'Italia" "Una Camera a gettone tutti (Romano Prodi, la Redecide secondo gli inte- pubblica, 28 ottobre 20ressi penali e criminali 05). di questo o quell'espo- sconto coincidono, questo non diventa una cancellazione della pena stessa? Ciò accade nel caso di molti reati finanziari, che prevedono pene di circa 2-3 anni, esattamente come lo sconto previsto. R. Vuol dire che il reato non era poi così grave! Per quanto riguarda la corruzione, ... se per certi gravi reati si concede lo sconto, perché non farlo per reati meno gravi? (Alessandro Malan, capogruppo Ulivo in commissione Giustizia della Camera, intervista a democrazialegalita. it, 24 luglio 2006). (26 luglio 2006) ♦ 6 Agosto 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 13 E’ un indulto per le vittime ? di Marco Travaglio (l’Unità 01.08.2006) Ma che diavolo c'entra il garantismo con l'indulto ? E che c'entra il cosiddetto "giustizialismo" con il no all'indulto ? Il garantismo è una cultura giuridica che privilegia le garanzie per indagati, imputati e difensori nel processo penale. Il "giustizialismo" che indica i seguaci di Peròn in Argentina e che per assonanza è diventato l'antitesi del garantismo- dovrebbe invece incasellare chi privilegia il risultato processuale (un tempo si diceva "sostanzialismo"), a costo di sacrificare qualche garanzia. Ma tutto il dibattito fra i due opposti è confinato entro i limiti del processo. Ora, l'indulto pratica uno sconto sulle pene definitive da scontare dopo la irrevocabile. In quale manicomio eccettuato il Parlamento italiano, si capisce- verrebbe considerato "garantista" chi vuol impedire che si espii la pena alla quale si è stati condannati in seguito a un processo iper-garantito come quello italiano e "giustizialista" chi, semplicemente, pretende che le condanne irrogate dalla Cassazione vengano espiate fino in fondo ? Eppure a questo siamo: il codice penale prevede certi massimi e certi minimi di pena, i giudici si muovono entro quei limiti nell'emettere le condanne, e alla fine il colpevole -dopo le indagini, l'udienza preliminare, il primo grado, l'appello e la Cassazione- se ne torna a casa tre anni prima, oppure non entra nemmeno in carcere se ha subìto una condanna inferiore ai 3 anni, o resta a piede libero (in affidamento al servizio sociale) se ne ha subìta una o più per un totale inferiore ai 6 anni. E chi ritiene che qualcosa non vada viene bollato come "giustizia lista" e invitato a vergognarsi. Non sarebbe meglio abolire il carcere per tutti quelli che non ammazzano qualcuno ? Almeno tutto ciò sarebbe previsto per legge e ciascuno si saprebbe regolare. Invece tutto è affidato a un Parlamento isterico che ora proclama la tolleranza mille e domani, appena uno dei 20 o 30 mila miracolati dall'indulto tornerà a scannare qualcuno, strillerà ai quattro venti la "tolleranza zero", varerà "pacchetti sicurezza" e magari tuonerà contro le "scarcerazioni facili". Bisogna prepararsi, perché sta per accadere: visto che, statistiche alla mano, due scarcerati su tre tornano a delinquere, presto leggeremo sui giornali che Tizio, appena liberato dall'indulto, è tornato all'antica occupazione, rapinando, truffando, picchiando, ammazzando, sequestrando qualcuno. Nel qual caso, c'è da giurarci, Dio ci scampi dagli alti lai contro le "scarcerazioni facili": quei bei discorsetti, "giustizialisti" per dav vero, sulla polizia buo- na che li mette dentro e i giudici buonisti che li mettono fuori. Ecco, che ci venga risparmiato almeno questo. Le scarcerazioni facili salvo errori, che vanno perseguiti come talinon esistono: esistono solo scarcerazioni a norma di legge. E la legge non la fanno (verrebbe da dire: purtroppo) i giudici, ma il Parlamento. Ora c'è da sperare che chi ha fatto l'indulto se ne assuma la responsabilità. Se ci saranno scarcerazioni, sarà perché la maggioranza parlamentare allargata ha deciso di scarcerare. Di scarcerare -fra l'altro- i sicuri colpevoli, non i presunti innocenti ancora in attesa di giudizio. Con squisito senso del garantismo, infatti, il partito dell'indulto mette fuori o non manda dentro i detenuti per condanna definitiva (i colpevoli, appunto); mentre lascia dentro i detenuti in custodia cautelare (gli innocenti, appunto). Non è meraviglioso ? Una contraddizione che fa il paio con quella dell'"appello di Giovanni Paolo II alle Camere": il Vaticano pretende l'indulto dal Parlamento italiano e il Parlamento italiano, con tre anni di ritardo, provvede. Ma non si era detto che il Vaticano non deve interferire negli affari interni dello Stato Italiano, pena la revoca del Concordato ? Che fine han fatto le vestali dello Stato laico ? Anziché occuparsi di queste lievissime contraddizioni, Pigi Battista, sul Corriere di ieri, non si dà pace del fatto che qualcuno chiedesse l'esclusione dall'indulto della corruzione e dei reati finanziari, e si domanda pensoso: "Perché un rapinatore a mano armata deve suscitare più pietà di un corrotto?". Forse gli sfugge che la pietà non c'entra nulla. C'entra l'interesse dei cittadini: di quelle che, con rispetto parlando, senza offendere nessuno, potremmo chiamare "vittime". Il rapinatore viene condannato a 10 o 15 anni: dunque, levandogliene 3, ne sconta comunque 7 o 12. Il corruttore o il falsabilanci si prende più o meno i 3 anni che gli vengono condonati. Cioè non paga mai. E' giustizialismo ricordare che, per ogni ladro, c'è almeno un derubato? E quando arriva, di grazia, l'indulto per le vittime ? ♦ 14 Giustizia e Libertà MEDIO ORIENTE 6 Agosto 2006 Libano, Israele avanza via terra. Oltre 800 le vittime civili L'Ue: «fine immediata delle ostilità» da l’Unità, 01.08.2006 Dopo l´approvazione nella notte da parte del governo d´Israele all´allargamento dell'offensiva in corso ormai da 21 giorni di fila in Libano, lo Stato ebraico annuncia che le operazioni continuano e che gli occorrono ancora due settimane circa per sgominare i miliziani sciiti di Hezbollah .Soltanto dopo si potranno concludere le operazioni militari, consentendo così il dispiegamento di un contingente multinazionale d'interposizione nel sud del Paese dei Cedri. Questo è il programma di Gerusalemme, secondo quanto detto da Binyamin Ben-Eliezer, attuale ministro per le Infrastrutture e a suo tempo della Difesa, esponente di punta del Partito Laburista del quale è leader il titolare in carica di quest'ultimo dicastero, Amir Peretz. «Calcolo», ha dichiarato Ben-Eliezer alla radio militare, «che il tempo necessario affinché l´esercito completi il suo lavoro, e con ciò intendo dire che l'area nella quale vogliamo si schieri la forza internazionale sia ripulita da Hezbollah, richiederà all'incirca dai dieci giorni alle due settimane». Nonostante la condanna dell'attacco di Cana e il proposito del segretario di Stato Usa Condoleezza Rice di ottenere un cessate-il-fuoco questa settimana, anche il premier israeliano Ehud Olmert ha chiarito che gli scontri non finiranno presto. «I combattimenti continuano, non c'è cessate-il-fuoco e non ci sarà neppure nei prossimi giorni», ha dichiarato Olmert. Offensiva via terra Detto, fatto. Dopo il via libera della politica, nonostante la tregua ai raid aerei di 48 ore, la parola resta alle armi. Non si sono mai fermati, infatti, i combattimenti. L'aviazione israeliana ha proseguito i raid: secondo la polizia libanese, sei raid sono stati fatti lungo il fiume Litani, a 30 km dalla frontiera, altri tre nella regione della Bekaa (Libano orientale) e altri sei raid hanno preso di mira villaggi a est di Tiro (83 km a sud di Beirut). Una portavoce dell'esercito ha reso noto che negli scontri avvenuti nei villaggi di Taibe, Adayseh e Rob Thalantheen, a pochi chilometri dalla frontiera, sarebbero stati uccisi venti guerriglieri Hezbollah. Cinque brigate israeliane, tre di fanteria e