le anemie by S. Paltrinieri. In: Proceedings of the Italian

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le anemie by S. Paltrinieri. In: Proceedings of the Italian
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International Congress of
the Italian Association of Companion
Animal Veterinarians
May 19 – 21 2006
Rimini, Italy
Next Congress :
62nd SCIVAC International Congress
&
25th Anniversary of the SCIVAC Foundation
May 29-31, 2009 - Rimini, Italy
Reprinted in IVIS with the permission of the Congress Organizers
53° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC
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Le più comuni alterazioni ematologiche del gatto:
le anemie
Saverio Paltrinieri
Med Vet, PhD, Dipl ECVCP, Milano
Introduzione
Anemie non rigenerative
Da un punto di vista pratico risulta speso difficile identificare la causa delle anemie nel gatto. In linea generale,
infatti, l’inquadramento fisiopatologico delle anemie, indispensabile per risalire alla causa ed impostare una corretta
terapia, prevede una prima classificazione in forme rigenerative e non rigenerative: tale classificazione, nel gatto, è
complicata dal fatto che parametri classificativi importanti,
come anisocitosi, sferocitosi ed indice di produzione reticolocitaria, non sono facilmente valutabili. I più recenti contaglobuli laser possono permettere di risolvere parzialmente
tali problemi, ma la completezza delle informazioni rilevabili ematologicamente rimane sicuramente inferiore a quella
rilevabile nel cane o in altre specie animali. A ciò si aggiunge il fatto che sono frequenti le infezioni da virus quali i
virus dell’immunedeficienza felina (FIV) e della leucemia
felina (FeLV), in grado di influenzare l’eritropoiesi sia a
livello midollare che periferico.
La distinzione tra forme rigenerative e non, può essere
basata, su dati clinico-anamnestici e su test quali l’esame del
midollo osseo, il profilo sideremico e biochimico, in corso di
sospette forme non rigenerative, ed il test di Coombs in caso
di sospette forme rigenerative.
A livello ematologico le forme non rigenerative sono
caratterizzate da anemia normocitica normocromica in
assenza di reticolociti e di alterazioni morfologiche eritrocitarie evidenti, eccezion fatta, in alcuni casi, per un aumento dei rouleaux eritrocitari. Nelle forme rigenerative l’anemia tende ad essere macrocitica ipocromica, con presenza
di anisocitosi e policromasia (che a loro volta riflettono la
presenza di reticolociti), e possono essere rilevabili eritrocitari morfologicamente anomali quali sferociti (eritrociti di
piccole dimensioni e particolarmente colorabili in quanto
ricchi di emoglobina), eccentrociti, corpi di Heinz (segni di
ossidazione dell’emoglobina), corpi di Howell-Jolly (residui di materiale nucleare), nonché eritrociti nucleati. La
corretta valutazione della reticolocitosi che, come detto, è
indispensabile per classificare come rigenerativa un’anemia, è complicata dal fatto che già in condizioni fisiologiche il gatto presenta reticolociti circolanti, caratterizzati,
nelle colorazioni con nuovo blu di metilene o blu brillante
di cresile, dalla presenza di piccole strutture puntiformi e
vengono pertanto definiti “puntati” e vanno differenziati da
quelli “aggregati” o “reticolati”, caratterizzati da grossi reticoli intracitoplasmatici. I due tipi di reticolociti andrebbero
quindi valutati separatamente, e solo gli aggregati sono
indicativi di rigenerazione.
