Pier Antonio Bacci - Rotary Club Arezzo Est

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Pier Antonio Bacci - Rotary Club Arezzo Est
Pier Antonio Bacci * Bellezza, un lusso necessario Nella sua scala dei valori, Platone mette la bellezza al secondo posto, dopo la salute e subito prima della fortuna. Tanti filosofi, teologi e pensatori hanno cercato di dare una definizione alla bellezza, ma essa sfugge continuamente evitando di farsi limitare entro il confine di una frase. Se la mitica Saffo è sicura che bello e buono vivono assieme, e che colui che è buono sarà presto anche bello, il filoso scozzese David Hume risponde definendo la bellezza come un’esperienza privata e persona‐
le, poiché essa sta solo negli occhi di chi guarda. Lo stesso Vinicius de Moraes, immortale poe‐
ta‐musicista brasiliano, così dice “mi scusino i brutti ma la bellezza è fondamentale, poiché essa è un dono divino”. Un conosciuto biblista e teologo di Arezzo, Don Dino Liberatori, afferma che non è pec‐
cato essere belli, anzi è peccato essere brutti, poiché la bruttezza è la bellezza non realizza‐
ta, seguendo così quel concetto biblico per cui Dio fece il mondo “Tov” , tradotto come Buono. Si può anche intendere come Bello, nella traduzione greca di “Kalos”, poiché il Buono e Bello si completano. Ugo Foscolo scrive che “la bellezza è quella lieta armonia che pervade i nostri cuori”, mentre il maestro brasiliano Ivo Pitanguy afferma che “la bellezza io non la so definire ma, quando è presente, riesco facilmen‐
te a percepirla”. Qualunque sia la definizione è certo che l’essere belli è diventato un imperativo della nostra società, talvolta il sentirsi belli è più importante del sentirsi bene. Aumentare il volume del seno significa migliorare il senso di femminilità e maternità, correggere un inestetico naso significa dare armonia al volto, aumentare il volume della labbra o alzare le sopracciglia significa dare luminosità al volto e, spesso, favorire il sorriso. Così intese, medicina e chirurgia estetica prendono una valenza superiore tanto da giustificare il grande aumento di richieste dei vari tipi di interventi, particolarmente nelle società libere. Il mondo va di fretta e tutto è diventato business ed immagine, ma quando “apparire” si fonde con “essere” certamente i traguardi diventano infiniti. Essere belli è oggi un lusso necessario, poiché in un mondo libero ciascuno ha il diritto/dovere di stare bene e di sentirsi bello. “Tutto è vanità”, ricorda Oscar Wilde riprendendo un antico concetto racchiuso nel libro Koelet del Vecchio Testamento, ma quando la vanità non significa mito del corpo ma cura del corpo, allora essa diventa un apprezzabile spinta al miglioramento del sé, segno di ri‐
spetto ed espressione di quella giusta ambizione che la mattina ci fa guardare allo specchio e ci fa sorridere, stimolando così quell’entusiasmo necessario a dare agli altri il meglio di noi stessi per ten‐
tare di scrivere un nostro libro della vita che sia degno di essere letto. La bellezza ha sempre rappresentato l’armonia della vita ed il tentativo atavico di armonizzare l’ego ed il mondo esteriore, la musica e l’arte ne sono le maggiori testimonianze. Fino al Rinascimento ogni rappresentazione del corpo seguiva rigidi canoni dati da precisi mo‐
duli e geometrie che determinavano l’ideale ar‐
monico della perfezione fisica. Le proporzioni del corpo L’artista non poteva esprimere la sua creatività seguendo il libero corso della propria im‐
maginazione, ma doveva seguire il canone estetico di quel momento, dove il bello era sempre il rispetto di alcune regole. Nell’Egitto il modulo di base, cioè il loro metro, era la distanza tra il pollice e il dito medio che, riprodotto alcune volte in modo più o meno approssimativo, si prestava più facilmen‐
te ad essere trasformato in un monumento. Ercole di Praxitele era picnico e brevilineo, perché il modulo utilizzato dall’artista era quello di una mano piccola, al contrario Fidia, che prendeva come modulo la distanza tra la parte più alta della testa e la punta del men‐
to, dette alle sue figure un aspetto longilineo e più armonioso. Tutti questi rigidi concetti di bellezza furono liberati con il Rinascimento in una sorgente inesauribile di nuove conoscenze, grazie anche ai grandi navigatori, all’incontro dell’Europa con l’America, alla prosperità, all’industria, ed alla prospettiva che dette agli artisti una libertà fino ad allora impensabile. In quel periodo esplosero le conoscen‐
ze dei numeri e delle proporzioni ri‐
prese dal fisico pisano Fibonacci che descrisse l’universale presenza della geometria universale e del numero magico in ogni costruzione che produ‐
ca piacere. Indimenticabili gli studi di Pier della Francesca e Luca Pacioli, nonché l’arte di Michelangelo, insupe‐
rabile nell’anatomia e nell’espressione. Libertà e Bellezza sono gli strumenti universali per migliorare qualsiasi società, libertà e bellezza devono regnare sempre nella profondità di ciascuno per affinare le sensibilità e permettere di “vivere in bellezza”, che significa soprattutto cercare di diventare esempi viventi nel modo di pensare, di parlare, di vivere e, soprattutto, nel modo di essere. Ricercare una parte di quella bellezza con il bisturi non è peccato, anzi può essere una vera spinta al miglioramento interiore dato che è sacrilego rifiutarsi, negarsi alla propria evolu‐
zione ed alle prove della vita. Tutto questo è bellezza, la vera bellezza che non si può ri‐
durre in una definizione e non si può comprare, ma che tutti possono percepire. L’invecchiamento è vissuto sempre con ansia, ma non si deve dimenticare il monito di Co‐
co Chanel quando afferma: “io amo la vecchiaia perché si finisce di essere qualcosa per divenire qualcuno”, è una bella frase che ricorda a tutti che la vita è bella anche quando è sera. Relazione tenuta il 27 novembre 2008 * Pier Antonio Bacci è nato a Lucignano (Arezzo). Oltre allo studio delle malattie delle vene e dei linfatici, si è sempre dedicato ai problemi di me‐
dicina e chirurgia estetica soprattutto del volto e degli arti inferiori, parte‐
cipando a fellows e stages in Brasile, Argentina, Francia, Israele, Canada ed USA. Specialista in Malattie Vascolari e in Chirurgia è Professore di Chirurgia Estetica nella Scuola di Chirurgia dellʹUniversità di Siena e Docente nel Master di Medicina Estetica dell’Università di Barcellona. Esperto per le problematiche legate agli inestetismi delle gambe, con oltre 200 pubblicazioni.