n° 189 - prima pagina

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n° 189 - prima pagina
6 Agosto 2006
Giustizia e Libertà
Anno 5 - n° 189
WWW.GIUSTIZIA-e-LIBERTA.COM
Distribuzione telematica
Anche la sopportazione all’idiozia ...
di GL
(a pagina 2.3)
Hanno fatto un
deserto ...
di Eugenio Scalfari
(a pagina 2, 3, 28)
Parlamento alla
deriva
di Alessandro Menchinelli
(a pagina 4)
I giorni di Berlusconi
di Furio Colombo
(a pagina 4, 5)
Berlusconi: Casini…
di Luciano Seno
(a pagina 5)
Comprati e venduti
di Ferdinand
(a pagina 6,7)
Indulto “si” / “no”
(a pagina 7)
Clemente da ...
(a pagina 7,8)
di Masaniello
Gradimento del
Governo
da ISPO
(a pagina 8)
Prodi strizza l’occhio
di Frida Nacincovich
(a pagina 9)
L’ “Allargamento”...
di AA.VV.
(a pagina 9 - 11)
Sondaggio sull’ ...
da www,repubblica.it.
(a pagina 9 - 11)
… manovra bis
da Corriere della Sera
(a pagina 11)
Salva-Previti …
(a pagina 12)
E’ un indulto ...
(a pagina 13)
di Marco Travaglio
Avvenimenti del
MedioOriente
da AA.VV.
(a pagina 14 - 24)
Indulto per il calcio
di P. D. R.
(a pagina 25, 26)
Juventus in borsa
di Paolo Di Roberto
(a pagina 26, 27)
Periodico Politico Indipendente
Copia gratuita
VOTO “NO”
sui reati finanziari
di Furio Colombo (l’Unità, 29 luglio 2006)
La legge sull’indulto
così come è stata concordata con l'opposizione ha diviso il Parlamento, ha scheggiato la
compattezza del centrosinistra, intaccando anche il governo.
Tutto ciò avveniva
mentre al Senato gli avvocati di grandi ed importanti colpevo1i di
reati finanziari, vestiti
da senatori della Repubblica, hanno organizzato manifestazioni di
stampo teppistico come,
nei peggiori pub di Caracas (per citare uno
spot pubblicitario).
Questo loro attivismo
distruttivo non poteva
non richiamare la qualità particolarmente perversa dei reati finanziari, che essi hanno ripetutamente protetto o
condonato nella precedente legislatura.
Sono reati che ricadono
a pioggia su un numero
molto alto di cittadini.
E negano -come fatto e
come valore- la legalità
di tutto il Paese.
È il senso di cinque anni di governo di Berlusconi.
Questa riflessione non
ha niente a che fare con
i comportamenti del ministro Di Pietro o con le
dichiarazioni di Leoluca
Orlando o con le accuse
a chi ha cercato di salvare a ogni costo la legge
sull'indulto pensando
all'ansiosa aspettativa
creata nelle carceri.
le leggi-vergogna.
Infatti molti di coloro che
ci votano provano ripugnanza per l'infimo livello morale che i reati finanziari, o il condono di
essi, mostrano e diffondono.
Durante la campagna elettorale non ho mai incontrato elettori distratti
o indifferenti sulla questione della legalità e moralità.
È la ragione più importante per non poter accettare l'inclusione dei
reati finanziari in questa
legge.
Perciò, “NO”.
Se mai mi influenzano le
opinioni competenti di
senatori come Gerardo
D'Ambrosio.
Ho firmato con lui una
proposta di legge sulla
immigrazione che -se
approvata- potrà liberare
subito molte migliaia di
detenuti.
La questione grave e
drammatica ha due facce: la realtà socialmente
devastante del reato finanziario, da Previti a
♦
Moggi. E
la bandieINDULTO
ra della
illegalità
che
tali
reati, estesi, ripetuti e
sempre
poco puniti, fanno sventolare sulla nostra
Repubblica.
Perciò ha
fatto bene
Fassino
ad annunciare subito
la
cancellazione del-
2
Giustizia e Libertà
INTERNI
6 Agosto 2006
Anche la
Hanno fatto un deserto e
Sopportazione
lo
chiamano
pace
di Eugenio Scalfari (la Repubblica, 30.07.2006)
all’idiozia
stato il vertice ne.
nei saloni della Farha un limite C'è
romano sul Libano,
nesina di un prestidi GL
Lunedì 31 luglio scorso sul
Corriere della Sera nell’articolo “Coalizione allargata.
Prodi non si oppone” di
Francesco Alberti abbiamo letto che Bonaiuti, portavoce di
Berlusconi, ha attaccato Fassino e
Rutelli: «Aprono all’opposizione al Senato, ma chiudono sulla
Rai dove, dopo presidente e direttore generale, vogliono anche il Cda».
Siamo stati sempre contrari a
prendere le mosse da qualche frase, per iniziare a fare una polemica. Abbiamo sempre preferito
prendercela con un atto politico e
non con una “esternazione”.
Ma tutto ha un limite!
L’imbecillità, la malafede
(politicamente parlando) contenuta nella parole di Bonaiuti è
tale che non può rimanere senza
una risposta.
Innanzi tutto vorremmo dire che
non ci saremmo mai aspettato
simili espressioni da uno come il
Bonaiuti che, pur essendo il portavoce del EX-presidente arcoriano, avevamo l’impressione che
fosse un uomo dotato di una certa
intelligenza, di quel tanto di autocoscienza e senso del ridicolo che
gli avrebbero dovuto impedire di
fare di simili affermazioni.
Per dirla in breve, che scendesse
al livello (ahimé) di un Bondi,
non ce lo saremmo mai aspettato.
Con che faccia di corno
(metaforicamente parlando) ha il
coraggio di accusare il centrosinistra di “chiudere” «sulla Rai
dove, dopo presidente e direttore generale, vogliono anche il
Cda», dopo che il suo padrone,
aveva fatto quel macello che tutti
ricordano: allontanamento di Biagi, Santoro, Luttazzi (ukase bulgaro) censura a Sabrina Guzzanti
(Continua a pagina 3)
c'è stata la richiesta
dell'Onu di una tregua di 72 ore per poter attivare i convogli
umanitari, c'è stato
l'incontro "risolutivo" di due giorni fa
tra Bush e Blair che
hanno incoraggiato il
Consiglio di sicurezza a studiare "immediatamente" un piano di pace per il Medio Oriente a cominciare dall'invio d'una
forza militare dell'Onu che si interponga
"attivamente" tra i
due Stati allo scopo
di disarmare Hezbollah e mantenere la
pace che ne seguirà.
Condoleezza Rice è
rientrata a Gerusalemme per la seconda volta dopo appena
cinque giorni di assenza.
Massimo D'Alema è
lì arriva oggi per incontrare il governo
d'Israele e l'Autorità
palestinese.
L'altro ieri Abu Mazen, presidente della
suddetta
Autorità,
era a Roma dove ha
discusso per oltre un'ora con Prodi e poi
con Napolitano.
Insomma il lavoro
politico e diplomatico di tutta la Comunità internazionale e
soprattutto delle potenze che contano
procede "freneticamente" per arrivare
al più presto ad un
cessate il fuoco in
Libano e nella striscia di Gaza e instaurare
una
pace
"stabile e sostenibile" in tutta la regio-
* **
Nel frattempo la strage degli innocenti
prosegue e non si sa
se e quando avrà termine.
Prosegue in tutto il
Libano,
prosegue
nella striscia di Gaza
e prosegue naturalmente a Bagdad.
Per quanto riguarda
la capitale irachena i
morti
ammazzati
quotidiani sono diventati una rubrica
alla quale non si fa
più caso.
Cinquanta,
cento,
centocinquanta ?
C'è un titolo da qualche parte del giornale e qualche riga di
notizia.
Eppure quello di Bagdad è il tumore centrale, le altre sono
metastasi salvo la
strage tra israeliani e
palestinesi che dura
da almeno sessant'anni con intervalli
sempre più ravvicinati.
Da quattro anni è anch'essa
diventata
quotidiana come a
Bagdad.
Ci si è domandato in
questi giorni se il
vertice di Roma sia
stato un successo oppure un fallimento.
Se abbia dato il disco
verde al proseguimento della strage
degli innocenti in Libano o ne abbia predisposto la cessazione.
Insomma se è servito
a produrre qualcosa
di nuovo o soltanto
una breve merenda
gioso gruppo di Vip
internazionali,
frastornati
dall'anticiclone
africano.
Bisogna esser chiari
su questioni così delicate.
Distinguere fra ciò
che proclamano i
protagonisti interessati e ciò che realmente è avvenuto.
Diciamo questo:
1. Dal punto di vista
italiano il vertice è
stato un reale successo. Ha visto il rientro
del nostro paese tra
le potenze europee
che hanno un ruolo.
Condoleezza
Rice
(ma anche Bush)
hanno capito che il
governo Prodi può
essere un canale politico-diplomatico
utilizzabile nei confronti dei palestinesi,
dei siriani, del Libano e perfino di Hamas.
Perfino di Teheran.
Come Mubarak. Anzi meglio di Mubarak.
E assai più utile di
quanto non sia stata
la fervida amicizia
tra Bush e Berlusconi.
Perfino il ritiro del
contingente militare
da Nassiriya è stato
un fatto positivo dal
punto di vista del dipartimento di Stato
Usa: ha dato una preziosa credibilità al
governo Prodi spendibile sul piano della
diplomazia internazionale.
(Continua a pagina 3)
INTERNI
6 Agosto 2006
Hanno fatto un deserto e lo chiamano pace
(Continua da pagina 2)
2. Dal punto di vista
della tregua d'armi, il
flop del vertice di
Roma è stato totale.
La Rice l'aveva esclusa
addirittura
dall'agenda di lavoro
e così è stato, salvo
uno scambio di battute piuttosto acceso
tra lei e il rappresentante francese.
Anche del tema di
Gaza non si è parlato.
Si spera che sia in
agenda almeno nel
secondo sopralluogo
di "Condy" a Gerusalemme.
Per la tregua d'armi
il governo d'Israele
ha risposto alla richiesta di sospensione dei bombardamenti per ragioni umanitarie
dicendo
che si tratta d'una
richiesta priva di
senso.
Eventuali
accordi
tecnici per la protezione dei convogli
umanitari
saranno
presi dai dirigenti
locali della Croce
rossa con i comandi
dell'esercito israeliano. Punto e basta.
Hezbollah dal canto
suo ha dichiarato che
i due soldati israeliani prigionieri saranno consegnati a una
"parte terza" pronta a liberarli quando
si saranno verificate
le condizioni per uno
scambio.
Che per ora non ci
sono.
3. Una situazione di
stallo analoga si registra a Gaza, dove
Hamas ha dichiarato
che il soldato israeliano rapito da una
banda "amica" di
Hamas, sarà reso all'avverarsi delle con-
dizioni poste dai rapitori.
Di fatto sia Hezbollah che Hamas hanno rapito per essere
riconosciuti
come
partiti contraenti.
Esattamente la stessa
richiesta delle Br allo Stato italiano nel
1978 ai tempi del
rapimento Moro.
Con una differenza
sostanziale: dietro le
Br non c'era nessuna
potenza straniera e
nessun movimento
popolare apprezzabile; dietro i due rapitori di soldati israeliani ci sono invece
siriani e iraniani e
cospicui settori del
fondamentalismo
musulmano,
sciiti,
sunniti,
wahabiti,
unificati dal comune
nemico americano.
Il vertice di Roma tanto per dire- avrebbe dovuto tenersi al
Cairo o a Sharm el
Sheik ma Mubarak
ha declinato l'offerta
per non sollevare l'odio anti-Usa e antiOccidente della opinione pubblica egiziana.
Così, di rimpallo,
siamo arrivati al vertice di Roma.
***
Intanto, come abbiamo già ricordato, la
strage degli innocenti procede.
Siamo tornati alla
brutalità dell'Iliade,
anzi ancora più indietro: dopo le battaglie tra Achei e
Troiani, i messaggeri
dei due eserciti stipulavano una tregua
per seppellire i morti
con i dovuti onori e
recuperare i feriti.
Ma qui nemmeno
questo accade.
L'altro ieri, secondo i
calcoli della Croce
rossa e del governo
di Beirut, i civili
morti sotto le bombe
e le cannonate israeliane erano arrivati a
seicento.
Mentre
scriviamo
saranno certamente
aumentati.
I feriti sono migliaia.
La distruzione di infrastrutture civili e
industriali (oltre che
di edifici di abitazione) è in corso in tutto il Libano dal sud
al nord.
Così pure prosegue
il lancio dei razzi
"Katyusha" sui villaggi israeliani della
Galilea fino a Nazareth e a Tiberiade, su
Haifa e oltre, mentre
Tiro e Sidone sono
stati ridotti a silenziosi cimiteri dalle
bombe di Israele.
I "Katyusha" lanciati da Hezbollah in
17 giorni di guerra
sono stati 1500, le
perdite civili israeliane sono una ventina o poco più, ma
non è questione ovviamente di contabilità tra morti ammazzati da una parte e
dall'altra.
La reazione israeliana è stata sproporzionata ?
Chi stabilisce la proporzione ?
Paragonando i numeri delle vittime la
sproporzione sarebbe evidente, ma il
criterio non può che
essere soggettivo.
Per i palestinesi e
per Hezbollah l'aggressore è Israele;
per Israele gli aggressori sono loro.
Ho già scritto domenica scorsa che la
disputa sull'aggressore ci riporterebbe
(Continua a pagina 28)
Giustizia e Libertà
3
Anche
la sopportazione
all’idiozia ha un limite
(Continua da pagina 2)
(RaiOT), allontanamento di Paolo
Rossi (voleva recitare un brano
dell’antica Grecia) solo per fare
qualche nome dei tanti a cui è stato impedito l’accesso in TV
(senza voler passare sotto silenzio
tutti gli altri); vogliamo dimenticare il Cda e il DG erano totalmente soggetti alle sue particolari
idee politiche ? e l’allontanamento
di Lucia Annunziata ? la spartizione delle Poltrone dirigenziali in
Rai che non trova riscontro neppure nei più oscuri anni di regime
DC ? il passaggio di RAI DUE a
Milano con direzioni vicine alla
Lega ? che il direttore di RAI UNO si chiama Mimum, nome non
certo lontano dal cuore del Cav ?
le sue comparsate nel “salotto politico italiano” (Porta a Porta) diretto e condotto da colui che per la
maggior parte degli italiani era il
suo “servo sciocco” (relata refero,
sempre politicamente parlando)
cui è stato concesso un contratto
principesco e oltretutto a sforarlo
permettendogli di condurre 136
puntate invece delle 100 previste
contrattualmente (tutte pagate extra) ? o ancora i programmi di
“traino” affidati ad a giornalisti
(amici/dipendenti) come, ad esempio, al cosiddetto “Betulla” (alias
Renato Farina) che ci ha afflitto
per mesi e mesi nelle ore di massimo ascolto (il “Betulla”proveniva
da “Il Giornale” che più che un
quotidiano è un “house-organ”
del Cav ?); che alla vigilia del suo
tracollo politico ha ben sistemato
giornalisti più che amici come
corrispondenti in sedi importanti
?; e per finire la nomina illegale di
un DG nella persona di Meocci ex
membro dell’Autority sulle telecomunicazioni, per cui ora la RAI
dovrà sborsare milioni e milioni di
euro di multa ?
