Laboratorio Olfattometrico

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Laboratorio Olfattometrico
POLITECNICO DI MILANO
Dipartimento di Chimica, Materiali e Ingegneria Chimica “Giulio Natta”
Laboratorio Olfattometrico
tel. (+39) 02 2399 3292
fax (+39) 02 2399 3291
e-mail: [email protected]
Piazza Leonardo Da Vinci n. 32
20133 MILANO (MI) - Italy
COMUNE DI SOLIGNANO (PR)
Piazza U. Bertoli n. 1 – 43040 Solignano (PR)
LATERLITE S.p.A.
Impianto per la produzione di argilla espansa
Via Vittorio Veneto n. 30 - Rubbiano di Solignano (PR)
Studio dell’impatto olfattivo delle
emissioni in atmosfera
L’Addetto tecnico
Dott. Ing Andrea N. Rossi
Documento protocollo
Data di prelievo dei campioni olfattometrici
Rif. Rapporto di Prova
Cliente
LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc
LO 028-05 r00 del 19/12/2005
28/10/2005
Rapporto di Prova n. 1.09/2005 LO del 09/11/2005
Comune di Solignano
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Indice
1.
Introduzione ...............................................................................................................................3
2.
Modello emissivo ........................................................................................................................3
3.
Modello micrometeorologico.....................................................................................................4
4.
5.
3.1.
Dati in ingresso ....................................................................................................................4
3.2.
Normalizzazione dei dati meteorologici grezzi ....................................................................4
3.3.
Analisi delle rose dei venti ...................................................................................................5
3.4.
Calcolo dei parametri micrometeorologici........................................................................10
Modello di dispersione .............................................................................................................10
4.1.
Descrizione del modello .....................................................................................................10
4.2.
Effetti dei rilievi orografici e degli edifici .........................................................................12
4.3.
Effetti delle fluttuazioni istantanee di concentrazione .......................................................12
4.4.
Elaborazione finale dei risultati ........................................................................................13
Valutazione dei risultati...........................................................................................................14
Allegati
Allegato 1: Mappa del 98° percentile su base annua delle concentrazioni orarie di picco di odore
(in ouE/m3).
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1. Introduzione
Il presente studio ha come obiettivo la determinazione dell'impatto olfattivo sul territorio delle
emissioni in atmosfera dell’impianto di produzione di argilla espansa di LATERLITE S.p.A. sito in
Via Vittorio Veneto n. 30 - Rubbiano di Solignano (PR).
L’impatto olfattivo è determinato applicando un modello di dispersione atmosferica, che calcola la
concentrazione degli inquinanti nell’aria ambiente al suolo, elaborando i dati di emissione, i dati
meteorologici ed i dati di profilo del terreno.
Le concentrazioni di odore degli effluenti sono state determinate dal Laboratorio Olfattometrico del
Poliotecnico di Milano tramite un monitoraggio olfattometrico. Gli altri dati riguardanti le emissioni
sono stati desunti dalle Schede tecniche e dalla Relazione tecnica prodotte da LATERLITE S.p.A.
nell’ambito della richiesta di Autorizzazione Integrata Ambientale (contrassegnata come prot. n.
109a/05/GM, data 19/04/2005).
I dati meteorologici, corografici ed orografici necessari alla simulazione della dispersione sono stati
messi a disposizione da LATERLITE S.p.A., per tramite del Dott. Alessandro Bossi.
2. Modello emissivo
Nel presente studio sono stati impiegati i dati emissivi determinati tramite il monitoraggio
olfattometrico i cui campionamenti sono stati eseguiti in data 28/10/2005 ed i cui risultati sono
presentati nel Rapporto di Prova n. 1.09/2005 LO del 09/11/2005 e nella relazione tecnica ad esso
allegata.
Come anticipato e giustificato nella citata relazione tecnica, nel presente studio sono state
considerate le sorgenti di emissioni odorigene elencate in Tabella 1.
Tabella 1. Elenco delle sorgenti di emissioni odorigene.
n.
Sorgente
Descrizione
1
2
E32
E14
Camino di espulsione forno Rio
Linea prelavorazione argilla
Rif. campioni
dell’indagine
olfattometrica
n. 2
n. 5
Portata
volumetrica
nominale (Nm3/h)
99600
10600
Quota del
punto di
emissione (m)
40
6
In Tabella 2 sono elencate le portate di odore delle sorgenti, ed i dati utilizzati per il calcolo di
queste.
