Laboratorio Olfattometrico
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Laboratorio Olfattometrico
POLITECNICO DI MILANO Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta” Laboratorio Olfattometrico tel. (+39) 02 2399 3292 fax (+39) 02 2399 3291 e-mail: [email protected] Piazza Leonardo Da Vinci n. 32 20133 MILANO (MI) - Italy COMUNE DI SOLIGNANO (PR) Piazza U. Bertoli n. 1 – 43040 Solignano (PR) LATERLITE S.p.A. Impianto per la produzione di argilla espansa Via Vittorio Veneto n. 30 - Rubbiano di Solignano (PR) Studio dell’impatto olfattivo delle emissioni in atmosfera L’Addetto tecnico Dott. Ing Andrea N. Rossi Documento protocollo Data di prelievo dei campioni olfattometrici Rif. Rapporto di Prova Cliente LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc LO 028-05 r00 del 19/12/2005 28/10/2005 Rapporto di Prova n. 1.09/2005 LO del 09/11/2005 Comune di Solignano Pagina 1 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico Indice 1. Introduzione ...............................................................................................................................3 2. Modello emissivo ........................................................................................................................3 3. Modello micrometeorologico.....................................................................................................4 4. 5. 3.1. Dati in ingresso ....................................................................................................................4 3.2. Normalizzazione dei dati meteorologici grezzi ....................................................................4 3.3. Analisi delle rose dei venti ...................................................................................................5 3.4. Calcolo dei parametri micrometeorologici........................................................................10 Modello di dispersione .............................................................................................................10 4.1. Descrizione del modello .....................................................................................................10 4.2. Effetti dei rilievi orografici e degli edifici .........................................................................12 4.3. Effetti delle fluttuazioni istantanee di concentrazione .......................................................12 4.4. Elaborazione finale dei risultati ........................................................................................13 Valutazione dei risultati...........................................................................................................14 Allegati Allegato 1: Mappa del 98° percentile su base annua delle concentrazioni orarie di picco di odore (in ouE/m3). LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 2 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico 1. Introduzione Il presente studio ha come obiettivo la determinazione dell'impatto olfattivo sul territorio delle emissioni in atmosfera dell’impianto di produzione di argilla espansa di LATERLITE S.p.A. sito in Via Vittorio Veneto n. 30 - Rubbiano di Solignano (PR). L’impatto olfattivo è determinato applicando un modello di dispersione atmosferica, che calcola la concentrazione degli inquinanti nell’aria ambiente al suolo, elaborando i dati di emissione, i dati meteorologici ed i dati di profilo del terreno. Le concentrazioni di odore degli effluenti sono state determinate dal Laboratorio Olfattometrico del Poliotecnico di Milano tramite un monitoraggio olfattometrico. Gli altri dati riguardanti le emissioni sono stati desunti dalle Schede tecniche e dalla Relazione tecnica prodotte da LATERLITE S.p.A. nell’ambito della richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale (contrassegnata come prot. n. 109a/05/GM, data 19/04/2005). I dati meteorologici, corografici ed orografici necessari alla simulazione della dispersione sono stati messi a disposizione da LATERLITE S.p.A., per tramite del Dott. Alessandro Bossi. 