Non ricorda tutto ciò il nostro Bonaiuti ?
E’ solamente distratto o è di corta
memoria ?
O vuole -ahimé- mettersi al livello del Bondi nazionale ?
Glielo sconsiglieremmo.
Per il suo bene.
GL
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INTERNI
Giustizia e Libertà
6 Agosto 2006
Parlamento alla deriva
di Alessandro Menchinelli
proprio, prima di tutto,
allo sfascio del Parlamento, essendo questo il baluardo principale dell’intero impianto costituzionale, così come ispirato
dalla Resistenza.
Berlusconi è alla testa del
ribaltone della verità. Con
la più grande faccia tosta
di questo mondo lui e i
suoi scudieri sostengono
in questi giorni che il governo Prodi, con l’imposizione del voto di fiducia,
vuole impedire al Parlamento lo svolgimento della sua autonoma e libera
funzione.
Tutto ciò come non ci fosse stato il recente tentativo di Berlusconi di imporre
la
così
detta
“devolution”
L’attacco condotto dalla
destra berlusconiana contro la Costituzione democratica attraverso la
“devolution” puntava
Berlusconi tenta oggi di
ribaltare la frittata, dando
la colpa agli altri, non
perché si sarebbe pentito
dopo la bocciatura della
sua “devolution”, ma
semplicemente nel tentativo di ottenere per altra via
quello che si riprometteva
prima, e cioè proprio il
declassamento del Parlamento.
Mentre infatti fa strillare
contro l’uso dei voti di
fiducia, che impedirebbero all’opposizione, o parte
di essa, di convergere su
soluzioni concordate in
sede parlamentare con la
maggioranza, o gran parte
di essa, contemporaneamente avverte che in tutti
i casi, anche nelle soluzioni eventualmente concordate, il governo deve
dimostrare di disporre di
una maggioranza autosufficiente, senza della quale
avrebbe l’obbligo comunque di dimettersi.
Cioè il Governo dovrebbe
aprirsi al dialogo con l’opposizione, evitando la
blindatura delle sue proposte e il richiamo permanente alla fiducia dei suoi
sostenitori, ma dovrebbe
ottenere ugualmente da
tutti i suoi sostenitori un
compatto voto di consenso, analogo alla fiducia,
su quanto concordato con
l’opposizione o una parte
di essa.
E’ mai possibile che possa essere accettata una
pretesa che obbligherebbe
il Governo ad ottenere
sempre un voto corrispondente alla fiducia, senza
però formale sua espressione, ma con tutte le conseguenze previste dalla
Costituzione per il caso di
sua assenza ?
Perché non conterebbe a
sostegno del Governo un
largo consenso parlamentare su una proposta concordata nel dialogo con
l’opposizione ?
Perché mancherebbe, si
risponde, il consenso totale di tutta la maggioranza
che ha espresso la fiducia
al Governo.
Ma se questa dovesse essere la risposta come si fa
a protestare che non si
vogliono voti di fiducia ?
Il Governo sarebbe obbligato sempre a chiedere
voti di fiducia.
In verità Berlusconi non
vuole alcun dialogo esercitato nella libertà e nei
poteri del Parlamento,
vuole
semplicemente
stringere in una morsa
diabolica il governo in
carica per farlo cadere e
riprendere poi il suo progetto di riforma costituzionale, tutto fondato sul
contrario di quello che
sostiene oggi, e cioè proprio sulla mortificazione
del Parlamento a favore
dei poteri supremi del Governo.
Il suo giuoco è troppo
scoperto e non incanta,
anche se è vero che a volte purtroppo qualcuno ci
casca anche a sinistra,
quando per esempio per
paura del dialogo, si chiedono blindature in linea di
principio, fuori dal Parlamento.
Alessandro
Menchinelli
I giorni di Berlusconi
di Furio Colombo (L’Unità, 4.08.2006)
.Ecco il passaggio [di Adriano Sofri] a cui mi riferisco: «Rispetto al regime, così come specificamente lo si evocava - come si chiama regime il
ventennio fascista - il
centrodestra era contemporaneamente meno e
più».
«Più, quanto alla morbida capacità di modellare
ed emulare uno spirito
pubblico incattivito, inebetito e furbo. Più, quanto alla più volgare selezione alla rovescia di una
classe pubblica e di go-
verno. Meno, infinitamente meno, quanto all'esercizio di un potere
persecutorio. Non occorreva coraggio per opporsi al centrodestra, non
pendevano la galera o
l'esilio o le bastonate sui
dissidenti. Si poteva, ed
era una vergogna, esser
cacciati dal proprio posto alla Rai, e replicare
canticchiando
"Bella
ciao": ma non per salire
in montagna, o per sbarcare a Ustica o Ventotene».
Poiché è stato l´Unità il
primo e il solo giornale a
parlare di regime come
definizione del governo
Berlusconi, credo di essere chiamato in causa (insieme a Padellaro ero allora
il direttore, e né lui né io
ci siamo mai pentiti del
nostro lavoro) e di avere
un dovere di chiarimento
e di risposta.
La breve rievocazione di
Sofri salta un punto molto
importante, il più importante nella esperienza italiana di Berlusconi: il conflitto di interessi. Una presenza pesante, autorevole
e quasi totale nel mondo
dei media ha fatto di Berlusconi un protagonista
privilegiato sulla scena
mondiale delle comunicazioni.
L´attivismo d´affari e le
partecipazioni rilevanti in
molti altri rami cruciali
dell´attività economica di
un Paese con una ristretta
classe dirigente -banche,
assicurazioni, editoria, finanza- ha posto Berlusconi in condizioni di trovarsi
a un crocevia di conve
nienti incursioni, notate e
non notate, pubbliche e
(Continua a pagina 5)
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Giustizia e Libertà
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I giorni di Berlusconi
(Continua da pagina 4)
segrete, tutte utili sia al
potere che al beneficio
(clamoroso, come si ricorderà) delle sue aziende.
L´esercizio del potere politico, in una situazione
giuridica che assegna al
capo dell´esecutivo assensi, veti, permessi, licenze,
e anche influenza di umori
su molti settori, essenziali
della vita di un Paese, ha
creato un privilegio raro,
forse unico: un potere
pubblico-privato (o una pe
sante sovrapposizione del
privato sul pubblico) senza uguali.
Per fare un esempio, sotto
Berlusconi un giornalista
poteva perdere il lavoro
all´istante ma non trovarne
un altro.
Trovo strano che Sofri abb i a
s c h e r z a t o
sull´«andare in montagna o sbarcare a Ventotene».
È evidente che l´immensa
ricchezza personale ha
messo Berlusconi in condizione di eseguire vere e
proprie operazioni di acquisto del consenso, di
taglio dei canali di comunicazione agli oppositori:
ricordate Enzo Biagi?
Ricordate le «500 accuse»
a l´Unità, allo scopo di
isolare questo giornale ?
Ricordate la forte intimidazione di ogni tentativo
di dissenso anche parziale?
Ricordate il caso Ferruccio De Bortoli ?
Ricordate l´ordine di blocco totale della pubblicità
fatto pervenire agli inserzionisti
potenziali
dell´Unità mediante la frase «testata omicida»,
pronunciata senza obiezioni di alcuno dei presenti in due diverse e popolarissime serate televisive ?
Ci sono anche fatti non
pubblici però gravi e che è
opportuno ricordare, come
le pesanti difficoltà create
in modo aperto e deliberato nella vita d´affari di
alcuni azionisti della nuova Unità.
In questo caso «andare in
montagna» significa che
chi avrebbe potuto cedere
la propria partecipazione
in questo giornale non lo
ha fatto, chi avrebbe potuto tacere non ha taciuto,
firme di primo piano abituate a ben altri compensi
hanno offerto all´Unità il
loro prestigio intatto per
quasi niente, e nessuno
dei giornalisti che hanno
ridato talento e vita a questo giornale si è lasciato
intimidire da scenate pubbliche (comprese le conferenze stampa in cui Berlusconi offriva, incontrastato, giudizi infamanti di
uomo potente sui nostri
giornalisti).
Stiamo parlando di un dominio mediatico che ha
cambiato e cambia ancora
la faccia del Paese.
Mai, prima, si erano sommati un immenso potere
economico, un assoluto
controllo politico (data la
passiva obbedienza del
Parlamento) e la proprietà
di diritto o di fatto di quattro quinti dei mezzi di comunicazione di massa.
L´esilio c´è stato, eccome.
Consisteva non solo
nell´escludere i nemici da
ogni accesso professionale
a tutte le televisioni (infatti anche quelle non immediatamente controllate
si adeguavano) ma anche
nell´impedire citazioni e
riferimenti ai nomi delle
persone messe al bando, e
certamente dell´Unità, del
suo direttore e del suo
condirettore e dei suoi
giornalisti.
L´Unità era il vero obiettivo perché non ha mollato
mai la presa sul cuore del
sistema berlusconiano, il
conflitto di interessi, un
conflitto
che
viene
dall´illegalità e genera illegalità.
Sofri mi potrà dire che la
mia è una «reazione sproporzionata».
Avrebbe ragione se questa
risposta (tutta questa risposta) fosse diretta a lui.
Invece -come si dice nelle
tavole rotonde- devo dirgli
grazie per avere sollevato
il problema.
Ciò che Sofri ha scritto
serve per dedicare questa
breve rievocazione di un
regime mediatico condotto
in modo totalitario e senza
alcuna distrazione o tolleranza, a coloro che pensano di invitare il proprietario personale di quel regime alla Festa della Margherita, come se si trattasse di una allegra serata
con il noto frequentatore
del "Billionaire".
C´era qualcosa in più da
ricordare di quei giorni.
Con l´aiuto di Sofri, abbiamo
potuto
farlo.
Furio Colombo
(L’Unità, 4.08.2006)
Berlusconi: "Casini? E' agosto, Alleato mio
non ti conosco"
di Luciano Seno (RESISTENZA/MEDITAZIONE - 4/08/2006)
Il Cavaliere, in partenza per
le vacanze in Sardegna replica ironicamente sulla necessità di una nuova fase politica.
Ma ne parlerà con Rutelli
Prima di partire per le vacanze in Sardegna, Silvio Berlusconi lancia qualche frecciatina agli alleati.
"Che vuole che le dica... E'
agosto. Alleato mio non ti
conosco...", risponde a un
cronista che gli chiede un
giudizio sulle dichiarazioni
del leader dell'Udc riguardo
alla necessità di una nuova
fase politica.
Poi una battuta per il capo-
«Davanti a una maggioranza in difficoltà il nostro
compito non deve limitarsi ad un ostruzionismo
sterile ma bisogna aprire una nuova fase della politica italiana. Ora andiamo in vacanza, riposiamoci
e soprattutto pensiamo, perché credo che a settembre si aprirà una fase nuova».
gruppo di Alleanza Nazionale Ignazio La Russa, che
aveva espresso irritazione
per l'esclusione di esponenti del suo partito dalle
cene del lunedì ad Arcore:
"Non c'è nessun problema, sarà senz'altro presente in futuro", afferma
l'ex premier.
"Riprenderemo il lavoro
al meeting dove incontrerò Formigoni. Quindi il
faccia a faccia con Rutelli", aggiunge il leader di
Forza Italia prima di lasciare palazzo Grazioli.
Pier Ferdinando Casini, Corsera 3.08,2006
♦
Il grande fratello maggiore. «La crisi mediorientale? Non ho motivo di telefonare a Bush. Mi tengono sempre informato. Tutti questi capi di governo
mi considerano come un fratello maggiore. Mi conoscono come un tycoon. Sanno che un giorno
quando lasceranno il governo e la politica, potrebbero venire a lavorare da me».
S. Berlusconi, La Stampa, 3 agosto 2006
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Giustizia e Libertà
INTERNI
6 Agosto 2006
COMPRATI e VENDUTI
di Ferdinand
Tornando in Italia da un
viaggio all’estero trovo
i giornali impelagati nel
l’approvazione dell’indulto e nelle proteste
senza fine che lo stesso
ha suscitato.
Leggo l’intervento di
“Giustizia e Libertà”
(n.188) sull’argomento
e mi pare opportuno e
ineccepibile.
Come l’Unione, uscita
vincitrice
malconcia
dalle elezioni primaverili, abbia potuto e saputo
cacciarsi in un simile
equivoco, suscitando
proteste e mugugni generalizzati -al punto da
far dire a un galantuomo come
D’Ambrosio d’essersi pentito di
essere sceso in
politica- resta un
grande mistero.
Che tuttavia ha
un nome e cognome:
Clemente
Mastella.
Comprati e venduti è il titolo di
un noto libro di
alcuni anni fa con
cui
Giampaolo
Pansa trattava dei
giornalisti
che,
per puro interesse, cambiano casacca, ideologica
e politica, avvicinandosi o allontanandosi al potente
di turno.
A leggere le vicende italiane di
questi ultimi anni,
c’è da pensare
però che nello
sport di saltare da
una parte all’altra
nessuno
possa
battere certi personaggi del no-
stro panorama politico
meritevoli, per tale propensione, di particolare
attenzione.
Il Mastella nazionale,
ad esempio, -mai l’allocuzione “sii clemente, sii clemente” fu più
appropriata- della minaccia di passare dall’altra parte ha fatto un’arte.
tanto clemente non èdispone di un certo numero di voti che vengono messi a disposizione
del migliore offerente
salvo decidere poi, di
volta in volta, se convenga o meno mantenere fede ai propri impegni.
Se, come accade in questi tempi, il governo è in
bilico e a causa dell’esiguo margine di vantaggio parlamentare non
può perdere nemmeno
un voto, per Clemente è
una pacchia.
Della campagna campana in cui è insediato, il
nostro ha fatto una zona
franca del paese con
cui, volenti o nolenti,
ogni governo deve fare i Si alza la mattina, mette
conti.
a punto una proposta
Clemente cioè -che poi che in qualche modo
possa interessare anche
l’opposizione (che è
sempre bene non perdere d’occhio…), esce di
casa e al primo giornalista che incontra fa sapere che se il governo non
appoggerà la sua proposta, potrebbe anche
prendere in considerazione l’idea di uscire
dalla maggioranza.
Ora è chiaro che in paese poco poco normale,
un personaggio del genere (che succedendo
come Guardasigilli a un
Castelli fa pensare che
tale carica debba essere
sfigata) sarebbe messo
alla gogna e preso a pomidorate in faccia .
In Italia invece il
ministro in questione minacciando e blandendo, fa
passare un indulto
che fa dire a tutti
“ma è proprio
quello che voleva
Berlusconi !”.
Che dire ?
Delle due l’una.
O questo signore si
sta di fatto predisponendo l’ennesimo
passepartout
per un eventuale
passaggio dal l’altra parte della barricata in caso di
default Prodiano, o
ha ragione Scalfari
quando da ultimo,
ha trattato della
“Cazzità, categoria dello spirito”.