due di carri armati sono attive nel Libano meridionale, sia nel settore orientale che in quello occidentale. Nel settore orientale, i militari israeliani hanno preso posizione attorno al villaggio di Taibe e hanno compiuto incursioni in due villaggi vicini (Al-Addiseh e Raba-Talatin) da dove sono stati sparati nei giorni scorsi razzi katyuscia contro Israele. Nel settore occidentale ancora non si conosce con precisione in quali località operino le forze di terra di Israele. Anche l´aviazione ha compiuto la scorsa notte alcuni raid contro lanciarazzi dei miliziani. Da parte loro, gli Hezbollah hanno sparato in Galilea «una raffica di missili», dice la tv satellitare araba al Jazeera., senza tuttavia provocare vittime. Il partito di Dio ha rivedicato di aver respinto una nuova avanzata di terra lanciata la notte scorsa nel Libano meridionale dalle truppe d'Israele. L'offensiva dello Stato ebraico si sarebbe protratta fino all´alba, con l'intento di conquistare «il triangolo formato da Aita al-Chaab, alQaozah e Ramis», tre villaggi situati al di là del confine tra i due Paesi, ma «i nostri combattenti le hanno affrontate, costringendole a ritirarsi», afferma il Partito di Dio in un comunicato. Aita al-Chaab, in particolare, è situato in prossimità del punto dove, il 12 luglio scorso, i miliziani sciiti catturarono in territorio israeliano due soldati, il cui sequestro è all'origine dell'attuale conflitto. L'area è quella da cui partono la maggior parte dei razzi a lunga gittata lanciati dai guerriglieri integralisti contro Israele. Obiettivo dei militari è di sospingere i miliziani Hezbollah ad alcuni chilometri di distanza dal confine internazionale e di distruggere le loro postazioni e i bunker. Secondo una fonte, il gabinetto della sicurezza israeliano ha approvato un'offensiva di terra per 6-7 chilometri nel Libano meridionale. Circa 300.000 libanesi sciiti vivevano all'interno di questa fascia prima dell'inizio della guerra. «Non c'è l'intenzione di prendere tutto il territorio fino al fiume Litani», ha detto la fonte, riferendosi a un limite strategico a circa 20 chilometri a nord del confine. Tuttavia, Israele ha come obiettivo spingere i guerriglieri Hezbollah lontano dal fiume, secondo quanto riferito da fonti politiche. Radio Israele ha riferito di piani per richiamare altri riservisti in sostegno all'offensiva. Secondo la radio, altre tre divisioni, almeno 15mila riservisti, porebbero tornare alle armi. Oltre 800 morti e 3200 feriti Il villaggio di Cana dovrebbe seppellire i corpi di almeno 60 civili, tra cui 37 bambini, due giorni dopo il raid aereo che ha provocato l'indignazione internazionale e appelli per una rapida conclusione dei combattimenti. Intanto continua a salire il bilancio delle vittime (Continua a pagina 15) 6 Agosto 2006 MEDIO ORIENTE Giustizia e Libertà 15 Libano, via libera all'offensiva. Olmert: «Non c'è alcuna tregua» (Continua da pagina 14) I feriti sono 3.200. della guerra. Sono 828 i morti provocati in Libano in tre settimane di offensiva israeliana contro gli Hezbollah. È questa l'ultima stima diffusa da un portavoce della Commissione sugli aiuti del governo di Beirut. «Si tratta di vittime identificate, questo bilancio non tiene conto di quanti si trovano ancora sotto le macerie», ha aggiunto il portavoce. territorio da tutti i telefoni cellulari con un sms al numero 48581, 1 euro Per fronteggiare l´emer- che verrà interamengenza umanitaria in Li- te destinato all'acquibano è partita la campa- sto di cibo e altri aiugna «Sms emergenza ti essenziali alla poLibano», l'appello per polazione libanese. la raccolta fondi lanciato dal Programma Ali- da l'Unità mentare Mondiale delle (il 01.08.2006) Nazioni Unite (Pam). lasciato il libanese. Secondo la Commissione governativa per gli aiuti, gli sfollati a tutt'oggi sono 898.760, di Fino all'11 settembre, cui 220 mila hanno sarà possibile donare Raid dell'aviazione e bombardamenti nonostante l'annuncio di una pausa Nessun cessate il fuoco "fino a che non sarà eliminata la minaccia hezbollah" Israele, tregua annunciata e violata Olmert: "Combatteremo ancora" L'Onu proroga fino al 31 di agosto il mandato dei caschi blu - Rinviata la riunione per la forza multinazionale di pace da www.repubblica.it BEIRUT Le speranze suscitate dalla tregua di 48 ore annunciata da Israele, con le quali si è aperta la 20esima giornata di conflitto in Libano, sono svanite presto con le notizie dei raid dell'aviazione israeliana e di nuovi bombardamenti di artiglieria. I dirigenti dello Stato ebraico hanno di nuovo respinto gli appelli a un cessate il fuoco immediato e duraturo: "Nessuna pausa nei prossimi giorni, fermeremo l'offensiva solo quando la minaccia hezbollah sarà rimossa", ha detto il primo ministro Ehud Olmert. L'esercito ha intensificato le operazioni terrestri oltreconfine e ha annunciato che entro mercoledì sarà istituita in Libano, lungo il confine con Israele, una fascia di sicurezza di circa due chilometri. Secondo fonti ufficiali, sono 750, ormai, le vittime libanesi dall'inizio del conflitto. bombardato una base dell'esercito libanese a Casmiye, a nord di Tiro, provocando un morto e tre feriti e il "rammarico" di Israele. Raid anche contro alcuni automezzi nella valle orientale della Bekaa, mentre Israele ha detto di aver compiuto incursioni aeree nella zona di Taibe in appoggio alle truppe di terra. L'offensiva terrestre Olmert: "Nessun cessate il fuoco". "Non ci sarà alcun cessate il fuoco nei prossimi giorni. Ci aspettano lacrime e sangue": così, in un discorso pronunciato a Tel Aviv, il premier israeliano ha precisato che "Israele continua a combattere" e che le operazioni andranno avanti fino a quando "non sarà rimossa la minaccia che incombe sulle nostre teste, non ritorneranno i nostri soldati rapiti, e voi potrete dormire in pace nelle vostre case". Poco prima il ministro della Difesa Amir Peretz aveva annunciato un allargamento dell'offensiva sul confine Tregua annunciata e violata. Poco dopo l'annuncio della pausa di 48 ore nei bombardamenti aerei, il Libano ha denunciato alcuni raid dell'aviazione israeliana contro obiettivi al confine con la Siria. La marina israeliana ha Si sono intensificati i combattimenti di terra, con le truppe israeliane all'offensiva ancora nel settore di Bint Jbeil, roccaforte di Hezbollah. L'obiettivo è di creare (entro mercoledì, sostiene il generale Gadi Eisenkraut, comandante delle operazioni) una fascia di sicurezza profonda due chilometri, ripulita dalle istallazioni fortificate dove i guerriglieri non potranno più mettere piede. (Continua a pagina 16) 16 Giustizia e Libertà MEDIO ORIENTE 6 Agosto 2006 Israele, tregua annunciata e violata - Olmert: "Combatteremo ancora" mandato Unifil (Continua da pagina 15) L'esercito israeliano ha detto oggi che due terzi degli arsenali di razzi e missili hezbollah sono stati distrutti. Hezbollah ha comunicato che oggi quattro suoi miliziani hanno perso la vita. Niente razzi su Israele Per la prima volta dall'inizio dell'offensiva contro Hezbollah, oggi non è stato lanciato alcun razzo contro Israele. Secondo un portavoce militare, "sono stati sparati solo due colpi di mortaio nella direzione di Kiryat Shmona, che non hanno provocato alcun ferito, ma nessun razzo Katyusha". Hezbollah ha annunciato di aver colpito con un missile una corvetta israeliana della classe "Saar" a largo di Tiro, il porto a 85 chilometri a sud di Beirut. Israele Ehud Olmert ha negato che l'imbarcazione, con a bordo 53 marinai, sia stata raggiunta da un missile o da altro. Il Consiglio di sicurezza dell'Onu ha rinnovato di un mese, fino al 31 agosto, il mandato dell'Unifil, la forza di 2000 caschi blu dispiegata nel Libano meridionale, per dare tempo alla comunità internazionale di creare una vera forza multinazionale