2. Modello emissivo Nel presente studio sono stati impiegati i dati emissivi determinati tramite il monitoraggio olfattometrico i cui campionamenti sono stati eseguiti in data 28/10/2005 ed i cui risultati sono presentati nel Rapporto di Prova n. 1.09/2005 LO del 09/11/2005 e nella relazione tecnica ad esso allegata. Come anticipato e giustificato nella citata relazione tecnica, nel presente studio sono state considerate le sorgenti di emissioni odorigene elencate in Tabella 1. Tabella 1. Elenco delle sorgenti di emissioni odorigene. n. Sorgente Descrizione 1 2 E32 E14 Camino di espulsione forno Rio Linea prelavorazione argilla Rif. campioni dell’indagine olfattometrica n. 2 n. 5 Portata volumetrica nominale (Nm3/h) 99600 10600 Quota del punto di emissione (m) 40 6 In Tabella 2 sono elencate le portate di odore delle sorgenti, ed i dati utilizzati per il calcolo di queste. Tabella 2. Dati di emissione delle sorgenti areali con flusso indotto. n. Sorgente 1 2 E32 E14 Portata volumetrica (a 0 °C, Nm 3/h) 99600 10600 Portata volumetrica (a 20 °C, m3/s) 29,70 3,16 Temperatura dell’aeriforme emesso (°C) 165 20 Concentrazione di odore (ouE /m3 ) 1800 6000 Portata di odore (ouE /s) 53000 19000 La temperatura dell’effluente è quella dichiarata nelle citate schede tecniche di LATERLITE S.p.A.. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 3 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico La concentrazione di odore (in ouE/m3) dell’emissione è quella determinata per i rispettivi campioni gassosi odorigeni prelevati durante il monitoraggio olfattometrico. La portata volumetrica normalizzata a 0 °C (in Nm 3/h) è quella dichiarata nelle citate schede tecniche di LATERLITE S.p.A.. La portata volumetrica normalizzata a 20 °C è ottenuta dalla portata volumetrica espressa in Nm 3/h, tramite la conversione alla temperatura di 20 °C (in conformità alla Norma Europea EN 13725:2003) e la trasformazione in m3/s. Infine la portata di odore (in ou E/s) è il prodotto fra la concentrazione di odore dell’emissione e la portata volumetrica normalizzata a 20 °C. Nella Tabella 3 sono indicati gli orari di attività delle sorgenti. In questi orari le sorgenti emettono le portate di odore indicate in Tabella 2, mentre fuori da questi hanno emissione nulla. Tabella 3. Variabilità nel tempo delle portate di odore. n. 1 2 Sorgente E32 E14 Ore di attività 24 h/giorno, 7 gg/settimana, 365 gg/anno lunedì ÷ venerdì, ore 5÷21 3. Modello micrometeorologico 3.1. Dati in ingresso I dati meteorologici grezzi sono stati messi a disposizione da LATERLITE S.p.A., per tramite del Dott. Alessandro Bossi, e sono stati registrati da una stazione posta nelle vicinanze dello stabilimento. L’elenco dei parametri meteorologici impiegati nel modello sono riportati in Tabella 4. Tabella 4. Parametri meteorologici impiegati. n. Parametro meteorologico 1. 2. 4. 5. Temperatura dell'aria Velocità del vento media Direzione del vento media Radiazione solare globale Tipo di Unità di Periodo elaborazione misura media oraria °C media su 10 minuti m/s 01/01/2004 – 31/12/2004 media su 10 minuti gradi sessagesimali cumulata oraria kJ/m2 3.2. Normalizzazione dei dati meteorologici grezzi I dati grezzi a disposizione sono stati sottoposti ad un processo di elaborazione iniziale (normalizzazione) poiché: presentano alcune vacanze (dati registrati invalidi o non registrati); sono registrati a scansione disomogenea secondo il tipo di parametro. Le vacanze presenti nei dati di durata inferiore a 4 ore (o 2 ore per i dati di radiazione solare) sono state completate per interpolazione lineare fra i due dati validi adiacenti. Le vacanze più ampie sono state completate, per le ore di vacanza, dai dati medi calcolati per la medesima grandezza (a partire dall’intero insieme di dati validi) in funzione del mese e dell’ora. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 4 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico I dati di direzione e velocità del vento, registrati ogni 10 minuti anziché, come richiesto dal modello di dispersione utilizzato, ogni ora, sono stati elaborati per calcolare: la media scalare oraria della velocità del vento; la media risultante oraria della velocità del vento (ossia il modulo del vettore ottenuto come media vettoriale dei vettori velocità sui 10 minuti, ove la direzione del vettore è la direzione del vento simultanea); le direzione risultate media oraria del vento (ossia la direzione del vettore ottenuto come media vettoriale dei vettori velocità sui 10 minuti). 