Ma come si può
arrivare, si chiedono gli italiani, ad
essere
clemente
nello stesso modo,
con un povero se(Continua a pagina 7)
INTERNI
6 Agosto 2006
Giustizia e Libertà
7
COMPRATI e VENDUTI
(Continua da pagina 6)
negalese che per sopravvivere vendeva spinelli
e con uno dei tanti
“furbetti del quartierino” che, dopo aver fatto
miliardi a volontà falsificando bilanci a destra
e a manca, stava espiando la sua ‘pena’ a domi-
cilio in una favolosa vil- quella dell’indulto salva
la immersa nel verde truffatori ?
con piscina e belle donne ?...
Insomma Clemente è
stato messo lì a caso o a
Ma è normale che un ragione?
governo che doveva segnare una svolta decisi- Ci sarebbe da chiederlo
va con il passato come a qualcuno dei tantissiprima battaglia scelga mi politici che hanno
partecipato al mega matrimonio del figlio di
Mastella.
Perché gli stessi che ne
parlano con sufficienza
sono poi gli stessi che
non perdono occasione
per tenerselo buono…
ferdinand
Indulto “sì” / “no”
di Masaniello
Quindicimilacinquecento detenuti presto
fuori.
Il 95% per cento degli
italiani ha detto no a
questo provvedimento
di legge.
Il ministro delle infrastrutture Di Pietro ha
definito
il
voto”schifoso”.
Il vice presidente del
CSM ha detto: criticare questa legge non è
giustizialismo.
Il neo senatore D’Ambrosio si è detto pentito di essersi candidato.
Alessandra Mussolini,
imitando Di Pietro ha
pubblicato sul suo sito
i nomi dei senatori che
hanno votato l’indulto.
La suora di San Vittore ha detto che è un
atto che serve più ai
politici che ai detenuti.
Clemente Mastella fa
le corna scaramantiche e poi dedica la vittoria a Wojtyla.
Io che faccio parte di
quel novantacinque per
cento di italiani ai quali
questa legge non piace,
mi permetterei di motivare il mio dissenso:
come molti, credo che,
entro breve tempo coloro che usciranno dalle
carceri vi rientreranno,
non perché mi piaccia
fare il profeta di sciagure, ma perché questa
gente non usufruirà di
un periodo di riabilitazione che possa condurla a reinserirsi nella società, quindi, alla prima
occasione tornerà a delinquere, inoltre, in questa legge sono clamorosamente inclusi i reati
finanziari, per intenderci, i furbetti del quartierino ne usufruiranno a
mani basse.
Ci si chiede: è possibile
che si tratti di una clamorosa svista ?
Domani ci svegliamo e,
accendendo la tv vedremo il faccione di Prodi
sorridente comunicarci :
amici, il ministro della
giustizia Clemente Mastella da Ceppaloni mi
ha testè comunicato di
essere stato frainteso:
Previti, Ricucci, Consorte, Tanzi, Cragnotti e
Vanna Marchi non usufruiranno dell’indulto.
Naturalmente non è così, la prova provata l’ha
data Berlusconi, il quale
in odore di approvazione dell’indulto ha vissuto una notte brava in
Marocco travestito da
beduino, danzando appassionatamente con
Veronica e regalandole
la solita collana di diamanti, deve comprarle
all’ingrosso, per i suoi
cinquant’anni, e, una
volta passata la legge
anche al Senato è andato a bisbocciare al Billionarie” per dimenticarsi, finalmente, di
Previti.
Nei giorni scorsi i giornali ci hanno dato conto
di una “cordiale” telefonata tra Prodi e Berlusconi, Travaglio parla
di “Scambio di Prigionieri” Di Pietro “di esempio di scambio politico mafioso”, vuoi
vedere che ancora una
volta il potente tratta e il
popolo si gratta ? libera
interpretazione di un
dubbio che attanaglia
l’opinione pubblica.
Se il dubbio dovesse
rivelarsi un po’ più che
tale i “coglioni” come
ci definì il cavaliere in
campagna elettorale potrebbero anche ripensare
sulla loro decisione di
voto, perché come dissero Gino e Michele:
“nel loro piccolo anche
le formiche si incazzano !”.
♦
Clemente da Ceppaloni
Diciamo la verità, uno che si chiama Clemente
e fa per mestiere il ministro della giustizia cosa
poteva mai perorare se non un indulto.
Lo hanno subito rimproverato neanche avesse,
con questa legge favorito i potenti e non i poveracci che affollano le carceri italiane in numero spropositato, di fare un piacere a Previti,
ancora lui, non se ne può più, il quale risparmierà tre anni della sua condanna a cinque, però dovrà essere affidato ai servizi sociali e sa
Dio cosa gli capiterà, pover’uomo.
Ancora, lo hanno accusato di sistemare le faccende giudiziarie dei furbetti del quartierino,
via, sono amici, cosa poteva fare un anima sensibile come Clemente da Ceppaloni !
(Continua a pagina 8)
8
Giustizia e Libertà
INTERNI
6 Agosto 2006
Clemente da Ceppaloni
(Continua da pagina 7)
E i furbetti ?
Vogliamo mettere poi la pressione su quest’uo
mo giunto al ministero più contestato della passata legislatura quello del leghista Castelli, doveva dimostrare che lui certi errori e certi favoritismi non li avrebbe mai fatti, infatti, ha
mantenuto la promessa che era stata fatta al Papa e ha favorito solo Vanna Marchi che non
conta niente.
Calmi, ci saranno i processi, vedrete che fra
una diecina d’anni nessuno si ricorderà più di
questo indulto firmato Clemente da Ceppaloni,
un nuovo governo provvederà a varare l’amnistia e alla guida del ministero della giustizia ci
sarà Berlusconi ad interim !
Masaniello
GRADIMENTO del GOVERNO
al 23 luglio 2006
6 Agosto 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
9
Allargare la maggioranza ?
Prodi strizza l’occhio ai “delusi”
del centrodestra
di Frida Nacinovich (Liberazione, 1 agosto 2006)
L'Inter sogna Luca Toni,
il Milan Pierluigi Buffon.
L'Unione pensa a Marco
Follini, a Bruno Tabacci,
ai delusi del centrodestra
(quelli che sono finiti in
serie "b", tanto per restare nella metafora).
Rinforzare il centrocampo ?
C'è chi dice sì, chi invece
scuote la testa pensando
che la squadra va bene
com'è, anche chi esagera.
Il dipietrista "ribelle"
Sergio De Gregorio
(ancora lui) sogna una
grande coalizione Margherita-Ds-Forza Italia.
Riesce a suscitare un'emozione solo nella Dc di
Gianfranco Rotondi.
Sandro Bondi.
La voce (del padrone) di
Forza Italia giudica grave «che il presidente del
Consiglio solleciti operazioni di trasformismo
Di
più:
politico».
«L'unica cultura politica che conosce Prodi conclude Bondi- è quella
dell'abigeato politico».
Tant'è.
Aggiungi un posto a tavola che c'è un amico in
più, se sposti un po' la
seggiola stai comodo anche tu.
Più che a un allargamento della maggioranza,
Romano Prodi sembra
interessato a chi nella
Casa delle libertà viveva
male ieri e oggi vive ancora peggio.
Insomma ci potrebbe essere qualche new entry
sotto i rami dell'Ulivo.
Il centrodestra berlusconiano la prende male,
malissimo.
Altro che "operazione
simpatia".
Irritazione.
Accuse di esortazione al
ribaltonismo.
Previsioni di crisi di governo in tempi brevi.
La reazione dell'opposizione è violenta e scomposta.
«L'appello rivolto da
Prodi a parlamentari
del centrodestra perché
si facciano calamitare
dal suo governo è patetico», dice senza giri di
parole Michele Vietti,
portavoce dell'Udc.
E l'Ulivo che fa ?
Discute.
«Dobbiamo approvare
la finanziaria e poi continuare ad andare a-
Niente meno.
Per il segretario della
Democrazia cristiana,
Gianfranco
Rotondi
«quello che propone
Prodi è un inno al trasformismo, fa rima più
con il giolittismo che
con il bipolarismo».
Da che pulpito.
dell'Ulivo alla Camera
dice di non vedere
«soggetti disponibili, se
si intende un allargamento politico».
Insomma, per Franceschini quello di un allargamento della maggioranza è un tipico dibattito
"estivo": «Mi sembra aggiunge- un discorso
del tutto teorico».
Il segretario del Pdci Oliviero Diliberto dice che i
provvedimenti devono
essere presentati al Senato senza fiducia e se la
maggioranza va sotto si
torna al voto.
«Soluzione -risponde
Franceschini- tecnicamente possibile, perché
prevista dalla Costituzione, ma politicamente
dirompente. La cui valutabilità,
peraltro,
spetterebbe non a noi
"Allargamento"
Ecco uscir fuori la nuova parola magica:
allargamento.
Dove per allargamento si intende l'ingresso
nella maggioranza di alcune componenti
moderate dell'attuale opposizione, al doppio scopo di rendere meno precari i margini di vantaggio al Senato e di controbilanciare il peso dei gruppi radicali.
L'ipotesi non può considerarsi del tutto accademica, visto che ne parla con favore
Fassino e lo stesso Bertinotti non la esclude
a priori.
Giovanni Sabbatucci. Il Messaggero
vanti con le nostre gambe -spiega Dario Franceschini- Se poi qualcuno
si aggiungerà, ben venga. Ma è cosa diversa
dal teorizzare un cambiamento di maggioranza».
In una intervista a
Il più critico di tutti è "l'Unita", il capogruppo
po ulivista a Montecitorio- riguardava la politica estera e lo abbiamo
superato rifinanziando
le missioni».
Con qualche fatica.
L'Unione discute, non
solo sotto l'ombrellone,
non solo di calcio.
Clemente Mastella osserva: «C'è un'autosufficienza, si può governare
con quello che c'è, se
ognuno è responsabilmente legato agli impegni presi prima delle
elezioni». «Abbiamo
sottoscritto un programma -ricorda il guardasigilli- c'è una maggioranza più che sufficiente alla Camera, c'è
una difficoltà al Senato.
Basta attivare un meccanismo: quello di un
governo che fa disegni
di legge e li porta all'approvazione del Parlamento nella sua interezza».
Il diessino Fabio Mussi è
più tagliente: «Non vorrei che i prossimi mesi li
passassimo a discutere
a chi si allarga e quanto
si allarga. Sarà bene
occuparsi delle cose da
fare».
«E' un tormentone», ta
glia corto il ministro dell'Università.
«Sapevamo delle difficoltà della legislatura
perché abbiamo vinto
di una incollatura. Prodi dice che è sexy: è un
sexy horror. Il problema è che bisogna essere
saldi nell'applicazione
del programma».
ma al presidente della
Prima di tutto il programRepubblica».
ma, il resto si vedrà, anSecondo il segretario ge- che se la via del governo
nerale della Cgil Epifani è lastricata di pietre sconc'è il rischio che il gover- nesse, soprattutto al Seno Prodi cada sulla fi- nato.
nanziaria.
«Il passaggio più diffi- ♦
cile -replica il capogrup-
INTERNI
10 Giustizia e Libertà
6 Agosto 2006
L’inconsistente (e prematuro) dibattito
sulla maggioranza più larga
di Stefano Folli (SOLE 24 ORE, 01.08.2006)
Il dibattito sull'allargamento della maggioranza è un tipico argomento
estivo tanto petulante
quanto inconsistente.
Non serve a rafforzare
la coalizione di governo,
perché non sono alle viste passaggi di campo
individuali o collettivi.
Ma contribuisce, al contrario, a offrire della
maggioranza un'immagine di crescente debolezza.
Se il presidente del Con
siglio si espone in prima
persona, offrendo un
approdo agli eventuali
transfughi del centrodestra,vuol dire che la situazione è davvero precaria.
In verità il tema dell'allargamento è stato posto
male e nel momento
sbagliato.
Soprattutto perché si devono ancora consumare
gli eventi politici che
potrebbero cambiare lo
stato delle cose. Primo
fra tutti l'esame della
legge finanziaria in autunno.
Qui ha ragione Piero
Fassino nell'intervista
alla «Stampa»: la Finanziaria è il vero test
per il centrosinistra.
Berlusconi e i suoi sono
convinti che Prodi inciamperà proprio sulla
manovra economica.
Ne consegue che nessuno, nella Casa delle libertà, vorrà cambiare
schieramento prima di
vedere se la profezia si
realizza.
Se invece, come dice il
segretario dei Ds, il governo Prodi supera l'esame d'autunno, allora il
quadro può mutare in
fretta: e nel 2007 potrebbero esserci novità.
In altre parole: oggi è la
maggioranza in condizioni di evidente fragilità.
Ma se riesce ad approvare la Finanziaria senza sfaldarsi, allora il
premier avrà di fronte a
sé un orizzonte più sicuro.
E i problemi politici saranno tutti del centrodestra.
In quel caso sì che potrebbe verificarsi qualche smottamento nelle
file della Casa delle libertà, a tutto vantaggio
del centrosinistra.
Ma questo non avverrà
prima dell'anno venturo
e solo dopo che Prodi
avrà dimostrato di sopravvivere alla manovra
economica.
In sostanza il segretario
diessino ha fatto capire
al presidente del Consiglio di aver sbagliato i
tempi delle dichiarazioni.
Non è oggi il momento
di parlare di allargamento.
Il governo deve ancora
dimostrare qualcosa: a
se stesso e all'opposizione.
Finora si è tenuto in piedi grazie ai voti di fiducia al Senato.
Domani dovrà rinforzarsi, se ne sarà capace,e solo in seguito gestire un possibile allargamento.
Non sarà facile.
Perché le ipotesi sono
due.
La prima è che l'allargamento -sempre dopo la
Finanziaria, quindi nel
2007- riguardi pochi
Allargamento della
maggioranza
C'è chi parla di «allargamento della maggioranza», di «grande coalizione» e altre
formule che, comunque, richiamano il superamento dell'attuale maggioranza.
Ma non si farà nulla, in attesa di tempi
migliori.
Che non verranno.
Solo allora si tenteranno iniziative per dare un governo al paese o per tornare a votare.
In ogni caso, tutto sarà più difficile per
tutti, anche perché non ci saranno più gli
schieramenti con i loro leader così come li
abbiamo conosciuti e votati.
Chi vivrà vedrà.
Emanuele Macaluso
Il Riformista 1.8.2006
individui che decidono
di fare il salto.
Magari sei o sette senatori.
È la soluzione preferita
da Prodi e da alcuni dei
suoi alleati, per la buona
ragione che non metterebbe a rischio gli assetti politici della coalizione.
Nessun partito si sentirebbe emarginato,non si
potrebbe parlare di «deriva neocentrista».
Viceversa, la seconda
ipotesi è più compromettente dal punto di
vista politico.
Se un pezzo della Cdl si
stacca e, con un'operazione trasformistica,
passa a sinistra, si capisce che gli equilibri del
centro sinistra ne sarebbero sconvolti.
In particolare, l'estrema
sinistra verrebbe tagliata
fuori, mentre il centro
moderato sarebbe premiato oltre misura.
Ma è difficile immaginare che sarebbe Prodi a
gestire un tale terremoto.
In ogni caso, non è adesso il momento di
parlarne.