Tabella 2. Dati di emissione delle sorgenti areali con flusso indotto.
n.
Sorgente
1
2
E32
E14
Portata
volumetrica
(a 0 °C, Nm 3/h)
99600
10600
Portata
volumetrica
(a 20 °C, m3/s)
29,70
3,16
Temperatura
dell’aeriforme
emesso (°C)
165
20
Concentrazione
di odore
(ouE /m3 )
1800
6000
Portata di
odore
(ouE /s)
53000
19000
La temperatura dell’effluente è quella dichiarata nelle citate schede tecniche di LATERLITE S.p.A..
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La concentrazione di odore (in ouE/m3) dell’emissione è quella determinata per i rispettivi campioni
gassosi odorigeni prelevati durante il monitoraggio olfattometrico.
La portata volumetrica normalizzata a 0 °C (in Nm 3/h) è quella dichiarata nelle citate schede
tecniche di LATERLITE S.p.A..
La portata volumetrica normalizzata a 20 °C è ottenuta dalla portata volumetrica espressa in Nm 3/h,
tramite la conversione alla temperatura di 20 °C (in conformità alla Norma Europea EN
13725:2003) e la trasformazione in m3/s.
Infine la portata di odore (in ou E/s) è il prodotto fra la concentrazione di odore dell’emissione e la
portata volumetrica normalizzata a 20 °C.
Nella Tabella 3 sono indicati gli orari di attività delle sorgenti. In questi orari le sorgenti emettono
le portate di odore indicate in Tabella 2, mentre fuori da questi hanno emissione nulla.
Tabella 3. Variabilità nel tempo delle portate di odore.
n.
1
2
Sorgente
E32
E14
Ore di attività
24 h/giorno, 7 gg/settimana, 365 gg/anno
lunedì ÷ venerdì, ore 5÷21
3. Modello micrometeorologico
3.1. Dati in ingresso
I dati meteorologici grezzi sono stati messi a disposizione da LATERLITE S.p.A., per tramite del
Dott. Alessandro Bossi, e sono stati registrati da una stazione posta nelle vicinanze dello
stabilimento.
L’elenco dei parametri meteorologici impiegati nel modello sono riportati in Tabella 4.
Tabella 4. Parametri meteorologici impiegati.
n.
Parametro meteorologico
1.
2.
4.
5.
Temperatura dell'aria
Velocità del vento media
Direzione del vento media
Radiazione solare globale
Tipo di
Unità di
Periodo
elaborazione
misura
media oraria
°C
media su 10 minuti
m/s
01/01/2004 – 31/12/2004
media su 10 minuti gradi sessagesimali
cumulata oraria
kJ/m2
3.2. Normalizzazione dei dati meteorologici grezzi
I dati grezzi a disposizione sono stati sottoposti ad un processo di elaborazione iniziale
(normalizzazione) poiché:
 presentano alcune vacanze (dati registrati invalidi o non registrati);
 sono registrati a scansione disomogenea secondo il tipo di parametro.
Le vacanze presenti nei dati di durata inferiore a 4 ore (o 2 ore per i dati di radiazione solare) sono
state completate per interpolazione lineare fra i due dati validi adiacenti. Le vacanze più ampie sono
state completate, per le ore di vacanza, dai dati medi calcolati per la medesima grandezza (a partire
dall’intero insieme di dati validi) in funzione del mese e dell’ora.
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I dati di direzione e velocità del vento, registrati ogni 10 minuti anziché, come richiesto dal modello
di dispersione utilizzato, ogni ora, sono stati elaborati per calcolare:
 la media scalare oraria della velocità del vento;
 la media risultante oraria della velocità del vento (ossia il modulo del vettore ottenuto come
media vettoriale dei vettori velocità sui 10 minuti, ove la direzione del vettore è la direzione del
vento simultanea);
 le direzione risultate media oraria del vento (ossia la direzione del vettore ottenuto come media
vettoriale dei vettori velocità sui 10 minuti).
3.3. Analisi delle rose dei venti
Nelle figure a seguire sono illustrate le rose dei vettori del vento ottenute dall'analisi dei dati meteo.
Nella prassi meteorologica, nelle rose dei venti è consuetudine indicare l’angolo di direzione del
vento, ossia, per convenzione, l’angolo di provenienza del vento, in senso orario rispetto al nord. Ad
esempio, quando si indica che il vento ha angolo 90°, si intende che esso soffia da est a ovest.