3.3. Analisi delle rose dei venti Nelle figure a seguire sono illustrate le rose dei vettori del vento ottenute dall'analisi dei dati meteo. Nella prassi meteorologica, nelle rose dei venti è consuetudine indicare l’angolo di direzione del vento, ossia, per convenzione, l’angolo di provenienza del vento, in senso orario rispetto al nord. Ad esempio, quando si indica che il vento ha angolo 90°, si intende che esso soffia da est a ovest. Al contrario, nell’ambito della simulazione della dispersione degli inquinanti, è più efficace rappresentare non già la direzione del vento (ossia l’angolo di provenienza), ma piuttosto il vettore del vento (ossia la direzione verso cui il vento soffia). Quest’ultima è la convenzione assunta nel presente studio. Quindi, nel presente studio, quando si indica, ad esempio, che il vento ha angolo 90°, si intende che esso soffia da ovest a est. I valori delle ore che compaiono nella Figura 3 e nella Figura 4 indicano, secondo la consueta convenzione, i 60 minuti precedenti: ad esempio, l'ora 16 indica i 60 minuti fra le 15.00 e le 16.00. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 5 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico 0 340 350 12% 10 20 330 30 10% 320 40 8% 310 300 50 60 6% 290 70 4% 280 2% 270 0% 80 90 260 100 250 110 240 120 230 130 220 140 210 150 200 160 190 170 180 Figura 1. Rosa generale dei vettori di direzione del vento La Figura 1 mostra la rosa generale dei vettori di direzione del vento ricavata dai dati impiegati nel presente studio. Essa evidenzia, presso il sito geografico in esame, due direzioni del vento prevalenti: venti da ovest-sudovest verso est-nordest, predominanti; venti che spirano nel senso opposto, ossia da est-nordest verso ovest-sudovest. Si può ipotizzare che l’asse di direzione individuato dalle due direzioni del vento opposte prevalenti sia legato a fenomeni di brezza monte-valle, poiché è intermedio fra gli assi delle vallate del Fiume Taro e del Torrente Ceno, i quali hanno confluenza a nordest dello stabilimento. Le tre figure successive rendono conto di quando e con che velocità questi venti spirino solitamente. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 6 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico 0 340 350 10 3% 20 330 30 320 40 2% 310 50 300 60 290 70 1% 280 80 0% 270 90 260 100 250 110 240 120 230 130 220 140 210 150 200 190 170 160 180 < 0,50 m/s 0,50÷0,99 m/s 1,00÷1,49 m/s 1,50÷1,99 m/s 2,00÷2,99 m/s >= 3,00 m/s Figura 2. Rosa dei vettori di direzione del vento secondo la velocità del vento La Figura 2 riporta la rosa dei vettori del vento in funzione della velocità del vento. I venti diretti verso valle (ossia verso est-nordest) sono distribuiti lungo tutto lo spettro di velocità riscontrato, da molto deboli (< 0,5 m/s) ad intensi (> 3,0 m/s). Le velocità dei venti verso monte sono più nettamente comprese nell’intervallo di velocità da 1 m/s a 3 m/s. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 7 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico 0 350 340 10 5% 20 330 30 4% 320 40 310 50 3% 300 60 2% 290 70 280 1% 80 270 0% 90 260 100 250 110 240 120 230 130 220 140 210 150 200 190 170 160 180 ore 22÷03 ore 04÷09 ore 10÷15 ore 16÷21 Figura 3. Rosa dei vettori di direzione del vento secondo l’ora del giorno La Figura 3 riporta la rosa dei vettori del vento in funzione dell’ora del giorno. Durante le ore notturne (ore 22÷09), il vento è diretto quasi esclusivamente verso valle (estnordest). I venti verso monte (ovest-sudovest) spirano prevalentemente nelle ore diurne. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 8 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico 23 22 21 20 19 18 15 14 13 12 11 10 ora d el giorno 17 16 9 8 7 6 5 4 3 2 340 350 320 330 300 310 280 290 260 270 240 250 220 230 190 200 210 180 150 160 170 130 140 110 120 90 100 70 80 50 60 30 40 10 20 0 1 0 direzione del vettore del vento (gradi sessagesimali) 0,0%-0,1% 0,1%-0,2% 0,2%-0,3% 0,3%-0,4% 0,4%-0,5% 0,5%-0,6% 0,6%-0,7% 0,7%-0,8% 0,8%-0,9% 0,9%-1,0% Figura 4. Frequenza dei vettori del vento in funzione dell'ora del giorno La Figura 4 è la mappa delle frequenze dei vettori del vento. Sulle ascisse è la direzione verso cui il vento spira e sulle ordinate l’ora del giorno. La figura conferma e dettaglia ulteriormente le osservazioni precedenti. I colori intensi a sinistra nella figura corrispondono alla brezza di monte, notturna. La macchia colorata a destra nella figura rappresenta la brezza di valle, diurna. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 9 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico 3.4. Calcolo dei parametri micrometeorologici I parametri di output del pre-processore impiegato per il calcolo delle variabili micrometeorologiche (parametri di turbolenza atmosferica) sono elencati in Tabella 5. Tabella 5. Parametri calcolati dal modello micrometeorologico. n. 1. 2. 3. 4. 5. 6. Parametro micrometeorologico Radiazione solare netta Flusso di calore sensibile superficiale Velocità d'attrito Lunghezza di Monin-Obukhov Velocità di scala convettiva Altezza di mescolamento Sigla Q* Qh u* LMO w* MH Forma Metodo di calcolo media oraria D.J. Thomson “ADMS3 - The Met media oraria Input Module”, P05/01N/03, media oraria Cambridge Environmental Research media oraria Consultants (CERC), Novembre 2003. media oraria media oraria J.S. Scire, F.R. Robe, M.E. Fernau, R.J. Yamartino “A User’s Guide for the CALMET Meteorological Model”, Earth Tech Inc., Gennaio 2005. Ciascuno di questi parametri è stato calcolato ed introdotto nel modello di dispersione per ciascuna ora del periodo di simulazione. Tale approccio è dettato dalla necessità di calcolare le concentrazioni di inquinante al suolo per ogni singola ora, così da poter esprimere numericamente l'impatto mediante un assegnato percentile su base annua delle concentrazioni orarie di inquinante. I dati meteorologici sono organizzati, per l’elaborazione da parte del modello di dispersione, in forma tipo-ISC, ossia mono-stazione. 4. Modello di dispersione 4.1. Descrizione del modello Per il calcolo della dispersione delle emissioni è stato impiegato il modello CALPUFF, realizzato dalla Earth Tech Inc. per conto del California Air Resources Board (CARB) e del U.S. Environmental Protection Agency (US EPA). CALPUFF appartiene alla tipologia di modelli descritti al paragrafo 3.1.2 della linea guida RTI CTN_ACE 4/2001 “Linee guida per la selezione e l’applicazione dei modelli di dispersione atmosferica per la valutazione della qualità dell’aria”, Agenzia Nazionale per la Protezione dell’Ambiente, Centro Tematico Nazionale – Aria Clima Emissioni, 2001. Il modello di dispersione CALPUFF, nel modo in cui è impiegato nell’ambito del presente studio, è classificabile nella tipologia 2 della scheda 9 della norma UNI 10796:2000 “Valutazione della dispersione in atmosfera di effluenti aeriformi - Guida ai criteri di selezione dei modelli matematici”, ma ha alcune caratteristiche avanzate tali da classificarlo nella tipologia 3 della medesima scheda 9. CALPUFF è uno dei preferred models adottati ufficialmente da US EPA per la stima della qualità dell’aria, con le seguenti motivazioni (Appendix W to Part 51 - Guideline on Air Quality Models. Federal Register, Vol. 68, No. 72, Tuesday, April 15, 2003 / Rules and Regulations): LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 10 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico «In some public comments there was a general consensus that the technical basis of the CALPUFF modeling system has merit and provides substantial capabilities to not only address long range transport, but to address transport and dispersion effects in some complex wind situations». «CALPUFF in its current configuration is suitable for regulatory use for long range transport, and on a case-by-case basis for complex wind situations». Si rimanda al documento citato per quanto riguarda il rapporto sugli studi circa la validazione e la stima dell’accuratezza del modello. Fra le ragioni che suggeriscono l’impiego di CALPUFF nel caso in esame, si possono elencare le seguenti. L'algoritmo principale di CALPUFF implementa un modello di dispersione non stazionario a puff gaussiano. Questo permette la trattazione rigorosa ed esplicita anche dei periodi nei quali il vento è debole o assente, a differenza dei più noti modelli a pennacchio gaussiano (Gaussian plume models). I coefficienti di dispersione sono calcolati dai parametri di turbolenza (u*, w *, LMO ), anziché dalle classi di stabilità Pasquill-Gifford-Turner. Vale a dire che la turbolenza è descritta da funzioni continue anziché discrete. Alle sorgenti emissive possono essere assegnate emissioni variabili nel tempo, ora dopo ora. Durante i periodi in cui lo strato limite ha struttura convettiva, la distribuzione delle concentrazioni all'interno di ogni singolo puff è gaussiana sui piani orizzontali, ma asimmetrica sui piani verticali, cioè tiene conto della asimmetria della funzione di distribuzione di probabilità delle velocità verticali. In altre parole, il modello simula gli effetti sulla dispersione dovuti ai moti dell’aria ascendenti (le comunemente dette “termiche”) e discendenti tipici delle ore più calde della giornata e dovuti ai vortici di grande scala. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 11 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico 4.2. Effetti dei rilievi orografici e degli edifici La presenza di rilievi nell’area di studio è stata tenuta in conto grazie all’opzione di Partial plume path adjustment di CALPUFF. Nel modello è stata introdotta come dato di ingresso la matrice delle quote altimetriche del terreno nel dominio di spazio considerato. In Figura 5 è mostrata la mappa altimetrica impiegata nello studio. Il dominio di spazio delle simulazioni è compreso fra i punti (582,7 km; 4946,2 km) e (586,9 km; 4950,4 km). La griglia di punti di calcolo ha dimensioni 4200 m x 4200 m, con un punto ogni 100 m. 4953,6 4953,3 4953,0 4952,7 4952,4 4952,1 4951,8 4951,5 4951,2 4950,9 4950,6 4950,3 4950,0 4949,7 4949,4 4949,1 4948,8 4948,5 4948,2 550 m-600 m 500 m-550 m 450 m-500 m 400 m-450 m 350 m-400 m 300 m-350 m 250 m-300 m 200 m-250 m 150 m-200 m 4947,9 4947,6 4947,3 4947,0 4946,7 589,2 588,8 588,4 588,0 587,6 587,2 586,8 586,4 586,0 585,6 585,2 584,8 584,4 584,0 583,6 583,2 582,8 582,4 582,0 581,6 581,2 580,8 580,4 580,0 579,6 579,2 4946,4 Figura 5. Mappa altimetrica del dominio di spazio delle simulazioni 4.3. Effetti delle fluttuazioni istantanee di concentrazione Affinché un odore sia percepibile è sufficiente che la sua concentrazione in aria superi la soglia di percezione anche solo per il tempo di un respiro (in media 3,6 secondi). La concentrazione di odore, così come qualunque variabile scalare dell'atmosfera, fluttua istantaneamente per effetto della turbolenza. Poiché il modello di dispersione impiegato produce come output, per ciascuna ora e ciascun recettore, la media oraria della concentrazione di odore, è necessario dedurre da questa la concentrazione oraria di picco, definita come la concentrazione che in un'ora è oltrepassata con probabilità 10 -3, cioè per più di 3,6 secondi. Studi scientifici (“Technical Notes. Draft Policy: Assessment and Management of Odour from Stationary Sources in NSW”. NSW Environment Protection Authority, Sydney, 2001) dimostrano, a questo proposito, che la stima della concentrazione di picco può essere condotta moltiplicando la concentrazione media oraria per un coefficiente (peak-to-mean ratio) dedotto sperimentalmente, e dipendente soprattutto dalla morfologia della sorgente. Nel presente studio è stato adottato un peak-to-mean ratio di 2,3. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 12 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico 4.4. Elaborazione finale dei risultati Per ciascuno dei recettori idealmente disposti sul territorio circostante al sito in esame e per ogni ora del dominio di tempo della simulazione, CALPUFF calcola la concentrazione media oraria di odore. Tutte le concentrazioni di odore restituite dal modello sono poi moltiplicate per il peak-tomean ratio, così da ottenere le concentrazioni di picco per ogni recettore e per ogni ora del dominio di tempo. Dalla matrice delle concentrazioni di picco di odore al suolo, per ogni ora del dominio di tempo e per ogni recettore, sono estratti i percentili di ordine 98 delle concentrazioni orarie di picco (un valore per ogni recettore). Come definito dalla norma EN 13725:2003, l’odore di un campione di gas avente concentrazione di odore pari a 1 ouE/m3 è percepibile solo dal 50% degli individui. Quindi, ad esempio, se presso un dato recettore il 98° percentile delle concentrazioni orarie è di 1 ou E/m3 , la concentrazione di picco di odore simulata nell’aria al suolo è inferiore a 1 ou E/m3 per il 98% delle ore nell’anno considerato; quindi il 50% della popolazione non può percepire l’odore emesso dalle sorgenti