«Prima devono esplodere le contraddizioni
della sinistra» dice
Vietti, dell'Udc.
Anche lui pensa alla Finanziaria e la vede come
il macigno che si abbatterà sui fragili puntelli
della maggioranza.
Anche Fassino pensa
alla Finanziaria, ma per
ricavarne la lezione opposta. Non c'è che aspettare, con l'aiuto dell'estate.
♦
DOSSIER ONU
6 Agosto 2006
Giustizia e Libertà
11
Sondaggio sull’ Allargamento
della maggioranza
da www.repubblica.it
Il governo incontra difficoltà per gli scarsi margini al Senato.
E nella maggioranza si fanno diverse ipotesi per risolvere il problema.
1 - ALLARGARE LA MAGGIORANZA CON ALCUNE
FORZE DELLA CDL
11%
2 - ALLARGARE LA MAGGIORANZA CON SINGOLE ADESIONI
3 - SCIOGLIERE SOLO IL SENATO E TORNARE AL
VOTO
4 - ANDARE AVANTI SOLO CON LE FORZE del CENTROSINISTRA
5 - NON SO
17%
17%
52%
2%
Sondaggio aperto alle 14:35 del 31-07-2006
37.458 voti alle 23:48 - del 3.08.2006
Nell'aula di Montecitorio i voti a favore sono stati 278, quelli contrari 193
Camera, via libera definitivo alla manovra bis
da Il Corriere della Sera (4.08.2006)
Bersani-Visco sono stati
278, 193 quelli contrari.
Due deputati si sono astenuti.
Il provvedimento era già
stato approvato dal Senato
e quindi con il sì di Montecitorio la manovrina diventa legge.
IL DOPPIO
SCIVOLONE
ROMA
Alla fine il via libera alla
manovra bis con il decreto
Bersani sulle liberalizzazioni è arrivato. Dopo le
tensionidi mercoledì, con
le dure critiche arrivate
dall’opposizione per la
decisione del governo di
porre una nuova fiducia,
l'aula di Montecitorio ha
detto sì al decreto legge
studiato per riequilibrare i
conti e rilanciare l'economia.
LA VOTAZIONE
I voti a favore del decreto
Nel passaggio alla Camera
va registrato però un doppio scivolone del governo,
battuto su due ordini del
giorno sulla manovra bis.
Il primo, presentato da
Prc, in materia di servizi
pubblici locali.
Il secondo, promosso da
Forza Italia, punta ad evitare che al parco dello
Stelvio vengano tagliati
fondi come previsto dall'ultima Finanziaria.
Il voto finale sull'intero
provvedimento previsto
nel tardo pomeriggio.
Con l'ok di Montecitorio,
la manovrina (che comprende anche il pacchetto
Bersani sulle liberalizzazioni) diventerà legge.
È quindi scattato l'applauso dell'assemblea, e Bertinotti ha chiesto subito scuDurante la seduta, il Mo- sa ai colleghi: «Dovete
vimento per le autonomie consentirmi qualche tedi Raffaele Lombardo si è nerezza...».
esibito in una protesta.
I cinque deputati del grup- MONTECITORIO
po si sono presentati con IN FERIE
la bocca coperta da un na- Il voto sulla manovra bis è
stro adesivo per denuncia- stato l'ultimo provvedire «l'oscuramento opera- mento all'ordine del giorno
to dagli organi di infor- della Camera prima della
mazione e in particolare pausa ferragostana. Il preBertinotti ne ha
dalla televisione pubbli- sidente
così approfittato per rivolca».
gere gli auguri per una
«estate serena» ai deputati
LAPSUS
e alle loro famiglie e al
personale in servizio a
DI BERTINOTTI
I ritmi serrati dei lavori Montecitorio. L'appuntaparlamentari hanno gioca- mento è ora a settembre
to a Fausto Bertinotti un quando il braccio di ferro
piccolo, innocente, scher- tra l'Unione e la Cdl è dezo: mentre era in aula, il stinato a riprendere. Per
presidente della Camera entrambi gli schieramenti
puntati sulla manoinvece di dire che il go- occhi
vra
finanziaria,
considerata
verno era favorevole alla da molti il vero
banco di
«riformulazione» di un prova per la tenuta della
ordine del giorno alla ma- maggioranza.
novra bis, si è lasciato
sfuggire «il governo è favorevole alla rifondazio- ♦
ne».
AUTONOMISTI
IMBAVAGLIATI
INTERNI
12 Giustizia e Libertà
6 Agosto 2006
Salva-Previti: sembra ieri, 1, 2, 3
di Marco Travaglio (la Repubblica, 25 ,26, 26 luglio 20069
Forza Italia non voterà
con noi questo provvedimento. E vorrei ricordare a tutti che il quorum
per farlo passare è di
due terzi"
(Pierluigi Mantini, Margherita-Ulivo, Ansa, 20
luglio 2006).
(25 luglio 2006)
"Un provvedimento
scandaloso, che dimezza
i tempi di prescrizione
per usura, mafia, corruzione. Per dare una
scappatoia a un deputato di FI vicino al
premier, si rimetteranno mafiosi e usurai in
libertà"
"Cercano di salvare
Previti con un'altra norma ad personam".
(Massimo D'Alema, la
Repubblica, 1 novembre
2005).
"Purtroppo alcune norme, quando le avremo
abolite, avranno fatto
effetto: chiuderemo le
(Francesco Rutelli, Mar- stalle quando i buoi sagherita, 15 dicembre ranno scappati, perché
molte leggi sono legate a
2004).
scadenze precise".
"Il lodo Schifani, la sal- (Massimo D'Alema, a
va Previti e tutte le leggi proposito delle varie
ad personam fatte per norme salva-Previti, la
20 ottobre
salvare i suoi soci e ami- Repubblica,
2005).
ci le avete votate come
un sol uomo, avete sfa- "Una volta al governo,
sciato la giustizia a vo- faremo subito un provstro uso fino a quest' vedimento per sospendeultima legge che aboli- re gli effetti delle leggi
sce l'appello del pm (la ad personam e dopo le
Pecorella, ndr) che r i s c r i v e r e m o " .
Ciampi ha rinviato alle (Piero Fassino, La ReCamere!"
pubblica, 29 ottobre 20(Francesco Rutelli a
Silvio Berlusconi, Matrix, Canale5, 20 gennaio 2006).
"Con quello che sta succedendo con Bancopoli,
saremmo dei pazzi a
fare un'amnistia per i
reati finanziari".
(Giuseppe
Fanfani,
Margherita, la Repubblica, 16 dicembre 2006).
"Se non lasciamo nel
testo la possibilità di far
beneficiare dell'indulto
anche Cesare Previti,
nente della maggioran- "Hanno sconvolto i lavoza".
ri del Parlamento per
(Luciano Violante, 15 fare un regalo di Natale
dicembre 2004).
della Cdl a Previti. Una
vera vergogna, un insul"La salva-Previti è una to agli italiani onesti. La
porcata".
coscienza civile del no(Anna Finocchiaro, 14 stro paese deve ribellarsi
dicembre 2004).
a queste arroganti violazioni"
"Ci avevano dato dei (Alfonso Pecoraro Scamatti quando avevamo nio, Verdi, 15 dicembre
parlato di scambio, e lo 2004)
scambio eccolo qua: la
salva-Previti".
"Anche le massime cari(Gavino Angius, Ds, 5 che dello Stato (durante
luglio 2005).
il dibattito sulla salvaPreviti, ndr) siano chia"Se non lasciamo nel mate a un sovrappiù di
testo la possibilità di far sorveglianza"
beneficiare dell'indulto (Fausto Bertinotti, Prc,
anche Cesare Previti, 15 dicembre 2004)
Forza Italia non voterà
con noi questo provvedi- "Sono contrario (alla
mento. E vorrei ricorda- salva-Previti, ndr) senza
re a tutti che il quorum se e senza ma"
per farlo passare è di (Fausto Bertinotti, la
Repubblica, 28 giugno
due terzi".
(Pierluigi Mantini, Mar- 2005).
gherita-Ulivo, Ansa, 20
luglio 2006).
D. Quando la pena e lo
(26 luglio 2006)
"Noi siamo prigionieri
di un'etica diversa e della maestà della legge.
C'è uno sfascio etico nel
Paese. Il problema non è
non far prigionieri, ma
ripristinare il senso della
05).
legge. Le leggi ad persosono per definizio"La Cirielli è una legge nam
ne
da
modificare"
a fini privati. E' stato (Romano
Prodi, la Recompiuto un altro grave pubblica, 10 marzo 200strappo istituzionale, è 5).
stata approvata un'altra
legge ad personam che "Dalla Cirami alla salstravolge il funziona- va-Previti: delle leggi ad
mento della giustizia". hoc non salveremo nulla.
(Piero Fassino, la Re- Toglieremo tutti gli hoc.
pubblica, 11 novembre Perché la legge è uguale
2005).
per tutti: c'è scritto in
i tribunali d'Italia"
"Una Camera a gettone tutti
(Romano Prodi, la Redecide secondo gli inte- pubblica, 28 ottobre 20ressi penali e criminali 05).
di questo o quell'espo-
sconto coincidono, questo non diventa una cancellazione della pena
stessa? Ciò accade nel
caso di molti reati finanziari, che prevedono pene di circa 2-3 anni, esattamente come lo
sconto previsto.
R. Vuol dire che il reato
non era poi così grave!
Per quanto riguarda
la corruzione, ... se
per certi gravi reati si
concede lo sconto,
perché non farlo per
reati meno gravi?
(Alessandro
Malan,
capogruppo Ulivo in
commissione Giustizia della Camera, intervista a democrazialegalita. it, 24 luglio
2006).
(26 luglio 2006)
♦
6 Agosto 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
13
E’ un indulto per le vittime ?
di Marco Travaglio (l’Unità 01.08.2006)
Ma che diavolo c'entra
il garantismo con l'indulto ?
E che c'entra il cosiddetto "giustizialismo" con
il no all'indulto ?
Il garantismo è una cultura giuridica che privilegia le garanzie per indagati, imputati e difensori nel processo penale.
Il "giustizialismo" che indica i seguaci di
Peròn in Argentina e
che per assonanza è diventato l'antitesi del garantismo- dovrebbe invece incasellare chi privilegia il risultato processuale (un tempo si
diceva
"sostanzialismo"), a costo di sacrificare qualche garanzia.
Ma tutto il dibattito fra i
due opposti è confinato
entro i limiti del processo.
Ora, l'indulto pratica
uno sconto sulle pene
definitive da scontare
dopo la irrevocabile.
In quale manicomio eccettuato il Parlamento
italiano, si capisce- verrebbe considerato "garantista" chi vuol impedire che si espii la pena alla quale si è stati
condannati in seguito a
un processo iper-garantito come quello italiano
e "giustizialista" chi,
semplicemente, pretende che le condanne irrogate dalla Cassazione
vengano espiate fino in
fondo ?
Eppure a questo siamo:
il codice penale prevede
certi massimi e certi minimi di pena, i giudici si
muovono entro quei limiti nell'emettere le
condanne, e alla fine il
colpevole -dopo le indagini, l'udienza preliminare, il primo grado,
l'appello e la Cassazione- se ne torna a casa tre
anni prima, oppure non
entra nemmeno in carcere se ha subìto una
condanna inferiore ai 3
anni, o resta a piede libero (in affidamento al
servizio sociale) se ne
ha subìta una o più per
un totale inferiore ai 6
anni.
E chi ritiene che qualcosa non vada viene bollato come "giustizia lista" e invitato a vergognarsi.
Non sarebbe meglio abolire il carcere per tutti
quelli che non ammazzano qualcuno ?
Almeno tutto ciò sarebbe previsto per legge e
ciascuno si saprebbe
regolare.
Invece tutto è affidato a
un Parlamento isterico
che ora proclama la tolleranza mille e domani,
appena uno dei 20 o 30
mila miracolati dall'indulto tornerà a scannare
qualcuno, strillerà ai
quattro venti la "tolleranza zero", varerà
"pacchetti sicurezza"
e magari tuonerà contro
le "scarcerazioni facili".
Bisogna prepararsi, perché sta per accadere:
visto che, statistiche alla
mano, due scarcerati su
tre tornano a delinquere,
presto leggeremo sui
giornali che Tizio, appena liberato dall'indulto, è tornato all'antica
occupazione, rapinando,
truffando, picchiando,
ammazzando, sequestrando qualcuno.
Nel qual caso, c'è da
giurarci, Dio ci scampi
dagli alti lai contro le
"scarcerazioni facili":
quei bei discorsetti,
"giustizialisti" per dav
vero, sulla polizia buo-
na che li mette dentro e
i giudici buonisti che li
mettono fuori.
Ecco, che ci venga risparmiato almeno questo.
Le scarcerazioni facili salvo errori, che vanno
perseguiti come talinon esistono: esistono
solo scarcerazioni a
norma di legge.
E la legge non la fanno
(verrebbe da dire: purtroppo) i giudici, ma il
Parlamento.
Ora c'è da sperare che
chi ha fatto l'indulto se
ne assuma la responsabilità.
Se ci saranno scarcerazioni, sarà perché la
maggioranza parlamentare allargata ha deciso
di scarcerare.
Di scarcerare -fra l'altro- i sicuri colpevoli,
non i presunti innocenti
ancora in attesa di giudizio.
Con squisito senso del
garantismo, infatti, il
partito dell'indulto mette fuori o non manda
dentro i detenuti per
condanna definitiva (i
colpevoli,
appunto);
mentre lascia dentro i
detenuti in custodia
cautelare (gli innocenti,
appunto).
Non è meraviglioso ?
Una contraddizione che
fa il paio con quella dell'"appello di Giovanni
Paolo II alle Camere":
il Vaticano pretende
l'indulto dal Parlamento
italiano e il Parlamento
italiano, con tre anni di
ritardo, provvede.
Ma non si era detto che
il Vaticano non deve
interferire negli affari
interni dello Stato Italiano, pena la revoca del
Concordato ?
Che fine han fatto le vestali dello Stato laico ?
Anziché occuparsi di
queste lievissime contraddizioni, Pigi Battista, sul Corriere di ieri,
non si dà pace del fatto
che qualcuno chiedesse
l'esclusione dall'indulto
della corruzione e dei
reati finanziari, e si domanda pensoso: "Perché un rapinatore a
mano armata deve suscitare più pietà di un
corrotto?".
Forse gli sfugge che la
pietà non c'entra nulla.
C'entra l'interesse dei
cittadini: di quelle che,
con rispetto parlando,
senza offendere nessuno, potremmo chiamare
"vittime".
Il rapinatore viene condannato a 10 o 15 anni:
dunque, levandogliene
3, ne sconta comunque
7 o 12.
Il corruttore o il falsabilanci si prende più o
meno i 3 anni che gli
vengono condonati.
Cioè non paga mai.
E' giustizialismo ricordare che, per ogni ladro,
c'è almeno un derubato?
E quando arriva, di grazia, l'indulto per le vittime ?