di pace, con un forte mandato, da schierare al confine fra Libano e Israele in attesa che l'esercito di Beirut sia in grado di posizionarsi nel sud del Paese. Una riunione, all'Onu, di partecipanti a questa futura forza è stata però rinviata: prima dovrà esserci una risoluzione (che arriverà, secondo il segretario di Stato Usa Condoleezza Rice, già questa settimana) del Consiglio sul cessate il fuoco. colante in cui si "deplora con forza la perdita di vite innocenti", ma non ha condannato l'attacco per l'opposizione Usa, e rispetLa "deplorazione" to alla cessazione delle ostilità si è limitato a lanciadell'Onu re un appello "alla fine Il Consiglio di sicurezza ha delle violenze". approvato la notte scorsa L’Unita una dichiarazione non vinIl rinnovato (31 luglio 2006) L'Ue: no al cessate il fuoco, sì alla «fine immediata delle ostilità» w ww.unita.it Nessun cessate il fuoco termine di una giornata di immediato ma «la fine colloqui arroventati. immediata delle ostilità». L´accordo per la richiesta È questa la formula scelta di un immediato cessatedai ministri degli Esteri il-fuoco è saltata a causa dell´Unione Europea al del vero posto dai più stretti alleati europei degli Usa: Gran Bretagna e Germania in primis. E poi Polonia e Repubblica Ceca. rante la riunione straordinaria sulla crisi mediorientale quindi si legge: «Il Consiglio chiede la fine immediata delle ostilità, Nella nota congiunta adot- seguita poi da un cessate(Continua a pagina 17) tata dal blocco dei 25 du- 6 Agosto 2006 MEDIO ORIENTE Giustizia e Libertà 17 L'Ue: no al cessate il fuoco, sì alla «fine immediata delle ostilità» nale, in attesa di definire il quadro nel quale si potrebbe ricorrere ad una nuova forza internazionale. Dopo più di tre settimana dall'inizio dell'offensiva israeliana in Libano, secondo il capo della diplomazia iraniana l'Onu «non ha adempiuto ai suoi doIl ministro degli Esteri veri contro questa agiraniano Manuchehr Mot- gressione». taki ha accusato le Nazioni Unite di aver fallito www.unita.it nella gestione del conflitto. Libano, l'Unicef: il 30% delle vittime sono bambini www.unita.it Il 30% delle vittime dell´offensiva israeliana in Libano sono minori. Dopo il raid su Cana in cui sono state uccise 60 persone, tra cui 37 bambini, l´Unicef ribadisce l´mergenza infanzia in Libano. «L'attacco israeliano a Cana -ha dichiarato il Direttore generale dell'agenzia Onu Ann Veneman- dimostra in modo drammatico che, ancora una volta, sono i bambini a pa(Continua da pagina 16) visioni all'interno delgare per la guerra. E in particolare il 30% il-fuoco sostenibile». l'Ue». dei morti in questa guerra sono bambini, e La formula non proprio Soddisfazione anche dal bambini sono anche il 45 % degli 800mila trasparente adottata dai ministro degli Esteri fran- sfollati». Erkki Toumioja ministro degli Esteri finlandese diplomatici è stata concor- cese, Philippe Doustedata dopo cinque ore di Blazy: «La Francia oggi collo ha avuto un aiuto nel suo progetto di risoluzioqui, mentre Israele ha raf- ne da presentare in sede forzato i suoi attacchi con- Onu. L'Unione europea tro Hezbollah e promette è d'accordo con noi». di incrementare le operazioni di terra, sfidando le Fatto sta che le Nazioni Unite hanno rimandato a pressioni internazionali. giovedì la riunione prepaIl ministro degli Esteri ratoria sulla forza di pace finlandese, Erkki Toumio- internazionale da dispieja, ha spiegato ai giornali- gare in Libano, a causa sti: «Il Consiglio dei mi- della mancanza di «chianistri degli Esteri Ue rezza politica» sulle michiede una cessazione sure da prendere. immediata delle ostilità, Il Consiglio di Sicurezza cui segua un cessate-il- ha approvato la proroga di fuoco sostenibile. È im- 30 giorni del mandato delportante usare in modo la missione Unifil, che corretto le parole e i conta 2000 uomini dispieconcetti. Non vi sono di- gati nel Libano meridio- Fatti i calcoli si tratta di circa 200 ragazzini o adolescenti. Dall´inizio dell´offensiva di Israele sono state infatti uccise almeno 620 persone mentre i feriti sono 3200. Anche se secondo il bilancio del ministro della Salute libanese le vittime sarebbero almeno almeno 825 esclusi i corpi non ancora estratti dalle macerie. «Un cessate il fuoco -ha sottolineato Dan Toole, Il responsabile del programma di aiuti urgenti dell'Unicef- è estremamente necessario per consentire l'arrivo di aiuti alle popolazioni civili interessate dalle operazioni armate. Per questo, ha precisato Toole, l'Unicef ha bisogno di circa 20 milioni di euro». ♦ MEDIO ORIENTE 18 Giustizia e Libertà 6 Agosto 2006 AMNESTY INTERNATIONAL COMUNICATO STAMPA CS85-2006, 28 luglio 2006 COMUNICATO STAMPA CS86-2006, 1 agosto 2006 da www.anmesty.it COMUNICATO STAMPA CS85-2006, 28 luglio 2006 AMNESTY INTERNATIONAL SOLLECITA UN EMBARGO SULLE ARMI DIRETTE A ISRAELE ED HEZBOLLAH Mentre i civili continuano a pagare le peggiori conseguenze del conflitto in corso, Amnesty International ha chiesto oggi l’imposizione di un embargo immediato sulle armi dirette a Israele ed Hezbollah. Amnesty International è fortemente preoccupata per il continuo trasferimento di armi dagli Usa, attraverso la Gran Bretagna, ad Israele. Un aeroporto britannico è stato recentemente usato da cargo statunitensi che trasportavano armi destinate all’esercito israeliano. “Le modalità degli attacchi e l’elevato numero delle vittime civili dimostrano un flagrante disprezzo del diritto umanitario da parte di Israele e di Hezbollah” ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. «Prendere direttamente di mira la popolazione civile e le infrastrutture civili, così come lanciare attacchi indiscriminati e sproporzionati equivale a commettere crimini di guerra» ha proseguito Khan. «I governi che riforniscono di armi ed equipaggiamento militare Israele ed Hezbollah stanno accrescendo la loro capacità di compiere crimini di guerra. Tutti i governi dovrebbero imporre un embargo sulle armi nei confronti di entrambe le parti e rifiutare il permesso di utilizzare il proprio territorio per trasferire armi ed equipaggiamento militare». Fonti giornalistiche britanniche hanno riferito che, la scorsa settimana, due cargo Airbus A130 presi a noleggio, pieni di bombe a guida laser Gbu 28 contenenti testate all’uranio impoverito e destinate all’aviazione israeliana, sono atterrati all’aeroporto di Prestwick, Glasgow. La sosta ha consentito di fare rifornimento e far riposare l’equipaggio proveniente dagli Usa. Secondo altre informazioni, gli Usa avrebbero chiesto il permesso di atterraggio sul suolo britannico per altri due aerei diretti in Israele, nelle prossime due settimane. I cargo trasporterebbero ulteriori armi, tra cui bombe e missili. «Il governo di Londra dovrebbe rifiutare il permesso di utilizzare i propri scali marittimi e aerei per navi o aerei che trasportano armi ed equipaggiamento militare diretti a Israele o a Hezbollah» ha scritto Amnesty International al segretario agli Esteri britannico Margaret Bekett. L’organizzazione per i diritti umani ha anche chiesto alla Gran Bretagna di sospendere la vendita o il trasferimento di ogni genere di arma o di equipaggiamento militare verso Israele. «E’ ridicolo fornire aiuti umanitari con una mano, mentre con l’altra si danno armi. Di fronte a così tanta sofferenza umana in Libano e in Israele, e’ indispensabile che tutti i governi fermino immediatamente le forniture di armi e di munizioni a entrambe le parti» -ha conclusoKhan. FINE DEL COMUNICATO Roma, 28 luglio 2006 ***** COMUNICATO STAMPA CS86-2006, 28 luglio 2006 ISRAELE/LIBANO: AMNESTY INTERNATIONAL, «CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO» Il devastante attacco di due giorni fa a Cana rende evidente la necessità di un immediato cessate il fuoco. Secondo Amnesty International, entrambe