«Caso Morandi, in affitto il rifugio da un milione»

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«Caso Morandi, in affitto il rifugio da un milione»
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Corriere della Sera Martedì 9 Agosto 2016
BG
Montagna Il rilancio e le polemiche
Gli impianti bruciati
Sigilli
Ieri pomeriggio
il curatore
fallimentare
Emiliano
Fantoni ha
apposto i sigilli
sui beni
di Mountain
Security. C’è
anche il rifugio
Due Baite finito
nell’inchiesta
Morandi: per
l’accusa, il
milione usato
per sistemarlo
veniva dai conti
di Gamba
Spaccatura tra Comuni
sui fondi per Foppolo
Ma la delibera passa
SEGUE DALLA PRIMA
La vicenda
 Nella notte
tra il 7
e l’8 luglio
qualcuno
ha appiccato
il fuoco
agli impianti
del Montebello
e Quarta Baita
(foto).
Il pm Gianluigi
Dettori
ha aperto
un fascicolo
per incendio
doloso
«Siamo tutti d’accordo — sottolinea Marco
Milesi, secondo mandato a San Giovanni Bianco — sull’importanza della stazione sciistica di
Foppolo ed eravamo pronti a investire le risorse
necessarie. Non così, però». Le proposte, rimbalzate dalla maggioranza, erano due. Primo:
dividere il voto sui fondi Bim. «Cioè votare subito quelli per la neve, vista l’urgenza — spiega
Milesi — e in un secondo momento il resto degli investimenti, sui quali c’era tutto il tempo
per riflettere». Oltre a Foppolo, la delibera conteneva infatti l’elenco dei progetti fino al 2020
per un totale di quasi 3 milioni di euro. Esempio: 400 mila euro andranno alla realizzazione
di un giardino sensoriale al centro di cura Don
Palla, 186 mila al progetto «Una scuola di qualità» di Costa Serina, altri 140 mila sempre a Co-
«Caso Morandi, in affitto
il rifugio da un milione»
Fallita la Mountain Security, il curatore: ipotesi al vaglio, poi andrà all’asta
Il bandolo dell’intricatissimo caso Morandi, per la procura, è una società col nome in
inglese e la sede a Valbondione. È la Mountain security, che
il 27 luglio scorso, a tre anni
dallo scandalo dei milioni spariti, ha alzato bandiera bianca.
Il giudice Elena Gelato ha accolto la richiesta di fallimento
in proprio avanzata dall’ammi-
Telecamere
Saranno installate
al più presto sul «Due
Baite» e sul «Mirtillo»
per ragioni di sicurezza
nistratore unico della Srl nata,
nel 2006, per la sicurezza delle
piste di Lizzola. Lui è Claudio
Conti, vicesindaco durante il
primo mandato di Benvenuto
Morandi e capogruppo al secondo giro.
Il passaggio non è da poco
per i risvolti che potrebbe avere innanzitutto sulla stazione
sciistica, comunque sopravvissuta al terremoto. Dal 2014,
è gestita da una cooperativa di
operatori del paese che l’ha
presa in affitto dal Comune
dopo il crac della Sviluppo turistico Lizzola, la partecipata
detenuta per il 58,02% proprio
dalla Mountain Security. Il fallimento potrebbe sbloccare la
situazione dei rifugi «Due Baite» e «Mirtillo», tra i beni di
proprietà della Mountain. Gli
altri sono il rifugio «2000» e i
box di Lizzola (oggi ne sono rimasti 4) costati le dimissioni a
Morandi e un’indagine per
abuso d’ufficio a Conti e a Sabrina Semperboni, proprietaria della società ed ex assessore al Bilancio. I rifugi sono
chiusi da due stagioni, cioè da
quando Stl è andata a gambe
all’aria. Il loro destino ora è di
andare all’asta, «ma siccome
per questo i tempi sono lunghi
— spiega Emiliano Fantoni, il
curatore fallimentare che ieri
ha eseguito un sopralluogo e
apposto i sigilli — proporrò al
giudice di affittarli per un pe-
 Il processo
A settembre
parla l’ex sindaco
L’ex sindaco di
Valbondione Benvenuto
Morandi è imputato per
furto, truffa e falso in
scrittura privata. Il processo
riprende a settembre e
allora sarà proprio lui a
parlare. Secondo l’accusa,
Morandi, direttore
all’Intesa Sanpaolo Private
Banking di Fiorano al Serio
fino a giugno 2013, avrebbe
consegnato ai suoi clienti
rendicontazioni false per
convincerli della sua abilità,
e distratto milioni dai conti
di Gianfranco Gamba per
rimpolpare le casse della
stazione sciistica. Soldi che
passavano dalla Mountain
Security. © RIPRODUZIONE RISERVATA
riodo che potrebbe andare da
novembre ad aprile 2017. Sono
in ottime condizioni, in questo modo li valorizzeremmo e
porteremmo una boccata di
ossigeno alla stazione». Per ragioni di sicurezza saranno al
più presto dotati di telecamere. Il loro valore, come altri
dettagli societari, è da definire: «La documentazione è sotto sequestro per via dell’inchiesta», precisa il curatore.
Il «Due Baite», fino a inizio
2014 gestito dalla moglie dell’ex sindaco, potrebbe avvicinarsi al milione di euro: è la cifra che era stata spesa per la ristrutturazione. Quei soldi, secondo la Procura, venivano dai
conti dell’imprenditore Gianfranco Gamba, ai tempi proprietario, a sua insaputa, della
Mountain. «Ci andavo e pagae
— aveva raccontato l’imprenditore con gli immancabili intercalari in dialetto —, non sapevo che il rifugio l’avevo pagato io».
Maddalena Berbenni
 La politica
si è subito
attivata
in soccorso
della valle:
la Regione
ha sbloccato
un prestito,
tramite
Finlombarda,
da 2,5 milioni,
mentre dal Bim
arriveranno ora
750 mila. Per
altri 2 milioni
si pensa
a sponsor
e negozianti
sta Serina per il progetto di videosorveglianza
«Custos», mezzo milione alla pista di atletica a
Camanghè. «L’altro emendamento — prosegue
Milesi — riguardava la creazione di un consorzio per la gestione dei soldi destinati agli impianti: ne avrebbero fatto parte tutti i sindaci e
così la trasparenza sarebbe stata totale». Il punto è: Brembo Ski, che è controllata dai tre comuni a cui ora andranno i 750 mila euro, era
sull’orlo del fallimento ben prima del rogo.
«Che garanzie abbiamo sulla gestione con una
delibera così?», riflette Milesi. Ha disorientato
anche la novità emersa all’ultimo momento: un
emendamento che dà la possibilità di recuperare le seggiovie danneggiate. Finora invece si era
sempre parlato di installare la cabinovia acquistata da Corvara. «Non è chiaro cosa vogliono
fare — ribadisce Bonzi —, non è così che si usano risorse pubbliche. Complimenti a chi ha votato a favore». Tra loro c’è Jonathan Lobati, sindaco di Lenna e consigliere provinciale: «C’è
amarezza per questa spaccatura — commenta
—. La proposta di creare un consorzio si può
valutare , ma nell’immediato non avrebbe permesso di intervenire con tempestività». Perché
l’obiettivo, anche se appare impossibile, è di ripartire quest’inverno: «Proprio per questo abbiamo pensato anche al paracadute delle seggiovie da sistemare». Costerebbe 1,5 milioni
contro i 6 della cabinovia. (mad.ber.)
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