♦
14 Giustizia e Libertà
MEDIO ORIENTE
6 Agosto 2006
Libano, Israele avanza via terra. Oltre 800 le vittime civili
L'Ue: «fine immediata delle ostilità»
da l’Unità, 01.08.2006
Dopo l´approvazione
nella notte da parte del
governo
d´Israele
all´allargamento dell'offensiva in corso ormai
da 21 giorni di fila in
Libano, lo Stato ebraico
annuncia che le operazioni continuano e che
gli occorrono ancora
due settimane circa per
sgominare i miliziani
sciiti di Hezbollah
.Soltanto dopo si potranno concludere le operazioni militari, consentendo così il dispiegamento di un contingente
multinazionale d'interposizione nel sud del
Paese dei Cedri.
Questo è il programma
di Gerusalemme, secondo quanto detto da Binyamin Ben-Eliezer, attuale ministro per le Infrastrutture e a suo tempo della Difesa, esponente di punta del Partito Laburista del quale è
leader il titolare in carica di quest'ultimo dicastero, Amir Peretz.
«Calcolo», ha dichiarato
Ben-Eliezer alla radio
militare, «che il tempo
necessario
affinché
l´esercito completi il
suo lavoro, e con ciò
intendo dire che l'area
nella quale vogliamo si
schieri la forza internazionale sia ripulita
da Hezbollah, richiederà all'incirca dai dieci
giorni alle due settimane».
Nonostante la condanna
dell'attacco di Cana e il
proposito del segretario
di Stato Usa Condoleezza Rice di ottenere un
cessate-il-fuoco questa
settimana, anche il
premier israeliano Ehud
Olmert ha chiarito che
gli scontri non finiranno
presto.
«I combattimenti continuano, non c'è cessate-il-fuoco e non ci sarà neppure nei prossimi giorni», ha dichiarato Olmert.
Offensiva via terra
Detto, fatto.
Dopo il via libera della
politica, nonostante la
tregua ai raid aerei di 48
ore, la parola resta alle
armi. Non si sono mai
fermati, infatti, i combattimenti.
L'aviazione israeliana
ha proseguito i raid: secondo la polizia libanese, sei raid sono stati
fatti lungo il fiume Litani, a 30 km dalla frontiera, altri tre nella regione
della
Bekaa
(Libano orientale) e altri
sei raid hanno preso di
mira villaggi a est di Tiro (83 km a sud di Beirut).
Una portavoce dell'esercito ha reso noto che
negli scontri avvenuti
nei villaggi di Taibe,
Adayseh e Rob Thalantheen, a pochi chilometri dalla frontiera, sarebbero stati uccisi venti
guerriglieri Hezbollah.
Cinque brigate israeliane, tre di fanteria e due
di carri armati sono attive nel Libano meridionale, sia nel settore orientale che in quello
occidentale.
Nel settore orientale, i
militari israeliani hanno
preso posizione attorno
al villaggio di Taibe e
hanno compiuto incursioni in due villaggi vicini (Al-Addiseh e Raba-Talatin) da dove sono
stati sparati nei giorni
scorsi razzi katyuscia
contro Israele.
Nel settore occidentale
ancora non si conosce
con precisione in quali
località operino le forze
di terra di Israele. Anche l´aviazione ha compiuto la scorsa notte alcuni raid contro lanciarazzi dei miliziani.
Da parte loro, gli Hezbollah hanno sparato in
Galilea «una raffica di
missili», dice la tv satellitare araba al Jazeera.,
senza tuttavia provocare
vittime.
Il partito di Dio ha rivedicato di aver respinto
una nuova avanzata di
terra lanciata la notte
scorsa nel Libano meridionale dalle truppe d'Israele.
L'offensiva dello Stato
ebraico si sarebbe protratta fino all´alba, con
l'intento di conquistare
«il triangolo formato
da Aita al-Chaab, alQaozah e Ramis», tre
villaggi situati al di là
del confine tra i due Paesi, ma «i nostri combattenti le hanno affrontate, costringendole a ritirarsi», afferma
il Partito di Dio in un
comunicato.
Aita al-Chaab, in particolare, è situato in prossimità del punto dove, il
12 luglio scorso, i miliziani sciiti catturarono
in territorio israeliano
due soldati, il cui sequestro è all'origine dell'attuale conflitto.
L'area è quella da cui
partono la maggior parte dei razzi a lunga gittata lanciati dai guerriglieri integralisti contro
Israele.
Obiettivo dei militari è
di sospingere i miliziani
Hezbollah ad alcuni chilometri di distanza dal
confine internazionale e
di distruggere le loro
postazioni e i bunker.
Secondo una fonte, il
gabinetto della sicurezza
israeliano ha approvato
un'offensiva di terra per
6-7 chilometri nel Libano meridionale.
Circa 300.000 libanesi
sciiti vivevano all'interno di questa fascia prima dell'inizio della
guerra.
«Non c'è l'intenzione
di prendere tutto il territorio fino al fiume
Litani», ha detto la fonte, riferendosi a un limite strategico a circa 20
chilometri a nord del
confine.
Tuttavia, Israele ha come obiettivo spingere i
guerriglieri Hezbollah
lontano dal fiume, secondo quanto riferito da
fonti politiche.
Radio Israele ha riferito
di piani per richiamare
altri riservisti in sostegno all'offensiva.
Secondo la radio, altre
tre divisioni, almeno 15mila riservisti, porebbero tornare alle armi.
Oltre 800 morti
e 3200 feriti
Il villaggio di Cana dovrebbe seppellire i corpi
di almeno 60 civili, tra
cui 37 bambini, due
giorni dopo il raid aereo
che ha provocato l'indignazione internazionale
e appelli per una rapida
conclusione dei combattimenti.
Intanto continua a salire
il bilancio delle vittime
(Continua a pagina 15)
6 Agosto 2006
MEDIO ORIENTE
Giustizia e Libertà
15
Libano, via libera all'offensiva. Olmert: «Non c'è alcuna tregua»
(Continua da pagina 14)
I feriti sono 3.200.
della guerra.
Sono 828 i morti provocati in Libano in tre
settimane di offensiva
israeliana contro gli
Hezbollah.
È questa l'ultima stima
diffusa da un portavoce
della Commissione sugli aiuti del governo di
Beirut.
«Si tratta di vittime
identificate, questo bilancio non tiene conto
di quanti si trovano
ancora sotto le macerie», ha aggiunto il portavoce.
territorio da tutti i telefoni cellulari con un sms al
numero 48581, 1 euro
Per fronteggiare l´emer- che verrà interamengenza umanitaria in Li- te destinato all'acquibano è partita la campa- sto di cibo e altri aiugna «Sms emergenza ti essenziali alla poLibano», l'appello per polazione libanese.
la raccolta fondi lanciato dal Programma Ali- da l'Unità
mentare Mondiale delle (il 01.08.2006)
Nazioni Unite (Pam).
lasciato il
libanese.
Secondo la Commissione governativa per gli
aiuti, gli sfollati a tutt'oggi sono 898.760, di Fino all'11 settembre,
cui 220 mila hanno sarà possibile donare
Raid dell'aviazione e bombardamenti nonostante l'annuncio di una pausa
Nessun cessate il fuoco "fino a che non sarà eliminata la minaccia hezbollah"
Israele, tregua annunciata e violata
Olmert: "Combatteremo ancora"
L'Onu proroga fino al 31 di agosto il mandato dei caschi blu - Rinviata la riunione per la forza
multinazionale di pace
da www.repubblica.it
BEIRUT
Le speranze suscitate dalla
tregua di 48 ore annunciata da Israele, con le quali
si è aperta la 20esima
giornata di conflitto in Libano, sono svanite presto
con le notizie dei raid dell'aviazione israeliana e di
nuovi bombardamenti di
artiglieria.
I dirigenti dello Stato ebraico hanno di nuovo respinto gli appelli a un cessate il fuoco immediato e
duraturo: "Nessuna pausa nei prossimi giorni,
fermeremo
l'offensiva
solo quando la minaccia
hezbollah sarà rimossa",
ha detto il primo ministro
Ehud Olmert.
L'esercito ha intensificato
le operazioni terrestri oltreconfine e ha annunciato
che entro mercoledì sarà
istituita in Libano, lungo il
confine con Israele, una
fascia di sicurezza di circa
due chilometri.
Secondo fonti ufficiali,
sono 750, ormai, le vittime libanesi dall'inizio del
conflitto.
bombardato una base dell'esercito libanese a Casmiye, a nord di Tiro, provocando un morto e tre
feriti e il "rammarico" di
Israele.
Raid anche contro alcuni
automezzi nella valle orientale della Bekaa, mentre Israele ha detto di aver
compiuto incursioni aeree
nella zona di Taibe in appoggio alle truppe di terra.
L'offensiva
terrestre
Olmert: "Nessun
cessate il fuoco".
"Non ci sarà alcun cessate il fuoco nei prossimi
giorni. Ci aspettano lacrime e sangue": così, in
un discorso pronunciato a
Tel Aviv, il premier israeliano ha precisato che
"Israele continua a combattere" e che le operazioni andranno avanti fino
a quando "non sarà rimossa la minaccia che
incombe sulle nostre teste, non ritorneranno i
nostri soldati rapiti, e
voi potrete dormire in
pace nelle vostre case".
Poco prima il ministro
della Difesa Amir Peretz
aveva annunciato un allargamento dell'offensiva sul
confine
Tregua annunciata
e violata.
Poco dopo l'annuncio della pausa di 48 ore nei
bombardamenti aerei, il
Libano ha denunciato alcuni raid dell'aviazione
israeliana contro obiettivi
al confine con la Siria.
La marina israeliana ha
Si sono intensificati i combattimenti di terra, con le
truppe israeliane all'offensiva ancora nel settore di
Bint Jbeil, roccaforte di
Hezbollah.
L'obiettivo è di creare
(entro mercoledì, sostiene
il generale Gadi Eisenkraut, comandante delle
operazioni) una fascia di
sicurezza profonda due
chilometri, ripulita dalle
istallazioni fortificate dove
i guerriglieri non potranno
più mettere piede.
(Continua a pagina 16)
16 Giustizia e Libertà
MEDIO ORIENTE
6 Agosto 2006
Israele, tregua annunciata e violata - Olmert: "Combatteremo ancora"
mandato Unifil
(Continua da pagina 15)
L'esercito israeliano ha
detto oggi che due terzi
degli arsenali di razzi e
missili hezbollah sono stati
distrutti.
Hezbollah ha comunicato
che oggi quattro suoi miliziani hanno perso la vita.
Niente razzi
su Israele
Per la prima volta dall'inizio dell'offensiva contro
Hezbollah, oggi non è stato
lanciato alcun razzo contro
Israele. Secondo un portavoce militare, "sono stati
sparati solo due colpi di
mortaio nella direzione di
Kiryat Shmona, che non
hanno provocato alcun
ferito, ma nessun razzo
Katyusha".
Hezbollah ha annunciato di
aver colpito con un missile
una corvetta israeliana della classe "Saar" a largo di
Tiro, il porto a 85 chilometri a sud di Beirut. Israele
Ehud Olmert
ha negato che l'imbarcazione, con a bordo 53 marinai, sia stata raggiunta da
un missile o da altro.
Il Consiglio di sicurezza
dell'Onu ha rinnovato di
un mese, fino al 31 agosto, il mandato dell'Unifil, la forza di 2000 caschi blu dispiegata nel
Libano meridionale, per
dare tempo alla comunità
internazionale di creare
una vera forza multinazionale di pace, con un
forte mandato, da schierare al confine fra Libano
e Israele in attesa che l'esercito di Beirut sia in
grado di posizionarsi nel
sud del Paese.
Una riunione, all'Onu, di
partecipanti a questa futura forza è stata però rinviata: prima dovrà esserci
una risoluzione (che arriverà, secondo il segretario di
Stato Usa Condoleezza Rice, già questa settimana)
del Consiglio sul cessate il
fuoco.
colante in cui si "deplora
con forza la perdita di
vite innocenti", ma non
ha condannato l'attacco per
l'opposizione Usa, e rispetLa "deplorazione" to alla cessazione delle ostilità si è limitato a lanciadell'Onu
re un appello "alla fine
Il Consiglio di sicurezza ha delle violenze".
approvato la notte scorsa
L’Unita
una dichiarazione non vinIl rinnovato
(31 luglio 2006)
L'Ue: no al cessate il fuoco, sì alla
«fine immediata delle ostilità»
w ww.unita.it
Nessun cessate il fuoco termine di una giornata di
immediato ma «la fine colloqui arroventati.
immediata delle ostilità».
L´accordo per la richiesta
È questa la formula scelta di un immediato cessatedai ministri degli Esteri il-fuoco è saltata a causa
dell´Unione Europea al del vero posto dai più
stretti alleati europei degli
Usa: Gran Bretagna e Germania in primis. E poi Polonia e Repubblica Ceca.
rante la riunione straordinaria sulla crisi mediorientale quindi si legge: «Il
Consiglio chiede la fine
immediata delle ostilità,
Nella nota congiunta adot- seguita poi da un cessate(Continua a pagina 17)
tata dal blocco dei 25 du-
6 Agosto 2006
MEDIO ORIENTE
Giustizia e Libertà
17
L'Ue: no al cessate il fuoco, sì alla «fine immediata delle ostilità»
nale, in attesa di definire il
quadro nel quale si potrebbe ricorrere ad una
nuova forza internazionale.
Dopo più di tre settimana
dall'inizio dell'offensiva
israeliana in Libano, secondo il capo della diplomazia iraniana l'Onu «non
ha adempiuto ai suoi doIl ministro degli Esteri veri contro questa agiraniano Manuchehr Mot- gressione».
taki ha accusato le Nazioni Unite di aver fallito www.unita.it
nella gestione del conflitto.
Libano, l'Unicef:
il 30% delle vittime
sono bambini
www.unita.it
Il 30% delle vittime dell´offensiva israeliana
in Libano sono minori. Dopo il raid su Cana
in cui sono state uccise 60 persone, tra cui 37
bambini, l´Unicef ribadisce l´mergenza infanzia in Libano.
«L'attacco israeliano a Cana -ha dichiarato
il Direttore generale dell'agenzia Onu Ann
Veneman- dimostra in modo drammatico
che,
ancora una volta, sono i bambini a pa(Continua da pagina 16)
visioni all'interno delgare
per la guerra. E in particolare il 30%
il-fuoco sostenibile».
l'Ue».
dei morti in questa guerra sono bambini, e
La formula non proprio Soddisfazione anche dal bambini sono anche il 45 % degli 800mila
trasparente adottata dai ministro degli Esteri fran- sfollati».
Erkki Toumioja
ministro degli Esteri finlandese
diplomatici è stata concor- cese, Philippe Doustedata dopo cinque ore di Blazy: «La Francia oggi
collo
ha avuto un aiuto nel
suo progetto di risoluzioqui, mentre Israele ha raf- ne da presentare in sede
forzato i suoi attacchi con- Onu. L'Unione europea
tro Hezbollah e promette è d'accordo con noi».
di incrementare le operazioni di terra, sfidando le Fatto sta che le Nazioni
Unite hanno rimandato a
pressioni internazionali.
giovedì la riunione prepaIl ministro degli Esteri ratoria sulla forza di pace
finlandese, Erkki Toumio- internazionale da dispieja, ha spiegato ai giornali- gare in Libano, a causa
sti: «Il Consiglio dei mi- della mancanza di «chianistri degli Esteri Ue rezza politica» sulle michiede una cessazione sure da prendere.
immediata delle ostilità, Il Consiglio di Sicurezza
cui segua un cessate-il- ha approvato la proroga di
fuoco sostenibile. È im- 30 giorni del mandato delportante usare in modo la missione Unifil, che
corretto le parole e i conta 2000 uomini dispieconcetti. Non vi sono di- gati nel Libano meridio-
Fatti i calcoli si tratta di circa 200 ragazzini o
adolescenti.