le parti coinvolte nel conflitto mostrano un profondo disprezzo per il diritto umanitario e i civili stanno pagando il prezzo dei crimini di guerra che vengono compiuti in maniera diffusa. «Considerata la sprezzante negazione dei fondamentali principi umanitari esibita da en trambe le parti, solo un immediato, pieno ed efficace cessate il fuoco potrà proteggere i civi(Continua a pagina 19) 6 Agosto 2006 MEDIO ORIENTE Giustizia e Libertà 19 AMNESTY INTERNATIONAL (Continua da pagina 18) li coinvolti nel conflitto» ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International. «E davvero vergognoso che i governi che hanno influenza su Israele e su Hezbollah e che potrebbero contribuire a far cessare questa crisi, continuino a dare priorità a interessi politici e militari, piuttosto che a salvare la vita di civili innocenti. Amnesty International chiede alla comunità internazionale di negoziare urgentemente un cessate il fuoco immediato ed efficace e di indire una riunione del «Le richieste alle parti in conflitto di rispettare le leggi di guerra e proteggere i civili sono rimaste lettera morta. Israele sta compiendo attacchi sproporzionati e mirati contro i civili e gli operatori umanitari, mentre Hezbollah continua a lanciare razzi contro i centri abitati israeliani» ha accusato Khan. Le autorità israeliane hanno affermato che a Cana Hezbollah ha volutamente usato i civili come “scudi umani”. Il diritto internazionale bi- u a sta .. g r manitario e «. mb Nori iderarsi vioi d e s ional o da con ione o in i z a n r s e n ta d s t t a e r o n r I e d g n ag co oare ica Milit otta bell guerra di leggi di della pop » e l a n .. nd i li Tribu nella co io di una ioni delle e dei civ e villaggi. le altre l i 5 nc i» az 94 on e del 1 Suprem ione, e la . Le viol i, l'uccisi cittadin o t s ini l tr li.. ago raz ttà, vieta espresNell' he «Crim e, prepa ernaziona fra gli a one di ci i n c , t samente il ricorso alla liva nificazio ttati in includono devastaz a a i r a i p l tattica degli “scudi umani” per imt n La de i lazio upati... o i e v n pedire un attacco contro obiettivi militari. lazio , e tali itori occ a r r r r Le stesse norme precisano, tuttavia, che anche se parti e g ue e n e i t n contraenti delle una delle parti si ripara dietro i civili, questo abulazi o Convenzioni di Ginevra, so non “esonera le parti in conflitto dai loro per garantire che attacchi come quello di obblighi legali rispetto alla popolazione civile”. Cana siano sottoposti a una indagine imparziale e indipendente e che coloro che sono so- Le notizie secondo cui Israele ha preavvisato tutti spettati di crimini di guerra siano portati di i civili residenti a sud del fiume Litani, chiedendo loro di allontanarsi dall’area, dimostrano quanto fronte alla giustizia». il concetto del “preavviso efficace” venga distorI ricercatori di Amnesty International in Libano, to. giunti a Cana poco dopo l’attacco, hanno visto i soccorritori estrarre dalle macerie corpi privi di Una procedura del genere, che riguarda 400.000 vita di bambini e scavare freneticamente per tro- persone, può solo seminare il panico tra la popovare superstiti. lazione anziché favorirne l’incolumità. Un sopravvissuto, Mohamed Qasem Shalhoub, Molti temono che un attacco lungo la strada sia incontrato da Amnesty International all’ospedale più probabile. di Tiro, che nell’attacco ha perso la moglie, la Altri semplicemente non sono in grado di lasciare madre e cinque figli di età compresa tra 2 e 11 la propria terra. anni, ha dichiarato che dei 17 bambini che dor- In diversi casi in cui Israele aveva preavvisato la mivano accanto a lui, in una stanza del seminter- popolazione di alcuni villaggi e città del Libano rato del palazzo colpito, ne è sopravvissuto solo meridionale, la sua aviazione ha successivamente uno. colpito le persone che cercavano di fuggire. Una donna rimasta illesa, che ha perso la sorella Inoltre, gli incessanti attacchi israeliani contro e il fratello, ha detto che la sua famiglia si era ponti e strade rendono estremamente difficile per rifugiata nel palazzo da 10 giorni e che usciva la popolazione civile del Libano meridionale fugdurante il giorno per lavare i panni: la loro pre- gire a nord dopo un preavviso israeliano. senza doveva essere stata notata dagli aerei spia Secondo il diritto consuetudinario, lanciare intendell’aviazione israeliana che sorvolavano regozionalmente un attacco sproporzionato o indiscrilarmente la zona. (Continua a pagina 20) 20 Giustizia e Libertà MEDIO ORIENTE 6 Agosto 2006 AMNESTY INTERNATIONAL sproporzionato contro i civili» ha concluso minato, o dirigere volutamente attacchi contro la Khan. popolazione civile od obiettivi civili, costituisce FINE DEL COMUNICATO un crimine di guerra. Roma, 1 agosto 2006 (Continua da pagina 19) «Il concetto di “zona di libero fuoco” (*) è incompatibile col diritto umanitario. L’attacco di Cana è sintomatico del modo in cui il conflitto è stato condotto fino a oggi e indica o che Israele non sta prendendo le necessarie precauzioni per risparmiare vite civili o che ha lanciato intenzionalmente un attacco (*) nella terminologia militare, si intende co me una zona in cui, trascorso del tempo da un preavviso, chiunque vi si trovi viene considerato ostile e dunque un obiettivo legittimo. da www.anmesty.it Appello dalla Galilea Riceviamo e Pubblichiamo From: "Alexis" Sent: Wednesday, August 02, 2006 7:20 AM Subject: Appello dalla Galilea Non crediamo loro perché è ormai di dominio pubblico che i piani militari erano pronti da molto tempo. Sappiamo che più di un mese prima dell'attacco di Hezbollah contro la pattuglia dell'esercito, si effettuavano esercitazioni di prova per un attacco al Libano. Così pure, il rapimento dei ministri e dei parlamentari dell'Autorità Palestinese era stato pianificato diverse settimane prima della cattura del soldato Gilad Shalit da parte di Hamas. Mercoledì 26 luglio un gruppo di attivisti, militanti in varie associazioni pacifiste ebraiche ed arabe, ed in particolare nei movimenti "Vo ce Alternativa in Galilea" e "Coesistenza Partecipata Ebraica ed Araba",hanno emesso e pubblicato il seguente appello: Non crediamo al god'Israele ed ai Noi, residenti della verno suoi generali, perché Galilea e delle Valli, c'è un abisso tra gli non crediamo al go- obiettivi militari diverno d'Israele ed ai chiarati e le operaziosuoi generali messe in atto dall'eNoi, residenti della ni sercito. Galilea e delle Valli, arabi ed ebrei, non Qual è il rapporto tra crediamo al governo gli obiettivi dichiarati d'Israele ed al suo e- e la distruzione di Beisercito, secondo i quali rut ? la guerra è stata intra- Qual è il rapporto tra presa per auto-difesa e gli obiettivi dichiarati con l'obiettivo di libe- ed il demolire una fabrare i soldati catturati. brica di alimenti per neonati ? Qual è il rapporto tra gli obiettivi dichiarati e la distruzione della città di Nabatiyeh ? Qual è il rapporto tra gli obiettivi dichiarati ed il bombardare la centrale elettrica di Gaza ? Qual è il rapporto tra gli obiettivi dichiarato ed il distruggere le infrastrutture civili in Libano e a Gaza ? Qual è il rapporto tra gli obiettivi dichiarati ed il trasformare in profughi più di mezzo milione di civili libanesi ? Non possiamo credere loro, perché non si può sostenere di difendere una popolazione civile per mezzo di un attacco, crudele e deliberato, ad un'altra popolazione civile. le ed assassina non sarà in nostro nome ! Non si difende così la popolazione della Galilea e delle Valli ! Abbiamo già appreso, dalle precedenti guerre in Libano, che la strategia aggressiva, che conduce a crimini di guerra e contro l'umanità, alla totale distruzione di uno stato, porta anche ad annientare qualsiasi prospettiva di pace e di quiete. La tragica