Al contrario, nell’ambito della simulazione della dispersione degli inquinanti, è più efficace
rappresentare non già la direzione del vento (ossia l’angolo di provenienza), ma piuttosto il vettore
del vento (ossia la direzione verso cui il vento soffia). Quest’ultima è la convenzione assunta nel
presente studio.
Quindi, nel presente studio, quando si indica, ad esempio, che il vento ha angolo 90°, si intende che
esso soffia da ovest a est.
I valori delle ore che compaiono nella Figura 3 e nella Figura 4 indicano, secondo la consueta
convenzione, i 60 minuti precedenti: ad esempio, l'ora 16 indica i 60 minuti fra le 15.00 e le 16.00.
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8%
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4%
280
2%
270
0%
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260
100
250
110
240
120
230
130
220
140
210
150
200
160
190
170
180
Figura 1. Rosa generale dei vettori di direzione del vento
La Figura 1 mostra la rosa generale dei vettori di direzione del vento ricavata dai dati impiegati nel
presente studio. Essa evidenzia, presso il sito geografico in esame, due direzioni del vento
prevalenti:
 venti da ovest-sudovest verso est-nordest, predominanti;
 venti che spirano nel senso opposto, ossia da est-nordest verso ovest-sudovest.
Si può ipotizzare che l’asse di direzione individuato dalle due direzioni del vento opposte prevalenti
sia legato a fenomeni di brezza monte-valle, poiché è intermedio fra gli assi delle vallate del Fiume
Taro e del Torrente Ceno, i quali hanno confluenza a nordest dello stabilimento.
Le tre figure successive rendono conto di quando e con che velocità questi venti spirino solitamente.
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320
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2%
310
50
300
60
290
70
1%
280
80
0%
270
90
260
100
250
110
240
120
230
130
220
140
210
150
200
190
170
160
180
< 0,50 m/s
0,50÷0,99 m/s
1,00÷1,49 m/s
1,50÷1,99 m/s
2,00÷2,99 m/s
>= 3,00 m/s
Figura 2. Rosa dei vettori di direzione del vento secondo la velocità del vento
La Figura 2 riporta la rosa dei vettori del vento in funzione della velocità del vento.
 I venti diretti verso valle (ossia verso est-nordest) sono distribuiti lungo tutto lo spettro di
velocità riscontrato, da molto deboli (< 0,5 m/s) ad intensi (> 3,0 m/s).
 Le velocità dei venti verso monte sono più nettamente comprese nell’intervallo di velocità da 1
m/s a 3 m/s.
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150
200
190
170
160
180
ore 22÷03
ore 04÷09
ore 10÷15
ore 16÷21
Figura 3. Rosa dei vettori di direzione del vento secondo l’ora del giorno
La Figura 3 riporta la rosa dei vettori del vento in funzione dell’ora del giorno.
 Durante le ore notturne (ore 22÷09), il vento è diretto quasi esclusivamente verso valle (estnordest).
 I venti verso monte (ovest-sudovest) spirano prevalentemente nelle ore diurne.
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10
ora d el giorno
17
16
9
8
7
6
5
4
3
2
340
350
320
330
300
310
280
290
260
270
240
250
220
230
190
200
210
180
150
160
170
130
140
110
120
90
100
70
80
50
60
30
40
10
20
0
1
0
direzione del vettore del vento (gradi sessagesimali)
0,0%-0,1%
0,1%-0,2%
0,2%-0,3%
0,3%-0,4%
0,4%-0,5%
0,5%-0,6%
0,6%-0,7%
0,7%-0,8%
0,8%-0,9%
0,9%-1,0%
Figura 4. Frequenza dei vettori del vento in funzione dell'ora del giorno
La Figura 4 è la mappa delle frequenze dei vettori del vento. Sulle ascisse è la direzione verso cui il
vento spira e sulle ordinate l’ora del giorno. La figura conferma e dettaglia ulteriormente le
osservazioni precedenti.
 I colori intensi a sinistra nella figura corrispondono alla brezza di monte, notturna.
 La macchia colorata a destra nella figura rappresenta la brezza di valle, diurna.
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3.4. Calcolo dei parametri micrometeorologici
I parametri di output del pre-processore impiegato per il calcolo delle variabili micrometeorologiche
(parametri di turbolenza atmosferica) sono elencati in Tabella 5.