Dall´inizio dell´offensiva di Israele sono state
infatti uccise almeno 620 persone mentre i feriti sono 3200.
Anche se secondo il bilancio del ministro della Salute libanese le vittime sarebbero almeno
almeno 825 esclusi i corpi non ancora estratti
dalle macerie.
«Un cessate il fuoco -ha sottolineato Dan Toole, Il responsabile del programma di aiuti urgenti dell'Unicef- è estremamente necessario
per consentire l'arrivo di aiuti alle popolazioni civili interessate dalle operazioni armate. Per questo, ha precisato Toole, l'Unicef ha bisogno di circa 20 milioni di euro».
♦
MEDIO ORIENTE
18 Giustizia e Libertà
6 Agosto 2006
AMNESTY INTERNATIONAL
COMUNICATO STAMPA CS85-2006, 28 luglio 2006
COMUNICATO STAMPA CS86-2006, 1 agosto 2006
da www.anmesty.it
COMUNICATO STAMPA
CS85-2006, 28 luglio 2006
AMNESTY INTERNATIONAL
SOLLECITA UN EMBARGO
SULLE ARMI DIRETTE A ISRAELE
ED HEZBOLLAH
Mentre i civili continuano a pagare le peggiori
conseguenze del conflitto in corso, Amnesty International ha chiesto oggi l’imposizione di un
embargo immediato sulle armi dirette a Israele ed
Hezbollah.
Amnesty International è fortemente preoccupata
per il continuo trasferimento di armi dagli Usa,
attraverso la Gran Bretagna, ad Israele.
Un aeroporto britannico è stato recentemente usato da cargo statunitensi che trasportavano armi
destinate all’esercito israeliano.
“Le modalità degli attacchi e l’elevato numero
delle vittime civili dimostrano un flagrante disprezzo del diritto umanitario da parte di Israele e di Hezbollah” ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International.
«Prendere direttamente di mira la popolazione
civile e le infrastrutture civili, così come lanciare attacchi indiscriminati e sproporzionati
equivale a commettere crimini di guerra» ha
proseguito Khan.
«I governi che riforniscono di armi ed equipaggiamento militare Israele ed Hezbollah
stanno accrescendo la loro capacità di compiere crimini di guerra. Tutti i governi dovrebbero imporre un embargo sulle armi nei confronti di entrambe le parti e rifiutare il permesso
di utilizzare il proprio territorio per trasferire
armi ed equipaggiamento militare».
Fonti giornalistiche britanniche hanno riferito
che, la scorsa settimana, due cargo Airbus A130
presi a noleggio, pieni di bombe a guida laser
Gbu 28 contenenti testate all’uranio impoverito e
destinate all’aviazione israeliana, sono atterrati
all’aeroporto di Prestwick, Glasgow. La sosta ha
consentito di fare rifornimento e far riposare l’equipaggio proveniente dagli Usa.
Secondo altre informazioni, gli Usa avrebbero
chiesto il permesso di atterraggio sul suolo britannico per altri due aerei diretti in Israele, nelle
prossime due settimane. I cargo trasporterebbero
ulteriori armi, tra cui bombe e missili.
«Il governo di Londra dovrebbe rifiutare il
permesso di utilizzare i propri scali marittimi
e aerei per navi o aerei che trasportano armi
ed equipaggiamento militare diretti a Israele o
a Hezbollah» ha scritto Amnesty International al
segretario agli Esteri britannico Margaret Bekett.
L’organizzazione per i diritti umani ha anche
chiesto alla Gran Bretagna di sospendere la vendita o il trasferimento di ogni genere di arma o di
equipaggiamento militare verso Israele.
«E’ ridicolo fornire aiuti umanitari con una
mano, mentre con l’altra si danno armi. Di
fronte a così tanta sofferenza umana in Libano
e in Israele, e’ indispensabile che tutti i governi
fermino immediatamente le forniture di armi e
di munizioni a entrambe le parti» -ha conclusoKhan.
FINE DEL COMUNICATO
Roma, 28 luglio 2006
*****
COMUNICATO STAMPA
CS86-2006, 28 luglio 2006
ISRAELE/LIBANO:
AMNESTY INTERNATIONAL,
«CESSATE IL FUOCO IMMEDIATO»
Il devastante attacco di due giorni fa a Cana rende
evidente la necessità di un immediato cessate il
fuoco.
Secondo Amnesty International, entrambe le parti
coinvolte nel conflitto mostrano un profondo disprezzo per il diritto umanitario e i civili stanno
pagando il prezzo dei crimini di guerra che vengono compiuti in maniera diffusa.
«Considerata la sprezzante negazione dei fondamentali principi umanitari esibita da en
trambe le parti, solo un immediato, pieno ed
efficace cessate il fuoco potrà proteggere i civi(Continua a pagina 19)
6 Agosto 2006
MEDIO ORIENTE
Giustizia e Libertà
19
AMNESTY INTERNATIONAL
(Continua da pagina 18)
li coinvolti nel conflitto» ha dichiarato Irene
Khan, Segretaria generale di Amnesty International.
«E davvero vergognoso che i governi che hanno influenza su Israele e su Hezbollah e che
potrebbero contribuire a far cessare questa
crisi, continuino a dare priorità a interessi politici e militari, piuttosto che a salvare la vita
di civili innocenti. Amnesty International chiede alla comunità internazionale di negoziare
urgentemente un cessate il fuoco immediato
ed efficace e di indire una riunione del
«Le richieste alle parti in conflitto di rispettare
le leggi di guerra e proteggere i civili sono rimaste lettera morta. Israele sta compiendo attacchi sproporzionati e mirati contro i civili e
gli operatori umanitari, mentre Hezbollah continua a lanciare razzi contro i centri abitati israeliani» ha accusato Khan.
Le autorità israeliane hanno affermato che a Cana
Hezbollah ha volutamente usato i civili come
“scudi umani”.
Il diritto internazionale
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stesse norme precisano, tuttavia, che anche se
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contraenti delle una delle parti si ripara dietro i civili, questo abulazi o
Convenzioni di Ginevra, so non “esonera le parti in conflitto dai loro
per
garantire che attacchi come quello di obblighi legali rispetto alla popolazione civile”.
Cana siano sottoposti a una indagine imparziale e indipendente e che coloro che sono so- Le notizie secondo cui Israele ha preavvisato tutti
spettati di crimini di guerra siano portati di i civili residenti a sud del fiume Litani, chiedendo
loro di allontanarsi dall’area, dimostrano quanto
fronte alla giustizia».
il concetto del “preavviso efficace” venga distorI ricercatori di Amnesty International in Libano, to.
giunti a Cana poco dopo l’attacco, hanno visto i
soccorritori estrarre dalle macerie corpi privi di Una procedura del genere, che riguarda 400.000
vita di bambini e scavare freneticamente per tro- persone, può solo seminare il panico tra la popovare superstiti.
lazione anziché favorirne l’incolumità.
Un sopravvissuto, Mohamed Qasem Shalhoub, Molti temono che un attacco lungo la strada sia
incontrato da Amnesty International all’ospedale più probabile.
di Tiro, che nell’attacco ha perso la moglie, la Altri semplicemente non sono in grado di lasciare
madre e cinque figli di età compresa tra 2 e 11 la propria terra.
anni, ha dichiarato che dei 17 bambini che dor- In diversi casi in cui Israele aveva preavvisato la
mivano accanto a lui, in una stanza del seminter- popolazione di alcuni villaggi e città del Libano
rato del palazzo colpito, ne è sopravvissuto solo meridionale, la sua aviazione ha successivamente
uno.
colpito le persone che cercavano di fuggire.
Una donna rimasta illesa, che ha perso la sorella Inoltre, gli incessanti attacchi israeliani contro
e il fratello, ha detto che la sua famiglia si era ponti e strade rendono estremamente difficile per
rifugiata nel palazzo da 10 giorni e che usciva la popolazione civile del Libano meridionale fugdurante il giorno per lavare i panni: la loro pre- gire a nord dopo un preavviso israeliano.
senza doveva essere stata notata dagli aerei spia
Secondo il diritto consuetudinario, lanciare intendell’aviazione israeliana che sorvolavano regozionalmente un attacco sproporzionato o indiscrilarmente la zona.
(Continua a pagina 20)
20 Giustizia e Libertà
MEDIO ORIENTE
6 Agosto 2006
AMNESTY INTERNATIONAL
sproporzionato contro i civili» ha concluso
minato, o dirigere volutamente attacchi contro la Khan.
popolazione civile od obiettivi civili, costituisce
FINE DEL COMUNICATO
un crimine di guerra.
Roma, 1 agosto 2006
(Continua da pagina 19)
«Il concetto di “zona di libero fuoco” (*) è incompatibile col diritto umanitario.
L’attacco di Cana è sintomatico del modo in
cui il conflitto è stato condotto fino a oggi e indica o che Israele non sta prendendo le necessarie precauzioni per risparmiare vite civili o
che ha lanciato intenzionalmente un attacco
(*) nella terminologia militare, si intende
co me una zona in cui, trascorso del tempo
da un preavviso, chiunque vi si trovi viene
considerato ostile e dunque un obiettivo
legittimo.
da www.anmesty.it
Appello dalla Galilea
Riceviamo
e
Pubblichiamo
From:
"Alexis"
Sent:
Wednesday, August 02,
2006 7:20 AM
Subject:
Appello dalla Galilea
Non crediamo loro
perché è ormai di dominio pubblico che i
piani militari erano
pronti da molto tempo.
Sappiamo che più di
un mese prima dell'attacco di Hezbollah
contro la pattuglia
dell'esercito, si effettuavano esercitazioni
di prova per un attacco al Libano.
Così pure, il rapimento dei ministri e dei
parlamentari dell'Autorità Palestinese era
stato pianificato diverse settimane prima
della cattura del soldato Gilad Shalit da
parte di Hamas.
Mercoledì 26 luglio un
gruppo di attivisti, militanti in varie associazioni pacifiste ebraiche ed
arabe, ed in particolare
nei movimenti "Vo ce
Alternativa in Galilea" e "Coesistenza Partecipata Ebraica ed
Araba",hanno emesso
e pubblicato il seguente
appello:
Non crediamo al god'Israele ed ai
Noi, residenti della verno
suoi
generali,
perché
Galilea e delle Valli, c'è un abisso tra
gli
non crediamo al go- obiettivi militari diverno d'Israele ed ai chiarati e le operaziosuoi generali
messe in atto dall'eNoi, residenti della ni
sercito.
Galilea e delle Valli,
arabi ed ebrei, non Qual è il rapporto tra
crediamo al governo gli obiettivi dichiarati
d'Israele ed al suo e- e la distruzione di Beisercito, secondo i quali rut ?
la guerra è stata intra- Qual è il rapporto tra
presa per auto-difesa e gli obiettivi dichiarati
con l'obiettivo di libe- ed il demolire una fabrare i soldati catturati. brica di alimenti per
neonati ?
Qual è il rapporto tra
gli obiettivi dichiarati
e la distruzione della
città di Nabatiyeh ?
Qual è il rapporto tra
gli obiettivi dichiarati
ed il bombardare la
centrale elettrica di
Gaza ?
Qual è il rapporto tra
gli obiettivi dichiarato
ed il distruggere le infrastrutture civili in
Libano e a Gaza ?
Qual è il rapporto tra
gli obiettivi dichiarati
ed il trasformare in
profughi più di mezzo
milione di civili libanesi ?
Non possiamo credere
loro, perché non si
può sostenere di difendere una popolazione
civile per mezzo di un
attacco, crudele e deliberato, ad un'altra
popolazione
civile.
le ed assassina non sarà in nostro nome !
Non si difende così la
popolazione della Galilea e delle Valli !
Abbiamo già appreso,
dalle precedenti guerre in Libano, che la
strategia aggressiva,
che conduce a crimini
di guerra e contro l'umanità, alla totale distruzione di uno stato,
porta anche ad annientare qualsiasi prospettiva di pace e di
quiete.
La tragica situazione
attuale non è altro che
il prodotto di una simile politica, quella
portata avanti in Libano nel 1982 da Ariel
Sharon.
Ogni azione militare
intrapresa dall'esercito israeliano finisce
con il danneggiare le
popolazioni civili da
entrambi le parti, pur
facendo pagare innanzitutto, e principalmente, un intollerabile
prezzo ai civili del lato
Ci rifiutiamo di permettere al governo
d'Israele ed ai suoi generali di agire in nome nostro, che abitiamo in Galilea e nelle libanese.
Valli, per distruggere
un intero stato confi- Non crediamo al governo d'Israele ed ai
nante: il Libano.
Questa politica crude-
(Continua a pagina 21)
6 Agosto 2006
MEDIO ORIENTE
Giustizia e Libertà
21
Appel-
(Continua da pagina 20)
suoi generali, perché
siamo convinti che
questa guerra serva
principalmente
agli
interessi della politica
degli Stati Uniti in Medio Oriente.
Il governo libanese ha
chiesto un cessate di
fuoco.
Hezbollah ha concordato con la richiesta.
La Comunità Europea
ha chiesto il cessate di
fuoco.
Solamente il governo
d'Israele ha rifiutato
di prenderlo in considerazione.
L'amministrazione
Bush continua ad incoraggiare il governo
d'Israele a non interrompere le operazioni
belliche.
Noi, residenti della
Galilea e delle Valli,
assieme a tutti i popoli
della regione, siamo
vittime
dei
piani
per ridisegnare il Medio Oriente, del progetto di instaurare in
Medio Oriente un nuovo ordine, che non
serve agli interessi di
chi
vi
abita.
L'esercito americano
non ha
portato
la pace
in Iraq.
L'esercito
israeliano
non porterà la pace in
Libano.
L'esercito americano
non instaurerà la democrazia in Iraq.
L'esercito
israeliano
non porterà la democrazia in Libano.
Le politiche americane
hanno portato all'Iraq
caos e distruzione.
Che l'esercito israeliano implementi politiche simili in Libano da
parte dell'esercito israeliano porterà soltanto altro caos, altre
distruzioni.
Non accettiamo che in
nostro nome provochino disastri ad un'altra
popolazione civile.
Anche se il governo
d'Israele ed i suoi generali potessero convincerci che la loro politica è la via più breve
per rimuovere dal
confine nord la minaccia posta da Hezbollah, non la accetteremmo per motivi etici.
berata ad una qualunque popolazione -indi
pendentemente
dal
fatto che prenda di mira i civili a Gaza, in
Libano o in Galilea !
Crediamo che ci sia
un'alternativa a questa politica aggressiva,
che si basa sul continuo violare le Convenzioni
di
Ginevra.