in esame per più del 2% delle ore su base annua. La forma di rappresentazione dell'impatto olfattivo mediante percentili di concentrazione su base annua è conforme alle leggi vigenti in diversi Paesi, quali il Regno Unito, la Germania e l'Australia, mentre in Italia non sono ancora state emanate disposizioni nazionali in merito. Come documento legislativo di riferimento è scelta, in particolare, la linea guida dell’Agenzia Ambientale del Regno Unito (UK-EA) “IPPC-H4. Integrated Pollution Prevention and Control Draft. Horizontal guidance for Odour. Part 1 – Regulation and Permitting” (Environmental Agency, Bristol, 2002). Le ragioni principali della scelta sono le seguenti. La legislazione del Regno Unito è l’unica fra quelle europee, insieme con quella tedesca, che abbia adottato un approccio al problema delle emissioni di odore coerente, completo e cosiddetto “orizzontale”, ossia valido e omogeneo per qualunque emissione di odore da attività industriali. La legislazione tedesca, rispetto a quella del Regno Unito, è meno recente, e si inquadra meno organicamente nell’ambito nelle Direttive ambientali della Comunità Europea, valide anche per l’Italia. Inoltre i limiti fissati dalla legislazione nazionale tedesca appaiono talvolta insufficienti ad ottenere una effettiva protezione ambientale rispetto alle emissioni di odore. La linea guida UK-EA assume come limite indicativo di riferimento la concentrazione di odore di 3 ouE/m3, espressa come 98° percentile. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 13 di 14 Politecnico di Milano – Dip. CMIC Laboratorio Olfattometrico 5. Valutazione dei risultati L’allegato 1 riporta la mappa del 98° percentile su base annua delle concentrazioni orarie di picco di odore (in ouE/m3), a seguito delle emissioni di odore in esame. Sullo sfondo della mappa è riportata la corografia. Il confine di pertinenza dello stabilimento è tracciato in colore megenta. I punti di emissione sono evidenziati in colore magenta. Le curve entro cui il 98° percentile della concentrazione oraria di picco di odore eccede il limite fissato dalla linea guida UK-EA (3 ouE/m3) sono colorate in verde. Le curve delle concentrazioni inferiori a questo limite sono colorate in azzurro. Delle due sorgenti di odore prese in esame (cfr. sezione 2 del presente studio), l’impatto olfattivo risultante dalle simulazioni e rappresentato nella mappa è dovuto prevalentemente al punto di emissione E14 (Linea prelavorazione argilla), e solo marginalmente al punto di emissione E32 (Camino di espulsione forno Rio), principalmente ad effetto della elevata quota del punto di emissione E32. Infatti sulla mappa si osserva che: le curve di iso-concentrazione sono centrate intorno al punto di emissione E14, piuttosto che intorno al punto di emissione E32; l’impatto olfattivo delle emissioni verso est-nordest è inferiore a quanto si potrebbe intuire dalla sola osservazione della rosa dei venti (cfr. Figura 1); questo si spiega considerando che l’emissione E14 è attiva solo dalle ore 5.00 alle ore 21.00, ed è quindi assente nella maggior parte delle ore notturne, durante le quali il vento spira appunto prevalentemente verso estnordest. Nella mappa sono indicate due zone dove il 98° percentile della concentrazione oraria di picco di odore eccede il valore di 3 ouE/m3: nei pressi delle sorgenti di odore, in un’area quasi completamente racchiusa entro il perimetro di pertinenza dello stabilimento; in una piccola area ad ovest dello stabilimento, all’interno della quale non è presente alcun ricettore sensibile (come abitazioni o locali pubblici). Presso l’abitato di Rubbiano il 98° percentile della concentrazione oraria di picco di odore è inferiore al valore di 2 ou E/m3; inoltre, nella zona di Rubbiano a sud dell’Autostrada, il 98° percentile della concentrazione oraria di picco di odore è inferiore alla soglia di percezione, pari, per definizione, a 1 ou E/m3. In conclusione, le simulazioni eseguite impiegando i dati a disposizione, e specificatamente i dati di emissione di odore determinati tramite il monitoraggio olfattometrico del 28/10/2005, mostrano che l’impatto olfattivo delle emissioni dello stabilimento in esame è compatibile con il territorio in cui esso è ubicato. LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc Pagina 14 di 14