Tabella 5. Parametri calcolati dal modello micrometeorologico.
n.
1.
2.
3.
4.
5.
6.
Parametro micrometeorologico
Radiazione solare netta
Flusso di calore sensibile superficiale
Velocità d'attrito
Lunghezza di Monin-Obukhov
Velocità di scala convettiva
Altezza di mescolamento
Sigla
Q*
Qh
u*
LMO
w*
MH
Forma
Metodo di calcolo
media oraria
D.J. Thomson “ADMS3 - The Met
media oraria
Input Module”, P05/01N/03,
media oraria Cambridge Environmental Research
media oraria Consultants (CERC), Novembre 2003.
media oraria
media oraria
J.S. Scire, F.R. Robe, M.E. Fernau,
R.J. Yamartino “A User’s Guide for
the CALMET Meteorological Model”,
Earth Tech Inc., Gennaio 2005.
Ciascuno di questi parametri è stato calcolato ed introdotto nel modello di dispersione per ciascuna
ora del periodo di simulazione. Tale approccio è dettato dalla necessità di calcolare le
concentrazioni di inquinante al suolo per ogni singola ora, così da poter esprimere numericamente
l'impatto mediante un assegnato percentile su base annua delle concentrazioni orarie di inquinante.
I dati meteorologici sono organizzati, per l’elaborazione da parte del modello di dispersione, in
forma tipo-ISC, ossia mono-stazione.
4. Modello di dispersione
4.1. Descrizione del modello
Per il calcolo della dispersione delle emissioni è stato impiegato il modello CALPUFF, realizzato
dalla Earth Tech Inc. per conto del California Air Resources Board (CARB) e del U.S.
Environmental Protection Agency (US EPA).
CALPUFF appartiene alla tipologia di modelli descritti al paragrafo 3.1.2 della linea guida RTI
CTN_ACE 4/2001 “Linee guida per la selezione e l’applicazione dei modelli di dispersione
atmosferica per la valutazione della qualità dell’aria”, Agenzia Nazionale per la Protezione
dell’Ambiente, Centro Tematico Nazionale – Aria Clima Emissioni, 2001.
Il modello di dispersione CALPUFF, nel modo in cui è impiegato nell’ambito del presente studio, è
classificabile nella tipologia 2 della scheda 9 della norma UNI 10796:2000 “Valutazione della
dispersione in atmosfera di effluenti aeriformi - Guida ai criteri di selezione dei modelli
matematici”, ma ha alcune caratteristiche avanzate tali da classificarlo nella tipologia 3 della
medesima scheda 9.
CALPUFF è uno dei preferred models adottati ufficialmente da US EPA per la stima della qualità
dell’aria, con le seguenti motivazioni (Appendix W to Part 51 - Guideline on Air Quality Models.
Federal Register, Vol. 68, No. 72, Tuesday, April 15, 2003 / Rules and Regulations):
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 «In some public comments there was a general consensus that the technical basis of the
CALPUFF modeling system has merit and provides substantial capabilities to not only address
long range transport, but to address transport and dispersion effects in some complex wind
situations».
 «CALPUFF in its current configuration is suitable for regulatory use for long range transport,
and on a case-by-case basis for complex wind situations».
Si rimanda al documento citato per quanto riguarda il rapporto sugli studi circa la validazione e la
stima dell’accuratezza del modello.
Fra le ragioni che suggeriscono l’impiego di CALPUFF nel caso in esame, si possono elencare le
seguenti.
 L'algoritmo principale di CALPUFF implementa un modello di dispersione non stazionario a
puff gaussiano. Questo permette la trattazione rigorosa ed esplicita anche dei periodi nei quali il
vento è debole o assente, a differenza dei più noti modelli a pennacchio gaussiano (Gaussian
plume models).
 I coefficienti di dispersione sono calcolati dai parametri di turbolenza (u*, w *, LMO ), anziché
dalle classi di stabilità Pasquill-Gifford-Turner. Vale a dire che la turbolenza è descritta da
funzioni continue anziché discrete.
 Alle sorgenti emissive possono essere assegnate emissioni variabili nel tempo, ora dopo ora.