Le forme non rigenerative sono spesso caratterizzate da
anemia da lieve a marcata, a comparsa lenta e progressiva,
tanto che l’organismo ha il tempo di adattarsi a tale situazione, e la sintomatologia è frequentemente lieve, se paragonata alla gravità dell’anemia. Le anemie non rigenerative più
frequenti nel gatto sono quelle da infiammazione cronica,
seguite dalla depressione midollare associata a patologie
sistemiche e dalle forme tossiche. Queste ultime sono spesso diagnosticabili solo per esclusione, e spesso risulta
impossibile giungere alla sostanza chimica responsabile della patologia. Sono invece rare le forme carenziali, in particolar modo quelle da carenza di ferro, che possono essere
presenti solo in seguito ad emorragie croniche “a stillicidio”
conseguenti, ad esempio, alla presenza di tumori ulcerati. In
questi casi l’anemia tende ad assumere un aspetto microcitico ipocromico, e può essere presente trombocitosi, fenomeno peraltro difficilmente apprezzabile nel gatto, nel quale la
conta automatizzata delle piastrine risulta spesso problematica. Le forme da infiammazione cronica sono invece particolarmente frequenti, sia in conseguenza di processi infiammatori aspecifici sia in corso di patologie specifiche quali la
peritonite infettiva felina (FIP) e le già citate FIV e FeLV. In
tali situazioni si osserva anemia normocitica normocromica
non rigenerativa, associata a leucocitosi neutrofila e linfopenia (solo in corso di FIV e/o FeLV può contemporaneamente essere presente leucopenia). Tra le patologie sistemiche in
grado di indurre anemia rientra soprattutto l’insufficienza
renale cronica, caratterizzata da anemia normocitica normocromica di particolare gravità imputabile alla mancata o
ridotta produzione di eritropoietina da parte del rene, ed i
rari casi di ipotiroidismo ed ipocrticosurrenalismo. Infine,
può essere rilevata anemia non rigenerativa da depressione
midollare in associazione a tumori, soprattutto se di origine
mieloide o eritroide, o in corso di mielodisplasie: anche
tumori non ematologici però possono indurre anemia, nel
quadro della depressione metabolica sistemica che caratterizza le forme di cachessia neoplastica.
Da quanto sopra esposto si evince che in tutte le forme di
anemia non rigenerativa del gatto è importante eseguire esami sierologici per FIV e FeLV, e valutare con attenzione non
solo i dati relativi all’eritrogramma ma anche tutte le altre
alterazioni eventualmente presenti nell’esame emocromocitometrico. L’elettroforesi delle sieroproteine può essere utile per confermare la presenza di processi infiammatori nonché per rilevare quadri elettroforetici specifici delle patologie sopra accennate (es: gammopatia policlonale in corso di
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FIP). Nel caso l’anamnesi o gli aspetti clinici non consentano di formulare ipotesi concrete circa la patogenesi dell’anemia, è di fondamentale importanza il ricorso all’esame
citologico del midollo, che può permettere quantomeno di
valutare il rapporto mieloide/eritroide (M:E) e rilevare così
“all’origine” il potenziale rigenerativo midollare, la possibile presenza di depressioni midollari poli- o pancitopeniche,
o un’eventuale sostituzione dei precursori eritroidi da parte
di elementi mieloidi proliferanti. In presenza di un’aumento
del rapporto M:E è importante poi valutare eventuali segni di
displasia sia a carico della linea eritroide, che della linea
mieloide, in modo da poter classificare l’eventuale alterazione midollare come reattiva (es. infiammatoria) o displastica/neoplastica (mielodisplasie o leucemie)
Anemie rigenerative
Tra le forme rigenerative, oltre a quelle conseguenti ad
emorragie acute, rientrano quelle emolitiche, la cui diagnosi
eziologica può risultare particolarmente difficile, proprio per
i problemi metodologici riportati in introduzione. Sono spesso caratterizzate da sintomatologia particolarmente grave,
nonché da ittero e/o splenomegalia, anche se quest’ultimo
riscontro è sicuramente meno comune nel gatto che nel cane
per la diversa struttura anatomo-funzionale della milza felina, che la rende meno efficiente nei processi di emocateresi.