situazione attuale non è altro che il prodotto di una simile politica, quella portata avanti in Libano nel 1982 da Ariel Sharon. Ogni azione militare intrapresa dall'esercito israeliano finisce con il danneggiare le popolazioni civili da entrambi le parti, pur facendo pagare innanzitutto, e principalmente, un intollerabile prezzo ai civili del lato Ci rifiutiamo di permettere al governo d'Israele ed ai suoi generali di agire in nome nostro, che abitiamo in Galilea e nelle libanese. Valli, per distruggere un intero stato confi- Non crediamo al governo d'Israele ed ai nante: il Libano. Questa politica crude- (Continua a pagina 21) 6 Agosto 2006 MEDIO ORIENTE Giustizia e Libertà 21 Appel- (Continua da pagina 20) suoi generali, perché siamo convinti che questa guerra serva principalmente agli interessi della politica degli Stati Uniti in Medio Oriente. Il governo libanese ha chiesto un cessate di fuoco. Hezbollah ha concordato con la richiesta. La Comunità Europea ha chiesto il cessate di fuoco. Solamente il governo d'Israele ha rifiutato di prenderlo in considerazione. L'amministrazione Bush continua ad incoraggiare il governo d'Israele a non interrompere le operazioni belliche. Noi, residenti della Galilea e delle Valli, assieme a tutti i popoli della regione, siamo vittime dei piani per ridisegnare il Medio Oriente, del progetto di instaurare in Medio Oriente un nuovo ordine, che non serve agli interessi di chi vi abita. L'esercito americano non ha portato la pace in Iraq. L'esercito israeliano non porterà la pace in Libano. L'esercito americano non instaurerà la democrazia in Iraq. L'esercito israeliano non porterà la democrazia in Libano. Le politiche americane hanno portato all'Iraq caos e distruzione. Che l'esercito israeliano implementi politiche simili in Libano da parte dell'esercito israeliano porterà soltanto altro caos, altre distruzioni. Non accettiamo che in nostro nome provochino disastri ad un'altra popolazione civile. Anche se il governo d'Israele ed i suoi generali potessero convincerci che la loro politica è la via più breve per rimuovere dal confine nord la minaccia posta da Hezbollah, non la accetteremmo per motivi etici. berata ad una qualunque popolazione -indi pendentemente dal fatto che prenda di mira i civili a Gaza, in Libano o in Galilea ! Crediamo che ci sia un'alternativa a questa politica aggressiva, che si basa sul continuo violare le Convenzioni di Ginevra. Chiediamo al governo d'Israele di dichiarare un immediato cessate il fuoco. Ogni minuto di combattimento crea solo nuove vittime. Riteniamo che un cessate il fuoco da parte di Israele possa portare ad un cessate il fuoco su tutti gli altri fronti. Chiediamo che il cessate il fuoco sia usato per l'immediata liberazione, senza condizioni, di tutti i prigionieri politici, e per negoziare il rilascio di tutti i prigionieri di guerra: palestineRifiutiamo di accetta- si, libanesi ed israeliare una strategia che ni. giustifica l'offesa deli- Il problema dei prigio- nieri politici e dei prigionier i di guerra è ora la questione cruciale. S o l a mente l'immediato rilascio, senza condizioni, di tutti i prigionieri politici, e l'avvio di un negoziato per lo scambio dei prigionieri di guerra, possono allontanare lo spettro di una guerra generalizzata, portando la pace e la calma a cui agognano tutti i popoli della regione. Noi, arabi ed ebrei che abitiamo in Galilea e nelle Valli e ci opponiamo a questa guerra Rafik Bakri (B'eina) 054.2054999 Uri Davis (Skhnin) 054 .4523838 Bilha Golan (Beit She'arim) 050.7638568 Rémy Mendwzeig (Manof - Misgav) (050.8851511 Nakad Nakad (Shfaramer) 050.5667928 22 Giustizia e Libertà MEDIO ORIENTE 6 Agosto 2006 Voci ebree italiane CONTRO Qualcosa possiamo fare, noi ebrei Italiani di Stefania Sinigaglia Riceviamo e Pubblichiamo From: "Claudio" Sent: Wednesday, August 02, 2006 1:04 PM Subject: Voci ebree italiane CONTRO Domenica mattina, risveglio davanti alle immagini trasmesse dalla Bbc da Qana, Sud Libano. che rifiutano le derive islamiste, dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per evitare una catastrofe comune». Ho riguardato alcuni miei testi scritti anni fa, come singola ebrea laica già legata al piccolo gruppo «Ebrei contro l'Occupazione», ora libera battitrice grazie alle cesure temporali delle mie peregrinazioni terzomondiste, perfetto clichè dell'ebrea errante del 21esimo seecolo. solo al prezzo della rinuncia alla politica di aggressione che dagli anni Ottanta lo ha caratterizzato. nuova più solida resistenza. Invece di distruggere Hezbollah, Israele lo sta rafforzando oltre ogni Ma questa misura si ri- previsione, in modo pervela smisurata, la misu- fettamente autolesionira non ha fondo, la fol- sta. lia miope e disastrosa delle dirigenze israelia- Ripensando ai versi del ne (e la cecità di chi le famoso canto pacifista elegge) sfida ogni sfor- di Bob Dylan di 40 anni zo di comprensione. fa, quanti morti ci vorranno ancora finchè ICiascuna nuova compa- sraele gine governativa supera ni la precedente in capaciagi fam tà di recare morte e o im lle bbiam ostre e distruzione a u n o q i a co": d mi, le popolar a nt i «Di fronte agli eserciti E pour cause: la terra e alle superpotenze ci promessa non è in quel r dav mma este a , i si sente deboli e iner- lembo di territorio t ra qu en mi. Abbiamo dalla no- strappato a un noc fondo erché se». n i p ae ro di stra parte soltanto la altro popog e r e " p a t u ra u n P capia glio r u t e r o l capacità di analisi e l s u d m 1 i d n a r o sca che non t 3 e e raziocinio, la nostra ità ues ta espdiata trugg n q si può esigere il volontà di reagire e te a n bas mme o dis , l´U n o diritto alla propria esio i n n di farci ascoltai fr lia ua , no ta n stenza finchè non si rira e o: d ccisi a treg lah, s s c i i re, e su u l i d n r i o zioni iconosce il diritto di esio u e n b i lian amb ziare e Hez Est e i nermi, persestere degli altri ? l a b o isr ti di eg igger deg a n guendo militarmente D r o f n « tr pe c o n zia un nemico politico che E questi altri sono i loro inis stra i tutto che s m x d e che da si rivela sempre più ubi- vicini, i loro, i nostri, ù i e , r i, p mi A m 60 anni orquo e inafferrabile, e cugini. r n a Be mai lotta per aver- che come Atlante ad «Degli Ebrei sono cuo lom ne la porzione cui il di- ogni colpo inferto si gino», diceva la copertiSh ritto internazionale ina- rialzerà rafforzato, sia na di un Espresso del scoltato decreta il suo in Palestina, a Gaza e in giugno del 1967, recandiritto ad accedere. Te- Cisgiordania, sia ora, di te l'immagine di Nasser queste risorse dobbia- sti del 2002, pubblicati nuovo, in Libano, chis- sconfitto. mo contare. Dobbiamo dal manifesto o usati sà domani in Siria o in Già, cugini, e non ci sono lotte peggiori di agire qui ed ora, dal per riunioni pubbliche, Iran. basso, dato che i poteri che dicevano: la misura E recando morte e di- quelle tra parenti o londel mondo dimostrano è colma, Israele sta di- struzione a civili, e ai tani parenti. o connivenza insipien- struggendo se stesso e civili più poveri e privi te o colpevole compli- la sua anima nel di- di risorse, quelli che Tutti figli in un modo o cità, come organizza- struggere il sogno pale- non hanno neppure i nell'altro di un Medio zioni e associazioni, stinese di una patria e di soldi e la macchina per Oriente che non smette ma soprattutto come un loro ritorno, osses- scappare, addensa su di di sanguinare. ebrei singoli quali sia- sionato dal miraggio di sé non solo l'obbrobrio i m p o s s i b i l e di chi ha occhi per ve- Gli Israeliani dicono amo, insieme alle orga- u n a (Continua a pagina 23) nizzazioni palestinesi «sicurezza», ottenibile dere ma compatta una MEDIO ORIENTE 6 Agosto 2006 Giustizia e Libertà 23 Qualcosa possiamo fare, noi ebrei