La casta dei sacerdoti Al tempo di Gesù ( ma così era già da più di
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La casta dei sacerdoti Al tempo di Gesù ( ma così era già da più di
La casta dei sacerdoti Al tempo di Gesù ( ma così era già da più di qualche secolo) la società giudaica era strutturata in stati. Espressione per noi oggi strana, perché desueta. Dobbiamo rifarci ai nostri ricordi scolastici relativi a come era descritta la repubblica veneta oppure gli altri staterelli italiani nel XVIII° secolo. O soprattutto alla crisi che ha preparato la rivoluzione francese. Allora a Parigi furono convocati dal re gli stati generali: che erano costituiti dai rappresentanti del clero, della nobiltà e infine della borghesia. Dovrà passare quasi un secolo perché il pittore Pelizza da Volpedo richiami l’espressione nel suo quadro forse rimasto più celebre, il quarto stato. Lo storico Giuseppe, soprannominato Flavio, controversa figura attiva in Palestina al tempo della prima guerra giudaica negli anni 66-70 d.C., ha scritto: Presso altri popoli, altre considerazioni permettono di determinare la nobiltà; da noi invece è il sacerdozio a costituire la prova di un’origine illustre. Anche se questa doveva essere sempre verificata tramite la documentazione di una pura ascendenza, come per tutti gli appartenenti agli stati più importanti. Qui però al vertice della piramide sociale stavano appunto i sacerdoti e tutte le prove storiche che si sono finora potute raccogliere non hanno che confermato come la società giudaica fosse una vera teocrazia. Tutto gravitava attorno all’unico tempio, quello di Gerusalemme. Non era una semplice chiesa, come gli edifici che oggi conosciamo, ma piuttosto una istituzione templare, simile a quelle che appunto esistevano presso i popoli vicini: con la differenza che quello giudaico non aveva effettivi concorrenti. L’atto fondamentale del culto era il sacrificio cruento e le modalità variavano a seconda si trattasse di un atto di ringraziamento, di una impetrazione, di una espiazione oppure di una azione di comunione. La vittima, dal grande bue alla piccola colomba, secondo precisi rituali veniva divisa in parti, di cui la prima veniva bruciata sull’altare, una seconda assegnata ai sacerdoti e la terza era consumata dall’offerente. Per i sacerdoti si trattava quindi, come diremmo oggi, di una rendita di posizione. Naturalmente non tutti i sacerdoti erano uguali: sappiamo che al vertice di questo stato stava il sommo sacerdote coadiuvato da parenti e da eventuali predecessori. Poi seguivano nella scala gerarchica almeno altre sette categorie, che dal comandante del tempio scendevano giù fino a quella del semplice levita. Ed erano tanti. La categoria più numerosa era quello dei semplici sacerdoti, secondo le stime dai 5000 ai 7000 membri, a cui veniva assegnato il servizio sacrificale vero e proprio. Per questo motivo erano divisi in 24 gruppi, ognuno dei quali poteva esercitare il servizio per una sola settimana. Un sacerdote poteva officiare quindi solo per due settimane circa nel corso di un anno. Per questo motivo di solito risiedeva a Gerusalemme solo per il tempo limitato al suo servizio liturgico. Ma perché era così ambita la possibilità di appartenere a questo stato, che però non poteva essere acquisito, ma solo ereditato dopo severi controlli? Per i vantaggi che se ne potevano ricavare in termine di guadagno sicuro, del prestigio che la funzione dava e infine dalla partecipazione al potere. Il tempio di Gerusalemme non aveva solo una dimensione religiosa, ma anche economica, finanziaria e imprenditoriale. Le entrate pecuniarie erano costituite dalle decime e dalle offerte, che venivano raccolte dai pellegrini giunti a Gerusalemme, come dalla diaspora. Il patrimonio accumulato veniva impegnato nella manutenzione e restauro degli edifici del tempio, delle strade di accesso e dell’acquedotto. Un’opera praticamente senza fine, che ricorda le nostre fabbriche del duomo, e coinvolgeva da centinaia a migliaia di lavoratori. Secondo criteri moderni potremmo dire che costituiva il moderno intervento statale in opere pubbliche. Con le sue luci e le sue ombre. Si ipotizza inoltre che il tempio avesse anche una funzione bancaria, sia come sicuro luogo dove depositare il proprio capitale finanziario, ma anche attiva come concessore di prestiti. Insomma un fenomeno storico complesso, dalla lunga durata, che non poté non essere soggetto a lotte, divisioni e contestazioni. Di alcuni di questi avvenimenti, dalla separazione dei samaritani a quella della comunità di Qumran, come dei movimenti di alcuni contestatori quali, per esempio, Giovanni detto il battezzatore e lo stesso Gesù di Nazareth cercheremo di raccontare nelle prossime puntate.