Tra le possibili cause di anemia emolitica nel gatto rientrano quelle chimiche, soprattutto di tipo ossidativo, particolarmente frequenti nel gatto a causa della particolare struttura chimico-fisica dell’emoglobina, che, essendo ricca di
ponti disolfuro risulta particolarmente sensibile alle ossidazioni. Tra le sostanze in grado di ossidare l’emoglobina rientrano il glicole fino a poco tempo fa contenuto in molti alimenti umidi, cipolle, farmaci come il propofol o il paracetamolo, per il quale non è presente, nel gatto, un sistema di
detossificazione epatico simile a quello presente in altre specie animali, per cui anche dosi non particolarmente elevate
possono risultare tossiche. Oltre ai tipici segni di anemia
rigenerativa (anemia macrocitica ipocromica, con reticolocitosi evidente), in tali forme si possono rilevare anche segni
di ossidazione dell’emoglobina, rappresentati da metemoglobinemia (che conferisce una colorazione brunastra al sangue) e presenza di eccentrociti o, più frequentemente, corpi
di Heinz, rilevabili, questi ultimi, già in sede di colorazione
routinaria con May Grünwald Giemsa, ma meglio apprezzabili dopo colorazione con nuovo blu di metilene o blu bril-
lante di cresile. Un’elevata concentrazione di corpi di Heinz
è rilevabile anche in corso di linfoma e diabete.
L’altro grosso gruppo di anemie rigenerative nel gatto è
rappresentato dalle forme immunomediate, dovute a produzione di anticorpi contro farmaci presenti sulla membrana
eritrocitaria o antigenicamente simili ad antigeni eritrocitari,
o ad agenti viventi quali gli emoplasmi felini (Mycoplasma
felis e, in minor misura, M. haemominutum, entrambi precedentemente classificati come Haemobartonella felis) o,
ancora una volta, il virus FeLV. Esistono poi forme immunomediate di natura autoimmune, nonché la cosiddetta isoeritrolisi neonatale, che colpisce gattini con gruppo sanguigno A o AB che ricevano colostro da madri B.
In tutte queste forme, oltre a rilevare i classici segni di
anemia rigenerativa, può essere importante rilevare sferociti
circolanti (peraltro difficilmente apprezzabili in strisci di
sangue felino) o schistociti (frammenti eritrocitari residuo
della lisi extravascolare). Gli eventuali emoplasmi possono
essere rilevati in strisci colorati con May Grünwald Giemsa
come strutture puntiformi, singole o aggregate a formare
“catenelle” sul bordo esterno dell’eritrocita: il legame degli
emoplasmi con l’eritrocita è però particolarmente labile e
dipendente dalla presenza di ioni calcio, e può venire meno
dopo miscelazione del sangue con EDTA, che chela il calcio: per tale motivo, in caso di forme rigenerative, può essere opportuno effettuare uno striscio con sangue fresco (prima di porlo in provette con EDTA). Nelle forme a sospetta
origine immunomediata, poi, può essere utile ricorrere al test
di Coombs, che rileva la presenza di anticorpi anti-eritrociti
sulla membrana dei globuli rossi circolanti, o alla versione
più “moderna” di tale test, rappresentata dalla ricerca degli
anticorpi anti-eritrocitia mediante citofluorimetria. Va poi
tenuto presente che esistono forme immuno-mediate nelle
quali vengono prodotti anticorpi non tanto contro gli eritrociti circolanti, quanto contro i loro precursori midollari. In
tali situazioni, frequenti in corso di FeLV, si possono osservare anemie apparentemente non rigenerative nelle quali,
però il test di Coombs risulta positivo, ed il midollo osseo
evidenzia una notevole iperplasia eritroide, associata ad un
blocco maturativo a livello dello stadio di maturazione contro il quale si sono generati anticorpi.
Indirizzo per la corrispondenza:
Dipartimento di Patologia animale, Igiene e
Sanità Pubblica Veterinaria, Via Celoria 10, Milano
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