Chiediamo al governo
d'Israele di dichiarare
un immediato cessate
il fuoco.
Ogni minuto di combattimento crea solo
nuove vittime.
Riteniamo che un cessate il fuoco da parte
di Israele possa portare ad un cessate il fuoco su tutti gli altri
fronti.
Chiediamo che il cessate il fuoco sia usato
per l'immediata liberazione, senza condizioni,
di
tutti
i
prigionieri politici, e
per negoziare il rilascio di tutti i prigionieri di guerra: palestineRifiutiamo di accetta- si, libanesi ed israeliare una strategia che ni.
giustifica l'offesa deli- Il problema dei prigio-
nieri politici
e
dei prigionier i
di guerra è ora
la questione
cruciale.
S o l a mente l'immediato rilascio, senza condizioni, di tutti i prigionieri
politici, e l'avvio di un
negoziato per lo scambio dei prigionieri di
guerra, possono allontanare lo spettro di una guerra generalizzata, portando la pace e
la calma a cui agognano tutti i popoli della
regione.
Noi, arabi ed ebrei che
abitiamo in Galilea e
nelle Valli e ci opponiamo a questa guerra
Rafik Bakri
(B'eina)
054.2054999
Uri Davis
(Skhnin)
054 .4523838
Bilha Golan
(Beit She'arim)
050.7638568
Rémy Mendwzeig
(Manof - Misgav)
(050.8851511
Nakad Nakad
(Shfaramer)
050.5667928
22 Giustizia e Libertà
MEDIO ORIENTE
6 Agosto 2006
Voci ebree italiane CONTRO
Qualcosa possiamo fare, noi ebrei
Italiani
di Stefania Sinigaglia
Riceviamo
e
Pubblichiamo
From:
"Claudio"
Sent:
Wednesday, August 02,
2006 1:04 PM
Subject: Voci ebree
italiane CONTRO
Domenica mattina, risveglio davanti alle immagini trasmesse dalla
Bbc da Qana, Sud Libano.
che rifiutano le derive
islamiste,
dobbiamo
fare tutto ciò che è in
nostro potere per evitare una catastrofe comune».
Ho riguardato alcuni
miei testi scritti anni fa,
come singola ebrea laica già legata al piccolo
gruppo «Ebrei contro
l'Occupazione», ora
libera battitrice grazie
alle cesure temporali
delle mie peregrinazioni
terzomondiste, perfetto
clichè dell'ebrea errante
del 21esimo seecolo.
solo al prezzo della rinuncia alla politica di
aggressione che dagli
anni Ottanta lo ha caratterizzato.
nuova più solida resistenza.
Invece di distruggere
Hezbollah, Israele lo sta
rafforzando oltre ogni
Ma questa misura si ri- previsione, in modo pervela smisurata, la misu- fettamente autolesionira non ha fondo, la fol- sta.
lia miope e disastrosa
delle dirigenze israelia- Ripensando ai versi del
ne (e la cecità di chi le famoso canto pacifista
elegge) sfida ogni sfor- di Bob Dylan di 40 anni
zo di comprensione.
fa, quanti morti ci vorranno ancora finchè ICiascuna nuova compa- sraele
gine governativa supera
ni
la precedente in capaciagi fam
tà di recare morte e
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lle bbiam ostre
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distruzione a
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«Di fronte agli eserciti E pour cause: la terra
e alle superpotenze ci promessa non è in quel
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anni
orquo e inafferrabile, e cugini.
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mai lotta per aver- che come Atlante ad «Degli Ebrei sono cuo
lom
ne la porzione cui il di- ogni colpo inferto si gino», diceva la copertiSh
ritto internazionale ina- rialzerà rafforzato, sia na di un Espresso del
scoltato decreta il suo in Palestina, a Gaza e in giugno del 1967, recandiritto ad accedere. Te- Cisgiordania, sia ora, di te l'immagine di Nasser
queste risorse dobbia- sti del 2002, pubblicati nuovo, in Libano, chis- sconfitto.
mo contare. Dobbiamo dal manifesto o usati sà domani in Siria o in Già, cugini, e non ci sono lotte peggiori di
agire qui ed ora, dal per riunioni pubbliche, Iran.
basso, dato che i poteri che dicevano: la misura E recando morte e di- quelle tra parenti o londel mondo dimostrano è colma, Israele sta di- struzione a civili, e ai tani parenti.
o connivenza insipien- struggendo se stesso e civili più poveri e privi
te o colpevole compli- la sua anima nel di- di risorse, quelli che Tutti figli in un modo o
cità, come organizza- struggere il sogno pale- non hanno neppure i nell'altro di un Medio
zioni e associazioni, stinese di una patria e di soldi e la macchina per Oriente che non smette
ma soprattutto come un loro ritorno, osses- scappare, addensa su di di sanguinare.
ebrei singoli quali sia- sionato dal miraggio di sé non solo l'obbrobrio
i m p o s s i b i l e di chi ha occhi per ve- Gli Israeliani dicono amo, insieme alle orga- u n a
(Continua a pagina 23)
nizzazioni palestinesi «sicurezza», ottenibile dere ma compatta una
MEDIO ORIENTE
6 Agosto 2006
Giustizia e Libertà
23
Qualcosa possiamo fare, noi ebrei Italiani
spora, è accecata dal
mito del militarismo,
che sembra l'unica garanzia di salvezza, perché si hanno negli occhi
ancora le immagini degli ebrei buttati come
cenci sporchi nei vagoni
blindati.
Mai più deboli, mai più
vilipesi, mai più vittim
e
.
Israele-Faust ha fatto
allora un patto con un
Che in questi giorni so- neo-Mefistofele: mai
no in piazza comunque, più vittima, vittime sacome mi ha assicurato ranno «gli altri».
una rappresentante di
New Profile, una delle Ma non esisterà nessuna
organizzazioni che ade- catarsi un questa nuova
riscono alla Coalition of edizione del Faust, nesWomen for a Just Pea- sun «fermati sei bello».
ce.
Solo il baratro dell'ignominia di uno Stato che
La maggioranza, in Isra- da faro possibile di ciele e anche nella Dia- viltà e di redenzione si
(Continua da pagina 22)
gli ebrei della diaspora,
quei pochi che alzano la
voce contro la loro politica distruttiva ed autodistruttiva: voi non siete
qui, la pelle è la nostra,
noi ci difendiamo.
Chiamano traditori o
rinnegati i loro dissidenti interni, anche loro una
minoranza vocale ma
numericamente esigua.
muta in canaglia inter- aiutare ad uscire da quenazionale.
sto nuovo carnaio.
Che possiamo fare noi
ebrei italiani per esprimere il nostro orrore e il
nostro rifiuto di fronte a
questo nuovo salto di
qualità nella discesa agli inferi della politica
israeliana ?
Vogliamo tacere e macinare il nostro disgusto
e la nostra rivolta davanti alle immagini di
dolore lancinante dei
civili libanesi e palestinesi ?
L'inettitudine della diplomazia è stata finora
somma, solo la volontà
di pace delle persone di
buona volontà ci può
forse ancora una volta
Propongo che come singoli e in silenzio, senza
alcuna etichetta ci si ritrovi davanti alla Sinagoga di Roma, il venerdì sera prossimo, con un
semplice cartello di cartone che ognuno di noi
può scriversi a casa, che
dica: «Nessuna soluzione militare ai problemi
politici in Medio Oriente. Applicazione di
tutte le risoluzioni dell'Onu. Solo il negoziato
conduce a una pace
sostenibile».
http://
www.ilmanifesto.it/
Quotidianoarchivio/01-Agosto2006/art26.html
Il premier ha riferito il nuovo bilancio delle vittime
Siniora: «900 morti in Libano»
Oltre 3mila il numero dei feriti mentre gli sfollati sono un milione, un quarto dell'intera popolazione
da Il Corriere della Sera (3 agosto 2006)
BEIRUT
Il bilancio delle vittime
in Libano in tre settimane di offensiva israeliana contro i guerriglieri
Hezbollah ha raggiunto
la cifra di 900 morti. Lo
ha detto il premier libanese Fuad Siniora. Il
numero dei feriti è di
oltre 3000 e quello degli
sfollati ha raggiunto il
milione, un quarto dell'intera popolazione del
Libano, ha detto il
premier secondo quanto
ha riferito l'emittente Tv
libanese Lbc.
A CANA LE VITTIME
SONO STATE 28
Sarebbero 28, non 52,
come era stato inizialmente indicato, le vittime del bombardamento
israeliano di Cana.
La nuova stima è stata
fornita da fonti sanitarie
libanesi. I responsabili
dell'ospedale civile di
Tiro, dove sono state
portate tutte le vittime
del bombardamento di
domenica scorsa, hanno
precisato che fra i 28
morti accertati ci sono
16 minori. Hanno segnalato anche nove feriti. Secondo i residenti di
Cana e la protezione
civile, al bilancio vanno
aggiunti 11 dispersi.
Questi dati collimano
con le stime di Human
Rights Watch, che elenca i nomi di tutte le vittime, appartenenti a due
nuclei familiari, Shalhub e Hashim. Il bilancio iniziale era stato sti-
lato sulla base dei nomi
iscritti nel registro delle
persone che si erano rifugiate nei locali sotterranei del fabbricato prima del bombardamento.
PAESI MUSULMANI
CHIEDONO IL
CESSATE IL FUOCO
Molti paesi musulmani,
tra i quali chiedono un
cessate il fuoco immediato in Medio Oriente
e sono disponibili a
contribuire con proprie
truppe alla formazione
di una forza multinazionale sotto mandato Onu
da dispiegare in Libano.
È quanto emerge da una
riunione straordinaria
dell'Organizzazione della conferenza islamica
(Oci) dedicata alla crisi
mediorientale. Al vertice, in corso in Malaysia,
sono stati invitati i leader
dei 57 Paesi islamici che
aderiscono all'organismo. «Molti Paesi -ha
osservato a margine della riunione Ekmeleddin
Ihsanoglu, segretario generale dell'Oci- hanno
espresso la propria disponibilità a inviare
truppe che agiscano
sotto la bandiera delle
Nazioni Unite».
Questi Paesi -ha aggiunto
il
responsabile«hanno chiesto all'Organizzazione di essere
più attiva nel processo
di pace e nella ricostruzione del Libano dopo
un cessate il fuoco».
♦
24 Giustizia e Libertà
MEDIO ORIENTE
6 Agosto 2006
D'Alema: «Israele sta sbagliando»
da l’Unità, 02.08.2006
Con i bombardamenti
sul Libano, «in sole tre
settimane Israele è riuscito a dilapidare il più
alto consenso internazionale mai avuto».
Non usa mezzi termini
il titolare della Farnesina Massimo D'Alema,
in audizione in commissione Esteri congiunte
di Camera e Senato.
Citando un articolo
comparso sulla stampa
internazionale D'Alema
ha ribadito che lo stato
di Israele «sta commettendo un errore», perché il proseguire delle
ostilità sta determinando «una spinta di reazioni radicali nell'area
che determina una situazione molto, molto
difficile».
Insomma, per il ministro degli Esteri, in u-
n'area costituita da
«centinaia e centinaia
di milioni di persone,
uccidere 300 combattenti al prezzo di molte vite innocenti, non è
solo controproducente
dal punto di vista umanitario, ma è inutile
dal punto di vista politico. «E per spirito di
amicizia nei confronti
di Israele, mi sento di
ripetere che sta commettendo un errore,
perché sta determinando una situazione
in cui i pericoli per Israele saranno accresciuti».
Nel corso dell´audizione D´Alema ha annunciato inoltre che anche
un rappresentante italiano parteciperà ì a New
York alla riunione preliminare del Consiglio
di sicurezza dell'Onu
per la costituzione di
una forza internazionale
di interposizione in Libano.
Ed ha definito la decisione della Francia di
non essere presente
«una posizione molto
drastica».
Il ministro ha comunque ribadito di temere
che «il perdurare del
conflitto renda impossibile la costituzione di
una forza internazionale» la cui costituzione, con un ruolo decisivo dell'Ue, «sarebbe
un fatto importante
anche per l'Europa
che conterebbe di più
in Medio Oriente, a
differenza di quanto
accaduto negli ultimi
anni».
Fatto sta che resta l'incertezza nel negoziato
al Palazzo di Vetro sulla bozza di risoluzione
sul Libano.
Lo scontro si consuma
dietro le quinte fra le
delegazioni di Stati Uniti e Francia.
Alla riunione, programmata inizialmente per
lunedì e poi rimandata
in attesa di una maggiore «chiarezza politica»
a giovedì e poi ancora a
data da stabilire, dovrebbero partecipare
una quarantina di Paesi.
Il "no" francese riflette
la divergenza con gli
Stati Uniti sulla strategia: per Parigi resta impensabile un dispiegamento che non preveda
prima un cessate il fuoco e un accordo politico
globale.
Adesso la Francia conta
di avere l'appoggio europeo. Ma cruciale resta
la posizione che assu-
merà all'Onu la Gran
Bretagna, dotata del diritto di veto.
La Casa Bianca (anche
gli Usa hanno potere di
veto) è fiduciosa di poter arrivare a breve a
una risoluzione del
Consiglio che stabilisca
un cessate-il-fuoco.
«Credo sia prudente
parlare di giorni anche
se non possiamo dire
con sicurezza se sarà
alla fine di questa settimana o all'inizio del-
la prossima», ha spiegato il portavoce del
presidente George W.
Bush, Tony Snow.
Tuttavia gli Usa . pretendono che il documento dia assicurazioni
che Hezbollah smetterà
di operare come milizia
indipendente .
«Un
cessate-il-fuoco
immediato senza garanzie che ambo le
parti lo rispetteranno
non è un cessate-ilfuoco, è un'illusione»
ha ribadito Snow.
Israele ha annunciato
che deporrà le armi solo
dopo l'arrivo del contingente internazionale.
♦
6 Agosto 2006
INTERNI
Giustizia e Libertà
25
INDULTO per il CALCIO
P. D. R.
Il mondo del calcio
chiude la sua annata regalandoci l'ultima sorpresa.
L'indulto appena approvato dal parlamento
sembra idealmente aver
toccato anche il campionato del gioco più amato dagli italiani, come
qualcuno aveva chiesto
dopo la vittoria ai campionati del mondo.
Quella della Corte d'appello è una sentenza che
di fatto annulla la penalizzazione al Milan.
Partire da meno 8 punti
suona praticamente più
come una punizione
simbolica che effettiva.
Visti i tanti campioni
presenti nella sua rosa,
anche con tutta la penalizzazione il prossimo
anno potrebbe, almeno
teoricamente, perfino
vincere lo scudetto.
Non solo ma grazie alla
sentenza di appello ora
gli viene concesso perfino di rappresentare l'Italia alla prossima Champions League, consentendogli di non perdere
neanche i lauti diritti
televisivi che vanno ai
club che giocano questa
manifestazione.
Un po' meno bene va
alle altre squadre, Lazio
e Fiorentina, costrette a
lottare per restare in serie A, anche considerando l'organico sicuramente inferiore, mentre
decisamente male va
alla Juventus, comunque
retrocessa in serie B con
17 punti di penalizzazione, ma effettivamente una simile punizione
ci sembrava scontata
alla luce delle intercettazioni che tutti abbiamo
avuto modo di leggere.
della sentenza, in Italia
abbiamo ben tre quotidiani su cui è possibile
trovare commenti a riguardo.
