Ott e il Rosé Dal numero 121 di Venerdì 24 Ottobre 2014

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Ott e il Rosé Dal numero 121 di Venerdì 24 Ottobre 2014
Ott e il Rosé
Dal numero 121 di Venerdì 24 Ottobre 2014
Christian Ott e suo cugino Jean-François sono i
giovani rampolli della prestigiosa famiglia Ott,
creatrice, a metà degli anni venti, del “rosé”. Giunti
alla quarta generazione spetta oggi a loro il
compito di lavorare con il nuovo partner Louis
Roederer capace di sostenere lo sviluppo del
marchio. Nel 1896 il nonno Marcel si trasferì dal
Reno in Provenza, più precisamente a Cavalaire,
vicino a una piccola azienda agricola. Qui il suo
inizio non fu dei più rosei (se vogliamo perderci in
un calembour) perché alla fine del XIX secolo la
fillossera distrusse tutto e Marcel dovette
reimpiantare più di una volta i vigneti che
potessero dare vini di qualità e solo nel 1912 ci fu
il rifiorire di grandi rosé. In quel periodo Marcel
acquistò Château de Selle, a Taradeau e iniziò a piantare. “ Il succo che sgorga dalle uve quando
vengono salassate è una bevanda rosata leggermente alcolica bevuta dai vignaioli della vigna”,
disse Marcel. Dunque lui, che era un inventore, volle trasformare quel succo rosato in un vino di
qualità da vendere ai ristoratori e da servire sulle migliori tavole. All’epoca il vino veniva venduto
sfuso e veniva servito nei ristoranti in caraffe, in questo modo nessuno poteva vedere se si trattava
di un rosso, di un bianco o del nuovo rosé. Così Marcel decise di mettere in luce questo vino
ancora sconosciuto e quindi di produrlo e di esporlo: il suo colore si doveva vedere e l’abito che
avrebbe contenuto quest’affascinante vino sarebbe stato di vetro trasparente.
La forma sinuosa della bottiglia è
un’icona della storia della famiglia
Ott. Fu disegnata dal figlio di Marcel,
René, nel 1927 e messa in
commercio nel 1932. Le curve
eleganti della bottiglia gli furono
suggerite dallo stesso paesaggio
della
Provenza,
una
visione
soggettiva ma realistica la sua, che
fu fonte d’ispirazione: l’altalenarsi di
colline e rive del mare e le terrazze
e i cipressi a forma di punti
esclamativi. Una forma allora
innovativa e ancora oggi del tutto
contemporanea, una forma che
proviene anche dai ricordi delle anfore vinarie raccolte in tempi antichi e che si trovano in tutta la
Provenza. La bottiglia fine e snella rimane la firma di Ott ed è utilizzata per tutti i rosé delle tre
proprietà: Château de Selle, Close Mireille, Château Romassan. Sono vini strettamente
territoriali e di carattere, tutti diversi tra loro. C’è l’austerità di Château de Selle con i suoi vigneti
piantati nell’entroterra sulla cima di colline calcaree; l’esotismo di Clos Mireille con la sua posizione
costiera affacciata sul mare; la grandezza di Château Romassan per il clima assolato della Baia di
Bandol. L’azienda rispetta pienamente la natura. Il terreno si nutre senza l’utilizzo di sostanze
chimiche e i prodotti utilizzati per trattare le malattie della vite più comuni sono costituiti da una
miscela di zolfo e poltiglia bordolese (miscela di rame, calce spenta e sapone nero), in quanto
questi sono gli unici trattamenti consentiti in agricoltura biologica. Vendemmia manuale,
fermentazione in serbatoi di acciaio inox e affinamento in botti di rovere completano il cerchio
lavorativo di tutta la produzione.
Bandol Rosé Coeur de Grain 2012 è composto
da Mourvèdre 58%, Cinsault 32%, Grenache
10%. C’è savoir faire nel suo abito rosa tenue
con riflessi diamantini, preludio di freschezza e
vitalità. Al naso si apre con un bouquet di rose
selvatiche per proseguire con la poesia del lillà
bianco. Poi pepe rosa, fragoline di bosco sono
attraversate da vibranti toni minerali.
L’assaggio è di guizzante freschezza e decisa
sapidità con un ritorno dell’onda floreale. Stile
pulito, senza sbavature, un rosé ben fatto che
delizia fino alla chiusura e che tramonta terso
in una calda sera ottobrina abbinato a un
ottimo Cappon Magro.
Domaines Ott
Route de Brégançon
83250 La Londe Les Maures
Tel. 0044 94015350
www.domaines-ott.com
[email protected]
Cinzia Bonfà