 Durante i periodi in cui lo strato limite ha struttura convettiva, la distribuzione delle
concentrazioni all'interno di ogni singolo puff è gaussiana sui piani orizzontali, ma asimmetrica
sui piani verticali, cioè tiene conto della asimmetria della funzione di distribuzione di
probabilità delle velocità verticali. In altre parole, il modello simula gli effetti sulla dispersione
dovuti ai moti dell’aria ascendenti (le comunemente dette “termiche”) e discendenti tipici delle
ore più calde della giornata e dovuti ai vortici di grande scala.
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4.2. Effetti dei rilievi orografici e degli edifici
La presenza di rilievi nell’area di studio è stata tenuta in conto grazie all’opzione di Partial plume
path adjustment di CALPUFF. Nel modello è stata introdotta come dato di ingresso la matrice delle
quote altimetriche del terreno nel dominio di spazio considerato.
In Figura 5 è mostrata la mappa altimetrica impiegata nello studio. Il dominio di spazio delle
simulazioni è compreso fra i punti (582,7 km; 4946,2 km) e (586,9 km; 4950,4 km). La griglia di
punti di calcolo ha dimensioni 4200 m x 4200 m, con un punto ogni 100 m.
4953,6
4953,3
4953,0
4952,7
4952,4
4952,1
4951,8
4951,5
4951,2
4950,9
4950,6
4950,3
4950,0
4949,7
4949,4
4949,1
4948,8
4948,5
4948,2
550 m-600 m
500 m-550 m
450 m-500 m
400 m-450 m
350 m-400 m
300 m-350 m
250 m-300 m
200 m-250 m
150 m-200 m
4947,9
4947,6
4947,3
4947,0
4946,7
589,2
588,8
588,4
588,0
587,6
587,2
586,8
586,4
586,0
585,6
585,2
584,8
584,4
584,0
583,6
583,2
582,8
582,4
582,0
581,6
581,2
580,8
580,4
580,0
579,6
579,2
4946,4
Figura 5. Mappa altimetrica del dominio di spazio delle simulazioni
4.3. Effetti delle fluttuazioni istantanee di concentrazione
Affinché un odore sia percepibile è sufficiente che la sua concentrazione in aria superi la soglia di
percezione anche solo per il tempo di un respiro (in media 3,6 secondi). La concentrazione di odore,
così come qualunque variabile scalare dell'atmosfera, fluttua istantaneamente per effetto della
turbolenza. Poiché il modello di dispersione impiegato produce come output, per ciascuna ora e
ciascun recettore, la media oraria della concentrazione di odore, è necessario dedurre da questa la
concentrazione oraria di picco, definita come la concentrazione che in un'ora è oltrepassata con
probabilità 10 -3, cioè per più di 3,6 secondi. Studi scientifici (“Technical Notes. Draft Policy:
Assessment and Management of Odour from Stationary Sources in NSW”. NSW Environment
Protection Authority, Sydney, 2001) dimostrano, a questo proposito, che la stima della
concentrazione di picco può essere condotta moltiplicando la concentrazione media oraria per un
coefficiente (peak-to-mean ratio) dedotto sperimentalmente, e dipendente soprattutto dalla
morfologia della sorgente. Nel presente studio è stato adottato un peak-to-mean ratio di 2,3.
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4.4. Elaborazione finale dei risultati
Per ciascuno dei recettori idealmente disposti sul territorio circostante al sito in esame e per ogni ora
del dominio di tempo della simulazione, CALPUFF calcola la concentrazione media oraria di
odore. Tutte le concentrazioni di odore restituite dal modello sono poi moltiplicate per il peak-tomean ratio, così da ottenere le concentrazioni di picco per ogni recettore e per ogni ora del dominio
di tempo.
Dalla matrice delle concentrazioni di picco di odore al suolo, per ogni ora del dominio di tempo e
per ogni recettore, sono estratti i percentili di ordine 98 delle concentrazioni orarie di picco (un
valore per ogni recettore).
Come definito dalla norma EN 13725:2003, l’odore di un campione di gas avente concentrazione di
odore pari a 1 ouE/m3 è percepibile solo dal 50% degli individui. Quindi, ad esempio, se presso un
dato recettore il 98° percentile delle concentrazioni orarie è di 1 ou E/m3 , la concentrazione di picco
di odore simulata nell’aria al suolo è inferiore a 1 ou E/m3 per il 98% delle ore nell’anno considerato;
quindi il 50% della popolazione non può percepire l’odore emesso dalle sorgenti in esame per più
del 2% delle ore su base annua.