La nostra considerazione vuole invece essere
da un lato di tipo sociale, dall'altro, lo crediamo necessario, di tipo
politico.
Veniamo da anni in cui
non sentiamo altro che
contestazioni verso una
classe, quella dei magistrati, colpevole di colpire sempre e comunque in un'unica direzione, quella degli interessi
come invece minacciano gli altri clubs colpiti,
chiara dimostrazione di
come questa sentenza
gli aggradi.
Non c'è di che meravigliarsi.
Solo poche righe sopra
facevamo notare come
la penalizzazione subita
dal club rossonero sia
veramente minima sotto
il profilo sportivo, e inesistente, sotto quello
economico.
Anzi, la pesante penalizzazione subita dalla
Juventus ha fatto sì da
togliere un pericoloso
"...Ma si consideri che la clemenza è la virtù
del legislatore e non dell'esecutor delle leggi;
che deve risplendere nel codice, non già nei
giudizi particolari; che il far vedere agli uomini che si possono perdonare i delitti e che la
pena non ne è la necessaria conseguenza è un
fomentare la lusinga dell'impunità, è un far
credere che, potendosi perdonare, le condanne non perdonate siano piuttosto violenze della forza che emanazione della giustizia.
Che dirassi poi quando il principe dona le grazie, cioè la pubblica sicurezza ad un particolare, e che con un atto privato di non illuminata
beneficenza foma un pubblico decreto d'impunità.
Siano dunque inesorabili le leggi, inesorabili
gli esecutori di esse nei casi particolari, ma sia
dolce, indulgente, umano il legislatore."
reali motivi che hanno
portato ad una simile
decisione.
Ci sembrano infatti puerile affermare che Leonardo Milani, l'uomo del
Milan "addetto agli arbitri", non sia un dipendente della società ma
u n
s e m p l i c e
"precario", con un
contratto da co.co.co.
Egli, infatti, non poteva
che ricevere ordini dalla
dirigenza della società
per la quale lavorava,
perseguendone interessi
e finalità, in modo non
certo diverso da quello
che hanno fatto gli altri
dirigenti delle altre società assunti a tempo
indeterminato.
Crediamo invece che i
veri motivi che hanno
portato ad una simile
sentenza siano ben diversi.
Tra tutti spicca il motivo
economico. Mediaset è
una delle società che
maggiormente finanzia
la Lega Calcio da cui
riceve il diritto a trasmettere le partite del
campionato e facendo
profilare la presenza di
un tacito ricatto economico.
In altre parole sembriamo trovarci in presenza
Cesare Beccaria «Dei delitti e delle pe- di una decisione figlia di
quel conflitto di interesne», § XLVI, "Delle grazie
si che da anni pervade
economici berlusconia- avversario dalla circola- ogni aspetto della vita
ni.
zione per i prossimi an- italiana.
Oggi, improvvisamente, ni, riducendo il numero
scopriamo come questo di pretendenti allo scu- In tal senso dovrebbe far
assioma non sia più va- detto e consentendo ai ben riflettere la decisiolido, anzi, le recrimina- "diavoli" di rafforzarsi ne dell'UEFA che a
zioni da parte della diri- grazie alla fuga di cam- margine dello scandalo
genza rossonera si fan- pioni in atto dal club arbitrale in cui è stato
no improvvisamente bianconero.
coinvolto, ha sì accettamoderate e la società
to l'iscrizione del Milan
annuncia ufficialmente Pur avendo letto le mo- alla Champions League,
di non voler fare alcun tivazioni della sentenza, non poteva fare diversaMa non siamo qui per ricorso al TAR, contro non siamo ancora con- mente, ma con diffida.
fare un'analisi sportiva la sentenza di appello, vinti che siano questi i
(Continua a pagina 26)
INTERNI
26 Giustizia e Libertà
6 Agosto 2006
INDULTO per il CALCIO
(Continua da pagina 25)
Ma il triste finale di calciopoli non è l'unica polemica che ha tenuto
banco in questo finale di
stagione, (in attesa delle
polemiche più facete
che accompagneranno il
campionato).
Ve n'è stata un'altra legata all'ormai famosa
"testata" da parte di
Zidane nella finale dei
mondiali verso il giocatore italiano Materazzi.
Non è la prima volta che
il francese ha un simile
comportamento che ha
già messo in atto in altre
due differenti occasioni.
La difesa di “Zizou”,
come viene chiamato
affettuosamente dai tifosi transalpini, è incentrata sugli insulti ricevuti dal giocatore italiano
riguardanti le "donne
della sua famiglia".
Non sappiamo se l'insulto d Materazzi
fosse
veramente
offensivo o
se invece è
Zidane
ad
essere particolarmente
sensibile, sta
di fatto che
vedendo le
immagini si
osserva chiaramente un
lungo battibecco che precede il
momento della reazione, e non crediamo certo che le frasi usate da
Zidane in quel momento siano state molto carine e tranquille.
Non staremo certo qui a
giustificare gli insulti
che indubbiamente sono
da condannare, ma non
possiamo neanche essere così ipocriti da negare che fatti di
questo genere siano la
normalità su
un campo di
pallone.
E' per questo
che generalmente viene
punita solo
la reazione
dell'offeso, il
comportamento
più
grave e allo
stesso tempo
anche più evidente.
Significativi
in tal senso
sono due casi
che hanno interessato proprio giocatori
italiani, come
nel ‘94 quando
Tassotti
venne stangato senza pietà
per la gomitata a Luis
Henrique e, nel 2004,
quando Totti venne linciato per lo sputo a
Poulsen mentre oggi
Zidane la passa praticamente liscia e Materazzi
viene
equiparato,
nell'entità
della
squalifica, proprio a
Zizou quando passeggiò sulle schiene
degli
avversari
(Francia ‘98, partita
Arabia-SauditaFrancia) o spaccò
loro
gli
zigomi
(Champions League
2000, partita JuveAmburgo).
considerazione in campo internazionale neanche in campo calcistico,
come dimostra anche la
vergognosa assenza di
Blatter, presidente della
FIFA, alla cerimonia di
premiazione della finale
dei mondiali.
Da anni ormai l'Italia
calcistica non esprime
un dirigente di livello
internazionale con il
quale contare un po' di
più nell'Europa e nel
mondo calcistico.
Speriamo che ora la vittoria di questo mondiale
possa essere il segno di
una inversione di tendenza.
P. D. R.
Il vero guaio è, come sta capitando negli ultimi anni, che
l'Italia non viene tenuta nella giusta
JUVENTUS
in Borsa
di P.D.R.
Si è molto parlato in
queste ultime settimane
di moggiopoli, lo scandalo delle partite truccate che hanno avvantaggiato il campionato della Juventus.
I commenti hanno sviscerato praticamente
tutti gli aspetti della
questione, ma a nostro
avviso hanno dimenticato di affrontare un
punto particolarmente
importante e delicato
del discorso.
La Juventus è stata la
terza società calcistica
ad essere stata quota in
Borsa, dopo Lazio e
Roma. Come le altre
due società l'andamento
del titolo, fina dal suo
collocamento, ha conosciuto una progressiva
discesa, non ostante ci
si trovasse di fronte ad
una squadra particolarmente blasonata, con un
numero di sostenitori
elevato sia in Italia che
all'estero. Ciò fino ad
assestarsi ad un valore
compreso tra 1,3 e 1,4
euro, secondo questo è
(Continua a pagina 27)
INTERNI
6 Agosto 2006
Giustizia e Libertà
27
J U V E N T U S in Borsa
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quanto possiamo osservare dal grafico riportato.
Osservando sempre il
grafico cominciamo a
notare come nel mese di
marzo ci sia un rialzo.
Questo ancora non ci
insospettisce, potrebbe
benissimo essere la conseguenza del buon andamento in campionato e
della possibile conquista
dello scudetto.
Il problema giunge invece ad aprile, quando il
rialzo si trasforma in
una impennata. Il titolo
sfiora i due euro (a cui
segue un piccolo calo
dovuto probabilmente
ad alcuni investitori che
hanno pensato bene di
vendere le loro azioni
per portarsi a casa qualche soldino), prosegue
la sua corsa fino a 2,25
e oltre, fino a superare il
prezzo di collocamento.
Quindi giunge il crollo,
quello causato dallo
scandalo Moggi.
Ora noi di G&L ci siamo chiesti a cosa può
essere dovuto questo
rialzo così consistente
proprio nell'imminenza
delle prime fughe di notizie sulle indagini in
corso.
E' l'effetto scudetto,
commenterà qualcuno,
ma noi non ne siamo
convinti. La conquista
dello scudetto era un
fatto abbastanza scontato, non un evento imprevisto. Il primo posto
in classifica era
già compreso nel
prezzo
del titolo
e al massimo
si
potrebbe
giustificare un
suo increm e n t o
contenuto. D'altronde
questa
situazione è simile a quanto si è già
verificato
in occa-
sione della
conquista del
terzo titolo da parte della
Roma,
come è
possibile
vedere
dal
sec o n d o
grafico
allegato.
Al contrario, un
a n d a mento di
questo
genere,
in assenza di eventi che
giustifichino forti rialzi, lo ritroviamo quando esiste
un operatore, molto forte e danaroso, che cerca
di liberarsi delle proprie
azioni nell'imminenza
di un crollo. Prima
compra facendo salire il
prezzo, seguito da tutti
coloro che sperano di
sfruttare l'onda della
speculazione, e poi comincia a vendere, non
solo le azioni che ha ap-
pena acquistato, ma anche le altre che aveva
precedentemente nel
portafogli. Avrà sempre
delle perdite, è ovvio,
ma sicuramente più contenute che se non le avesse vendute affatto.
La differenza tra i due
operatori, quello forte e
quello che spera di
sfruttare l'onda della
speculazione, sta nelle
informazioni di cui i due
sono in possesso. Il primo sa dell'imminente
crollo, ovvero sa delle
inchieste della magistratura e dei prossimi avvisi di garanzia, il secondo no.
A tal fine riterremmo
allora opportuno che la
Consob, prima, e la magistratura, poi, svolgessero delle ulteriori indagini per capire se non si
prossa profilare il reato
di "insider trading", ovvero di operazioni sul
mercato da parte di operatori in possesso di informazioni riservate e
pertanto non deputati ad
operare.
PdR
DOSSIER ONU
28 Giustizia e Libertà
6 Agosto 2006
Hanno fatto un deserto e lo chiamano pace
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sessant'anni indietro se
non addirittura a Caino
e ai figli di Caino.
Meglio lasciar perdere.
Ma c'è un punto che mi
sembra importante segnalare.
Riguarda la Rice.
E Bush.
E anche Blair.
Hanno detto tutti e tre,
quasi simultaneamente,
che i "lutti collaterali"
causati dai bombardamenti israeliani sono
estremamente spiacevoli
ma purtroppo inevitabili.
Ed hanno aggiunto che
proclamare un "cessate
fuoco" senza varare prima un piano di pace sostenibile sarebbe del tutto inutile.
Perciò si affretti la pace.
La tregua d'armi verrà
come inevitabile conseguenza.
Questo modo di ragionare obbedisce sicuramente a una sua logica,
ma anche ad una sua
follia.
Sarebbe come se un poliziotto, cogliendo in
flagranza un gruppo di
stupratori all'opera, si
astenesse dall'intervenire in attesa che il governo vari una solida legge
per impedire e combattere gli stupri.
Di fatto questo è avvenuto al vertice di Roma.
Il disco verde al proseguimento della strage
l'ha dato la Rice postergando la cessazione dei
bombardamenti alla pace, e l'hanno ribadito sia
Bush sia Blair con le
stesse parole del segretario di Stato.
Il governo e l'esercito di
Israele ne hanno preso
atto continuando a sparare su "ogni cosa che
si muove" nel Libano
meridionale.
E su ogni cosa che abbia un valore pubblico,
industriale, civile, nel
Libano centrale e settentrionale.
Il vertice di Roma poteva almeno imporre la
cessazione dei bombardamenti nel Libano settentrionale e centrale,
tollerando che la guerra
continuasse nelle zone
occupate da Hezbollah
e soltanto in quelle.
Ma neanche questo si è
potuto ottenere a causa
del veto a discutere la
questione imposto dalla
Rice.
***
A Roma il presidente
libanese Fouad Siniora
ha detto nel corso del
vertice e dirigendosi al
segretario di Stato americano: "Hanno fatto
un deserto e l'hanno
chiamato pace".
Citava Tacito.
Poche ore dopo, parlando a una folta assemblea di militanti del Partito
democratico, Bill Clinton è rientrato sul sentiero di guerra in vista
delle prossime elezioni
presidenziali e ha detto:
"Bush deve dirci se
intende
ammazzare
tutti i nemici dell'America - il che è evidentemente impossibile - oppure cominciare
a parlare con qualcuno di loro".
Parole sagge, ma con
chi ?
Il suo ex consigliere alla
Sicurezza nazionale,
intervistato dalla Cnn,
ha detto: "Al tavolo del
vertice di Roma mancavano i veri belligeranti, la Siria, l'Iran.
Si può arrivare alla
pace senza discutere
almeno con uno di loro
?".
Per il niente che vale ho
scritto esattamente le
stesse cose domenica
scorsa nell'articolo intitolato: "Se non si vuole
la guerra, chi firma la
pace ?".
Evidentemente si puntava alla pace dei vincitori da imporre ai vinti,
ma l'obiettivo non mi
sembra a portata di mano.
Perciò la strage degli
innocenti continua.
con sufficiente attenzione le dispute tra Di Pietro e Mastella, tra Diliberto e Giordano e tra
Malabarba e il resto del
mondo.
Dirò soltanto che spesso
queste risse di cortile
messe in moto per questioni di visibilità, restano al di sotto della visibilità stessa.
Minimalia.
Post scriptum.
Ma poiché anche dei
"minimalia" bisogna
occuparsi, lo farò il prima possibile.
Nel frattempo non posso
che definire queste risse
e i relativi rissanti come
disprezzevoli.
Non bisognava farli ministri.
Non bisognava dargli un
seggio in Parlamento.
Ma questo purtroppo è il
senno del poi, da mettere in memoria per il futuro.
Come
sempre,
ai
"minimalia" del centrosinistra fanno da imponente
controcanto
quelli del centrodestra.
Così l'equilibrio è per
ora assicurato.
Avrei dovuto scrivere
anche di quanto è accaduto e accade nel cortile
di casa nostra.
La sentenza della giustizia sportiva redatta a
"furor di popolo".
Il voto sulla questione
di fiducia posta sull'Afghanistan e i disobbedienti domati ma non
domi.
Il voto trasversale sull'indulto.
La questione dell'allargamento della maggioranza.
La lotta dei professionisti contro il decreto di
liberalizzazione di Bersani.
Si tratta di temi e problemi di grande impor- Eugenio Scalfari
tanza ma è altrettanto la Repubblica
chiaro che, fin quando 30 luglio 2006
avremo l'incendio della
guerra in Medio Oriente
sarà difficile seguire
Giustizia e Libertà
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