Italiani spora, è accecata dal mito del militarismo, che sembra l'unica garanzia di salvezza, perché si hanno negli occhi ancora le immagini degli ebrei buttati come cenci sporchi nei vagoni blindati. Mai più deboli, mai più vilipesi, mai più vittim e . Israele-Faust ha fatto allora un patto con un Che in questi giorni so- neo-Mefistofele: mai no in piazza comunque, più vittima, vittime sacome mi ha assicurato ranno «gli altri». una rappresentante di New Profile, una delle Ma non esisterà nessuna organizzazioni che ade- catarsi un questa nuova riscono alla Coalition of edizione del Faust, nesWomen for a Just Pea- sun «fermati sei bello». ce. Solo il baratro dell'ignominia di uno Stato che La maggioranza, in Isra- da faro possibile di ciele e anche nella Dia- viltà e di redenzione si (Continua da pagina 22) gli ebrei della diaspora, quei pochi che alzano la voce contro la loro politica distruttiva ed autodistruttiva: voi non siete qui, la pelle è la nostra, noi ci difendiamo. Chiamano traditori o rinnegati i loro dissidenti interni, anche loro una minoranza vocale ma numericamente esigua. muta in canaglia inter- aiutare ad uscire da quenazionale. sto nuovo carnaio. Che possiamo fare noi ebrei italiani per esprimere il nostro orrore e il nostro rifiuto di fronte a questo nuovo salto di qualità nella discesa agli inferi della politica israeliana ? Vogliamo tacere e macinare il nostro disgusto e la nostra rivolta davanti alle immagini di dolore lancinante dei civili libanesi e palestinesi ? L'inettitudine della diplomazia è stata finora somma, solo la volontà di pace delle persone di buona volontà ci può forse ancora una volta Propongo che come singoli e in silenzio, senza alcuna etichetta ci si ritrovi davanti alla Sinagoga di Roma, il venerdì sera prossimo, con un semplice cartello di cartone che ognuno di noi può scriversi a casa, che dica: «Nessuna soluzione militare ai problemi politici in Medio Oriente. Applicazione di tutte le risoluzioni dell'Onu. Solo il negoziato conduce a una pace sostenibile». http:// www.ilmanifesto.it/ Quotidianoarchivio/01-Agosto2006/art26.html Il premier ha riferito il nuovo bilancio delle vittime Siniora: «900 morti in Libano» Oltre 3mila il numero dei feriti mentre gli sfollati sono un milione, un quarto dell'intera popolazione da Il Corriere della Sera (3 agosto 2006) BEIRUT Il bilancio delle vittime in Libano in tre settimane di offensiva israeliana contro i guerriglieri Hezbollah ha raggiunto la cifra di 900 morti. Lo ha detto il premier libanese Fuad Siniora. Il numero dei feriti è di oltre 3000 e quello degli sfollati ha raggiunto il milione, un quarto dell'intera popolazione del Libano, ha detto il premier secondo quanto ha riferito l'emittente Tv libanese Lbc. A CANA LE VITTIME SONO STATE 28 Sarebbero 28, non 52, come era stato inizialmente indicato, le vittime del bombardamento israeliano di Cana. La nuova stima è stata fornita da fonti sanitarie libanesi. I responsabili dell'ospedale civile di Tiro, dove sono state portate tutte le vittime del bombardamento di domenica scorsa, hanno precisato che fra i 28 morti accertati ci sono 16 minori. Hanno segnalato anche nove feriti. Secondo i residenti di Cana e la protezione civile, al bilancio vanno aggiunti 11 dispersi. Questi dati collimano con le stime di Human Rights Watch, che elenca i nomi di tutte le vittime, appartenenti a due nuclei familiari, Shalhub e Hashim. Il bilancio iniziale era stato sti- lato sulla base dei nomi iscritti nel registro delle persone che si erano rifugiate nei locali sotterranei del fabbricato prima del bombardamento. PAESI MUSULMANI CHIEDONO IL CESSATE IL FUOCO Molti paesi musulmani, tra i quali chiedono un cessate il fuoco immediato in Medio Oriente e sono disponibili a contribuire con proprie truppe alla formazione di una forza multinazionale sotto mandato Onu da dispiegare in Libano. È quanto emerge da una riunione straordinaria dell'Organizzazione della conferenza islamica (Oci) dedicata alla crisi mediorientale. Al vertice, in corso in Malaysia, sono stati invitati i leader dei 57 Paesi islamici che aderiscono all'organismo. «Molti Paesi -ha osservato a margine della riunione Ekmeleddin Ihsanoglu, segretario generale dell'Oci- hanno espresso la propria disponibilità a inviare truppe che agiscano sotto la bandiera delle Nazioni Unite». Questi Paesi -ha aggiunto il responsabile«hanno chiesto all'Organizzazione di essere più attiva nel processo di pace e nella ricostruzione del Libano dopo un cessate il fuoco». ♦ 24 Giustizia e Libertà MEDIO ORIENTE 6 Agosto 2006 D'Alema: «Israele sta sbagliando» da l’Unità, 02.08.2006 Con i bombardamenti sul Libano, «in sole tre settimane Israele è riuscito a dilapidare il più alto consenso internazionale mai avuto». Non usa mezzi termini il titolare della Farnesina Massimo D'Alema, in audizione in commissione Esteri congiunte di Camera e Senato. Citando un articolo comparso sulla stampa internazionale D'Alema ha ribadito che lo stato di Israele «sta commettendo un errore», perché il proseguire delle ostilità sta determinando «una spinta di reazioni radicali nell'area che determina una situazione molto, molto difficile». Insomma, per il ministro degli Esteri, in u- n'area costituita da «centinaia e centinaia di milioni di persone, uccidere 300 combattenti al prezzo di molte vite innocenti, non è solo controproducente dal punto di vista umanitario, ma è inutile dal punto di vista politico. «E per spirito di amicizia nei confronti di Israele, mi sento di ripetere che sta commettendo un errore, perché sta determinando una situazione in cui i pericoli per Israele saranno accresciuti». Nel corso dell´audizione D´Alema ha annunciato inoltre che anche un rappresentante italiano parteciperà ì a New York alla riunione preliminare del Consiglio di sicurezza dell'Onu per la costituzione di una forza internazionale di interposizione in Libano. Ed ha definito la decisione della Francia di non essere presente «una posizione molto drastica». Il ministro ha comunque ribadito di temere che «il perdurare del conflitto renda impossibile la costituzione di una forza internazionale» la cui costituzione, con un ruolo decisivo dell'Ue, «sarebbe un fatto importante anche per l'Europa che conterebbe di più in Medio Oriente, a differenza di quanto accaduto negli ultimi anni». Fatto sta che resta l'incertezza nel negoziato al Palazzo di Vetro sulla bozza di risoluzione sul Libano. Lo scontro si consuma dietro le quinte fra le delegazioni di Stati Uniti e Francia. Alla riunione, programmata inizialmente per lunedì e poi rimandata in attesa di una maggiore «chiarezza politica» a giovedì e poi ancora a data da stabilire, dovrebbero partecipare una quarantina di Paesi. Il "no" francese riflette la divergenza con gli Stati Uniti sulla strategia: per Parigi resta impensabile un dispiegamento che non preveda prima un cessate il fuoco e un accordo politico globale. Adesso la Francia conta di avere l'appoggio europeo. Ma cruciale resta la posizione che assu- merà all'Onu la Gran Bretagna, dotata del diritto di veto. La Casa Bianca (anche gli Usa hanno potere di veto) è fiduciosa di poter arrivare a breve a una risoluzione del Consiglio che stabilisca un cessate-il-fuoco. «Credo sia prudente parlare di giorni anche se non possiamo dire con sicurezza se sarà alla fine di questa settimana o all'inizio del- la prossima», ha spiegato il portavoce del presidente George W. Bush, Tony Snow. Tuttavia gli Usa . pretendono che il documento dia assicurazioni che Hezbollah smetterà di operare come milizia indipendente . «Un cessate-il-fuoco immediato senza garanzie che ambo le parti lo rispetteranno non è un cessate-ilfuoco, è un'illusione» ha ribadito Snow. Israele ha annunciato che deporrà le armi solo dopo l'arrivo del contingente