La forma di rappresentazione dell'impatto olfattivo mediante percentili di concentrazione su base
annua è conforme alle leggi vigenti in diversi Paesi, quali il Regno Unito, la Germania e l'Australia,
mentre in Italia non sono ancora state emanate disposizioni nazionali in merito.
Come documento legislativo di riferimento è scelta, in particolare, la linea guida dell’Agenzia
Ambientale del Regno Unito (UK-EA) “IPPC-H4. Integrated Pollution Prevention and Control Draft. Horizontal guidance for Odour. Part 1 – Regulation and Permitting” (Environmental Agency,
Bristol, 2002). Le ragioni principali della scelta sono le seguenti.
 La legislazione del Regno Unito è l’unica fra quelle europee, insieme con quella tedesca, che
abbia adottato un approccio al problema delle emissioni di odore coerente, completo e
cosiddetto “orizzontale”, ossia valido e omogeneo per qualunque emissione di odore da attività
industriali.
 La legislazione tedesca, rispetto a quella del Regno Unito, è meno recente, e si inquadra meno
organicamente nell’ambito nelle Direttive ambientali della Comunità Europea, valide anche per
l’Italia. Inoltre i limiti fissati dalla legislazione nazionale tedesca appaiono talvolta insufficienti
ad ottenere una effettiva protezione ambientale rispetto alle emissioni di odore.
La linea guida UK-EA assume come limite indicativo di riferimento la concentrazione di odore di 3
ouE/m3, espressa come 98° percentile.
LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc
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Politecnico di Milano – Dip. CMIC
Laboratorio Olfattometrico
5. Valutazione dei risultati
L’allegato 1 riporta la mappa del 98° percentile su base annua delle concentrazioni orarie di picco
di odore (in ouE/m3), a seguito delle emissioni di odore in esame.
Sullo sfondo della mappa è riportata la corografia. Il confine di pertinenza dello stabilimento è
tracciato in colore megenta. I punti di emissione sono evidenziati in colore magenta.
Le curve entro cui il 98° percentile della concentrazione oraria di picco di odore eccede il limite
fissato dalla linea guida UK-EA (3 ouE/m3) sono colorate in verde. Le curve delle concentrazioni
inferiori a questo limite sono colorate in azzurro.
Delle due sorgenti di odore prese in esame (cfr. sezione 2 del presente studio), l’impatto olfattivo
risultante dalle simulazioni e rappresentato nella mappa è dovuto prevalentemente al punto di
emissione E14 (Linea prelavorazione argilla), e solo marginalmente al punto di emissione E32
(Camino di espulsione forno Rio), principalmente ad effetto della elevata quota del punto di
emissione E32. Infatti sulla mappa si osserva che:
 le curve di iso-concentrazione sono centrate intorno al punto di emissione E14, piuttosto che
intorno al punto di emissione E32;
 l’impatto olfattivo delle emissioni verso est-nordest è inferiore a quanto si potrebbe intuire dalla
sola osservazione della rosa dei venti (cfr. Figura 1); questo si spiega considerando che
l’emissione E14 è attiva solo dalle ore 5.00 alle ore 21.00, ed è quindi assente nella maggior
parte delle ore notturne, durante le quali il vento spira appunto prevalentemente verso estnordest.
Nella mappa sono indicate due zone dove il 98° percentile della concentrazione oraria di picco di
odore eccede il valore di 3 ouE/m3:
 nei pressi delle sorgenti di odore, in un’area quasi completamente racchiusa entro il perimetro di
pertinenza dello stabilimento;
 in una piccola area ad ovest dello stabilimento, all’interno della quale non è presente alcun
ricettore sensibile (come abitazioni o locali pubblici).
Presso l’abitato di Rubbiano il 98° percentile della concentrazione oraria di picco di odore è
inferiore al valore di 2 ou E/m3; inoltre, nella zona di Rubbiano a sud dell’Autostrada, il 98°
percentile della concentrazione oraria di picco di odore è inferiore alla soglia di percezione, pari,
per definizione, a 1 ou E/m3.
In conclusione, le simulazioni eseguite impiegando i dati a disposizione, e specificatamente i dati di
emissione di odore determinati tramite il monitoraggio olfattometrico del 28/10/2005, mostrano che
l’impatto olfattivo delle emissioni dello stabilimento in esame è compatibile con il territorio in cui
esso è ubicato.
LO028-05r00_R0069-05L280r000.doc
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