internazionale. ♦ 6 Agosto 2006 INTERNI Giustizia e Libertà 25 INDULTO per il CALCIO P. D. R. Il mondo del calcio chiude la sua annata regalandoci l'ultima sorpresa. L'indulto appena approvato dal parlamento sembra idealmente aver toccato anche il campionato del gioco più amato dagli italiani, come qualcuno aveva chiesto dopo la vittoria ai campionati del mondo. Quella della Corte d'appello è una sentenza che di fatto annulla la penalizzazione al Milan. Partire da meno 8 punti suona praticamente più come una punizione simbolica che effettiva. Visti i tanti campioni presenti nella sua rosa, anche con tutta la penalizzazione il prossimo anno potrebbe, almeno teoricamente, perfino vincere lo scudetto. Non solo ma grazie alla sentenza di appello ora gli viene concesso perfino di rappresentare l'Italia alla prossima Champions League, consentendogli di non perdere neanche i lauti diritti televisivi che vanno ai club che giocano questa manifestazione. Un po' meno bene va alle altre squadre, Lazio e Fiorentina, costrette a lottare per restare in serie A, anche considerando l'organico sicuramente inferiore, mentre decisamente male va alla Juventus, comunque retrocessa in serie B con 17 punti di penalizzazione, ma effettivamente una simile punizione ci sembrava scontata alla luce delle intercettazioni che tutti abbiamo avuto modo di leggere. della sentenza, in Italia abbiamo ben tre quotidiani su cui è possibile trovare commenti a riguardo. La nostra considerazione vuole invece essere da un lato di tipo sociale, dall'altro, lo crediamo necessario, di tipo politico. Veniamo da anni in cui non sentiamo altro che contestazioni verso una classe, quella dei magistrati, colpevole di colpire sempre e comunque in un'unica direzione, quella degli interessi come invece minacciano gli altri clubs colpiti, chiara dimostrazione di come questa sentenza gli aggradi. Non c'è di che meravigliarsi. Solo poche righe sopra facevamo notare come la penalizzazione subita dal club rossonero sia veramente minima sotto il profilo sportivo, e inesistente, sotto quello economico. Anzi, la pesante penalizzazione subita dalla Juventus ha fatto sì da togliere un pericoloso "...Ma si consideri che la clemenza è la virtù del legislatore e non dell'esecutor delle leggi; che deve risplendere nel codice, non già nei giudizi particolari; che il far vedere agli uomini che si possono perdonare i delitti e che la pena non ne è la necessaria conseguenza è un fomentare la lusinga dell'impunità, è un far credere che, potendosi perdonare, le condanne non perdonate siano piuttosto violenze della forza che emanazione della giustizia. Che dirassi poi quando il principe dona le grazie, cioè la pubblica sicurezza ad un particolare, e che con un atto privato di non illuminata beneficenza foma un pubblico decreto d'impunità. Siano dunque inesorabili le leggi, inesorabili gli esecutori di esse nei casi particolari, ma sia dolce, indulgente, umano il legislatore." reali motivi che hanno portato ad una simile decisione. Ci sembrano infatti puerile affermare che Leonardo Milani, l'uomo del Milan "addetto agli arbitri", non sia un dipendente della società ma u n s e m p l i c e "precario", con un contratto da co.co.co. Egli, infatti, non poteva che ricevere ordini dalla dirigenza della società per la quale lavorava, perseguendone interessi e finalità, in modo non certo diverso da quello che hanno fatto gli altri dirigenti delle altre società assunti a tempo indeterminato. Crediamo invece che i veri motivi che hanno portato ad una simile sentenza siano ben diversi. Tra tutti spicca il motivo economico. Mediaset è una delle società che maggiormente finanzia la Lega Calcio da cui riceve il diritto a trasmettere le partite del campionato e facendo profilare la presenza di un tacito ricatto economico. In altre parole sembriamo trovarci in presenza Cesare Beccaria «Dei delitti e delle pe- di una decisione figlia di quel conflitto di interesne», § XLVI, "Delle grazie si che da anni pervade economici berlusconia- avversario dalla circola- ogni aspetto della vita ni. zione per i prossimi an- italiana. Oggi, improvvisamente, ni, riducendo il numero scopriamo come questo di pretendenti allo scu- In tal senso dovrebbe far assioma non sia più va- detto e consentendo ai ben riflettere la decisiolido, anzi, le recrimina- "diavoli" di rafforzarsi ne dell'UEFA che a zioni da parte della diri- grazie alla fuga di cam- margine dello scandalo genza rossonera si fan- pioni in atto dal club arbitrale in cui è stato no improvvisamente bianconero. coinvolto, ha sì accettamoderate e la società to l'iscrizione del Milan annuncia ufficialmente Pur avendo letto le mo- alla Champions League, di non voler fare alcun tivazioni della sentenza, non poteva fare diversaMa non siamo qui per ricorso al TAR, contro non siamo ancora con- mente, ma con diffida. fare un'analisi sportiva la sentenza di appello, vinti che siano questi i (Continua a pagina 26) INTERNI 26 Giustizia e Libertà 6 Agosto 2006 INDULTO per il CALCIO (Continua da pagina 25) Ma il triste finale di calciopoli non è l'unica polemica che ha tenuto banco in questo finale di stagione, (in attesa delle polemiche più facete che accompagneranno il campionato). Ve n'è stata un'altra legata all'ormai famosa "testata" da parte di Zidane nella finale dei mondiali verso il giocatore italiano Materazzi. Non è la prima volta che il francese ha un simile comportamento che ha già messo in atto in altre due differenti occasioni. La difesa di “Zizou”, come viene chiamato affettuosamente dai tifosi transalpini, è incentrata sugli insulti ricevuti dal giocatore italiano riguardanti le "donne della sua famiglia". Non sappiamo se l'insulto d Materazzi fosse veramente offensivo o se invece è Zidane ad essere particolarmente sensibile, sta di fatto che vedendo le immagini si osserva chiaramente un lungo battibecco che precede il momento della reazione, e non crediamo certo che le frasi usate da Zidane in quel momento siano state molto carine e tranquille. Non staremo certo qui a giustificare gli insulti che indubbiamente sono da condannare, ma non possiamo neanche essere così ipocriti da negare che fatti di questo genere siano la normalità su un campo di pallone. E' per questo che generalmente viene punita solo la reazione dell'offeso, il comportamento più grave e allo stesso tempo anche più evidente. Significativi in tal senso sono due casi che hanno interessato proprio giocatori italiani, come nel ‘94 quando Tassotti venne stangato senza pietà per la gomitata a Luis Henrique e, nel 2004, quando Totti venne linciato per lo sputo a Poulsen mentre oggi Zidane la passa praticamente liscia e Materazzi viene equiparato, nell'entità della squalifica, proprio a Zizou quando passeggiò sulle schiene degli avversari (Francia ‘98, partita Arabia-SauditaFrancia) o spaccò loro gli zigomi (Champions League 2000, partita JuveAmburgo). considerazione in campo internazionale neanche in campo calcistico, come dimostra anche la vergognosa assenza di Blatter, presidente della FIFA, alla cerimonia di premiazione della finale dei mondiali. Da anni ormai l'Italia calcistica non esprime un dirigente di livello internazionale con il quale contare un po' di più nell'Europa e nel mondo calcistico. Speriamo che ora la vittoria di questo mondiale possa essere il segno di una inversione di tendenza. P. D. R. Il vero guaio è, come sta capitando negli ultimi anni, che l'Italia non viene tenuta nella giusta JUVENTUS in Borsa di P.D.R. Si è molto parlato in queste ultime settimane di moggiopoli, lo scandalo delle partite truccate che hanno avvantaggiato il campionato della Juventus. I commenti hanno sviscerato praticamente tutti gli aspetti della questione, ma a nostro avviso hanno dimenticato di affrontare un punto particolarmente importante e delicato del discorso. La Juventus è stata la terza società calcistica ad essere stata quota in Borsa, dopo Lazio e Roma. Come le altre due società l'andamento del titolo, fina dal suo collocamento, ha conosciuto una progressiva discesa, non ostante ci si trovasse di fronte ad una squadra particolarmente blasonata, con un numero di sostenitori elevato sia in Italia che all'estero. Ciò fino ad assestarsi ad un valore compreso tra 1,3 e 1,4 euro, secondo questo è (Continua a pagina 27) INTERNI 6 Agosto 2006 Giustizia e Libertà 27 J U V E N T U S in Borsa (Continua da pagina 26) quanto possiamo osservare dal grafico riportato. Osservando sempre il grafico cominciamo a notare come nel mese di marzo ci sia un rialzo. Questo ancora non ci insospettisce, potrebbe benissimo essere la conseguenza del buon andamento in campionato e della possibile conquista dello scudetto. Il problema giunge invece ad aprile, quando il rialzo si trasforma in una impennata. Il titolo sfiora i due euro (a cui segue un piccolo calo dovuto probabilmente ad alcuni investitori che hanno pensato bene di vendere le loro azioni per portarsi a casa qualche soldino), prosegue la sua corsa fino a 2,25 e oltre, fino a superare il prezzo di collocamento. Quindi giunge il crollo, quello causato dallo scandalo Moggi. Ora noi di G&L ci siamo chiesti a cosa può essere dovuto questo rialzo così consistente proprio nell'imminenza delle prime fughe di notizie sulle indagini in corso. E' l'effetto scudetto, commenterà qualcuno, ma noi non ne siamo convinti. La conquista dello scudetto era un fatto abbastanza scontato, non un evento imprevisto. Il primo posto in classifica era già compreso nel prezzo del titolo e al massimo si potrebbe giustificare un suo increm e n t o contenuto. D'altronde questa situazione è simile a quanto si è già verificato in occa- sione della conquista del terzo titolo da parte della Roma, come è possibile vedere dal sec o n d o grafico allegato. Al contrario, un a n d a mento di questo genere, in assenza di eventi che giustifichino forti rialzi, lo ritroviamo quando esiste un operatore, molto forte e danaroso, che cerca di liberarsi delle proprie azioni nell'imminenza di un crollo. Prima compra facendo salire il prezzo, seguito da tutti coloro che sperano di sfruttare l'onda della speculazione, e poi comincia a vendere, non solo le azioni che ha ap- pena acquistato, ma anche le altre che aveva precedentemente nel portafogli. Avrà sempre delle perdite, è ovvio, ma sicuramente più contenute che se non le avesse vendute affatto. La differenza tra i due operatori, quello forte e quello che spera di sfruttare l'onda della speculazione, sta nelle informazioni di cui i due sono in possesso. Il primo sa dell'imminente crollo, ovvero sa delle inchieste della magistratura e dei prossimi avvisi di garanzia, il secondo no. A tal fine riterremmo allora opportuno che la Consob, prima, e la magistratura, poi, svolgessero delle ulteriori indagini per capire se non si prossa profilare il reato di "insider trading", ovvero di operazioni sul mercato da parte di operatori in possesso di informazioni riservate e pertanto non deputati ad operare. PdR DOSSIER ONU 28 Giustizia e Libertà 6 Agosto 2006 Hanno fatto un deserto e lo chiamano pace (Continua da pagina 3) sessant'anni indietro se non addirittura a Caino e ai figli di Caino. Meglio lasciar perdere. Ma c'è un punto che mi sembra importante segnalare. Riguarda la Rice. E Bush. E anche Blair. Hanno detto tutti e tre, quasi simultaneamente, che i "lutti collaterali" causati dai bombardamenti israeliani sono estremamente spiacevoli ma purtroppo inevitabili. Ed hanno aggiunto che proclamare un "cessate fuoco" senza varare prima un piano di pace sostenibile sarebbe del tutto inutile. Perciò si affretti la pace. La tregua d'armi verrà come inevitabile conseguenza. Questo modo di ragionare obbedisce sicuramente a una sua logica, ma anche ad una sua follia. Sarebbe come se un poliziotto, cogliendo in flagranza un gruppo di stupratori all'opera, si astenesse dall'intervenire in attesa che il governo vari una solida legge per impedire e combattere gli stupri. Di fatto questo è avvenuto al vertice di Roma. Il disco verde al proseguimento della strage l'ha dato la Rice postergando la cessazione dei bombardamenti alla pace, e l'hanno ribadito sia Bush sia Blair con le stesse parole del segretario di Stato. Il governo e l'esercito di Israele ne hanno preso atto continuando a sparare su "ogni cosa che si muove" nel Libano meridionale. E su ogni cosa che abbia un valore pubblico, industriale, civile, nel Libano centrale e settentrionale. Il vertice di Roma poteva almeno imporre la cessazione dei bombardamenti nel Libano settentrionale e centrale, tollerando che la guerra continuasse nelle zone occupate da Hezbollah e soltanto in quelle. Ma neanche questo si è potuto ottenere a causa del veto a discutere la questione imposto dalla Rice. *** A Roma il presidente libanese Fouad Siniora ha detto nel corso del vertice e dirigendosi al segretario di Stato americano: "Hanno fatto un deserto e l'hanno chiamato pace". Citava Tacito. Poche ore dopo, parlando a una folta assemblea di militanti del Partito democratico, Bill Clinton è rientrato sul sentiero di guerra in vista delle prossime elezioni presidenziali e ha detto: "Bush deve dirci se intende ammazzare tutti i nemici dell'America - il che è evidentemente impossibile - oppure cominciare a parlare con qualcuno di loro". Parole sagge, ma con chi ? Il suo ex consigliere alla Sicurezza nazionale, intervistato dalla Cnn, ha detto: "Al tavolo del vertice di Roma mancavano i veri belligeranti, la Siria, l'Iran. Si può arrivare alla pace senza discutere almeno con uno di loro ?". Per il niente che vale ho scritto esattamente le stesse cose domenica scorsa nell'articolo intitolato: "Se non si vuole la guerra, chi firma la pace ?". Evidentemente si puntava alla pace dei vincitori da imporre ai vinti, ma l'obiettivo non mi sembra a portata di mano. Perciò la strage degli innocenti continua. con sufficiente attenzione le dispute tra Di Pietro e Mastella, tra Diliberto e Giordano e tra Malabarba e il resto del mondo. Dirò soltanto che spesso queste risse di cortile messe in moto per questioni di visibilità, restano al di sotto della visibilità stessa. Minimalia. Post scriptum. Ma poiché anche dei "minimalia" bisogna occuparsi, lo farò il prima possibile. Nel frattempo non posso che definire queste risse e i relativi rissanti come disprezzevoli. Non bisognava farli ministri. Non bisognava dargli un seggio in Parlamento. Ma questo purtroppo è il senno del poi, da mettere in memoria per il futuro. Come sempre, ai "minimalia" del centrosinistra fanno da imponente controcanto quelli del centrodestra. Così l'equilibrio è per ora assicurato. Avrei dovuto scrivere anche di quanto è accaduto e accade nel cortile di casa nostra. La sentenza della giustizia sportiva redatta a "furor di popolo". Il voto sulla questione di fiducia posta sull'Afghanistan e i disobbedienti domati ma non domi. Il voto trasversale sull'indulto. La questione dell'allargamento della maggioranza. La lotta dei professionisti contro il decreto di liberalizzazione di Bersani. Si tratta di temi e problemi di grande impor- Eugenio Scalfari tanza ma è altrettanto la Repubblica chiaro che, fin quando 30 luglio 2006 avremo l'incendio della guerra in Medio Oriente sarà difficile seguire Giustizia e Libertà Periodico Politico Indipendente Autorizzazione Tribunale di Roma n° 540/2002 del 18.09.2002 Proprietà: L. Barbato Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma E-Mail: [email protected] Fax: (+39) 06.6227.6293 Direttore Responsabile: Luigi Barbato Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Antonia Stanganelli